LA CENICIENTA
(La Cenerentola)
Personajes
DON RAMIRO DANDINI DON MAGNÍFICO CLORINDA TISBE CENERENTOLA ALIDORO |
Príncipe de Salerno Ayudante del Príncipe Barón de Monte Fiascone arruinado Hija de Don Magnífico Hija de Don Magnífico Hijastra de Don Magnífico Filósofo y tutor de Don Ramiro |
Tenor Bajo Bajo Soprano Mezzosoprano Mezzosoprano Bajo |
La acción transcurre en parte en el palacio de Don
Magnífico y en parte en la quinta del príncipe.
ATTO PRIMO Scena Prima (Antica sala terrena nel castello del Barone, con cinque porte; a destra camino, tavolino con specchio, cestello con fiori, e sedie. Clorinda provando uno sciasse; Tisbe acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto; Cenerentola soffiando con un manticetto al camino per far bollire un cuccumo di caffè; indi Alidoro da povero; poi seguaci di Ramiro) CLORINDA No, no, no; non v'è, non v'è chi strisciar sappia così Leggerissimo sciassè. TISBE Sì, sì, sì: va bene lì. Meglio lì; no, meglio qui. Risaltar di più mi fa. CLORINDA E TISBE A quest'arte, a tal beltà Sdrucciolare ognun dovrà. CENERENTOLA (con tuono flemmatico) Una volta c'era un Re, Che a star solo, Che a star solo s'annoiò: Cerca, cerca, ritrovò; Ma il volean sposare in tre. Cosa fa? Sprezza il fasto e la beltà. E alla fin sceglie per sé L'innocenza e la bontà. La, la, la, Li, li, li, La, la, la. CLORINDA E TISBE Cenerentola, finiscila Con la solita canzone. CENERENTOLA Presso al fuoco in un cantone Via lasciatemi cantar. Una volta c'era un Re Una volta. . . CLORINDA E due, e tre. CLORINDA E TISBE La finisci sì o no? Se non taci ti darò. CENERENTOLA Una volta... (S'ode picchiare.) A TRE Chi sarà? (Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero.) ALIDORO Un tantin di carità. CLORINDA E TISBE Accattoni! Via di qua. CENERENTOLA Zitto, zitto: su prendete Questo po' di colazione. (Versa una tazza di caffè, e la dà con un pane ad Alidoro coprendolo dalle sorelle) Ah non reggo alla passione, Che crudel fatalità! ALIDORO Forse il Cielo il guiderdone Pria di notte vi darà. CLORINDA E TISBE (pavoneggiandosi) Risvegliar dolce passione Più di me nessuna sa. CLORINDA (volgendosi ad osservare Alidoro) Ma che vedo! Ancora lì! TISBE Anche un pane? anche il caffè? CLORINDA (scagliandosi contro Cenerentola) Prendi, prendi, questo a te. CENERENTOLA Ah! soccorso chi mi dà! ALIDORO (frapponendosi inutilmente) Vi fermate, per pietà. (Si picchia fortemente; Cenerentola corre ad aprire, ed entrano i cavalieri) CAVALIERI O figlie amabili di Don Magnifico Ramiro il Principe or or verrà, Al suo palagio vi condurrà. Si canterà si danzerà: Poi la bellissima fra l'altre femmine Sposa carissima per lui sarà. CLORINDA Ma dunque il Principe? CAVALIERI Or or verrà. CLORINDA, TISBE E CENERENTOLA E la bellissima? CAVALIERI Si sceglierà. CLORINDA E TISBE Cenerentola vien qua. Le mie scarpe, il mio bonne. Cenerentola vien qua. Le mie penne, il mio colliè. Nel cervello ho una fucina; Son più bella e vo' trionfar. A un sorriso, a un'occhiattina Don Ramiro ha da cascar. CENERENTOLA Cenerentola vien qua. Cenerentola va' là. Cenerentola va' su. Cenerentola va' giù. Questo è proprio uno strapazzo! Mi volete far crepar? Chi alla festa, chi al solazzo Ed io resto qui a soffiar. ALIDORO Nel cervello una fucina Sta le pazze a martellar. Ma già pronta è la ruina. Voglio ridere a schiattar. CAVALIERI Già nel capo una fucina Sta le donne a martellar; Il cimento si avvicina, Il gran punto di trionfar. CLORINDA (dando una moneta a Cenerentola, onde la dia ai seguaci del Principe, che partono) Date lor mezzo scudo. Grazie. Ai cenni Del Principe noi siamo. (osservando il povero e raggricciando il naso) Ancor qui siete? Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete. CENERENTOLA (accompagnando Alidoro) Io poi quel mezzo scudo A voi l'avrei donato; Ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo Mi spaccherei per darlo a un infelice. ALIDORO (a Cenerentola) Forse al novello dì sarai felice. (Alidoro parte) TISBE Cenerentola, presto Prepara i nastri, i manti. CLORINDA Gli unguenti, le pomate. TISBE I miei diamanti. CENERENTOLA Uditemi, sorelle... CLORINDA (altera) Che sorelle! Non profanarci con sì fatto nome. TISBE (minacciandola) E guai per te se t'uscirà di bocca. CENERENTOLA (fra sè) Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca. (entra a sinistra) TISBE Non v'è da perder tempo. CLORINDA Nostro padre Avvisarne convien. (Questionando fra loro, ed opponendosi a vicenda d'entrare a destra.) TISBE Esser la prima Voglio a darne la nuova. CLORINDA Oh! mi perdoni. Io sono la maggiore. TISBE No, no, gliel vo' dir io. (Crescendo nella rabbia fra loro) CLORINDA È questo il dover mio. Io svegliare lo vuò!. Venite appresso. TISBE Oh! non la vincerai. CLORINDA (osservando fra le scene) Ecco egli stesso. Scena Seconda (Don Magnifico, bieco in volto, esce in berretta da notte e veste da camera, e detti; indi Cenerentola.) DON MAGNIFICO Miei rampolli femminini, (Ricusando di dar loro a baciarsi la mano) Vi ripudio; mi vergogno! Un magnifico mio sogno Mi veniste a sconcertar. (da sé, osservandole; Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda.) Come son mortificate! Degne figlie d'un Barone! Via: silenzio ed attenzione. State il sogno a meditar. Mi sognai fra il fosco e il chiaro Un bellissimo somaro. Un somaro, ma solenne. Quando a un tratto, oh che portento! Su le spalle a cento a cento Gli spuntavano le penne Ed in alto, sen, volò! Ed in cima a un campanile Come in trono si fermò. Si sentiano per di sotto Le campane sdindonar. Din, don, din, don... Col cì cì, ciù ciù di botto Mi faceste risvegliar. Ma d'un sogno sì intralciato Ecco il simbolo spiegato. La campana suona a festa? Allegrezza in casa è questa. Quelle penne? Siete voi. Quel gran volo? Plebe addio. Resta l'asino di poi? Ma quell'asino son io. Chi vi guarda vede chiaro Che il somaro è il genitor. Fertilissima Regina L'una e l'altra diverrà; Ed il nonno una dozzina Di nepoti abbraccierà. Un Re piccolo di qua. Servo, servo Un Re bambolo di là. E la gloria mia sarà. (Interrompendosi e strappandosi Don Magnifico.) CLORINDA Sappiate che fra poco... TISBE Il Principe Ramiro... CLORINDA Che son tre dì che nella deliziosa... TISBE Vicina mezzo miglio Venuto è ad abitar... CLORINDA Sceglie una sposa... TISBE Ci mandò ad invitar... CLORINDA E fra momenti... TISBE Arriverà per prenderci... CLORINDA E la scelta la più bella sarà... DON MAGNIFICO (in aria di stupore ed importanza) Figlie, che dite! Quel principon! Quantunque io nol conosco... Sceglierà!.. v'invitò... Sposa... più bella! Io cado in svenimento. Alla favella.. È venuto il sequestro. Il principato Per la spinal midolla Già mi serpeggia, ed in una parola Il sogno è storia, ed il somaro vola. (Cenerentola entra, vota il caffè e lo reca nella camera di Don Magnifico.) Cenerentola, presto. Portami il mio caffè. Viscere mie. Metà del mio palazzo è già crollata, E l'altra è in agonia. Fatevi onore. Mettiamoci un puntello. (andando e tornando, e riprendendo le figlie, che stanno per entrare) Figlie state in cervello. Parlate in punto e virgola. Per carità: pensate ad abbigliarvi; Si tratta niente men che imprinciparvi. (Entra nelle sue stanze, Clorinda e Tisbe nella lor). Scena Terza (Don Ramiro vestito da scudiero; guarda intorno e si avanza a poco a poco.) DON RAMIRO Tutto è deserto. Amici? Nessun risponde. In questa Simulata sembianza Le belle osserverò. Né viene alcuno? Eppur mi diè speranza Il sapiente Alidoro, Che qui, saggia e vezzosa, Degna di me trovar saprò la sposa. Sposarsi... e non amar! Legge tiranna, Che nel fior de' miei giorni Alla difficile scelta mi condanna. Cerchiam, vediamo. Scena Quarta (Cenerentola cantando fra' denti con sottocoppa e tazza da caffè, entra spensierata nella stanza) CENERENTOLA Una volta c'era... (e si trova a faccia a faccia con Ramiro; le cade tutto di mano, e si ritira in un angolo) Ah! è fatta DON RAMIRO Cos'è? CENERENTOLA Che batticuore! DON RAMIRO Forse un mostro son io! CENERENTOLA (prima astratta poi correggendosi con naturalezza) Sì... no, signore. DON RAMIRO (Fra sè) Un soave non so che In quegli occhi scintillò! CENERENTOLA (Fra sè) Io vorrei saper perché Il mio cor mi palpitò? DON RAMIRO Le direi... ma non ardisco. CENERENTOLA Parlar voglio, e taccio intanto. CENERENTOLA E DON RAMIRO Una grazia, un certo incanto Par che brilli su quel viso! Quanto caro è quel sorriso. Scende all'alma e fa sperar. DON RAMIRO (A Cenerentola) Del Baron le figlie io chiedo Dove son? qui non le vedo. CENERENTOLA Stan di là nell'altre stanze. Or verranno. (Fra sè) Addio speranze. DON RAMIRO (con interesse) Ma di grazia, voi chi siete? CENERENTOLA Io chi sono? Eh! non lo so. DON RAMIRO Nol sapete? CENERENTOLA Quasi no. Quel ch'è padre, non è padre... (accostandosi a lui sottovoce e rapidissima, correggendosi ed imbrogliandosi) Onde poi le due sorelle... Era vedova mia madre... Ma fu madre ancor di quelle... Questo padre pien d'orgoglio... (Fra sè) Sta' a vedere che m'imbroglio? (Forte) Deh! scusate, perdonate Alla mia semplicità. DON RAMIRO Mi seduce, m'innamora Quella sua semplicità. CLORINDA E TISBE (dalle loro stanze, a vicenda ed insieme) Cenerentola... da me. DON RAMIRO Quante voci! che cos'è? CENERENTOLA A ponente ed a levante, A scirocco e a tramontana, Non ho calma un solo istante, Tutto, tutto tocca a me. CLORINDA E TISBE Cenerentola! CENERENTOLA (ora verso una, ora verso l'altra delle porte) Vengo, vengo. Addio, signore. (con passione, fra sè) Ah ci lascio proprio il core Questo cor più mio non è. DON RAMIRO (da sé) Quell'accento, quel sembiante È una cosa sovrumana. Io mi perdo in quest'istante Già più me non trovo in me. (astratto, osservando sempre Cenerentola) Che innocenza! che candore! Ah! m'invola proprio il core! Questo cor più mio non è. CENERENTOLA E DON RAMIRO Ah! Ci lascio/m'invola proprio il core. Questo cor più mio non è. CLORINDA E TISBE (dalle loro stanze, a vicenda ed insieme) Cenerentola... da me. (Cenerentola parte) Scena Quinta (Ramiro solo; indi Don Magnifico in abito di gala senza cappello.) DON RAMIRO Non so che dir. Come in sì rozze spoglie Sì bel volto e gentil! Ma Don Magnifico Non apparisce ancor? Nunziar vorrei del mascherato principe l'arrivo Fortunato consiglio! Da semplice scudiero Il core delle femmine Meglio svelar saprò. Dandini intanto Recitando da Principe... (Entra Don Magnifico) DON MAGNIFICO Domando un milion di perdoni. Dica: e Sua Altezza il Principe? DON RAMIRO Or ora arriva. DON MAGNIFICO E quando? DON RAMIRO Tra tre minuti. DON MAGNIFICO (in agitazione) Tre minuti! ah figlie! Sbrigatevi: che serve? Le vado ad affrettar. Scusi; per queste Ragazze benedette, Un secolo è un momento alla toelette. (entra dalle figlie) DON RAMIRO Che buffone! E Alidoro mio maestro Sostien che in queste mura Sta la bontà più pura! Basta, basta, vedrem. Alle sue figlie Convien che m'avvicini. Qual fragor!.. non m'inganno. Ecco Dandini. Scena Sesta (Cavalieri, Dandini e detti; indi Clorinda e Tisbe.) CAVALIERI Scegli la sposa, affrettati: S'invola via l'età. La principesca linea. Se no s'estinguerà. DANDINI Come un'ape ne' giorni d'aprile Va volando leggiera e scherzosa; Corre al giglio, poi salta alla rosa, Dolce un fiore a cercare per sé; Fra le belle m'aggiro e rimiro; Ne ho vedute già tante e poi tante Ma non trovo un giudizio, un sembiante, Un boccone squisito per me. (Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate a Dandini da Don Magnifico). CLORINDA Prence! TISBE Sire... CLORINDA E TISBE Ma quanti favori! DON MAGNIFICO Che diluvio! che abisso di onori! DANDINI Nulla, nulla; (con espressione or all'una ora all'altra) Vezzosa; graziosa! (accostandosi a Ramiro, piano) Dico bene?. Son tutte papà. DON RAMIRO (Piano) Bestia! attento! ti scosta; va' là. DANDINI (alle due sorelle che lo guardano con passione) Per pietà, quelle ciglia abbassate. Galoppando sen va la ragione, E fra i colpi d'un doppio cannone Spalancato è il mio core di già. Vezzosa; graziosa! Son tutte papà. (da sé) Ma al finir della nostra commedia Che tragedia qui nascer dovrà. CLORINDA E TISBE (ognuna da sé) Ei mi guarda. Sospira, delira Non v'è dubbio: è mio schiavo di già. DANDINI Dico bene? DON RAMIRO Bestia! DANDINI Grazie DON RAMIRO (sempre osservando con interesse se torna Cenerentola, piano) Ah! perché qui non viene colei, Con quell'aria di grazia e bontà? DON MAGNIFICO (da sé, osservando con compiacenza Dandini, che sembra innamorato) E già cotto, stracotto, spolpato L'Eccellenza si cangia in Maestà. CAVALIERI Scegli la sposa, affrettati: S'invola via l'età. La principesca linea. Se no s'estinguerà. DANDINI (osservando Clorinda, Tisbe e Don Magnifico) Allegrissimamente! che bei quadri! Che bocchino! che ciglia! Siete l'ottava e nona meraviglia. Già "tali patris, talem filia". CLORINDA (con inchino) Grazie! DON MAGNIFICO (curvandosi) Altezza delle Altezze! Che dice? mi confonde. Debolezze. DANDINI Vere figure etrusche! (piano a Ramiro) Dico bene? DON RAMIRO (piano a Dandini) Cominci a dirle grosse. DANDINI (piano a Ramiro) Io recito da grande, e grande essendo, Grandi le ho da sparar. DON MAGNIFICO (piano alle figlie con compiacenza) Bel principotto! Che non vi fugga: attente. DANDINI Or dunque seguitando quel discorso Che non ho cominciato; Dai miei lunghi viaggi ritornato E il mio papà trovato, Che fra i quondam è capitombolato, E spirando ha ordinato Che a vista qual cambiale io sia sposato, O son diseredato, Fatto ho un invito a tutto il vicinato. E trovando un boccone delicato, Per me l'ho destinato. Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato. DON MAGNIFICO (sorpreso, fra sè) Che eloquenza norcina! CENERENTOLA (entrando osserva l'abito del Principe, e Ramiro che la guarda) Ah, che bell'abito! E quell'altro mi guarda. DON RAMIRO (Fra sè) Ecco colei! Mi palpita il cor. DANDINI Belle ragazze, Se vi degnate inciambellare il braccio Ai nostri cavalieri, il legno è pronto. CLORINDA Andiamo. TISBE Papà Eccellenza, Non tardate a venir. (Clorinda e Tisbe escono.) DON MAGNIFICO (a Cenerentola voltandosi) Che fai tu qui? Il cappello e il bastone. CENERENTOLA Ah!... Signor sì. (parte) DANDINI Perseguitate presto Con i piè baronali I magnifici miei quarti reali. (parte) DON MAGNIFICO Monti in carrozza, e vengo. (andando nella camera dove è entrata Cenerentola) DON RAMIRO (Fra sè) E pur colei vo' riveder. DON MAGNIFICO (di dentro in collera) Ma lasciami. DON RAMIRO (Fra sè) La sgrida? CENERENTOLA (Esce) Sentite. DON MAGNIFICO (esce con cappello e bastone trattenuto con ingenuità da Cenerentola) Il tempo vola. DON RAMIRO (Fra sè) Che vorrà? DON MAGNIFICO (A Cenerentola) Vuoi lasciarmi? CENERENTOLA Una parola. Signore, una parola: In casa di quel Principe Un'ora, un'ora sola Portatemi a ballar. DON MAGNIFICO Ih! Ih! La bella Venere! Vezzosa! Pomposetta! Sguaiata! Covacenere! Lasciami, deggio andar. DANDINI (tornando indietro, ed osservando Ramiro immobile) Cos'è? qui fa la statua? DON RAMIRO (Sottovoce a Dandini) Silenzio, ed osserviamo. DANDINI Ma andiamo o non andiamo? DON RAMIRO Mi sento lacerar. CENERENTOLA Ma una mezz'ora... un quarto. DON MAGNIFICO (alzando minaccioso il bastone) Ma lasciami o ti stritolo. DON RAMIRO E DANDINI (accorrendo a trattenerlo) Fermate. DON MAGNIFICO (sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini) Serenissima! (ora a Dandini ora a Cenerentola) Ma vattene. Altezzissima! Servaccia ignorantissima! DON RAMIRO E DANDINI (ora a Don Magnifico ora a Cenerentola) Serva? CENERENTOLA Cioè... DON MAGNIFICO (mettendole una mano sulla bocca e interrompendola) Vilissima D'un estrazion bassissima, Vuol far la sufficiente, La cara, l'avvenente, E non è buona a niente. (minacciando e trascinando) Va' in camera, va' in camera La polvere a spazzar. DON RAMIRO (fra sé, con sdegno represso) Or ora la mia collera Non posso più frenar. DANDINI (opponendosi con autorità) Ma caro Don Magnifico Via, non la strapazzar. CENERENTOLA (con tuono d'ingenuità) Ah! sempre fra la cenere Sempre dovrò restar? Signori, persuadetelo; Portatemi a ballar. (Nel momento che Don Magnifico staccasi da Cenerentola ed è tratto via da Dandini, entra Alidoro con taccuino aperto.) ALIDORO Qui nel mio codice Delle zitelle Con Don Magnifico Stan tre sorelle. (a Don Magnifico con autorità) Or che va il Principe La sposa a scegliere, La terza figlia Io vi domando. DON MAGNIFICO (confuso ed alterato) Che terza figlia Mi va figliando? ALIDORO Terza sorella... DON MAGNIFICO (atterrito) Ella... morì... ALIDORO Eppur nel codice non è così. CENERENTOLA (Fra sè) Ah! di me parlano. (ponendosi in mezzo con ingenuità) No, non morì. DON MAGNIFICO (A Cenerentola) Sta' zitta lì. ALIDORO Guardate qui! DON MAGNIFICO (balzando Cenerentola in un cantone) Se tu respiri, Ti scanno qui. DON RAMIRO E DANDINI Ella morì? DON MAGNIFICO (sempre tremante) Altezza sì. Momento di silenzio. TUTTI (guardandosi scambievolmente) Nel volto estatico Di questo e quello Si legge il vortice Del lor cervello, Che ondeggia e dubita E incerto sta. DON MAGNIFICO (fra' denti, trascinando Cenerentola) Se tu più mormori Solo una sillaba Un cimiterio Qui si farà. CENERENTOLA (con passione) Deh soccorretemi, Deh non lasciatemi, Ah! di me, misera Che mai sarà? ALIDORO (frapponendosi) Via meno strepito: Fate silenzio. O qualche scandalo Qui nascerà. DON RAMIRO (A Cenerentola, strappandola da Don Magnifico) Via consolatevi. Signor lasciatela. (Fra sè) Già la mia furia Crescendo va. DANDINI (A Cenerentola) Io sono un Principe, O sono un cavolo? Vi mando al diavolo: Venite qua. (La strappa da Don Magnifico, e lo conduce via. Tutti seguono Dandini. Cenerentola corre in camera. Si chiude la porta di mezzo) Scena Settima Scena scritta da Jacopo Ferretti e musicata da Rossini per il basso Gioacchino Moncada nel 1821 (Teatro Argentina, Roma). Rimpiazza la scena originale, musicata da Luca Agolini (Dopo qualche momento di silenzio rientra Alidoro vestito con povertà, mantello di pellegrino con gli abiti da filosofo sotto, indi Cenerentola.) ALIDORO Sì, tutto cangerà. Quel folle orgoglio Poca polve sarà, gioco del vento; E al tenero lamento Succederà il sorriso. (chiama verso la camera di Cenerentola) Figlia... Figlia... CENERENTOLA (esce e rimane sorpresa) Figlia voi mi chiamate? Oh questa è bella! Il padrigno Barone Non vuole essermi padre; e voi... Peraltro Guardando i stracci vostri e i stracci miei, Degna d'un padre tal figlia sarei. ALIDORO Taci, figlia, e vien meco. CENERENTOLA Teco, e dove? ALIDORO Del Principe al festino. CENERENTOLA Ma dimmi, pellegrino: Perché t'ho data poca colazione, Tu mi vieni a burlar? Va' via... va' via! Voglio serrar la porta... Possono entrar de' ladri, e allora... e allora... Starei fresca davvero. ALIDORO No! Sublima il pensiero! Tutto cangiò per te! Calpesterai men che fango i tesori, Rapirai tutti i cuori. Vien meco e non temer: per te dall'Alto M'ispira un Nume a cui non crolla il trono. E se dubiti ancor, mira chi sono! (Nel momento che si volge, Alidoro getta il manto.) Là del ciel nell'arcano profondo, Del poter sull'altissimo Trono Veglia un Nume, signore del mondo, Al cui piè basso mormora il tuono. Tutto sa, tutto vede, e non lascia Nell'ambascia perir la bontà. Fra la cenere, il pianto, l'affanno, Ei ti vede, o fanciulla innocente, E cangiando il tuo stato tiranno, Fra l'orror vibra un lampo innocente. Non temer, si è cambiata la scena: La tua pena cangiando già va. S'ode avvicinarsi una carrozza. Un crescente mormorio Non ti sembra d'ascoltar?.. Ah sta' lieta: è il cocchio mio Su cui voli a trionfar. Tu mi guardi, ti confondi... Ehi ragazza, non rispondi? Sconcertata è la tua testa E rimbalza qua e là, Come nave in gran tempesta Che di sotto in su sen va. Ma già il nembo è terminato, Scintillò serenità. Il destino s'è cangiato, L'innocenza brillerà. (Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta, Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza) Scena Ottava (Gabinetto nel palazzo di Don Ramiro. Dandini entrando con Clorinda e Tisbe sotto il braccio; Don Magnifico e Don Ramiro.) DANDINI Ma bravo, bravo, bravo! Caro il mio Don Magnifico! Di vigne, Di vendemmie e di vino M'avete fatto una dissertazione, Lodo il vostro talento (a Don Ramiro) Si vede che ha studiato. (A Don Magnifico) Si porti sul momento Dove sta il nostro vino conservato E se sta saldo e intrepido Al trigesimo assaggio Lo promovo all'onor di cantiniero Io distinguo i talenti e premio il saggio. DON MAGNIFICO Prence! L'Altezza Vostra E un pozzo di bontà. Più se ne cava, Più ne resta a cavar. (piano alle figlie) Figlie! Vedete? Non regge al vostro merto; N'è la mia promozion indizio certo. (forte) Clorinduccia, Tisbina, Tenete allegro il Re. Vado in cantina. (parte) DON RAMIRO (piano a Dandini) Esamina, disvela, e fedelmente Tutto mi narrerai. Anch'io fra poco Il cor ne tenterò. Del volto i vezzi Svaniscon con l'età. Ma il core... DANDINI (A Ramiro) Il core Credo che sia un melon tagliato a fette, Un timballo l'ingegno, E il cervello una casa spigionata. (forte, come seguendo il discorso fatto sottovoce) Il mio voler ha forza d'un editto. Eseguite trottando il cenno mio. (A Ramiro) Udiste? DON RAMIRO Udii. DANDINI Fido vassallo, addio. (Parte Don Ramiro). Scena Nona Dandini, Clorinda e Tisbe. DANDINI (alle donne) Ora sono da voi. Scommetterei Che siete fatte al torno E che il guercietto amore È stato il tornitore. CLORINDA (tirando a sé Dandini) Con permesso: La maggiore son io, onde la prego Darmi la preferenza. TISBE (come sopra) Con sua buona licenza La minore son io. M'invecchierò più tardi. CLORINDA Scusi. Quella è fanciulla. Proprio non sa di nulla. TISBE Permetta. Quella è un'acqua senza sale, Non fa né ben né male. CLORINDA Di grazia. I dritti miei La prego bilanciar. TISBE Perdoni. Veda, Io non tengo rossetto. CLORINDA Ascolti. Quel suo bianco è di bianchetto. TISBE Senta... CLORINDA Mi favorisca... DANDINI (sbarazzandosi con un poco di collera) Anime belle! Mi volete spaccar? Non dubitate. (a Clorinda) Ho due occhi reali E non adopro occhiali (a Tisbe) Fidati pur di me, Mio caro oggetto. (a Clorinda) Per te sola mi batte il core in petto. (parte) TISBE M'inchino a Vostra Altezza. CLORINDA Anzi all'Altezza Vostra. (Ironicamente fra loro.) TISBE Verrò a portarle qualche memoriale. CLORINDA Lectum. TISBE Ce la vedremo. CLORINDA Forse sì, forse no. TISBE Poter del mondo! CLORINDA Le faccio riverenza! TISBE Oh! mi sprofondo! (Partono da parti opposte) Scena Decima (Salone nel palazzo del Principe Don Ramiro. Tavolo con ricapito da scrivere. Don Magnifico a cui i cavalieri pongono un mantello con ricami in argento di grappoli d'uva, e gli saltano intorno battendo i piedi in tempo di musica) CAVALIERI Conciossiacosaché Trenta botti già gustò! E bevuto ha già per tre E finor non barcollò! E piaciuto a Sua Maestà Nominarlo cantinier. Intendente dei bicchier Con estesa autorità. Presidente al vendemmiar. Direttor dell'evoè; Onde tutti intorno a te S'affolliamo qui a saltar. DON MAGNIFICO Intendente! Direttor! Presidente! Cantinier! Grazie, grazie; che piacer! Che girandola ho nel cor. Si venga a scrivere Quel che dettiamo. (Pongonsi intorno ai tavolini, e scrivono) Sei mila copie Poi ne vogliamo. CAVALIERI Già pronti a scrivere Tutti siam qui. DON MAGNIFICO Noi Don Magnifico... (osservando come scrivono) Questo in maiuscole. Bestie! maiuscole. Bravi! così. Noi Don Magnifico Duca e Barone Dell'antichissimo Montefiascone; Grand'intendente; Gran presidente, Con gli altri titoli Con venti eccetera, Di nostra propria Autorità, Riceva l'ordine Chi leggerà, Di più non mescere Per anni quindici Nel vino amabile D'acqua una gocciola. Alias capietur Et stranguletur Perché eccetera Laonde eccetera Nell'anno eccetera Barone eccetera. (sottoscrivendosi) CAVALIERI Barone eccetera; È fatto già. DON MAGNIFICO Ora affiggetelo Per la città. CAVALIERI Il pranzo in ordine Andiamo a mettere. Vino a diluvio si beverà. DON MAGNIFICO Premio bellissimo Di piastre sedici A chi più Malaga Si succhierà. (Partono saltando attorno a Don Magnifico) Finale Primo Scena Undicesima (Dandini e Don Ramiro correndo sul davanti del palco, osservando per ogni parte.) DON RAMIRO (sotto voce) Zitto, zitto, piano, piano; Senza strepito e rumore: Delle due qual è l'umore? Esattezza e verità. DANDINI Sotto voce a mezzo tuono; In estrema confidenza: Sono un misto d'insolenza, Di capriccio e vanità. DON RAMIRO E Alidoro mi dicea Che una figlia del Barone... DANDINI Eh! il maestro ha un gran testone. Oca eguale non si dà. (Fra sè) Son due vere banderuole... Mi convien dissimular. DON RAMIRO (Fra sè) Se le sposi pur chi vuole... Seguitiamo a recitar. Scena Dodicesima (Clorinda, accorrendo da una parte, e Tisbe dall'altra) CLORINDA Principino dove state? TISBE Principino dove state? CLORINDA E TISBE Ah! perché mi abbandonate? Mi farete disperar. CLORINDA Io vi voglio... TISBE Vi vogl'io... DANDINI Ma non diamo in bagattelle. Maritarsi a due sorelle Tutte insieme non si può! Una sposo... CLORINDA E TISBE (con interesse di smania) E l'altra?.. DANDINI E l'altra... (accennando Ramiro) All'amico la darò. CLORINDA E TISBE No, no, no, no, no, Un scudiero! oibò, oibò! DON RAMIRO (ponendosi loro in mezzo con dolcezza) Sarò docile, amoroso, Tenerissimo di cuore. CLORINDA E TISBE (guardandolo con disprezzo) Un scudiero! No signore. Un scudiero! questo no. CLORINDA Con un'anima plebea! TISBE Con un'aria dozzinale! DON RAMIRO Sarò docile... amoroso CLORINDA E TISBE (con affettazione) Mi fa male, mi fa male Solamente a immaginar. DON RAMIRO E DANDINI (fra loro ridono) La scenetta è originale Veramente da contar. Scena Tredicesima Coro di cavalieri dentro le scene, indi Alidoro) CAVALIERI Venga, inoltri, avanzi il piè. Anticamera non v'è. (Entra Alidoro) DON RAMIRO E DANDINI Sapientissimo Alidoro, Questo strepito cos'è? ALIDORO Dama incognita qua vien. Sopra il volto un velo tien. CLORINDA E TISBE Una dama! ALIDORO Signor sì . CLORINDA E TISBE Ma chi è? ALIDORO Nol palesò. CLORINDA E TISBE Sarà bella? ALIDORO Sì e no. DANDINI E DON RAMIRO Chi sarà? ALIDORO Ma non si sa. CLORINDA Non parlò? ALIDORO Signora no. TISBE E qui vien? ALIDORO Chi sa perché? TUTTI Chi sarà? chi è? perché? Non si sa. Si vedrà. (Momento di silenzio) CLORINDA E TISBE (Piano) Gelosia già, già mi lacera, Già il cervel più in me non è. ALIDORO (Fra sè) Gelosia già, già le rosica, Più il cervello in lor non è. DON RAMIRO (Fra sè) Un ignoto arcano palpito Ora m'agita, perché? DANDINI (Fra sè) Diventato son di zucchero: Quante mosche intorno a me. (Dandini fa cenno ad Alidoro d'introdurre la dama.) Scena Quattordicesima (Cavalieri che precedono e schieransi in doppia fila per ricevere Cenerentola, che, in abito ricco ed elegante, avanzasi velata.) CAVALIERI Ah! se velata ancor Dal seno il cor ci ha tolto, Se svelerai quel volto Che sarà? CENERENTOLA Sprezzo quei don che versa Fortuna capricciosa. M'offra chi mi vuol sposa, Rispetto, amor, bontà. DON RAMIRO (In disparte) Di quella voce il suono Ignoto al cor non scende; Perché la speme accende? Di me maggior mi fa. DANDINI Begli occhi che dal velo Vibrate un raggio acuto, Svelatevi un minuto Almen per civiltà. CLORINDA E TISBE (Piano) Vedremo il gran miracolo Di questa rarità. (Cenerentola svelasi. Momento di sorpresa, di riconoscimento, d'incertezza.) TUTTI (eccetto Cenerentola) Ah! (Ciascuno da sé guardando Cenerentola, e Cenerentola sogguardando Ramiro.) Parlar... pensar... vorrei. Parlar... pensar... non so. Questo è un inganno/è un incanto, o dei! Quel volto mi atterrò. ALIDORO (Fra sè) Parlar... pensar... vorrebbe Parlar... pensar... non può. Amar già la dovrebbe, Il colpo non sbagliò. Scena Quindicesima (Don Magnifico accorrendo, e detti.) DON MAGNIFICO Signor... Altezza, è in tavola Che... co... chi... sì... che bestia! Quando si dice i simili! Non sembra Cenerentola? CLORINDA E TISBE Pareva ancora a noi, Ma a riguardarla poi... La nostra è goffa e attratta, Questa è un po' più ben fatta; Ma poi non è una Venere Da farci spaventar. DON MAGNIFICO Quella sta nella cenere; Ha stracci sol per abiti. CENERENTOLA (Fra sè) Il vecchio guarda e dubita. DON RAMIRO (Fra sè) Mi guarda, e par che palpiti. DANDINI Ma non facciam le statue. Patisce l'individuo: Andiamo presto in tavola. Poi balleremo il Taice, E quindi la bellissima... Con me s'ha da sposar. TUTTI MENO DANDINI Andiamo, andiamo a tavola. Si voli a giubilar. DANDINI (Fra sè) Oggi che fo da Principe Per quattro io vo' mangiar. TUTTI Mi par d'essere sognando Fra giardini e fra boschetti; I ruscelli sussurrando, Gorgheggiando gli augelletti, In un mare di delizie Fanno l'anima nuotar. Ma ho timor che sotto terra Piano, piano, a poco a poco Si sviluppi un certo foco. E improvviso a tutti ignoto Balzi fuori un terremoto, Che crollando, strepitando Fracassando, sconquassando Poi mi venga a risvegliar. E ho paura che il mio sogno Vada in fumo a dileguar. |
ACTO PRIMERO Escena Primera (Salón antiguo en la planta baja, con diversas puertas, en el palacio del barón; a la derecha una chimenea, una mesa con espejo, una cesta con flores y sillas. Clorinda está ensayando un paso de danza; Tisbe está probándose una flor ya en la frente, ya en el pecho. Cenerentola aviva el fuego con un fuelle para que hierva una cafetera. Entra Alidoro pobremente vestido y más tarde, la comitiva de Ramiro) CLORINDA No, no, no: no hay, no hay quien sepa en todo el país bailar con tal ligereza. TISBE Sí, Sí, Sí; aquí va bien... Mejor aquí... no, mejor aquí... Me resalta más. CLORINDA Y TISBE A tanto arte, a tal belleza, no habrá quien pueda resistir. CENERENTOLA (con tono tranquilo) Érase una vez un rey, que de estar solo, que de estar solo se aburrió; a fuerza de buscar halló: pero tres se querían casar con él. ¿Qué hace? Desprecia el fasto y la hermosura, y finalmente escoge para sí la inocencia y la bondad. La, la, la, Li, li, li La, la, la. CLORINDA Y TISBE Cenerentola, deja ya de cantar esta canción. CENERENTOLA Junto al fuego, en un rincón, dejadme siquiera cantar. Érase una vez .. un rey. Érase una vez... CLORINDA Y dos, y tres. CLORINDA Y TISBE ¿La dejas, sí o no? Si no callas, te daré... CENERENTOLA Una vez... (Se oye llamar a la puerta) LAS TRES ¿Quién será? (Cenerentola abre, y entra Alidoro vestido de pobre.) ALIDORO Una limosna, por caridad. CLORINDA Y TISBE ¡Marchaos! ¡Fuera de aquí! CENERENTOLA ¡Callad, callad! Tomad este pequeño refrigerio. (llena una taza de café y se la ofrece con un poco de pan a Alidoro) No soporto el sufrimiento. ¡Oh, cruel fatalidad! ALIDORO Quizás el cielo os recompense antes de que llegue la noche. CLORINDA Y TISBE (pavoneándose) Despertar dulce pasión nadie sabe mejor que yo. CLORINDA (volviéndose y viendo a Alidoro) Mas ¡qué veo...! ¡Todavía aquí! TISBE ¿Pan? ¿Café? CLORINDA (arrojándose sobre Cenerentola) Toma, esto para ti. CENERENTOLA ¡Ah! ¡Socorro! ALIDORO (Interponiéndose en vano) ¡Deteneos, por piedad! (Se oye llamar fuertemente; Cenerentola corre a abrir, y entran los caballeros.) CABALLEROS Amables hijas de Don Magnífico, Don Ramiro el príncipe ahora vendrá; ¡a su palacio os conducirá! Se cantará, se bailará; y la más bella de entre las mujeres amada esposa para él será. CLORINDA ¿Así que el príncipe...? CABALLEROS Ahora vendrá. CLORINDA, TISBE Y CENERENTOLA ¿Y la más bella? CABALLEROS Escogerá. CLORINDA Y TISBE Cenerentola, ven aquí; mis zapatos, mi cofia. Cenerentola ven aquí. Mis plumas, mi collar. Tengo un plan en la cabeza: soy la más hermosa, y triunfaré. A una sonrisa, a una mirada, Don Ramiro picará. CENERENTOLA Cenerentola, ven aquí, Cenerentola, ve allá, Cenerentola, sube, Cenerentola, baja... ¡Esto es una algarabía! ¿Queréis acabar conmigo? Todos van a divertirse, y yo aquí a avivar el fuego. ALIDORO Un plan en la cabeza parece que les bulle; pero se acerca el desengaño; quiero reír hasta estallar. CABALLEROS Un plan en la cabeza parece que les bulle; el combate se avecina, el instante de triunfar. CLORINDA (hace que Cenerentola dé una moneda a los seguidores del príncipe, que se retiran) Dales medio escudo. Gracias. Estamos a las órdenes del príncipe. (Observando al pobre y arrugando la nariz) ¿Aún estáis aquí? ¡Qué hedor! Iros u os arrepentiréis. CENERENTOLA (acompañando a Alidoro hasta la puerta) Ese medio escudo yo luego os habría dado; pero no tengo medio sueldo. Mi corazón dividiría para dárselo a un infeliz. ALIDORO (a Cenerentola) Quizá mañana seréis feliz. (Alidoro se va.) TISBE Cenerentola, rápido Prepara las cintas, los mantos. CLORINDA Los ungüentos, las pomadas TISBE Mis diamantes CENERENTOLA Por piedad, queridas hermanas... CLORINDA (alterada) ¡Qué hermanas! No profanes así ese nombre. TISBE (amenazándola) ¡Y que esa palabra no salga más de tu boca! CENERENTOLA (para sí) Siempre tengo que sufrir los nuevos caprichos (Sale por la izquierda) TISBE No hay tiempo que perder CLORINDA Es preciso decírselo a nuestro padre. (Se pelean entre ellas, impidiéndose mutuamente entrar por la derecha.) TISBE Quiero ser la primera en darle la noticia. CLORINDA ¡Ah! Perdón, yo soy la mayor. TISBE No, no, quiero decírselo yo. (Con una cólera creciente) CLORINDA Eso me toca a mí. Voy a despertarle. Ven detrás de mí. TISBE ¡Ah! No lo conseguirás. CLORINDA (mirando hacia fuera de la escena) Aquí le tenemos. Escena Segunda (Don Magnífico y los anteriores; después Cenerentola. Don Magnífico con rostro amenazador, sale con gorro de dormir y bata) DON MAGNÍFICO Mis retoños femeninos, (Rehusando darles la mano para besarla) ¡os repudio, me avergüenzo! Me habéis estropeado un magnífico sueño. (para sí, observándolas; Clorinda y Tisbe ríen cuando no las mira) ¡Cómo las he mortificado! ¡Dignas hijas de un barón! Ea, silencio y atención. Escuchad lo que he soñado. He soñado en un claroscuro con un hermosísimo jumento; un jumento, pero solemne. De repente, ¡oh, qué portento! En la espalda, a centenares, le empezaron a salir plumas, ¡y por los aires, zas, voló! Y en la punta de un campanario como en un trono se detuvo. Por debajo se escuchaba las campanas repicar... din, don, din, don.... Cuando vosotras con vuestra charla me habéis venido a despertar. Pero aquí va la explicación de un sueño tan extraordinario. ¿El repique suena a fiesta? Indica alegría en casa. ¿Y las plumas? Sois vosotras. ¿Y el gran vuelo? Es un adiós a la plebe. ¿Falta ahora el asno? Pero ese asno soy yo. Quien os mire verá claramente que el jumento es el padre. Fecundísimas reinas las dos llegaréis a ser; y el abuelo una docena de nietezuelos abrazará. Un rey chiquitín aquí... Servidor, servidor, un rey pequeñín allá... Eso será mi gloria. (Interrumpiendo y cortando a Don Magnífico) CLORINDA Sabed que pronto... TISBE El príncipe Ramiro... CLORINDA Que hace tres días, que en la deliciosa... TISBE ... que esta a media milla de aquí, ha venido a vivir... CLORINDA Va a elegir esposa... TISBE Nos mandó invitar... CLORINDA Y dentro de poco... TISBE ... vendrá a buscarnos... CLORINDA ... y la más hermosa será la elegida. DON MAGNÍFICO (con aire de estupor e importancia) Hijas mías, ¿qué decís? ¡Aquel gran príncipe! Aunque no lo conozco... ¡Elegirá...! ¡Os ha invitado... esposa... más hermosa! A mí me va a dar algo. Bien, continuemos hablando.. Yo estoy sobrecogido, y siento en la médula espinal serpentear el principado. En una palabra, mi sueño se hace realidad, y el asno vuela (Cenerentola entra, sirve el café y lo lleva a la habitación de Don Magnífico) Cenerentola, de prisa, tráeme el café. Hijas de mis entrañas, la mitad de mi palacio está ya en ruinas y la otra se bambolea. Haced honor, apuntalémoslo. (Yendo y viniendo, y reprendiendo a sus hijas, que van a entrar) Hijas, utilizad el cerebro. Hablad con puntos y comas. Por caridad: mirad como os vestís: se trata de convertiros en princesas. (Entra en sus aposentos. Clorinda y Tisbe entran en los suyos.) Escena Tercera (Don Ramiro vestido de escudero. Mira a su alrededor y avanza poco a poco) DON RAMIRO Esto está desierto. ¿Amigos? Nadie responde. Con este aspecto simulado... observaré a las bellas. ¿No viene nadie? Esperanzas me ha dado el docto Alidoro de que aquí, sabia y amable, digna de mí, sabré encontrar esposa. ¡Casarse sin amor! ¡Ley tirana, que en la flor de mi juventud a tan difícil elección me obliga! Busquemos, veamos. Escena Cuarta (Cenerentola, canturreando entre dientes, con un plato una taza de caté, entra distraída en la habitación) CENERENTOLA Érase una vez... (Se encuentra cara a cara con don Ramiro y se le cae todo de las manos.) ¡Ah!, ¿qué he hecho? DON RAMIRO ¿Qué ha sido? CENERENTOLA ¡Qué palpitaciones! DON RAMIRO ¿Soy acaso un monstruo? CENERENTOLA (primero distraída, luego corrigiéndose con naturalidad) Sí... no, señor. DON RAMIRO (para sí) No sé que suave expresión ha brillado en sus ojos. CENERENTOLA (para sí) ¡Quisiera saber por qué palpitó mi corazón! DON RAMIRO Le hablaría... y no me atrevo. CENERENTOLA Hablar quisiera, y en cambio callo. CENERENTOLA Y DON RAMIRO Una gracia, un cierto encanto, parece que brille en su rostro. ¡Qué sonrisa tan hermosa! Penetra en el alma e infunde esperanza. DON RAMIRO (a Cenerentola) Busco a las hijas del barón. ¿Dónde están? Aquí no las veo. CENERENTOLA Están allí, en los otros aposentos. En seguida saldrán. (Para sí) Adiós, esperanza. DON RAMIRO (con interés) Pero, perdonad, ¿vos quién sois? CENERENTOLA ¿Quién soy? Pues no lo sé. DON RAMIRO ¿No lo sabéis? CENERENTOLA Mas bien no. El que es padre, no es padre... (En voz baja, acercándosele, e inmediatamente corrigiéndose y haciéndose un lío) Y además las dos hermanas... Mi madre era viuda... Pero también era madre de ellas este padre lleno de orgullo... (Para sí) Está claro que me lío. (En voz alta) ¡Oh! Excusadme, perdonad mi sencillez. DON RAMIRO Me seduce, me enamora su sencillez. CLORINDA Y TISBE (desde sus aposentos, llamando varias veces) ¡Cenerentola, ven aquí! DON RAMIRO ¿Qué son esas voces? CENERENTOLA A poniente y a levante, a siroco y a tramontana, no tengo paz ni un solo instante. Todo, todo me toca a mí CLORINDA Y TISBE ¡Cenerentola! CENERENTOLA (ora hacia una puerta, ora hacia la otra) Voy, voy. ¡Adiós, señor! (Con pasión, para sí) ¡Ah! Dejo aquí mi corazón: este corazón ya no me pertenece. DON RAMIRO (para sí) Ese acento, ese semblante, algo tiene de sobrehumano. Yo me pierdo en este instante; ni a mí mismo me reconozco. (Abstraído, mirando siempre a Cenerentola) ¡Qué inocencia! ¡Qué candor! ¡Ah! Mi corazón vuela. ¡Este corazón ya no me pertenece! CENERENTOLA Y DON RAMIRO ¡Ah! Le abandono/me arrebata el corazón. Este corazón ya no es mío. CLORINDA Y TISBE (desde sus aposentos, llamando varias veces) ¡Cenerentola, ven aquí! (Sale Cenerentola.) Escena Quinta (Don Ramiro solo. Luego aparece Don Magnifico vestido de gala, sin sombrero) DON RAMIRO No sé qué decir. ¡Cómo en tan humilde ropaje un rostro tan gentil! Pero Don Magnífico sigue sin aparecer. Anunciar quisiera la llegada del príncipe disfrazado. ¡Feliz idea! Como simple escudero el corazón de las mujeres sabré descubrir mejor. Dandini entretanto desempeñando el papel de príncipe... (Entra Don Magnífico.) DON MAGNÍFICO Os pido un millón de perdones. Decid: ¿y su alteza el príncipe...? DON RAMIRO Llegará en seguida. DON MAGNÍFICO ¿Cuándo? DON RAMIRO ¡En tres minutos! DON MAGNÍFICO (agitado) ¡Tres minutos! ¡Ay, hijas! Daos prisa: ¿qué falta? Las voy a azuzar. Disculpad: con estas benditas muchachas un siglo es un momento de toilette. (Va a buscarlas.) DON RAMIRO ¡Qué ridículo! Y Alidoro, mi maestro, afirma que entre estos muros mora la bondad más pura. Basta, basta, lo veremos. Conviene que me acerque a sus hijas... ¡Qué fragor! No me engaño, aquí está Dandini. Escena Sexta (Caballeros, Dandini, Don Magnífico, Clorinda y Tisbe.) CABALLEROS Apresúrate a elegir esposa. El tiempo pasa volando: la línea principesca, si no, se extinguirá. DANDINI Como una abeja en los días de abril va volando ligera y alegre; corre al lirio, después salta a la rosa, buscando la flor más dulce; así yo a las bellas miro y remiro: y pese a haber visto tantas y tantas no encuentro un buen tino, un semblante, un bocado digno de mí. (Salen Clorinda y Tisbe, y son presentadas por Don Magnífico a Dandini) CLORINDA Príncipe TISBE Señor... CLORINDA Y TISBE ¡Qué favor! DON MAGNÍFICO ¡Qué diluvio, qué chaparrón de honores! DANDINI Nada, nada. (primero a una, luego a la otra) ¡Linda! ¡Graciosa! (acercándose a Ramiro, en voz baja) ¿Digo bien? Son el retrato de papá. DON RAMIRO (en voz baja) ¡Bestia! Al tanto, apártate. DANDINI (a las dos hermanas, que le miran con pasión) Por piedad, bajad esos ojos. Galopando echa a correr la razón, y abatida por los disparos de un cañón doble, abierta la brecha en mí ya está. ¡Linda! ¡Graciosa! Son el retrato de papá. (Para sí) Pero cuando se acabe esta comedia, ¡qué tragedia deberá comenzar! CLORINDA Y TISBE (cada una para sí) Me mira, suspira, se agita, no hay duda, es ya mi esclavo. DANDINI ¿Digo bien? DON RAMIRO ¡Bestia! DANDINI Gracias. DON RAMIRO (siempre mirando con interés si vuelve Cenerentola, en voz baja) ¡Ah! ¿Por qué no saldrá aquella otra con ese aire de gracia y bondad? DON MAGNÍFICO (para sí, observando a Dandini que parece enamorado) Ya está cocido, recocido, exprimido. La excelencia se convierte en majestad. CABALLEROS Apresúrate a elegir esposa, el tiempo pasa volando. la línea principesca, si no, se extinguirá. DANDINI (observando a Clorinda, Tisbe y Don Magnífico) ¡Fantástico, que bellas estampas! ¡Qué boquita! ¡Qué ojos! Sois la octava y novena maravilla; ya se ve: "tali patris, talem filia". CLORINDA (inclinándose) ¡Gracias! DON MAGNÍFICO (haciendo una reverencia) Alteza de las altezas, ¿qué decís? Me confundís: flaqueo. DANDINI Auténticas figuras etruscas. (a Ramiro en voz baja) ¿Digo bien? DON RAMIRO (en voz baja a Dandini) Empiezas a soltarlas gordas. DANDINI (en voz baja a Ramiro) Mi papel es de importante, y si importante soy gordas las he de soltar. DON MAGNÍFICO (en voz baja, a las hijas, con amabilidad) ¡Hermoso príncipe! ¡Que no se os escape, atentas! DANDINI Ahora pues, continuando el discurso que no he comenzado, de regreso de mis largos viajes, y hallando que mi padre, que ha pasado a mejor vida, en el momento de morir ordenó en sus voluntades que me casase, o si no quedaba desheredado; he mandado invitar a todo el vecindario, y si encuentro un bocado delicado, para mí me lo reservo; he dicho, he dicho y ahora tomo aliento. DON MAGNÍFICO (sorprendido, para sí) ¡Qué sublime elocuencia! CENERENTOLA (entrando observa el traje del Príncipe, y Ramiro que la mira) ¡Ah! ¡Qué hermoso traje! Y el otro me está mirando. DON RAMIRO (para sí) ¡Hela ahí! ¡Cómo me palpita el corazón! DANDINI Bellas muchachas, si os dignáis, tomad el brazo de nuestros caballeros, la carroza espera. CLORINDA Vamos. TISBE Papá, excelencia, no tardéis en venir. (Salen Clorinda y Tisbe.) DON MAGNÍFICO (volviéndose a Cenerentola) ¿Qué haces tú aquí? El sombrero y el bastón. CENERENTOLA ¡Ah! Sí, señor. (Sale.) DANDINI Venid pronto a pisar con vuestros pies baroniles mis magníficos reales salones. (Sale) DON MAGNÍFICO Subid a la carroza, ya vengo. (Va a la habitación donde ha entrado Cenerentola.) DON RAMIRO (para sí) Quiero volver a verla. DON MAGNÍFICO (desde dentro encolerizado) Déjame. DON RAMIRO (para sí) ¿La riñe? CENERENTOLA (aparece) Escuchad. DON MAGNÍFICO (sale con sombrero y bastón retenido con ingenuidad por Cenerentola) El tiempo vuela. DON RAMIRO (para si) ¿Qué querrá? DON MAGNÍFICO (a Cenerentola) ¿Quieres dejarme? CENERENTOLA Una palabra. Señor, una palabra: a casa de este príncipe, una hora, tan sólo una hora, llevadme a bailar. DON MAGNÍFICO ¡ji, ji! ¡La bella Venus! ¡Bonita! ¡Presuntuosa! ¡Descarada! ¡Sucia! Déjame, debo irme. DANDINI (regresando y observando a Ramiro inmóvil) ¿Qué pasa? ¿Os habéis convertido en una estatua? DON RAMIRO (en voz baja a Dandini) Silencio y observemos. DANDINI Pero, ¿nos vamos o no? DON RAMIRO Se me parte el corazón. CENERENTOLA Pero media hora... un cuarto... DON MAGNÍFICO (Levantando amenazador el bastón) Déjame o te hago trizas. DON RAMIRO Y DANDINI (agarrando a Don Magnífico) Deteneos. DON MAGNÍFICO (Sorprendido, inclinándose ante Dandini) ¡Serenísima...! (Ora a Dandini ora a Cenerentola) Vete... ¡Gran alteza! ¡Criada tan ignorante DON RAMIRO Y DANDINI (Ora a Don Magnífico, ora a Cenerentola) ¿Criada? CENERENTOLA Es decir... DON MAGNÍFICO (tapándole la boca con la mano, interrumpiéndola) Rastrera, de bajísima extracción, quiere hacerse la suficiente, la amable, la agradable, y no es buena para nada. (Amenazándola y arrastrándola) Ve a la habitación, ve a la habitación a quitar el polvo. DON RAMIRO (para sí, con indignación reprimida) La cólera ya no puedo contener. DANDINI (oponiéndose con autoridad) Pero, querido Don Magnífico, vamos, no la maltratéis. CENERENTOLA (con acento ingenuo) ¡Ah! ¿Siempre entre ceniza, siempre tendré que estar? Señores, persuadidle; llevadme a bailar. (En el instante en que Don Magnífico se aparta de Cenerentola, empujado por Dandini, entra Alidoro con un libro de registros abierto.) ALIDORO Aquí en mi registro de solteras, con Don Magnífico viven tres hermanas; (A Don Magnífico con autoridad) ahora que el príncipe va a elegir esposa, la tercera hija vengo a pediros. DON MAGNÍFICO (confuso y alterado) ¿Qué tercera hija me estáis ahijando? ALIDORO Tercera hermana... DON MAGNÍFICO (aterrorizado) Ella...murió. ALIDORO Sin embargo, en el registro no consta. CENERENTOLA (para si) ¡Ah! ¡Están hablando de mi! (colocándose en medio con ingenuidad) No, no murió. DON MAGNÍFICO (a Cenerentola) Silencio ¡Quédate quieta aquí! ALIDORO ¡Mirad aquí! DON MAGNÍFICO (Cenerentola se va a una esquina) Si abres la boca te mato. DON RAMIRO Y DANDINI ¿Murió? DON MAGNÍFICO (tembloroso) ¡Alteza, murió! (Un instante de silencio.) LOS CINCO (mirándose entre ellos) En el rostro estático de cada uno se lee el torbellino que inunda su cerebro, que oscila y duda e incierto se muestra. DON MAGNÍFICO (entre dientes, lleva a Cenerentola a un lado) Si vuelves a pronunciar una sola sílaba, esto se convertirá en un cementerio. CENERENTOLA (con pasión) Ay, socorredme... Ay, no me dejéis... ¡Ah! ¡Pobre de mí! ¿Qué me pasará? ALIDORO (interponiéndose) Vamos, menos ruido; a callar, o tendremos un escándalo. DON RAMIRO (a Cenerentola, separándola de Don Magnífico) Vamos, consolaos: señor, dejadla. {para sí) Mi cólera va en aumento. DANDINI (a Cenerentola) ¿Soy un príncipe o una birria? Idos al diablo. Venid aquí. (Separa a Cenerentola de Don Magnífico y se lo lleva. Todos siguen a Dandini Cenerentola corre a la habitación. Se cierra la puerta del medio) Escena Séptima Escena escrita por Jacopo Ferretti y musicada por Rossini para el bajo Gioacchino Moncada (Teatro Argentina, Roma 1821). Reemplazó a la escena original, musicada por Luca Agolini. (Tras algunos momentos de silencio entra Alidoro pobremente vestido, con capa de peregrino y traje de filósofo debajo, llamando a Cenerentola) ALIDORO Sí, todo cambiará. El rabioso orgullo en polvo acabará, juguete del viento; y al tierno lamento le sucederá la sonrisa. (Llamando hacia la habitación de Cenerentola) Hija... hija... CENERENTOLA (Sale y queda sorprendida) ¿Hija me llamáis? ¡Oh, ésta es buena! El padrastro barón no quiere ser mi padre; y vos... en cambio, mirando vuestros harapos... y los míos... Digna hija sería de un padre así. ALIDORO Callad, hija, y venid conmigo. CENERENTOLA ¿Con vos? ¿A dónde? ALIDORO A la fiesta del príncipe. CENERENTOLA Pero decidme, peregrino, ¿por que os di tan escasa colación venís a burlaros de mí? ¡Fuera... iros! Quiero cerrar la puerta... Podrían entrar ladrones, y entonces... entonces sí que estaría fresca. ALIDORO ¡No! ¡Sublima el pensamiento! ¡Todo ha cambiado para ti! Pisarás más tesoros que barro, conquistarás todos los corazones. Ven conmigo y no temas; para ti desde lo alto me inspira un Dios cuyo trono no se tambalea. Y si todavía dudas, ¡mira quién soy! (En el momento que ella se vuelve, Alidoro arroja la capa) Allí en los misterios profundos del cielo, sobre el altísimo trono del poder, vela un Dios, señor del mundo; bajo cuyo pie murmura el trueno. Lo sabe todo, lo ve todo y no deja que en la angustia muera la bondad. Entre la ceniza, el llanto y el afán el te ve criatura inocente, y cambiando tu estado tirano en medio del horror lanza un rayo de luz. No, no, no, no temas. Ha cambiado la escena: tu pena atenuándose va. (Se oye acercarse una carroza) ¿No te parece oír un creciente murmullo? ¡Ah, alégrate: mi coche te conducirá al triunfo! Me miras, te sientes confusa... Eh, jovencita, ¿no contestas? Desconcertada está tu cabeza y da vueltas en todas direcciones, como barco en una gran tempestad que, a cada ola, sube y baja. Pero ya ha pasado lo peor, la serenidad resplandece. El destino se ha transformado: la inocencia triunfará. (Abren la puerta; se ve una carroza. Cenerentola sube a ella, Alidoro cierra la puerta y se escucha la salida de la carroza) Escena Octava (Sala en el palacio de Don Ramiro. Dandini entra con Clorinda y Tisbe cogidas del brazo; Don Magnífico y Don Ramiro) DANDINI ¡Bravo, bravo, bravo! ¡Mi querido Don Magnífico! Sobre las vides, la vendimia y el vino me habéis hecho una disertación. Alabo vuestro talento. (a Don Ramiro) Se ve que ha estudiado. (a Don Magnífico) Condúzcasele al momento donde se conserva nuestro vino. Y si se mantiene firme y derecho a la trigesimotercera cata, lo promuevo al honor de bodeguero. Distingo los talentos y premio a los sabios. DON MAGNÍFICO Príncipe, vuestra alteza es un pozo de bondad. Cuanto más se saca más queda por sacar. (En voz baja a sus hijas) ¿Veis, hijitas? No resiste a vuestros méritos, de ello es mi promoción indicio seguro. (En voz alta) Clorindita, Tisbina, entretened al rey. Voy a la bodega. (Sale) DON RAMIRO (en voz baja a Dandini) Examina, indaga, y fiel relato de todo me harás. Yo también voy, dentro de poco a sondear en su corazón. El atractivo de un rostro gracioso pasa con la edad. Pero el corazón... DANDINI (A Ramiro) Yo creo que el corazón es como un melón cortado en rodajas, la inteligencia, unos timbales sonoros, y el cerebro una casa vacía. (Alzando la voz, como si continuara una conversación) Mi voluntad ha realizado un decreto. Ejecutad inmediatamente mis órdenes. (A Ramiro) ¿Lo habéis oído? DON RAMIRO Lo he oído. DANDINI Fiel vasallo, adiós. (Sale Don Ramiro) Escena Novena (Dandini, Clorinda y Tisbe.) DANDINI (a los jóvenes) Ahora soy vuestro. Juraría que os han hecho con un torno, y que un amor ciego ha sido el fabricante. CLORINDA (atrayendo a Dandini) Con permiso: la mayor soy yo, por eso le ruego que me otorgue preferencia. TISBE (como la otra) Con su venia: la menor soy yo, envejeceré más tarde. CLORINDA Perdone: es una niña, no sabe nada de nada. TISBE Permitid: ella no es mas que agua sin sal No hace ni bien ni mal. CLORINDA Por Dios. Yo tengo unos derechos que pretendo hacer valer. TISBE Perdonad. Podéis ver que no necesito el carmín. CLORINDA Escuchad. Sus mejillas son blancas como el yeso. TISBE Atended... CLORINDA Haced el favor DANDINI (deshaciéndose de ellas algo encolerizado) Hermosas almas, ¿me queréis partir en dos? No temáis. (a Clorinda) Poseo un par de ojos reales y no necesito gafas. (a Tisbe) Confía en mí, queridita mía, (a Clorinda) mi corazón late sólo por ti. (Sale) TISBE Me inclino ante Vuestra Alteza. CLORINDA Y yo ante Vuestra Alteza. (Irónicamente entre ellas) TISBE Iré a llevaros cierto memorial. CLORINDA Lectum. TISBE Lo veremos. CLORINDA Quizá sí, quizá no. TISBE ¡Qué mundo! CLORINDA Me inclino ante vos. TISBE ¡Oh! Yo hasta el suelo. (Salen en direcciones opuestas) Escena Décima (Salón en el palacio del príncipe Don Ramiro. Mesa con recado de escribir. Don Magnífico a quien los caballeros le ponen una capa bordada con racimos de uva y ellos saltan y bailan a su alrededor siguiendo el ritmo de la música con los pies.) CABALLEROS Bien, habiendo catado ya treinta botas; y bebido ya por tres sin llegar a tambalearos; a su majestad le place nombraros bodeguero: intendente de las copas con amplia autoridad, presidente de la vendimia, director de bacanales; por lo que todos en torno a vos nos reunimos a bailar. DON MAGNÍFICO ¿Intendente...? ¿Director...? ¿Presidente...? ¿Bodeguero...? ¡Gracias, gracias! ¡Qué placer! ¡Qué gozo siento... en el corazón! Venid a escribir lo que vamos a dictar. (Se colocan alrededor de la mesa y escriben) Queremos seis mil ejemplares. CABALLEROS Dispuestos a escribir ya estamos todos. DON MAGNÍFICO Nos, Don Magnífico (observando cómo escriben) Esto en mayúsculas. ¡Bestias! ¡Mayúsculas! ¡Bravo! Así. Nos, Don Magnífico, duque y barón del antiquísimo Monte Fiascone; gran intendente, gran presidente, con los demás títulos, con veinte etcéteras, con toda nuestra autoridad, ordenamos a quien esto leyere: no volver a echar en quince años en el vino una sola gota de agua, alias capietur et stranguietur. Para que etcétera, por lo cual etcétera, en el año etcétera, barón etcétera. (Firmando) CABALLEROS Barón, etcétera. Ya está DON MAGNÍFICO Ahora que se publique por la ciudad. CABALLEROS La comida a punto vamos a disponer: vino a discreción se beberá. DON MAGNÍFICO Gran premio de dieciséis piastras a quien más Málaga llegue a beber. (Salen saltando alrededor de Don Magnífico.) Final Primero Escena Undécima (Dandini y Don Ramiro corren por delante del palco y observan por todas partes) DON RAMIRO (en voz baja) Bajo, bajo: suave, suave: sin estrépito, en voz baja. ¿Qué carácter tienen las dos? Exactitud y sinceridad. DANDINI En voz baja, a medio tono, en confianza total, son una mezcla de insolencia, de capricho y vanidad. DON RAMIRO Y Alidoro me decía que una hija del Barón... DANDINI ¡Ah! El maestro posee una gran cabeza; no existe otro bobo como él. (para sí) Son dos autenticas veletas... mas conviene disimular. DON RAMIRO (Para sí) Case con ellas quien quiera Prosigamos con nuestro juego. Escena Duodécima (Clorinda acude por un lado y Tisbe por el otro.) CLORINDA Principito, ¿dónde estáis? TISBE Principito, ¿dónde estáis? CLORINDA Y TISBE ¡Ah! ¿Por qué me abandonáis? Me haréis desesperar. TISBE Yo os quiero CLORINDA Os quiero yo. DANDINI Terminemos de una vez. Casarme con dos hermanas a un tiempo no es posible. Desposo a una... CLORINDA (ansiosamente) ¿Y la otra? DANDINI La otra... (señalando a Ramiro) se la doy al amigo. CLORINDA Y TISBE ¡No, no, no, no, no, no, no, un escudero! ¡Qué va, qué va! DON RAMIRO (colocándose entre ambas, con dulzura) Seré dócil, amoroso, tiernísimo de corazón. CLORINDA Y TISBE (mirándolo con desprecio) ¡Un escudero! No, señor. ¡Un escudero! Eso no. CLORINDA ¡Con un alma plebeya! TISBE ¡Con un aspecto ordinario! DON RAMIRO Seré dócil... amoroso. CLORINDA Y TISBE (con afectación) Me pongo enferma, me pongo enferma sólo de pensarlo. DANDINI Y DON RAMIRO (riendo entre ellos) La escenita es original: Digna de ser contada. Escena Decimotercera (Coro de caballeros en el escenario, después Alidoro) CABALLEROS Venga, pase, adelante: aquí no se hace antesala. (Entra Alidoro.) DON RAMIRO Y DANDINI Sapientísimo Alidoro, ¿qué estrépito es éste? ALIDORO Viene una dama de incógnito, un velo cubre su rostro. CLORINDA Y TISBE ¡Una dama! ALIDORO Sí, señor. CLORINDA Y TISBE Pero, ¿quién es? ALIDORO No lo ha dicho. CLORINDA Y TISBE ¿Es hermosa? ALIDORO Sí y no. DANDINI Y DON RAMIRO ¿Quién será? ALIDORO No se sabe. CLORINDA ¿No ha hablado? ALIDORO No, seño. TISBE ¿Y viene aquí? ALIDORO ¿Quién sabe para qué? TODOS ¿Quién será? ¿Quién es? ¿Por qué? No se sabe... ya se verá. (Un momento de silencio) CLORINDA Y TISBE (en voz baja) Los celos ya me abrasan, ya me abandona la razón. ALIDORO (para sí) Los celos ya las corroen, han perdido la razón. DON RAMIRO (para sí) Un secreto y extraño palpitar me invade; ¿por qué? DANDINI (para sí) Me he convertido en azúcar, cuántas moscas a mi alrededor! (Dandini hace señas a Alidoro de que haga pasar a la dama) Escena Decimocuarta (Caballeros y damas que preceden a Cenerentola, quien, rica y elegantemente ataviada, se adelanta cubierta con un velo) CABALLEROS ¡Ah! Si cubierta con el velo nos ha robado el corazón, ¿qué será cuando descubra su rostro? CENERENTOLA Desprecio los dones que prodiga la caprichosa fortuna; quien me quiera por esposa debe ofrecerme respeto, amor y bondad. DON RAMIRO (aparte) El sonido de esta voz no me es desconocido. ¿Por qué la esperanza aviva y me hace sentir más grande? DANDINI Bellos ojos, que a través del velo hacéis vibrar ardiente rayo, levantadlo un minuto al menos por educación. CLORINDA Y TISBE (en voz baja) Veremos el gran prodigio de esta extravagancia. (Cenerentola se levanta el velo. Instante de sorpresa, de reconocimiento, de incertidumbre) TODOS (excepto Cenerentola) ¡Ah! (cada uno para sí mirando a Cenerentola, y Cenerentola a Ramiro) Hablar... pensar... quisiera, hablar... pensar no puedo. Es un encanto/engaño. ¡Dios mío! Ese rostro me aterró. ALIDORO (para sí) Hablar... pensar... quisiera, hablar... pensar no puedo. Amarla ya debería, no erró el golpe. Escena Decimoquinta (Don Magnífico entra y los anteriores) DON MAGNÍFICO ¡Señor... Alteza, la mesa está lista! Qué... có... quien ¡Sí, qué bestia! ¡Cuándo se habla de semejanzas! ¿No parece Cenerentola? CLORINDA Y TISBE También nos lo ha parecido a nosotras. Pero mirándola mejor La nuestra es grosera y encogida, ésta tiene mejor porte; pero tampoco es una Venus que nos haga asombrar. DON MAGNÍFICO Aquélla está entre la ceniza, sólo viste andrajos. CENERENTOLA (para sí) El viejo mira y duda. DON RAMIRO (para sí) Me mira y parece que tiemble. DANDINI Pero dejemos de parecer estatuas. Sufre el esqueleto. Vamos, vamos, a la mesa, luego bailaremos, y la más bella... conmigo ha de casarse. TODOS MENOS DANDINI Vamos, vamos, a la mesa, vamos a disfrutar. DANDINI (para sí) Hoy que hago de príncipe por cuatro voy a comer. TODOS Me parece estar soñando entre jardines y bosquecillos, los riachuelos susurrando, las avecillas gorjeando; en un mar de delicias el alma parece flotar. Pero temo que bajo tierra lentamente, poco a poco, se encienda algún fuego, y de improviso, de repente estalle un terremoto, que arrollando... con estrépito, destrozando... y derribando venga pronto a despertarme; y tengo miedo de que mi sueño se convierta tan sólo en humo. |
Scena Settima Originale ALIDORO Grazie, vezzi, beltà scontrar potrai Ad ogni passo; ma bontà, innocenza, Se non si cerca, non si trova mai. Gran ruota è il mondo... (chiama verso la camera di Cenerentola) Figlia! CENERENTOLA (esce e rimane sorpresa) Figlia voi mi chiamate? O questa è bella! Il padrigno Barone Non vuole essermi padre, e voi... ALIDORO Tacete. Venite meco. CENERENTOLA E dove? ALIDORO Or ora un cocchio S'appresserà. Del Principe Anderemo al festin. CENERENTOLA (guardando lui, e le accenna gli abiti) Con questi stracci? Come Paris e Vienna? oh che bell'ambo. (Nel momento che si volge, Alidoro gitta il manto) ALIDORO Osservate. Silenzio. Abiti, gioie, Tutto avrete da me. Fasto, ricchezza Non v'abbaglino il cor. Dama sarete; Scoprirvi non dovrete. Amor soltanto Tutto v'insegnerà. CENERENTOLA Ma questa è storia Oppure una commedia? ALIDORO Figlia mia, L'allegrezza e la pena Son commedia e tragedia, e il mondo è scena. Il mondo è un gran teatro. Siam tutti commedianti. Si può fra brevi istanti Carattere cangiar. Quel ch'oggi è un Arlecchino Battuto dal padrone, Domani è un signorone, Un uomo d'alto affare. Tra misteriose nuvole Che l'occhio uman non penetra Sta scritto quel carattere Che devi recitar. (S'ode avvicinare una carrozza.) Odo del cocchio crescere Il prossimo fragore... Figlia, t'insegni il core, Colui che devi amar. (Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta. Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza) Prosegui con la scena ottava. |
Escena Séptima Original ALIDORO Gracia, porte, belleza se podría encontrar en cualquier momento; pero bondad, inocencia, si no se busca, no se encuentra nunca. La gran rueda del mundo... (Llamando hacia la habitación de Cenerentola) ¡Hija! CENERENTOLA (sale y se queda sorprendida) ¿hija me llamáis? ¡Oh, ésta es buena! El padrastro barón no quiere ser mi padre, y vos... ALIDORO Callad. Venid conmigo. CENERENTOLA ¿A dónde? ALIDORO Ahora una carroza se acercará. Iremos a la fiesta del Príncipe CENERENTOLA (mirándolo y le señala su traje) ¿Con estos harapos? ¿Como en París y Viena? ¡Oh, qué bellos los dos! (En el momento que se vuelve, Alidoro arroja la capa) ALIDORO Observad. Silencio. Vestidos, joyas, todo lo tendréis por mí. Que el fasto, riqueza no os deslumbren el corazón. Dama seréis; no debéis descubriros. Sólo con amor se os revelará todo. CENERENTOLA ¿Pero esto es una historia o bien una comedia? ALIDORO Hija mía, La alegría y la pena son comedia y tragedia, y el mundo un escenario. El mundo es un gran teatro, y somos todos comediantes. Se puede, por breves momentos, cambiar las personalidades. Quien hoy es un arlequín, golpeado por el patrón, mañana será un señor, un hombre de grandes negocios En las misteriosas nubes que el ojo humano no puede traspasar está escrito qué carácter se debe representar. (Se oye acercarse una carroza) Oigo el ruido del coche aumentar... Hija, te muestra el corazón, a quién debes amar. (Abre la puerta; se ve una carroza. Cenerentola va a subir. Alidoro cierra la puerta y se oye alejarse a la carroza) prosigue con la escena octava |