LA CENICIENTA

(La Cenerentola)

 

Personajes

DON RAMIRO

DANDINI

DON MAGNÍFICO

CLORINDA

TISBE

CENERENTOLA

ALIDORO

Príncipe de Salerno

Ayudante del Príncipe

         Barón de Monte Fiascone arruinado       

Hija de Don Magnífico

Hija de Don Magnífico

Hijastra de Don Magnífico

Filósofo y tutor de Don Ramiro

Tenor

Bajo

Bajo

Soprano

Mezzosoprano

Mezzosoprano

Bajo




La acción transcurre en parte en el palacio de Don Magnífico y en parte en la quinta del príncipe.

 

ATTO PRIMO                                         


Scena Prima

(Antica sala terrena nel castello del
Barone, con cinque porte; a destra camino,
tavolino con specchio, cestello con fiori,
e sedie. Clorinda provando uno sciasse; 
Tisbe  acconciando un fiore ora alla
fronte ora al petto; Cenerentola soffiando
con un manticetto al camino per far 
bollire un cuccumo di caffè; indi Alidoro 
da povero; poi seguaci di Ramiro)

CLORINDA 
No, no, no; non v'è, non v'è 
chi strisciar sappia così 
Leggerissimo sciassè.

TISBE
Sì, sì, sì: va bene lì. 
Meglio lì; no, meglio qui. 
Risaltar di più mi fa. 

CLORINDA E TISBE 
A quest'arte, a tal beltà 
Sdrucciolare ognun dovrà. 

CENERENTOLA
(con tuono flemmatico) 
Una volta c'era un Re,
Che a star solo,
Che a star solo s'annoiò: 
Cerca, cerca, ritrovò; 
Ma il volean sposare in tre. 
Cosa fa? 
Sprezza il fasto e la beltà. 
E alla fin sceglie per sé 
L'innocenza e la bontà.
La, la, la, 
Li, li, li, 
La, la, la. 

CLORINDA E TISBE
Cenerentola, finiscila 
Con la solita canzone. 

CENERENTOLA
Presso al fuoco in un cantone 
Via lasciatemi cantar. 
Una volta c'era un Re 
Una volta. . . 

CLORINDA
E due, e tre. 

CLORINDA E TISBE 
La finisci sì o no? 
Se non taci ti darò.

CENERENTOLA
Una volta... 

(S'ode picchiare.)

A TRE
Chi sarà? 

(Cenerentola apre, 
ed entra Alidoro da povero.)

ALIDORO 
Un tantin di carità. 

CLORINDA E TISBE 
Accattoni! Via di qua. 

CENERENTOLA
Zitto, zitto: su prendete 
Questo po' di colazione.

(Versa una tazza di caffè, e la dà con un
pane ad Alidoro coprendolo dalle sorelle) 

Ah non reggo alla passione, 
Che crudel fatalità! 

ALIDORO 
Forse il Cielo il guiderdone 
Pria di notte vi darà. 

CLORINDA E TISBE 
(pavoneggiandosi) 
Risvegliar dolce passione 
Più di me nessuna sa. 

CLORINDA
(volgendosi ad osservare Alidoro) 
Ma che vedo! Ancora lì! 

TISBE
Anche un pane? anche il caffè? 

CLORINDA
(scagliandosi contro Cenerentola) 
Prendi, prendi, questo a te. 

CENERENTOLA 
Ah! soccorso chi mi dà! 

ALIDORO
(frapponendosi inutilmente) 
Vi fermate, per pietà. 

(Si picchia fortemente; Cenerentola corre 
ad aprire, ed entrano i cavalieri)

CAVALIERI
O figlie amabili di Don Magnifico 
Ramiro il Principe or or verrà, 
Al suo palagio vi condurrà. 
Si canterà si danzerà: 
Poi la bellissima fra l'altre femmine 
Sposa carissima per lui sarà. 

CLORINDA 
Ma dunque il Principe? 

CAVALIERI
Or or verrà. 

CLORINDA, TISBE E CENERENTOLA
E la bellissima? 

CAVALIERI
Si sceglierà. 

CLORINDA E TISBE
Cenerentola vien qua. 
Le mie scarpe, il mio bonne. 
Cenerentola vien qua. 
Le mie penne, il mio colliè.
Nel cervello ho una fucina; 
Son più bella e vo' trionfar. 
A un sorriso, a un'occhiattina 
Don Ramiro ha da cascar. 

CENERENTOLA
Cenerentola vien qua. 
Cenerentola va' là. 
Cenerentola va' su. 
Cenerentola va' giù. 
Questo è proprio uno strapazzo! 
Mi volete far crepar? 
Chi alla festa, chi al solazzo 
Ed io resto qui a soffiar. 

ALIDORO
Nel cervello una fucina 
Sta le pazze a martellar. 
Ma già pronta è la ruina. 
Voglio ridere a schiattar. 

CAVALIERI
Già nel capo una fucina 
Sta le donne a martellar; 
Il cimento si avvicina, 
Il gran punto di trionfar. 

CLORINDA 
(dando una moneta a Cenerentola, onde
la dia ai seguaci del Principe, che partono)
Date lor mezzo scudo. Grazie. 
Ai cenni Del Principe noi siamo. 

(osservando il povero 
e raggricciando il naso) 

Ancor qui siete? 
Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete. 

CENERENTOLA
(accompagnando Alidoro) 
Io poi quel mezzo scudo 
A voi l'avrei donato; 
Ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo
Mi spaccherei per darlo a un infelice.

ALIDORO
(a Cenerentola)
Forse al novello dì sarai felice.

(Alidoro parte)

TISBE
Cenerentola, presto 
Prepara i nastri, i manti. 

CLORINDA 
Gli unguenti, le pomate. 

TISBE
I miei diamanti. 

CENERENTOLA
Uditemi, sorelle... 

CLORINDA
(altera) 
Che sorelle! 
Non profanarci con sì fatto nome. 

TISBE
(minacciandola) 
E guai per te se t'uscirà di bocca. 

CENERENTOLA
(fra sè)
Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca.

(entra a sinistra) 

TISBE
Non v'è da perder tempo. 

CLORINDA 
Nostro padre 
Avvisarne convien. 

(Questionando fra loro, ed opponendosi 
a vicenda d'entrare a destra.)

TISBE
Esser la prima 
Voglio a darne la nuova. 

CLORINDA 
Oh! mi perdoni. 
Io sono la maggiore. 

TISBE
No, no, gliel vo' dir io. 

(Crescendo nella rabbia fra loro)

CLORINDA 
È questo il dover mio. 
Io svegliare lo vuò!. Venite appresso. 

TISBE
Oh! non la vincerai. 

CLORINDA 
(osservando fra le scene) 
Ecco egli stesso. 

Scena Seconda

(Don Magnifico, bieco in volto, esce 
in berretta da notte e veste da camera, 
e detti; indi Cenerentola.)

DON MAGNIFICO 
Miei rampolli femminini,

(Ricusando di dar loro a baciarsi la mano)

Vi ripudio; mi vergogno! 
Un magnifico mio sogno 
Mi veniste a sconcertar. 

(da sé, osservandole; Clorinda e Tisbe 
ridono quando non le guarda.) 

Come son mortificate! 
Degne figlie d'un Barone! 
Via: silenzio ed attenzione. 
State il sogno a meditar. 
Mi sognai fra il fosco e il chiaro
Un bellissimo somaro. 
Un somaro, ma solenne. 
Quando a un tratto, oh che portento! 
Su le spalle a cento a cento 
Gli spuntavano le penne 
Ed in alto, sen, volò! 
Ed in cima a un campanile 
Come in trono si fermò. 
Si sentiano per di sotto 
Le campane sdindonar. 
Din, don, din, don...
Col cì cì, ciù ciù di botto 
Mi faceste risvegliar. 
Ma d'un sogno sì intralciato 
Ecco il simbolo spiegato. 
La campana suona a festa? 
Allegrezza in casa è questa. 
Quelle penne? Siete voi. 
Quel gran volo? Plebe addio. 
Resta l'asino di poi? 
Ma quell'asino son io. 
Chi vi guarda vede chiaro 
Che il somaro è il genitor. 
Fertilissima Regina 
L'una e l'altra diverrà; 
Ed il nonno una dozzina 
Di nepoti abbraccierà. 
Un Re piccolo di qua. 
Servo, servo
Un Re bambolo di là. 
E la gloria mia sarà. 

(Interrompendosi e strappandosi 
Don Magnifico.)

CLORINDA 
Sappiate che fra poco... 

TISBE
Il Principe Ramiro... 

CLORINDA 
Che son tre dì che nella deliziosa...

TISBE
Vicina mezzo miglio 
Venuto è ad abitar... 

CLORINDA 
Sceglie una sposa... 

TISBE
Ci mandò ad invitar... 

CLORINDA 
E fra momenti... 

TISBE
Arriverà per prenderci... 

CLORINDA 
E la scelta la più bella sarà... 

DON MAGNIFICO 
(in aria di stupore ed importanza) 
Figlie, che dite! 
Quel principon! Quantunque io nol conosco...
Sceglierà!.. v'invitò... 
Sposa... più bella! 
Io cado in svenimento. 
Alla favella..
È venuto il sequestro. Il principato 
Per la spinal midolla 
Già mi serpeggia, ed in una parola 
Il sogno è storia, 
ed il somaro vola. 

(Cenerentola entra, vota il caffè e lo reca
nella camera di Don Magnifico.)

Cenerentola, presto. 
Portami il mio caffè. Viscere mie. 
Metà del mio palazzo è già crollata, 
E l'altra è in agonia. Fatevi onore. 
Mettiamoci un puntello.

(andando e tornando, e riprendendo 
le figlie, che stanno per entrare)

Figlie state in cervello. 
Parlate in punto e virgola. 
Per carità: pensate ad abbigliarvi; 
Si tratta niente men che imprinciparvi. 

(Entra nelle sue stanze, 
Clorinda e Tisbe nella lor). 

Scena Terza

(Don Ramiro vestito da scudiero; guarda 
intorno e si avanza a poco a poco.)

DON RAMIRO
Tutto è deserto. Amici? 
Nessun risponde. In questa 
Simulata sembianza 
Le belle osserverò. Né viene alcuno? 
Eppur mi diè speranza 
Il sapiente Alidoro, 
Che qui, saggia e vezzosa, 
Degna di me trovar saprò la sposa. 
Sposarsi... e non amar! Legge tiranna, 
Che nel fior de' miei giorni
Alla difficile scelta mi condanna. 
Cerchiam, vediamo. 

Scena Quarta

(Cenerentola cantando fra' denti con 
sottocoppa e tazza da caffè, entra 
spensierata nella stanza)

CENERENTOLA
Una volta c'era... 

(e si trova a faccia a faccia 
con Ramiro; le cade tutto di mano,
e si ritira in un angolo)

Ah! è fatta 

DON RAMIRO 
Cos'è? 

CENERENTOLA 
Che batticuore! 

DON RAMIRO 
Forse un mostro son io! 

CENERENTOLA
(prima astratta poi correggendosi 
con naturalezza) 
Sì... no, signore. 

DON RAMIRO 
(Fra sè)
Un soave non so che 
In quegli occhi scintillò! 

CENERENTOLA 
(Fra sè)
Io vorrei saper perché 
Il mio cor mi palpitò?

DON RAMIRO 
Le direi... ma non ardisco. 

CENERENTOLA 
Parlar voglio, e taccio intanto. 

CENERENTOLA E DON RAMIRO 
Una grazia, un certo incanto 
Par che brilli su quel viso! 
Quanto caro è quel sorriso. 
Scende all'alma e fa sperar. 

DON RAMIRO 
(A Cenerentola)
Del Baron le figlie io chiedo 
Dove son? qui non le vedo. 

CENERENTOLA 
Stan di là nell'altre stanze. 
Or verranno.

(Fra sè)

Addio speranze.

DON RAMIRO 
(con interesse) 
Ma di grazia, voi chi siete? 

CENERENTOLA 
Io chi sono? Eh! non lo so. 

DON RAMIRO 
Nol sapete?

CENERENTOLA 
Quasi no. 
Quel ch'è padre, non è padre...

(accostandosi a lui sottovoce e rapidissima,
correggendosi ed imbrogliandosi) 

Onde poi le due sorelle...
Era vedova mia madre...
Ma fu madre ancor di quelle...
Questo padre pien d'orgoglio...

(Fra sè)

Sta' a vedere che m'imbroglio?

(Forte)

Deh! scusate, perdonate 
Alla mia semplicità. 

DON RAMIRO 
Mi seduce, m'innamora 
Quella sua semplicità.

CLORINDA E TISBE 
(dalle loro stanze, a vicenda ed insieme) 
Cenerentola... da me. 

DON RAMIRO 
Quante voci! che cos'è? 

CENERENTOLA 
A ponente ed a levante, 
A scirocco e a tramontana, 
Non ho calma un solo istante, 
Tutto, tutto tocca a me. 

CLORINDA E TISBE
Cenerentola!

CENERENTOLA
(ora verso una, ora verso 
l'altra delle porte) 
Vengo, vengo. 
Addio, signore. 

(con passione, fra sè) 

Ah ci lascio proprio il core 
Questo cor più mio non è.

DON RAMIRO 
(da sé) 
Quell'accento, quel sembiante 
È una cosa sovrumana. 
Io mi perdo in quest'istante 
Già più me non trovo in me.

(astratto, osservando sempre Cenerentola)

Che innocenza! che candore! 
Ah! m'invola proprio il core! 
Questo cor più mio non è.

CENERENTOLA E DON RAMIRO
Ah! Ci lascio/m'invola proprio il core.
Questo cor più mio non è.

CLORINDA E TISBE
(dalle loro stanze, a vicenda ed insieme) 
Cenerentola... da me. 

(Cenerentola parte)

Scena Quinta

(Ramiro solo; indi Don Magnifico in abito
di gala senza cappello.)

DON RAMIRO 
Non so che dir. Come in sì rozze spoglie 
Sì bel volto e gentil! Ma Don Magnifico 
Non apparisce ancor? Nunziar vorrei 
del mascherato principe l'arrivo
Fortunato consiglio! 
Da semplice scudiero 
Il core delle femmine 
Meglio svelar saprò. Dandini intanto 
Recitando da Principe... 

(Entra Don Magnifico)

DON MAGNIFICO 
Domando un milion di perdoni. 
Dica: e Sua Altezza il Principe? 

DON RAMIRO 
Or ora arriva. 

DON MAGNIFICO 
E quando? 

DON RAMIRO 
Tra tre minuti. 

DON MAGNIFICO 
(in agitazione) 
Tre minuti! ah figlie! 
Sbrigatevi: che serve? 
Le vado ad affrettar. Scusi; per queste 
Ragazze benedette, 
Un secolo è un momento alla toelette. 

(entra dalle figlie) 

DON RAMIRO 
Che buffone! E Alidoro mio maestro 
Sostien che in queste mura 
Sta la bontà più pura! 
Basta, basta, vedrem. Alle sue figlie 
Convien che m'avvicini. 
Qual fragor!.. non m'inganno. Ecco Dandini.

Scena Sesta

(Cavalieri, Dandini e detti; indi 
Clorinda e Tisbe.)

CAVALIERI 
Scegli la sposa, affrettati: 
S'invola via l'età. 
La principesca linea.
Se no s'estinguerà. 

DANDINI 
Come un'ape ne' giorni d'aprile 
Va volando leggiera e scherzosa; 
Corre al giglio, poi salta alla rosa, 
Dolce un fiore a cercare per sé; 
Fra le belle m'aggiro e rimiro; 
Ne ho vedute già tante e poi tante 
Ma non trovo un giudizio, un sembiante, 
Un boccone squisito per me. 

(Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate 
a Dandini da Don Magnifico). 

CLORINDA 
Prence! 

TISBE 
Sire... 

CLORINDA E TISBE 
Ma quanti favori! 

DON MAGNIFICO 
Che diluvio! che abisso di onori! 

DANDINI 
Nulla, nulla;

(con espressione or all'una ora all'altra) 

Vezzosa; graziosa! 

(accostandosi a Ramiro, piano) 

Dico bene?. Son tutte papà. 

DON RAMIRO 
(Piano)
Bestia! attento! ti scosta; va' là.

DANDINI 
(alle due sorelle che 
lo guardano con passione) 
Per pietà, quelle ciglia abbassate. 
Galoppando sen va la ragione, 
E fra i colpi d'un doppio cannone 
Spalancato è il mio core di già. 
Vezzosa; graziosa! 
Son tutte papà.

(da sé) 

Ma al finir della nostra commedia 
Che tragedia qui nascer dovrà.

CLORINDA E TISBE 
(ognuna da sé) 
Ei mi guarda. Sospira, delira 
Non v'è dubbio: è mio schiavo di già. 

DANDINI
Dico bene?

DON RAMIRO
Bestia!

DANDINI
Grazie

DON RAMIRO 
(sempre osservando con interesse 
se torna Cenerentola, piano) 
Ah! perché qui non viene colei, 
Con quell'aria di grazia e bontà?

DON MAGNIFICO 
(da sé, osservando con compiacenza Dandini,
che sembra innamorato) 
E già cotto, stracotto, spolpato 
L'Eccellenza si cangia in Maestà.

CAVALIERI 
Scegli la sposa, affrettati: 
S'invola via l'età. 
La principesca linea.
Se no s'estinguerà. 

DANDINI 
(osservando Clorinda, Tisbe e Don Magnifico)
Allegrissimamente! che bei quadri! 
Che bocchino! che ciglia! 
Siete l'ottava e nona meraviglia. 
Già "tali patris, talem filia".

CLORINDA 
(con inchino) 
Grazie! 

DON MAGNIFICO 
(curvandosi) 
Altezza delle Altezze! 
Che dice? mi confonde. Debolezze.

DANDINI 
Vere figure etrusche!

(piano a Ramiro) 

Dico bene?

DON RAMIRO 
(piano a Dandini) 
Cominci a dirle grosse. 

DANDINI 
(piano a Ramiro) 
Io recito da grande, 
e grande essendo, 
Grandi le ho da sparar.

DON MAGNIFICO 
(piano alle figlie con compiacenza) 
Bel principotto! 
Che non vi fugga: attente.

DANDINI 
Or dunque seguitando quel discorso 
Che non ho cominciato; 
Dai miei lunghi viaggi ritornato 
E il mio papà trovato, 
Che fra i quondam è capitombolato,
E spirando ha ordinato 
Che a vista qual cambiale io sia sposato,
O son diseredato, 
Fatto ho un invito a tutto il vicinato. 
E trovando un boccone delicato, 
Per me l'ho destinato. 
Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato.

DON MAGNIFICO 
(sorpreso, fra sè) 
Che eloquenza norcina!

CENERENTOLA 
(entrando osserva l'abito del Principe, 
e Ramiro che la guarda) 
Ah, che bell'abito! 
E quell'altro mi guarda.

DON RAMIRO 
(Fra sè)
Ecco colei! 
Mi palpita il cor.

DANDINI 
Belle ragazze, 
Se vi degnate inciambellare il braccio 
Ai nostri cavalieri, il legno è pronto.

CLORINDA 
Andiamo.

TISBE 
Papà Eccellenza, 
Non tardate a venir.

(Clorinda e Tisbe escono.)

DON MAGNIFICO 
(a Cenerentola voltandosi) 
Che fai tu qui? 
Il cappello e il bastone.

CENERENTOLA 
Ah!... Signor sì. 

(parte)

DANDINI 
Perseguitate presto 
Con i piè baronali 
I magnifici miei quarti reali.

(parte) 

DON MAGNIFICO 
Monti in carrozza, e vengo. 

(andando nella camera dove 
è entrata Cenerentola)

DON RAMIRO 
(Fra sè)
E pur colei vo' riveder.

DON MAGNIFICO
(di dentro in collera) 
Ma lasciami. 

DON RAMIRO
(Fra sè)
La sgrida?

CENERENTOLA 
(Esce)
Sentite. 

DON MAGNIFICO
(esce con cappello e bastone trattenuto 
con ingenuità da Cenerentola) 
Il tempo vola. 

DON RAMIRO 
(Fra sè)
Che vorrà?

DON MAGNIFICO
(A Cenerentola)
Vuoi lasciarmi? 

CENERENTOLA 
Una parola. 
Signore, una parola: 
In casa di quel Principe 
Un'ora, un'ora sola 
Portatemi a ballar. 

DON MAGNIFICO 
Ih! Ih! La bella Venere! 
Vezzosa! Pomposetta! 
Sguaiata! Covacenere!
Lasciami, deggio andar. 

DANDINI 
(tornando indietro, ed osservando 
Ramiro immobile) 
Cos'è? 
qui fa la statua? 

DON RAMIRO 
(Sottovoce a Dandini)
Silenzio, ed osserviamo.

DANDINI 
Ma andiamo o non andiamo?

DON RAMIRO
Mi sento lacerar. 

CENERENTOLA 
Ma una mezz'ora... un quarto. 

DON MAGNIFICO 
(alzando minaccioso il bastone) 
Ma lasciami o ti stritolo.

DON RAMIRO E DANDINI 
(accorrendo a trattenerlo) 
Fermate. 

DON MAGNIFICO 
(sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini) 
Serenissima! 

(ora a Dandini ora a Cenerentola) 

Ma vattene. Altezzissima! 
Servaccia ignorantissima! 

DON RAMIRO E DANDINI 
(ora a Don Magnifico ora a Cenerentola) 
Serva? 

CENERENTOLA 
Cioè... 

DON MAGNIFICO 
(mettendole una mano sulla 
bocca e interrompendola) 
Vilissima 
D'un estrazion bassissima, 
Vuol far la sufficiente, 
La cara, l'avvenente, 
E non è buona a niente. 

(minacciando e trascinando) 

Va' in camera, va' in camera 
La polvere a spazzar. 

DON RAMIRO 
(fra sé, con sdegno represso) 
Or ora la mia collera 
Non posso più frenar. 

DANDINI 
(opponendosi con autorità) 
Ma caro Don Magnifico 
Via, non la strapazzar.

CENERENTOLA 
(con tuono d'ingenuità) 
Ah! sempre fra la cenere
Sempre dovrò restar? 
Signori, persuadetelo; 
Portatemi a ballar. 

(Nel momento che Don Magnifico staccasi da 
Cenerentola ed è tratto via da Dandini, 
entra Alidoro con taccuino aperto.) 

ALIDORO 
Qui nel mio codice 
Delle zitelle 
Con Don Magnifico 
Stan tre sorelle.

(a Don Magnifico con autorità) 

Or che va il Principe 
La sposa a scegliere, 
La terza figlia 
Io vi domando. 

DON MAGNIFICO 
(confuso ed alterato)
Che terza figlia 
Mi va figliando? 

ALIDORO 
Terza sorella... 

DON MAGNIFICO 
(atterrito) 
Ella... morì... 

ALIDORO
Eppur nel codice non è così. 

CENERENTOLA 
(Fra sè)
Ah! di me parlano.

(ponendosi in mezzo con ingenuità) 

No, non morì. 

DON MAGNIFICO 
(A Cenerentola)
Sta' zitta lì. 

ALIDORO
Guardate qui! 

DON MAGNIFICO 
(balzando Cenerentola in un cantone) 
Se tu respiri, 
Ti scanno qui. 

DON RAMIRO E DANDINI 
Ella morì? 

DON MAGNIFICO 
(sempre tremante) 
Altezza sì. 

Momento di silenzio.

TUTTI 
(guardandosi scambievolmente) 
Nel volto estatico 
Di questo e quello 
Si legge il vortice 
Del lor cervello, 
Che ondeggia e dubita 
E incerto sta. 

DON MAGNIFICO 
(fra' denti, trascinando Cenerentola) 
Se tu più mormori 
Solo una sillaba 
Un cimiterio 
Qui si farà.

CENERENTOLA 
(con passione) 
Deh soccorretemi, 
Deh non lasciatemi, 
Ah! di me, misera 
Che mai sarà?

ALIDORO 
(frapponendosi) 
Via meno strepito: 
Fate silenzio. 
O qualche scandalo
Qui nascerà. 

DON RAMIRO 
(A Cenerentola, strappandola 
da Don Magnifico)
Via consolatevi. 
Signor lasciatela. 

(Fra sè) 

Già la mia furia 
Crescendo va.

DANDINI 
(A Cenerentola)
Io sono un Principe, 
O sono un cavolo? 
Vi mando al diavolo: 
Venite qua.

(La strappa da Don Magnifico, e lo conduce 
via. Tutti seguono Dandini. Cenerentola 
corre in camera. Si chiude la porta di mezzo) 

Scena Settima

Scena scritta da Jacopo Ferretti e musicata
da Rossini per il basso Gioacchino Moncada
nel 1821 (Teatro Argentina, Roma). Rimpiazza 
la scena originale, musicata da Luca 
Agolini

(Dopo qualche momento di silenzio rientra 
Alidoro vestito con povertà, mantello di 
pellegrino con gli abiti da filosofo sotto,
indi Cenerentola.)

ALIDORO 
Sì, tutto cangerà. Quel folle orgoglio 
Poca polve sarà, gioco del vento; 
E al tenero lamento 
Succederà il sorriso. 

(chiama verso la camera di Cenerentola) 

Figlia... Figlia... 

CENERENTOLA 
(esce e rimane sorpresa) 
Figlia voi mi chiamate? Oh questa è bella! 
Il padrigno Barone 
Non vuole essermi padre; e voi... Peraltro 
Guardando i stracci vostri e i stracci miei,
Degna d'un padre tal figlia sarei. 

ALIDORO 
Taci, figlia, e vien meco. 

CENERENTOLA 
Teco, e dove? 

ALIDORO 
Del Principe al festino. 

CENERENTOLA 
Ma dimmi, pellegrino: 
Perché t'ho data poca colazione, 
Tu mi vieni a burlar? Va' via... va' via! 
Voglio serrar la porta... 
Possono entrar de' ladri, 
e allora... e allora... 
Starei fresca davvero. 

ALIDORO 
No! Sublima il pensiero!
Tutto cangiò per te! 
Calpesterai men che fango i tesori, 
Rapirai tutti i cuori. 
Vien meco e non temer: per te dall'Alto 
M'ispira un Nume a cui non crolla il trono.
E se dubiti ancor, mira chi sono! 

(Nel momento che si volge, 
Alidoro getta il manto.)

Là del ciel nell'arcano profondo,
Del poter sull'altissimo Trono 
Veglia un Nume, signore del mondo, 
Al cui piè basso mormora il tuono. 
Tutto sa, tutto vede, e non lascia 
Nell'ambascia perir la bontà. 
Fra la cenere, il pianto, l'affanno, 
Ei ti vede, o fanciulla innocente, 
E cangiando il tuo stato tiranno, 
Fra l'orror vibra un lampo innocente.
Non temer, si è cambiata la scena: 
La tua pena cangiando già va. 

S'ode avvicinarsi una carrozza. 

Un crescente mormorio 
Non ti sembra d'ascoltar?.. 
Ah sta' lieta: è il cocchio mio 
Su cui voli a trionfar. 
Tu mi guardi, ti confondi... 
Ehi ragazza, non rispondi? 
Sconcertata è la tua testa 
E rimbalza qua e là, 
Come nave in gran tempesta 
Che di sotto in su sen va. 
Ma già il nembo è terminato, 
Scintillò serenità. 
Il destino s'è cangiato, 
L'innocenza brillerà. 

(Aprono la porta; vedesi una carrozza. 
Cenerentola vi monta, Alidoro chiude la 
porta e sentesi la partenza della carrozza)

Scena Ottava

(Gabinetto nel palazzo di Don Ramiro. 
Dandini entrando con Clorinda e Tisbe sotto
il braccio; Don Magnifico e Don Ramiro.)

DANDINI 
Ma bravo, bravo, bravo! 
Caro il mio Don Magnifico! Di vigne, 
Di vendemmie e di vino 
M'avete fatto una dissertazione, 
Lodo il vostro talento 

(a Don Ramiro) 

Si vede che ha studiato. 

(A Don Magnifico)

Si porti sul momento 
Dove sta il nostro vino conservato 
E se sta saldo e intrepido 
Al trigesimo assaggio 
Lo promovo all'onor di cantiniero 
Io distinguo i talenti e premio il saggio. 

DON MAGNIFICO 
Prence! L'Altezza Vostra 
E un pozzo di bontà. Più se ne cava, 
Più ne resta a cavar. 

(piano alle figlie) 

Figlie! Vedete? 
Non regge al vostro merto; 
N'è la mia promozion indizio certo.

(forte) 

Clorinduccia, Tisbina, 
Tenete allegro il Re. Vado in cantina.

(parte) 

DON RAMIRO 
(piano a Dandini) 
Esamina, disvela, e fedelmente 
Tutto mi narrerai. 
Anch'io fra poco 
Il cor ne tenterò. 
Del volto i vezzi 
Svaniscon con l'età. Ma il core... 

DANDINI 
(A Ramiro)
Il core Credo che sia un melon 
tagliato a fette, 
Un timballo l'ingegno,
E il cervello una casa spigionata. 

(forte, come seguendo il discorso
 fatto sottovoce) 

Il mio voler ha forza d'un editto. 
Eseguite trottando il cenno mio.

(A Ramiro)

Udiste? 

DON RAMIRO 
Udii. 

DANDINI 
Fido vassallo, addio. 

(Parte Don Ramiro).

Scena Nona

Dandini, Clorinda e Tisbe. 

DANDINI 
(alle donne) 
Ora sono da voi. 
Scommetterei Che siete fatte al torno 
E che il guercietto amore
È stato il tornitore. 

CLORINDA 
(tirando a sé Dandini) 
Con permesso: 
La maggiore son io, onde la prego 
Darmi la preferenza.

TISBE 
(come sopra) 
Con sua buona licenza 
La minore son io. 
M'invecchierò più tardi.

CLORINDA 
Scusi. Quella è fanciulla. 
Proprio non sa di nulla.

TISBE 
Permetta. Quella è un'acqua senza sale, 
Non fa né ben né male.

CLORINDA 
Di grazia. I dritti miei 
La prego bilanciar.

TISBE 
Perdoni. Veda, 
Io non tengo rossetto.

CLORINDA 
Ascolti. 
Quel suo bianco è di bianchetto.

TISBE 
Senta... 

CLORINDA 
Mi favorisca... 

DANDINI 
(sbarazzandosi con un poco di collera) 
Anime belle! 
Mi volete spaccar? 
Non dubitate. 

(a Clorinda)

Ho due occhi reali 
E non adopro occhiali 

(a Tisbe) 

Fidati pur di me,
Mio caro oggetto.

(a Clorinda) 

Per te sola mi batte il core in petto. 

(parte) 

TISBE 
M'inchino a Vostra Altezza.

CLORINDA 
Anzi all'Altezza Vostra. 

(Ironicamente fra loro.)

TISBE 
Verrò a portarle qualche memoriale. 

CLORINDA
Lectum.

TISBE 
Ce la vedremo. 

CLORINDA 
Forse sì, forse no. 

TISBE 
Poter del mondo! 

CLORINDA 
Le faccio riverenza! 

TISBE 
Oh! mi sprofondo! 

(Partono da parti opposte)

Scena Decima

(Salone nel palazzo del Principe Don Ramiro.
Tavolo con ricapito da scrivere. Don 
Magnifico a cui i cavalieri pongono un 
mantello  con ricami in argento di grappoli
d'uva, e gli saltano intorno battendo i 
piedi in tempo di musica)

CAVALIERI 
Conciossiacosaché 
Trenta botti già gustò! 
E bevuto ha già per tre 
E finor non barcollò! 
E piaciuto a Sua Maestà 
Nominarlo cantinier. 
Intendente dei bicchier 
Con estesa autorità. 
Presidente al vendemmiar. 
Direttor dell'evoè;
Onde tutti intorno a te 
S'affolliamo qui a saltar.

DON MAGNIFICO 
Intendente! Direttor! 
Presidente! Cantinier! 
Grazie, grazie; che piacer! 
Che girandola ho nel cor. 
Si venga a scrivere 
Quel che dettiamo. 

(Pongonsi intorno ai tavolini, e scrivono)

Sei mila copie 
Poi ne vogliamo.

CAVALIERI 
Già pronti a scrivere 
Tutti siam qui.

DON MAGNIFICO 
Noi Don Magnifico... 

(osservando come scrivono) 

Questo in maiuscole. 
Bestie! maiuscole. 
Bravi! così. 
Noi Don Magnifico 
Duca e Barone 
Dell'antichissimo 
Montefiascone; 
Grand'intendente; 
Gran presidente, 
Con gli altri titoli 
Con venti eccetera, 
Di nostra propria 
Autorità, 
Riceva l'ordine 
Chi leggerà, 
Di più non mescere 
Per anni quindici 
Nel vino amabile 
D'acqua una gocciola. 
Alias capietur 
Et stranguletur
Perché eccetera
Laonde eccetera 
Nell'anno eccetera
Barone eccetera. 

(sottoscrivendosi) 

CAVALIERI 
Barone eccetera; 
È fatto già. 

DON MAGNIFICO 
Ora affiggetelo 
Per la città. 

CAVALIERI 
Il pranzo in ordine 
Andiamo a mettere. 
Vino a diluvio si beverà. 

DON MAGNIFICO 
Premio bellissimo 
Di piastre sedici 
A chi più Malaga 
Si succhierà.

(Partono saltando attorno a Don Magnifico)

Finale Primo

Scena Undicesima

(Dandini e Don Ramiro correndo sul davanti
del palco, osservando per ogni parte.)

DON RAMIRO 
(sotto voce) 
Zitto, zitto, piano, piano; 
Senza strepito e rumore: 
Delle due qual è l'umore? 
Esattezza e verità. 

DANDINI 
Sotto voce a mezzo tuono;
In estrema confidenza: 
Sono un misto d'insolenza, 
Di capriccio e vanità. 

DON RAMIRO 
E Alidoro mi dicea 
Che una figlia del Barone... 

DANDINI 
Eh! il maestro ha un gran testone. 
Oca eguale non si dà.

(Fra sè)

Son due vere banderuole... 
Mi convien dissimular.

DON RAMIRO 
(Fra sè)
Se le sposi pur chi vuole... 
Seguitiamo a recitar.

Scena Dodicesima

(Clorinda, accorrendo da una parte, 
e Tisbe dall'altra)

CLORINDA 
Principino dove state? 

TISBE 
Principino dove state? 

CLORINDA E TISBE 
Ah! perché mi abbandonate? 
Mi farete disperar. 

CLORINDA 
Io vi voglio... 

TISBE 
Vi vogl'io... 

DANDINI 
Ma non diamo in bagattelle.
Maritarsi a due sorelle 
Tutte insieme non si può! 
Una sposo... 

CLORINDA E TISBE 
(con interesse di smania) 
E l'altra?.. 

DANDINI 
E l'altra...

(accennando Ramiro) 

All'amico la darò. 

CLORINDA E TISBE 
No, no, no, no, no, 
Un scudiero! oibò, oibò! 

DON RAMIRO 
(ponendosi loro in mezzo con dolcezza) 
Sarò docile, amoroso, 
Tenerissimo di cuore. 

CLORINDA E TISBE 
(guardandolo con disprezzo) 
Un scudiero! No signore. 
Un scudiero! questo no. 

CLORINDA 
Con un'anima plebea! 

TISBE 
Con un'aria dozzinale! 

DON RAMIRO
Sarò docile... amoroso

CLORINDA E TISBE 
(con affettazione) 
Mi fa male, mi fa male 
Solamente a immaginar. 

DON RAMIRO E DANDINI 
(fra loro ridono) 
La scenetta è originale 
Veramente da contar. 

Scena Tredicesima

Coro di cavalieri dentro le scene, 
indi Alidoro)

CAVALIERI 
Venga, inoltri, avanzi il piè. 
Anticamera non v'è.

(Entra Alidoro)

DON RAMIRO E DANDINI 
Sapientissimo Alidoro, 
Questo strepito cos'è? 

ALIDORO 
Dama incognita qua vien. 
Sopra il volto un velo tien. 

CLORINDA E TISBE 
Una dama! 

ALIDORO
Signor sì . 

CLORINDA E TISBE 
Ma chi è? 

ALIDORO
Nol palesò. 

CLORINDA E TISBE 
Sarà bella? 

ALIDORO 
Sì e no. 

DANDINI E DON RAMIRO
Chi sarà? 

ALIDORO 
Ma non si sa. 

CLORINDA 
Non parlò?

ALIDORO 
Signora no. 

TISBE 
E qui vien? 

ALIDORO 
Chi sa perché? 

TUTTI 
Chi sarà? chi è? perché? 
Non si sa. Si vedrà. 

(Momento di silenzio)

CLORINDA E TISBE 
(Piano)
Gelosia già, già mi lacera, 
Già il cervel più in me non è.

ALIDORO 
(Fra sè)
Gelosia già, già le rosica, 
Più il cervello in lor non è.

DON RAMIRO 
(Fra sè)
Un ignoto arcano palpito 
Ora m'agita, perché?

DANDINI 
(Fra sè)
Diventato son di zucchero: 
Quante mosche intorno a me.

(Dandini fa cenno ad Alidoro 
d'introdurre la dama.)

Scena Quattordicesima

(Cavalieri che precedono e schieransi in
doppia fila per ricevere Cenerentola, che,
in abito ricco ed elegante, avanzasi
velata.)

CAVALIERI 
Ah! se velata ancor 
Dal seno il cor ci ha tolto, 
Se svelerai quel volto 
Che sarà? 

CENERENTOLA 
Sprezzo quei don che versa 
Fortuna capricciosa. 
M'offra chi mi vuol sposa, 
Rispetto, amor, bontà. 

DON RAMIRO 
(In disparte)
Di quella voce il suono 
Ignoto al cor non scende; 
Perché la speme accende? 
Di me maggior mi fa.

DANDINI 
Begli occhi che dal velo 
Vibrate un raggio acuto, 
Svelatevi un minuto 
Almen per civiltà.

CLORINDA E TISBE 
(Piano)
Vedremo il gran miracolo 
Di questa rarità.

(Cenerentola svelasi. Momento di sorpresa,
di riconoscimento, d'incertezza.)

TUTTI 
(eccetto Cenerentola) 
Ah! 

(Ciascuno da sé guardando Cenerentola, 
e Cenerentola sogguardando Ramiro.) 

Parlar... pensar... vorrei. 
Parlar... pensar... non so. 
Questo è un inganno/è un incanto, o dei! 
Quel volto mi atterrò.

ALIDORO 
(Fra sè)
Parlar... pensar... vorrebbe 
Parlar... pensar... non può. 
Amar già la dovrebbe, 
Il colpo non sbagliò.

Scena Quindicesima

(Don Magnifico accorrendo, e detti.)

DON MAGNIFICO 
Signor... Altezza, è in tavola 
Che... co... chi... sì... che bestia! 
Quando si dice i simili! 
Non sembra Cenerentola? 

CLORINDA E TISBE 
Pareva ancora a noi, 
Ma a riguardarla poi... 
La nostra è goffa e attratta,
Questa è un po' più ben fatta; 
Ma poi non è una Venere 
Da farci spaventar.

DON MAGNIFICO 
Quella sta nella cenere; 
Ha stracci sol per abiti. 

CENERENTOLA
(Fra sè)
Il vecchio guarda e dubita.

DON RAMIRO 
(Fra sè)
Mi guarda, e par che palpiti.

DANDINI 
Ma non facciam le statue. 
Patisce l'individuo: 
Andiamo presto in tavola. 
Poi balleremo il Taice,
E quindi la bellissima... 
Con me s'ha da sposar. 

TUTTI MENO DANDINI
Andiamo, andiamo a tavola. 
Si voli a giubilar. 

DANDINI 
(Fra sè)
Oggi che fo da Principe 
Per quattro io vo' mangiar. 

TUTTI 
Mi par d'essere sognando 
Fra giardini e fra boschetti; 
I ruscelli sussurrando, 
Gorgheggiando gli augelletti, 
In un mare di delizie 
Fanno l'anima nuotar. 
Ma ho timor che sotto terra 
Piano, piano, a poco a poco 
Si sviluppi un certo foco. 
E improvviso a tutti ignoto 
Balzi fuori un terremoto, 
Che crollando, strepitando 
Fracassando, sconquassando 
Poi mi venga a risvegliar. 
E ho paura che il mio sogno 
Vada in fumo a dileguar. 
ACTO PRIMERO


Escena Primera

(Salón antiguo en la planta baja, con diversas
puertas, en el palacio del barón; a la derecha
una chimenea, una mesa con espejo, una cesta 
con flores y sillas. Clorinda está ensayando un
paso de danza; Tisbe está probándose una flor
ya en la frente, ya en el pecho. Cenerentola 
aviva el fuego con un fuelle para que hierva 
una cafetera. Entra Alidoro pobremente vestido
y más tarde, la comitiva de Ramiro)

CLORINDA
No, no, no: no hay, no hay
quien sepa en todo el país
bailar con tal ligereza.

TISBE
Sí, Sí, Sí; aquí va bien...
Mejor aquí... no, mejor aquí...
Me resalta más.

CLORINDA Y TISBE
A tanto arte, a tal belleza,
no habrá quien pueda resistir.

CENERENTOLA
(con tono tranquilo)
Érase una vez un rey,
que de estar solo, 
que de estar solo se aburrió;
a fuerza de buscar halló:
pero tres se querían casar con él.
¿Qué hace?
Desprecia el fasto y la hermosura,
y finalmente escoge para sí
la inocencia y la bondad.
La, la, la, 
Li, li, li
La, la, la.

CLORINDA Y TISBE
Cenerentola, deja ya
de cantar esta canción.

CENERENTOLA
Junto al fuego, en un rincón,
dejadme siquiera cantar.
Érase una vez .. un rey.
Érase una vez...

CLORINDA
Y dos, y tres.

CLORINDA Y TISBE
¿La dejas, sí o no?
Si no callas, te daré...

CENERENTOLA
Una vez... 

(Se oye llamar a la puerta)

LAS TRES
¿Quién será?

(Cenerentola abre,
y entra Alidoro vestido de pobre.)

ALIDORO 
Una limosna, por caridad.

CLORINDA Y TISBE
¡Marchaos! ¡Fuera de aquí!

CENERENTOLA
¡Callad, callad! 
Tomad este pequeño refrigerio.

(llena una taza de café y se la ofrece con un
poco de pan a Alidoro)

No soporto el sufrimiento.
¡Oh, cruel fatalidad!

ALIDORO
Quizás el cielo os recompense
antes de que llegue la noche.

CLORINDA Y TISBE
(pavoneándose)
Despertar dulce pasión
nadie sabe mejor que yo.

CLORINDA
(volviéndose y viendo a Alidoro)
Mas ¡qué veo...! ¡Todavía aquí!

TISBE
¿Pan? ¿Café?

CLORINDA
(arrojándose sobre Cenerentola)
Toma, esto para ti.

CENERENTOLA
¡Ah! ¡Socorro!

ALIDORO
(Interponiéndose en vano)
¡Deteneos, por piedad!

(Se oye llamar fuertemente; Cenerentola
corre a abrir, y entran los caballeros.)

CABALLEROS
Amables hijas de Don Magnífico,
Don Ramiro el príncipe ahora vendrá;
¡a su palacio os conducirá!
Se cantará, se bailará;
y la más bella de entre las mujeres
amada esposa para él será.

CLORINDA
¿Así que el príncipe...?

CABALLEROS
Ahora vendrá.

CLORINDA, TISBE Y CENERENTOLA
¿Y la más bella?

CABALLEROS
Escogerá.

CLORINDA Y TISBE
Cenerentola, ven aquí;
mis zapatos, mi cofia.
Cenerentola ven aquí.
Mis plumas, mi collar.
Tengo un plan en la cabeza:
soy la más hermosa, y triunfaré.
A una sonrisa, a una mirada,
Don Ramiro picará.

CENERENTOLA
Cenerentola, ven aquí,
Cenerentola, ve allá,
Cenerentola, sube,
Cenerentola, baja...
¡Esto es una algarabía!
¿Queréis acabar conmigo?
Todos van a divertirse,
y yo aquí a avivar el fuego.

ALIDORO
Un plan en la cabeza
parece que les bulle; 
pero se acerca el desengaño; 
quiero reír hasta estallar.

CABALLEROS
Un plan en la cabeza
parece que les bulle;
el combate se avecina,
el instante de triunfar.

CLORINDA
(hace que Cenerentola dé una moneda a los
seguidores del príncipe, que se retiran)
Dales medio escudo. Gracias.
Estamos a las órdenes del príncipe.

(Observando al pobre y 
arrugando la nariz)

¿Aún estáis aquí?
¡Qué hedor! Iros u os arrepentiréis.

CENERENTOLA
(acompañando a Alidoro hasta la puerta)
Ese medio escudo yo luego os habría dado;
pero no tengo medio sueldo. 
Mi corazón dividiría
para dárselo a un infeliz.

ALIDORO
(a Cenerentola)
Quizá mañana seréis feliz.

(Alidoro se va.)

TISBE
Cenerentola, rápido
Prepara las cintas, los mantos.

CLORINDA
Los ungüentos, las pomadas

TISBE
Mis diamantes

CENERENTOLA
Por piedad, queridas hermanas...

CLORINDA
(alterada)
¡Qué hermanas!
No profanes así ese nombre.

TISBE
(amenazándola)
¡Y que esa palabra no salga más de tu boca!

CENERENTOLA
(para sí)
Siempre tengo que sufrir los nuevos caprichos

(Sale por la izquierda)

TISBE
No hay tiempo que perder

CLORINDA
Es preciso decírselo
a nuestro padre.

(Se pelean entre ellas, impidiéndose 
mutuamente entrar por la derecha.)

TISBE
Quiero ser la primera
en darle la noticia.

CLORINDA
¡Ah! Perdón,
yo soy la mayor.

TISBE
No, no, quiero decírselo yo.

(Con una cólera creciente)

CLORINDA
Eso me toca a mí.
Voy a despertarle. Ven detrás de mí.

TISBE
¡Ah! No lo conseguirás.

CLORINDA
(mirando hacia fuera de la escena)
Aquí le tenemos.

Escena Segunda

(Don Magnífico y los anteriores; después 
Cenerentola. Don Magnífico con rostro
amenazador, sale con gorro de dormir y bata)

DON MAGNÍFICO
Mis retoños femeninos,

(Rehusando darles la mano para besarla)

¡os repudio, me avergüenzo!
Me habéis estropeado
un magnífico sueño.

(para sí, observándolas; Clorinda y Tisbe 
ríen cuando no las mira) 

¡Cómo las he mortificado!
¡Dignas hijas de un barón!
Ea, silencio y atención.
Escuchad lo que he soñado. 
He soñado en un claroscuro 
con un hermosísimo jumento; 
un jumento, pero solemne. 
De repente, ¡oh, qué portento! 
En la espalda, a centenares, 
le empezaron a salir plumas, 
¡y por los aires, zas, voló! 
Y en la punta de un campanario 
como en un trono se detuvo. 
Por debajo se escuchaba 
las campanas repicar... 
din, don, din, don....
Cuando vosotras con vuestra charla 
me habéis venido a despertar. 
Pero aquí va la explicación 
de un sueño tan extraordinario. 
¿El repique suena a fiesta? 
Indica alegría en casa. 
¿Y las plumas? Sois vosotras. 
¿Y el gran vuelo? Es un adiós a la plebe. 
¿Falta ahora el asno? 
Pero ese asno soy yo. 
Quien os mire verá claramente 
que el jumento es el padre. 
Fecundísimas reinas 
las dos llegaréis a ser; 
y el abuelo una docena 
de nietezuelos abrazará. 
Un rey chiquitín aquí...
Servidor, servidor, 
un rey pequeñín allá... 
Eso será mi gloria.

(Interrumpiendo y cortando 
a Don Magnífico) 

CLORINDA
Sabed que pronto...

TISBE
El príncipe Ramiro...

CLORINDA
Que hace tres días, que en la deliciosa...

TISBE
... que esta a media milla de aquí,
ha venido a vivir...

CLORINDA
Va a elegir esposa...

TISBE
Nos mandó invitar...

CLORINDA
Y dentro de poco...

TISBE
... vendrá a buscarnos...

CLORINDA
... y la más hermosa será la elegida.

DON MAGNÍFICO
(con aire de estupor e  importancia)
Hijas mías, ¿qué decís?
¡Aquel gran príncipe! Aunque no lo conozco...
¡Elegirá...! ¡Os ha invitado... 
esposa... más hermosa!
A mí me va a dar algo.
Bien, continuemos hablando..
Yo estoy sobrecogido,
y siento en la médula espinal
serpentear el principado. En una palabra,
mi sueño se hace realidad,
y el asno vuela

(Cenerentola entra, sirve el café y lo lleva
a la habitación de Don Magnífico)

Cenerentola, de prisa, 
tráeme el café. Hijas de mis entrañas, 
la mitad de mi palacio está ya en ruinas 
y la otra se bambolea. Haced honor, 
apuntalémoslo. 

(Yendo y viniendo, y reprendiendo 
a sus hijas, que van a entrar)

Hijas, utilizad el cerebro. 
Hablad con puntos y comas. 
Por caridad: mirad como os vestís: 
se trata de convertiros en princesas. 

(Entra en sus aposentos. 
Clorinda y Tisbe entran en los suyos.)

Escena Tercera

(Don Ramiro vestido de escudero. 
Mira a su alrededor y avanza poco a poco)

DON RAMIRO
Esto está desierto. ¿Amigos?
Nadie responde. Con este 
aspecto simulado...
observaré a las bellas. ¿No viene nadie?
Esperanzas me ha dado
el docto Alidoro
de que aquí, sabia y amable,
digna de mí, sabré encontrar esposa.
¡Casarse sin amor! ¡Ley tirana,
que en la flor de mi juventud
a tan difícil elección me obliga!
Busquemos, veamos.

Escena Cuarta

(Cenerentola, canturreando entre dientes, 
con un plato  una taza de caté, entra 
distraída en la habitación) 

CENERENTOLA
Érase una vez...

(Se encuentra cara a cara 
con don Ramiro y se le cae 
todo de las manos.)

¡Ah!, ¿qué he hecho?

DON RAMIRO
¿Qué ha sido?

CENERENTOLA
¡Qué palpitaciones!

DON RAMIRO
¿Soy acaso un monstruo?

CENERENTOLA
(primero distraída, luego corrigiéndose 
con naturalidad)
Sí... no, señor.

DON RAMIRO
(para sí)
No sé que suave expresión
ha brillado en sus ojos.

CENERENTOLA
(para sí)
¡Quisiera saber por qué
palpitó mi corazón!

DON RAMIRO
Le hablaría... y no me atrevo.

CENERENTOLA
Hablar quisiera, y en cambio callo.

CENERENTOLA Y DON RAMIRO 
Una gracia, un cierto encanto,
parece que brille en su rostro. 
¡Qué sonrisa tan hermosa! 
Penetra en el alma e infunde esperanza.

DON RAMIRO
(a Cenerentola)
Busco a las hijas del barón.
¿Dónde están? Aquí no las veo.

CENERENTOLA
Están allí, en los otros aposentos.
En seguida saldrán. 

(Para sí)

Adiós, esperanza.

DON RAMIRO
(con interés)
Pero, perdonad, ¿vos quién sois?

CENERENTOLA
¿Quién soy? Pues no lo sé.

DON RAMIRO
¿No lo sabéis?

CENERENTOLA
Mas bien no.
El que es padre, no es padre...

(En voz baja, acercándosele, e inmediatamente
corrigiéndose y haciéndose un lío)

Y además las dos hermanas...
Mi madre era viuda...
Pero también era madre de ellas
este padre lleno de orgullo...

(Para sí)

Está claro que me lío.

(En voz alta)

¡Oh! Excusadme, perdonad
mi sencillez.

DON RAMIRO
Me seduce, me enamora
su sencillez.

CLORINDA Y TISBE
(desde sus aposentos, llamando varias veces)
¡Cenerentola, ven aquí!

DON RAMIRO
¿Qué son esas voces?

CENERENTOLA
A poniente y a levante,
a siroco y a tramontana,
no tengo paz ni un solo instante.
Todo, todo me toca a mí

CLORINDA Y TISBE
¡Cenerentola!

CENERENTOLA
(ora hacia una puerta, 
ora hacia la otra)
Voy, voy.
¡Adiós, señor!

(Con pasión, para sí)

¡Ah! Dejo aquí mi corazón:
este corazón ya no me pertenece.

DON RAMIRO
(para sí)
Ese acento, ese semblante,
algo tiene de sobrehumano.
Yo me pierdo en este instante;
ni a mí mismo me reconozco.

(Abstraído, mirando siempre a Cenerentola)

¡Qué inocencia! ¡Qué candor!
¡Ah! Mi corazón vuela.
¡Este corazón ya no me pertenece!

CENERENTOLA Y DON RAMIRO
¡Ah! Le abandono/me arrebata el corazón.
Este corazón ya no es mío.

CLORINDA Y TISBE
(desde sus aposentos, llamando varias veces)
¡Cenerentola, ven aquí!

(Sale Cenerentola.)

Escena Quinta

(Don Ramiro solo. Luego aparece 
Don Magnifico vestido de gala, sin sombrero)

DON RAMIRO
No sé qué decir. ¡Cómo en tan humilde ropaje
un rostro tan gentil! Pero Don Magnífico
sigue sin aparecer. Anunciar quisiera
la llegada del príncipe disfrazado.
¡Feliz idea!
Como simple escudero
el corazón de las mujeres
sabré descubrir mejor. Dandini entretanto
desempeñando el papel de príncipe...

(Entra Don Magnífico.)

DON MAGNÍFICO
Os pido un millón de perdones.
Decid: ¿y su alteza el príncipe...?

DON RAMIRO
Llegará en seguida.

DON MAGNÍFICO
¿Cuándo?

DON RAMIRO
¡En tres minutos!

DON MAGNÍFICO
(agitado)
¡Tres minutos! ¡Ay, hijas!
Daos prisa: ¿qué falta?
Las voy a azuzar. Disculpad: con estas 
benditas muchachas
un siglo es un momento de toilette.

(Va a buscarlas.)

DON RAMIRO
¡Qué ridículo! Y Alidoro, mi maestro,
afirma que entre estos muros
mora la bondad más pura.
Basta, basta, lo veremos. Conviene que 
me acerque a sus hijas...
¡Qué fragor! No me engaño, aquí está Dandini.

Escena Sexta

(Caballeros, Dandini, Don Magnífico, 
Clorinda y Tisbe.)

CABALLEROS
Apresúrate a elegir esposa.
El tiempo pasa volando:
la línea principesca,
si no, se extinguirá.

DANDINI
Como una abeja en los días de abril
va volando ligera y alegre;
corre al lirio, después salta a la rosa,
buscando la flor más dulce;
así yo a las bellas miro y remiro: 
y pese a haber visto tantas y tantas 
no encuentro un buen tino, un semblante, 
un bocado digno de mí.

(Salen Clorinda y Tisbe, y son presentadas
por Don Magnífico a Dandini)

CLORINDA
Príncipe

TISBE
Señor...

CLORINDA Y TISBE
¡Qué favor!

DON MAGNÍFICO
¡Qué diluvio, qué chaparrón de honores!

DANDINI
Nada, nada. 

(primero a una, luego a la otra)

¡Linda! ¡Graciosa!

(acercándose a Ramiro, en voz baja)

¿Digo bien? Son el retrato de papá.

DON RAMIRO
(en voz baja)
¡Bestia! Al tanto, apártate.

DANDINI
(a las dos hermanas, 
que le miran con pasión)
Por piedad, bajad esos ojos.
Galopando echa a correr la razón,
y abatida por los disparos de un cañón doble,
abierta la brecha en mí ya está.
¡Linda! ¡Graciosa!
Son el retrato de papá.

(Para sí)

Pero cuando se acabe esta comedia,
¡qué tragedia deberá comenzar!

CLORINDA Y TISBE
(cada una para sí)
Me mira, suspira, se agita,
no hay duda, es ya mi esclavo.

DANDINI
¿Digo bien?

DON RAMIRO
¡Bestia!

DANDINI
Gracias.

DON RAMIRO
(siempre mirando con interés
si vuelve Cenerentola, en voz baja)
¡Ah! ¿Por qué no saldrá aquella otra
con ese aire de gracia y bondad?

DON MAGNÍFICO
(para sí, observando a Dandini
que parece enamorado)
Ya está cocido, recocido, exprimido.
La excelencia se convierte en majestad.

CABALLEROS
Apresúrate a elegir esposa,
el tiempo pasa volando.
la línea principesca,
si no, se extinguirá.

DANDINI
(observando a Clorinda, Tisbe y Don Magnífico)
¡Fantástico, que bellas estampas!
¡Qué boquita! ¡Qué ojos!
Sois la octava y novena maravilla;
ya se ve: "tali patris, talem filia".

CLORINDA
(inclinándose)
¡Gracias!

DON MAGNÍFICO
(haciendo una reverencia)
Alteza de las altezas,
¿qué decís? Me confundís: flaqueo.

DANDINI
Auténticas figuras etruscas.

(a Ramiro en voz baja)

¿Digo bien?

DON RAMIRO
(en voz baja a Dandini)
Empiezas a soltarlas gordas.

DANDINI
(en voz baja a Ramiro)
Mi papel es de importante, 
y si importante soy
gordas las he de soltar.

DON MAGNÍFICO
(en voz baja, a las hijas, con amabilidad)
¡Hermoso príncipe!
¡Que no se os escape, atentas!

DANDINI
Ahora pues, continuando el discurso
que no he comenzado,
de regreso de mis largos viajes,
y hallando que mi padre,
que ha pasado a mejor vida,
en el momento de morir ordenó
en sus voluntades que me casase,
o si no quedaba desheredado;
he mandado invitar a todo el vecindario,
y si encuentro un bocado delicado,
para mí me lo reservo;
he dicho, he dicho y ahora tomo aliento.

DON MAGNÍFICO
(sorprendido, para sí)
¡Qué sublime elocuencia!

CENERENTOLA
(entrando observa el traje del Príncipe,
y Ramiro que la mira)
¡Ah! ¡Qué hermoso traje!
Y el otro me está mirando.

DON RAMIRO
(para sí)
¡Hela ahí!
¡Cómo me palpita el corazón!

DANDINI
Bellas muchachas,
si os dignáis, tomad el brazo
de nuestros caballeros, la carroza espera.

CLORINDA
Vamos.

TISBE
Papá, excelencia,
no tardéis en venir.

(Salen Clorinda y Tisbe.)

DON MAGNÍFICO
(volviéndose a Cenerentola)
¿Qué haces tú aquí?
El sombrero y el bastón.

CENERENTOLA
¡Ah! Sí, señor.

(Sale.)

DANDINI
Venid pronto a pisar
con vuestros pies baroniles
mis magníficos reales salones.

(Sale)

DON MAGNÍFICO
Subid a la carroza, ya vengo.

(Va a la habitación donde ha 
entrado Cenerentola.)

DON RAMIRO
(para sí)
Quiero volver a verla.

DON MAGNÍFICO
(desde dentro encolerizado)
Déjame.

DON RAMIRO
(para sí)
¿La riñe?

CENERENTOLA
(aparece)
Escuchad.

DON MAGNÍFICO
(sale con sombrero y bastón retenido
con ingenuidad por Cenerentola)
El tiempo vuela.

DON RAMIRO
(para si)
¿Qué querrá?

DON MAGNÍFICO
(a Cenerentola)
¿Quieres dejarme?

CENERENTOLA
Una palabra.
Señor, una palabra:
a casa de este príncipe,
una hora, tan sólo una hora,
llevadme a bailar.

DON MAGNÍFICO
¡ji, ji! ¡La bella Venus!
¡Bonita! ¡Presuntuosa!
¡Descarada! ¡Sucia!
Déjame, debo irme.

DANDINI
(regresando y observando  
a Ramiro inmóvil)
¿Qué pasa? 
¿Os habéis convertido en una estatua?

DON RAMIRO
(en voz baja a Dandini)
Silencio y observemos.

DANDINI
Pero, ¿nos vamos o no?

DON RAMIRO
Se me parte el corazón.

CENERENTOLA
Pero media hora... un cuarto...

DON MAGNÍFICO
(Levantando amenazador el bastón)
Déjame o te hago trizas.

DON RAMIRO Y DANDINI
(agarrando a Don Magnífico)
Deteneos.

DON MAGNÍFICO
(Sorprendido, inclinándose ante Dandini)
¡Serenísima...!

(Ora a Dandini ora a Cenerentola)

Vete... ¡Gran alteza!
¡Criada tan ignorante

DON RAMIRO Y DANDINI
(Ora a Don Magnífico, ora a Cenerentola)
¿Criada?

CENERENTOLA
Es decir...

DON MAGNÍFICO
(tapándole la boca con la mano, 
interrumpiéndola)
Rastrera,
de bajísima extracción,
quiere hacerse la suficiente,
la amable, la agradable,
y no es buena para nada.

(Amenazándola y arrastrándola)

Ve a la habitación, ve a la habitación
a quitar el polvo.

DON RAMIRO
(para sí, con indignación reprimida)
La cólera
ya no puedo contener.

DANDINI
(oponiéndose con autoridad)
Pero, querido Don Magnífico,
vamos, no la maltratéis.

CENERENTOLA
(con acento ingenuo)
¡Ah! ¿Siempre entre ceniza,
siempre tendré que estar?
Señores, persuadidle;
llevadme a bailar.

(En el instante en que Don Magnífico se aparta
de Cenerentola, empujado por Dandini, entra
Alidoro con un libro de registros abierto.)

ALIDORO
Aquí en mi registro
de solteras,
con Don Magnífico
viven tres hermanas;

(A Don Magnífico con autoridad)

ahora que el príncipe
va a elegir esposa,
la tercera hija
vengo a pediros.

DON MAGNÍFICO
(confuso y alterado)
¿Qué tercera hija
me estáis ahijando?

ALIDORO
Tercera hermana...

DON MAGNÍFICO
(aterrorizado)
Ella...murió.

ALIDORO
Sin embargo, en el registro no consta.

CENERENTOLA
(para si)
¡Ah! ¡Están hablando de mi!

(colocándose en medio con ingenuidad)

No, no murió.

DON MAGNÍFICO
(a Cenerentola) 
Silencio ¡Quédate quieta aquí!

ALIDORO
¡Mirad aquí!

DON MAGNÍFICO
(Cenerentola se va a una esquina)
Si abres la boca
te mato.

DON RAMIRO Y DANDINI
¿Murió?

DON MAGNÍFICO
(tembloroso)
¡Alteza, murió!

(Un instante de silencio.)

LOS CINCO
(mirándose entre ellos)
En el rostro estático
de cada uno
se lee el torbellino
que inunda su cerebro,
que oscila y duda
e incierto se muestra.

DON MAGNÍFICO
(entre dientes, lleva a Cenerentola a un lado)
Si vuelves a pronunciar
una sola sílaba,
esto se convertirá
en un cementerio.

CENERENTOLA
(con pasión)
Ay, socorredme...
Ay, no me dejéis...
¡Ah! ¡Pobre de mí!
¿Qué me pasará?

ALIDORO
(interponiéndose)
Vamos, menos ruido;
a callar,
o tendremos
un escándalo.

DON RAMIRO
(a Cenerentola, separándola 
de Don Magnífico)
Vamos, consolaos:
señor, dejadla.

{para sí)

Mi cólera
va en aumento.

DANDINI
(a Cenerentola)
¿Soy un príncipe
o una birria?
Idos al diablo.
Venid aquí.

(Separa a Cenerentola de Don Magnífico y se lo 
lleva. Todos siguen a Dandini Cenerentola corre
a la habitación. Se cierra la puerta del medio)

Escena Séptima

Escena escrita por Jacopo Ferretti y musicada
por Rossini para el bajo Gioacchino Moncada 
(Teatro Argentina, Roma 1821). Reemplazó a 
la escena original, musicada por 
Luca Agolini.

(Tras algunos momentos de silencio entra 
Alidoro pobremente vestido, con capa de 
peregrino y traje de filósofo debajo, 
llamando a Cenerentola)

ALIDORO
Sí, todo cambiará. El rabioso orgullo
en polvo acabará, juguete del viento;
y al tierno lamento
le sucederá la sonrisa.

(Llamando hacia la habitación de Cenerentola)

Hija... hija...

CENERENTOLA
(Sale y queda sorprendida)
¿Hija me llamáis? ¡Oh, ésta es buena!
El padrastro barón
no quiere ser mi padre; y vos... en cambio, 
mirando vuestros harapos... y los míos...
Digna hija sería de un padre así.

ALIDORO
Callad, hija, y venid conmigo.

CENERENTOLA
¿Con vos? ¿A dónde?

ALIDORO
A la fiesta del príncipe.

CENERENTOLA
Pero decidme, peregrino,
¿por que os di tan escasa colación
venís a burlaros de mí? ¡Fuera... iros!
Quiero cerrar la puerta...
Podrían entrar ladrones, 
y entonces... entonces
sí que estaría fresca. 

ALIDORO
¡No! ¡Sublima el pensamiento!
¡Todo ha cambiado para ti!
Pisarás más tesoros que barro,
conquistarás todos los corazones. 
Ven conmigo y no temas; para ti desde lo alto
me inspira un Dios cuyo trono no se tambalea. 
Y si todavía dudas, ¡mira quién soy! 

(En el momento que ella se vuelve, 
Alidoro arroja la capa)

Allí en los misterios profundos del cielo, 
sobre el altísimo trono del poder, 
vela un Dios, señor del mundo; 
bajo cuyo pie murmura el trueno. 
Lo sabe todo, lo ve todo y no deja 
que en la angustia muera la bondad. 
Entre la ceniza, el llanto y el afán 
el te ve criatura inocente, 
y cambiando tu estado tirano 
en medio del horror lanza un rayo de luz. 
No, no, no, no temas. Ha cambiado la escena: 
tu pena atenuándose va. 

(Se oye acercarse una carroza)

¿No te parece oír 
un creciente murmullo? 
¡Ah, alégrate: mi coche 
te conducirá al triunfo! 
Me miras, te sientes confusa... 
Eh, jovencita, ¿no contestas? 
Desconcertada está tu cabeza 
y da vueltas en todas direcciones, 
como barco en una gran tempestad 
que, a cada ola, sube y baja. 
Pero ya ha pasado lo peor, 
la serenidad resplandece. 
El destino se ha transformado: 
la inocencia triunfará.

(Abren la puerta; se ve una carroza.
Cenerentola sube a ella, Alidoro cierra
la puerta y se escucha la salida de la carroza)

 Escena Octava

(Sala en el palacio de Don Ramiro. Dandini 
entra con Clorinda y Tisbe cogidas del brazo;
Don Magnífico y Don Ramiro)

DANDINI
¡Bravo, bravo, bravo!
¡Mi querido Don Magnífico! Sobre las vides, 
la vendimia y el vino
me habéis hecho una disertación.
Alabo vuestro talento.

(a Don Ramiro) 

Se ve que ha estudiado.

(a Don Magnífico)

Condúzcasele al momento
donde se conserva nuestro vino.
Y si se mantiene firme y derecho
a la trigesimotercera cata,
lo promuevo al honor de bodeguero.
Distingo los talentos y premio a los sabios.

DON MAGNÍFICO
Príncipe, vuestra alteza
es un pozo de bondad. Cuanto más se saca
más queda por sacar.

(En voz baja a sus hijas)

¿Veis, hijitas?
No resiste a vuestros méritos,
de ello es mi promoción indicio seguro.

(En voz alta)

Clorindita, Tisbina,
entretened al rey. Voy a la bodega.

(Sale)

DON RAMIRO
(en voz baja a Dandini)
Examina, indaga, y fiel relato 
de todo me harás. 
Yo también voy, dentro de poco
a sondear en su corazón. 
El atractivo de un rostro 
gracioso pasa con la edad. Pero el corazón...

DANDINI
(A Ramiro)
Yo creo que el corazón es como un melón
cortado en rodajas,
la inteligencia, unos timbales sonoros,
y el cerebro una casa vacía.

(Alzando la voz, como si continuara
una conversación)

Mi voluntad ha realizado un decreto.
Ejecutad inmediatamente mis órdenes.

(A Ramiro)

¿Lo habéis oído?

DON RAMIRO
Lo he oído.

DANDINI
Fiel vasallo, adiós.

(Sale Don Ramiro)

Escena Novena

(Dandini, Clorinda y Tisbe.)

DANDINI
(a los jóvenes)
Ahora soy vuestro.
Juraría que os han hecho con un torno,
y que un amor ciego
ha sido el fabricante.

CLORINDA
(atrayendo a Dandini)
Con permiso:
la mayor soy yo, por eso le ruego
que me otorgue preferencia.

TISBE
(como la otra)
Con su venia:
la menor soy yo,
envejeceré más tarde.

CLORINDA
Perdone: es una niña,
no sabe nada de nada.

TISBE
Permitid: ella no es mas que agua sin sal
No hace ni bien ni mal.

CLORINDA
Por Dios. Yo tengo unos derechos
que pretendo hacer valer.

TISBE
Perdonad. Podéis ver
que no necesito el carmín.

CLORINDA
Escuchad. 
Sus mejillas son blancas como el yeso.

TISBE
Atended...

CLORINDA
Haced el favor

DANDINI
(deshaciéndose de ellas algo encolerizado)
Hermosas almas,
¿me queréis partir en dos?
No temáis.

(a Clorinda)

Poseo un par de ojos reales
y no necesito gafas.

(a Tisbe)

Confía en mí,
queridita mía,

(a Clorinda)

mi corazón late sólo por ti.

(Sale)

TISBE
Me inclino ante Vuestra Alteza.

CLORINDA
Y yo ante Vuestra Alteza.

(Irónicamente entre ellas)

TISBE
Iré a llevaros cierto memorial.

CLORINDA
Lectum.

TISBE
Lo veremos.

CLORINDA
Quizá sí, quizá no.

TISBE
¡Qué mundo!

CLORINDA
Me inclino ante vos.

TISBE
¡Oh! Yo hasta el suelo.

(Salen en direcciones opuestas)

Escena Décima

(Salón en el palacio del príncipe Don Ramiro. 
Mesa con recado de escribir. Don Magnífico a
quien los caballeros le ponen una capa bordada
con racimos de uva y ellos saltan y bailan
a su alrededor siguiendo el ritmo de la música
con los pies.)

CABALLEROS
Bien, habiendo 
catado ya treinta botas;
y bebido ya por tres
sin llegar a tambalearos;
a su majestad le place
nombraros bodeguero:
intendente de las copas
con amplia autoridad,
presidente de la vendimia,
director de bacanales;
por lo que todos en torno a vos
nos reunimos a bailar.

DON MAGNÍFICO
¿Intendente...? ¿Director...?
¿Presidente...? ¿Bodeguero...?
¡Gracias, gracias! ¡Qué placer!
¡Qué gozo siento... en el corazón!
Venid a escribir
lo que vamos a dictar.

(Se colocan alrededor de la mesa y escriben)

Queremos
seis mil ejemplares.

CABALLEROS
Dispuestos a escribir
ya estamos todos.

DON MAGNÍFICO
Nos, Don Magnífico

(observando cómo escriben)

Esto en mayúsculas.
¡Bestias! ¡Mayúsculas!
¡Bravo! Así.
Nos, Don Magnífico,
duque y barón
del antiquísimo
Monte Fiascone;
gran intendente,
gran presidente,
con los demás títulos,
con veinte etcéteras,
con toda nuestra
autoridad,
ordenamos
a quien esto leyere:
no volver a echar
en quince años
en el vino
una sola gota de agua,
alias capietur
et stranguietur.
Para que etcétera,
por lo cual etcétera,
en el año etcétera,
barón etcétera.

(Firmando)

CABALLEROS
Barón, etcétera. 
Ya está

DON MAGNÍFICO
Ahora que se publique
por la ciudad.

CABALLEROS
La comida a punto
vamos a disponer:
vino a discreción se beberá.

DON MAGNÍFICO
Gran premio
de dieciséis piastras
a quien más Málaga
llegue a beber.

(Salen saltando alrededor de Don Magnífico.)

Final Primero

Escena Undécima

(Dandini y Don Ramiro corren por delante del
palco y observan por todas partes)

DON RAMIRO
(en voz baja)
Bajo, bajo: suave, suave:
sin estrépito, en voz baja.
¿Qué carácter tienen las dos?
Exactitud y sinceridad.

DANDINI
En voz baja, a medio tono,
en confianza total,
son una mezcla de insolencia,
de capricho y vanidad.

DON RAMIRO
Y Alidoro me decía
que una hija del Barón...

DANDINI
¡Ah! El maestro posee una gran cabeza;
no existe otro bobo como él.

(para sí)

Son dos autenticas veletas...
mas conviene disimular.

DON RAMIRO
(Para sí)
Case con ellas quien quiera
Prosigamos con nuestro juego.

Escena Duodécima

(Clorinda acude por un lado
y Tisbe por el otro.)

CLORINDA
Principito, ¿dónde estáis?

TISBE
Principito, ¿dónde estáis?

CLORINDA Y TISBE
¡Ah! ¿Por qué me abandonáis?
Me haréis desesperar.

TISBE
Yo os quiero

CLORINDA
Os quiero yo.

DANDINI
Terminemos de una vez.
Casarme con dos hermanas
a un tiempo no es posible.
Desposo a una...

CLORINDA
(ansiosamente)
¿Y la otra?

DANDINI
La otra...

(señalando a Ramiro)

se la doy al amigo.

CLORINDA Y TISBE
¡No, no, no, no, no, no, no,
un escudero! ¡Qué va, qué va!

DON RAMIRO
(colocándose entre ambas, con dulzura)
Seré dócil, amoroso,
tiernísimo de corazón.

CLORINDA Y TISBE
(mirándolo con desprecio)
¡Un escudero! No, señor.
¡Un escudero! Eso no.

CLORINDA
¡Con un alma plebeya!

TISBE
¡Con un aspecto ordinario!

DON RAMIRO
Seré dócil... amoroso.

CLORINDA Y TISBE
(con afectación)
Me pongo enferma, me pongo enferma
sólo de pensarlo.

DANDINI Y DON RAMIRO
(riendo entre ellos)
La escenita es original:
Digna de ser contada.

Escena Decimotercera

(Coro de caballeros en el escenario, 
después Alidoro)

CABALLEROS
Venga, pase, adelante:
aquí no se hace antesala.

(Entra Alidoro.)

DON RAMIRO Y DANDINI
Sapientísimo Alidoro,
¿qué estrépito es éste?

ALIDORO
Viene una dama de incógnito,
un velo cubre su rostro.

CLORINDA Y TISBE
¡Una dama!

ALIDORO
Sí, señor.

CLORINDA Y TISBE
Pero, ¿quién es?

ALIDORO
No lo ha dicho.

CLORINDA Y TISBE
¿Es hermosa?

ALIDORO
Sí y no.

DANDINI Y DON RAMIRO
¿Quién será?

ALIDORO
No se sabe.

CLORINDA
¿No ha hablado?

ALIDORO
No, seño.

TISBE
¿Y viene aquí?

ALIDORO
¿Quién sabe para qué?

TODOS
¿Quién será? ¿Quién es? ¿Por qué?
No se sabe... ya se verá.

(Un momento de silencio)

CLORINDA Y TISBE
(en voz baja)
Los celos ya me abrasan,
ya me abandona la razón.

ALIDORO
(para sí)
Los celos ya las corroen,
han perdido la razón.

DON RAMIRO
(para sí)
Un secreto y extraño palpitar
me invade; ¿por qué?

DANDINI
(para sí)
Me he convertido en azúcar,
cuántas moscas a mi alrededor!

(Dandini hace señas a Alidoro 
de que haga pasar a la dama)

Escena Decimocuarta

(Caballeros y damas que preceden a 
Cenerentola, quien, rica y elegantemente 
ataviada, se adelanta cubierta con un 
velo)

CABALLEROS
¡Ah! Si cubierta con el velo
nos ha robado el corazón,
¿qué será cuando
descubra su rostro?

CENERENTOLA
Desprecio los dones que prodiga
la caprichosa fortuna;
quien me quiera por esposa debe ofrecerme
respeto, amor y bondad.

DON RAMIRO
(aparte)
El sonido de esta voz
no me es desconocido.
¿Por qué la esperanza aviva
y me hace sentir más grande?

DANDINI
Bellos ojos, que a través del velo
hacéis vibrar ardiente rayo,
levantadlo un minuto
al menos por educación.

CLORINDA Y TISBE
(en voz baja)
Veremos el gran prodigio
de esta extravagancia.

(Cenerentola se levanta el velo. Instante de 
sorpresa, de reconocimiento, de incertidumbre)

TODOS
(excepto Cenerentola)
¡Ah!

(cada uno para sí mirando a Cenerentola,
y Cenerentola a Ramiro)

Hablar... pensar... quisiera,
hablar... pensar no puedo. 
Es un encanto/engaño. ¡Dios mío! 
Ese rostro me aterró.

ALIDORO
(para sí)
Hablar... pensar... quisiera,
hablar... pensar no puedo. 
Amarla ya debería, 
no erró el golpe.

Escena Decimoquinta

(Don Magnífico entra y los anteriores)

DON MAGNÍFICO
¡Señor... Alteza, la mesa está lista!
Qué... có... quien ¡Sí, qué bestia!
¡Cuándo se habla de semejanzas!
¿No parece Cenerentola?

CLORINDA Y TISBE
También nos lo ha parecido a nosotras.
Pero mirándola mejor
La nuestra es grosera y encogida,
ésta tiene mejor porte;
pero tampoco es una Venus
que nos haga asombrar.

DON MAGNÍFICO
Aquélla está entre la ceniza,
sólo viste andrajos.

CENERENTOLA
(para sí)
El viejo mira y duda.

DON RAMIRO
(para sí)
Me mira y parece que tiemble.

DANDINI
Pero dejemos de parecer estatuas.
Sufre el esqueleto.
Vamos, vamos, a la mesa,
luego bailaremos,
y la más bella...
conmigo ha de casarse.

TODOS MENOS DANDINI
Vamos, vamos, a la mesa,
vamos a disfrutar.

DANDINI
(para sí)
Hoy que hago de príncipe
por cuatro voy a comer.

TODOS
Me parece estar soñando
entre jardines y bosquecillos,
los riachuelos susurrando,
las avecillas gorjeando; 
en un mar de delicias
el alma parece flotar.
Pero temo que bajo tierra
lentamente, poco a poco,
se encienda algún fuego,
y de improviso, de repente
estalle un terremoto,
que arrollando... con estrépito,
destrozando... y derribando
venga pronto a despertarme; 
y tengo miedo de que mi sueño 
se convierta tan sólo en humo.

 

 

 



Scena Settima Originale                             

ALIDORO 
Grazie, vezzi, beltà scontrar potrai 
Ad ogni passo; ma bontà, innocenza, 
Se non si cerca, non si trova mai. 
Gran ruota è il mondo... 

(chiama verso la camera di Cenerentola) 

Figlia! 

CENERENTOLA 
(esce e rimane sorpresa) 
Figlia voi mi chiamate? O questa è bella! 
Il padrigno Barone
Non vuole essermi padre, e voi...

ALIDORO 
Tacete. 
Venite meco.

CENERENTOLA 
E dove? 

ALIDORO 
Or ora un cocchio 
S'appresserà. Del Principe 
Anderemo al festin. 

CENERENTOLA 
(guardando lui, e le accenna gli abiti) 
Con questi stracci? 
Come Paris e Vienna? 
oh che bell'ambo. 

(Nel momento che si volge, 
Alidoro gitta il manto) 

ALIDORO 
Osservate. Silenzio. Abiti, gioie, 
Tutto avrete da me. Fasto, ricchezza 
Non v'abbaglino il cor. Dama sarete; 
Scoprirvi non dovrete. Amor soltanto 
Tutto v'insegnerà.

CENERENTOLA 
Ma questa è storia
Oppure una commedia?

ALIDORO 
Figlia mia, 
L'allegrezza e la pena 
Son commedia e tragedia, e il mondo è scena.
Il mondo è un gran teatro.
Siam tutti commedianti. 
Si può fra brevi istanti 
Carattere cangiar. 
Quel ch'oggi è un Arlecchino 
Battuto dal padrone, 
Domani è un signorone, 
Un uomo d'alto affare. 
Tra misteriose nuvole 
Che l'occhio uman non penetra 
Sta scritto quel carattere 
Che devi recitar. 

(S'ode avvicinare una carrozza.)

Odo del cocchio crescere 
Il prossimo fragore... 
Figlia, t'insegni il core, 
Colui che devi amar. 

(Aprono la porta; vedesi una carrozza. 
Cenerentola vi monta. Alidoro chiude la
porta e sentesi la partenza della carrozza)

Prosegui con la scena ottava. 

Escena Séptima Original

ALIDORO
Gracia, porte, belleza se podría encontrar
en cualquier momento; pero bondad, inocencia,
si no se busca, no se encuentra nunca.
La gran rueda del mundo...

(Llamando hacia la habitación de Cenerentola)

¡Hija!

CENERENTOLA
(sale y se queda sorprendida)
¿hija me llamáis? ¡Oh, ésta es buena!
El padrastro barón
no quiere ser mi padre, y vos...

ALIDORO
Callad.
Venid conmigo.

CENERENTOLA
¿A dónde?

ALIDORO
Ahora una carroza
se acercará. Iremos a la fiesta
del Príncipe

CENERENTOLA
(mirándolo y le señala su traje)
¿Con estos harapos?
¿Como en París y Viena? 
¡Oh, qué bellos los dos!

(En el momento que se vuelve, 
Alidoro arroja la capa)

ALIDORO
Observad. Silencio. Vestidos, joyas, todo
lo tendréis por mí. Que el fasto, riqueza
no os deslumbren el corazón. Dama seréis;
no debéis descubriros. Sólo con amor
se os revelará todo.

CENERENTOLA
¿Pero esto es una historia
o bien una comedia?

ALIDORO
Hija mía,
La alegría y la pena son comedia y tragedia,
y el mundo un escenario.
El mundo es un gran teatro,
y somos todos comediantes.
Se puede, por breves momentos,
cambiar las personalidades.
Quien hoy es un arlequín,
golpeado por el patrón,
mañana será un señor,
un hombre de grandes negocios
En las misteriosas nubes
que el ojo humano no puede traspasar
está escrito qué carácter
se debe representar.

(Se oye acercarse una carroza)

Oigo el ruido del coche
aumentar...
Hija, te muestra el corazón,
a quién debes amar.

(Abre la puerta; se ve una carroza.
Cenerentola va a subir. Alidoro cierra
la puerta y se oye alejarse a la carroza)

prosigue con la escena octava

Acto II