UNA COSA RARA

(Belleza y Honestidad)

 

Personajes

ISABEL

JUAN

CORRADO

LILLA

GHITA

LUBINO

TITA

LISARGO

Reina de España

Príncipe, Hijo de Isabel

Escudero Mayor

Campesina

Campesina

Campesino, Prometido de Lilla

Campesino, Prometido de Ghita

               Comendador, Hermano de Ghita           

Soprano

.

.

Soprano

Soprano

Barítono

Tenor

Bajo

 

La acción se desarrolla en un pueblo de Sierra Morena (España), a finales del siglo XV.

 

ATTO PRIMO


Sinfonia

Scena 1

(Gran pianura, in distanza veduta di 
collina praticabile, sopra la sommità 
della quale casa pastorale, con porta e
finestra; in maggior distanza veduta di
villaggio In fondo, alcuni albori.)

CORO DI CACCIATORI
Salva, salva, o Dea de' boschi,
lo splendor della Castiglia,
salva lei, che a te somiglia
in bellezza, ed onestà.
Tu la madre al figlio rendi,
e ad un Re la sua metà.

Scena 2

(La Regina, vestita da cacciatrice con
asta insanguinata, con seguito e Corrado.)

REGINA
Allegri, o miei vassalli; 
eccovi il fausto segno di mia vittoria;
grande il periglio fu, di gran valore al mio 
braccio fu d'uopo; estinta al fine
giace l'orribil belva,
ch'empia di strage e di terror la selva.

Se di lugubri strida
suonar le valli e i monti,
or di festose grida si faccian risuonar.

CORO DI CACCIATORI
Suoni pur di grati evviva
ogni riva ed ogni sponda,
e risponda da ogni speco
facil eco al nostro amor.
Viva l'astro d'Aragona,
ch'or corona il suo valor.

REGINA
Andiam, miei fidi, 
e ristoriamci un poco
della lunga fatica;
ma dov'è il figlio mio?

CORRADO
Dietro i vestigi vostri
il magnanimo Prence
spronò il destrier, 
quando il cinghial feroce
da voi vide inseguito.
Ma qualcuno s'inoltra:
eccolo!

Scena 3

(I suddetti e entra il 
Principe con fretta.)

PRINCIPE
Perchè mai nel sen, perchè,
cara madre ognor per te
palpitarmi il cor dovrà?

REGINA
Perchè mai nel sen, perchè,
caro figlio, ognor per me
palpitarti il cor dovrà?

CORRADO
Perchè mai nel sen, perchè,
gran Regina, ognor per te
palpitarci il cor dovrà?

I TRE
Deh, conserva a chi t'adora
una vita al ciel si cara

REGINA
Meco godi, amato figlio,
e discaccia il tuo timor.

PRINCIPE, CORRADO
In te vive il figlio ancora,
in te vive il genitor.

REGINA
Su via, mio caro figlio,
discacciate l'affanno; al gran cimento
è ver molto sudai; ma uccisa al fine
la formidabil fiera
la gloria accrebbe de' trionfi miei.

(Si vede venir da lontano Lilla, affannata)

Ma chi giù di quel luogo a questa volta
move rapido il passo?

PRINCIPE
Una fanciulla
a me rassembra, e di gentil sembiante.

CORRADO
Affannosa ed ansante,
real donna, a me par.

Scena 4

REGINA
Chi cerchi?

LILLA
La Re gi na

REGINA
Io son la stessa.

(S'inginocchia)

LILLA
Ah, pieta de merce de soccorso!
dal timor dal tormen to dal corso
son si stanca che il fiato mi manca
ed ho lena d'appena parlar.

REGINA
Sorgi, calma l'affanno, 
e quel che brami
esponi, o giovin bella, 
e l'otterrai.

PRINCIPE
(A Corrado)
Amico, hai vista mai
fanciulla più gentile di costei?

CORRADO
Non ha beltà la Spagna uguale a lei.

LILLA
Signora, al regio piede
per implorar pietà mi guida amore:
il più vago pastore
delle nostre contrade amato m'ama,
in sposa ei mi brama, e se uguaglianza
di costume, di stato, e di desio
può nodo marital render felice,
un più fasto imeneo sperar non lice.

REGINA
E chi potrebbe opporsi
ad affetto sì bello?

LILLA
Un barbaro fratello,
che sol per vanità
la mia destra promise al Podestà.

REGINA
Il tuo amante dov'è?

LILLA
Da questo loco
allontanato, sia ventura od arte,
lasciò spazio frattanto al fratel mio
di tentar che per forza io dia la mano
a l'odiato da me brutto villano!
E se da quella stanza ov'ei mi chiuse
con disperato ardire
dal balcone saltando io non fuggìa,
del vil bifolco già preda sarei,
e il mio caro Lubin perduto avrei.

REGINA
Calma l'affanno,
Lilla vezzosa,
sarai sua sposa,
fidati in me.
Bella ti vedo,
saggia ti credo;
sarà, se l'ami,
degno di te.

Figlio, vo' a riposarmi. Or voi, Corrado,
voi che siate sua guida al nostro tetto,
alla vostra prudenza io la commetto.

CORO
Suoni pur di grati evviva, ecc.

(La Regina parte col suo seguito.)

ACTO PRIMERO


Sinfonía

Escena 1

(Gran llanura, a lo lejos se ve una
colina transitable, encima de la 
cual hay una casa rústica con puerta
y ventana. Más lejos se ve el pueblo.
Al fondo algunos árboles. )

CORO DE CAZADORES 
¡Salve, salve, diosa de los bosques,
esplendor de Castilla, 
sálvala, que a ti asemeja 
en belleza y honestidad!
Retorna la madre al hijo 
y a un Rey su mitad

Escena 2

(La Reina, vestida de cazador,
con séquito y Corrado)

REINA 
Alegraos, mis vasallos, aquí está 
el fausto signo de mi victoria;
grande fue el peligro y un gran valor 
a mi brazo fue necesario; 
al fin muerta yace la horrible fiera
que de terror llenaba la selva. 

Si lúgubres aullidos 
sonaban por valles y montes, 
ahora gritos alegres resonarán.

CORO DE CAZADORES
Suenen "vivas" de gratitud 
por toda ribera y orilla 
y responda dentro de cada cueva
el eco de nuestro amor.
¡Viva la estrella de Aragón, 
que ahora su valor premia!

REINA 
Vayamos mis fieles, 
y descansemos 
de la prolongada fatiga;
pero... ¿dónde está mi hijo?

CORRADO 
Detrás de vuestros pasos 
el magnífico Príncipe
espoleó al corcel,
cuando el jabalí feroz
a vos perseguía.
Pero alguien se acerca: 
¡Aquí está!

Escena 3

(Los anteriores y entra 
el Príncipe con prisa)

PRÍNCIPE 
¿Por qué en mi pecho, por qué, 
amada madre siempre por ti 
el corazón deberá palpitarme?

REINA 
¿Por qué en mi pecho, por qué, 
amado hijo siempre por mí
el corazón deberá palpitarte?

CORRADO 
¿Por qué en mi pecho, por qué, 
gran reina siempre por ti 
el corazón deberá palpitarnos?

LOS TRES
¡Ah! Concédele a quien te adora 
una vida tan querida como el cielo.

REINA 
Encuentra la paz conmigo, amado hijo, 
y disipa tu temor.

PRÍNCIPE, CORRADO 
En ti vive todavía el hijo, 
en ti vive el padre.

REINA 
Valor, querido hijo, 
disipa el anhelo; 
la lucha ha sido muy fatigosa, 
pero muerta al fin, la formidable fiera,
la gloria acentúa mi triunfo.

(se ve llegar a Lilla presurosa.)

Pero, ¿quién desde aquel paraje 
viene tan deprisa?

PRÍNCIPE
Una muchacha me parece, 
y de gentil semblante.

CORRADO 
Presurosa y anhelante 
parece una mujer noble.

Escena 4

REINA
¿A quién buscas?

LILLA 
A...la... Rei.... na.

REINA 
¡Yo soy!

(Se arrodilla)

LILLA 
¡Ah, piedad... merced... socorro! 
del te...mor,... de correr...,
estoy tan cansada... .. que me falta... 
el aliento... apenas... puedo hablar.

REINA 
¡Levántate y calma el ansia!
Dime lo que deseas,
bella joven, 
y lo obtendrás.

PRÍNCIPE 
(A Corrado) 
Amigo, ¿habíais visto, alguna vez,
muchacha mas gentil?

CORRADO 
No hay en España belleza igual.

LILLA 
Señora, al real pie 
para implorar piedad el amor me guía. 
El pastor más gentil 
de nuestra comarca me ama, 
y por esposa me pide, y si la igualdad 
en costumbres, estado y deseo 
puede hacer feliz el vínculo marital, 
no habrá una boda más feliz

REINA 
Y ¿quién puede oponerse 
a un amor tan hermoso?

LILLA 
Un bárbaro hermano, 
que sólo por vanidad, 
mi mano prometió al Comendador.

REINA
¿Dónde está tu amante?

LILLA  
¡De este lugar marchó,
por casualidad o mala fe,
permitiendo a mi hermano
obligarme a dar mi mano
al odiado villano!
Y desesperada,
si de aquella habitación encerrada
no huyo saltando por el balcón,
del vil grosero ya sería presa
y hubiera perdido a mi querido Lubino.

REINA 
Calma el anhelo
Lilla bonita,
serás su esposa,
confía en mí.
Bella te veo,
sabia te creo,
será, si le amas,
digno de ti.

Hijo voy a descansar; a vos Corrado,
a vuestra prudencia la confío,
vos seréis su guía en nuestro techo.

CORO
Resuenen "vivas" de gratitud,...

(La Reina sale con su séquito)
Scena 5

(Corrado, il Principe, e Lilla.)

PRINCIPE
Amico, mi consolo
che sei fatto 
custode di fanciulle.

CORRADO
Signor, dell'età mia
è per me questo un infelice indizio.

(Fra sè)

è un idolo costei; ci vuol giudizio.

PRINCIPE
Oh quanto volontieri
con te mi cangierei
per esser io guardiano di costei.
Venite qui, ragazza.

LILLA
Signor

PRINCIPE
Avvicinatevi,
non abbiate paura.

CORRADO
(Fra sè)
Che modestia, che grazia, 
che figura!
Se mi scappa mio danno.

PRINCIPE
Il vostro nome?

LILLA
Lilla, a' comandi suoi.

PRINCIPE
Oh che bel nome! 
E bello come voi.

LILLA
Grazie alla sua bontà.

PRINCIPE
Perchè vi ritirate?
Datemi la manina.

(Vuol prenderla per mano.)

LILLA
Oh mi perdoni,
sono nubile ancora e son villana,
e non la diedi ancora a chi che sia.

PRINCIPE
Sentite; se io v'amassi
amereste voi me?

CORRADO
(Fra sè)
L'affare si fa serio.

LILLA
Io no.

PRINCIPE
Perchè?

LILLA
Perchè amo il mio Lubin.

PRINCIPE
E non potreste amarne due?

LILLA
Fanciulle di contado
non han questa virtù. 
Signore, io vado.

(In atto di partire.)

PRINCIPE
Perchè tal fretta?

CORRADO
Prence, ella ha ragione.
La Regina ci attende al noto loco.

PRINCIPE
Andate, andate, io pur verrò tra poco.

(Corrado e Lilla partono.)

Più bianca di giglio,
più fresca di rosa,
bell'occhio, bel ciglio,
vivace, graziosa.
La mano a un villano
la Lilla darà?
Almen, crude stelle,
non fossi chi sono
ma val più d'un trono
sì rara beltà.

(Parte.)

Scena 6

(Strada, collinetta da un lato, 
casa rustica con porta e 
finestra, che mette nella strada; 
in fondo alcuni alberi.)

(Ghita e Tita entrano disputando)

GHITA
Un briccone senza core
no, non voglio più sposar.

TITA
Un'ingrata senza amore
no, non voglio maritar.

GHITA
Far d'occhietto a tutte quante.

TITA
Far con tutti la galante!

GHITA
Ir girando tutta notte!

TITA
Ir con Mengo in quelle grotte!

GHITA
Dar a Berta il mio cappello!

TITA
Dir a Cecco ch'è più bello!

AMBI
Son azioni da birboni
e non s'hanno a sopportar.

TITA
Non dir più ch'io sono Tita
se non cavo a te quegli occhi.

GHITA
Non dir più che io son la Ghita
se non graffio a te l'orecchio.

TITA
Villanaccia!

GHITA
Villanaccio!

TITA
Taci brutta!

GHITA
Taci brutto,
assassino!.

TITA
Malandrina.

AMBI
Esser vuol la mia rovina
mi vuol far precipitar.

Escena 5

(Corrado, el Príncipe y Lilla)

PRÍNCIPE
Amigo, me consuela saber
que custodiéis 
a la muchacha

CORRADO
Señor, a mi edad 
éste es para mí un infeliz indicio.

(Para sí)

Es como un ídolo; necesitaré ser prudente.

PRÍNCIPE
De buena gana 
por ti me cambiaría 
para ser yo su guardián. 
¡Venid aquí muchacha!

LILLA
Señor....

PRÍNCIPE
Acercaos,
no tengáis miedo.

CORRADO 
(Para sí)
¡Qué modestia, qué gracia, 
qué figura! 
Espero que no sean mi ruina.

PRÍNCIPE 
¿Vuestro nombre?

LILLA 
Lilla, para servirle

PRÍNCIPE 
¡Oh qué bello nombre! 
¡Tan bonito como vos!

LILLA
Gracias sois muy amable.

PRÍNCIPE 
¿Por qué os apartáis?
Dadme la mano.

(Quiere cogerle la mano)

LILLA 
¡Oh! Perdonadme
soy doncella y campesina
y aún no se la he dado a nadie.

PRÍNCIPE 
Escuchad; si yo os amara
¿me amaríais?

CORRADO
(Para sí)
El asunto se torna serio.

LILLA 
Yo no.

PRÍNCIPE 
¿Por qué?

LILLA 
Porque amo a mi Lubino

PRÍNCIPE 
¿Y no podríais amar a dos?

LILLA 
Ninguna muchacha de la comarca
posee tal virtud.
Señor, me voy.

(Haciendo intención de irse)

PRÍNCIPE 
¿Por qué tanta prisa?

CORRADO 
Príncipe ella tiene razón,
la Reina nos espera.

PRÍNCIPE 
Id, id vosotros, que yo iré dentro de poco.

(Corrado y Lilla se van)

Más blanca que el lirio,
más fresca que una rosa,
bonitos ojos, bonitas cejas,
vivaz, graciosa,
¿la mano a un campesino
dará Lilla?
Si al menos, crueles estrellas,
no fuera quién soy... 
pero más que un trono 
vale tan rara belleza.

(Se va )

Escena 6

(Camino, a un lado una colina, 
casa rústica, con puerta y ventana,
la cual da al camino; en el fondo
algunos árboles)

(Ghita y Tita entran discutiendo)

GHITA 
Con un bribón sin corazón 
¡No, yo no me quiero casar!

TITA 
¡Una desagradecida sin amor 
por esposa no tendré!

GHITA 
¡A todas guiñas el ojo!

TITA 
¡Con todos coqueteas!

GHITA 
¡Sales todas las noches!

TITA 
¡Vas con Mengo a aquella cueva!

GHITA 
¡Das a Berta mi sombrero!

TITA 
¡Le dices a Cecco que es hermoso!

LOS DOS
¡Son acciones de bribones 
y no tengo por qué soportarlas!

TITA 
¡Como me llamo Tita 
que te arranco los ojos!

GHITA 
¡Como me llamo Ghita 
que te araño las orejas!

TITA 
¡Villana!

GHITA
¡Villano!

TITA 
¡Cállate animal!

GHITA 
¡Cállate animal, 
asesino!

TITA
¡Víbora!

LOS DOS 
¡Serás mi ruina, 
mi perdición!
Scena 7

(Il suddetti, entra il Podestà, 
poi Lubino.)

PODESTÀ
E così, miei padroni,
non volete finir, queste questioni?
Un bel esempio inver date alla Lilla,
s'anco il dì delle nozze, e vostre e mie,
fate tali pazzie.

TITA
Parlate con la Ghita,
che fa pensar sì mal de' fatti suoi.

GHITA
Anzi ditelo a Tita,
che lo scandalo sol nasce da lui.

(Entra Lubino, che non vede
gli altri attori che dopo l'aria)

LUBINO
Lilla mia dove sei gita?
Lilla bella dove sei?
Non t'asconder, o mia vita,
o bel sol degli occhi miei.
Senza te non posso vivere,
morirò senza di te.
Dove sei, mia cara Lilla?
Lilla cara, vieni a me.

Siete qui scellerati? alfin vi trovo,
alfin v'ho nelle mani.
Or dite, iniqui,
la mia Lilla dov'è?

PODESTÀ
E dove stà?

GHITA
Guarda che fai Lubin

LUBINO
Ah perfido, furfante!
Mori per le mie mani.

(Prende per il collo il Podestà.)

PODESTÀ
Gente!

GHITA
Aiuto!

TITA
Pietà! Misericordia!

LUBINO
Per voi geme il mio ben!

GHITA
Eh! Lubino, dico;
non conosci la Ghita,
l'amica tua?
Calmati, guarda, ascolta.

LUBINO
Ah, ditemi una volta,
dov'è la sposa mia
O sollevo il villaggio,
o do foco alla casa,
o vi spacco la testa!

PODESTÀ
Che demonio infernal!

GHITA
Che bestia è questa?

TITA
(Parla nascondendosi dietro la Ghita)
Io, io la sfacciatella
rinchiusi in quella stanza,
perché ardisce d'opporsi al voler mio,
e finalmente suo fratel son io.

LUBINO
Fratello, no, carnefice tu sei!
Ah, vanne a terra, indegna porta! 
invano s'opporrebbe l'inferno 
a questa mano!

(Ghita giù la porta ed entra in casa)

Scena 8

(Tita, il Podestà, e Ghita.)

TITA
Già per sola tua colpa
nascon tutti i malanni.

GHITA
Io, cosa c'entro
nelle vostre pazzie?

TITA
Se non mi trattenevi
colle tue frenesie,
a quest'ora ei la Lilla 
avria sposata!

GHITA
Se non ti difendevi
dietro le spalle mie,
ei ti facea del cranio 
una frittata!

PODESTÀ
Non volete, o ragazzi,
una volta finir di fare i pazzi?

(S'ode internamente un grande strepito.)

GHITA
O cieli! Udite!

LUBINO
O Lilla, Lilla mia, mia cara Lilla...

GHITA
Che strepito! che gridi!
che fracasso è mai questo?

TITA
Quel marrano
mi smantella la casa!

LUBINO
Ah, Lilla, Lilla

GHITA
Partiam, per carità, che s'ei qui 
torna, preveggo un precipizio.

PODESTÀ
Lasciate pur, gli farem far giudizio.

Or se pericolo
di star qui trovi,
verso quel culmine
rapido movi,
o tra quegli arbori
di dense frondi
stattene tacito
ovver t'ascondi,
là dove imboscasi
quel picciol speco,
e quando sortono
se Lilla è seco,
stando lontano
per un lunghissimo
tiro di mano,
sempre guardandoli
li dèi seguir.

(Tita parte)

Tu Ghitta vattene
franca all'albergo,
in l'uscio serrati
poi dietro il tergo,
ch'io per la ripida
strada, ma breve,
vo' a dar cert'ordini,
come si deve,
e quando avisoti
del mio ritorno,
col rauco fremito
di tromba e corno,
dove si trovano
volami a dir.
Presto, che crescere
sento il tumulto!
Ah, il temerario
per tale insulto
in una carcere
vo' far morir.

(Ghita e il Podestà partono.)

Escena 7

(Los mismos, entra el Comendador,
después Lubino)

COMENDADOR 
Así pues...
¿no queréis terminar con esta disputa?
Un buen ejemplo dais a Lilla,
si hasta en el día de vuestra boda
hacéis semejantes locuras.

TITA 
Hablad con Ghita, 
que da tanto que hablar .

GHITA 
Más bien decídselo a Tita, 
pues sólo de él nace el escándalo

(Entra Lubino que no ve a los demás
actores hasta después del aria. )

LUBINO 
Lilla mía, ¿dónde te has ido? 
Lilla mía, ¿dónde estás? 
No te escondas, vida mía, 
¡oh bello sol de mis ojos! 
sin ti no puedo vivir,
sin ti moriré.
¿Dónde estás, mi querida Lilla? 
Lilla amada, ven a mí. 

¿Quién es el malvado?...
¡Por fin os encuentro!
Ahora decidme, perverso, 
¿dónde está mi Lilla?

COMENDADOR 
¿Dónde está?

GHITA 
¡Ten cuidado, Lubino!

LUBINO 
¡Ah, pérfido, bribón! 
Muere en mis manos.

(Coge por el cuello al Comendador.)

COMENDADOR 
¡Socorro!

GHITA
¡Ayuda!

TITA 
¡Piedad! ¡Misericordia!

LUBINO 
¡Por vos sufre mi amada!

GHITA 
¡Eh! Lubino, 
¿no conoces a Ghita, 
tu amiga? 
Cálmate, espera, atiende.

LUBINO 
Ah, decidme de una vez
¿dónde está mi esposa?
o sublevo al pueblo, 
prendo fuego a la casa, 
¡y os abro la cabeza!

COMENDADOR 
¡Qué infernal demonio!

GHITA 
¡Qué enojado está!

TITA 
(Habla escondiéndose tras de Ghita)
Yo, yo a la descarada 
encerré en aquella habitación, 
porque se atrevió a oponerseme,
y al fin y al cabo, yo soy su hermano.

LUBINO 
¡Hermano no, verdugo tú eres!
¡Ah, al suelo con esta puerta!
En vano podría oponerse el infierno
a esta mano

(Derriba la puerta y entra en la casa)

Escena 8

(Tita, el Comendador y Ghita)

TITA 
¡Solo por tu culpa
nacieron todas las calamidades!

GHITA
¿Y yo, qué tengo que ver 
en tus locuras?

TITA
Si no me hubiera topado
con tu oposición,
a estas horas él a Lilla
ya habría desposado

GHITA 
Si no te hubieras escondido
detrás mío,
¡él te habría triturado
la cabeza!

COMENDADOR 
¿No queréis, muchachos,
dejar de pelear de una vez?

(Se oye un gran alboroto.)

GHITA
¡Oh cielos! ¡Escuchad!

LUBINO 
¡Oh Lilla, Lilla, mi querida Lilla!

GHITA 
¿Qué alboroto, qué griterío
qué estrépito es ése?

TITA 
¡Aquél marrano
me desmantela la casa!

LUBINO 
¡Ah, Lilla, Lilla!...

GHITA 
Vayámonos, por caridad, pues
si él regresa, preveo una desgracia.

COMENDADOR 
Esperad, le haremos entrar en razón.

Ahora si temes
que te encuentren,
hacia aquella cumbre
ve rápidamente;
o permanece callado
entre aquellos árboles
de espesas hojas;
o bien te escondes
allí donde se encuentra
aquella pequeña cueva;
y cuando salgan,
si Lilla está con él,
les debes seguir
de lejos,
a larga distancia,
pero siempre 
sin perderlos de vista.

(Tita sale)

Tú Ghita, dirígete 
hacia la posada 
y cierra la puerta en seguida
a tus espaldas, 
que yo por el atajo, 
dentro de poco, 
iré a dar ciertas órdenes, 
como es menester.
Y cuando te avise 
de mi regreso,
con roncos sones 
de trompeta y corno, 
me dirás rápidamente 
dónde se encuentran.
Pronto, que crecer 
oigo el tumulto...  
¡Ah, al temerario 
por tal insulto 
en una cárcel 
haré morir!

(Ghita y el Comendador se van)
Scena 9

(Lubino solo dalla finestra, da 
cui pende un velo.)

LUBINO
Dov'è dunque il mio ben? già son fuggiti
Barbari, al tradimento
aggiungete lo scherno?
Ma raggiunger si provi.

(salta giù dalla finestra)

Qual uom, qual Dio potrebbe
trattener l'ire mie? stelle! che miro?
Il velo non è questo
della mia Lilla bella?
Forse la meschinella
ne' moti della sua disperazione
saltò giù dal balcone e il molle viso
e le tenere membra ahi chi sa quale
soffrirò oltraggio ad ambi due fatale.
Non è vano il sospetto,
la camera rinchiusa
il balcon spalancato... il velo appeso
ah se questo adivenne, a tutti io giuro
i Numi dell'abisso e a quei del Cielo
di farne di coloro
nuovo, tremendo, temerario scempio;
qual fui d'amor, sarò d'atrocia esempio.

Vo' da l'infami viscere
strappar agli empi il cor.
Vo' farli a brani, a brani,
e dar per cibo ai cani
l'ossa e le carni lor.

(S'avvolge il velo al braccio.)

E tu, su questo braccio,
rimani, o infausto segno,
e se giammai nell'anima
langue l'usato sdegno,
porgi alimento ed esca
che accresca il mio furor.

(Va per partire, ma vede 
Tita nascosto dietro un albero 
in qualche distanza)

Scena 10

LUBINO
Indarno ti nascondi; il giusto Cielo
in mano mi ti manda.

(Afferra Tita per i crini)

TITA
Ohimè! Son morto!

LUBINO
Su quel capo ribaldo
il mio sdegno cadrà; con questo cerro

(Svelle un grosso ramo, e si mette in atto 
di accoppar Tita, la Ghita sopravviene e 
trattien il colpo.)

GHITA
Oh Dei! Ferma, Lubino!

(Entra il Podestà con seguito di 
ministri di giustizia.)

PODESTÀ
Ecco lo sgherro.
Animo, assicuratevi

LUBINO
Traditori

TITA
Bravissimo, cognato.

PODESTÀ
Tenetelo e legatelo sì stretto
ch'egli non muova più piedi, nè mani.

LUBINO
Tu mi vendica, o ciel, con questi cani.

(Parte Lubino tra i Ministri, il Podestà, e 
Tita, cui la Ghita trattiene.)

Escena 9

(Lubino solo en la ventana
de la que cuelga un velo)

LUBINO 
¿Dónde está mi bien? ¿Ha huido?...
¡Bárbaros!
¿A la traición, añadís el escarnio? 
¡Pero ya os alcanzaré!

(Salta por la ventana)

¿Qué hombre, qué Dios podría 
contener mi ira? ¡Estrellas! ¿Qué veo?
¿No es éste el velo de mi bella Lilla? 
Tal vez la pobrecita, 
en el colmo de su desesperación, 
saltó por el balcón...
y el delicado rostro 
y los tiernos miembros...
¡Qué ultrajes fatales sufrieron ambos!
No es vana la sospecha...
La habitación cerrada, 
el balcón abierto, el velo colgando... 
y si esto es así.... a todos juro, 
por el Dios del infierno y del cielo 
de darles tremendo tormento;
como lo fui de amor, 
seré de atrocidades ejemplo.

Quiero arrancarles a los impíos 
las infames entrañas y el corazón.
Hacerlos pedazos
y dar como alimento a los perros 
sus huesos y sus carnes.

(Se enrolla el velo en el brazo) 

Y tú, en este brazo 
quédate ¡oh infausto signo! 
y si nunca en mi alma 
se debilita la indignación, 
ofrezce alimento y pasto 
que acreciente mi furor.

(Va a salir pero ve a Tita 
oculto detrás de un árbol, 
a cierta distancia)

Escena 10

LUBINO
¡En vano te escondes! 
¡el justo cielo te pone en mis manos!

(Coge a Tita por los pelos.)

TITA
¡Ay de mí! ¡Estoy muerto!

LUBINO
Sobre esa cabeza de rufián
caerá mi indignación; con este palo...

(Arranca una gruesa rama y va a 
aporrear a Tita, pero viene
Ghita y evita el golpe )

GHITA
¡Por Dios! ¡Detente, Lubino!

(Entra el Comendador con el séquito
de guardias )

COMENDADOR
¡He aquí al infame!
Vamos, tranquilizaos...

LUBINO
¡Traidores!...

TITA
¡Muy bien, cuñado!

COMENDADOR
¡Retenedlo y atadlo bien fuerte
que no mueva ni pies, ni manos!

LUBINO
El cielo, me vengará de estos perros..

(Salen el Comendador y los guardias
que se llevan a Lubino)
Scena 11

GHITA
Oh, povero Lubino! Tita

TITA
Lasciami andar.

GHITA
Tita, m'ascolta!
Sai che tua suora Lilla
è l'idol della villa,
sai ch'ella ama Lubino, ed egli lei,
e ostinato ti sei
a voler ch'ella pigli il Podestà?

TITA
O crepar, o pigliarlo
E di cosa hai paura?

GHITA
Oggi alla caccia
s'attende la Regina;
se alcuno la previen contra di te,
cosa sarà di me?

TITA
E a te che importa?
Non son io più un briccone, un assassino?

GHITA
No, se' il mio bene, 
il caro mio sposino.

Purchè tu m'ami,
purchè sia mio,
sempre vogl'io
te solo amar.
Se un po' di rabbia
teco mi viene,
parlo per bene
lo puoi pensar.
Ma è poi di paglia
tutto il mio foco,
e poco, poco
mi suol durar.
In un momento
di mele torno
e in questo giorno
l'hai da provar.
Dammi l'anello,
Tita mio bello,
dammelo caro,
non indugiar.
Allor conoscere
potrai la Ghita,
che bella vita
vogliam passar.

(Parte.)

Scena 12

(Tita solo)

TITA
Da ridere mi vien quand'odo dire
che bisogna star forte
quando la donna cede.
Io non son così bravo, e allorché vedo
la mia Ghita che piange e che vien meco
colla buona maniera,
se fossi più arrabbiato d'un leone
cado giù qual babbione,
un agnello divento, anzi un coniglio,
nè già la Ghita sol, ma ogni altra donna
far può meco lo stesso;
che grande amico anch'io son del bel sesso.

In quegli anni in cui solea
ir le capre a pascolar,
mio bisnonno mi dicea,
ch'era un uom di grandi affar:
"Figlio mio, la donna è foco,
guarda ben, non t'accostar".
Io ripien de' detti suoi
per paura d'abbrucciarmi,
donne mie lontan da voi
procurava di restar.
Ma l'istinto naturale
superò l'educazion,
e trovai che male, male
predicava quel buffon.
Qual farfalla, pian pianino,
pria cercai girarvi intorno:
poi mi feci più vicino
ed osai toccarvi un giorno,
e sentendo che la pelle
delle dita tenerelle
non abbruccia, ma diletta,
volli far per voi vendetta
con amarvi e rispettarvi
e con darvi questo cor.
Non credete?... non credete?
Alle prove, o donne care,
tutto, tutto io voglio fare
per provarvi un vero amor.

(Parte)

Escena 11

GHITA
¡Oh, pobre Lubino! Tita..

TITA
¡Déjame!

GHITA
Tita ¡escúchame!
Sabes que tu hermana Lilla
es el ídolo del pueblo,
ella ama a Lubino y él a ella,
y terco eres queriendo que se case 
con el Comendador.

TITA
¡Que se case o reviente!...
¿De qué tienes miedo? 

GHITA
Hoy la Reina 
vendrá a la cacería,
si alguien la previene en tu contra 
¿qué será de mí? 

TITA
¿Y a ti qué te importa? 
¿No soy un bribón, un asesino?

GHITA
No. Tú eres mi bien, 
mi querido maridito. 

Con tal que me ames 
con tal que seas mío, 
siempre a ti 
sólo quiero amar.
Es cierto que un poco de rabia 
tú me provocas, 
pero hablo por tu bien 
ya lo puedes imaginar... 
Así es de paja 
todo mi fuego, 
y muy poco
me suele durar. 
En un momento 
me vuelvo de miel 
y, en este día, 
la vas a probar.
¡Dame el anillo, 
Tita precioso, 
dámelo amado, 
no te hagas de rogar!
Entonces podrás 
conocer a Ghita... 
y qué bella vida 
podemos pasar. 

(Sale)

Escena 12

(Tita solo)

TITA
Me entran ganas de reír cuando
oigo decir que es necesario ser fuerte
cuando la mujer cede.
No soy tan fuerte, y cuando veo
que mi Ghita llora y 
se acerca con buenas maneras,
si estoy enfurecido como un león
como un papanatas me rindo,
y me vuelvo un corderito, un conejo.
Y no sólo Ghita, sino también cualquier mujer
puede conseguir lo mismo conmigo:
pues soy amigo del bello sexo.

En aquellos años en que solía
sacar a las cabras a pastorear
mi bisabuelo, que era un hombre 
de larga experiencia, me decía:
Hijo mío, la mujer es fuego,
ten cuidado no te quemes.
Yo repleto de sus dichos,
por miedo de quemarme,
lejos de vosotras, mujeres mías,
procuraba permanecer.
Pero el instinto natural
supera la instrucción,
y me di cuenta que mal, muy mal
predicaba aquel guasón.
Como una mariposa, poco a poco,
a vuestro alrededor daba vueltas
y después, acercándome más,
un día osé tocaros,
y sintiendo que la piel,
de vuestros tiernos dedos,
no abrasaba, sino que era una delicia,
quise amaros y respetaros
dándoos mi corazón.
¿No me creéis?... ¿No me creéis?...
¡Oh, mujeres mías!
os mostraré cualquier prueba 
que me pidais 
para probaros mi verdadero amor.

(Sale)
Scena 13

(Atrio dove abita la Regina con tre 
porte, una grande di mezzo; 
due grandi finestre.)

(Ghita e Lilla; e a suo tempo la Regina)

GHITA
Sei pur qui, pur ti trovo,
Lilla, mia cara amica.

LILLA
Ed hai coraggio
di venirmi davanti?

GHITA
Di venirti davanti? 
E perchè no?

LILLA
Il perchè lo sai tu, 
quant'io lo so.

GHITA
Io?

LILLA
Tu!

GHITA
Io?

LILLA
Tu, vorresti farmi credere
che d'accordo non sei per rovinarmi
col Podestà e con Tita?

(Qui comparisce la Regina, ma poi si ritira.)

GHITA
Io d'accordo con lor? 
Povera Ghita!

LILLA
Povera innocentina!
Chi non ti conoscesse

GHITA
E per chi mi conosci?

LILLA
Dunque lo deggio dir?

GHITA
Si, lo dei dire

LILLA
Dirò che perfida,
che falsa sei,
che da te nascono
gli affanni miei,
che per uccidermi
fingi d'amarmi,
per farmi perdere
il mio tesor.

GHITA
Io che in giardino
fatta ho la spia
quando Lubino
teco venìa,
che nel mio forno
l'ascosi un giorno,
ho questo merto
del mio bon cor.

LILLA
Dal dì che han detto
ch'io son più bella,
tu con dispetto
mi vedi ognor.

GHITA
Oh per bellezza
chi può uguagliarti?
Dovrian chiamarti
la Dea d'amor!

(Con atti di dispetto.)

LILLA
Via brutta stolida
non far schiamazzi.

GHITA
A me, pettegola,
questi strapazzi!

GHITA, LILLA
In altro loco
t'insegnerei
come tu dèi
meco trattar.

GHITA
Chiamarmi stolida!

LILLA
Dirmi pettegola!

GHITA, LILLA
Son proprio titoli da far crepar.

(Qui la Regina si mostra, 
con finto sdegno.)

REGINA
Cosa veggio? Cosa sento?
Cos'è questo mancamento?
Dove alberga la Regina,
questo chiasso osare far!

GHITA, LILLA
La Regina! La Regina!
Quale scusa ho da trovar?

GHITA
Illustrissima

LILLA
Eccellenza

REGINA
(Fra sè)
È pur bella l'innocenza!

GHITA, LILLA
Imploriam da voi mercede.

REGINA
È un ardir, che troppo eccede,
e scostatevi da me.

GHITA, LILLA
Per pietà non vi sdegnate,
ascoltate per pietà.

(Si metton in ginocchio un 
po' lontane dalla Regina.)

Vi commova quel lamento,
che tormento al cor mi dà.

REGINA
(Fra sè)
Mi commove il lor lamento,
e tormento al cor mi dà.

(A le due)

Sorgete, sorgete,
mie care innocenti,
se amiche sarete
saprovvi premiar.

GHITA, LILLA
Di core t'abbraccio,
ti bacio di core,
la pace, e l'amore
tra noi dee regnar.

GHITA, LILLA, REGINA
Chi avrebbe mai detto
che il nostro/il loro timore
in tanto diletto
s'avesse a cangiar?

REGINA
(Alla Ghita)
Venite qui: chi sei?

GHITA
La Ghita io sono, promessa sposa a Tita,
sorella di Lisargo,
Podestà della villa,
e son, dopo la Lilla,
la prima contadina del paese.

REGINA
Delle vostre contese
fui spettatrice non veduta io stessa;
e do torto alla Lilla.,
io non credo capace
d'un inganno la Ghita, 
ella a me piace.

LILLA
Signora, se fallai 
chiedo perdono.

(Ghita fa degli atti semplici di reverenza)

REGINA
(Alla Ghita)
Vattene, e senza indugi
fa che vengano a me Tita e Lisargo.

(Ghita parte)

Tu Lilla, fatti core,
sarà felice in breve il vostro amore.

(La Regina parte.)

Escena 13

(Atrio donde vive la Reina con 
tres puertas, una grande al medio y
dos grandes ventanas)

(Entra Ghita y Lilla; luego la Reina)

GHITA 
¡Al fin te encuentro, 
Lilla, mi querida amiga!

LILLA 
¿Y tienes el coraje 
de presentarte ante mí?

GHITA 
¿De venir hasta ti? 
¿Y por qué no?

LILLA 
¡El por qué lo sabes tú 
tanto como yo!

GHITA 
¿Yo?

LILLA 
¡Tú!

GHITA 
¿Yo?

LILLA 
¡Tú, quisiste hacerme creer que no
estabas de acuerdo y así seguir
el juego del Comendador y Tita!

(aparece la Reina, luego se retira)

GHITA 
¿Yo de acuerdo con ellos?
¡Pobre Ghita!

LILLA 
¿Pobre inocente?
Si no te conociera...

GHITA 
¿Por quién me tomas?

LILLA 
¿Tengo que decirlo?

GHITA 
¡Sí, debes decirlo!

LILLA
¡Diré cuán pérfida
y cuán falsa eres,
que de ti nacieron
mis anhelos,
que para matarme
finges ser mi amiga,
para que pierda
mi tesoro!

GHITA 
Yo que en el jardín
he hecho de espía
cuando Lubino
a ti venía.
Que en mi horno
una vez lo escondí.
¡Obtengo este premio
por mi buen corazón!

LILLA 
Desde que dijeron
que soy la más bella,
tú siempre me miras 
con despecho.

GHITA 
¡Oh! en belleza 
¿quién puede igualarte? 
Deberían llamarte 
¡la Diosa del amor!

(Con desprecio)

LILLA
¡Venga, bruja estúpida
no alborotes!

GHITA 
¿A mí, chismosa, 
con estos ultrajes!

AMBAS
¡En otro lugar 
te enseñaría yo
cómo debes 
tratarme!

GHITA 
¡Llamarme estúpida!

LILLA 
¡Decirme chismosa!

LAS DOS
¡Son palabras para insultar!

(entra la Reina con 
simulada indignación)

REINA 
¿Qué es lo que veo? ¿Qué oigo? 
¡Qué falta de respeto! 
En la casa de la reina 
¿osáis armar tal alboroto?

GHITA, LILLA 
¡La Reina! ¡La Reina!
¿Qué excusa puedo, encontrar?

GHITA 
Ilustrísima...

LILLA
Excelencia...

REINA
(Para sí)
Qué bella es la inocencia.

GHITA, LILLA 
Imploramos de vuestra merced...

REINA
¡Qué atrevimiento! Qué exceso!
¡Alejaos de mí!

GHITA, LILLA
Por piedad, no os indignéis.
¡Escuchad, por caridad!

(Se ponen de rodillas un poco
lejos de la Reina)

Que os conmueva este lamento 
que atormenta mi corazón.

REINA 
(Para sí)
Me conmueve su lamento 
y atormenta mi corazón

(A las dos)

¡Levantaos, levantaos!
mis queridas inocentes, 
si sois amigas 
os sabré recompensar.

GHITA, LILLA 
De corazón te abrazo, 
de corazón te beso, 
la paz y el amor 
entre nosotras deben reinar.

GHITA, LILLA, REINA
¿Quién habría dicho nunca 
que nuestro/su temor 
en tanto deleite 
pudiera cambiarse?

REINA 
(A Ghita) 
Ven aquí: ¿Quién eres?

GHITA 
Soy Ghita prometida de Tita, 
hermana de Lisargo, 
comendador del pueblo, 
y soy, después de Lilla, 
la mejor campesina del país.

REINA
De vuestras disputas yo misma
sin ser vista, fui espectadora,
y de ofensas a Lilla,
y de engaño a Ghita
no os creo capaces.
Me agradáis.

LILLA 
Señora, si me he equivocado,
perdonadme

(Ghita hace una simple reverencia )

REINA 
(A Ghita)
Vete, y sin tardanza,
haz que vengan Tita y Lisargo.

(Ghita sale)

Tú Lilla, ten coraje, 
pronto vuestro amor será feliz.

(La Reina se va)
Scena 14

LILLA
Dolce mi parve un dì,
un dì mi piacque amor,
ma non è più così,
ma non mi piace ancor.
Finché vicino a te
vivea, mio caro ben,
ch'io ti vedea per me
languir d'amor ripien.
Dolce mi fu quel dì,
quel dì mi piacque amor,
ma non è più così,
ma non mi piace ancor.

(Entra Corrado)

CORRADO
Lilla, il ciel sia con voi.

LILLA
Serva.

CORRADO
Siam soli?

LILLA
Soli.

CORRADO
Buono buono! Chiudiamo.

(Chiude la porta.)

LILLA
Signor che fate?

CORRADO
Figlia, non dubitate.
Son galantuom.

LILLA
Lo credo. Ma se mai
capitasse qualcun

CORRADO
Io son già vecchio;
alla custodia mia
v'affidò la Regina,
nessun penserà male.
Parlar deggio con voi
d'un affar d'importanza.
Lasciatemi operar: io v'amo.

LILLA
Grazie.

CORRADO
V'amo da padre e nulla più.

LILLA
Son certa.

CORRADO
Sentite, se mai vi manca nulla
io vi posso servire

(La prende per mano tremando.)

LILLA
Signor ma voi tremate 
cosa avete?

CORRADO
Ah voi sì bella siete 
Lilla Lilla

(Entra il Principe)

PRINCIPE
(Fra sè)
Corrado e Lilla; 
udiam come mi tratta.

CORRADO
(Fra sè)
L'Infante è qui; cangiam registro.

(A Lilla) 

Figlia, siete fortunatissima.

LILLA
A me pare il contrario.

CORRADO
Avete la fortuna
di piacere all'Infante.

LILLA
Peggio per me.

CORRADO
Perchè?

LILLA
Perchè io non l'amo.

CORRADO
Un Prence è sempre amabile.

LILLA
Può darsi.

PRINCIPE
Dunque è a voi sì difficile,
cara Lilla, l'amarmi?

LILLA
Io v'amerò, signor, 
come da' figli amasi il Padre, 
come il Padrone dal servo,
dal suddito il Sovrano.

PRINCIPE
Ah, ch'io v'amo assai più, 
mia bella face.

LILLA
E giusto questo più,
che a me non piace

PRINCIPE
Barbara

LILLA
Non è ver.

PRINCIPE
Siete insensibile alla stima, 
all'amore, ai prieghi miei.

LILLA
No, barbara sarei
se sensibile io fossi.

PRINCIPE
Perchè?

LILLA
Perchè morria il mio caro 
Lubin di gelosia.

CORRADO
(Fra sè)
Questa rara fermezza
innamora ancor più di sua bellezza.

PRINCIPE
Ma sapete, ch'io posso
a forza aver quel che per 
grazia or chiedo.

LILLA
Oh troppo grande io credo
un Infante di Spagna, un che dal cielo
fu scelto a far il popolo felice.

CORRADO
(A Principe)
Dove apprese costei quello che dice!

PRINCIPE
(A Corrado)
Altro mezzo tentiam. Corrado parti,
forse da sola a solo
cangerà la fanciulla.

CORRADO
Ubbidisco Signor. 

(Fra sè)

Non farà nulla.

(Va in gabinetto.)

LILLA
Dove andate? Sentite

PRINCIPE
Non temete mia cara, io non vo' niente
senza il vostro consenso.

LILLA
Io non temo per questo,
temo per chi potesse
sorprenderci da soli.

PRINCIPE
Cara Lilla
dunque ostinatamente
mi negate di dar la vostra grazia.

LILLA
Non ho grazia da dare ai vostri pari.

PRINCIPE
(Fra sè)
Proviamo coi danari. 

(A Lilla)

Lilla mia, questa borsa di doppie 
è tutta vostra,
se voi dite d'amarmi.

LILLA
Io di doppie, Signor, non so che farmi.

PRINCIPE
(Fra sè)
Che sia tutto artifizio?
carichiamo la dose.

Escena 14

LILLA
Un día me pareció dulce, 
un día me cautivó el amor, 
pero ya no es así, 
ya no me complace. 
Mientras cerca de ti vivía,
mi amado bien, 
te veía por mí languidecer 
repleto de amor.
Un día me pareció dulce, 
un día me cautivó el amor, 
pero ya no es así, 
ya no me complace. 

(Entra Corrado)

CORRADO
Lilla, que el cielo os proteja.

LILLA 
Para serviros

CORRADO 
¿Estamos solos?

LILLA
Solos

CORRADO
Bueno, bueno, cerremos.

(Cierra la puerta)

LILLA
¡Señor! ¿Qué hace?

CORRADO 
Querida, no dudéis: 
soy un hombre de honor.

LILLA
Lo creo. Pero y si
viniese alguien...

CORRADO
Yo ya soy viejo; 
a mi custodia 
la Reina te confió, 
nadie pensará mal.
Hablar debo con vos
de un asunto importante.
Dejadme que os lo diga: Yo os amo.

LILLA
¡Gracias!

CORRADO
Os amo como un padre nada más.

LILLA 
Estoy segura.

CORRADO 
Oid, si alguna vez os faltara algo... 
yo os podría ayudar.

(Le toma la mano temblando)

LILLA
Señor... ¡Estáis temblando! 
¿Qué tenéis?

CORRADO 
¡Ah, vos sí que sois bella!...
¡Lilla!... ¡Lilla!...

(Entra el Príncipe) 

PRÍNCIPE  
(Para sí)
Corrado y Lilla;
veamos que traman.

CORRADO  
(Para sí)
EL Infante aquí; cambiemos de tema.

(A Lilla)

Hija sois afortunadísima.

LILLA
A mí me parece todo lo contrario.

CORRADO 
Tenéis suerte
de gustar al Infante.

LILLA 
Peor para mí.

CORRADO 
¿Por qué?

LILLA 
Porque yo no le amo.

CORRADO
Un príncipe es siempre amable.

LILLA
Puede ser.

PRÍNCIPE
Entonces, ¿os es imposible,
querida Lilla, amarme?

LILLA 
Yo os amaré señor,
como el hijo ama al padre,
como el siervo al patrón, 
el súbito al soberano.

PRÍNCIPE
¡Ah! yo os amo bastante más,
¡dulce rostro!

LILLA
Es precisamente eso 
lo que me desagrada...

PRÍNCIPE
¡Cruel!...

LILLA
¡No es verdad!

PRÍNCIPE
¡Sois insensible a la estima... 
al amor... a mis ruegos!

LILLA
No, cruel sería 
si fuera sensible.

PRÍNCIPE
¿Por qué?

LILLA
Porque entonces, mi querido Lubino
moriría de celos.

CORRADO
(Para sí)
Esta singular firmeza hace que 
me guste aún más su belleza.

PRÍNCIPE
Debéis saber, que puedo a la fuerza,
poseer aquello que 
por favor ahora pido.

LILLA
Creo demasiado noble a un príncipe
de España, que por el cielo fue
elegido para hacer feliz al pueblo.

CORRADO
(Al Príncipe)
¡Debéis valorar lo que dice!

PRÍNCIPE
(A Corrado)
Probaremos otro método. ¡Vete!
Tal vez a solas
cambiará la muchacha.

CORRADO
Obedezco, señor.

(Para sí)

No conseguirá nada.

(Se va al gabinete)

LILLA
¿Dónde vais...? Esperad...

PRÍNCIPE
No temáis, querida, no quiero nada
sin vuestro consentimiento.

LILLA
Yo no temo por eso,
temo por quien pueda
sorprendernos a solas.

PRÍNCIPE
Querida Lilla...
Aunque tercamente os negáis 
a concederme vuestros favores...

LILLA
¡No tengo ningún favor que daros!

PRÍNCIPE
(Para sí)
Probemos con el dinero

(A Lilla)

Lilla mía, esta bolsa de doblones 
será vuestra, 
si consentís en amarme

LILLA
¡No sabría qué hacer con tanto doblón!

PRÍNCIPE
(Para sí)
¡Quizás sólo está fingiendo!...
Aumentemos la cantidad.
(a Lilla)

Vi darò quest'anello
questo bell'orologio,
proteggerò Lubin, 
farò che andiate
per le vie di Madrid 
ricca di gemme,
con un bel equipaggio,
mostrata a dito
per l'amica del Prence,
procurerò che abbiate
ricchezze, gradi, titoli ed onori.

LILLA
Tutto ciò noi troviam nei nostri amori.

LUBINO
(Ad alta voce, di fuori)
Traditori invan sperate
me staccar da questo loco;
l'ingiustizia che mi fate
la Regina or or saprà.

LILLA
Giusto ciel! Che voce è questa!

PRINCIPE
D'onde vien questo lamento?

PODESTÀ
(Di dentro, fra sè)
Con costui veggo in cimento
la mia stessa dignità.

(Ad alta voce)

Vivo, o morto, il malandrino
via portate in un istante.

LUBINO
(Come sopre.)
Ah crudel!

LILLA
Quest'è Lubino.

PRINCIPE
(Fra sè)
Sarà forse il caro amante?

LILLA
(Fra sè)
Se con lui chiusa mi trova,
me meschina, che dirà?

PRINCIPE
(Fra sè)
Mi mancava questa nuova
per la mia infelicità.

LILLA
Per pietà, di qua partite!

PRINCIPE
E perché vi sbigottite?
Voi restate. Io vo di fori
a veder quel che si fa.

LILLA
(Fra sè)
Tra l'affano ed il timore
ondeggiando il cor mi va.

PRINCIPE
(Fra sè)
Tra il sospetto e tra l'amore
ondeggiando il cor mi va.

LUBINO
Traditori, invan sperate
di staccarmi più di qua.

PODESTÀ
Vivo o morto, il malandrino
strascinate via di qua.

(Il Principe apre la porta e si vede 
Lubino avviticchiato ad un albero)

Scena 15

PODESTÀ
Il Principe!

LUBINO
L'Infante!

PRINCIPE
Che veggio!

LILLA
Ove mi celo?

I QUATTRO
Palpito, avvampo e gelo.
non so quel che sarà.

(Il Podestà e Lubino entrano in scena, e 
Lilla si nasconde in un gabinetto.)

(Lubino entra in scena disperatamente, 
e si mette ai piedi dell'Infante.)

LUBINO
Prence, a' reali piedi
un misero tu vedi,
che chiede carità.

PODESTÀ
Perturbatore audace
costui di nostra pace
non merita pietà.

PRINCIPE
(A Lubino)
Sorgi, chi sei, favella.

LUBINO
Io son di Lilla bella,
promesso sposo e amante.

PRINCIPE
(Al Podestà)
E tu?

PODESTÀ
Grazie a Isabella,
io sono il Podestà.

PRINCIPE
(Guardando Lubino)
Onesto all'aria parmi.

(Guardando il Podestà)

Ha un volto da furfante.
Ma posso già ingannarmi?
Ma meglio si vedrà.

LUBINO, PODESTÀ
(Fra sè)
Mi guarda e, piano, piano
favella tra se stesso.
Non so se io debba adesso
temere o pur sperar.

(A Lilla)

Os daré este anillo, 
este bonito reloj, 
protegeré a Lubino, 
haré que 
por Madrid paseéis 
llena de joyas.
Tendréis un bello guardarropa, 
os envidiarán, pues seréis,
la amiga del Príncipe.
Haré que tengáis 
riquezas, grado, título y honores.

LILLA
Todo esto lo tenemos en nuestro amor.

LUBINO
(En voz alta desde dentro)
¡Traidores en vano esperáis
alejarme de este lugar; 
la injusticia que me hacéis 
la Reina ahora mismo sabrá!

LILLA
¡Por el cielo! ¿Qué es esa voz?

PRÍNCIPE
¿De dónde proviene ese lamento?

COMENDADOR
(Desde dentro, para sí)
Con éste veo que peligra
hasta mi propia dignidad.

(En voz alta)

¡Vivo, o muerto, el bribón
traedme en seguida!

LUBINO
(Sorprendido)
¡Ah, cruel!

LILLA
¡Ése es Lubino!

PRÍNCIPE
(Para sí)
¿Será, acaso, su querido amante?

LILLA
(Para sí)
Si me encuentra encerrada con él...
¡Ay de mí! ¿qué dirá?

PRÍNCIPE
(Para sí) 
Sólo me faltaba esta novedad
para acabar de estropearlo todo.

LILLA
Por piedad, ¡marchaos de aquí!

PRÍNCIPE
¿Por qué os preocupáis?
Tranquilizaos. 
Salgo fuera a ver qué ocurre.

LILLA
(Para sí)
Entre el ansia y el temor
se tambalea mi corazón.

PRÍNCIPE
(Para sí)
Entre la sospecha y el amor
se tambalea mi corazón.

LUBINO
¡Traidores en vano esperáis
alejarme de aquí!

COMENDADOR
¡Vivo o muerto el bribón
arrastradlo hasta aquí!

(EL Príncipe abre la puerta y se ve  
a Lubino atado a un árbol )

Escena 15

COMENDADOR
¡El Príncipe!

LUBINO
¡El Infante!

PRÍNCIPE
¿Qué veo?

LILLA 
¿Dónde me escondo?

LOS CUATRO
Palpito, ardo y estoy helado. 
No sé qué ocurrirá.

(El Comendador y Lubino entran y
Lilla se oculta en un gabinete )

(Lubino entra en escena con desesperación
y se arroja a los pies del Príncipe)

LUBINO
¡Príncipe a sus reales pies,
un miserable os mira
e implora caridad!

COMENDADOR
¡Audaz perturbador 
de nuestra paz,
no merece piedad!

PRÍNCIPE 
(A Lubino) 
¡Levántate! ¿Quién eres?

LUBINO
¡Soy, de la bella Lilla,
el prometido y amante!

PRÍNCIPE
(Al Comendador ) 
¿Y tú?

COMENDADOR
Gracias a Isabel,
soy comendador.

PRÍNCIPE
(Examinando a Lubino)
Por el porte parece honesto

(Examinando al Comendador)

Tiene cara de pillo...
...pero quizás me equivoco.
Luego se verá.

COMENDADOR, LUBINO
(Para sí)
Me mira y calladito
habla para sí mismo.
No sé si ahora debo
temer o esperar.
Scena 16

(Entra la Regina)

REGINA
Che fa il caro figlio?
Perché d'una madre
il tenero ciglio
non viene a bear?

PRINCIPE
Da lungi e da presso
son sempre lo stesso
e serbo nel petto
da figlio e da suddito
rispetto ed amor.

LUBINO, PODESTÀ
Quel volto reale
quel guardo sovrano
mi par più che umano,
ravviva/spaventa il mio cor.

REGINA
Ma qui cosa fanno?
Chi sono costor?

LUBINO
A voi, gran Regina,
si postra, s'inchina
un povero oppresso
da quel traditor.

REGINA
Esponi, infelice,
se a dritto ti lagni,
giustizia ti lice
sperare da me.

PRINCIPE
(Fra sè)
Costui m'interessa
né so già perchè.

LUBINO
Di Lilla vezzosa
l'amante son io,
la chiesi in isposa,
le diedi il cor mio,
e il barbar, il perfido,
rapir me la fè.

(Accennando il Podestà.)

PODESTÀ
Io sono

REGINA, PRINCIPE
Tu taci!
Non parlo/parla con te.

LUBINO
Un crudo fratello
voleva a lui darla.

(Accennando il Podestà.)

Scena 17

(Entrano Tita, che abbraccia Lubino,
e Ghita che si mette ai piedi della Regina)

TITA, GHITA
No, più non son/è quello
per me/lui Ghita parla
perdono ti chiedo/e
il fallo mio/suo vedo/e
tua Lilla esser dè.

I SEI
A tali vicende
di sdegni e d'amori
appena s'intende
la cosa com'è.

REGINA
(Additando Lubino)
I lacci si sciolgano
a quel meschinello.

(Additando il Podestà.)

e vada egli carico

GHITA, LUBINO, PODESTÀ
Egli è mio/Io son suo 
fratello, signora mercè!

REGINA
Via presto si tolgano
i lacci a Lubino.
Non sono inflessibile,
già cede il mio cor.

GHITA, PRINCIPE, PODESTÀ, TITA
Sciogliamolo/scioglietelo presto.

Scena 18

(Entra Lilla dal gabinetto)

LILLA
(Va per sciogliere Lubino.)
Io devo far questo,
che gli ho destinata
catena miglior.

LUBINO
La Lilla?

GLI ALTRI
La Lilla? Da dove uscì fuor?

LUBINO
Lasciami i lacci miei,
non vo' più libertà.
Un infedel tu sei,
togliti via di quà.

GHITA, LILLA, PODESTÀ, TITA
Alla sua Lilla, o Dei!
Lubin così favella!

LUBINO
La Lilla non è quella,
Lubin io più non sono.
Tu, di quel loco uscisti,
ho i torti miei già visti.
Torna là dentro, o barbara,
in braccio ad altro amor.

LUBINO, LILLA
(Alla Regina)
Ah, Maestà, perdono
Pietà del mio/suo dolor.

GLI ALTRI
Io non intendo il caso,
son piena/o di stupor.

LILLA
No, non temer ben mio,
qui sola non son io,
v'è il mio custode ancor.

(Lilla fa uscir Corrado.)

REGINA, PRINCIPE
Corrado!

CORRADO
De' tuoi cenni
il fido esecutor.

REGINA
Or più temer non dei,
prendila, ella è tua sposa;
a te son io, per lei,
garante d'onestà.

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA, PODESTÀ
Dei, che clemenza è questa!
che generosità!

PRINCIPE, CORRADO
Che improvvisata è questa!
che brutta novità!

REGINA
E perché sia la festa
in questo dì compita,

(a Tita.)

fo' sposa tua la Ghita,
perdono al podestà!

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA, PODESTÀ
Dei, che clemenza è questa!
che generosità!

PRINCIPE, CORRADO
(Fra sè)
Che improvvisata è questa!
che brutta novità!

GHITA, LILLA
O Tita/Lubino tu sei mio.

TITA, LUBINO
Sei mia Ghita/Lilla bella.

I CINQUE
Cantiam solo Isabella,
lodiam la sua bontà.

REGINA
O quanto un sì bel giubilo,
o quanto alletta e piace!
Di pura gioia e pace
sorgente ognor sarà.

I CINQUE
Godiamo, su godiamo
e con sincero amore
rendiamo grazie al core
di vostra Maestà.

REGINA
E il figlio mio non parla?

LILLA, GHITA
E voi non dite niente?

LILLA
(Al Principe)
Guardate il mio Lubino.

PRINCIPE
Andate, ho visto, ho visto.

GHITA
(A Corrado)
Guardate Tita mio.

CORRADO
Andate, addio, addio.

TUTTI 
(Salvo Corrado e il Principe)
Corrado muto resta,
l'Infante mi par mesto.
Non so che storia è questa,
non so cosa pensar.
Ma quel ch'è fatto è fatto
e non si può cangiar.

PRINCIPE, CORRADO
Fremo del mio destino,
perdo colei che adoro,
né deggio dir: io moro,
né posso contrastar,
che quel ch'è fatto è fatto
e non si può cangiar.

Fine del Primo Atto
Escena 16

(Entra la Reina)

REINA
¿Qué hace mi amado hijo? 
¿Por qué de una madre 
la tierna mirada 
no viene a complacer?

PRÍNCIPE 
De cerca o de lejos 
siempre soy el mismo 
y guardo en el pecho 
de hijo y súbdito 
respeto y amor.

LUBINO, COMENDADOR
Este rostro real, 
esta mirada soberana, 
no parece que sean humanos 
y avivan/amedrentan mi corazón.

REINA 
Pero, ¿qué hacéis? 
¿Quiénes son estos?

LUBINO 
¡Ante vos, gran reina, 
se postra, se inclina 
un pobre oprimido 
por este traidor!

REINA 
¡Narra, infeliz!
Si te quejas con derecho, 
justicia podrás 
esperar de mí

PRÍNCIPE
(Para sí)
Esto me interesa, 
y no sé por qué.

LUBINO 
De Lilla graciosa 
soy amante, 
la quise por esposa, 
le di mi corazón, 
y el canalla, el pérfido 
la hizo raptar.

(Señalando al Comendador)

COMENDADOR 
Yo soy...

REINA, PRÍNCIPE
¡Cállate!
No hablo/habla contigo

LUBINO 
Un cruel hermano
quería entregársela a él

(Señalando al Comendador)

Escena 17

(Entra Tita, que abraza a Lubino, 
Ghita que cae a los pies de la Reina)

TITA, GHITA 
No, ya no soy/es aquel
por mí/él Ghita habla
perdón te imploro/a
ya veo mi/su error,
Lilla es suya.

LOS SEIS 
Con semejantes peripecias
de desdenes y amores,
apenas se entiende
lo que está pasando.

REINA
(Señalando Lubino) 
¡Desatad a este 
pobre muchacho!

(Señalando al Comendador)

¡al otro prended!

GHITA, LUBINO, COMENDADOR 
Es/soy mi/su hermano, 
señora, merced.

REINA
¡Vamos rápido, deshacedle 
las ataduras a Lubino!
No soy inflexible, 
ya cede mi corazón.

GHITA, PRÍNCIPE, COMENDADOR, TITA
Desatémosle/desatadlo rápido.

Escena 18

(Lilla sale del gabinete)

LILLA 
(Va a desatar a Lubino) 
Yo lo debo hacer, 
pues le he destinado 
mejores cadenas.

LUBINO
¿Lilla?

LOS OTROS
¿Lilla? ¿De dónde sales?

LUBINO 
¡Déjame mis ataduras, 
no quiero la libertad!
¡Eres una infiel 
quítate de mi vista!

GHITA, LILLA, COMENDADOR, TITA 
¡A su Lilla, Dios mío,
Lubino habla así!

LUBINO
Ésta ya no es Lilla 
ni Lubino yo ya soy.
Tú, saliendo de ese lugar 
haces que me enoje. 
¡Vuélvete para dentro ¡oh pérfida!
a los brazos de otro amor!

LUBINO, LILLA
(A la Reina)
Ah, Majestad, perdón... 
Piedad por mi/su dolor.

LOS OTROS
No entiendo este asunto 
estoy lleno/a de estupor.

LILLA 
No, no debes temer mi bien, 
que no estoy sola, 
también viene mi custodio 

(Lilla hace salir a Corrado) 

REINA, PRÍNCIPE 
¡Corrado! 

CORRADO 
¡De tus órdenes
soy fiel ejecutor!

REINA 
Ahora no temas mas por ella 
tómala, es tu esposa. 
Yo soy testigo 
de su honestidad.

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA, COMENDADOR 
Dios, ¡cuánta clemencia es ésta! 
¡Cuánta generosidad!

PRÍNCIPE, CORRADO
¡Vaya sorpresa ésta!
¡Qué gran novedad!

REINA 
Y para que sea la fiesta 
por entero completa

(a Tita)

toma a Ghita por esposa
y perdono al Comendador.

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA, COMENDADOR 
Dios, ¡cuánta clemencia es ésta! 
¡Cuánta generosidad!

PRÍNCIPE, CORRADO
(Para sí)
¡Vaya sorpresa es ésta! 
¡Qué gran novedad!

GHITA, LILLA 
¡O Tita/Lubino eres mío!

TITA, LUBINO 
¡Eres mía Ghita/ Lilla hermosa!

LOS CINCO
¡Cantemos sólo a Isabel, 
alabemos su bondad!

REINA
¡Cómo me satisface tan bello júbilo, 
cuanto halago y placer! 
¡De pura paz y alegría 
fuente siempre será!

LOS CINCO
¡Gocemos, vamos, gocemos, 
y con amor sincero 
demos gracias al corazón 
de vuestra majestad!

REINA
¿Y mi hijo? ¿No habla?

LILLA, GHITA
Y vos, ¿no decís nada?

LILLA
(Al Príncipe)
¡Mirad a mi Lubino!

PRÍNCIPE 
¡Iros... sí, ya lo he visto!

GHITA 
(A Corrado)
¡Mirad a mi Tita!

CORRADO 
¡Iros... adiós, adiós!

TODOS 
(Excepto Corrado y el Príncipe)
Corrado permanece mudo, 
el Infante parece afligido. 
No sé lo que es esto. 
No sé qué pensar. 
Pero lo hecho, hecho está 
y no se puede cambiar.

PRÍNCIPE, CORRADO 
Tiemblo por mi destino, 
pierdo a la que adoro, 
no puedo dejar de decir: muero.
No puedo oponerme, 
que lo hecho, hecho está 
y no se puede cambiar.

Fin del Primer Acto

Acto II