TORVALDO Y DORLISKA

 

Personajes

TORVALDO

DORLISKA

EL DUQUE

JORGE

CARLOTA

ORMONDO         

Militar Ruso

Esposa de Torvaldo

Duque Orlow

Lacayo del Duque

Hermana de Jorge

Militar al servicio del Duque

Tenor

Soprano

Barítono

Bajo

Mezzosoprano

Barítono

 

La acción se desarrolla en algún lugar al norte de Rusia, en época indeterminada.

 

ATTO PRIMO


(Bosco confinante col castello d'Ordow. Da un
lato mura del castello con porta praticabile)

Scena Prima

(Giorgio si avanza passeggiando, come appostato
in guardia, e spiando tratto verso il bosco.)

GIORGIO
È un bel dir che tutto al mondo
poco o assai si rassomiglia:
questo mio cervel sì tondo
non si lascia infinocchiar.
Alla regola, cospetto!
Ecco pronta l'eccezione:
al bestion del mio padrone
bestia ugual non si può dar.
Se ti guarda, ti vien freddo;
se ti parla, ti spaventa;
se ti tocca, il Ciel ti scampi;
se poi ride... oh male! male!...
È vicino il temporale,
ed il tuono è per scoppiar.
Ah l'umor del mio padrone
è un umor che fa tremar.

(Esce il coro de' servi dal bosco.)

Come?... ancora?.:.

CORO
Non si vede.

GIORGIO
(Al capo del coro.)
Ma cercasti?...

CAPO,CORO
Invan cercai.

GIORGIO
Ah, che qui vi son de' guai!
Io comincio già a tremar!

CORO
Come disse?... vi son guai?...
Non l'arrivo a indovinar.

GIORGIO
(Da sé, rammentando l'accaduto
nella notte precedente.)
Ei mi sveglia avanti giorno...
certi ceffi avea d'intorno...
Le pistole. - Sì signore.
La mia spada. - Eccola qua.
Alla fine Ormondo viene.
Son vicini?... - Son vicini.
Su, coraggio. - Ehi: bada bene!
Sì, signore. - E se ne va.
Passa un'ora, passan due...
quando a un tratto un mormorio,
gridi, colpi, e che so io!...
Ah che il diavol qui ci sta!
Chi capisce quest'istoria
è un grand'uomo in verità.

(Al coro.)

Ma quei gridi?...

CORO
Chi lo sa?...

GIORGIO
Ma quei colpi?...

CORO
Chi lo sa?...

GIORGIO

Ah cospetto, questa è bella!.
Che si pensa? che si fa?.

TUTTI
Ritorniamo in sentinella
a veder che nascerà.

(Partono verso il fondo della scena.)

Scena Seconda


(Entra nella destra il Duca. Il suo volto è alterato,
il vestimento scomposto. Passeggia la scena a passi
frettolosi e con agitazione.)

DUCA
Dunque invano i perigli e la morte
affrontai per colei che m'aborre?.
L'ampio fato, l'iniqua mia sorte
la conquista di man mi strappò.
Un rival per mia mano svenato
nel suo sangue i miei torti lavò:
ma che val se quel volto adorato
forse più riveder non potrò?
Empia sorte, mio fato spietato,
tanti affanni soffrir più non so.

(Resta pensieroso.)

GIORGIO
(Al Duca.)
Il padrone!... Ben tornato!.
Ben tornato!... oibò: è sordo.

DUCA
(Vedendo Giorgio.)
La vedesti?...

GIORGIO
Chi?...

DUCA
(Sdegnato.)
Balordo!

GIORGIO

(Ai servi)
É gentil: che ve ne par?

DUCA
Ah ogni indugio è ormai fatale!
Quanto tardano a tornar!

GIORGIO
Ah l'ho detto! Il temporale
Già incomincia a brontolar.

(Entra Ormondo con armati.)

DUCA
Ah miei fidi!

ORMONDO, CORO
Tutto è vano.

DUCA
Né vedeste?

ORMONDO, CORO
Niente affatto.

DUCA
Oh mie furie!...

GIORGIO
É matto, è matto.

TUTTI eccetto il DUCA
Deh calmatevi, signore.

DUCA
Le mie smanie, il mio furore
ah che più non so frenar.

GIORGIO
Ah mi cresce il batticuore.
Ah potessi almen scappar.

ORMONDO, SERVI, SOLDATI
Quelle smanie, quel furore
vi preghiamo a moderar.

DUCA

(Da sé, ma guardando Giorgio in astrazione.)
Si cercherà, si troverà.
Voglio così, così sarà.

GIORGIO
(Credendo che il Duca parli con lui.)
Si cercherà, si troverà,
se vuol così, così sarà.

ORMONDO, SOLDATI
Si cercherà, si troverà,
in questo dì nostra sarà.

DUCA
Ah la mia smania crescendo va;
oh mia terribile fatalità.

GIORGIO, SERVI
Ma con chi l'ha? Qui non si sa
bella bellissima per verità.

ORMONDO, SOLDATI
Su via, calmatevi per carità.
Il nostro braccio per voi qui sta.

DUCA
(dopo aver passeggiato con agitazione.)
Ormondo... La mia gente
scorra di nuovo il bosco. Va' tu stesso,
cerca, interroga, indaga...
e ancor non parti?

ORMONDO
Vado.

(Parte col coro a destra.)

GIORGIO
Come batte la luna!

DUCA
(Fra sé.)
Iniqua stella!
Il gran colpo era fatto!...
Ed ora!... oh rabbia!

(Passeggiando e fremendo.)

GIORGIO
Ah che l'ho detto! è matto.

DUCA
L'avviso, l'ora, il loco,
tutto, tutto disposto.
Giungono; io volo, si combatte; ei cade,
io trionfo; e Dorliska,
Dorliska... ah chi sa mai
fra l'armi e il fuoco,
spaventata, smarrita,
dove sarà fuggita!

GIORGIO
Ma che diavolo borbotta lì fra i denti?...

DUCA
Preso avesse della città il cammino?...
Ah, se alla corte giunge sentor del mio disegno?...
Io stesso vò scorrer d'ogni intorno;
pria che tramonti il giorno
voglio averla in mie man costi che vuole.
Giorgio.

GIORGIO
Ai comandi suoi.

DUCA
(Fiero)
Di quanto udisti
se tu parli, sei morto. Intendi?

GIORGIO
Intendo.

(Fra sé.)


Di quanto udisti! Che mi caschi il naso
se udii solo una sillaba.

DUCA
Dunque, io vado.

GIORGIO
(Fra sé.)

Buon viaggio.

DUCA

Al mio ritorno...
senti... ma no... se mai...
non più, servi fedel, gran premio avrai.

(Parte a destra)

GIORGIO
Ma no... senti... se mai...
Sei morto... ah me meschino!
Che giorno climaterico è mai questo!
Ah qui v'è del pasticcio. Il mio padrone
va cercando malanni a tutta possa:
sì, sì, ne troverà. Corpo di Bacco!
A soddisfar l'universal desio
a mettergli giudizio son qua io.

(Apre con chiave la porta, ed entra in castello.)

Scena Terza


(Dorliska entrando dal bosco in
abito da viaggio, con agitazione e timore.)

DORLISKA
Dove son? chi m'aita?
Ahi lassa?... ove m'aggiro?...
Stanca, oppressa, tremante
per queste erme campagne
cerco un asilo invan, che m'assicuri.

(Vedendo la porta del castello.)

Ah di questo castello
Pur qui veggo una porta!.
Ah sì, tentiamo; m'assisti, o ciel pietoso;
Tu proteggi il mio onor, salva il mio sposo

(Batte più volte, indi vedendo non essere ascoltata.)

Tutto è vano; niun m'ascolta;
ah Dorliska sfortunata!
Una sposa desolata
deh, chi assiste per pietà?
Su, coraggio; un'altra volta.

(Torna a battere.)

Niun risponde, ahi crudeltà!
Ah Torvaldo!... ah mio diletto!
Dove sei?... dove t'aggiri?...
Tu non odi i miei sospiri,
idol mio, mio dolce amor!
Giusto ciel, destin più rio
chi del mio provò finor?
Ah son pure infelice!
Si tenti un'altra volta.

(Torna a battere con più forza, e Carlotta
esce all'improvviso dal castello.)

CARLOTTA
Ih, ih!... che fretta mai!...
Oh perdonate!

DORLISKA
Ah per pietà soccorso a un'infelice
che a voi tutta s'affida e s'abbandona.

CARLOTTA
A me?... ma voi... ma io...
Chi mai sarà? Via, zitta non temete,
In che posso servirvi? E voi chi siete?

DORLISKA
Una sposa son io
misera, desolata
dal più barbaro caso
divisa dal più tenero consorte
che forse per salvarmi ebbe già morte.

(Piange.)

CORO
Che sento! ah poverina!
Davver mi fa pietà; ma... cosa vedo!...
impallidisce... Vi sentite male?

DORLISKA
Ah sì!...

CARLOTTA
Su via, coraggio.
Con me venite: Giorgio il mio fratello
custode è del castello.
Qui siete in casa vostra: non temete;
lasciate fare a me: ci penso io.

DORLISKA
Misera me!
¡Qual fiero stato è il mio!

(Entrano nel castello)

Scena Quarta

(Sala d'architettura gotica nell'interno del
castello.
Giorgio, indi Dorliska e Carlotta.)

GIORGIO
Ah il cor me lo diceva!
Diavolo! assalti a mano armata, un morto
tre feriti... ah cospetto!
Tutto scopersi a tempo...
ah signor Duca! A Giorgio non si ficca:
non vo' trovarmi in guai.
Ah l'affar questa volta è serio assai.
Ma come far? La cosa
mi sembra diplomatica! Bisogna
studiar...

CARLOTTA
Giorgio!

GIORGIO
Che vuoi?

CARLOTTA
Giorgio... oh sei qua?...
Vedi questa signora?... poverina!
Questa notte nel bosco fu assalita...

GIORGIO
Nel bosco?

DORLISKA
Ah sì, tremante, sbigottita
fuggii, dove non so!... ah del mio sposo
Chi mi porge novella?... ah chi sa dirmi
s'ei vive ancor?... deh per pietà, miei cari...

GIORGIO
Piano, piano, signora.
Nel bosco... ma di grazia, voi chi siete?

DORLISKA
Nacqui in Polonia. Un giovin cavaliere
m'amò, m'ebbe in isposa; e ieri appunto
dopo il nuzial convito
si tornava in città, quando nel bosco
da un suo rival, che cento volte invano
chiesto avea la mia mano assaliti...

GIORGIO
Oh cospetto!
Che sento!... ah maledetto!

DORLISKA
Chi?

GIORGIO
Il Duca.

DORLISKA
Oh ciel! Qual Duca?...

GIORGIO
Eh niente, il mio padrone.

DORLISKA
Il tuo padrone?

GIORGIO
Purtroppo: il Duca Ordoff.

DORLISKA
(Sbigottita)
Ahimè! Sarebbe mai questo?...

GIORGIO
Il suo castello.

DORLISKA
(Gettando un grido.)
Ah son tradita! Misera me!

(Correndo agitata per la scena.)

GIORGIO
Calmatevi.

CARLOTTA
Tacete.

DORLISKA

No, vo' partir.

CARLOTTA, GIORGIO
Sentite.

DORLISKA
Lasciatemi.

CARLOTTA, GIORGIO
Sentite.

DORLISKA
Per pietà.

CARLOTTA, GIORGIO
Ma fermatevi.

DORLISKA
(Dibattendosi per partire)
Ah no: crudeli.

CARLOTTA, GIORGIO
Sentite.

Scena Quinta

(Il Duca presentandosi fieramente all'improvviso
sulla porta di fondo, e avanzandosi.)

DUCA
Olà.

(Il Duca nell'avanzarsi riconosce Dorliska. Un
momento di stupore, indi un atteggiamento di
estrema gioia. Poi, ripreso un contegno severo,
con un gesto autorevole ordina a Giorgio e
Carlotta che si ritirino. Essi partono a sinistra.)

DUCA
Ella... oh ciel!... qui... non m'inganno:
in mie mani!... or son contento!
Tanto orgoglio omai cadrà.

DORLISKA
Egli... oh cielo!... il mio tiranno!
Son perduta!... qual cimento!
Ciel! m'assisti per pietà.

DUCA
(Con dolcezza)
Dorliska; voi tremate;
piangete; sospirate;
lungi il timor, sicura
Dorliska appien qui sta.
Sull'onor mio lo giura
chi mai mentir non sa.

DORLISKA
(Con nobiltà.)
Fra scellerate mura
virtù non è sicura,
Cessa: tu giuri invano
onore ed amistà.
Sul labbro tuo profano
quel nome orror mi fa.

DUCA
Dunque?...

DORLISKA
T'arretra.

DUCA
Ascolta.

DORLISKA
Taci, non sento.

DUCA
(Fra sé)
Stolta!
Di sdegno, d'affetto
mi palpita il core:
ah d'ira, d'amore
mi sento avvampar.

DORLISKA
(Fra sé)
Quel torbido aspetto
m'agghiaccia d'orrore.
Mi palpita il core,
mi sento gelar.

(Dopo una breve pausa Dorliska si
muove risolutamente per partire.)

DUCA
Dove corri, sconsigliata?

DORLISKA
Voglio uscir da queste porte.

DUCA
Oh la porta è ben serrata!

DORLISKA
Vo' cercar del mio consorte.

DUCA
Il consorte?...

(Con sarcasmo misterioso.)

Oh sta lontano.

DORLISKA
(Atterrita.)
Come?... ah parla... per pietà.

DUCA
(Fiero.)
Vuoi saperlo?

DORLISKA
Ah si!

DUCA
(Come sopra.)
Paventa!...

DORLISKA
Giusto cielo! Ah, dove sta?...

DUCA
(Ferissimo.)
Egli é morto!

DORLISKA
(Getta un grido e sta per mancare.)
E morto?... Ah!

DUCA
Ah, che feci!

DORLISKA
(Con voce fioca.)
Chi m'aita?...

DUCA
(Avvicinandosi per soccorrerla.)
Deh mia vita!...

DORLISKA
(Riavendosi e respingendolo.)
Scellerato!

DUCA
Taci, stolta, o amor sprezzato
in furor si cangerà.
Del tuo sposo al sangue odiato
verserò il tuo sangue insieme.
Forse allor nell'ore estreme
chiederai, ma invan, pietà.

DORLISKA
Empio, barbaro, spietato,
mostro reo di crudeltà.
Ah Torvaldo sventurato,
ti perdei, non v'è più speme!
No, sarem fra poco insieme,
il dolor m'uccide già.

(Dorliska parte agitata per la porta, il Duca l'insegue.)

ACTO PRIMERO


(Bosque lindante con el castillo de Ordow.
A un lado, los muros de un castillo con puerta)

Escena Primera

(Jorge avanza mientras vigila y observa
de vez en cuando el bosque.)


JORGE
Es bonito pensar que todo el mundo,
más o menos, se parece.
Tengo la cabeza muy bien amueblada
y no me dejo liar.
¡En orden, maldita sea!
Pero aquí llega la excepción:
no existe en el mundo
una bestia igual que mi amo.
Si le miras, te deja helado;
si le hablas, te asusta;
si le tocas, ¡que el cielo te proteja!
si te ríes... ¡Oh, mal! ¡Muy mal!...
El temporal se acerca
y dentro de poco tronará.
¡Ah, el humor de mi patrón
es un humor de los que hacen temblar!

(Aparece un coro de criados)

¿
Cómo?... ¿Todavía no?...

CORO
No ha aparecido.

JORGE
(Al cabecilla del coro.)
Pero ¿la buscaste?...

CABECILLA DEL CORO
Busqué en vano.

JORGE
¡Ah, ya llegan los problemas!
¡Ya empiezo a temblar!

CORO
¿Cómo dijo?... ¿Qué llegan problemas?...
No comprendo.

JORGE
(Para sí, recordando lo sucedido
la noche anterior.)
Me despertó ayer, antes del amanecer...
¡y menuda cara tenía!...
¡El fusil!.... ¡Sí señor!
¡Mi espada!... ¡Aquí la tiene!
Luego llegó Ormondo.
¿Están cerca?... Están cerca.
¡Vamos, valor!... ¡Ehi, qué os vaya bien!
¡Sí, señor!... Y se va.
Pasa una hora... pasan dos...
y de repente se escucha un murmullo,
luego voces, golpes, ¡y qué sé yo!
¡Ah, parecía que hubiera llegado el diablo!
El que entienda toda esta historia
la verdad es que es listo de verdad.

(Al coro.)

Pero ¿Qué son esas voces?...

CORO
¿Y quién lo sabe?...

JORGE
¿Y aquellos golpes?...

CORO
¿Y quién lo sabe?...

JORGE
¡Oh, diablos, pues estamos apañados!
¿Qué pensar? ¿Qué hacer?

TODOS
Volvamos con sigilo
a ver lo que ocurre

(se dirigen al fondo del escenario.)

Escena Segunda

(El Duque entra por la derecha. Se muestra
nervioso y va con la ropa desarreglada. Se
mueve agitado y presuroso.)

DUQUE
Entonces ¿he afrontado en vano peligros,
y acaso la misma muerte, por aquel que me odia?
Mi maldito destino, mi inicua suerte me ha
quitado la conquista cuando la tenía en la mano.
Pero un rival al que yo mismo he matado
ha lavado con su sangre todos mis errores.
Pero ¿acaso no podré volver a ver
ese adorado rostro?
Ya no puedo aguantar lo que me depara
mi despiadado destino y mi suerte cruel.

(Se queda pensativo.)

JORGE
(Al Duque.)
¡El amo!... ¡Bienvenido!
¡Bienvenido!... vaya, parece sordo...

DUQUE

(Mirando a Jorge.)
¿La viste?...

JORGE
¿A quién?...

DUQUE
(Despreciándolo.)
¡Necio!

JORGE

(A los criados.)
Es agradable: ¿no creéis?

DUQUE
¡Ah, tanto peor cuanto más tiempo pasa!
¡Cuánto tardan en regresar!

JORGE
¡Ah, lo que yo decía!
Ya empieza a formarse la tormenta.

(Ormondo entra con su escolta)

DUQUE
¡Ah, mis aliados!

ORMONDO, CORO
Todo ha sido en vano.

DUQUE
¿No la encontrasteis?

ORMONDO, CORO
Ni rastro.

DUQUE
¡Oh, maldita sea!...

JORGE
¡Está como loco, está loco!

TODOS excepto el DUQUE
¡Vamos señor, calmaos!

DUQUE
¡No soy capaz de reprimir
mi enfado y mi furor!

JORGE
¡Ah, mi corazón comienza a palpitar!
¡Ojalá pudiera al menos escapar!...

ORMONDO, CRIADOS, SOLDADOS
Por favor, moderad
tanto enfado y furor.

DUQUE
(Para sí, pero mirando a Jorge)
La buscaremos... la encontraremos...
¡Así lo quiero y así será!

JORGE
(Creyendo que el Duque habla con él)
La buscaremos... la encontraremos...
¡Si así lo quiere, así será!

ORMONDO, SOLDADOS
La buscaremos, la encontraremos
y hoy mismo será nuestra.

DUQUE
¡Ah, mi preocupación va en aumento!
¡Oh, terrible fatalidad!

JORGE, CRIADOS
Pero ¿quién es ella? Nadie lo sabe.
En verdad debe ser bella... ¡bellísima!

ORMONDO, SOLDADOS
Calmaos por favor.
Estamos a vuestra entera disposición.

DUQUE

(un poco más calmado)
¡Ormondo!... ¡Servidores!
¡Corred de nuevo al bosque!
Buscad, interrogad, indagad...
¿Qué haces que no te has ido ya?

ORMONDO
¡Corro!

(Sale con el coro por la derecha.)

JORGE
¡La qué se está armando!

DUQUE
(Para sí.)
¡Inicua estrella!
¡Ya casi lo había conseguido!...
Y ahora... ¡Oh, rabia!

(camina frenéticamente)

JORGE
¡Ah, ya lo había dicho yo, está loco!

DUQUE
La cita, la hora, el lugar,
todo, todo dispuesto.
Llegan; voy corriendo, luchamos;
él cae y yo triunfo;
¿Y Dorliska? ¿Dorliska?...
¡Ah, quién sabe dónde habrá ido,
asustada y preocupada
por los disparos de las armas!

JORGE
¿Pero qué diablos está murmurando?...

DUQUE
Quizás se haya dirigido a la ciudad...
¿Y si en la corte se enterasen de mi plan?...
Mejor que yo mismo me ocupe de controlarlo.
Antes de que termine el día
la quiero ver entre mis brazos.
¡Jorge!

JORGE
¡A sus órdenes!

DUQUE

(Con fuerza)
Si dices algo sobre lo que has oído, te mato.
¿Lo has entendido?

JORGE
Entendido.

(Para sí.)


¡De lo que oí, dice!
¡Pero si no comprendo ni una sola palabra!

DUQUE
¡Debo irme!

JORGE
(Para sí.)

Buen viaje.

DUQUE

A mi regreso...
Escucha... pero no... por si acaso...
¡Eso es todo! ¡Si eres fiel, serás recompensado!

(Sale por la derecha)

JORGE
Pero no... escucha... por si acaso... ¡te mato!...
¡Ah, pobre de mí!
¡Vaya un día agitado!
Aquí se está fraguando un gran embrollo.
Mi amo va buscando problemas por todas partes.
¡Sí, sí, seguro que se los encontrará!
Menos mal que estoy yo aquí
para protegerle y hacerle entrar en juicio.

(Abre la puerta y entra a castillo.)

Escena Tercera


(Dorliska sale del bosque con ropa de viaje,
nerviosísima y asustada.)


DORLISKA
¿Dónde estoy?... ¿Quién me ayudará?
Estoy cansada… ¿Adónde ir?...
Perseguida, oprimida y temblorosa
busco en vano un asilo en estos campos
en donde poder descansar segura.

(Viendo la puerta del castillo.)

¡Ahí veo la puerta de ese castillo!
Lo intentaré.
¡Ayúdame, piadoso cielo,
protege mi honor y salva a mi esposo!

(Llama varias veces pero nadie abre)

Todo es en vano, nadie me escucha...
¡Ah, desdichada Dorliska! ¡Ah!
¿Quién puede ayudar
a una esposa desolada?
¡Vamos, ánimo! Probaré de nuevo...

(Vuelve a llamar)

¡Nadie contesta, qué crueldad!
¡Ah, Torvaldo!... ¡Ah, querido mío!
¿Dónde estás?... ¿Por dónde andas?...
Mi vida, mi dulce amor,
¿no escuchas mis suspiros?
Justo cielo, ¿es que alguien ha sufrido
un destino peor que el mío?
¡Ah, soy demasiado infeliz!
Llamaré otra vez.

(Vuelve a golpear con más fuerza
y Carlota abre)

CARLOTA
¡Ji, ji!... ¡Qué prisas!...
¡Oh, perdonad!

DORLISKA
¡Ah, por favor, socorred a una infeliz
que a vos se encomienda y se abandona!

CARLOTA
¿A mí?... Pero vos... pero yo...
¡Vamos, tranquilizaos, no temáis!
¿En qué os puedo ayudar?... ¿Quién sois?

DORLISKA
Soy una mísera
y desolada esposa
que por una cruel circunstancia
ha sido separada de su marido...
¡Que quizás haya muerto por defenderla!

(Llora.)

CORO
¡Qué escucho! ¡Ah, pobrecilla!
En verdad me compadezco... pero...
¡Qué veo!... Estáis pálida... ¿Os sentís mal?

DORLISKA
¡Ah, sí!

CARLOTA
¡Vamos, ánimo, venid conmigo!
Mi hermano Jorge
cuida del castillo.
Estáis en vuestra casa, no temáis.
Dejadme hacer, que ya pensaré algo.

DORLISKA
¡Pobre de mí!
¡Qué tremenda situación la mía!

(Entran en el castillo)

Escena Cuarta

(Sala gótica en el interior del castillo.

Jorge, luego Dorliska y Carlota.)

JORGE
¡Ah, ya me lo decía el corazón! ¡Diablos!
Asalto a mano armada, un muerto y tres heridos...
¡Ah, maldita sea!
Todo se descubrió a tiempo...
¡Ah, señor Duque, a Jorge no se le hace esto!
No quiero tener problemas.
La situación esta vez es muy seria, pero...
¿Qué hago?...
El asunto es muy delicado,
habrá que estudiarlo con detenimiento...

CARLOTA

¡Jorge!

JORGE
¿Qué quieres?

CARLOTA

Jorge... ¿Estás ahí?...
¿Ves a esta señora?... ¡Pobrecita!
Anoche fue asaltada en el bosque...

JORGE
¿En el bosque?

DORLISKA
¡Ah, sí, temblorosa y aterrada huí a no sé dónde!
¡Ah! ¿Y quién tiene noticias de mi esposo?
¿Alguien podría decirme si aún vive?...
¡Ah, por piedad, amigos míos!...

JORGE
Poco a poco señora... En el bosque...
Pero, por favor, ¿quién sois?

DORLISKA
Soy polaca y ayer me desposé con mi prometido.
Después del convite nupcial
y cuando volvíamos a la ciudad,
fuimos asaltados por un rival,
que cientos de veces pretendió, en vano,
tomar mi mano.

JORGE
¡Oh, diablos!
¡Qué escucho!... ¡Ah, maldito!

DORLISKA
¿Quién?

JORGE
El Duque.

DORLISKA
¡Oh, cielos!... ¿Qué duque?...

JORGE
Mi amo...

DORLISKA
¿Tu amo?

JORGE
Desgraciadamente: El Duque Ordoff.

DORLISKA
(Pasmada)
¡Ay de mí! Entonces... ¿este es?

JORGE
Su castillo.

DORLISKA
(Gritando.)
¡Estoy perdida! ¡Pobre de mí!

(Corre agitada por el escenario.)

JORGE
¡Calmaos!

CARLOTA
¡Callaos!

DORLISKA

¡No! ¡Quiero marcharme!

CARLOTA, JORGE
Escuchad.

DORLISKA
¡Dejadme!

CARLOTA, JORGE
Escuchad.

DORLISKA
¡Por favor!

CARLOTA, JORGE
Deteneos.

DORLISKA
(Intentando marcharse)
¡Ah, no, dejadme!

CARLOTA, JORGE
Escuchad.

Escena Quinta

(De improviso, el Duque aparece enfurecido
por la puerta del fondo)

DUQUE
¡Oh!

(El Duque reconoce a Dorliska mientras avanza.
Se sorprende y luego muestra una gran alegría.
A continuación adopta un semblante severo
y con un gesto ordena a Jorge y a Carlota
que se vayan, cosa que hacen por la izquierda.)


DUQUE

¡Es ella!... ¡Oh, cielo!... ¿Aquí?... ¡No me engaño!
¡Ha caído en mis manos!... ¡Qué felicidad!
Por fin cesará tanto orgullo.

DORLISKA
¡Es él!... ¡Oh, cielo!... ¡El tirano!
¡Estoy perdida!... ¡Qué desgracia!
¡Ayúdame, oh cielo, por piedad!

DUQUE
(Con dulzura)
Dorliska; tembláis;
lloráis; suspiráis...
Alejad todo temor,
pues aquí Dorliska, está segura.
Lo jura por su honor
aquél que no sabe mentir.

DORLISKA
(Con nobleza.)
La virtud no puede estar segura
entre estas perversas paredes.
¡Detente!
En vano juras honor y amistad.
Me horrorizan esas palabras
en tu boca.

DUQUE
¿Entonces?...

DORLISKA
¡No te acerques!

DUQUE
Escucha.

DORLISKA
¡Calla, no quiero escucharte!

DUQUE
(para sí)
¡Estúpida!
El corazón me palpita
de enfado y de afecto.
Me siento explotar
de amor y de ira.

DORLISKA
(para sí)
Su desencajado rostro
me llena de horror.
Mi palpitante corazón
se convierte en hielo.

(Después de una breve pausa, Dorliska
intenta marcharse.)

DUQUE
¿Adónde corres, insensata?

DORLISKA
Quiero irme de aquí.

DUQUE
¡Oh, la puerta está bien cerrada!

DORLISKA
Quiero buscar a mi marido.

DUQUE
¿Tu marido?...

(Con misterioso sarcasmo.)

¡Oh... él está muy lejos!

DORLISKA
(Aterrorizada.)
¿Cómo?... ¡Ah, habla!... Por favor...

DUQUE
(con brusquedad.)
¿Quieres saberlo?

DORLISKA
¡Ah, sí!

DUQUE
(Como antes.)
¡Tiembla!...

DORLISKA
¡Justo cielo, ah! ¿Dónde está?...

DUQUE
(Con gran brusquedad)
¡Muerto!

DORLISKA
(Grita y casi se desmaya.)
¿Muerto?... ¡Ah!

DUQUE
¡Ah, qué he hecho!

DORLISKA
(Con voz tenue.)
¿Quién podrá ayudarme?...

DUQUE
(Acercándose para socorrerla)
¡Ah, vida mía!...

DORLISKA
(Recuperándose y rechazándolo.)
¡Desalmado!

DUQUE
Cállate, estúpida, o el rechazado amor
se convertirá en furor.
Verteré tu sangre junto
a la de tu odiado esposo
y en esa hora extrema
me pedirás, en vano, piedad.

DORLISKA
¡Impío, bárbaro, despiadado,
monstruo lleno de crueldad!
¡Ah, Torvaldo desventurado,
te he perdido y ya no queda esperanza!
Dentro de poco volveremos a estar juntos,
pues el dolor ya me está matando.

(sale agitada por la puerta y el Duque la sigue.)

Scena Sesta

(Il Duca rientra, e chiude la porta.)

DUCA
Ella più non mi fugge.
Giorgio!... Carlotta!... Giorgio!...
dove diavolo s'è cacciato costui?

ORMONDO
(Entrando dalla destra.)
Signore...

DUCA
A tempo, Ormondo,
di lei più non si cerchi: amica sorte
la condusse in mia man.
Tu adesso vola, torna nel bosco,
occulta del notturno mio colpo ogni traccia:
l'estinto fa' che sepolto sia.
Corri, t'affretta, vola.

ORMONDO
Volo.

(Fra sé)


Che vita maledetta!

(Parte)

DUCA
Ormai son giunto in porto: ora si pensi...

(Chiamando.)

Giorgio!... Giorgio!...

GIORGIO
(Dalla sinistra.)
Son qua, eccellentissimo.

DUCA
Il diavol che ti porti.

GIORGIO
Obbligatissimo.

DUCA
Vien qua. Poche parole:
vedesti quella donna?

GIORGIO
L'ho veduta.

DUCA
Non la conosci?

GIORGIO
Io no.

DUCA
Sappi ch'io l'amo.

GIORGIO
Me l'ero immaginato.

DUCA
Ella m'odia, perché del suo marito
fui l'uccisor la scorsa notte...
Io tutto già ti svelai: bisogno
ora ho dell'opra tua.

GIORGIO
Son qua a servirla.

DUCA
Tu devi in questo affare
esser cieco, esser muto, intendi?

GIORGIO
Eh ho inteso:
son uom di questo mondo,
si fidi ella di me senza riserva.

DUCA
Sì, mi voglio fidar. Fa' che colei
Da tua sorella sia guardata a vista.

GIORGIO
Sì, Signor.

DUCA
Tu procura
di consolarla, e tratto a lei
rammenta i sensi miei,
seconda insomma in tutto il pensier mio.

GIORGIO
Non dubiti, signor, ci penso io.

(Il Duca parte a destra)

Davvero è in buone mani. Presto, presto,
ecco, al Governatore in questo foglio

(Cava di tasca una lettera.)

Tutto spiegai. Contro il comun tiranno,
a nome del contado
di cui contro mio merito
son sindaco onorario,
già stesa era la supplica e il sommario.
Del nostro Duca la notturna impresa
v'ho aggiunto per postilla
voglio... ma ve' che bestia!
Io perdo tempo, e massima è l'urgenza.
Presto, presto, m'andiam
da sua Eccellenza
Stefano il carbonaio.
Farà la forza; un'ora di cammino
E poi siamo a cavallo... ah Duca, Duca,
Vedrai s'io te la ficco. Oh che piacere!
Io sol della grand'opera
avrò tutta la gloria!
Son proprio degli ingegni la fenice!
Sono una testa degna di cornice.

(Parte a destra)

Scena Settima

(Facciata anteriore del castello, con gran porta
praticabile da un lato. Torvaldo entra con
precauzione, osservando il castello.)

TORVALDO
Tutto è silenzio: il bosco
tace d'intorno; inosservato e solo
alfin qui giunsi. È questo, io lo ravviso,
questo del mio nemico
é il castello: le mura
son queste, ahimè, dove l'incauta sposa,
cercando asilo, a nuovi
perigli esposta or geme!
Oh qual per lei del talamo la gioia
in dolor si cangiò!. Ma, ti consola,
sposa felice, io vivo!
Ah se il disegno mio protegge amore,
fra un istante avrà fine il tuo dolore.
Fra un istante a te vicino
rivedrai lo sposo amato:
un inganno fortunato
al tuo sen mi guiderà.
Fia deluso il tuo tiranno,
spezzerò le tue catene,
e all'affanno ed alle pene
Il piacer succederà.
Cara, consolati, tergi le lagrime.
La nostra sorte si cangerà.
Ai dolci amplessi del fido sposo
amor pietoso ti renderà.
Ah ch'io non reggo ai moti
dell'impazienza mia: taci per poco
o represso mio sdegno.

(Guardando verso la campagna.)

Ah quanto tarda costui!

(Giunge un contadino che reca gli abiti
pel suo travestimento.)

Eccolo: oh sorte!
Finché niun qui m'osserva
Celiam le ricche vesti.

(Vestendosi.)

A me il berretto...
il mantello... la scure
La finta barba...

(a contadino)


invola il resto; è tuo.

(Il contadino parte.)

Si tenti or nel castello di penetrar.

(Cavando di tasca un foglio.)

Del simulato foglio
mi gioverà l'inganno
la dolente mia sposa a trar d'affanno.

(Si avvicina al castello spiando con precauzione.)

Scena Ottava


GIORGIO
(Dalla campagna.)
Oh son qua; tutto è fatto.
Stefano già galoppa... Chi è colui?...

(a Torvaldo)


Ehi, buon uomo, che volete?

TORVALDO
Vi dirò...
siete voi del castello?

GIORGIO
Certo; son del castello.

TORVALDO
Voi non mi conoscete?...

GIORGIO
Io no.

TORVALDO
(Fra sé)

Respiro.

(A Giorgio.)


Io son, già lo vedete,
del vicin borgo un tagliaboschi.
Un foglio mi fu dato a portare
dentro questo castello
a una certa signora,
che qui la scorsa notte...

GIORGIO
Piano, piano...

(Riflettendo.)

A una signora?... oibò,
in quel castello non v'è donna alcuna.

TORVALDO
(Sorpreso.)
Come, non v'è?

GIORGIO
Non v'è.

TORVALDO
Nessuna?

GIORGIO
Oh bella!
Altra donna non v'è che mia sorella.

TORVALDO
Che sento!... oh me deluso!
Dove sarà?... misero me!...
Dorliska... Mia Dorliska!...

(Passeggiando agitato per la scena.)

GIORGIO
(Da sé.)
Oh cospetto.
Mia Dorliska!... sarebbe?...
Ah qual sospetto!

TORVALDO

Sposa infelice, ove trovarti?...

GIORGIO
(Fra sé)

Sposa! Che sento!

(A Torvaldo.)


Ma... per Bacco!...
Fidatevi di me, sareste a caso...

(Torvaldo dà un segno di diffidenza.)

Fidatevi, vi dico,
Servo un Duca briccon, ma cospettone,
io sono un uom d'onore.

TORVALDO
Ah sì, mi fido
di te, mio buon amico; io son Torvaldo.

GIORGIO
Che sento! suo marito!
Come va la faccenda?
Estinto ognuno qui vi crede...

TORVALDO
Lo so: nel buio io caddi
Da fiero colpo tramortito al suolo
combattendo col Duca: al suol per morto
ei mi lasciò, le tracce
per seguir di Dorliska; un buon pastore
m'accolse, e questi arnesi
mi porse a travestirmi; ei pur l'asilo
m'additò della sposa.

GIORGIO
A meraviglia, ed or?

TORVALDO
Con questo foglio,
ch'io finsi moribondo aver vergato,
aveva immaginato
penetrar, sconosciuto, in queste porte,
salvar la sposa ed incontrar la morte.

GIORGIO
Oh bene! Oh bene!

TORVALDO
Ed essa... qui non è!
Chi sa dove?... ah se per caso
Sapeste mai dov'ella sia celata...

GIORGIO
(Additando il castello.)
Zitto! Là dentro sta la disgraziata.

TORVALDO
(Con allegrezza smoderata.)
Ella... dunque... oh mia gioia!...

GIORGIO
Ma tacete...
So tutto, non temete.
Io di salvarla appunto
già concepii l'idea, lasciate fare...

TORVALDO
(Per abbracciarlo.)
Oh mio benefattor!...

GIORGIO
Zi... zitto... oh diavolo!
Ecco il padron. Coraggio,
secondatemi.

DUCA
(Dal castello.)
Giorgio.

GIORGIO
(Con allegria affettata.)
Oh Eccellenza, Eccellenza,
allegri... di buon animo...
il morto ha scritto tutto...
cioè, pria d'esser morto...
alla signora scrive di propria mano.

DUCA
Che diavol dici, bestia!

GIORGIO
Si, signore,
il foglio parla chiaro: eccolo qua.

(a Torvaldo)


Via, dammi il foglio, sbrigati.

(Leva il foglio di mano a Torvaldo.)

DUCA
Chi è costui?

TORVALDO
Signore,
Sul far del giorno nella mia capanna
giunse ferito a morte
un cavalier incognito. Il meschino
pria di morir quel foglio
m'incaricò recare alla sua sposa
che nel bosco la notte avea smarrita.
Seppi che a questa volta
fuggendo era venuta...

DUCA
A me quel foglio.
Vediam. Sì; di Torvaldo
questa è scrittura.

GIORGIO
(Da sé.)
Io fremo.

DUCA
Leggiam.

GIORGIO
(Fra sé)
Coraggio.

(A Torvaldo.)

Amico! attenti.

TORVALDO
(Da sé.)
Io fremo.

DUCA
(Legge.)
"Mia Dorliska, io ti perdo per sempre.
Una ferita mortale fra pochi istanti
avrà troncati i miei giorni.
Chi ti reca questo foglio potrà
svelarti i miei ultimi sensi. Io perdono
al mio uccisore: perdonagli tu ancora.
Dovunque sarai, io te ne prego, io te
lo impongo; rassegnati alla tua sorte".

(fra sé)


Ah qual raggio di speranza
or balena al mio pensier!
Di piegar quel core altero
già l'idea gioir mi fa.

TORVALDO
(fra sé)
Ah qual raggio di speranza
spuntar veggo in tanto affanno!
Ah che al mio felice inganno
la fortuna arride già.

GIORGIO
(fra sé)
Ah qual raggio di speranza
mi conforta e m'assicura!
Sento già che la paura
pian pianino se ne va.

DUCA
Questo foglio...

GIORGIO
Sì, signore.

DUCA
Ei lo scrisse!

GIORGIO
Egli.

DUCA
T'accheta:
egli è morto?

TORVALDO
(Sul punto di tradirsi)
Morto?...

GIORGIO
(Ripiegando.)
Oh certo.

TORVALDO
(Riprendendosi.)
Certo, morto.

DUCA
Tu il vedesti?

TORVALDO
Io lo vidi.

DUCA
E promettesti?...

TORVALDO
(Con entusiasmo, indi riprendendosi)
Alla sposa desolata
Di sua morte sventurata
Qua venirne apportator.

DUCA
(fra sé)
Improvviso assalto e forte
su, moviamo al suo rigor,
tu seconda, amica sorte,
di quest'anima l'ardor.

TORVALDO
(fra sé)
Ah che smania, oh ciel, di morte,
o mio sdegno taci ancor.
Tu l'istante affretta, o sorte,
di far pago il mio furor.

GIORGIO
(A Torvaldo.)
Ve' che bestia... state forte.
Via, prudenza... che timor!
Tu seconda, amica sorte,
l'ardir mio col suo favor.

DUCA
(A Torvaldo.)
A Dorliska tu n'andrai:
questo foglio recherai.
Hai capito?

TORVALDO
Sì, signor.

DUCA
(A Giorgio.)
Tu seconda...

GIORGIO
Signor mio,
Lasci far, ci penso io
A parlarne in suo favor.

DUCA
(Da sé, riflettendo.)
Da quel foglio tutto spero,
non s'inganna il mio pensiero.
Sulle prime gran furore,
poi cedendo andrà il dolore:
rassegnarsi le consiglia,
piangerà, ma lo farà.
Ei morendo a me perdona,
ella pur perdonerà
già si sa di donna in core
col perdono scende amore...
Ah se amore in lei discende,
s'ella cede un solo istante,
più non può quest'alma amante
di sua sorte dubitar.

TORVALDO
(fra sé)
La vedrò fra pochi istanti,
Sventurata in duolo, in pianti:
faccio un cenno, ella m'intende;
dolce gioia in cor le scende;
Quando l'empio fia lontano
il momento coglierò;
Col soccorso dell'amico
presto in salvo la trarrò.
Poi verrò contro l'indegno
a saziar l'antico sdegno...
Ah quand'io dell'empio sangue
questa man vedrò fumante
del mio fato in quell'istante
non saprò di più bramar.

GIORGIO
(fra sé)
Il merlotto è già cascato
già l'ho mezzo intrappolato;
ei si fida, e non sa niente
quel che a Giorgio bolle in mente.
Pria di notte, mascalzone,
Vo' vederti in gabbia entrar.
Cospetton, son nell'impegno.
Dammi tempo e lascia far.
Tutto è pronto, in men d'un'ora
il capiatur esce fuora.
Ah se in mezzo a quattro baffi
ei va in gabbia un solo istante,
sulla forca quel birbante
vo' vederlo sgambettar.

DUCA
Dunque...

TORVALDO

Andiamo.

GIORGIO
Andiamo.

TORVALDO, GIORGIO, DUCA
Andiamo.
Ah, se un colpo fortunato
or seconda il mio disegno,
son felice, son beato
no, di più non so bramar.

(Entrano nel castello.)

Scena Nona


ORMONDO
(Venendo dalla campagna.)
Io non ne posso più. Poter di Bacco!
Dieci miglia avrò corso in men d'un'ora
per boschi, per torrenti,
per sassi, per dirupi
dove non passeran nemmeno i lupi.
E il morto non si trova. Eh convien dire
l'abbian portato via. Ah cospettaccio!
Davver che questo affare
mi dà molto a pensare.
Delle nostre notturne bagattelle
se va notizia in corte siam perduti.
Già male ha da finir; dice il proverbio:
Chi la tira la strappa,
Chi corre inciampa, e chi ne dà ne busca.
La farina del diavolo va in crusca.
Sopra quell'albero
Se vedo un pero
già di papparmelo
mi vien pensiero:
non posso prenderlo,
Come farò?...
Su... su... su... su...
su monterò.
Il primo salto
È fatto già.
Già sono in alto,
eccolo qua.
Ma un altro veggone
un po' più in su
di quel ch'ho in mano
grosso assai più.
Sento il solletico dell'appetito.
La fame stimola, cresce il prurito.
Non posso prenderlo,
come farò?...
Su... su... su... su.
Su monterò.
Ma mentre arrisico
Mentre m'arrampico
ah... eh... oh... uh...
Ahimè, precipito
Col capo in giù.
La cosa è chiara per chi l'intende;
si dan purtroppo queste vicende;
si resta in trappola non v'è pietà.
Non lo vuol credere il mio padrone
ma può succedere non v'è questione
e allor per forza lo crederà.

(Entra nel castello.)

Scena Decima

(Appartamenti del castello.)

CARLOTTA
(Seguitando Dorliska, che passeggia smaniosa.)
Oh via, signora mia,
Quel duolo omai calmate...

(Da sé.)


Che serve? Non mi sente.
Davver mi fa pietà.

(A Dorliska.)


Signora perdonatemi...
adesso a voi pensate...
calmatevi, sperate...
la sorte cangerà.
Ah non so quel ch'io mi dica!
Giusto ciel, che imbroglio è il mio!
Non piangete, o piango anch'io...
vi calmate, per pietà.

DORLISKA
Ah, Torvaldo sventurato.
Deh m'attendi, vengo anch'io!
Ah che un duolo eguale al mio
No, che al mondo non si dà.

(Si abbandona sopra una sedia.)

Scena Undicesima


(Il Duca, Torvaldo, Giorgio, indi Ormondo,
servi ed armati, e dette.)

TORVALDO, GIORGIO, DUCA
(Fra sé, osservando tacitamente Dorliska.)
Immota e stupida
fredda, insensibile
dal duol la misera
oppressa sta.

DUCA
Ah se i miei voti
seconda amore
quel suo dolore
si placherà.

TORVALDO
Per poco acchetati
o mio furore,
il suo dolore
vendetta avrà.

GIORGIO
Per l'infelice
Mi piange il core,
Quel suo dolore
Mi fa pietà.

(Pausa.)

DUCA
(Avvicinandosi a Dorliska.)
Ah Dorliska, il vostro stato
mi commove, m'addolora...
A quest'alma che v'adora
deh il credete, per pietà.

(Da sé)


Il suo duol l'opprime ancora.
Non ascolta, non favella...
Ah nel duol mi par più bella.
Nuovo assalto al cor mi fa.

TORVALDO
La mia smania, il mio trasporto,
ah frenar più omai non posso.
Deh tu porgi, o amor, conforto
al mio barbaro penar.

GIORGIO
Mezzo vivo e mezzo morto
sto tremando a più non posso.
Non vorrei che in mezzo al porto
qui s'avesse a naufragar.

(Dopo una breve pausa il Duca accenna a Giorgio
e a Torvaldo che si avvicinino a Dorliska. Torvaldo
esita, Giorgio si appressa a lei, e tenta di riscuoterla
dal suo profondo abbattimento.)

GIORGIO
Mia signora... al vostro fato
rassegnarsi ormai conviene...
Via signora... a me badate,
que' begli occhi spalancate...

(Accennando Torvaldo.)

Questo degno galantuomo
dello sposo i sensi estremi
e il voler vi spiegherà.

(Al Duca e a Torvaldo.)

Non mi sente.

TORVALDO
Quale inciampo!

DUCA
Che insensata ostinazione!

GIORGIO
(a Torvaldo.)
Qua quel foglio, cospettone.
Non temete... ora vedrete
se la sveglio come va.

(Gridandole all'orecchio.)

Signorina, questo foglio...
questo foglio via prendete,
chi lo scrisse è il vostro sposo.

DORLISKA
(Alzandosi e fissando Giorgio, ma non Torvaldo.)
Il mio sposo?...

GIORGIO
(Facendole de' cenni ai quali essa non dà attenzione.)
Ei stesso.

DORLISKA
(Legge, indi con un sospiro marcato sviene.)
Ah!...

TORVALDO
(Da sé.)

Ella manca!... oh mio tormento!
Ch'io qui sono ancor non sa.
Ah d'affanno in quest'istante
palpitante il cor mi sta.

DUCA
(Da sé.)

Del gran colpo ecco il momento!
Sto a veder che nascerà!
D'incertezza in questo istante
Palpitante il cor mi sta.

CARLOTTA
(Da sé.)

Ci mancava un svenimento!
Su coraggio, per pietà!
Dalla pena in quest'istante
Palpitante il cor mi sta.

GIORGIO
(Al Duca.)
Lasci fare.

(A Torvaldo, sottovoce.)

State attento.

(A Dorliska.)

Fate cor, l'amico è qua.

(Da sé.)

Di paura io sto tremante...

(A Torvaldo, sottovoce.)

Ah giudizio, per pietà.

(Dopo un breve momento di silenzio,
Torvaldo si avvicina a Dorliska.)

TORVALDO
Su, Dorliska... fate cuore...
vi calmate!... respirate...
Alle pene ed al dolore
pronto fine il Ciel darà.

(Dorliska si sarà andata riavendo al suono della
voce di Torvaldo. Alle di lui ultime parole si scuote
e lo mira fisso in volto.)

DORLISKA
(Muovendosi con trasporto verso Torvaldo.)
Ciel!... qual voce... Ah Tor...

TORVALDO
(Di furto.)
Ah taci.

DUCA
(Avvedendosi dell'azione d'ambedue.)
Che?...

GIORGIO
Ah siam fritti!

DUCA
(Fiero.)
Qual sospetto!
Tu chi sei?

TORVALDO
Destin rubello!

DUCA
(Mettendo la mano alla guardia della spada.)
Parla.

TORVALDO
(Autorevole.)
Indietro.

DORLISKA
(Frapponendosi)
Ah sposo mio!

DUCA
(Furibondo.)
Tu?... Torvaldo?

TORVALDO
(Si scopre.)
Sì, son io.
Trema, iniquo traditor.

(Entra Ormondo, e con esso i servi e gli
armati del Duca.)

DUCA
Olà... Quell'insensato
sia di catene avvinto.

TORVALDO
(Snudando anch'esso una spada
nascosta sotto il manto.)
Pria mi vedrete estinto.
Indietro tutti!

DORLISKA
Ah sposo!

TORVALDO
Non sento!

DUCA
Circondatelo!

DORLISKA
Fermatevi!

GIORGIO

(Secondando con affettazione i cenni del Duca, e
accennando di soppiatto a Torvaldo, che si calmi.)
Uccidetelo!

DORLISKA
(Frapponendosi)
Me sola, me uccidete!
In me s'appaghi, o barbari,
la vostra crudeltà.

TORVALDO
Iniqui!

DUCA
Traditore!

TORVALDO, DUCA
Mori!

DORLISKA
(Arrestando il Duca.)
T'arresta!

GIORGIO
(Arrestando Torvaldo)
Prudenza!

TORVALDO, DUCA
Oh rabbia!

DUCA
Più non reggo al mio furore!

(A Dorliska e Carlotta.)

Mi lasciate... traditore!
Vo' vederlo trucidato.
No, per lui non v'è pietà!

TORVALDO
Ah non reggo al mio furore!

(A Giorgio e Ormondo.)

Mi lasciate... traditore!
Vo' punir lo scellerato!
Mi lasciate, per pietà.

GIORGIO
(A Torvaldo.)
Via, quest'arma a me cedete,
vi fidate... non temete...

(Lo disarma.)

Mio signore, è disarmato:
lo vedete, eccolo qua!

DORLISKA
(Al Duca.)
Ah quel ferro nel mio petto
vibra, indegno, io tel permetto!

(Verso Torvaldo.)

Giusto Cielo! sventurato!
Chi lo salva per pietà!

CARLOTTA
Ah fermate... mio signore
Ah fratel... che batticuore!
Che fracasso disperato,
che terrore che mi fa.

DORLISKA, SERVI, ARMATI
(A Torvaldo.)
Via fermatevi... tacete,
via, quell'arma a lui cedete.

(Al Duca.)

Mio signore, è disarmato:
lo vedete, eccolo qua.

(Costernazione generale.)
Escena Sexta

(El Duque regresa y cierra la puerta.)

DUQUE
Ya no podrá escapar.
¡Jorge!... ¡Carlota!... ¡Jorge!...
¿Dónde diablos os habéis metido?

ORMONDO
(Entrando por la derecha.)
Señor...

DUQUE
Llegas a tiempo Ormondo.
No la busquéis más: la suerte amiga
la ha conducido a mis manos.
Ahora corre al bosque y oculta las pruebas
de mi golpe nocturno:
que el muerto sea enterrado.
¡Corre, apresúrate, vuela!

ORMONDO

¡Corro!

(Para sí)


¡Maldita vida!

(Se va.)

DUQUE
Ya casi lo he conseguido. Pensemos...

(Llamando.)

¡Jorge!... ¡Jorge!...

JORGE
(Por la izquierda.)
¡Aquí estoy, excelencia!

DUQUE
¡Que el diablo te lleve!

JORGE
¡Muchísimas gracias!

DUQUE
¡Ven aquí!
En dos palabras: ¿has visto a esa mujer?

JORGE
La he visto.

DUQUE
¿Y no la conoces?

JORGE
No.

DUQUE
Quiero que sea mía

JORGE
Ya me lo suponía.

DUQUE
Me odia porque anoche
asesiné a su marido...
Eso ya lo sabías...
Ahora necesito tu ayuda.

JORGE
Aquí estoy para servirle.

DUQUE
Ni has visto ni has escuchado nada
sobre este asunto, ¿entiendes?

JORGE
Entiendo:
soy un hombre de mundo
y ella confiará en mí sin lugar a dudas.

DUQUE
Sí, eso espero.
Que tu hermana la vigile.

JORGE
¡Sí, señor!

DUQUE
Tú procura consolarla y,
de vez en cuando,
recuérdale mis sentimientos
y todo lo siento por ella.

JORGE
No os preocupéis, señor, que yo me encargo.

(El Duque sale por la derecha)

De verdad que está en buenas manos.
¡Rápido, aquí está la carta para Gobernador!

(Se saca del bolsillo una carta.)

En ella se lo explico todo.
El campesinado me ha nombrado
Síndico de Honor
contra el tirano
y aquí están todas nuestras quejas.
Ahora he de añadir el asesinato nocturno
de nuestro Duque.
Quiero... ¡pero qué bruto soy!
Estoy perdiendo el tiempo
y esto es de máxima urgencia.
Se la daré a Stéfano, el carbonero,
para que la haga llegar hasta su Excelencia.
No hay más de una hora de camino.
Los caballos están listos...
¡Ah, Duque, ya verás como te la juego!
¡Oh, qué placer!
¡Mía será toda la gloria de esta gran empresa!
¡Esto es propio del Ave Fénix!
Mi cabeza es digna de ser enmarcada.

(Se va por la derecha)

Escena Séptima

(Fachada principal del castillo, con una
gran puerta de dos hojas. Torvaldo entra
con precaución observando el castillo.)

TORVALDO
Todo está silencioso: el bosque está callado.
He llegado hasta aquí solo y sin ser visto.
Reconozco el castillo de mi enemigo...
Estos son los muros
a los que mi incauta esposa llegó
buscando asilo,
¡y ahora sufre nuevos peligros!...
¡Ah, cómo pasó ella de la alegría al dolor!
Pero ¡consuélate, feliz esposa, vivo!
¡Ah, si el amor protege mi plan,
dentro de poco finalizará tu dolor
y podrás volver a ver
a tu esposo amado!
Un engaño afortunado
me conducirá hasta ti
y romperé las cadenas
que te impuso tu iluso tirano.
Las penas y angustias
se trocarán en placer.
¡Querida, consuélate
y seca tus lagrimas!
Nuestra suerte cambiará.
El amor te devolverá
el dulce abrazo de tu esposo.
¡Ah, ya no puedo contener
mi impaciencia!
¡Tranquilízate,
desdén reprimido!

(Mirando hacia el campo.)

¡Ah, cuánto tarda!

(Llega un campesino y le da la ropa
de un disfraz.)

¡Aquí está, oh, qué suerte!
Me pondré esta ropa
y nadie me reconocerá.

(Vistiéndose.)

El sombrerito...
el manto... la capa...
la falsa barba...

(al campesino)


Llévate el resto, es tuyo.

(El campesino se va.)

Intentaré entrar ahora en el castillo.

(Sacándose una hoja del bolsillo)

Este documento falso
me ayudará en el engaño
y liberará a mi esposa de su dolor.

(Se acerca al castillo con precaución.)

Escena Octava

JORGE

(en el exterior)
¡Por fin, todo está en marcha!
Stéfano ya galopa... ¿Quién es ése?...

(a Torvaldo)


¡Eh, buen hombre!... ¿Qué queréis?

TORVALDO
Os lo diré...
¿Trabajáis en el castillo?

JORGE
Sí, así es.

TORVALDO
¿No me conocéis?...

JORGE
No.

TORVALDO
(Para sí)

Menos mal.

(A Jorge.)


Como podéis ver
soy un leñador del pueblo vecino.
Me han dado un documento
que le tengo que entregar a cierta señora
que llego a este castillo
la pasada noche...

JORGE
Vayamos por partes...

(Reflexionando.)

¿A una señora?...
En este castillo no hay ninguna señora.

TORVALDO
(Sorprendido.)
ómo!... ¿Ninguna?

JORGE
No.

TORVALDO
¿Seguro?

JORGE
¡Oh, ésta sí que es buena!
La única mujer que hay es mi hermana.

TORVALDO
¡Qué escucho!... ¡Oh, qué decepción!
¿Dónde estará?... ¡Pobre de mí!...
¡Dorliska!... ¡Dorliska mía!...

(Se mueve muy agitado por el escenario.)

JORGE
(Para sí.)
¡Oh, diablos!
¿Mi Dorliska?... ¿Acaso será?...
¡Ah, qué sospecha!

TORVALDO

Infeliz esposa, ¿dónde te encontraré?

JORGE
(Para sí)

¡Esposa!... ¡Qué escucho!

(A Torvaldo.)


Pero... ¡Maldita sea!...
Confiad en mí, decidme qué buscáis...

(Torvaldo hace una señal de desconfianza.)

Que confiéis en mí os digo,
sirvo a un duque bribón, pero diablos,
soy un hombre de honor.

TORVALDO
¡Ah, me fiaré de ti, buen amigo!
Soy Torvaldo.

JORGE
¡Qué escucho! ¡Su marido!
¿Cómo es eso?
Aquí todos os dan por muerto...

TORVALDO
Lo sé: caí al suelo aturdido en la oscuridad
por el golpe que me asestó el duque
cuando combatí con él.
Me dio por muerto y allí me dejó
para ir en busca de Dorliska.
Un pastor me ayudó y me dio estos ropajes
para disfrazarme y luego me dijo
donde podía encontrar a mi esposa.

JORGE
¡Oh, me alegro!... ¿Y ahora?

TORVALDO
Pretendo entrar en el castillo,
sin que nadie me reconozca
gracias a este documento
en el que finjo estar moribundo,
salvar a mi esposa y encontrar la muerte.

JORGE
¡Oh, está bien!

TORVALDO
Pero ella... ¡No está aquí!
¿Quién sabe donde estará?...
¡Ah, si por casualidad supierais dónde se halla!...

JORGE
(Señalando con el dedo al castillo.)
¡Silencio! La desgraciada está ahí dentro.

TORVALDO
(Con gran alegría.)
Entonces... ella... ¡Oh, qué alegría!...

JORGE
Pero callad...
Lo sé todo, no temáis.
Y se me ha ocurrido una idea
para salvarla, dejadme hacer...

TORVALDO
(Abrazándolo.)
¡Oh, benefactor mío!...

JORGE
Silencio... ¡Oh, diablos!
Aquí llega el amo.
¡Ánimo, seguidme la corriente!

DUQUE
(Desde el castillo.)
¡Jorge!

JORGE
(Con alegría, pero algo desanimado)
¡Oh, excelencia, excelencia!
¡Alegraos, animaos!
El muerto lo ha escrito todo...
Es decir, que antes de morir...
le escribió a la señora con su puño y letra.

DUQUE
¡Qué diablos dices, animal!

JORGE
¡Sí, señor,
la carta está clara, aquí está!

(a Torvaldo)


¡Venga, dame la carta, idiota!

(le quita a Torvaldo la hoja de las manos.)

DUQUE
¿Quién es éste?

TORVALDO
Señor, cuando amanecía,
un desconocido caballero
llegó hasta mi choza herido de muerte.
El desgraciado, antes de morir,
me pidió que le diera esta nota a su esposa
que durante la noche había perdido
en el bosque.
He sabido que ha llegado
hasta aquí mientras huía...

DUQUE
¡Dame esa hoja!
Veamos....
Sí, es la letra de Torvaldo.

JORGE
(Para sí.)
Tiemblo.

DUQUE
Leamos.

JORGE
(Para sí)
Ánimo.

(A Torvaldo.)

¡Atento, amigo!

TORVALDO
(Para sí.)
Tiemblo

DUQUE
(Lee)
"Mi Dorliska, te pierdo para siempre.
Dentro de poco mi mortal herida
truncará mis días.
Aquel que te entregue esta hoja
podrá desvelarte mis últimos momentos.
Perdono a mi asesino: perdónale tú también.
Adónde quieras que estés, te pido, te ordeno,
que te resignes a tu suerte"

(para sí)


¡Ah, qué rayo de esperanza
comienza a aparecer en mis pensamientos!
Los ruegos de ese corazón
hacen que me alegre.

TORVALDO
(para sí)
¡Ah, qué rayo de esperanza
veo aparecer entre tanta preocupación!
La fortuna comienza a secundar
mi feliz engaño.

JORGE
(para sí)
¡Ah, qué rayo de esperanza
me conforta y tranquiliza!
Ya siento que el miedo
va desapareciendo poco a poco.

DUQUE
Esta hoja...

JORGE
Sí, señor.

DUQUE
¿La escribió él?

JORGE
Él, mismo.

DUQUE
Dime:
¿está muerto?

TORVALDO
(A punto de traicionarse)
¿Muerto?...

JORGE
(Asegurándolo.)
¡Oh, efectivamente!

TORVALDO
(Restableciéndose.)
Efectivamente, muerto

DUQUE
¿Tú lo viste?

TORVALDO
Lo vi.

DUQUE
¿Y prometiste?...

TORVALDO
(Con entusiasmo, luego conteniéndose)
Venir a informar
a la desolada esposa
de su desventurada muerte.

DUQUE
(para sí)
Imprevista y fuerte sorpresa.
¡Vamos, ablandemos el rigor!
Amiga suerte,
secunda el ardor de mi alma.

TORVALDO
(para sí)
¡Ah, preocupación de muerte!
¡Oh cielo, oh desdén mío, resiste un poco más!
¡Oh, suerte,
apresúrate a recompensar mi valor!

JORGE
(A Torvaldo.)
¡Vamos… sed fuerte!
Prudencia... ¡no tengáis miedo!
Amiga suerte, secunda
sus deseos y los míos.

DUQUE
(A Torvaldo.)
Irás a ver a Dorliska
y le darás esta hoja.
¿Lo has entendido?

TORVALDO
Sí, señor.

DUQUE

(A Jorge.)
Tú procura...

JORGE
Mi señor,
déjeme hacer,
que hablaré en su favor

DUQUE
(Para sí, reflexionando.)
Lo espero todo de esta nota,
mis presentimientos no me engañan.
Poco a poco, su primer furor
irá cediendo ante el dolor.
Aquí le aconseja que se resigne...
Llorará, pero acabará cediendo.
Me perdonó mientras moría
y ella también lo hará.
En la mujer ya se sabe
que con el perdón viene el amor.
¡Ah, si el amor naciera en ella,
si ella cediera un solo momento
a mi alma amante,
ya no le podría pedir más a mi suerte!

TORVALDO
(para sí)
Dentro de poco la veré,
desconsolada por el dolor y llorando.
Le haré una señal y me entenderá;
la dulce alegría descenderá a su corazón.
Cuando el impío se aleje
aprovecharé el momento,
con la ayuda de este amigo
y la pondré a salvo.
Luego, vendré
y me vengaré del indigno...
¡Ah, no deseo otra cosa
que ver la sangre
de ese malvado
en mis manos!

JORGE
(para sí)
Ya ha caído el pájaro,
ya lo he cogido.
Se fía y no sabe nada
de lo que a Jorge le hierve en la cabeza.
¡Bribón, antes de que anochezca
te quiero ver en la jaula!
¡Diablos, que estoy empeñado en ello!
Dame tiempo y déjame hacer.
Todo está listo y en menos de una hora
el capitán esperará fuera.
¡Ah, será encarcelado
entre cuatro paredes
y al poco tiempo
en la horca lo veré colgado!

DUQUE
Entonces...

TORVALDO

¡Vamos!

JORGE
¡Vamos!

TORVALDO, JORGE, DUQUE
¡Vamos!
¡Ah, si un golpe afortunado
favoreciera mi plan,
estaré alegre y contento
y no desearé nada más!

(Entran en el castillo.)

Escena Novena

ORMONDO
(Llegando del campo.)
¡Ya no puedo más!...¡Por Dios!
He recorrido diez millas en menos de una hora
a través de bosques, arroyos,
roquedales y barrancos;
por donde no pasan ni los lobos.
¡Y el muerto sigue sin aparecer!
Lo mejor será decir que se lo han llevado.
¡Ah, diablos!
¡La verdad es que este asunto me da qué pensar!
Si a la corte llegara alguna noticia sobre
nuestras batallas nocturnas, estamos pedidos.
Esto va a terminar mal.
Ya lo dice el refrán:
quien mucho abarca, poco consigue.
Veo una pera
en aquel árbol
y me dan ganas
de comérmela:
mas no la puedo coger,
¿qué hacer?
Vamos... vamos... vamos... vamos...
me subiré.
Ya he dado
el primer salto.
Ya estoy ahí arriba,
aquí está.
Pero estoy viendo otra
todavía más grande
un poco más arriba
y que está a mi alcance.
El apetito me hace cosquillas.
El hambre va en aumento
y me crece el picor.
Pero no puedo cogerla,
¿qué hacer?
Vamos... vamos... vamos... vamos.
Me subiré.
Pero mientras me subo,
mientras me encaramo
ah... eh... oh... uh...
¡Ay de mí, que me
rompo la cabeza!
Para aquel que lo entienda, la cosa está clara:
en realidad y por desgracia,
todo esto es una trampa, no hay solución.
Mi amo no lo quiere reconocer,
pero cuando suceda,
no tendrá más remedio que aceptarlo.

(Entra en el castillo.)

Escena Décima

(Habitación en el castillo.)

CARLOTA
(Siguiendo a Dorliska, que camina nerviosa.)
¡Vamos, mi señora,
calmad ese dolor!...

(Para sí.)


¡No me escucha!
La verdad es que ella me da lástima.

(A Dorliska)


Perdonadme señora...
pero debéis pensar en vos...
calmaos... y veréis... como cambia la suerte.
¡Ah, ya no sé que deciros!
¡Justo cielo, menudo lío!
Como sigáis llorando
acabaré haciéndolo yo también...
¡Calmaos, por favor!

DORLISKA
¡Ah, desventurado Torvaldo!
¡Ah, escúchame, estoy aquí!
En el mundo no puede haber
un dolor igual que el mío.

(Se desploma en una silla.)

Escena Undécima


(El Duque, Torvaldo, Jorge, a continuación
Ormondo, criados y soldados y las anteriores.)

TORVALDO, JORGE, DUQUE
(para sí, observando a Dorliska)
La mísera está
oprimida e inmóvil,
helada y ausente
por el dolor.

DUQUE
¡Ah, su dolor
se aplacará
si el amor secunda
mis deseos!

TORVALDO
Cálmate un poco más
¡oh furor mío!
su dolor
obtendrá venganza.

JORGE
Mi corazón sufre
por la infeliz
y me apiado
de su dolor.

(Pausa.)

DUQUE
(Acercándose a Dorliska.)
¡Ah Dorliska, vuestro estado
me conmueve y me aflige!...
Por favor, creed en este alma
que os adora.

(Para sí)


Aún está oprimida por el dolor.
Ni escucha ni habla...
Apenada es aún más bella.
El corazón me ha dado un vuelco.

TORVALDO
Ya no puedo contener
el enfado y la rabia.
¡Oh, amor, insufla paciencia
a mi cruel sufrimiento!

JORGE
Estoy medio vivo y medio muerto,
tiemblo a más no poder.
¡Ojalá que ahora que ya estamos
casi llegando a puerto, no naufraguemos!

(Después de una breve pausa el Duque ordena
a Jorge y a Torvaldo que se acerquen a Dorliska.
Torvaldo titubea, Jorge se acerca a ella e intenta
confortarla en su gran abatimiento)


JORGE
Señora mía... es conveniente
que os resignáis a vuestro destino...
Vamos señora… miradme,
mostradme vuestros bellos ojos...

(Señalando a Torvaldo.)

Este buen hombre
que acogió a Torvaldo,
os explicará sus últimos momentos.

(Al Duque y a Torvaldo.)

No me escucha.

TORVALDO
¡Qué dolor!

DUQUE
¡Qué insensata obstinación!

JORGE
(A Torvaldo.)
¡Dadme esa hoja, demonios!
No temáis...
Veréis como ahora vuelve en sí.

(Hablándole al oído.)

Señorita... coged...
coged esta hoja,
pues la escribió vuestro esposo.

DORLISKA

(mira a Jorge, pero no a Torvaldo.)
¿Mi esposo?...

JORGE
(Haciéndole señales, pero ella no las capta)
Él mismo.

DORLISKA
(Lee, suspira y se desmaya.)
¡Ah!...

TORVALDO
(Para sí.)

¡Se desmaya!... ¡Oh, tormento mío!
Todavía no sabe que estoy aquí.
Ahora mismo mi corazón
se agita de angustia.

DUQUE
(Para sí.)

¡Ha llegado el momento del gran golpe!
¡Estoy a punto de saber lo que ocurrirá!
Ahora mismo mi corazón
se agita de incertidumbre

CARLOTA
(Para sí.)

Lo que nos faltaba... ¡Un desmayo!
¡Vamos, ánimo, por favor!
En este momento su corazón,
se agita de pena.

JORGE
(Al Duque.)
Dejadme hacer.

(A Torvaldo, en voz baja.)

Estad atento.

(A Dorliska.)

¡Ánimo, que aquí está el amigo!

(Para sí.)

Tiemblo de miedo...

(A Torvaldo, en voz baja.)

¡Ah, tened precaución, por favor!

(Tras un breve momento de silencio
Torvaldo se acerca a Dorliska.)

TORVALDO
Vamos Dorliska... ánimo...
¡Calmaos!... Respirad...
Pronto el cielo pondrá fin
a las penas y al dolor.

(Dorliska va escuchando poco a poco las
palabras de Torvaldo. Cuando termina de
hablar se gira y lo mira fijamente.)

DORLISKA
(Dirigiéndose a Torvaldo con alegría.)
¡Cielos!... Esa voz… ¡Ah, Tor...

TORVALDO
(Con disimulo.)
¡Ah, calla!

DUQUE
(Percatándose de lo que han dicho.)
¿Qué?...

JORGE
¡Ah, ya está todo perdido!

DUQUE
(Con fiereza.)
¡Qué sospecha!...
¿Quién eres tú?

TORVALDO
¡Maldito destino!

DUQUE
(Desenvainando la espada)
¡Habla!

TORVALDO
(Revolviéndose.)
¡Atrás!

DORLISKA
(Interponiéndose)
¡Ah, esposo mío!

DUQUE
(Furibundo.)
¿Tú?... ¿Torvaldo?

TORVALDO
(Se descubre.)
¡Sí, soy yo!
¡Tiembla, inicuo traidor!

(Entra Ormondo junto a los criados del
Duque y los soldados.)

DUQUE
¡Adelante!
¡Qué este insensato sea encadenado!

TORVALDO
(Desenvainando una espada
que ocultaba bajo su capa.)
¡Antes me veréis muerto!
¡Atrás todos!

DORLISKA
¡Ah, esposo!

TORVALDO
¡No te escucho!

DUQUE
¡Rodeadlo!

DORLISKA

¡Deteneos!

JORGE

(Apoyando con tristeza las órdenes del Duque
y pidiéndole a Torvaldo que se calme)

¡Matadlo!

DORLISKA
(Entrometiéndose)
¡Matadme sólo a mí!
¡Aplacad vuestra crueldad conmigo!
¡Crueles!

TORVALDO
¡Inicuos!

DUQUE
¡Traidor!

TORVALDO, DUQUE
¡Muere!

DORLISKA
(Deteniendo al Duque.)
¡Detente!

JORGE
(deteniendo a Torvaldo)
¡Prudencia!

TORVALDO, DUQUE
¡Oh, rabia!

DUQUE
¡Ya no puedo contener más mi ira!

(A Dorliska y a Carlota.)

¡Dejadme, traidoras!
Quiero verlo masacrado.
¡No habrá piedad para él!

TORVALDO
¡Ya no puedo contener más mi ira!

(A Jorge y a Ormondo.)

¡Dejadme, traidores!
¡Quiero castigar al desalmado!
¡Dejadme, por Dios!

JORGE
(A Torvaldo.)
Vamos, dadme el arma,
confiad en mí... no temáis...

(Lo desarma.)

¡Señor mío, estáis desarmado!
¡Todo ha acabado!

DORLISKA
(Al Duque.)
¡Ah, hunde tu espada en mi pecho
y goza, indigno!

(a Torvaldo.)

¡Justo cielo! ¡Desdichado!
¡Que alguien lo salve, por piedad!

CARLOTA
¡Ah, deteneos!... Mi señor...
¡Ah hermano!... ¡Me das miedo!
Esta desgarradora escena
me horroriza.

DORLISKA, CRIADOS, SOLDADOS
(A Torvaldo)
¡Vamos, deteneos, calmaos,
entregadle vuestra arma!

(Al Duque.)

Señor mío, está desarmado.
¡Todo ha terminado!

(Consternación general.)

Acto II