TORVALDO Y DORLISKA
Personajes
TORVALDO DORLISKA EL DUQUE JORGE CARLOTA ORMONDO |
Militar Ruso Esposa de Torvaldo Duque Orlow Lacayo del Duque Hermana de Jorge Militar al servicio del Duque |
Tenor Soprano Barítono Bajo Mezzosoprano Barítono |
La acción se desarrolla en algún lugar al norte de Rusia, en época indeterminada.
ATTO PRIMO (Bosco confinante col castello d'Ordow. Da un lato mura del castello con porta praticabile) Scena Prima (Giorgio si avanza passeggiando, come appostato in guardia, e spiando tratto verso il bosco.) GIORGIO È un bel dir che tutto al mondo poco o assai si rassomiglia: questo mio cervel sì tondo non si lascia infinocchiar. Alla regola, cospetto! Ecco pronta l'eccezione: al bestion del mio padrone bestia ugual non si può dar. Se ti guarda, ti vien freddo; se ti parla, ti spaventa; se ti tocca, il Ciel ti scampi; se poi ride... oh male! male!... È vicino il temporale, ed il tuono è per scoppiar. Ah l'umor del mio padrone è un umor che fa tremar. (Esce il coro de' servi dal bosco.) Come?... ancora?.:. CORO Non si vede. GIORGIO (Al capo del coro.) Ma cercasti?... CAPO,CORO Invan cercai. GIORGIO Ah, che qui vi son de' guai! Io comincio già a tremar! CORO Come disse?... vi son guai?... Non l'arrivo a indovinar. GIORGIO (Da sé, rammentando l'accaduto nella notte precedente.) Ei mi sveglia avanti giorno... certi ceffi avea d'intorno... Le pistole. - Sì signore. La mia spada. - Eccola qua. Alla fine Ormondo viene. Son vicini?... - Son vicini. Su, coraggio. - Ehi: bada bene! Sì, signore. - E se ne va. Passa un'ora, passan due... quando a un tratto un mormorio, gridi, colpi, e che so io!... Ah che il diavol qui ci sta! Chi capisce quest'istoria è un grand'uomo in verità. (Al coro.) Ma quei gridi?... CORO Chi lo sa?... GIORGIO Ma quei colpi?... CORO Chi lo sa?... GIORGIO Ah cospetto, questa è bella!. Che si pensa? che si fa?. TUTTI Ritorniamo in sentinella a veder che nascerà. (Partono verso il fondo della scena.) Scena Seconda (Entra nella destra il Duca. Il suo volto è alterato, il vestimento scomposto. Passeggia la scena a passi frettolosi e con agitazione.) DUCA Dunque invano i perigli e la morte affrontai per colei che m'aborre?. L'ampio fato, l'iniqua mia sorte la conquista di man mi strappò. Un rival per mia mano svenato nel suo sangue i miei torti lavò: ma che val se quel volto adorato forse più riveder non potrò? Empia sorte, mio fato spietato, tanti affanni soffrir più non so. (Resta pensieroso.) GIORGIO (Al Duca.) Il padrone!... Ben tornato!. Ben tornato!... oibò: è sordo. DUCA (Vedendo Giorgio.) La vedesti?... GIORGIO Chi?... DUCA (Sdegnato.) Balordo! GIORGIO (Ai servi) É gentil: che ve ne par? DUCA Ah ogni indugio è ormai fatale! Quanto tardano a tornar! GIORGIO Ah l'ho detto! Il temporale Già incomincia a brontolar. (Entra Ormondo con armati.) DUCA Ah miei fidi! ORMONDO, CORO Tutto è vano. DUCA Né vedeste? ORMONDO, CORO Niente affatto. DUCA Oh mie furie!... GIORGIO É matto, è matto. TUTTI eccetto il DUCA Deh calmatevi, signore. DUCA Le mie smanie, il mio furore ah che più non so frenar. GIORGIO Ah mi cresce il batticuore. Ah potessi almen scappar. ORMONDO, SERVI, SOLDATI Quelle smanie, quel furore vi preghiamo a moderar. DUCA (Da sé, ma guardando Giorgio in astrazione.) Si cercherà, si troverà. Voglio così, così sarà. GIORGIO (Credendo che il Duca parli con lui.) Si cercherà, si troverà, se vuol così, così sarà. ORMONDO, SOLDATI Si cercherà, si troverà, in questo dì nostra sarà. DUCA Ah la mia smania crescendo va; oh mia terribile fatalità. GIORGIO, SERVI Ma con chi l'ha? Qui non si sa bella bellissima per verità. ORMONDO, SOLDATI Su via, calmatevi per carità. Il nostro braccio per voi qui sta. DUCA (dopo aver passeggiato con agitazione.) Ormondo... La mia gente scorra di nuovo il bosco. Va' tu stesso, cerca, interroga, indaga... e ancor non parti? ORMONDO Vado. (Parte col coro a destra.) GIORGIO Come batte la luna! DUCA (Fra sé.) Iniqua stella! Il gran colpo era fatto!... Ed ora!... oh rabbia! (Passeggiando e fremendo.) GIORGIO Ah che l'ho detto! è matto. DUCA L'avviso, l'ora, il loco, tutto, tutto disposto. Giungono; io volo, si combatte; ei cade, io trionfo; e Dorliska, Dorliska... ah chi sa mai fra l'armi e il fuoco, spaventata, smarrita, dove sarà fuggita! GIORGIO Ma che diavolo borbotta lì fra i denti?... DUCA Preso avesse della città il cammino?... Ah, se alla corte giunge sentor del mio disegno?... Io stesso vò scorrer d'ogni intorno; pria che tramonti il giorno voglio averla in mie man costi che vuole. Giorgio. GIORGIO Ai comandi suoi. DUCA (Fiero) Di quanto udisti se tu parli, sei morto. Intendi? GIORGIO Intendo. (Fra sé.) Di quanto udisti! Che mi caschi il naso se udii solo una sillaba. DUCA Dunque, io vado. GIORGIO (Fra sé.) Buon viaggio. DUCA Al mio ritorno... senti... ma no... se mai... non più, servi fedel, gran premio avrai. (Parte a destra) GIORGIO Ma no... senti... se mai... Sei morto... ah me meschino! Che giorno climaterico è mai questo! Ah qui v'è del pasticcio. Il mio padrone va cercando malanni a tutta possa: sì, sì, ne troverà. Corpo di Bacco! A soddisfar l'universal desio a mettergli giudizio son qua io. (Apre con chiave la porta, ed entra in castello.) Scena Terza (Dorliska entrando dal bosco in abito da viaggio, con agitazione e timore.) DORLISKA Dove son? chi m'aita? Ahi lassa?... ove m'aggiro?... Stanca, oppressa, tremante per queste erme campagne cerco un asilo invan, che m'assicuri. (Vedendo la porta del castello.) Ah di questo castello Pur qui veggo una porta!. Ah sì, tentiamo; m'assisti, o ciel pietoso; Tu proteggi il mio onor, salva il mio sposo (Batte più volte, indi vedendo non essere ascoltata.) Tutto è vano; niun m'ascolta; ah Dorliska sfortunata! Una sposa desolata deh, chi assiste per pietà? Su, coraggio; un'altra volta. (Torna a battere.) Niun risponde, ahi crudeltà! Ah Torvaldo!... ah mio diletto! Dove sei?... dove t'aggiri?... Tu non odi i miei sospiri, idol mio, mio dolce amor! Giusto ciel, destin più rio chi del mio provò finor? Ah son pure infelice! Si tenti un'altra volta. (Torna a battere con più forza, e Carlotta esce all'improvviso dal castello.) CARLOTTA Ih, ih!... che fretta mai!... Oh perdonate! DORLISKA Ah per pietà soccorso a un'infelice che a voi tutta s'affida e s'abbandona. CARLOTTA A me?... ma voi... ma io... Chi mai sarà? Via, zitta non temete, In che posso servirvi? E voi chi siete? DORLISKA Una sposa son io misera, desolata dal più barbaro caso divisa dal più tenero consorte che forse per salvarmi ebbe già morte. (Piange.) CORO Che sento! ah poverina! Davver mi fa pietà; ma... cosa vedo!... impallidisce... Vi sentite male? DORLISKA Ah sì!... CARLOTTA Su via, coraggio. Con me venite: Giorgio il mio fratello custode è del castello. Qui siete in casa vostra: non temete; lasciate fare a me: ci penso io. DORLISKA Misera me! ¡Qual fiero stato è il mio! (Entrano nel castello) Scena Quarta (Sala d'architettura gotica nell'interno del castello. Giorgio, indi Dorliska e Carlotta.) GIORGIO Ah il cor me lo diceva! Diavolo! assalti a mano armata, un morto tre feriti... ah cospetto! Tutto scopersi a tempo... ah signor Duca! A Giorgio non si ficca: non vo' trovarmi in guai. Ah l'affar questa volta è serio assai. Ma come far? La cosa mi sembra diplomatica! Bisogna studiar... CARLOTTA Giorgio! GIORGIO Che vuoi? CARLOTTA Giorgio... oh sei qua?... Vedi questa signora?... poverina! Questa notte nel bosco fu assalita... GIORGIO Nel bosco? DORLISKA Ah sì, tremante, sbigottita fuggii, dove non so!... ah del mio sposo Chi mi porge novella?... ah chi sa dirmi s'ei vive ancor?... deh per pietà, miei cari... GIORGIO Piano, piano, signora. Nel bosco... ma di grazia, voi chi siete? DORLISKA Nacqui in Polonia. Un giovin cavaliere m'amò, m'ebbe in isposa; e ieri appunto dopo il nuzial convito si tornava in città, quando nel bosco da un suo rival, che cento volte invano chiesto avea la mia mano assaliti... GIORGIO Oh cospetto! Che sento!... ah maledetto! DORLISKA Chi? GIORGIO Il Duca. DORLISKA Oh ciel! Qual Duca?... GIORGIO Eh niente, il mio padrone. DORLISKA Il tuo padrone? GIORGIO Purtroppo: il Duca Ordoff. DORLISKA (Sbigottita) Ahimè! Sarebbe mai questo?... GIORGIO Il suo castello. DORLISKA (Gettando un grido.) Ah son tradita! Misera me! (Correndo agitata per la scena.) GIORGIO Calmatevi. CARLOTTA Tacete. DORLISKA No, vo' partir. CARLOTTA, GIORGIO Sentite. DORLISKA Lasciatemi. CARLOTTA, GIORGIO Sentite. DORLISKA Per pietà. CARLOTTA, GIORGIO Ma fermatevi. DORLISKA (Dibattendosi per partire) Ah no: crudeli. CARLOTTA, GIORGIO Sentite. Scena Quinta (Il Duca presentandosi fieramente all'improvviso sulla porta di fondo, e avanzandosi.) DUCA Olà. (Il Duca nell'avanzarsi riconosce Dorliska. Un momento di stupore, indi un atteggiamento di estrema gioia. Poi, ripreso un contegno severo, con un gesto autorevole ordina a Giorgio e Carlotta che si ritirino. Essi partono a sinistra.) DUCA Ella... oh ciel!... qui... non m'inganno: in mie mani!... or son contento! Tanto orgoglio omai cadrà. DORLISKA Egli... oh cielo!... il mio tiranno! Son perduta!... qual cimento! Ciel! m'assisti per pietà. DUCA (Con dolcezza) Dorliska; voi tremate; piangete; sospirate; lungi il timor, sicura Dorliska appien qui sta. Sull'onor mio lo giura chi mai mentir non sa. DORLISKA (Con nobiltà.) Fra scellerate mura virtù non è sicura, Cessa: tu giuri invano onore ed amistà. Sul labbro tuo profano quel nome orror mi fa. DUCA Dunque?... DORLISKA T'arretra. DUCA Ascolta. DORLISKA Taci, non sento. DUCA (Fra sé) Stolta! Di sdegno, d'affetto mi palpita il core: ah d'ira, d'amore mi sento avvampar. DORLISKA (Fra sé) Quel torbido aspetto m'agghiaccia d'orrore. Mi palpita il core, mi sento gelar. (Dopo una breve pausa Dorliska si muove risolutamente per partire.) DUCA Dove corri, sconsigliata? DORLISKA Voglio uscir da queste porte. DUCA Oh la porta è ben serrata! DORLISKA Vo' cercar del mio consorte. DUCA Il consorte?... (Con sarcasmo misterioso.) Oh sta lontano. DORLISKA (Atterrita.) Come?... ah parla... per pietà. DUCA (Fiero.) Vuoi saperlo? DORLISKA Ah si! DUCA (Come sopra.) Paventa!... DORLISKA Giusto cielo! Ah, dove sta?... DUCA (Ferissimo.) Egli é morto! DORLISKA (Getta un grido e sta per mancare.) E morto?... Ah! DUCA Ah, che feci! DORLISKA (Con voce fioca.) Chi m'aita?... DUCA (Avvicinandosi per soccorrerla.) Deh mia vita!... DORLISKA (Riavendosi e respingendolo.) Scellerato! DUCA Taci, stolta, o amor sprezzato in furor si cangerà. Del tuo sposo al sangue odiato verserò il tuo sangue insieme. Forse allor nell'ore estreme chiederai, ma invan, pietà. DORLISKA Empio, barbaro, spietato, mostro reo di crudeltà. Ah Torvaldo sventurato, ti perdei, non v'è più speme! No, sarem fra poco insieme, il dolor m'uccide già. (Dorliska parte agitata per la porta, il Duca l'insegue.) |
ACTO PRIMERO (Bosque lindante con el castillo de Ordow. A un lado, los muros de un castillo con puerta) Escena Primera (Jorge avanza mientras vigila y observa de vez en cuando el bosque.) JORGE Es bonito pensar que todo el mundo, más o menos, se parece. Tengo la cabeza muy bien amueblada y no me dejo liar. ¡En orden, maldita sea! Pero aquí llega la excepción: no existe en el mundo una bestia igual que mi amo. Si le miras, te deja helado; si le hablas, te asusta; si le tocas, ¡que el cielo te proteja! si te ríes... ¡Oh, mal! ¡Muy mal!... El temporal se acerca y dentro de poco tronará. ¡Ah, el humor de mi patrón es un humor de los que hacen temblar! (Aparece un coro de criados) ¿Cómo?... ¿Todavía no?... CORO No ha aparecido. JORGE (Al cabecilla del coro.) Pero ¿la buscaste?... CABECILLA DEL CORO Busqué en vano. JORGE ¡Ah, ya llegan los problemas! ¡Ya empiezo a temblar! CORO ¿Cómo dijo?... ¿Qué llegan problemas?... No comprendo. JORGE (Para sí, recordando lo sucedido la noche anterior.) Me despertó ayer, antes del amanecer... ¡y menuda cara tenía!... ¡El fusil!.... ¡Sí señor! ¡Mi espada!... ¡Aquí la tiene! Luego llegó Ormondo. ¿Están cerca?... Están cerca. ¡Vamos, valor!... ¡Ehi, qué os vaya bien! ¡Sí, señor!... Y se va. Pasa una hora... pasan dos... y de repente se escucha un murmullo, luego voces, golpes, ¡y qué sé yo! ¡Ah, parecía que hubiera llegado el diablo! El que entienda toda esta historia la verdad es que es listo de verdad. (Al coro.) Pero ¿Qué son esas voces?... CORO ¿Y quién lo sabe?... JORGE ¿Y aquellos golpes?... CORO ¿Y quién lo sabe?... JORGE ¡Oh, diablos, pues estamos apañados! ¿Qué pensar? ¿Qué hacer? TODOS Volvamos con sigilo a ver lo que ocurre (se dirigen al fondo del escenario.) Escena Segunda (El Duque entra por la derecha. Se muestra nervioso y va con la ropa desarreglada. Se mueve agitado y presuroso.) DUQUE Entonces ¿he afrontado en vano peligros, y acaso la misma muerte, por aquel que me odia? Mi maldito destino, mi inicua suerte me ha quitado la conquista cuando la tenía en la mano. Pero un rival al que yo mismo he matado ha lavado con su sangre todos mis errores. Pero ¿acaso no podré volver a ver ese adorado rostro? Ya no puedo aguantar lo que me depara mi despiadado destino y mi suerte cruel. (Se queda pensativo.) JORGE (Al Duque.) ¡El amo!... ¡Bienvenido! ¡Bienvenido!... vaya, parece sordo... DUQUE (Mirando a Jorge.) ¿La viste?... JORGE ¿A quién?... DUQUE (Despreciándolo.) ¡Necio! JORGE (A los criados.) Es agradable: ¿no creéis? DUQUE ¡Ah, tanto peor cuanto más tiempo pasa! ¡Cuánto tardan en regresar! JORGE ¡Ah, lo que yo decía! Ya empieza a formarse la tormenta. (Ormondo entra con su escolta) DUQUE ¡Ah, mis aliados! ORMONDO, CORO Todo ha sido en vano. DUQUE ¿No la encontrasteis? ORMONDO, CORO Ni rastro. DUQUE ¡Oh, maldita sea!... JORGE ¡Está como loco, está loco! TODOS excepto el DUQUE ¡Vamos señor, calmaos! DUQUE ¡No soy capaz de reprimir mi enfado y mi furor! JORGE ¡Ah, mi corazón comienza a palpitar! ¡Ojalá pudiera al menos escapar!... ORMONDO, CRIADOS, SOLDADOS Por favor, moderad tanto enfado y furor. DUQUE (Para sí, pero mirando a Jorge) La buscaremos... la encontraremos... ¡Así lo quiero y así será! JORGE (Creyendo que el Duque habla con él) La buscaremos... la encontraremos... ¡Si así lo quiere, así será! ORMONDO, SOLDADOS La buscaremos, la encontraremos y hoy mismo será nuestra. DUQUE ¡Ah, mi preocupación va en aumento! ¡Oh, terrible fatalidad! JORGE, CRIADOS Pero ¿quién es ella? Nadie lo sabe. En verdad debe ser bella... ¡bellísima! ORMONDO, SOLDADOS Calmaos por favor. Estamos a vuestra entera disposición. DUQUE (un poco más calmado) ¡Ormondo!... ¡Servidores! ¡Corred de nuevo al bosque! Buscad, interrogad, indagad... ¿Qué haces que no te has ido ya? ORMONDO ¡Corro! (Sale con el coro por la derecha.) JORGE ¡La qué se está armando! DUQUE (Para sí.) ¡Inicua estrella! ¡Ya casi lo había conseguido!... Y ahora... ¡Oh, rabia! (camina frenéticamente) JORGE ¡Ah, ya lo había dicho yo, está loco! DUQUE La cita, la hora, el lugar, todo, todo dispuesto. Llegan; voy corriendo, luchamos; él cae y yo triunfo; ¿Y Dorliska? ¿Dorliska?... ¡Ah, quién sabe dónde habrá ido, asustada y preocupada por los disparos de las armas! JORGE ¿Pero qué diablos está murmurando?... DUQUE Quizás se haya dirigido a la ciudad... ¿Y si en la corte se enterasen de mi plan?... Mejor que yo mismo me ocupe de controlarlo. Antes de que termine el día la quiero ver entre mis brazos. ¡Jorge! JORGE ¡A sus órdenes! DUQUE (Con fuerza) Si dices algo sobre lo que has oído, te mato. ¿Lo has entendido? JORGE Entendido. (Para sí.) ¡De lo que oí, dice! ¡Pero si no comprendo ni una sola palabra! DUQUE ¡Debo irme! JORGE (Para sí.) Buen viaje. DUQUE A mi regreso... Escucha... pero no... por si acaso... ¡Eso es todo! ¡Si eres fiel, serás recompensado! (Sale por la derecha) JORGE Pero no... escucha... por si acaso... ¡te mato!... ¡Ah, pobre de mí! ¡Vaya un día agitado! Aquí se está fraguando un gran embrollo. Mi amo va buscando problemas por todas partes. ¡Sí, sí, seguro que se los encontrará! Menos mal que estoy yo aquí para protegerle y hacerle entrar en juicio. (Abre la puerta y entra a castillo.) Escena Tercera (Dorliska sale del bosque con ropa de viaje, nerviosísima y asustada.) DORLISKA ¿Dónde estoy?... ¿Quién me ayudará? Estoy cansada ¿Adónde ir?... Perseguida, oprimida y temblorosa busco en vano un asilo en estos campos en donde poder descansar segura. (Viendo la puerta del castillo.) ¡Ahí veo la puerta de ese castillo! Lo intentaré. ¡Ayúdame, piadoso cielo, protege mi honor y salva a mi esposo! (Llama varias veces pero nadie abre) Todo es en vano, nadie me escucha... ¡Ah, desdichada Dorliska! ¡Ah! ¿Quién puede ayudar a una esposa desolada? ¡Vamos, ánimo! Probaré de nuevo... (Vuelve a llamar) ¡Nadie contesta, qué crueldad! ¡Ah, Torvaldo!... ¡Ah, querido mío! ¿Dónde estás?... ¿Por dónde andas?... Mi vida, mi dulce amor, ¿no escuchas mis suspiros? Justo cielo, ¿es que alguien ha sufrido un destino peor que el mío? ¡Ah, soy demasiado infeliz! Llamaré otra vez. (Vuelve a golpear con más fuerza y Carlota abre) CARLOTA ¡Ji, ji!... ¡Qué prisas!... ¡Oh, perdonad! DORLISKA ¡Ah, por favor, socorred a una infeliz que a vos se encomienda y se abandona! CARLOTA ¿A mí?... Pero vos... pero yo... ¡Vamos, tranquilizaos, no temáis! ¿En qué os puedo ayudar?... ¿Quién sois? DORLISKA Soy una mísera y desolada esposa que por una cruel circunstancia ha sido separada de su marido... ¡Que quizás haya muerto por defenderla! (Llora.) CORO ¡Qué escucho! ¡Ah, pobrecilla! En verdad me compadezco... pero... ¡Qué veo!... Estáis pálida... ¿Os sentís mal? DORLISKA ¡Ah, sí! CARLOTA ¡Vamos, ánimo, venid conmigo! Mi hermano Jorge cuida del castillo. Estáis en vuestra casa, no temáis. Dejadme hacer, que ya pensaré algo. DORLISKA ¡Pobre de mí! ¡Qué tremenda situación la mía! (Entran en el castillo) Escena Cuarta (Sala gótica en el interior del castillo. Jorge, luego Dorliska y Carlota.) JORGE ¡Ah, ya me lo decía el corazón! ¡Diablos! Asalto a mano armada, un muerto y tres heridos... ¡Ah, maldita sea! Todo se descubrió a tiempo... ¡Ah, señor Duque, a Jorge no se le hace esto! No quiero tener problemas. La situación esta vez es muy seria, pero... ¿Qué hago?... El asunto es muy delicado, habrá que estudiarlo con detenimiento... CARLOTA ¡Jorge! JORGE ¿Qué quieres? CARLOTA Jorge... ¿Estás ahí?... ¿Ves a esta señora?... ¡Pobrecita! Anoche fue asaltada en el bosque... JORGE ¿En el bosque? DORLISKA ¡Ah, sí, temblorosa y aterrada huí a no sé dónde! ¡Ah! ¿Y quién tiene noticias de mi esposo? ¿Alguien podría decirme si aún vive?... ¡Ah, por piedad, amigos míos!... JORGE Poco a poco señora... En el bosque... Pero, por favor, ¿quién sois? DORLISKA Soy polaca y ayer me desposé con mi prometido. Después del convite nupcial y cuando volvíamos a la ciudad, fuimos asaltados por un rival, que cientos de veces pretendió, en vano, tomar mi mano. JORGE ¡Oh, diablos! ¡Qué escucho!... ¡Ah, maldito! DORLISKA ¿Quién? JORGE El Duque. DORLISKA ¡Oh, cielos!... ¿Qué duque?... JORGE Mi amo... DORLISKA ¿Tu amo? JORGE Desgraciadamente: El Duque Ordoff. DORLISKA (Pasmada) ¡Ay de mí! Entonces... ¿este es? JORGE Su castillo. DORLISKA (Gritando.) ¡Estoy perdida! ¡Pobre de mí! (Corre agitada por el escenario.) JORGE ¡Calmaos! CARLOTA ¡Callaos! DORLISKA ¡No! ¡Quiero marcharme! CARLOTA, JORGE Escuchad. DORLISKA ¡Dejadme! CARLOTA, JORGE Escuchad. DORLISKA ¡Por favor! CARLOTA, JORGE Deteneos. DORLISKA (Intentando marcharse) ¡Ah, no, dejadme! CARLOTA, JORGE Escuchad. Escena Quinta (De improviso, el Duque aparece enfurecido por la puerta del fondo) DUQUE ¡Oh! (El Duque reconoce a Dorliska mientras avanza. Se sorprende y luego muestra una gran alegría. A continuación adopta un semblante severo y con un gesto ordena a Jorge y a Carlota que se vayan, cosa que hacen por la izquierda.) DUQUE ¡Es ella!... ¡Oh, cielo!... ¿Aquí?... ¡No me engaño! ¡Ha caído en mis manos!... ¡Qué felicidad! Por fin cesará tanto orgullo. DORLISKA ¡Es él!... ¡Oh, cielo!... ¡El tirano! ¡Estoy perdida!... ¡Qué desgracia! ¡Ayúdame, oh cielo, por piedad! DUQUE (Con dulzura) Dorliska; tembláis; lloráis; suspiráis... Alejad todo temor, pues aquí Dorliska, está segura. Lo jura por su honor aquél que no sabe mentir. DORLISKA (Con nobleza.) La virtud no puede estar segura entre estas perversas paredes. ¡Detente! En vano juras honor y amistad. Me horrorizan esas palabras en tu boca. DUQUE ¿Entonces?... DORLISKA ¡No te acerques! DUQUE Escucha. DORLISKA ¡Calla, no quiero escucharte! DUQUE (para sí) ¡Estúpida! El corazón me palpita de enfado y de afecto. Me siento explotar de amor y de ira. DORLISKA (para sí) Su desencajado rostro me llena de horror. Mi palpitante corazón se convierte en hielo. (Después de una breve pausa, Dorliska intenta marcharse.) DUQUE ¿Adónde corres, insensata? DORLISKA Quiero irme de aquí. DUQUE ¡Oh, la puerta está bien cerrada! DORLISKA Quiero buscar a mi marido. DUQUE ¿Tu marido?... (Con misterioso sarcasmo.) ¡Oh... él está muy lejos! DORLISKA (Aterrorizada.) ¿Cómo?... ¡Ah, habla!... Por favor... DUQUE (con brusquedad.) ¿Quieres saberlo? DORLISKA ¡Ah, sí! DUQUE (Como antes.) ¡Tiembla!... DORLISKA ¡Justo cielo, ah! ¿Dónde está?... DUQUE (Con gran brusquedad) ¡Muerto! DORLISKA (Grita y casi se desmaya.) ¿Muerto?... ¡Ah! DUQUE ¡Ah, qué he hecho! DORLISKA (Con voz tenue.) ¿Quién podrá ayudarme?... DUQUE (Acercándose para socorrerla) ¡Ah, vida mía!... DORLISKA (Recuperándose y rechazándolo.) ¡Desalmado! DUQUE Cállate, estúpida, o el rechazado amor se convertirá en furor. Verteré tu sangre junto a la de tu odiado esposo y en esa hora extrema me pedirás, en vano, piedad. DORLISKA ¡Impío, bárbaro, despiadado, monstruo lleno de crueldad! ¡Ah, Torvaldo desventurado, te he perdido y ya no queda esperanza! Dentro de poco volveremos a estar juntos, pues el dolor ya me está matando. (sale agitada por la puerta y el Duque la sigue.) |
Scena Sesta (Il Duca rientra, e chiude la porta.) DUCA Ella più non mi fugge. Giorgio!... Carlotta!... Giorgio!... dove diavolo s'è cacciato costui? ORMONDO (Entrando dalla destra.) Signore... DUCA A tempo, Ormondo, di lei più non si cerchi: amica sorte la condusse in mia man. Tu adesso vola, torna nel bosco, occulta del notturno mio colpo ogni traccia: l'estinto fa' che sepolto sia. Corri, t'affretta, vola. ORMONDO Volo. (Fra sé) Che vita maledetta! (Parte) DUCA Ormai son giunto in porto: ora si pensi... (Chiamando.) Giorgio!... Giorgio!... GIORGIO (Dalla sinistra.) Son qua, eccellentissimo. DUCA Il diavol che ti porti. GIORGIO Obbligatissimo. DUCA Vien qua. Poche parole: vedesti quella donna? GIORGIO L'ho veduta. DUCA Non la conosci? GIORGIO Io no. DUCA Sappi ch'io l'amo. GIORGIO Me l'ero immaginato. DUCA Ella m'odia, perché del suo marito fui l'uccisor la scorsa notte... Io tutto già ti svelai: bisogno ora ho dell'opra tua. GIORGIO Son qua a servirla. DUCA Tu devi in questo affare esser cieco, esser muto, intendi? GIORGIO Eh ho inteso: son uom di questo mondo, si fidi ella di me senza riserva. DUCA Sì, mi voglio fidar. Fa' che colei Da tua sorella sia guardata a vista. GIORGIO Sì, Signor. DUCA Tu procura di consolarla, e tratto a lei rammenta i sensi miei, seconda insomma in tutto il pensier mio. GIORGIO Non dubiti, signor, ci penso io. (Il Duca parte a destra) Davvero è in buone mani. Presto, presto, ecco, al Governatore in questo foglio (Cava di tasca una lettera.) Tutto spiegai. Contro il comun tiranno, a nome del contado di cui contro mio merito son sindaco onorario, già stesa era la supplica e il sommario. Del nostro Duca la notturna impresa v'ho aggiunto per postilla voglio... ma ve' che bestia! Io perdo tempo, e massima è l'urgenza. Presto, presto, m'andiam da sua Eccellenza Stefano il carbonaio. Farà la forza; un'ora di cammino E poi siamo a cavallo... ah Duca, Duca, Vedrai s'io te la ficco. Oh che piacere! Io sol della grand'opera avrò tutta la gloria! Son proprio degli ingegni la fenice! Sono una testa degna di cornice. (Parte a destra) Scena Settima (Facciata anteriore del castello, con gran porta praticabile da un lato. Torvaldo entra con precauzione, osservando il castello.) TORVALDO Tutto è silenzio: il bosco tace d'intorno; inosservato e solo alfin qui giunsi. È questo, io lo ravviso, questo del mio nemico é il castello: le mura son queste, ahimè, dove l'incauta sposa, cercando asilo, a nuovi perigli esposta or geme! Oh qual per lei del talamo la gioia in dolor si cangiò!. Ma, ti consola, sposa felice, io vivo! Ah se il disegno mio protegge amore, fra un istante avrà fine il tuo dolore. Fra un istante a te vicino rivedrai lo sposo amato: un inganno fortunato al tuo sen mi guiderà. Fia deluso il tuo tiranno, spezzerò le tue catene, e all'affanno ed alle pene Il piacer succederà. Cara, consolati, tergi le lagrime. La nostra sorte si cangerà. Ai dolci amplessi del fido sposo amor pietoso ti renderà. Ah ch'io non reggo ai moti dell'impazienza mia: taci per poco o represso mio sdegno. (Guardando verso la campagna.) Ah quanto tarda costui! (Giunge un contadino che reca gli abiti pel suo travestimento.) Eccolo: oh sorte! Finché niun qui m'osserva Celiam le ricche vesti. (Vestendosi.) A me il berretto... il mantello... la scure La finta barba... (a contadino) invola il resto; è tuo. (Il contadino parte.) Si tenti or nel castello di penetrar. (Cavando di tasca un foglio.) Del simulato foglio mi gioverà l'inganno la dolente mia sposa a trar d'affanno. (Si avvicina al castello spiando con precauzione.) Scena Ottava GIORGIO (Dalla campagna.) Oh son qua; tutto è fatto. Stefano già galoppa... Chi è colui?... (a Torvaldo) Ehi, buon uomo, che volete? TORVALDO Vi dirò... siete voi del castello? GIORGIO Certo; son del castello. TORVALDO Voi non mi conoscete?... GIORGIO Io no. TORVALDO (Fra sé) Respiro. (A Giorgio.) Io son, già lo vedete, del vicin borgo un tagliaboschi. Un foglio mi fu dato a portare dentro questo castello a una certa signora, che qui la scorsa notte... GIORGIO Piano, piano... (Riflettendo.) A una signora?... oibò, in quel castello non v'è donna alcuna. TORVALDO (Sorpreso.) Come, non v'è? GIORGIO Non v'è. TORVALDO Nessuna? GIORGIO Oh bella! Altra donna non v'è che mia sorella. TORVALDO Che sento!... oh me deluso! Dove sarà?... misero me!... Dorliska... Mia Dorliska!... (Passeggiando agitato per la scena.) GIORGIO (Da sé.) Oh cospetto. Mia Dorliska!... sarebbe?... Ah qual sospetto! TORVALDO Sposa infelice, ove trovarti?... GIORGIO (Fra sé) Sposa! Che sento! (A Torvaldo.) Ma... per Bacco!... Fidatevi di me, sareste a caso... (Torvaldo dà un segno di diffidenza.) Fidatevi, vi dico, Servo un Duca briccon, ma cospettone, io sono un uom d'onore. TORVALDO Ah sì, mi fido di te, mio buon amico; io son Torvaldo. GIORGIO Che sento! suo marito! Come va la faccenda? Estinto ognuno qui vi crede... TORVALDO Lo so: nel buio io caddi Da fiero colpo tramortito al suolo combattendo col Duca: al suol per morto ei mi lasciò, le tracce per seguir di Dorliska; un buon pastore m'accolse, e questi arnesi mi porse a travestirmi; ei pur l'asilo m'additò della sposa. GIORGIO A meraviglia, ed or? TORVALDO Con questo foglio, ch'io finsi moribondo aver vergato, aveva immaginato penetrar, sconosciuto, in queste porte, salvar la sposa ed incontrar la morte. GIORGIO Oh bene! Oh bene! TORVALDO Ed essa... qui non è! Chi sa dove?... ah se per caso Sapeste mai dov'ella sia celata... GIORGIO (Additando il castello.) Zitto! Là dentro sta la disgraziata. TORVALDO (Con allegrezza smoderata.) Ella... dunque... oh mia gioia!... GIORGIO Ma tacete... So tutto, non temete. Io di salvarla appunto già concepii l'idea, lasciate fare... TORVALDO (Per abbracciarlo.) Oh mio benefattor!... GIORGIO Zi... zitto... oh diavolo! Ecco il padron. Coraggio, secondatemi. DUCA (Dal castello.) Giorgio. GIORGIO (Con allegria affettata.) Oh Eccellenza, Eccellenza, allegri... di buon animo... il morto ha scritto tutto... cioè, pria d'esser morto... alla signora scrive di propria mano. DUCA Che diavol dici, bestia! GIORGIO Si, signore, il foglio parla chiaro: eccolo qua. (a Torvaldo) Via, dammi il foglio, sbrigati. (Leva il foglio di mano a Torvaldo.) DUCA Chi è costui? TORVALDO Signore, Sul far del giorno nella mia capanna giunse ferito a morte un cavalier incognito. Il meschino pria di morir quel foglio m'incaricò recare alla sua sposa che nel bosco la notte avea smarrita. Seppi che a questa volta fuggendo era venuta... DUCA A me quel foglio. Vediam. Sì; di Torvaldo questa è scrittura. GIORGIO (Da sé.) Io fremo. DUCA Leggiam. GIORGIO (Fra sé) Coraggio. (A Torvaldo.) Amico! attenti. TORVALDO (Da sé.) Io fremo. DUCA (Legge.) "Mia Dorliska, io ti perdo per sempre. Una ferita mortale fra pochi istanti avrà troncati i miei giorni. Chi ti reca questo foglio potrà svelarti i miei ultimi sensi. Io perdono al mio uccisore: perdonagli tu ancora. Dovunque sarai, io te ne prego, io te lo impongo; rassegnati alla tua sorte". (fra sé) Ah qual raggio di speranza or balena al mio pensier! Di piegar quel core altero già l'idea gioir mi fa. TORVALDO (fra sé) Ah qual raggio di speranza spuntar veggo in tanto affanno! Ah che al mio felice inganno la fortuna arride già. GIORGIO (fra sé) Ah qual raggio di speranza mi conforta e m'assicura! Sento già che la paura pian pianino se ne va. DUCA Questo foglio... GIORGIO Sì, signore. DUCA Ei lo scrisse! GIORGIO Egli. DUCA T'accheta: egli è morto? TORVALDO (Sul punto di tradirsi) Morto?... GIORGIO (Ripiegando.) Oh certo. TORVALDO (Riprendendosi.) Certo, morto. DUCA Tu il vedesti? TORVALDO Io lo vidi. DUCA E promettesti?... TORVALDO (Con entusiasmo, indi riprendendosi) Alla sposa desolata Di sua morte sventurata Qua venirne apportator. DUCA (fra sé) Improvviso assalto e forte su, moviamo al suo rigor, tu seconda, amica sorte, di quest'anima l'ardor. TORVALDO (fra sé) Ah che smania, oh ciel, di morte, o mio sdegno taci ancor. Tu l'istante affretta, o sorte, di far pago il mio furor. GIORGIO (A Torvaldo.) Ve' che bestia... state forte. Via, prudenza... che timor! Tu seconda, amica sorte, l'ardir mio col suo favor. DUCA (A Torvaldo.) A Dorliska tu n'andrai: questo foglio recherai. Hai capito? TORVALDO Sì, signor. DUCA (A Giorgio.) Tu seconda... GIORGIO Signor mio, Lasci far, ci penso io A parlarne in suo favor. DUCA (Da sé, riflettendo.) Da quel foglio tutto spero, non s'inganna il mio pensiero. Sulle prime gran furore, poi cedendo andrà il dolore: rassegnarsi le consiglia, piangerà, ma lo farà. Ei morendo a me perdona, ella pur perdonerà già si sa di donna in core col perdono scende amore... Ah se amore in lei discende, s'ella cede un solo istante, più non può quest'alma amante di sua sorte dubitar. TORVALDO (fra sé) La vedrò fra pochi istanti, Sventurata in duolo, in pianti: faccio un cenno, ella m'intende; dolce gioia in cor le scende; Quando l'empio fia lontano il momento coglierò; Col soccorso dell'amico presto in salvo la trarrò. Poi verrò contro l'indegno a saziar l'antico sdegno... Ah quand'io dell'empio sangue questa man vedrò fumante del mio fato in quell'istante non saprò di più bramar. GIORGIO (fra sé) Il merlotto è già cascato già l'ho mezzo intrappolato; ei si fida, e non sa niente quel che a Giorgio bolle in mente. Pria di notte, mascalzone, Vo' vederti in gabbia entrar. Cospetton, son nell'impegno. Dammi tempo e lascia far. Tutto è pronto, in men d'un'ora il capiatur esce fuora. Ah se in mezzo a quattro baffi ei va in gabbia un solo istante, sulla forca quel birbante vo' vederlo sgambettar. DUCA Dunque... TORVALDO Andiamo. GIORGIO Andiamo. TORVALDO, GIORGIO, DUCA Andiamo. Ah, se un colpo fortunato or seconda il mio disegno, son felice, son beato no, di più non so bramar. (Entrano nel castello.) Scena Nona ORMONDO (Venendo dalla campagna.) Io non ne posso più. Poter di Bacco! Dieci miglia avrò corso in men d'un'ora per boschi, per torrenti, per sassi, per dirupi dove non passeran nemmeno i lupi. E il morto non si trova. Eh convien dire l'abbian portato via. Ah cospettaccio! Davver che questo affare mi dà molto a pensare. Delle nostre notturne bagattelle se va notizia in corte siam perduti. Già male ha da finir; dice il proverbio: Chi la tira la strappa, Chi corre inciampa, e chi ne dà ne busca. La farina del diavolo va in crusca. Sopra quell'albero Se vedo un pero già di papparmelo mi vien pensiero: non posso prenderlo, Come farò?... Su... su... su... su... su monterò. Il primo salto È fatto già. Già sono in alto, eccolo qua. Ma un altro veggone un po' più in su di quel ch'ho in mano grosso assai più. Sento il solletico dell'appetito. La fame stimola, cresce il prurito. Non posso prenderlo, come farò?... Su... su... su... su. Su monterò. Ma mentre arrisico Mentre m'arrampico ah... eh... oh... uh... Ahimè, precipito Col capo in giù. La cosa è chiara per chi l'intende; si dan purtroppo queste vicende; si resta in trappola non v'è pietà. Non lo vuol credere il mio padrone ma può succedere non v'è questione e allor per forza lo crederà. (Entra nel castello.) Scena Decima (Appartamenti del castello.) CARLOTTA (Seguitando Dorliska, che passeggia smaniosa.) Oh via, signora mia, Quel duolo omai calmate... (Da sé.) Che serve? Non mi sente. Davver mi fa pietà. (A Dorliska.) Signora perdonatemi... adesso a voi pensate... calmatevi, sperate... la sorte cangerà. Ah non so quel ch'io mi dica! Giusto ciel, che imbroglio è il mio! Non piangete, o piango anch'io... vi calmate, per pietà. DORLISKA Ah, Torvaldo sventurato. Deh m'attendi, vengo anch'io! Ah che un duolo eguale al mio No, che al mondo non si dà. (Si abbandona sopra una sedia.) Scena Undicesima (Il Duca, Torvaldo, Giorgio, indi Ormondo, servi ed armati, e dette.) TORVALDO, GIORGIO, DUCA (Fra sé, osservando tacitamente Dorliska.) Immota e stupida fredda, insensibile dal duol la misera oppressa sta. DUCA Ah se i miei voti seconda amore quel suo dolore si placherà. TORVALDO Per poco acchetati o mio furore, il suo dolore vendetta avrà. GIORGIO Per l'infelice Mi piange il core, Quel suo dolore Mi fa pietà. (Pausa.) DUCA (Avvicinandosi a Dorliska.) Ah Dorliska, il vostro stato mi commove, m'addolora... A quest'alma che v'adora deh il credete, per pietà. (Da sé) Il suo duol l'opprime ancora. Non ascolta, non favella... Ah nel duol mi par più bella. Nuovo assalto al cor mi fa. TORVALDO La mia smania, il mio trasporto, ah frenar più omai non posso. Deh tu porgi, o amor, conforto al mio barbaro penar. GIORGIO Mezzo vivo e mezzo morto sto tremando a più non posso. Non vorrei che in mezzo al porto qui s'avesse a naufragar. (Dopo una breve pausa il Duca accenna a Giorgio e a Torvaldo che si avvicinino a Dorliska. Torvaldo esita, Giorgio si appressa a lei, e tenta di riscuoterla dal suo profondo abbattimento.) GIORGIO Mia signora... al vostro fato rassegnarsi ormai conviene... Via signora... a me badate, que' begli occhi spalancate... (Accennando Torvaldo.) Questo degno galantuomo dello sposo i sensi estremi e il voler vi spiegherà. (Al Duca e a Torvaldo.) Non mi sente. TORVALDO Quale inciampo! DUCA Che insensata ostinazione! GIORGIO (a Torvaldo.) Qua quel foglio, cospettone. Non temete... ora vedrete se la sveglio come va. (Gridandole all'orecchio.) Signorina, questo foglio... questo foglio via prendete, chi lo scrisse è il vostro sposo. DORLISKA (Alzandosi e fissando Giorgio, ma non Torvaldo.) Il mio sposo?... GIORGIO (Facendole de' cenni ai quali essa non dà attenzione.) Ei stesso. DORLISKA (Legge, indi con un sospiro marcato sviene.) Ah!... TORVALDO (Da sé.) Ella manca!... oh mio tormento! Ch'io qui sono ancor non sa. Ah d'affanno in quest'istante palpitante il cor mi sta. DUCA (Da sé.) Del gran colpo ecco il momento! Sto a veder che nascerà! D'incertezza in questo istante Palpitante il cor mi sta. CARLOTTA (Da sé.) Ci mancava un svenimento! Su coraggio, per pietà! Dalla pena in quest'istante Palpitante il cor mi sta. GIORGIO (Al Duca.) Lasci fare. (A Torvaldo, sottovoce.) State attento. (A Dorliska.) Fate cor, l'amico è qua. (Da sé.) Di paura io sto tremante... (A Torvaldo, sottovoce.) Ah giudizio, per pietà. (Dopo un breve momento di silenzio, Torvaldo si avvicina a Dorliska.) TORVALDO Su, Dorliska... fate cuore... vi calmate!... respirate... Alle pene ed al dolore pronto fine il Ciel darà. (Dorliska si sarà andata riavendo al suono della voce di Torvaldo. Alle di lui ultime parole si scuote e lo mira fisso in volto.) DORLISKA (Muovendosi con trasporto verso Torvaldo.) Ciel!... qual voce... Ah Tor... TORVALDO (Di furto.) Ah taci. DUCA (Avvedendosi dell'azione d'ambedue.) Che?... GIORGIO Ah siam fritti! DUCA (Fiero.) Qual sospetto! Tu chi sei? TORVALDO Destin rubello! DUCA (Mettendo la mano alla guardia della spada.) Parla. TORVALDO (Autorevole.) Indietro. DORLISKA (Frapponendosi) Ah sposo mio! DUCA (Furibondo.) Tu?... Torvaldo? TORVALDO (Si scopre.) Sì, son io. Trema, iniquo traditor. (Entra Ormondo, e con esso i servi e gli armati del Duca.) DUCA Olà... Quell'insensato sia di catene avvinto. TORVALDO (Snudando anch'esso una spada nascosta sotto il manto.) Pria mi vedrete estinto. Indietro tutti! DORLISKA Ah sposo! TORVALDO Non sento! DUCA Circondatelo! DORLISKA Fermatevi! GIORGIO (Secondando con affettazione i cenni del Duca, e accennando di soppiatto a Torvaldo, che si calmi.) Uccidetelo! DORLISKA (Frapponendosi) Me sola, me uccidete! In me s'appaghi, o barbari, la vostra crudeltà. TORVALDO Iniqui! DUCA Traditore! TORVALDO, DUCA Mori! DORLISKA (Arrestando il Duca.) T'arresta! GIORGIO (Arrestando Torvaldo) Prudenza! TORVALDO, DUCA Oh rabbia! DUCA Più non reggo al mio furore! (A Dorliska e Carlotta.) Mi lasciate... traditore! Vo' vederlo trucidato. No, per lui non v'è pietà! TORVALDO Ah non reggo al mio furore! (A Giorgio e Ormondo.) Mi lasciate... traditore! Vo' punir lo scellerato! Mi lasciate, per pietà. GIORGIO (A Torvaldo.) Via, quest'arma a me cedete, vi fidate... non temete... (Lo disarma.) Mio signore, è disarmato: lo vedete, eccolo qua! DORLISKA (Al Duca.) Ah quel ferro nel mio petto vibra, indegno, io tel permetto! (Verso Torvaldo.) Giusto Cielo! sventurato! Chi lo salva per pietà! CARLOTTA Ah fermate... mio signore Ah fratel... che batticuore! Che fracasso disperato, che terrore che mi fa. DORLISKA, SERVI, ARMATI (A Torvaldo.) Via fermatevi... tacete, via, quell'arma a lui cedete. (Al Duca.) Mio signore, è disarmato: lo vedete, eccolo qua. (Costernazione generale.) |
Escena Sexta (El Duque regresa y cierra la puerta.) DUQUE Ya no podrá escapar. ¡Jorge!... ¡Carlota!... ¡Jorge!... ¿Dónde diablos os habéis metido? ORMONDO (Entrando por la derecha.) Señor... DUQUE Llegas a tiempo Ormondo. No la busquéis más: la suerte amiga la ha conducido a mis manos. Ahora corre al bosque y oculta las pruebas de mi golpe nocturno: que el muerto sea enterrado. ¡Corre, apresúrate, vuela! ORMONDO ¡Corro! (Para sí) ¡Maldita vida! (Se va.) DUQUE Ya casi lo he conseguido. Pensemos... (Llamando.) ¡Jorge!... ¡Jorge!... JORGE (Por la izquierda.) ¡Aquí estoy, excelencia! DUQUE ¡Que el diablo te lleve! JORGE ¡Muchísimas gracias! DUQUE ¡Ven aquí! En dos palabras: ¿has visto a esa mujer? JORGE La he visto. DUQUE ¿Y no la conoces? JORGE No. DUQUE Quiero que sea mía JORGE Ya me lo suponía. DUQUE Me odia porque anoche asesiné a su marido... Eso ya lo sabías... Ahora necesito tu ayuda. JORGE Aquí estoy para servirle. DUQUE Ni has visto ni has escuchado nada sobre este asunto, ¿entiendes? JORGE Entiendo: soy un hombre de mundo y ella confiará en mí sin lugar a dudas. DUQUE Sí, eso espero. Que tu hermana la vigile. JORGE ¡Sí, señor! DUQUE Tú procura consolarla y, de vez en cuando, recuérdale mis sentimientos y todo lo siento por ella. JORGE No os preocupéis, señor, que yo me encargo. (El Duque sale por la derecha) De verdad que está en buenas manos. ¡Rápido, aquí está la carta para Gobernador! (Se saca del bolsillo una carta.) En ella se lo explico todo. El campesinado me ha nombrado Síndico de Honor contra el tirano y aquí están todas nuestras quejas. Ahora he de añadir el asesinato nocturno de nuestro Duque. Quiero... ¡pero qué bruto soy! Estoy perdiendo el tiempo y esto es de máxima urgencia. Se la daré a Stéfano, el carbonero, para que la haga llegar hasta su Excelencia. No hay más de una hora de camino. Los caballos están listos... ¡Ah, Duque, ya verás como te la juego! ¡Oh, qué placer! ¡Mía será toda la gloria de esta gran empresa! ¡Esto es propio del Ave Fénix! Mi cabeza es digna de ser enmarcada. (Se va por la derecha) Escena Séptima (Fachada principal del castillo, con una gran puerta de dos hojas. Torvaldo entra con precaución observando el castillo.) TORVALDO Todo está silencioso: el bosque está callado. He llegado hasta aquí solo y sin ser visto. Reconozco el castillo de mi enemigo... Estos son los muros a los que mi incauta esposa llegó buscando asilo, ¡y ahora sufre nuevos peligros!... ¡Ah, cómo pasó ella de la alegría al dolor! Pero ¡consuélate, feliz esposa, vivo! ¡Ah, si el amor protege mi plan, dentro de poco finalizará tu dolor y podrás volver a ver a tu esposo amado! Un engaño afortunado me conducirá hasta ti y romperé las cadenas que te impuso tu iluso tirano. Las penas y angustias se trocarán en placer. ¡Querida, consuélate y seca tus lagrimas! Nuestra suerte cambiará. El amor te devolverá el dulce abrazo de tu esposo. ¡Ah, ya no puedo contener mi impaciencia! ¡Tranquilízate, desdén reprimido! (Mirando hacia el campo.) ¡Ah, cuánto tarda! (Llega un campesino y le da la ropa de un disfraz.) ¡Aquí está, oh, qué suerte! Me pondré esta ropa y nadie me reconocerá. (Vistiéndose.) El sombrerito... el manto... la capa... la falsa barba... (al campesino) Llévate el resto, es tuyo. (El campesino se va.) Intentaré entrar ahora en el castillo. (Sacándose una hoja del bolsillo) Este documento falso me ayudará en el engaño y liberará a mi esposa de su dolor. (Se acerca al castillo con precaución.) Escena Octava JORGE (en el exterior) ¡Por fin, todo está en marcha! Stéfano ya galopa... ¿Quién es ése?... (a Torvaldo) ¡Eh, buen hombre!... ¿Qué queréis? TORVALDO Os lo diré... ¿Trabajáis en el castillo? JORGE Sí, así es. TORVALDO ¿No me conocéis?... JORGE No. TORVALDO (Para sí) Menos mal. (A Jorge.) Como podéis ver soy un leñador del pueblo vecino. Me han dado un documento que le tengo que entregar a cierta señora que llego a este castillo la pasada noche... JORGE Vayamos por partes... (Reflexionando.) ¿A una señora?... En este castillo no hay ninguna señora. TORVALDO (Sorprendido.) ómo!... ¿Ninguna? JORGE No. TORVALDO ¿Seguro? JORGE ¡Oh, ésta sí que es buena! La única mujer que hay es mi hermana. TORVALDO ¡Qué escucho!... ¡Oh, qué decepción! ¿Dónde estará?... ¡Pobre de mí!... ¡Dorliska!... ¡Dorliska mía!... (Se mueve muy agitado por el escenario.) JORGE (Para sí.) ¡Oh, diablos! ¿Mi Dorliska?... ¿Acaso será?... ¡Ah, qué sospecha! TORVALDO Infeliz esposa, ¿dónde te encontraré? JORGE (Para sí) ¡Esposa!... ¡Qué escucho! (A Torvaldo.) Pero... ¡Maldita sea!... Confiad en mí, decidme qué buscáis... (Torvaldo hace una señal de desconfianza.) Que confiéis en mí os digo, sirvo a un duque bribón, pero diablos, soy un hombre de honor. TORVALDO ¡Ah, me fiaré de ti, buen amigo! Soy Torvaldo. JORGE ¡Qué escucho! ¡Su marido! ¿Cómo es eso? Aquí todos os dan por muerto... TORVALDO Lo sé: caí al suelo aturdido en la oscuridad por el golpe que me asestó el duque cuando combatí con él. Me dio por muerto y allí me dejó para ir en busca de Dorliska. Un pastor me ayudó y me dio estos ropajes para disfrazarme y luego me dijo donde podía encontrar a mi esposa. JORGE ¡Oh, me alegro!... ¿Y ahora? TORVALDO Pretendo entrar en el castillo, sin que nadie me reconozca gracias a este documento en el que finjo estar moribundo, salvar a mi esposa y encontrar la muerte. JORGE ¡Oh, está bien! TORVALDO Pero ella... ¡No está aquí! ¿Quién sabe donde estará?... ¡Ah, si por casualidad supierais dónde se halla!... JORGE (Señalando con el dedo al castillo.) ¡Silencio! La desgraciada está ahí dentro. TORVALDO (Con gran alegría.) Entonces... ella... ¡Oh, qué alegría!... JORGE Pero callad... Lo sé todo, no temáis. Y se me ha ocurrido una idea para salvarla, dejadme hacer... TORVALDO (Abrazándolo.) ¡Oh, benefactor mío!... JORGE Silencio... ¡Oh, diablos! Aquí llega el amo. ¡Ánimo, seguidme la corriente! DUQUE (Desde el castillo.) ¡Jorge! JORGE (Con alegría, pero algo desanimado) ¡Oh, excelencia, excelencia! ¡Alegraos, animaos! El muerto lo ha escrito todo... Es decir, que antes de morir... le escribió a la señora con su puño y letra. DUQUE ¡Qué diablos dices, animal! JORGE ¡Sí, señor, la carta está clara, aquí está! (a Torvaldo) ¡Venga, dame la carta, idiota! (le quita a Torvaldo la hoja de las manos.) DUQUE ¿Quién es éste? TORVALDO Señor, cuando amanecía, un desconocido caballero llegó hasta mi choza herido de muerte. El desgraciado, antes de morir, me pidió que le diera esta nota a su esposa que durante la noche había perdido en el bosque. He sabido que ha llegado hasta aquí mientras huía... DUQUE ¡Dame esa hoja! Veamos.... Sí, es la letra de Torvaldo. JORGE (Para sí.) Tiemblo. DUQUE Leamos. JORGE (Para sí) Ánimo. (A Torvaldo.) ¡Atento, amigo! TORVALDO (Para sí.) Tiemblo DUQUE (Lee) "Mi Dorliska, te pierdo para siempre. Dentro de poco mi mortal herida truncará mis días. Aquel que te entregue esta hoja podrá desvelarte mis últimos momentos. Perdono a mi asesino: perdónale tú también. Adónde quieras que estés, te pido, te ordeno, que te resignes a tu suerte" (para sí) ¡Ah, qué rayo de esperanza comienza a aparecer en mis pensamientos! Los ruegos de ese corazón hacen que me alegre. TORVALDO (para sí) ¡Ah, qué rayo de esperanza veo aparecer entre tanta preocupación! La fortuna comienza a secundar mi feliz engaño. JORGE (para sí) ¡Ah, qué rayo de esperanza me conforta y tranquiliza! Ya siento que el miedo va desapareciendo poco a poco. DUQUE Esta hoja... JORGE Sí, señor. DUQUE ¿La escribió él? JORGE Él, mismo. DUQUE Dime: ¿está muerto? TORVALDO (A punto de traicionarse) ¿Muerto?... JORGE (Asegurándolo.) ¡Oh, efectivamente! TORVALDO (Restableciéndose.) Efectivamente, muerto DUQUE ¿Tú lo viste? TORVALDO Lo vi. DUQUE ¿Y prometiste?... TORVALDO (Con entusiasmo, luego conteniéndose) Venir a informar a la desolada esposa de su desventurada muerte. DUQUE (para sí) Imprevista y fuerte sorpresa. ¡Vamos, ablandemos el rigor! Amiga suerte, secunda el ardor de mi alma. TORVALDO (para sí) ¡Ah, preocupación de muerte! ¡Oh cielo, oh desdén mío, resiste un poco más! ¡Oh, suerte, apresúrate a recompensar mi valor! JORGE (A Torvaldo.) ¡Vamos sed fuerte! Prudencia... ¡no tengáis miedo! Amiga suerte, secunda sus deseos y los míos. DUQUE (A Torvaldo.) Irás a ver a Dorliska y le darás esta hoja. ¿Lo has entendido? TORVALDO Sí, señor. DUQUE (A Jorge.) Tú procura... JORGE Mi señor, déjeme hacer, que hablaré en su favor DUQUE (Para sí, reflexionando.) Lo espero todo de esta nota, mis presentimientos no me engañan. Poco a poco, su primer furor irá cediendo ante el dolor. Aquí le aconseja que se resigne... Llorará, pero acabará cediendo. Me perdonó mientras moría y ella también lo hará. En la mujer ya se sabe que con el perdón viene el amor. ¡Ah, si el amor naciera en ella, si ella cediera un solo momento a mi alma amante, ya no le podría pedir más a mi suerte! TORVALDO (para sí) Dentro de poco la veré, desconsolada por el dolor y llorando. Le haré una señal y me entenderá; la dulce alegría descenderá a su corazón. Cuando el impío se aleje aprovecharé el momento, con la ayuda de este amigo y la pondré a salvo. Luego, vendré y me vengaré del indigno... ¡Ah, no deseo otra cosa que ver la sangre de ese malvado en mis manos! JORGE (para sí) Ya ha caído el pájaro, ya lo he cogido. Se fía y no sabe nada de lo que a Jorge le hierve en la cabeza. ¡Bribón, antes de que anochezca te quiero ver en la jaula! ¡Diablos, que estoy empeñado en ello! Dame tiempo y déjame hacer. Todo está listo y en menos de una hora el capitán esperará fuera. ¡Ah, será encarcelado entre cuatro paredes y al poco tiempo en la horca lo veré colgado! DUQUE Entonces... TORVALDO ¡Vamos! JORGE ¡Vamos! TORVALDO, JORGE, DUQUE ¡Vamos! ¡Ah, si un golpe afortunado favoreciera mi plan, estaré alegre y contento y no desearé nada más! (Entran en el castillo.) Escena Novena ORMONDO (Llegando del campo.) ¡Ya no puedo más!...¡Por Dios! He recorrido diez millas en menos de una hora a través de bosques, arroyos, roquedales y barrancos; por donde no pasan ni los lobos. ¡Y el muerto sigue sin aparecer! Lo mejor será decir que se lo han llevado. ¡Ah, diablos! ¡La verdad es que este asunto me da qué pensar! Si a la corte llegara alguna noticia sobre nuestras batallas nocturnas, estamos pedidos. Esto va a terminar mal. Ya lo dice el refrán: quien mucho abarca, poco consigue. Veo una pera en aquel árbol y me dan ganas de comérmela: mas no la puedo coger, ¿qué hacer? Vamos... vamos... vamos... vamos... me subiré. Ya he dado el primer salto. Ya estoy ahí arriba, aquí está. Pero estoy viendo otra todavía más grande un poco más arriba y que está a mi alcance. El apetito me hace cosquillas. El hambre va en aumento y me crece el picor. Pero no puedo cogerla, ¿qué hacer? Vamos... vamos... vamos... vamos. Me subiré. Pero mientras me subo, mientras me encaramo ah... eh... oh... uh... ¡Ay de mí, que me rompo la cabeza! Para aquel que lo entienda, la cosa está clara: en realidad y por desgracia, todo esto es una trampa, no hay solución. Mi amo no lo quiere reconocer, pero cuando suceda, no tendrá más remedio que aceptarlo. (Entra en el castillo.) Escena Décima (Habitación en el castillo.) CARLOTA (Siguiendo a Dorliska, que camina nerviosa.) ¡Vamos, mi señora, calmad ese dolor!... (Para sí.) ¡No me escucha! La verdad es que ella me da lástima. (A Dorliska) Perdonadme señora... pero debéis pensar en vos... calmaos... y veréis... como cambia la suerte. ¡Ah, ya no sé que deciros! ¡Justo cielo, menudo lío! Como sigáis llorando acabaré haciéndolo yo también... ¡Calmaos, por favor! DORLISKA ¡Ah, desventurado Torvaldo! ¡Ah, escúchame, estoy aquí! En el mundo no puede haber un dolor igual que el mío. (Se desploma en una silla.) Escena Undécima (El Duque, Torvaldo, Jorge, a continuación Ormondo, criados y soldados y las anteriores.) TORVALDO, JORGE, DUQUE (para sí, observando a Dorliska) La mísera está oprimida e inmóvil, helada y ausente por el dolor. DUQUE ¡Ah, su dolor se aplacará si el amor secunda mis deseos! TORVALDO Cálmate un poco más ¡oh furor mío! su dolor obtendrá venganza. JORGE Mi corazón sufre por la infeliz y me apiado de su dolor. (Pausa.) DUQUE (Acercándose a Dorliska.) ¡Ah Dorliska, vuestro estado me conmueve y me aflige!... Por favor, creed en este alma que os adora. (Para sí) Aún está oprimida por el dolor. Ni escucha ni habla... Apenada es aún más bella. El corazón me ha dado un vuelco. TORVALDO Ya no puedo contener el enfado y la rabia. ¡Oh, amor, insufla paciencia a mi cruel sufrimiento! JORGE Estoy medio vivo y medio muerto, tiemblo a más no poder. ¡Ojalá que ahora que ya estamos casi llegando a puerto, no naufraguemos! (Después de una breve pausa el Duque ordena a Jorge y a Torvaldo que se acerquen a Dorliska. Torvaldo titubea, Jorge se acerca a ella e intenta confortarla en su gran abatimiento) JORGE Señora mía... es conveniente que os resignáis a vuestro destino... Vamos señora miradme, mostradme vuestros bellos ojos... (Señalando a Torvaldo.) Este buen hombre que acogió a Torvaldo, os explicará sus últimos momentos. (Al Duque y a Torvaldo.) No me escucha. TORVALDO ¡Qué dolor! DUQUE ¡Qué insensata obstinación! JORGE (A Torvaldo.) ¡Dadme esa hoja, demonios! No temáis... Veréis como ahora vuelve en sí. (Hablándole al oído.) Señorita... coged... coged esta hoja, pues la escribió vuestro esposo. DORLISKA (mira a Jorge, pero no a Torvaldo.) ¿Mi esposo?... JORGE (Haciéndole señales, pero ella no las capta) Él mismo. DORLISKA (Lee, suspira y se desmaya.) ¡Ah!... TORVALDO (Para sí.) ¡Se desmaya!... ¡Oh, tormento mío! Todavía no sabe que estoy aquí. Ahora mismo mi corazón se agita de angustia. DUQUE (Para sí.) ¡Ha llegado el momento del gran golpe! ¡Estoy a punto de saber lo que ocurrirá! Ahora mismo mi corazón se agita de incertidumbre CARLOTA (Para sí.) Lo que nos faltaba... ¡Un desmayo! ¡Vamos, ánimo, por favor! En este momento su corazón, se agita de pena. JORGE (Al Duque.) Dejadme hacer. (A Torvaldo, en voz baja.) Estad atento. (A Dorliska.) ¡Ánimo, que aquí está el amigo! (Para sí.) Tiemblo de miedo... (A Torvaldo, en voz baja.) ¡Ah, tened precaución, por favor! (Tras un breve momento de silencio Torvaldo se acerca a Dorliska.) TORVALDO Vamos Dorliska... ánimo... ¡Calmaos!... Respirad... Pronto el cielo pondrá fin a las penas y al dolor. (Dorliska va escuchando poco a poco las palabras de Torvaldo. Cuando termina de hablar se gira y lo mira fijamente.) DORLISKA (Dirigiéndose a Torvaldo con alegría.) ¡Cielos!... Esa voz ¡Ah, Tor... TORVALDO (Con disimulo.) ¡Ah, calla! DUQUE (Percatándose de lo que han dicho.) ¿Qué?... JORGE ¡Ah, ya está todo perdido! DUQUE (Con fiereza.) ¡Qué sospecha!... ¿Quién eres tú? TORVALDO ¡Maldito destino! DUQUE (Desenvainando la espada) ¡Habla! TORVALDO (Revolviéndose.) ¡Atrás! DORLISKA (Interponiéndose) ¡Ah, esposo mío! DUQUE (Furibundo.) ¿Tú?... ¿Torvaldo? TORVALDO (Se descubre.) ¡Sí, soy yo! ¡Tiembla, inicuo traidor! (Entra Ormondo junto a los criados del Duque y los soldados.) DUQUE ¡Adelante! ¡Qué este insensato sea encadenado! TORVALDO (Desenvainando una espada que ocultaba bajo su capa.) ¡Antes me veréis muerto! ¡Atrás todos! DORLISKA ¡Ah, esposo! TORVALDO ¡No te escucho! DUQUE ¡Rodeadlo! DORLISKA ¡Deteneos! JORGE (Apoyando con tristeza las órdenes del Duque y pidiéndole a Torvaldo que se calme) ¡Matadlo! DORLISKA (Entrometiéndose) ¡Matadme sólo a mí! ¡Aplacad vuestra crueldad conmigo! ¡Crueles! TORVALDO ¡Inicuos! DUQUE ¡Traidor! TORVALDO, DUQUE ¡Muere! DORLISKA (Deteniendo al Duque.) ¡Detente! JORGE (deteniendo a Torvaldo) ¡Prudencia! TORVALDO, DUQUE ¡Oh, rabia! DUQUE ¡Ya no puedo contener más mi ira! (A Dorliska y a Carlota.) ¡Dejadme, traidoras! Quiero verlo masacrado. ¡No habrá piedad para él! TORVALDO ¡Ya no puedo contener más mi ira! (A Jorge y a Ormondo.) ¡Dejadme, traidores! ¡Quiero castigar al desalmado! ¡Dejadme, por Dios! JORGE (A Torvaldo.) Vamos, dadme el arma, confiad en mí... no temáis... (Lo desarma.) ¡Señor mío, estáis desarmado! ¡Todo ha acabado! DORLISKA (Al Duque.) ¡Ah, hunde tu espada en mi pecho y goza, indigno! (a Torvaldo.) ¡Justo cielo! ¡Desdichado! ¡Que alguien lo salve, por piedad! CARLOTA ¡Ah, deteneos!... Mi señor... ¡Ah hermano!... ¡Me das miedo! Esta desgarradora escena me horroriza. DORLISKA, CRIADOS, SOLDADOS (A Torvaldo) ¡Vamos, deteneos, calmaos, entregadle vuestra arma! (Al Duque.) Señor mío, está desarmado. ¡Todo ha terminado! (Consternación general.) |