SEMÍRAMIS

 

Personajes

SEMÍRAMIS

TAMIRI

IRCANO

SCITALCE

MIRTEO

SÍBARI

 Reina de Asiria, se hace pasar por el Rey Nino.

Princesa de Bactria

Príncipe Escita, Pretendiente de Tamiri

Antiguo amante de Semíramis, se hace llamar Idreno

Hermano de Semíramis, Pretendiente de Tamiri.

Confidente de Semíramis

Soprano

Soprano

      Tenor

  Mezzosoprano

          Bajo

Tenor

 

La acción se desarrolla en Babilonia, alrededor del año 850 A.C..

 

ATTO PRIMO                                            


Scena Prima

(Portico nel palazzo reale corrispondente alle sponde 
dell'Eufrate. Trono da un lato, alla sinistra del quale 
un sedile per Tamiri. Ara nel mezzo con simulacro di 
Belo, Deità de'Caldei. Gran ponte praticabile, navi 
sul fiume, vista di tende, e soldati sull'altra sponda. 
Sacerdoti e Grandi di Babilonia, Sibari, e poi 
Semiramide) 

CORO, SIBARI 
Dall'Olimpo a noi scendete
fausti Dei, che l'Asia adora;
fra le rose dell'aurora
spunta il giorno allegrator.
Mai non turbino il sereno
D'astro avverso influssi rei;
ogni labbro, ed ogni seno
schiuda amor, accenda amor.

SEMIRAMIDE 
(A Sibari)
Olà sappia Tamiri
che i principi son pronti,
che fuman l'are 
che il solenne rito
di già s'appressa,
che il re l'attende. 

(Sibari parte, ed incontra Tamiri) 

Scena Seconda

TAMIRI
Nino, deve al tuo zelo
oggi l'Asia il riposo,
io degli affetti la libertà.

SEMIRAMIDE
Ma Babilonia deve
alla bellezza tua l'aspetto illustre
de' principi rivali.

(Ad una guardia, che parte) 

Vengano, al fianco mio
principessa m'assisti ,
e i merti di ciascun senti,
e decidi. 

(Va sul trono con Tamiri) 

Scena Terza

(Preceduti dalla cavalleria, che traversa il ponte, e 
dalle rispettive guardie reali al suono di strepitosa 
marcia, Mirteo, Ircano, poi Scitalce, che sbarca dalle 
navi, e detti)

Marcia
 
IRCANO 
Dalla Sarmazia sede
discendo al grande invito;
la destra, il cor ti chiede
lo Scita ammirator.

MIRTEO 
Se me compagno accetti
sul Nilo impero avrai.

A DUE 
Volgi le luci belle
di Scizia / d'Egitto al domator.

SEMIRAMIDE 
Venga Scitalce...

SCITALCE 
Donna regale sospendi,
dell'India il re rimira,
saggia, per me t'accendi,
dammi la destra, il cor. 

SEMIRAMIDE 
Numi, che veggo? Ah barbaro
in Babilonia Idreno?

SCITALCE 
Scegliesti?

SEMIRAMIDE 
(Scende dal trono)
Oh Dio! T'arresta.

SCITALCE 
Perché si tarda?

TAMIRI 
Ho scelto.

SEMIRAMIDE 
Dunque tu sei?

SCITALCE 
Qual voce?
Chi veggo! Ciel, che ascolto!

IRCANO, MIRTEO 
Volgi le luci belle
di Scizia /d'Egitto al domator.
Dammi la destra, il cor.

SEMIRAMIDE
Chi veggo? Barbaro

SCITALCE
Chi veggo! Che mai ascolto

SEMIRAMIDE, SCITALCE
Ah che in mirar quel volto
ho cento larve intorno.
Numi! Che mai sarà! 

(Tuona, e si oscura il cielo) 

TUTTI
Deh sospendi la scelta funesta,
deh non dire che l'alma t'accende;
s'avvicina tremenda tempesta,
già de'Numi si desta il furor.
Qui sol spira la rabbia il sospetto
Stan d'Aletto le furie d'intorno,
la discordia fa torbido il giorno
tutto freme, minaccia terror.

SCITALCE 
(Ad Arcano)
Sogno, o son desto?
ma veramente è quegli
il successor della corona Assira?

IRCANO 
Non tel dissi? 

SCITALCE 
Sarà...

IRCANO 
(Fra sè)
Questi delira.

TAMIRI 
(Accennando Scitalce)
Nino perché non chiedi,
qual mi sembri costui?

SEMIRAMIDE 
Perché ravviso
in quel volto fallace
segni d'infedeltà.

TAMIRI 
(Fra sè)
Però mi piace.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
O gelosia!

IRCANO 
Che più s'attende? È tempo
che Tamiri decida.

SEMIRAMIDE 
No, principi v'attendo
entro la reggia all'oscurar del giorno.
Voi tollerate intanto
il breve indugio. 

(Partono tutti, eccetto Sibari, e Semiramide) 

Scena Quarta 

SIBARI 
Lascia che a' piedi tuoi...

SEMIRAMIDE 
Sibari! (Oh Dei!)
Quale affar ti conduce?

SIBARI 
Ma non sperai
in sembianza viril sul trono assiro
di trovar la sospirata, e pianta
principessa d'Egitto Semiramide.

SEMIRAMIDE 
Ah taci. 
In questo luogo
Nino ciascun mi crede e il palesarmi
vita, regno, e l'onore potria costarmi.

SIBARI 
Che ascolto? È teco Idreno?
A lui straniero, e ignoto
nel tuo real soggiorno
il cor donasti... 

SEMIRAMIDE 
Eppur nol crederai!
L'istesso Idreno
che m'indusse a fuggir
tentò svenarmi.

SIBARI 
Ma la cagione?

SEMIRAMIDE
Oh Dio!
La cagione io non so.

SIBARI 
(Fra sè)
La so ben io.

(A Semiramide) 

E rimanesti in vita!

SEMIRAMIDE 
Lungo fora il ridirti
quanto errai, che m'avvenne.
In mille guise spoglia, e nome cangiai.
Finché il monarca assiro,
fosse merito, o sorte,
del talamo real mi volle a parte.

SIBARI 
Che narri!

SEMIRAMIDE 
T'accheta; vanne a tapiri. 

(Partono da parti opposte) 

Scena Quinta 

(Orti pensili) 

SCITALCE 
Sperai su questa sponda
trovare il mio riposo;
ma mi respinge, inonda
nuova tempesta ancor.
Empio destin geloso
tormenta, oh Dio, quest'alma 
non troverà mai calma
il povero mio cor.

SIBARI
Signor, perdona
se col nome d'amico ancor ti chiamo,
per Idreno in Egitto,
non per Scitalce il principe degl'Indi
sai pur ch'io ti conobbi.

SCITALCE 
Ah, non avessi mai
portato il piè fuor del paterno tetto!
Ché ad agitarmi il petto
Semiramide infida or non vedrei. 

SIBARI 
Semiramide! Come?
È teco? Ove s'asconde?

SCITALCE 
E così cieco
Sibari sei? Non la ravvisi in Nino?

SIBARI 
(Fra sè)
Ah, la conobbe!

(A Scitalce) 

Se fosse tale 
al germano Mirteo nota sarebbe.

SCITALCE 
Chi più di me dovrebbe
crederla estinta? In quella notte istessa
che fuggì meco, io la trafissi.

SIBARI 
Oh Dio!
Che facesti?

SCITALCE 
E doveva impunita restar?

SIBARI 
Serbi il mio foglio ancor?

SCITALCE 
Vivi sicuro,
ma non scoprir che Idreno
in Egitto mi finsi.

SIBARI 
Io tel prometto,
sai quanta fede per te
serbo in petto. 

(Parte) 

Scena Sesta 

TAMIRI 
Dove Scitalce?

SCITALCE 
Al monarca d'Assiria;
a lui degg'io
di nuovo favellar.

TAMIRI 
Il Re s'appressa fermati.

SCITALCE 
(Fra sè, vedendo Semiramide)
Oh Dio! Che dubitarne? È dessa. 

Scena Settima 

TAMIRI 
(A Semiramide)
Signor, brama Scitalce
teco parlar.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Vorrà scoprirsi.
Ahimè, che affanno il mio! 

(Tamiri parte) 

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Siam soli, or parlerà.

SCITALCE 
(Fra sè)
Partì Tamiri 
or con me si palesa.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Il rossor lo ritarda.

SCITALCE 
(Fra sè)
Teme quel cor fallace.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Tace, mi guarda!

SCITALCE 
(Fra sè)
Ancor mi guarda, e tace!

SEMIRAMIDE 
Principe, tu non parli?

SCITALCE 
Signor, nel tuo sembiante
una donna incostante
che in Egitto adorai
veder mi parve.

SEMIRAMIDE 
Tanto simile a Nino
era dunque colei?

SCITALCE 
Simile tanto,
che sotto un'altra spoglia
quell'infida direi,
che in te s'annida.

SEMIRAMIDE 
Se fu simile a me,
non era infida.

SCITALCE 
Ah menzognera, ah ingrata! 

SEMIRAMIDE 
Olà Scitalce
così meco ragiona?

SCITALCE 
Io m'ingannai. Perdona
un sfogo innocente,
quella crudel mi figurai presente.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Si scopre adesso...

(A Scitalce) 

Libero parla.

SCITALCE 
Oh Dio,
temo lo sdegno tuo.

SEMIRAMIDE 
Del mio perdono
non dubitar. Spiegati pur.

SCITALCE 
Vorrei pietosa ai miei martiri
mercè del tuo favor
render Tamiri…
Ella è la fiamma mia.
Adoro il suo sembiante.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Oh smania! Oh gelosia!

(A Scitalce) 

Ti compatisco amante.

SCITALCE 
Bramo giurarle amor.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Ed io resisto ancor?

SCITALCE 
Dille che per lei sola
ardon gli affetti miei;
né voglio; né potrei
quel volto abbandonar.

SEMIRAMIDE 
Dirolle, a me ti fida,
qual cor nascondi in sen 
tutto narrarle almen,
almen allor saprò.

A DUE 
(Fra sè)
Parlar vorrei.
Ma idea funesta
il labbro arresta,
tacer non so.
Pietade oh Dei
del mio tormento;
in tal momento
che mai farò?
Perché mai spietati Dei
per costei/costui tal pena io sento?
Nacque sol per mio tormento,
vive sol per mio rossor.
Ma un più barbaro cimento,
ah chi mai provò finor. 

(Partono) 

Scena Ottava 

SIBARI 
La scaltrezza che val,
se ognor con nuovi
impensati accidenti
la fortuna nemica
d'ogni disegno mio le file intrica?

TAMIRI 
Dimmi dov'è Scitalce?

SIBARI 
Forse Scitalce,
se ciò saper mi lice,
è fra tanti rivali, il più felice?

TAMIRI 
La scelta ancora
palesarti non posso. 

(Parte) 

SIBARI 
La mia dolce lusinga
di delitto in delitto, oh Dio, mi guida;
ma il rimorso che giova?
Quando il primo è commesso,
necessario diventa ogni altro eccesso. 

(Parte) 

Scena Nona

SEMIRAMIDE 
Sarà dunque Scitalce
sposo a Tamiri? E tollerar lo deggio?
Lo sia. Qual cura io prendo
d'un traditor? Ma in gran periglio
pongo me stessa. Ah che farò?
Di sdegno avvampo, e di timore agghiaccio.

(Vedendo Ircano e Mirteo) 

Principi, i vostri affetti
son sventurati.

MIRTEO 
Che far possiamo?

SEMIRAMIDE 
Ad un rival si lascia
così libero il campo? Andate a lei
e se d'amor non ode i vostri accenti,
la vendetta Scitalce allor paventi. 

(Parte) 

Scena Decima 

MIRTEO 
Che pensi Ircano?

IRCANO 
Andiamo l'importuno rivale
uniti ad assalire. 
S'accerti il colpo.
Mora Scitalce.
Che farò? Che farò?
! Mi vedrai con quest'acciaro
dell'ingiusto imeneo troncare il laccio.
Alla sua sposa in braccio
cadrà il rivale, andrà la mensa a terra
e io sparso farò lieto spumante
scorrer col sangue infra le tazze infrante.
Udrai di strage terribile
a risuonare il tempio,
un memorando esempio
vedrai del mio furor.
Udrai di strage orribile
a risuonare il tempio,
un memorando esempio
vedrai del mio furor.
Ma se gli affetti teneri
colei che adoro, ascolta,
mi placo un'altra volta,
e mi disarma amor.

SIBARI 
Ma senti...

IRCANO 
Invan m'arresti.
Già più non frenami
alcun periglio,
già stringo il fulmine
distruggitor.

SIBARI 
Ma senti...

IRCANO 
Invano.

SIBARI 
Ascolta...

IRCANO 
Invano.
Già più non frenami
alcun periglio,
più non mi modera
freddo consiglio;
già stringo il fulmine
distruggitor. Ho scita il cor.
Ho l'alma intrepida,
ho scita il cor.

SIBARI 
Egli morrà, fidati a me. Salvarlo
sol potrebbe il tuo sdegno.

IRCANO 
Io non intendo.

SIBARI 
Per odio antico
Scitalce è mio nemico.

(Additando la tazza) 

Ond'io, (ma non parlar)
già nella mensa
preparai la sua morte.

IRCANO 
E come?

SIBARI 
È certo
che Scitalce è lo sposo. A lui Tamiri
dovrà, com'è costume,
il primo nappo offrir. Per opra mia
questo già fu d'atro veleno infetto.

IRCANO 
Mi fiderò, ma poi...

SIBARI 
Taci, che il Re già s'avvicina a noi. 

Scena Undicesima 

(Semiramide, Tamiri, Mirteo, Scitalce preceduti dai 
grandi e dalle guardie, seguiti dai paggi, e detti) 

SEMIRAMIDE 
Scitalce, al nuovo sposo
io preparai la fortunata stanza,
pegno dell'amor mio.

SCITALCE 
(Fra sè)
Finge costanza...

(A Semiramide) 

Ah se quello foss'io,
chi più di me saria felice.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Ingrato!

IRCANO 
(Con ironia)
Come mai del tuo fato
puoi dubitar? 

SCITALCE 
Io non intendo
se da senno, o per gioco
parli così.

IRCANO 
(Fra sè)
M'intenderai fra poco.

SEMIRAMIDE 
Più non si tardi. Ognuno
la mensa onori, e intanto
misto risuoni a liete danze il canto. 

(Segue ballo con suoni e canti) 

SEMIRAMIDE, CORO 
Il piacer, la gioia scenda,
fidi sposi al vostro cor.
Imeneo la face accenda,
la sua face accenda Amor.
Fredda cura, atro sospetto,
non vi turbi, e non v'offenda.
Imeneo la face accenda,
la sua face accenda Amor.
E se fia che amico nume
lunga età non vi contenda,
a scaldar le fredde piume,
a destarne il primo ardor.
Imeneo la face accenda,
la sua face accenda Amor.

SEMIRAMIDE 
In lucido cristallo aureo liquore,
Sibari, a me si rechi.

(Prende la tazza, e la pone davanti a Tamiri) 

Or prendi Tamiri,
e scegli, il sospirato dono
Presenta a chi ti piace,
e goda quegli il grande acquisto in pace.

TAMIRI 
Principi, non offendo alcuno
se al talamo, ed al trono
l'un o l'altro sollevo.
Ecco lo sposo, il Re 
Scitalce beva. 

(Offre la tazza a Scitalce, che la prende, e poi la 
depone sulla mensa) 

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Io lo previdi.

MIRTEO 
Oh sorte!

SIBARI 
(Fra sè)
Or s'avvicina a morte.

SEMIRAMIDE 
Alfin risolvi. 

SCITALCE 
E Nino lo comanda a Scitalce?

SEMIRAMIDE 
Io non comando...
Fa il tuo dover.

SCITALCE 
Sì, lo farò. 

(Fra sè) 

L'ingrata si punisca così.

(A Tamiri) 

D'ogn'altro amore
mi scordo in questo punto... 

(Volendo bere, poi s'arresta)

(Fra sè)

Ah, non ho core.

(A Tamiri) 

Porgi a più degno oggetto
il dono o principessa,
io non l'accetto.

TUTTI tranne SCITALCE 
Quale ardir!

TAMIRI, SIBARI 
Qual tradimento!

SEMIRAMIDE 
Qual sorpresa!

TUTTI tranne SCITALCE 
Oh ciel, che sento!

CORO 
Quale ardire!

SEMIRAMIDE 
Qual sopresa!
Tu ricusi
Il regno suo?

IRCANO 
La sua destra?

SEMIRAMIDE 
L'alto nodo?

TAMIRI 
Il regno mio?

CORO
Tu ricusi
il regno suo?

SCITALCE 
No, che degno non son io
del tuo soglio, e di tua fe'.

IRCANO 
La ragion dell'atto insano,
deh palesa almen qual è. 

SEMIRAMIDE 
(Ad Ircano)
Deh, taci.

TAMIRI 
(A Scitalce)
Infido!

MIRTEO 
(A Scitalce)
Audace!

IRCANO 
Ei beva.

(A Scitalce) 

Traditor, così pretendo.

SCITALCE 
Io ragione a te non rendo,
né pavento il tuo furor.

SEMIRAMIDE 
Cessi il garrir. Regina,
saggio è il cangiar d'affetto,
porgi a più degno oggetto
il pronubo licor.

TAMIRI 
(Ad un paggio che reca la coppa ad Ircano)
Ircano beva.

SIBARI 
(Fra sè)
Quello è veleno!

IRCANO 
(A Sibari)
Consiglio amico; in seno
già sento gelarmi il cor.

SEMIRAMIDE 
Ebben rispondi.

TAMIRI 
Tu pur ricusi?

SCITALCE 
Tu ti confondi?

IRCANO 
Voti delusi!
Infausto amor!

CORO 
(Ad Ircano)
Che tardi ancor?
Signor scegliesti?

SEMIRAMIDE 
(Ad Ircano)
Che più t'arresta? 

SCITALCE 
Il nappo accetta.

IRCANO 
Che smania è questa!

MIRTEO 
Che più s'aspetta?

IRCANO 
(Getta a terra il nappo)
A terra
vada la tazza!

TUTTI
Insano! Audace!

IRCANO 
Un tuo rifiuto Ircano
debbe accettar così.

MIRTEO, CORO
Qual ardir!

TUTTI 
Di gioia, di pace,
la bella speranza
qual lampo fugace
comparve, e sparì.

CORO 
Mora l'indio audace!

TAMIRI 
(A Scitalce)
Tu mi disprezzi, ingrato,
ma non andarne altero;
trema d'aver mirato
superbo il mio rossor.

SCITALCE 
(A Tamiri)
Ah, se tu saprai chi sono,
se i casi miei saprai,
che non son reo vedrai,
qual ti sembrai finor.

IRCANO 
Vani pretesti...

TAMIRI 
Ei mora.

CORO 
Il temerario mora.

TAMIRI 
Chi gli trafigge il petto
io per compagno accetto,
compagno, e difensor. 

SEMIRAMIDE 
Taci, sospendi ancora.
Che insano ardir! Che sento?

TUTTI eccetto SCITALCE e SEMIRAMIDE 
Invan contendi, ei mora.

SEMIRAMIDE 
(Fra sè)
Ah, nel crudel cimento
mi sento il cor mancar.

TUTTI 
Fra mille furori
minaccio, pavento,
accender mi sento,
mi sento gelar.

IRCANO 
Basta, o Regina, in campo
Me difensor avrai 
vedranno i tuoi bei rai,
punito il traditor.

MIRTEO 
(Sguaina l'acciaro)
A me il ferir s'aspetta.

SCITALCE 
Dell'empie spade al lampo,
resiste il mio valor.

CORO 
Tutti giuriam vendetta.

CORO, SIBARI, MIRTEO 
(Mirteo s'avventa a Scitalce)
Cedi l'acciar...

SEMIRAMIDE 
T'arresta.
L'ire frenate, o barbari,
me sol Scitalce offende;
ma di punir quel perfido
dal mio voler dipende.

(Fra sè) 

E lo difendo ancor.

CORO 
Qual improvvisa è questa
voce che m'atterrì?

TUTTI 
Ah balena, minaccia sdegnato
ogni volto tra l'ire di guerra,
freme il mare, già trema la terra,
ogni speme di pace sparì.
Tra le feste e la gioia era nato,
ma tramonta fra i fulmini il dì. 
 ACTO PRIMERO 


Escena Primera 

(Salón del trono en el palacio real junto al 
Eúfrates. Una estatua de Baal preside la escena. 
A través del pórtico, pueden verse un puente 
sobre el río, naves, tiendas de campaña y 
soldados sobre la ribera. La corte de Babilonia, 
Síbari, y luego Semíramis, disfrazada de hombre, 
haciéndose pasar por su hijo Nino) 

CORO, SÍBARI 
¡Descended del Olimpo hacia nosotros,
dioses venerados por los asirios!
Tras los rayos de la aurora 
surge alegre el día.
Que los influjos perversos de los astros adversos
no enturbien la serenidad de esta jornada.
Que en cada labio y pecho, brote el amor.
¡Que el amor se inflame!

SEMÍRAMIS 
(A Síbari)
Hazle saber a Tamiri 
que los príncipes están preparados, 
que ya humea el altar 
y que el solemne ritual 
está a punto de comenzar...
¡El rey la espera!

(Síbari sale y se encuentra con Tamiri) 

Escena Segunda 

TAMIRI 
Gracias a tus esfuerzos, Nino,
Asia ha obtenido la paz
y yo la libertad.

SEMÍRAMIS 
Pero, atraídos por tu belleza, 
Babilonia está repleta
de príncipes ardorosos.

(A un guardia que sale) 

¡Que vengan a mi presencia los príncipes!
Y tú, princesa, 
evalúa los méritos de cada uno de ellos, 
para así poder decidir con quien te desposarás.

(Sube al trono junto con Tamiri) 

Escena Tercera 

(Precedidos por escuadras de caballería y al 
son de una estrepitosa marcha, llegan Mirteo, 
Ircano y luego Scitalce, que desembarca de una 
nave) 

Marcha 

IRCANO 
Desde la corte de Sarmacia
acudo a tu llamada.
La mano y el corazón te pide, 
este admirador escita.

MIRTEO 
Si me aceptas como compañero,
sobre el Nilo tendrás un imperio.

AMBOS
Dirige tus hermosos ojos
al señor de Escitia / Egipto.

SEMÍRAMIS 
Que venga Scitalce...

SCITALCE 
¡Reina, suspende la elección!
Contempla al rey de la India, 
y decídete por mí.
Dame tu mano y tu corazón.

SEMÍRAMIS 
¿Dioses, qué veo? ¡Scitalce no es otro que Idreno!
¿Idreno aquí, en Babilonia?

SCITALCE 
¿Ya elegiste?

SEMÍRAMIS 
(Baja del trono. A Tamiri)
¡Por los dioses, detén tu elección!

SCITALCE 
¿Por qué demorarse?

TAMIRI 
Pero, si ya he elegido.

SEMÍRAMIS 
Entonces, ¿tú eres?...

SCITALCE 
¿Esa voz?
¡A quién veo! ¡Cielos, qué escucho!

IRCANO, MIRTEO 
Dirige tus hermosos ojos
al señor de Escitia / Egipto.
Dame tu mano y tu corazón.

SEMÍRAMIS
¿A quién veo aquí? ¡Bárbaro!

SCITALCE
¡A quién veo! ¡Qué escucho!

SEMÍRAMIS, SCITALCE
¡Ay, al mirar ese rostro revolotean a mi alrededor 
cien fantasmas del pasado!
¡Dioses! ¿Qué pasará?

(Truena y se oscurece el cielo) 

TODOS
¡Ah, suspende esta funesta elección!
No descubras la pasión de tu alma.
Se acerca una terrible tempestad,
ya se desata el furor de los dioses. 
Aquí sólo se respira rencor y sospechas.
Las furias de Alecto están a nuestro alrededor.
La discordia enturbia el día; todo se estremece, 
todo nos llena de terror.

SCITALCE 
(A Ircano)
¿Sueño o estoy despierto?
¿Éste es realmente el sucesor 
de la corona asiria?

IRCANO 
¿No te lo dije?

SCITALCE 
Será...

IRCANO 
(Para sí)
Delira...

TAMIRI 
(señalando a Scitalce)
Nino, ¿por qué no preguntas, 
qué me pareces ése? 

SEMÍRAMIS 
Porque reconozco 
en su rostro falaz 
las señales de la infidelidad.

TAMIRI 
(Para sí)
Pero a mí me gusta.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
¡Oh, cuántos recuerdos!

IRCANO 
¿A qué esperamos? 
Es tiempo de que Tamiri decida.

SEMÍRAMIS 
¡No, príncipes! Os espero en el palacio real 
al oscurecer.
Soportaréis mientras tanto
esa breve demora.

(Salen todos, excepto Síbari y Semíramis) 

Escena Cuarta 

SÍBARI 
Deja que a tus pies...

SEMÍRAMIS 
¡Síbari! (¡Ay Dios!)
¿Qué asunto te trae?

SÍBARI 
No esperaba encontrar vestida como hombre, 
sobre el trono de Asiria, 
a la deseada y desaparecida 
princesa de Egipto Semíramis.

SEMÍRAMIS 
¡Ah, calla! 
En este lugar todos creen que soy Nino,
si me descubrieran podría costarme 
la vida, el reino y el honor.

SÍBARI 
¿Qué escucho? ¿Idreno está contigo?
A él, a un extranjero, 
a un desconocido 
entregaste el corazón...

SEMÍRAMIS 
No lo podrás creer pero 
el mismísimo Idreno,
el que me indujo a huir,
intentó asesinarme.

SÍBARI 
¿Por qué motivo?

SEMÍRAMIS
¡Oh, dioses!
La causa no la conozco.

SÍBARI 
(Para sí)
Yo sí la conozco bien.

(A Semíramis) 

¡Pero sobreviviste!

SEMÍRAMIS 
Largo sería contarte 
por dónde vagué y qué me ocurrió.
Cuántas veces cambie de ropa y de nombre. 
Hasta que el monarca asirio, 
tal vez por mérito de la suerte, 
me llevó al tálamo real.

SÍBARI 
¡Qué dices!

SEMÍRAMIS 
Así es; ahora vete.

(Salen por lados opuestos) 

Escena Quinta

(En los jardines colgantes) 

SCITALCE 
Esperaba, en estas playas,
encontrar la paz; 
pero es en vano, 
una nueva tempestad me acosa. 
Un impío y celoso destino 
atormenta, ¡ay dioses! mi alma.
Mi pobre corazón 
no encontrará jamás la calma. 

SÍBARI 
Señor, perdona 
si todavía os llamo amigo, 
pero como el fingido Idreno de Egipto,
y no como el verdadero Scitalce, 
príncipe de los indios.

SCITALCE 
¡Ay, ojalá nunca mis pasos me hubieran 
conducido fuera del hogar paterno! 
Así, la desleal Semíramis, no hubiera visto nunca 
mi pecho agitado por el amor.

SÍBARI 
¡Semíramis! ¿Cómo?
¿Está contigo? ¿Dónde se oculta?

SCITALCE 
¿Tan ciego estás Síbari? 
¿No la reconoces en Nino?

SÍBARI 
(Para sí)
¡Ay, la reconoció!

(A Scitalce) 

Si fuera ella,
su hermano Mirteo la habría reconocido.

SCITALCE 
¿Quién más que yo debería creerla muerta? 
Aquella misma noche en que huyó conmigo, 
yo la apuñalé.

SÍBARI 
¡Oh, dioses!
¿Eso hiciste?

SCITALCE 
¿Acaso debía quedar sin castigo?

SÍBARI 
¿Todavía guardas mi carta?

SCITALCE 
Queda tranquilo, 
pero no descubras que,
en Egipto, fingí ser Idreno.

SÍBARI 
Te lo prometo.
Sabes cuánta lealtad 
conserva mi pecho por ti...

(Sale) 

Escena Sexta 

TAMIRI 
¿Dónde vas Scitalce?

SCITALCE 
Necesito volver 
a conversar
con el monarca de Asiria.

TAMIRI 
El rey se acerca, detente.

SCITALCE 
(Para sí, viendo venir a Semíramis)
¡Ay, dioses! ¿Por qué dudar? ¡Es ella!

Escena Séptima 

TAMIRI 
(A Semíramis)
Señor, desea Scitalce 
hablar con vos.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
¿Querrá descubrirse?
¡Ay de mí, qué ansiedad!

(Tamiri se marcha) 

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
Ahora que estamos solos, hablará.

SCITALCE 
(Para sí)
Tamiri se marchó.
Ahora ella se dará a conocer.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
La vergüenza lo retiene.

SCITALCE 
(Para sí)
Su falaz corazón está temeroso.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
¡Calla, me mira!

SCITALCE 
(Para sí)
¡Me mira, y calla!

SEMÍRAMIS 
¿Príncipe, no hablas?

SCITALCE 
Señor, en tu semblante 
me pareció ver 
a una mujer inconstante 
que en Egipto adoré.

SEMÍRAMIS 
¿Tan parecida a Nino 
era entonces esa mujer?

SCITALCE 
Tan parecida, 
que bajo otra ropa 
podría decir que aquella perjura, 
se anida en ti.

SEMÍRAMIS 
Si era similar a mí, 
no era infiel.

SCITALCE 
¡Ah mentirosa, ah ingrata!

SEMÍRAMIS 
¡Basta!
¿Así osa hablarme Scitalce?

SCITALCE 
Me he confundido. 
Perdona mi desahogo inocente, 
me imaginé que esa cruel mujer estaba aquí.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
Ahora se descubrirá...

(A Scitalce) 

Habla con libertad.

SCITALCE 
¡Ay, dioses!
Temo tu rechazo.

SEMÍRAMIS 
De mi perdón no dudes. 
Explícate.

SCITALCE 
Querría que, piadosa ante mis martirios, 
me hicieras la gracia 
de entregarme a Tamiri...
Ella es mi luz
y adoro su semblante.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
¡Oh, qué delirio! ¡Oh, qué celos!

(A Scitalce) 

Te compadezco hombre enamorado.

SCITALCE 
Deseo jurarle mi amor.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
¿Debo soportar esto?

SCITALCE 
Dile que sólo por ella 
arde mi cariño; 
no quiero, ni podría,
ese rostro abandonar.

SEMÍRAMIS 
Se lo diré, confía en mí.
Pero ahora es necesario que 
me digas todo lo que tu corazón 
esconde en tu pecho 

AMBOS
(Para sí)
Hablar quisiera,
pero una idea funesta 
cierra mis labios.
Por otra lado, callar no sé.
¡Piedad, oh dioses, 
a mi tormento!
En un momento como este 
¿qué hacer?
¿Por qué, despiadados dioses, 
siento esta pena por ella/ él?
Nació solamente para mi tormento, 
vive solo para mi vergüenza. 
Es la prueba más difícil que jamás alguien, 
hasta ahora, experimentó.

(Salen) 

Escena Octava 

SÍBARI 
¿De qué vale la astucia, 
si siempre con nuevos 
e inesperados contratiempos 
la suerte hostil 
desbarata cada plan que elaboro?

TAMIRI 
Dime ¿dónde está Scitalce?

SÍBARI 
¿Quizás Scitalce, 
si me es permitido suponerlo, 
sea entre los muchos rivales, el más afortunado?

TAMIRI 
Todavía no puedo 
revelarte la elección.

(Sale) 

SÍBARI 
Mi dulce pasión ¡ay, dioses!
de un delito a otro delito me lleva.
Pero ¿de qué sirve el remordimiento?
Cuando se ha cometido el primero, 
es necesario cometer luego otros excesos.

(Parte) 

Escena Novena 

SEMÍRAMIS 
¿Será entonces Scitalce el esposo de Tamiri? 
¿Y lo debo tolerar? ¡Que así sea!
¿Qué precaución debo tomar de ese traidor? 
En un gran peligro me meto a mi misma. 
¡Ay! ¿Qué debo hacer?
Ardo de indignación, y de temor me hielo.

(Viendo a Ircano y a Mirteo) 

¡Príncipes, vuestros afectos 
os hacen desdichados!

MIRTEO 
¿Qué podemos hacer?

SEMÍRAMIS 
¿A un rival se deja el campo libre? 
Id vosotros y si del amor 
no entiende las palabras, 
entonces que tema Scitalce la venganza. 

(Sale) 

Escena Décima 

MIRTEO 
¿Qué piensas, Ircano?

IRCANO 
Vayamos y ataquemos juntos 
al importuno rival. 
Si acertamos el golpe,
Scitalce morirá. 
¿Qué sucederá?
Verás que con este acero, 
truncaré el lazo del injusto himeneo.
En brazos de su esposa, el rival de desplomará.
Caerá la mesa por tierra, y yo feliz,
haré verter su sangre espumosa 
entre las copas rotas.
Oirás por la terrible matanza 
retumbar el templo, 
un memorable ejemplo 
verás de mi furor.
Oirás por la terrible matanza 
retumbar el templo, 
un memorable ejemplo 
verás de mi furor.
Pero si mis tiernos afectos 
escucha aquella a quien adoro, 
me calmaré nuevamente, 
y quedaré desarmado ante el amor.

SÍBARI 
Pero atiende...

IRCANO 
En vano tratas de detenerme.
No me frena 
ningún peligro, 
ya empuño el rayo 
destructor.

SÍBARI 
Pero sé prudente...

IRCANO 
En vano.

SÍBARI 
Escucha...

IRCANO 
¡En vano!
No me frena 
ningún peligro, 
ni me apacigua 
ningún consejo.
¡Ya empuño el rayo destructor!
Soy un escita. 
Tengo el alma intrépida
y mi corazón es el de un escita.

SÍBARI 
Él morirá, confía en mí. 
Sólo podría salvarlo tu desdén.

IRCANO 
No te comprendo.

SÍBARI 
Por un antiguo odio 
Scitalce es mi enemigo.

(Señalando la copa) 

Óyeme y no me interrumpas.
Ya en esta mesa
he preparado su muerte.

IRCANO 
Y ¿cómo?

SÍBARI 
Seguro que Scitalce es el esposo elegido. 
A él Tamiri deberá, como es costumbre, 
ofrecer la primera copa, 
que por mi mano
ha sido ya envenenada.

IRCANO 
De acuerdo... pero luego...

SÍBARI 
¡Calla, que el rey ya se acerca!

Escena Undécima 

(Entran Semíramis, Tamiri, Mirteo, 
Scitalce, dignatarios y guardias) 

SEMÍRAMIS 
Scitalce, para los nuevos esposos 
he ordenado que esté preparada la dichosa alcoba, 
como prenda de mi afecto.

SCITALCE 
(Para sí)
Finge ser perseverante...

(A Semíramis) 

¡Ay, si fuese yo el elegido!
¡Quién podría ser más feliz?

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
¡Ingrato!

IRCANO 
(Con ironía)
¿Cómo puedes dudar
de tu destino?

SCITALCE 
No entiendo si es de veras, 
o en broma,
que hablas así.

IRCANO 
(Para sí)
Me entenderás dentro de poco.

SEMÍRAMIS 
No nos demoremos más. 
Disfrutemos del banquete, 
y que resuenen ya alegres danzas y cantos.

(Siguen música, cantos y danzas) 

SEMÍRAMIS, CORO 
Que el placer y la alegría desciendan, 
felices esposos, a vuestros corazones.
Que Himeneo encienda la antorcha, 
y que esa antorcha encienda el Amor.
Que ninguna preocupación, ni sospecha 
os turbe ni os invada.
Que Himeneo encienda la antorcha 
y que esa antorcha encienda el Amor. 
Y si los dioses amigos 
no os disputan vuestra larga vida, 
que siempre perdure en vosotros
la alegría del primer amor.
Que Himeneo la antorcha encienda, 
y que esa antorcha encienda el Amor.

SEMÍRAMIS 
Síbari, que en una brillante copa, 
el áureo licor me traigan.

(Toma la copa envenenada y la pone ante Tamiri) 

Y ahora Tamiri, toma esta copa,
y elige, al anhelado caballero.
Designa a quien te guste, 
y goza con él en paz.

TAMIRI 
Príncipes, no ofendo a ninguno 
si al tálamo y al trono, 
a uno u a otro conduzco.
He aquí a mi esposo, al rey.
¡Bebe Scitalce!

(Ofrece la copa a Scitalce, que la toma, 
y sin beber la deposita sobre la mesa) 

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
Yo lo preví.

MIRTEO 
¡Oh, infausta suerte!

SÍBARI 
(Para sí) 
Ahora se acerca a la muerte.

SEMÍRAMIS 
Decídete de una vez.

SCITALCE 
¿Es Nino quien se lo ordena a Scitalce?

SEMÍRAMIS 
Yo no lo ordeno...
Cumple con tu deber.

SCITALCE 
Sí, lo haré. 

(Para sí) 

Cómo me castiga la ingrata...

(A Tamiri) 

Desde este momento, 
me olvido de cualquier otro amor...

(Va a beber, pero se detiene) 

(Para sí) 

¡Ay, no tengo coraje!

(A Tamiri) 

Entrega esta copa ¡oh, princesa!
a alguien más digno que yo
no la acepto.

TODOS menos SCITALCE 
¡Qué audacia!

TAMIRI, SÍBARI 
¡Qué traición!

SEMÍRAMIS 
¡Qué sorpresa!

TODOS menos SCITALCE 
¡Oh cielos, qué oigo!

CORO 
¡Qué atrevimiento!

SEMÍRAMIS 
¡Qué sorpresa! 
¿Rehúsas aceptar 
su reino?

IRCANO 
¿Su mano?

SEMÍRAMIS 
¿El enlace real?

TAMIRI 
¿Mi reino?

CORO
¿Rehúsas aceptar 
su reino?

SCITALCE 
No, no soy digno 
de tu trono y de tu fidelidad.

IRCANO 
Revela al menos la razón 
de tu actitud tan irracional.

SEMÍRAMIS 
(A Ircano)
¡Ah, calla!

TAMIRI 
(A Scitalce)
¡Traidor!

MIRTEO 
(A Scitalce)
¡Audaz!

IRCANO 
¡Que beba!

(A Scitalce) 

¡Traidor, exijo una explicación!

SCITALCE 
Ni te daré explicaciones, 
ni temo tu furor.

SEMÍRAMIS 
¡Dejad de discutir!
Tamiri, sabio es cambiar de afecto a tiempo.
Entrega al más digno de los caballeros 
el licor nupcial.

TAMIRI 
(Hace ademán dar la copa a Ircano)
Que beba Ircano.

SÍBARI 
(Para sí)
¡El veneno!

IRCANO 
(A Síbari)
Aconséjame amigo; siento que el corazón 
se hiela dentro del pecho.

SEMÍRAMIS 
¿Y bien, qué contestas?

TAMIRI 
¿Tú también rehúsas?

SCITALCE 
¿Estás confundido?

IRCANO 
¡Deseos engañosos!
¡Infausto amor!

CORO 
(A Ircano)
¿Por qué te demoras?
Señor ¿decidiste ya?

SEMÍRAMIS 
(A Ircano)
¿Qué cosa te detiene?

SCITALCE 
Acepta la copa.

IRCANO 
¿Qué locura es ésta?

MIRTEO 
¿A qué esperas?

IRCANO 
(Vuelca la copa al suelo)
¡Caiga la copa
a la tierra!

TODOS
¡Loco! ¡Audaz!

IRCANO 
El rechazo de Ircano 
debe ser aceptado así.

MIRTEO, CORO
¡Qué audacia!

TODOS 
La alegría, la paz 
y la hermosa esperanza,
como un relámpago fugaz 
desaparecieron para siempre. 

CORO 
¡Que muera el hindú audaz!

TAMIRI 
(A Scitalce)
Tú me despreciaste, ingrato, 
pero no te vayas a vanagloriar por ello.
Tiembla de haber contemplado 
mi vergüenza.

SCITALCE 
(A Tamiri)
¡Ay, si tú supieras quién soy!
Si conocieras mi historia, 
verías que no soy culpable, 
como ahora te parece.

IRCANO 
Vanos pretextos...

TAMIRI 
¡Que muera!

CORO 
¡Que el temerario muera!

TAMIRI 
A quien le atraviese el pecho,
yo aceptaré como esposo.
¡Como esposo y protector!

SEMÍRAMIS 
¡Calla, detente!
¡Qué loco desvarío! ¿Qué oigo?

TODOS menos SCITALCE y SEMÍRAMIS 
En vano disputan, él debe morir.

SEMÍRAMIS 
(Para sí)
¡Ay, en estas crueles circunstancias 
siento flaquear mis fuerzas!

TODOS 
Entre mil furores 
amenazo y temo, 
me siento enfurecer 
y me siento aterrado.

IRCANO 
¡Basta ya! 
¡Oh reina, ve en mí a tu defensor!
Tus hermosos ojos verán
el castigo de ese traidor.

MIRTEO 
(Desenvaina su espada)
¡Yo lo mataré!

SCITALCE 
¡Mi valor resiste el fulgor
de vuestras impías espadas!

CORO 
¡Venganza!

CORO 
(Mirteo se arroja sobre Scitalce)
¡Prueba mi espada!...

SEMÍRAMIS 
¡Detente!
Refrenad vuestra ira ¡oh, bárbaros!
Sólo a mí ha ofendido Scitalce.
El castigo de este pérfido 
depende de mi voluntad.

(Para sí) 

¿Y todavía lo defiendo?

CORO 
¿Qué esos 
ruidos aterradores?

TODOS
¡Ah, los relámpagos amenazan!
Los rostros se agitan por la ira de la guerra.
¡Brama el mar, y tiembla la tierra!
Toda esperanza de paz ha desaparecido. 
Este día que amaneció festivo y alegre 
termina entre rayos y truenos.

Acto  II