PÍA DE TOLOMEI
Personajes
NELLO
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Noble
Toscano |
Barítono |
La acción se desarrolla en Siena, en el año 1297.
PARTE
PRIMA Quadro Primo (Appartamenti di Pía) Scena Prima (Familiari di Nello) CORO I Ancor del fosco notturno velo tutto spogliato non era il cielo, quando ravvolto nel suo mantello segreto messo giunse al castello. CORO II Fu tratto forse dinanzi a Pía? Nello, il consorte quell'uomo invia? CORO I Lo accolse Ubaldo... CORO II Ei viene appunto! Scena Seconda (Ubaldo e detti) CORO I Di', quel messaggio?... CORO II Dal campo è giunto? CORO I Reca novelle tristi, o felici? CORO II Parla!... CORO I Disvela!... UBALDO Udite, amici: (a voce bassa e in tono misterioso) Né Pía, né quanti le son dappresso denno contezza aver del messo: crudel mistero colui m'apprese... (gli altri vorrebbero interrogarlo) Sol debbe a Ghino esser palese. V'allontanate. CORO Fatal messaggio fra noi tremendo egli appari!... Qual di cometa sanguigno raggio che di spavento la terra empì! (Escono.) Scena Terza (Ghino e detto) UBALDO Signor, giungi opportuno. GHINO Il mio sospetto forse? UBALDO Divien certezza. Sorpresi un foglio. GHINO Di tue cure, Ubaldo, premio condegno avrai. (Ubaldo gli porge uno scritto) "Quando sepolto fia nel silenzio della notte il mondo, inosservato per la via del parco a te verrò: l'assenza del tuo sposo abborrito a me concede d'abbracciarti, oh, gioia, e tal mercede soffrir mi fa la vita". O Pía mendace! Ov'è il rigor, l'austera virtude ov'è, che rampognar ti fea l'amor di Ghino. Ah, sempre, o fatal donna, separati ne avesse quella tremenda eredità degli avi, la vendetta, il furor, né ghibellino talamo accolta chi nascea di Guelfi, che tanto sventurato or non sarei, né vinto e lacerato da rimorsi infernal, d'un mio congiunto la sposa amando! UBALDO E che risolvi, o Ghino? GHINO Chiesi vederla... Oh, se repulse ardisci oppormi ancor, paventa... Un detto mio ti perde... Ove trascorro!... Ah, ne morrei da fera doglia oppresso... UBALDO E tanto l'ami ancor? GHINO Più di me stesso. Non può dirti la parola qual desìo m'incalza e punge... La speranza che s'invola nuove fiamme al fuoco aggiunge. Pía m'aborre, Pía mi fugge... Ma non fugge dal mio cor. Ah! l'incendio che mi strugge è delirio, e non amor! Scena Quarta (Bice e detti) GHINO Ebben? BICE Venirne davanti a lei più non ti lice. GHINO Chi a me lo vieta? BICE Pía. GHINO La cagione? BICE Saper la dei e Nello, anch'egli potria... T'acqueta. GHINO Troppo dicesti! BICE Nel mio linguaggio ella ti parla: pensaci, e trema. (parte) UBALDO Muto rimani a tanto oltraggio! GHINO Non ha favella un'ira estrema. (dopo un momento di riflessione rende il foglio a Ubaldo) Rechi all'infida d'ignoto messo quel foglio... UBALDO Intendo, riposa in me. GHINO Al campo io volo... E Nello, ei stesso udrà qual onta costei gli fe'. Mi volesti sventurato? Sventurata sarai meco... I miei pianti avranno un eco, il mio duol vendetta avrà. O mio core, o cor sprezzato, gemi indarno in questo petto... Dei bandir qualunque affetto che somigli alla pietà. (Partono insieme.) Scena Quinta (Pía, damigelle e Bice) DAMIGELLE (invitando la Pía a sedere presso il verone) Qui posa il fianco. È vivida quest'ora del mattino, imbalsamata è l'aura, che move dal giardino: di vaghi fior smaltato ve' come ride il prato, qui tutto spira e parla celeste voluttà... (Fra sè) È vano! A confortarla uman poter non v'ha! PIA (alzandosi smaniosa) A voi son grata... ma non è quest'alma più di gioia capace. BICE Almen di calma lo sia. PIA Trista per me, funerea luce il sol diffonde, e l'universo piange! BICE Misera! PIA In cor se mi leggessi, o Bice, del mio stato infelice maggior pietade avresti!... (Fra sè) Oh incertezza crudel!... Giunger dovea pria del giorno l'avviso... Al suo fuggir, compro dall'oro, è forse un ostacolo insorto?... Della torre il custode potria con empia frode tradirmi?... Ah! no, che di Rodrigo ei stesso mi fe' l'arcana prigionia palese. Eppur, d'onde l'indugio?... Ah! ch'io mi perdo! E fra tante dubbiezze, in cui smarrita è la ragion nel core, certo, ah! certo soltanto è il mio dolore! O tu, che desti il fulmine, che al nembo il fren disciogli, le mie dolenti lagrime in tua pietade accogli... Quell'innocente vittima salva, e conduci a me. No, tu non puoi respingere chi fida in te, buon Dio... Il voto, che fra i gemiti al tuo gran soglio invio, è puro come gli angeli che stanno in cielo con te. BICE (Fra sè) Geme tuttor la misera!... DAMIGELLE (Fra sè) Calma per lei non v'è! Scena Sesta (Lamberto e dette) LAMBERTO Pía... (traendola in disparte) PIA Che fu?... Smarrito in volto sei, Lamberto!... LAMBERTO (sottovoce) M'odi. PIA Ascolto. LAMBERTO Tra le querce... accanto al rio... dove il parco è più solingo, accostarsi a me vegg'io un uom tacito e guardingo... Ei gettandomi dappresso questo foglio, in tuon sommesso di recarlo a te mi dice, quindi fugge al par d'un lampo. (Pía prende il foglio e l'apre) PIA (Fra sè) Le sue note... Me felice!... (dopo aver letto) Tolto è ormai qualunque inciampo!... LAMBERTO (Fra sè, osservando il cambiamento del volto di lei) Il tormento a lei dà tregua! PIA (Fra sè) Qui fra poco il rivedrò!... BICE (Fra sè) L'altra nube si dilegua DAMIGELLE (Fra sè) Che la fronte a Pía velò! PIA (Fra sè) Di pura gioia in estasi è l'alma mia rapita!... A lui dirò: sei libero, io ti salvai la vita... E amplessi, e baci, e palpiti confonderemo intanto... E verserem quel pianto che di dolor non è! BICE, LAMBERTO, DAMIGELLE (Fra sè) Ella cessò dal pianto! Al cielo ne sia mercé. (Si ritirano.) Quadro Secondo (Interno del padiglione di Nello) Scena Settima (Nello) NELLO Giurai svenarlo, ch'egli ardì col sangue de' miei congiunti violar la pace da noi giurata, quando a Pía mi strinse sacro legame. Or della morte il ferro gli sta sul capo, e gemo! Almen la sventurata Pía, che l'ama cotanto, il fine acerbo non udrà del fratello... Qualcun s'appressa... Scena Ottava (a) (Ghino e detto) GHINO Nello? NELLO Ghino!... Tu qui! GHINO Mi tragge alta cagion. NELLO Sembri agitato!... GHINO È vero A palesarti orribile mistero, a trafiggerti il petto io venni. NELLO Ogni tuo detto mi fa tremar! GHINO Tu n'hai ben donde!... Pía... NELLO Qual nome proferisti!... e qual mi turba nero sospetto!... No... spirto d'averno lo desta in me... (abbandonandosi fra le braccia di Ghino) Soccorri al tuo fratello, dimmi che fida è la consorte... Sgombra, deh! sgombra il mio spavento estremo. (Ghino getta sopra di lui un cupo sguardo, e rimane in silenzio.) Oh, silenzio funesto!... Io gelo!... Io tremo. È men fero; è meno orrendo il silenzio della tomba. GHINO Il mio dir fia più tremendo. NELLO Ahi!... la morte in cor mi piomba! GHINO Infelice! NELLO Omai favella. GHINO Sei tradito! NELLO Il ver dicesti? GHINO Ah, purtroppo! NELLO (esitante) Io fremo!... Ed ella?... GHINO Ella... NELLO O Ghino, a ché t'arresti? GHINO È un'infida. NELLO (tremante d'ira) L'onor mio?... GHINO D'altra macchia ricoprì! NELLO E il tuo fulmine, gran Dio, la spergiura non colpi? (cade su uno sgabello. Pausa. Alzandosi e con tutta l'effusione del dolore) Parea celeste spirito ascoso in uman velo!... Per me quel riso angelico schiudeva in terra il cielo!... Il disinganno è giunto! Tutto distrugge un punto!... Il viver mio di lagrime sorgente omai si fe'! GHINO (Fra sè) Seppi nel cor trasfondergli parte del mio veleno: le mie gelose furie squarciano pur quel seno. È ormai scoccato il dardo... Ogni rimorso è tardo... Gioia dell'alme perfide io già ti sento in me! NELLO (come colpito da rapido pensiero afferra Ghino, fissandolo acutamente) Tu mentisti: un tanto eccessono, quel cor non ha macchiato. GHINO Testimon sarai tu stesso dell'oltraggio a te recato. Come il cielo di luce privo chiami al sonno ed al riposo, alla Pía verrà furtivo chi t'offende... NELLO (con estremo furore) Andiam... Fui sposo! Sol, che tardi... il corso affretta... cedi all'ombre... GHINO Ah! m'odi ancor NELLO Più non odo... GHINO Almen... NELLO Vendetta GHINO Pria. NELLO Son cieco di furor. (qual uomo privo affatto di ragione) Del cielo che non punisce emenderò l'errore... Già il mio pugnal ferisce, de' rei già squarcia il core... Le palpitanti vittime io premo già col piè. GHINO (Fra sè) Sei pago, amor furente? S'appresta orrendo scempio... Le mie virtudi hai spente, m'hai reso un vile, un empio... Gioisci, esulta, o demone, e lei perdesti... e me! (Nello esce furibondo, seco traendo Ghino per un braccio.) Scena Ottava (b) (Scena Versione di Senigallia Omessa. Orrido sotterraneo appena rischiarato da una tetra lampada in fondo un rastello di ferro dietro cui passeggia un uomo d’armi) RODRIGO In questa de viventi orrida tomba ove per sempre il raggio tace del giorno il suon di fioca squilla giunge soltanto dell ombroso velo or si ricopre il cielo e le stelle silenti spargon luce soave Ah l ora questa arbitra di mia sorte Fra speranza e timor fra vita e morte mi balza il cor. Pavento forse l’estremo fato No ma un pensiero Ah pende dalla mia un altra vita Oh dolce suora oh Pía! Mille volte sul campo d’onore i perigli più crudi sfidai mille volte la morte sprezzai or la temo ah la temo per te S’io cadessi al pietoso tuo core scenderebbe un acuto pugnale e dischiusa la pietra ferale non sarebbe soltanto per me Scena Ottava (c) (Custode e detto) CUSTODE (Deponendo sur una tavola una brocca d’acqua e togliendone i pochi oggetti che servirono ad imbandire la parca mensa del prigioniero dice sommessamente ed in guisa che l uomo d armi non possa notare che egli volge la parola a Rodrigo) Omai l istante presso del tuo fuggir M’ascolta del custodito ingresso cangiata fia la scolta quella che dee succedere compra da me. Fa cor Egli parte odesi battere una campana RODRIGO Il sen mi scuote un palpito ignoto a me finor (Un momento di silenzio Comparisce nel fondo un drappello di armigeri la guardia cangiata) Sfavillante di gioia L astro che regge i miei destini sparge d intorno nuovo fulgor Impallidite o Ghibellini! io riedo al campo io vivo ancor! (Il custode si mostra sull’ingresso avvolge Rodrigo in un lungo mantello gli pone sul capo un elmo di cui abbassa la visiera gli porge una spada ed escono autamente frettolosi) Finale primo Versione di Senigallia Quadro Terzo (Appartamenti di Pia. È notte) Scena Nona (Ubaldo ed Armigeri dalla sinistra) UBALDO Di Ghino il cenno udiste? Ascosi fra le piante, ove la notte regna più densa, e scura, cautamente vegliate. S'avanzerà l'indegno a queste porte; accesso v'abbia; uscirne a lui sia morte. ARMIGERI Inoltriam fra l'ombre avvolti; niun ci vegga, niun ci ascolti. Della notte col favor si tradisca il traditor. (Partono) Scena Decima (Pia dalla stanza da letto) PIA Tutto è silenzio un mormorio sommesso udir mi parve... Inganno fu del pensier, che vede perigli ovunque! Il tenebroso velo stese la notte... incalza l'ora, e il fratello... (Odesi battere leggermente alla porta del verone) Ah! giunse... Il cor mi balza. (chiude la porta e apre il verone) Scena Undicesima (Lamberto e detta) LAMBERTO (nella massima agitazione) Ah, signora... PIA Tu, Lamberto!... Deh! che fu?... LAMBERTO Si tende al certo un agguato... Gente in armi si nascose... (indicando dalla parte de' giardini) PIA Egli è perduto. LAMBERTO Donna! Il sangue fai gelarmi!... Di'? Non oso... Hai tu potuto?... PIA L'uom, che attendo, è mio fratello. LAMBERTO Egli!... Al misero l'avello si dischiude!... Tardi apprendo!... Lo potea... PIA Chi viene?... LAMBERTO È desso. Scena Dodicesima (Rodrigo e detti) RODRIGO Pia... PIA Qual fulmine tremendo!... RODRIGO Che... (Lamberto corre a chiudere il verone.) LAMBERTO Respira: è salvo adesso. PIA E fia ver? LAMBERTO Segreta via, d'onde il padre un dì fuggia... (si accosta alla parete infondo, e rimossa una parte della tappezzeria scopre un uscio segreto) PIA Oh, gioia!.. Ne minaccia gran periglio... RODRIGO Che mai sento! PIA Esci. LAMBERTO Ah sì... PIA Fra queste braccia un momento, un sol momento il fratel stringendo al petto pianger deggio, e palpitar!... RODRIGO Tanto duolo e tanto affetto mi costringe a lagrimar... PIA, RODRIGO (sempre l'uno nel braccio dell'altro) Ah! ne tolse orrenda guerra l'adorato genitore!... Cruda morte di dolore poi la madre c'involò!... Sventurati! Sulla terra solo il pianto a noi restò! Scena Tredicesima (I suddetti e Nello di dentro) NELLO L'uscio dischiudi, o perfida. LAMBERTO Nello!... RODRIGO Colui!... PIA Non senti. (Odonsi frequenti colpi dalla porta a sinistra.) Va'... NELLO Traditori!... (Rodrigo, fremente di rabbia pone la destra sull'elsa, ma viene trattenuto da Lamberto) PIA Affrettati. Che indugi omai? Che tenti?... RODRIGO Egli osa provocarmi: io voglio... PIA Ah! tu vuoi farmi spirar d'angoscia, o barbaro, e di terror... (Intanto soccorsa da Lamberto ha condotto Rodrigo verso l'uscio segreto.) Scena Quattordicesima (Nello, Ghino e detti) NELLO (prorompendo dalla porta) Ch'io sveni entrambi... PIA Ah! fuggi! NELLO Oh! rabbia!... GHINO Ubaldo? Ubaldo? LAMBERTO (piano a Rodrigo e uscendo con esso per l'uscio segreto) Vieni... Di lei pietade... PIA Orribile sul cor mi piomba un gelo!... Scena Quindicesima (Servi con altri doppieri, Ubaldo, Bice, uomini darmi, damigelle e detti) NELLO Fuggito egli è!... UBALDO (uscendo pel fondo cogli uomini d'armi) Raggiungasi. NELLO (scagliandosi per uccidere Pia) Mori... GHINO (disarmandolo cogli altri) T'arresta... BICE, DAMIGELLE Oh! cielo! PIA Sposo... NELLO Il pugnal... BICE Deh! Scostati Non vedi il suo furor? NELLO Il mio pugnal rendetemi. PIA Io muoio. (cade al suolo, tramortita) BICE, DAMIGELLE Qual terror!... (Un momento di spaventevole silenzio. Le donne sollevano la Pia, e l'adagiano su una seggiola: il pallore della morte le copre il volto, e angoscioso anelito solleva il suo petto. Nello resta immobile.) BICE Deh, calma le furie del core sdegnato. DAMIGELLE Ah! tu della misera ben vedi lo stato: l'orror, lo spavento de' sensi la priva, più spenta che viva dinanzi ti sta. NELLO Ah! come congiungere il cielo potea il volto d'un angelo ad alma si rea, di tanto delitto macchiarsi quel core. È spento l'onore; più fede non v'ha. GHINO (Fra sè) Ahimè, quell'anelito il core mi gela. Sospesa una lagrima il ciglio mi vela. Ho l'alma commossa, la mente agitata. Ancor dell'ingrata io sento pietà! PIA Non regge quest'anima in tanto periglio... Un velo funereo ingombra il mio ciglio... Fantasmi di morte intorno rimiro!... L'estremo sospiro sul labbro mi sta!... Scena Sedicesima (Uomini d'armi e detti) UBALDO Quel codardo ne deluse!... Rinvenirlo io non potei! NELLO Ah! l'averno si dischiuse, per sottrarlo ai colpi miei... GHINO (Fra sè) D'ira avvampo! NELLO Svela, o Pia, come... d'onde il vil fuggia... Tu da me la vita avrai, se di lui vendetta avrò. PIA Io tradirlo? No giammai: mille volte pria morrò. NELLO (nel massimo furore) L'empia cingete d'aspre ritorte, alle Maremme sia trascinata. Lunga, crudele, tremenda morte ivi t'aspetta, o scellerata... Vanne perversa... di te soltanto per maledirti mi sovverrò. GHINO (Fra sè) Ahi sciagurato! Dove mi spinse, della vendetta l'empio desìo. L'astro del giorno per lei si estinse, ma più infelice di lei son io. Tutta una vita trarrò nel pianto, e di me stesso l'orror sarò! PIA Qual fera morte a me s'appresta! V'è donna al mondo più sventurata? Nella suprema ora funesta sarò da tutti abbandonata!... Del mio ministro a me d'accanto suonar la prece io non udrò! UBALDO, UOMINI DARMI Ormai ne segui... È vano il pianto. Il tuo destino cangiar non può. BICE, DAMIGELLE Il ciel preghiamo; ché il ciel soltanto all'infelice soccorrer può. (Ubaldo e gli uomini d'armi prendono Pia.) PARTE SECONDA Quadro Anteprimo (Omesso) Scena Prima (Accampamento dell'esercito fiorentino presso una porta del sobborgo di Siena. Coro di guerrieri, indi Rodrigo e Lamberto) CORO Cinto di rosse nubi sorgi, deh sorgi, o sole, vieni a mirar se prole non siam d'Italia ancor! Col lampeggiar dell'armi, col fero suon di guerra t'invoca l'alma terra che madre è del valor! Sorgi, e vedrai gremito, come di tronche biade, il suol di lance spade, tinti di sangue i fior! LAMBERTO Rodrigo... RODRIGO Chi vegg'io!... Tu qui!... LAMBERTO "Pur giungo, " pur giungo al tuo cospetto! Ben dieci lunghi giorni palpitar mi fu d'uopo e vincer guerra di rinascenti ostacoli. (Ad un cenno di Rodrigo i guerrieri si ritirano) Son io" apportator di trista nuova. RODRIGO Oh Dio!... Che avvenne? LAMBERTO Al tuo fuggir Nello, fremente di cieco sdegno, a trucidar la sposa il ferro alzò... RODRIGO Perverso!... LAMBERTO A lui sottratta fu l'innocente; ma del crudo in seno l'ira non tacque: gemebonda, oppressa, vota di sensi, quella notte istessa nella Maremma trascinar la fece, ove fra i morti stagni aura letal si beve, or che infuocati raggi saetta il di: nel suo funebre castello, a Pia dell'inumano un cenno prigion dischiuse acerba; "ed ivi..." (Con orrore) RODRIGO Che? LAMBERTO Forse... a morir la serba. RODRIGO Ahi, si barbara minaccia di spavento il cor m'agghiaccia!... Fosco il sole, e tolta parmi la favella ed il respir!... Se costar doveano a lei tante pene i giorni miei, rio destin, perché non farmi cento volte pria morir? (Squillo di trombe e movimento nel campo; tutto come segue) LAMBERTO Oh qual tumulto!... RODRIGO Squillano le trombe in suon di guerra!... LAMBERTO Duci e guerrieri accorrono!... RODRIGO Rimbomba e cielo e terra!... Scena Seconda (Seguaci di Rodrigo e detti) SEGUACI Signor... RODRIGO Che fu? SEGUACI Prorompono ad inattesa pugna l’orde nemiche... Affréttati, l'acciar temuto impugna. LAMBERTO Oh fero giorno!... RODRIGO Traggasi "quel vecchio in securtà." (Alcuni scudieri partono con Lamberto. Vedesi nel fondo /'esercito fiorentino marciare affrettatamente) SEGUACI (a Rodrigo) Vieni... RODRIGO Tremenda folgore il brando mio sara. A me stesso un Dio mi rende... corro all'armi, alla vendetta... I tuoi nodi, o Pía diletta, io tra poco infrangerò. Questa brama il cor m'accende, non desio di falsa gloria... Pel cammin della vittoria al tuo seno io volerò. SEGUACI Foco d'ira il cor ne accende... sangue a flutti spargeremo... Ghibellini, al fato estremo nulla omai sottrar vi può. (Partono velocemente) Finale quadro Versione di Senigallia SECONDA PARTE Quadro Primo (Vecchia sala d'armi nel castello della Maremma) Scena Prima (Ghino e Ubaldo) UBALDO Tu, Ghino, alle Maremme! GHINO Ah! di': la Pia?... UBALDO Geme fra quelle mura, e si distrugge per lenta febbre. GHINO Ho d'uopo vederla, Ubaldo... qui la traggi. (Ubaldo entra nella prigione di Pia.) Ancora sull'adorato labbro starà l'oltraggio e la repulsa? O vinta dalla sciagura?... Fra la speme ondeggio, e fra il timor. Scena Seconda (Pia e Ghino) PIA Chi veggio!... GHINO L'uom, che salvarti e vuole, e può. PIA Tu!... Come? GHINO All'amor mio t'arrendi, e pronta fuga... PIA Taci, lingua d'averno... Chi son io scordasti? GHINO E chi sei tu? PIA La sposa di Nello. GHINO Infida sposa. PIA Io! GHINO Non tradisti il tuo dover, l'onore?... In quella orribil notte un seduttore non accogliesti?... PIA Ciel!... che dici!... Accolsi Rodrigo, il fratel mio... GHINO Donna... fia vero!... PIA Crudele inganno!... Ah! dunque spergiura anch'ei, Nello, m’estima?... E quanto credei furor di parte, era gelosa rabbia!... Il fosco nembo, che intorno a me ruggìa, sparisce! GHINO (abbassa la fronte, e rimane alquanto silenzioso) Odimi, o Pia. Per sempre dai viventi di Nello un cenno ti separa, e Nello sveller giurò dalla sua fronte i rai anzi che più vederti. Ubaldo è schiavo del mio voler: tu sei già nella tomba; dalla tomba Ghino sol può sottrarti, ed egli t'offre il suo core... o morte. PIA Iniquo! GHINO Scegli. PIA Morte, o colpa? Tu ben sai la mia scelta. GHINO Forsennata!... Scegli?... PIA Morte. GHINO Ah! tu morrai dalle genti abbominata... e l'infamia un negro velo sul tuo nome stenderà. PIA Benedetta e pura in cielo il Signor m'accoglierà. Dei miei giorni tronco il corso fia tra poco... Ah! pensa, o Ghino, quale in cor ne avrai rimorso! GHINO (Fra sè) Ahi! tormento!... PIA Errar vicino uno spettro ti vedrai... il mio spettro!... GHINO Taci... (Fra sè) Ahimè! (Ghino è raccapricciato: Pia cangia il tono severo in quello della più commovente preghiera giungendo le palme, e cadendo genuflessa innanzi lui.) PIA Deh! ti cangia... GHINO Ciel!... che fai?... Tu prostrata innanzi a me! PIA Ti muova il gemito dell'innocente... La prece ascolta d'un cor morente. Sorga del fallo in te l'orrore, rendimi, ah! rendimi vita ed onore... E la tua colpa fia cancellata, ed io col cielo perdonerò. GHINO (Fra sè) Mi scende all'anima il suo lamento a ragionarvi di pentimento potrei lasciarla fra le ritorte in braccio a lunga, terribil morte, e senza colpa disonorata?... No, tanto perfido il cor non ho. PIA Ah, nel tuo seno atroce non giunge la mia voce!... Addio... (avviandosi alla sua prigione) GHINO T'arresta... PIA Oh, giubilo!... (Ghino cerca di nascondere il volto.) Veggo negli occhi tuoi... La mal frenata lagrima invan celar mi vuoi. GHINO Donna... PIA Perché t'arresti?... Finisci... GHINO Ah! sì, vincesti... Corro a squarciar le tenebre d'inganno sì fatale... Corro di Nello a spegnere l'ira crudel, mortale... Quindi a me stesso in core un ferro immergerò. PIA Che dici!... Qual furore!... GHINO Omai decisi. PIA Ah! no. GHINO Può la mia fiamma estinguersi col viver mio soltanto... Meglio è morir, che vivere in disperato pianto... Ah! sul mio freddo cenere spargi talvolta un fiore... A chi negasti amore concedi almen pietà. PIA Sgombra sì nere immagini... A Dio solleva il core, e forza avrai per vincere un condannato amore. Scosso dal reo delirio, alla virtù rinato, raggio del ciel placato il viver tuo sarà. (Ghino parte: Pia torna alla sua prigione.) Scena Terza (Ubaldo e uno scudiere. Ubaldo viene dal carcere di Pia, e ne richiude la porta. Si avanza uno scudiere, gli porge un foglio, ed esce. Ubaldo legge) UBALDO "Divamperà tremenda oggi la guerra, ed io spento nel campo forse cadrò: non voglio che alla pena fuggir possa la colpa; quindi, se rivocato il cenno mio non è sì che biancheggi l'alba del dì novello, mora la Pia, mora: lo impongo. Nello." Quadro Secondo (Atrio d'un eremitaggio. La notte è inoltrata, il cielo è nerissimo ed imperversa una tremenda bufera) Scena Quarta (Piero ed altri romiti) TUTTI Il mugghiar di sì fera procella par del cielo funesta minaccia! Par di Dio la tonante favella quando all'empio la colpa rinfaccia! No, giammai più terribile guerra il creato sconvolto non ha! Divo Spirto, il cui sguardo penètra ogni via degli abissi profondi, al cui cenno raggianti per l'Etra l'ampio giro descrissero i mondi, ah! placato sorridi alla terra, e del nembo l'orgoglio cadrà. PIERO Un calpestio di rapidi cavalli, fra il sibilar de' venti, l'udito mi colpì. Qualunque sia che dal furor di sì malvagia notte cerchi un asil, qui tragga il passo errante. Scena Quinta (Nello con seguaci e detti) NELLO Piero... PIERO Io non traveggo! Nello! NELLO Sconfitte dal nemico brando fur di Siena le squadre, e trascinate pel campo, entro la polve, di Manfredi le insegne... Al mio castello movemmo, e l’orme nostre seguia dappresso un folto stuol repente di Guelfi... L'uragano, e la sorgente notte ad essi ne tolse... I giorni miei deggio alla fuga!... Oh rabbia! PIERO Gli ardenti spirti acqueta ed al voler t'inchina di lui, che a torto non punisce. NELLO O vecchio, una parola onde ferirmi hai detta! PIERO Di tua crudel vendetta il grido risuonò: viva sepolta fu la tua sposa. Io di quel core, o figlio, i più riposti affetti conosco appieno. A me sovente aperse gl'interni suoi segreti quell'anima dolente. A me t'affida. Rea di nefando eccesso non è la tua consorte. NELLO Solo un istante dubitar vorrei dell'onta mia; darei per quell'istante mille vite. Ahi! Cruda certezza ho della colpa!... Pietà sì viva di colei tu senti? E pietade non hai de' miei tormenti? (gettandosi nelle braccia di Piero con abbandono di dolore) Lei perduta, in core ascondo una serpe... un dardo acuto... Per me tomba è fatto il mondo; parmi il ciel aver perduto. Ah! la perfida consorte io detesto... ed amo ancor!... D'ogni strazio, d'ogni morte la mia vita è assai peggior! (Si ode uno strepito d'armi quindi un grido lamentevole) Fragor di spade!... PIERO Un gemito!... NELLO Si corra... Scena Sesta (Ghino e detti) (Egli è ferito mortalmente: si avanza a lenti passi, ed appoggiandosi alla spada) TUTTI (tranne Ghino) Oh, ciel!... NELLO Tu, Ghino! PIERO, CORO Scena funesta, orribile!... GHINO Compiuto è il mio... destino... NELLO Ahi!... GHINO Mi svenò... drappello di Guelfi... NELLO E d'onde?... GHINO O Nello... mi tragge... a... te, benefica, celeste man... La Pia non è... non è colpevole... NELLO Fia vero!... E l'uom che ardia venir fra l'ombre avvolto?... GHINO Era... il fratel... NELLO Che ascolto! GHINO Lei salva... ed il mio... cenere non maledir... l'amai... fui dispregiato... e... perderla entro al mio cor... giurai... NELLO O Pia... Malvagio... (mettendo la mano sull'elsa) PIERO, CORO Arrestati... Il ciel ti vendicò. GHINO Io muoio... deh! perdonami... PIERO, CORO (supplichevoli a Nello) Signor... GHINO Per...do... (La sua parola è tronca dall'ultimo singulto: Nello protende la destra sul di lui capo, in atto di perdono.) PIERO, CORO Spirò! NELLO Dal mio ciglio è tolto un velo!... Sì, Rodrigo... in campo egli era!... Ed il foglio!... Ed ella!... Oh, cielo! (alla sua gente d'armi) Mi seguite... PIERO Ah! trista, e nera è la notte... i nembi orrendi imperversano tuttor... qui soggiorna, e l'alba attendi... NELLO (preso da tremito convulso) L'alba!... L'alba!... Oh, mio terror! Dio pietoso, un cor ti parla pien d'angoscia, e di spavento... Tu soltanto puoi salvarla... Opra, o Nume, un tuo portento... Ah! Quell'angelo d'amore serbi a me la tua pietà. E l'inferno, che ho nel core, ciel di gioia diverrà. PIERO (Fra sè) Onde in lui cotanto orrore!... CORO (Fra sè) Quale arcano asconderà! (Nello parte precipitosamente; i suoi guerrieri lo seguono) Quadro Terzo (Prigione di Pia) Scena Settima (Pia seduta su uno sgabello, con la testa appoggiata ad una rozza tavola: ella è immersa in torbido sopore, pallida n'è la fronte, difficile il respiro, e sovente un tremore agita le sue membra. Ubaldo viene, rilegge tacitamente il foglio di Nello, alzagli occhi alla finestra: albeggia: egli si trae dalle vesti una ampolla, e ne versa il licore entro una tazza colma d'acqua, che sta sulla tavola) UBALDO A questo nappo beverà tra poco il tuo labbro assetato, e dormirai ben, altro sonno! PIA Eterno Dio! (con grido acutissimo, e balzando in piedi spaventata) Respiro... Il mio pensier deliro creò nel sonno immagini feroci! (come riandando a ciò che le apparve in sogno) A questo sen pentito il consorte io stringea... quando nel fianco l'acciaro insidioso gl'immerse un Guelfo... a' piedi miei lo sposo cadde spirando: balenò sanguigno un infernal sorriso dell'omicida in volto... ed era il volto di Rodrigo! Frattanto, spaventevole a dirsi! La morta spoglia alto levòssi, e forme vestì di truce demone!... Gli artigli nell'uccisor figgendo, mise un urlo tremendo e con la preda si lanciò nell'imo de' spalancati abissi!... Orribil sogno!... Ah! la febbre cocente più cresce!... Atroce sete mi divora!... (La coppa fatale si presenta al di lei sguardo, ed ella vi stende ansiosa la mano. Ubaldo rimasto sempre indietro, fa un moto quasi involontario, per trattenerla, ma ristà immantinente. Pia beve) UBALDO (Fra sè) Meglio è penar brev'ora, e poi riposo eterno! Al di novello respirar più liete aure mi fia concesso. PIA (abbandonandosi a sedere) Ah! la pietade, o Ghino, l'ale impenni al tuo corso... e tu vieni, crudel, che amai cotanto, a rasciugar d'un infelice il pianto. Sposo, ah! tronca ogni dimora... al mio sen, deh! vola, o Nello; dimmi: t'amo... ed all'avello questo accento mi torrà. Ah! la Pia, se indugi ancora, preda fia d'acerba morte, ed al bacio del consorte più risponder non potrà. Scena Ottava (Nello con seguaci e detti) NELLO (ancor dentro) Pia? PIA La voce!... NELLO (come sopra) Sposa?... Pia?... PIA Egli!... Ah! dunque i miei sospiri, cielo, udisti!... UBALDO (Fra sè) Ahimè! che fia!... NELLO Non vaneggio!... Tu respiri... Gioia immensa!... PIA Rea non sono... NELLO Sì, m'è noto... Il tuo perdono... (volendo inginocchiarsi) PIA (abbracciandolo) Al mio sen... Gran Dio... non reggo all'eccesso del contento... Tremo... agghiaccio... nulla veggo... Nello? NELLO Pia!... (adagiandola sopra uno sgabello) PIA Mancar mi sento... NELLO (è compreso da un atroce sospetto: i suoi occhi si rivolgono a Ubaldo che in preda al suo terrore cerca di fuggire) Che facesti, sciagurato? UBALDO (gettandogli innanzi ai piedi il suo foglio) Surse il di, né rivocato fu quel cenno... NELLO (con orrenda ansietà) Ebben?... UBALDO (esitante) Le porsi... NELLO Parla, o crudo... (Odesi un procedere di passi concitati, e voci di spavento, che gridano.) CORO I Guelfi!... NELLO Parla. UBALDO Un veleno. (Nello alza un grido disperato.) RODRIGO (seguito da una schiera di Guelfi) In tempo corsi a salvarti... NELLO A vendicarla. Io la uccisi. RODRIGO Che!... NELLO Nel seno ella chiude un rio veleno... RODRIGO Ah! (scagliandosi per uccidere Nello) NELLO Ferisci. PIA (raccogliendo le sue ultime forze, e cadendo a' piè di Rodrigo) No... che fai? RODRIGO Donna... PIA Colpa in lui non è... Sposa infida... gli sembrai... Un rival credeva... in te. (Rodrigo resta immobile, palesando estremo dolore. Ella si volge ora allo sposo, ora al fratello.) Ah! di Pia... che muore... e geme se pietà... vi... scende in petto... fine all'odio... un santo affetto l’alme vostre... unisca... ognor... e per me... versate insieme... qualche... lagrima... talor... (Tutti piangono amaramente: la spada fugge di mano a Rodrigo. Nello si precipita fra le sue braccia.) Or la morte... a cui... son presso... non ha duol... non ha spavento... è un sorriso... di contento... è del giusto... la mercé... da quel caro... e santo amplesso incomincia... il ciel... per... me... RODRIGO Pia!... NELLO Consorte... (Ella spira fra le loro braccia.) RODRIGO, NELLO Agli occhi miei fosco vel ricopre il dì!... CORO Ella è spenta, ma per lei non la tomba, il ciel s'aprì! ![]() |
PRIMERA PARTE Cuadro Primero (Aposentos de Pía en el castillo de Tolomei) Escena Primera (Familiares y allegados de Nello) CORO I Del sombrío velo nocturno no estaba aún despejado el cielo, cuando envuelto en su capa un secreto mensajero llegó al castillo. CORO II ¿Fue llevado ante Pía? ¿Nello, su esposo, lo enviaba? CORO I Ubaldo lo recibió... CORO II ¡Justamente allí viene! Escena Segunda (Entra Ubaldo) CORO I ¿Qué dice el mensaje?... CORO II ¿Ha llegado del campo de batalla? CORO I ¿Las noticias son tristes, o dichosas? CORO II ¡Habla!... CORO I ¡Dinos!... UBALDO ¡Oid amigos! (en voz baja y en tono misterioso) Ni Pía, ni ninguno de los que están con ella deben saber las noticias trajo el mensajero. Un cruel misterio ha llegado con él... (todos lo apremian a que hable) Pero sólo Ghino debe conocerlo. ¡Marcharos! CORO ¡Ese mensaje fatal debe de ser algo tremendo!... ¡Como un fulmíneo cometa sanguíneo que llenase de terror a la tierra! (Salen todos menos Ubaldo) Escena Tercera (Entra Ghino) UBALDO Señor, llegas oportunamente. GHINO Mi sospecha... ¿Acaso quizás?... UBALDO ¡Se convirtió en certeza! He descubierto una carta. GHINO ¡Ubaldo, tendrás una recompensa digna de tus desvelos! (Ubaldo le entrega la carta que Ghino lee) "Cuando el mundo esté sepultado en el silencio de la noche, oculto iré a tu encuentro por el sendero del bosque. ¡La ausencia de tu aborrecido esposo me concede la alegría de abrazarte, y tal merced renueva mi vida ". ¡Oh, Pía mentirosa! ¿Dónde quedó tu severidad? ¿Dónde la austera virtud, que te hace rechazar el amor de Ghino? ¡Ay! Si para siempre, ¡oh, fatal mujer!, el legado de nuestros antepasados, la venganza, la guerra, y el gibelino lecho nupcial entregado a quien nació en cuna güelfa, nos hubiese separado, no sería ahora tan desdichado, ni estaría vencido y lacerado por el remordimiento infernal, de amar a la esposa de un familiar mío. UBALDO ¿Y qué resuelves, Ghino? GHINO He solicitado verla... ¡Oh, si aún osara rechazarme!... ¡Teme! ¡Una sola palabra mía puede perderla!... ¿A dónde iré?... ¡Ah, moriría oprimido por tan feroz dolor!... UBALDO ¿Tanto la amas aún? GHINO ¡Más que a mí mismo! No puedo expresarte con palabras el deseo que me persigue y acosa... La esperanza que se desvanece añade nuevas llamas al fuego. ¡Pía me aborrece, Pía huye de mí!... Pero no huye de mi corazón. ¡Ay, el incendio que me consume, es delirio y no amor! Escena Cuarta (Llega Bice) GHINO ¿Y bien? BICE No estás autorizado a presentarte ante ella.. GHINO ¿Quién me lo prohíbe? BICE Pía. GHINO ¿La causa? BICE La sabrás, pero Nello podría... Tranquilízate. GHINO ¡Dijiste demasiado! BICE Por mi boca ella te habla: piensa en ello, y tiembla. (sale) UBALDO ¡Mudo te quedas ante tal ultraje! GHINO Mi desmedida ira no tiene nombre. (después de un momento de reflexión devuelve la carta a Ubaldo) Llévale la carta con un mensajero secreto a esa infiel... UBALDO Entiendo, confía en mí. GHINO ¡Volveré al campo de batalla!... Y Nello, personalmente oirá la deshonra que ella le causó. ¿Quisiste que fuera desdichado? Desdichada serás conmigo... Mis llantos tendrán un eco, y mi dolor venganza tendrá. ¡Oh corazón mío! ¡Oh, corazón desdeñado! ¡Gime en vano en este pecho!... ¡Dioses, desterrad cualquier sentimiento que se asemeje a la piedad! (Ambos salen juntos) Escena Quinta (Pía, Doncellas y Bice) DONCELLAS (invitando a Pía a sentarse cerca del balcón) Descansa aquí. Esta hora de la mañana es muy vívida, y el aire que llega del jardín es muy suave. Mira como ríe el prado esmaltado por las hermosas flores, aquí todo exhala y manifiesta una celeste voluptuosidad... (Para ellas) ¡Es en vano! ¡No existe poder humano que pueda reconfortarla! PÍA (levantándose ansiosa) Os lo agradezco... pero mi alma no tiene capacidad para alegrarse... BICE Si al menos pudiera hallar la calma. PÍA ¡Acompañando mi tristeza, el sol irradia una luz mortecina, y el universo llora! BICE ¡Desdichada! PÍA Si leyeras en mi corazón, ¡oh, Bice! de mi infeliz estado tendrías piedad... (Para sí) ¡Ay cruel incertidumbre!... El mensaje debería haber llegado antes del amanecer... Su fuga, comprada con oro, ¿será quizás un obstáculo insuperable?... ¡Podría el centinela de la torre traicionarme con un artero engaño?... ¡Ay, no! Pero si él mismo me hizo conocer el secreto cautiverio de Rodrigo. Y sin embargo, ¿por qué esta demora?... ¡Ay, me pierdo! Entre tantas dudas, se extravía la razón y mi corazón se estremece. ¡Ay, sólo es verdadero mi dolor! ¡Oh Tú, que desatas el rayo y a las nubes quitas el freno, acoge con piedad mis dolientes lágrimas!... Salva a esa inocente víctima, y condúcela junto a mí. ¡No, Tú no puedes rechazar a quién confía en Ti, buen Dios!... La súplica, que envío entre gemidos ante tu gran trono, es pura como los ángeles que están junto a Ti en cielo. BICE (Para sí) ¡Aún gime la desdichada!... DONCELLAS (Para ellas) ¡No hay calma para ella! Escena Sexta (Lamberto y las antedichas) LAMBERTO Pía... (llevándola aparte) PÍA ¿Qué sucede?... ¡Lamberto, traes el rostro turbado!... LAMBERTO (en voz baja) ¡Óyeme! PÍA Te escucho. LAMBERTO Entre las encinas... junto al río... donde el parque es más solitario, vi acercarse a un hombre silenciosa y cautamente... Él dijo, en tono sumiso, que te entregara esta nota; luego se alejó tan veloz como un relámpago. (Pía toma la nota y la abre) PÍA (Para sí) Una nota suya... ¡Qué feliz soy!... (después de haberla leído) ¡Ya no hay obstáculos!... LAMBERTO (Para sí, observando un cambio de ánimo en ella) ¡El tormento le da tregua! PÍA (Para sí) ¡Aquí, dentro de poco, lo volveré a ver!... BICE (Para sí) Se disipa la oscura nube... DONCELLAS (Para ellas) ... ¡la nube que cubría la frente de Pía! PÍA (Para sí) ¡Mi alma está extasiada por una gran dicha!... A él le diré: "Eres libre, yo te salvé la vida"... Y mientras tanto, confundiremos abrazos, besos y latidos... ¡Y verteremos un llanto que ya no será de dolor! BICE, LAMBERTO, DONCELLAS (Par ellos) ¡Ha dejado de llorar! ¡Demos gracias al cielo! (Se retiran.) Cuadro Segundo (Interior del pabellón de Nello) Escena Séptima (Nello) NELLO Juré matarlo, puesto que él se atrevió, derramando la sangre de mis parientes, a violar la paz por nosotros jurada, cuando a Pía me uní en matrimonio. ¡Ahora la espada de la muerte está sobre su cabeza, y gimo! Al menos la desdichada Pía, que tanto lo quiere, no sabrá el amargo fin que tuvo su hermano... ¡Alguien se acerca!... Escena Octava (a) (Ghino y Nello) GHINO ¿Nello? NELLO ¡Ghino!... ¡Tú aquí! GHINO Me trae una importante razón. NELLO ¡Pareces agitado!... GHINO Y es verdad. Vengo a revelarte un horrible secreto que te traspasará el pecho. NELLO ¡Tus palabras me hacen temblar! GHINO ¡Tienes razón para hacerlo!... Pía... NELLO ¡Qué nombre proferiste!... ¡Y qué negra sospecha me turba!... No... un espíritu del averno la despierta en mí... (abandonándose en brazos de Ghino) Conforta a tu hermano, dime que mi esposa es fiel... ¡Despeja, ah, despeja mi gran duda! (Ghino lo mira tristemente y se queda en silencio.) ¡Ay, silencio funesto!... ¡Me quedo helado!... ¡Tiemblo! Es menos feroz; es menos horroroso el silencio de los sepulcros. GHINO Lo que voy a decirte será más terrible. NELLO ¡Ay!... ¡La muerte golpea mi corazón! GHINO ¡Desdichado! NELLO Habla ya. GHINO ¡Te traicionaron! NELLO ¿Es verdad lo que dices? GHINO ¡Desafortunadamente, sí! NELLO (titubeante) ¡Me estremezco!... ¿Y ella?... GHINO Ella... NELLO ¿Oh Ghino, por qué te detienes? GHINO Ella es infiel. NELLO (temblando de ira) ¿Y mi honor?... GHINO ¡Se cubrió de barro! NELLO ¿Y tu rayo, gran Dios, no cae sobre la perjura? (Cae sobre un taburete. Pausa. Levantándose y con toda la efusión de su dolor) ¡Parecía un espíritu celestial escondido bajo un humano velo!... ¡Por su risa angelical se abrió en la tierra el cielo para mí!... ¡El desengaño ha llegado! ¡Todo ha sido destruido en un instante!... ¡Mi vida se ha vuelto ahora un mar de lágrimas! GHINO (Para sí) Supe infundir en su corazón parte de mi veneno. Las furias de mis celos desgarran su pecho. El dardo ya ha sido lanzado... Es tarde para los remordimientos... ¡Ya siento en mí la alegría que sienten las almas pérfidas! NELLO (como asaltado por un súbito pensamiento agarra a Ghino, mirándolo fijamente) ¡Mientes! Su corazón no se ha manchado por semejante pecado. GHINO Tú mismo serás testigo del ultraje que te han hecho. Cuando la noche llame al sueño y al reposo, quien te ofende llegará hasta Pía furtivamente... NELLO (con máximo furor) ¡Vamos!... ¡Soy su esposo! Sol, no te demores... apresúrate anochecer... cede el paso a las sombras... GHINO ¡Ah, óyeme aún! NELLO No oigo más nada... GHINO Al menos... NELLO ¡Venganza! GHINO Antes... NELLO Estoy ciego de furor. (como si estuviera falto de razón) Enmendaré el error del cielo que no castiga... Mi puñal ya hiere, ya desgarra el corazón de los culpables... A las palpitantes víctimas ya aplasto con mi pie. GHINO (Para sí) Furioso amor mío, ¿estás satisfecho? Se prepara una horrorosa tragedia... Mis virtudes has extinguido y me has transformado en un vil, en un impío... ¡Alégrate, exulta, oh demonio! A ella perdiste... ¡y también a mí! (Nello sale furibundo, llevando a Ghino de un brazo.) Escena octava (b) (Escena de la versión de Senigallia omitida en otras versiones. Subterráneo apenas iluminado por una tétrica lámpara. Al fondo una gran reja de hierro tras la cual se pasea un centinela) RODRIGO A esta horrenda tumba donde nunca se asoma la luz del día, sólo llega el tenue sonido de la campana. Aclara el cielo, y las estrellas silentes van apagando su luz suave. ¡Ay! Esta es la hora en que se decidirá mi suerte. Entre la esperanza y el temor, entre la vida y la muerte, oscila mi corazón. ¿Temo acaso el destino final? No, pero un sólo pensamiento me acosa: ¡ay, de mí depende otra vida! ¡Oh, dulce hermana, oh Pía! Mil veces sobre el campo del honor desafié los peligros más crueles, mil veces desprecie la muerte ahora la temo, ay la temo por ti. Si yo cayera, en tu piadoso corazón Se clavaría un agudo puñal y la funesta tumba se abriría no solamente para mí Escena octava (c) (Un carcelero y el antedicho) CARCELERO (Entra poniendo sobre la mesa un jarro de agua y algunos utensilios que sirven para preparar una miserable comida para el prisionero, habla quedamente y de forma que el centinela no pueda notar lo que le está diciendo a Rodrigo) Se acerca el momento de tu fuga. Escúchame. Está por cambiar la guardia de la entrada. Soborné al próximo centinela. Ten coraje. Él se alejará cuando se oiga tañer la campana. RODRIGO Sacude mi pecho un latido desconocido hasta ahora para mí. (Momento de silencio. Entra por el fondo un pelotón de soldados que realizan el cambio de guardia) Resplandece de alegría el astro que rige mi destino, esparciendo por doquier un nuevo fulgor. ¡Palidezcan los Gibelinos! ¡Vuelvo al campo de batalla! ¡Aún estoy vivo! (El guardia aparece en la puerta envuelve a Rodrigo en una amplia capa y le pone un yelmo del que baja la visera. Le entrega una espada y ambos salen rápida y cautelosamente.) Final primero de la Versión de Senigallia Cuadro Tercero (Habitaciones de Pía. Es de noche) Escena Novena (Ubaldo y soldados a la izquierda) UBALDO ¿Oísteis la señal de Ghino? Escondidos entre las plantas, donde la noche reina más densa y oscura, vigilad con cautela. El indigno se acercará a estas puertas; dejad que entre, pero si intenta salir, ¡matadlo! SOLDADOS Escondámonos entre las sombras. Que nadie nos vea, ni escuche. Que con el favor de la noche se traicione el traidor. (Parten) Escena Décima (Pía en su cámara) PÍA En medio del silencio me parece oír un pequeño murmullo... ¡Fue un engaño del pensamiento que ve peligros por doquier! El tenebroso velo ya tendió la noche... La hora apremia y mi hermano... (Se oye golpear la puerta del balcón) ¡Ah, ya llegó!... Mi corazón se agita. (cierra la puerta y abre el balcón) Escena Undécima (Lamberto y Pía) LAMBERTO (sumamente agitado) ¡Ay, señora!... PÍA ¿Tú? ¡Lamberto!... ¡Ay! ¿Qué ha sucedido?... LAMBERTO Con seguridad nos han tendido una trampa... Gente armada se halla escondida... (señala hacia el jardín) PÍA ¡Él está perdido! LAMBERTO ¡Virgen santa! ¡Se me hiela la sangre!... ¿Dime?... No me atrevo a... ¿Acaso tú?... PÍA ¡El hombre que espero es mi hermano! LAMBERTO ¡Él!... ¡Al miserable se le abre la tumba!... ¡Tarde lo comprendo!... Yo lo podría… PÍA ¿Quién viene?... LAMBERTO ¡Es él! Escena Duodécima (Rodrigo y los antedichos) RODRIGO ¡Pía!... PÍA ¡Qué rayo terrible!... RODRIGO ¿Qué?... (Lamberto corre a cerrar el balcón) LAMBERTO Respira, ahora estás a salvo. PÍA ¿Podrá ser cierto? LAMBERTO Observa... El sendero secreto por el cual un día huyo nuestro padre... (se acerca a la pared del fondo y remueve un cortinaje descubriendo una puerta oculta) PÍA ¡Qué alegría!... Un gran peligro nos acecha... RODRIGO ¿Qué se oye? PÍA ¡Huye! LAMBERTO ¡Ah, sí!... PÍA Por un sólo momento deseo estrechar entre mis brazos y contra mi pecho a mi hermano. ¡Lloro y me estremezco! RODRIGO Tanto dolor y tanto cariño me hace llorar... PÍA, RODRIGO (siempre abrazados) ¡Ah, la horrorosa guerra nos arrebató a nuestro adorado padre!... Y más tarde, ¡una muerte cruel nos privó de nuestra madre!... ¡Desdichados! Sobre la tierra, ¡sólo el llanto nos quedó! Escena Decimotercera (Los susodichos y Nello desde fuera de escena) NELLO ¡Abre la puerta, pérfida! LAMBERTO ¡Nello!... RODRIGO ¡Él!... PÍA ¿No lo oyes? (Se oye golpear repetidas veces la puerta) ¡Vete!... NELLO ¡Traidores!... (Rodrigo, furioso, intenta desenvainar su espada, pero es retenido por Lamberto) PÍA ¡Apresúrate! ¿Por qué te demoras? ¿Qué intentas?... RODRIGO Él osa provocarme y yo quiero... PÍA ¡Ay, cruel! ¿Quieres hacerme morir de angustia y terror?... (Mientras tanto Lamberto ha conducido a Rodrigo hacia la puerta oculta ) Escena Decimocuarta (Nello, Ghino y los antedichos) NELLO (irrumpiendo violentamente) ¡Os mataré a ambos!... PÍA ¡Ay, huye! NELLO ¡Ah, qué furor!... GHINO ¡Ubaldo! ¡Ubaldo! LAMBERTO (en voz baja a Rodrigo y saliendo con él por la puerta secreta) ¡Ven!... Ten piedad de ella... PÍA ¡Un horroroso hielo cae sobre mi corazón!... Escena Decimoquinta (Sirvientes con candelabros, Ubaldo, Bice, soldados, doncellas y los antedichos) NELLO ¡Ha huido!... UBALDO (sale por el fondo junto con los soldados) ¡Alcancémoslo! NELLO (precipitándose sobre Pía para matarla) ¡Muere!... GHINO (desarmándolo con la ayuda de los otros) ¡Detente!... BICE, DONCELLAS ¡Ay! ¡Cielos! PÍA ¡Esposo!... NELLO ¡El puñal!... BICE ¡Cuidado! ¿No veis su furia? NELLO ¡Devolvedme mi puñal! PÍA ¡Muero! (cae al suelo, aturdida) BICE, DONCELLAS ¡Qué horror!... (Un momento de espantoso silencio. Las mujeres levantan a Pía y la sientan en una silla¸ una palidez de muerte le cubre el rostro. Nello permanece inmóvil.) BICE ¡Calma la furia de tu corazón desdeñado! DONCELLAS ¡Ay, bien ves el estado de la infeliz! El horror y el miedo le privan del sentido... Más muerta que viva está ante ti. NELLO ¡Ay! ¿Cómo pudo el cielo unir un rostro de ángel a un alma tan malvada? ¿Cómo pudo mancharse con semejante delito ese corazón? El honor ha muerto, sólo queda desconfianza. GHINO (Para sí) ¡Ay de mí, este anhelo me hiela el corazón! En suspenso una lágrima me vela la vista. ¡Mi alma está conmovida y mi mente agitada! ¡Siento piedad por la ingrata! PÍA No soporta mi alma tanto peligro... Un velo fúnebre obstruye mi vista... ¡Fantasmas de muerte contemplo a mí alrededor!... ¡El último suspiro se posa sobre mis labios!... Escena Decimosexta (Ubaldo, los soldados y los antedichos) UBALDO ¡Ese cobarde escapó!... ¡No hemos podido encontrarlo! NELLO ¡Ah, el averno se entreabrió, para sustraerlo a mis golpes!... GHINO (Para sí) ¡Ardo de ira! NELLO Revela Pía, ¿cómo, y hacia dónde huyo el vil?... Te perdonaré la vida, si logro vengarme de él. PÍA ¿Traicionarlo? ¡No jamás! ¡Antes moriré mil veces! NELLO (con extremo furor) ¡Amarrad a la impía con ásperas sogas y arrastradla hacia las marismas! Larga, cruel y terrible es la muerte que allí te espera, ¡oh, malvada!... ¡Ve, perversa!... De ti sólo me acordaré para maldecirte. GHINO (Para sí) ¡Qué desdichado soy! ¿A dónde me empujó, el impío deseo de venganza? La luz del día se extinguió para ella, pero más infeliz que ella soy yo. ¡Toda mi vida será de llanto, y de mí mismo sentiré horror! PÍA ¡Qué feroz muerte me deparan! ¿Hay en el mundo una mujer más desdichada que yo? ¡En la suprema hora funesta seré abandonada por todos!... ¡Ni la plegaria de mi confesor podré oír junto a mí! UBALDO, SOLDADOS ¡Síguenos!... Es en vano llorar. No puedes cambiar tu destino. BICE, DONCELLAS Al cielo roguemos. Sólo el Cielo puede socorrer a la infeliz. (Ubaldo y los soldados apresan a Pía) SEGUNDA PARTE Cuadro Previo (Omitido en algunas versiones) Escena Primera (Campamento del ejército florentino cerca de una puerta del suburbio de Siena. Coro de soldados, luego Rodrigo y Lamberto) CORO ¡Ceñido de rojas nubes surge, surge, oh sol! ¡Comprueba que somos aún los hijos de Italia! Con el relampaguear de las armas, con el feroz sonido de la guerra, te invoca el alma de la tierra que es madre del valor. ¡Surge, y verás atestado, como de truncas espigas, el suelo de lanzas y espadas, y las flores teñidas en sangre! LAMBERTO Rodrigo... RODRIGO ¿A quién veo?... ¡Tú aquí!... LAMBERTO ¡Vengo... vengo ante ti! Durante diez largos días he penado por un camino de permanentes obstáculos. (A una señal de Rodrigo los soldados se retiran) Soy portador de una triste noticia. RODRIGO ¡Oh, Dios!... ¿Qué ocurrió? LAMBERTO Cuando tú huiste, Nello, agitado por un ciego despecho, alzó su arma para matar a su esposa... RODRIGO ¡Perverso!... LAMBERTO Ante él fue llevada la inocente; pero del cruel esposo no aplacó la ira de su pecho. Gimiente, oprimida, casi sin sentido, esa misma noche la hizo llevar a la marisma, donde entre los fétidos pantanos se respira un aire letal. Ahora que el día ya lanza sus encendidos rayos, en su fúnebre castillo, Pía, prisionera, recibe un trato inhumano; "y allí..." (Con horror) RODRIGO ¿Qué? LAMBERTO Quizás... ¡le espere la muerte! RODRIGO ¡Ay, tan cruel amenaza me hiela el corazón!... ¡Sombrío me parece el sol y me falta el aire para respirar!... Si mi vida tanto sufrimiento debe costarle a ella, malvado destino, ¿por qué no he muerto antes mil veces? (Suenan trompetas y se observa
gran movimiento |