ORLANDO PALADINO

 

 

 

Personajes

 

ORLANDO

ANGÉLICA

MEDORO

ALCINA

RODOMONTE

LICONE

EURILLA

PASCUAL

CARONTE

               Caballero cristiano  

                Reina de Cathay

     Caballero, enamorado de Angélica


                      Hechicera

                 Rey de Barbaria

                      Pastor

                     Pastora

             Escudero de Orlando

           Barquero del inframundo
 

                  Tenor

              Soprano

    
             Tenor


              Soprano

                   Bajo

                  Tenor

              Soprano

                  Tenor

                    Bajo

 

La acción se desarrolla en una isla en un tiempo indeterminado.

1.- Sinfonia


ATTO PRIMO


Scena Prima

(Campagna montuosa. Eurilla seduta con
diverse pastorelle che lavorano)

2.- Introduzione

EURILLA
Il lavorare l’è pur la brutta cosa;
e lavorar bisogna tutto il giorno.
Questa vita
mi sembra assai noiosa,
vedermi sempre
a questi colli intorno.
Pur chi sà, come andrà.
pur chi sà.

(In questo viene interrotta da Licone)

LICONE
Figli cara, ch’ho veduto!

EURILLA
Cosa mai?

LICONE
Aiuto, aiuto!
Scappa, fuggi...

EURILLA
Che sarà?

LICONE
Mira là per la collina
quel guerrier che s’avvicina.

EURILLA
Ah! fuggiam!

LICONE
Ma dove?

EURILLA
Oh dio...

EURILLA, LICONE
Evitarlo non poss’io.
Ah, di noi che mai sarà?

(Entra Rodomonte con seguito di Saraceni)

RODOMONTE
Alto là!
Alto là! Nessun si muova:
sono offeso, e son sdegnato;
sfido gli astri, e sfido il fato
a volermi contrastar.

EURILLA, LICONE
Son rimasta/o senza fiato,
e non posso più parlar.

RODOMONTE
Zitti tutti, e rispondete
a quel tanto che dirò;
e se il vero non direte,
ambedue v’ucciderò

EURILLA, LICONE
Che spavento! che timore!
Gela il sangue, batte il core,
e mi vieta il respirar.

RODOMONTE
Già lo sdegno nel mio core
vieppiù accresce il mio furore
e mi fa prevaricar.

3.- Recitativo

Presto, rispondi, indegno:
è qui passato un paladin di Francia?
O ti do cento calci nella pancia.

LICONE
Signor, fra queste piante
giammai non vidi un cavaliere errante.

RODOMONTE
Dell’inospite Libia son queste
le foreste?

EURILLA
No, mio signor, sentite:
abitato è il castel
che là vedete.

RODOMONTE
Il signore qual è?

LICONE
Nessun. Sappiate...

EURILLA
... che qui giunser poc’anzi,
raminghi e fuggitivi...

LICONE
...due personaggi illustri...

RODOMONTE
Palesate chi sono.

EURILLA
Mio signor, non vorrei...

RODOMONTE
Chi son costoro?

EURILLA
Angelica e Medoro.

RODOMONTE
Angelica dov’è?
che fa? che dice?
che pensa? che ragiona?

LICONE
Ridirvi non saprei.

RODOMONTE
A consolarla io vado.

EURILLA
Fermatevi.

RODOMONTE
Perché?

LICONE
Son quelle balze
da un popol di selvaggi
ripiene ed abitate;
e se vedon mai giunger
qualche straniero
serbano l’infelice
per vittima a l’or sdegno.

RODOMONTE
Il vincermi non è sì lieve impegno.

(ad Eurilla)

Medoro è seco ancora?

EURILLA
Il sol Medoro è l’unico pensier
della regina.
Passa seco li giorni in tenerezza,
e le si scopre in viso l’allegrezza.

4.- Aria

Ah se dire io vi potessi
l’occhiatine e i dolci amplessi,
certi sguardi amorosetti,
che fan proprio innamorar.
Oh caretti
quei vezzetti
quelle smanie,
quei sospiri,
quelle smorfie,
quei deliri
mi fan proprio giubilar.
Ah se dire io vi potessi, etc.

(Parte)

Scena Seconda

5.- Recitativo

RODOMONTE
Non perdiamo più tempo.
Si vada a ritrovar; tu mi precedi.
Io la difendo ognora
dall’ingiusto furor del conte Orlando
col mio natio valore
e col mio brando.

LICONE
Signor, rider mi fate.

RODOMONTE
Olà, poltrone osi così parlar?
Ah non mi curo nel tuo seno macchiar
questa mia spada.
Potrebbe il bellicoso Rodomonte
mandarti con un soffio all’Acheronte.

6.- Aria

Temerario! senti e trema:
Sono il re di Barbaria,
e il valor dell’alma mia
s’ode ovunque rimbombar.
Mostri orribili e giganti
fatto ho a pezzi come offelle
più che in ciel non vi son stelle
o vi sono arene in mar.
Temerario! senti e trema, etc.

(parte con Licone)

Scena Terza

(Fondo di torre)

7.- Cavatina

ANGELICA
Palpita ad ogni istante
il povero mio cor.
Ora diviene amante,
or pieno di furor.
Anime innamorate,
questo che mai sarà?
Voi che l’amor provate,
ditelo per pietà.
Palpita ad ogni istante, etc.

8.- Recitativo

Angelica infelice!
E che ti giova
esser rimasta con eguale ardore,
se nel tuo sen deve tremare il core?
Per evitar del forsennato Orlando
le crudeli minaccie,
qui deve, o dio, meschina
viver da provata una regina.
Poco di me mi cal,
ma per Medoro
tremo, pavento, oh dio!
Da me lontano,
forse di belve in traccia
sul spuntar dell’aurora
soletto se n’andò.
Ah chi sa mai,
l’incauto giovinetto,
non vada a esporre
alle ferite il petto.
Si tenti di salvarlo.
In mia balia
ho un libro del comando.
Aprasi: adesso io voglio
per virtù di magia
tentar d’alleggerir la pena mia.

9.- Sinfonia

(Comparisce Alcina)

10.- Recitativo

ALCINA
Che brami dalla fata?

ANGELICA
Per Medoro mi struggo
d’un sviscerato amore.
Arde per me il garzon
d’eguale ardore.
Orlando paladin, guerrier feroce,
furente già divenne per me.
Per sfuggir l’ira sua la reggia abbandonai,
e con Medoro qui mi ricoverai.
Nulla valse al rivale.
Qui fra poco tenta drizzar suoi passi,
stragi e morte portando
a queste porte.
Chi sa qual scempio
a noi darà la sorte?

ALCINA
Non paventar.
In tua difesa io veglio.
D’Algeri il rege in tuo soccorso viene,
del conte Orlando a rintuzzar l’orgoglio.
Ma nulla potrà fare Rodomonte
col paladin di Francia
a fronte a fronte.

ANGELICA
Ah già che tanta cura
di me ti prendi,
or dimmi tu chi sei.

ALCINA
Del mio poter conoscermi tu dei,
Da’ miei cenni dipende
il ciel, la terra, il mare, il cerbero,
le furie del nero Flegetonte;
non paventar di più, bella regina.

ANGELICA
Palesa il nome tuo.

ALCINA
Io sono Alcina.

11.- Aria

Ad un guardo, a un cenno solo
si sconvolge il nero abisso;
freme il mar, vacilla il suolo,
s’ode il fulmine scoppiar.
Sol di me la Parca avara
tiene un gelido timore;
e Minosse a mio favore
suole spesso giudicar.
Ad un guardo, a un cenno solo, etc.

(Parte)

Scena Quarta

12.- Recitativo

ANGELICA
D’Alcina i detti
mi consolano il cuore,
e succede la gioia al rio dolore.

MEDORO
(entrando)
Angelica!

ANGELICA
Ah Medoro! Medoro, per pietà.

MEDORO
Sappi, o regina...

ANGELICA
Oh ciel, che avvenne mai?

MEDORO
Di qui non lungi
io vidi un guerriero venir.

ANGELICA
Numi!

MEDORO
Celato dietro un folto cespuglio
m’adattai. Mi passò innante.
Un codardo mi parve, un mentecatto.
Stanco al suol si gettò.
Mi fei coraggio;
gli domandai chi fosse.
Mi rispose tremando:
«Io son scudier del cavalier Orlando».
tupito ne rimasi per la fatal ruina...

ANGELICA
Non dubitar, che ci difende Alcina.
Se l’amor mio t’è caro,
trova un asilo, asconditi ai viventi.

MEDORO
Dove? e come? Ah dei!

ANGELICA
Oh tu paventi.

MEDORO
Non crederlo, regina.

ANGELICA
Ah chi sa, oh dio,
ch’un geloso sospetto
non ti faccia scoprir.

MEDORO
Se tu non credi,
un gran torto mi fai.

ANGELICA
Ti credo, idolo mio,
dicesti assai.

13.- Aria

MEDORO
Parto. Ma, oh dio, non posso.
Resto. No, vil mi rendo.
Povero cor, t’intendo;
è giunto il tuo penar.
Parto. Oh dio, non posso, etc.
Più strane vicende
di sdegno, d’amore,
non credo ch’un core
mai possa provar.
Parto. Oh dio, non posso, etc.

(Partono)

14.- Recitativo

ANGELICA
Col mio Medoro accanto
di nulla mi sgomento,
tutto il mondo nemico io non pavento.

(parte)

Scena Quinta

(Boschetto. Pasquale, con armatura antica,
cantando la seguente canzone)

15.- Cavatina

PASQUALE
La mia bella m’ha detto di nò
quando dire doveva di sì.
Per dispetto io qui morirò
se la dura un gran pezzo così.
Io mi sento tralalalalalala.
e non posso tralalalalalala.

16.- Recitativo

Pasquale disgraziato,
con questo mio padron si mangia poco.
Solo parla d’amore, e di passione,
di morte, di velen, disperazione.
Almeno qui ci fosse un’osteria,
vorrei subitamente andare un poco
a divertir il dente.

(Entra Rodomonte)

RODOMONTE
Cavaliero, che fai?
Fuori quel ferro!

PASQUALE
Sbagliate, mio padron;
io son Pasquale,
scudier del grande Orlando paladino.

RODOMONTE
D’Orlando lo scudiero
ha sì poco valore?
Imbraccia quello scudo,
impugno il brando,
calati la visiera,
ché vuò teco pugnar.

PASQUALE
In qual maniera?

RODOMONTE
Con lancia, o spada,
a piedi od a cavallo.

PASQUALE
Se voi volete a pugni,
faremo una partita.
Così un eroe
dee cimentar la vita.

Scena Sesta

(Entra Eurilla)

EURILLA
(a Rodomonte)
Il conte Orlando da per tutto,
signor, vi sta cercando.

RODOMONTE
Ecco venuto il tempo della gloria;
andiam presto alla zuffa,
alla vittoria.

(Parte)

PASQUALE
(ad Eurilla)
Sentite. Dove andate?

EURILLA
Da me cosa bramate?

PASQUALE
Ah sventurato!
Deh soccorrete un povero affamato.

EURILLA
Ma voi chi siete?

PASQUALE
Un guerriero son io.
Al mio paese da tutti ero stimato.

EURILLA
Perché?

PASQUALE
Perché?
Perché ho viaggiato
per tutto l’emisfero,
ove stimato fui gran cavaliero.

17.- Aria

Ho viaggiato in Francia, in Spagna,
ho girato l’Alemagna,
la Sassonia e la Turchia;
ma vi giuro in fede mia
che ho una fame da crepar.
Ho espugnato Varadino,
sono stato nel Pechino,
vidi ancor la Tartaria:
ma vi giuro in fede mia
che ho una fame da crepar.
Sono stato nel Giappone,
in Croazia, in Bressanone,
nella Puglia ed in Soria;
ma vi giuro in fede mia
che ho una fame da crepar.
In Marocco ed in Algieri
vinsi cento cavalieri,
fui signor di Valacchia;
ma vi giuro in fede mia
che ho una fame da crepar.
Solo voi, ragazza bella,
mi potere rinfrescar.
Ho viaggiato in Francia, in Spagna, etc.

(Parte con Eurilla)

Scena Settima

(Delizioso giardino con fontana)

18.- Recitativo

MEDORO
Sì, regina, ho deciso,
e il mio disegno fido a te sola:
all’oscurar del giorno voglio quindi partir.

ANGELICA
Ed hai coraggio di lasciarmi così?
E tenti di abbandonarmi?

MEDORO
Non t’abbandono, no;
teco resta il mio cor.
Se qui rimango,
a periglio maggior t’espongo o cara.

ANGELICA
Crudele!

MEDORO
Idolo mio!

ANGELICA
Oh sorte amara!

19.- Aria

Non partir, mia bella face,
resta o caro, in queste arene;
se mi lasci, amato bene,
morirò senza di te.
Già mi opprime un fier dolore,
dalle luci sgorga il pianto,
tanta smania io provo al core
che soffrir non posso, oimè!
Ma tu pensi, e non rispondi:
volgi a me quel ciglio mesto...
Giusto ciel, che giorno è questo,
che crudel, che fier martire!
Ah non posso, oh dio, soffrire
così ria fatalità.
Non partir, mia bella face, etc.

(Parte)

20.- Recitativo

MEDORO
In odio al mio bel nume, no,
viver non poss’io;
seguirla voglio,
voglio almeno al suo piè.
ma chi s’appressa?
Ah, cerco adesso invano
scampo, consiglio, aiuto.
La mia sorte è decisa,
io son perduto.

(Parte. Entra Orlando)

Scena Ottava

21.- Recitativo accompagnato

ORLANDO
Angelica, mio ben,
mio sol, mia vita,
ove ti celi mai?
Ove t’aggiri?
Lungi da te
mi viene a noia il giorno,
odio il piacer,
ho le mie glorie a scorno;
avido di morir
bestemmio il fato
che mi privilegiò
d’esser fatato.
Intanto, finché venga Rodomonte
rinfrescarmi voglio a questa fonte.
Oimè, su queste piante
qual oggetto si para a me davante?
L’odiato nome del felice rivale
inciso or veggo,
e ancor su queste piante
inciso è il suo nome
d’Angelica amante.
Oimè, che fiero duolo!
Ite, crudeli, a terra,
itene al suolo.

(Snuda la spada, e atterra la fontana,
le statue e le piante.)

Non sono contento appieno,
se questa spada,
io non l’immergo in seno.

22.- Aria

D’angelica il nome!
Ma quando, ma come,
ma dove sarà?
"Medoro felice!"
Che diavolo dice?
"Angelica amante!"
Ah barbare piante!
Che strano timore
assedia il mio core,
tremare mi fa.
D’Angelica il nome, etc.

Scena Nona

(Boschetto)

23.- Recitativo

PASQUALE
D’evitare i rumor, dicea Catone
e con questo insegnò d’esser poltrone.
Sento che il conte Orlando
Angelica ottener voglia col brando.
Per sfuggire gl’ostacoli e i perigli
direi che chi la vuole se la pigli.

(Entra Rodomonte)

RODOMONTE
Ove si cela il furibondo Orlando?

PASQUALE
È un pezzo, signor,
che il vo’ cercando.

RODOMONTE
A ritrovar si vada
il varco aprir saprò
con questa spada.

(Parte)

PASQUALE
Che imbroglio è questo mai?

(Entra Orlando)

Scena Decima

ORLANDO
Poltron tu qui che fai?
Vieni meco a pugnar,
vieni all’invito.

PASQUALE
Per dirla, mio signor,
tengo appetito.

ORLANDO
Vigliacco! I Cavalieri
si pascono di gloria e di duelli.

PASQUALE
Cavalier non son nato.

ORLANDO
Potrai ben divenirlo.

PASQUALE
No, obbligato.

(Entra Eurilla)

EURILLA
(Fra se)
Dove sarà Medoro?

ORLANDO
Che cerchi?

EURILLA
Niente... volea... qui venni...

ORLANDO
Palesa il ver,
o ch’io immergo questa acciar
nel tuo vil seno.

EURILLA
Ah, per pietà, io moro!

ORLANDO
Parla, o ti sveno.

EURILLA
Angelica e Medoro...

ORLANDO
Dove sono? che fanno?
Parla, o sei morta qui.

EURILLA
Oimè, ch’affanno!

24.- Finale

ORLANDO
Presto rispondi, indegna.
Con Medoro quell’ingrata,
quella femmina spietata
forse qui facea all’amor?

EURILLA
No per certo, mio signor.
Qui sen stavan discorrendo.

ORLANDO
Tutta già ben io comprendo.
Ed inoltre?

EURILLA
Ed inoltre più non so.

ORLANDO
Parla, o ch’io t’ucciderò.

EURILLA, PASQUALE
Gli spiegava con diletto,
con affetto graziosetto
quell’amor che la ferì.

ORLANDO
A Medoro?

EURILLA, PASQUALE
Signor, sì.

ORLANDO
Stelle! numi! cielo! fato!
Tutto il mondo sconquassato
vo’ vedere in questo dì.

PASQUALE
Ma signore, deh vi calmate.

EURILLA
Quello sdegno raffreddate.

EURILLA, PASQUALE
Cancellate il rio furor.

ORLANDO
Giuro sopra questo brando
ch’io non sono il conte Orlando,
se non faccio mille pezzi
del rivale traditor.

EURILLA, PASQUALE
Me infelice! che spavento!
Dal timore già mi sento
che mi balza in seno il cor.

(Partono)

Scena Undicesima

(Delizioso giardino)

ANGELICA
Sento nel seno, oh dio,
un tetro orror di morte.
L’ombra dell’idol mio
veggo dinanzi a me.
Presagio sì funesto
voi cancellate, oh dei!
Numi, che giorno è questo,
che barbaro dolor!

(Entrano Pasquale e Eurilla)

PASQUALE
Presto, presto, signora, fuggite.
Già s’avanza, ripien di furore.

EURILLA
Ecco Orlando!
Mi palpita il core,
tremo tutta,
non reggomi in piè.

ANGELICA
Il mio bene!

PASQUALE
Di grazia, partite.

ANGELICA
Ah, si fugga.

EURILLA
Un asilo cercate.

PASQUALE
Presto, viene.

EURILLA
Ma che mai tardate?

EURILLA, PASQUALE
Più soccorso, più scampo non v’è.

ANGELICA
Fra il partir e il restar mi confondo.
Infelice non ho più consiglio.
Stelle! numi!
In sì strano periglio
chi soccorso,
chi aita mi dà?

(Per partire s’incontra con Rodomonte)

Scena Dodicesima

RODOMONTE
Dove si cela mai
il cavalier ardito,
che di pugnar l’invito
poc’anzi mi mandò?
Venga, che a brani a brani
gli svellerò quel core,
e del suo gran valore
così mi riderò.

ANGELICA, EURILLA, PASQUALE
Fuggite, fuggite il gran cimento.

RODOMONTE
Fuggire un Rodomonte!
Di cento squadre a fronte
tremato mai non ho.

(Entra Medoro)

MEDORO
Chi mi salva o tien nascoso,
or ch’è giunto il mio destino!
Sventurato, poverino,
è per me finita già.

ANGELICA
Chi soccorre un’infelice?
Ah ch’io moro e vengo meno;
già non batte il core in seno.
Che giornata è questa qua!

EURILLA, PASQUALE
ANGELICA, MEDORO
Tanti affanni, tante pene,
tutti a un punto, a un tempo stesso!
Resta il core in seno oppresso,
e lo fanno vacillar.

(Entra Alcina)

ALCINA
Van timore il cor ti move,
se t’assiste amore e fato,
contro cui nemmen di giovedì
ponno i fulmini cozzar.

RODOMONTE
Venga pure il conte Orlando.
Io lo vado ricercando.
Di vedere ho gran piacere
cosa diavolo sa far.

ANGELICA, EURILLA
MEDORO, PASQUALE
Per pietade!

ALCINA, RODOMONTE
Cosa dite?

ANGELICA, EURILLA
MEDORO, PASQUALE
Ci salvate!

RODOMONTE
Non tremate, vi difende il mio valor.

EURILLA, PASQUALE
Pian pianino, da questo loco
ce n’andremo a poco a poco
un asilo a ritrovar.

(Partono)

RODOMONTE
Giuro a tutti i dei d’Averno
che sarò nemico eterno,
sarò vostro difensor.

ALCINA
La tua forza non prevale,
e il valor d’un uomo mortale
non lo puote soggiogar.

EURILLA
(tornando)
Su presto! Che fate?
Fuggi, badate,
ch’Orlando infierito
geloso impazzito
con orrida faccia
borbotta, minaccia,
vi cerca per tutto,
e adesso vien qua.

ANGELICA, MEDORO
Si dà più di questo,
più barbaro fato,
destino spietato,
maggior crudeltà!

PASQUALE
(tornando)
Son tutto sudore.
Oimè, che terrore!
Orlando il padrone
con quel suo spadone
s’avanza a gran passo.
Ch’orribil fracasso,
che strage, che morte,
che diavol sarà!

ANGELICA
Mio bene!

MEDORO
Mia vita!

RODOMONTE
Tacete!

EURILLA
È finita.

RODOMONTE
Vedrete fra poco
smorzare quel foco,
quel fasto, l’orgoglio.
Vedere io voglio
sommesso ed umile
cercare pietà.

ALCINA
Scacciate la tema,
vi giubili il core;
Alcina v’assiste,
è vano il timore.

RODOMONTE
Lo sdegno m’accende.

PASQUALE
Fermate, ché viene.

RODOMONTE
Un fiume di sangue,
vigliacco, vedrai...

PASQUALE
Oimè, ci son guai.

RODOMONTE
... d’orecchi di nasi.

EURILLA, PASQUALE
Già siam persuasi.

MEDORO
S’avanza.

ANGELICA
Ma dove?

RODOMONTE
Accostati.

ALCINA
Olà!

(Rodomonte resta trasformato d’Alcina)

Scena Tredicesima

25.- Recitativo

(Entra Orlando)

ORLANDO
Ferma, ferma Belzebù!
Dov’è Angelica? dov’è?
Chi è costei, e chi sei tu?
Parla, parla, rispondi a me.

ANGELICA, EURILLA
MEDORO, PASQUALE
Che terribile sembiante!
La paura m’ha colpito.
Di soppiatto
da quel matto
vo’ tentare di scappar.

ORLANDO
(a Eurilla)
Alto là, Medoro indegno!

EURILLA
Io, signore, Eurilla sono.

ORLANDO
(a Pasquale)
Tu sei forse il mio rivale?

PASQUALE
No, signor, io son Pasquale.

ORLANDO
Satanasso, se ti coglio...

PASQUALE
Or ci sono nell’imbroglio.

ORLANDO
Quell’ingrata dove sta?

ANGELICA
Ravvisar più non mi sa.

ORLANDO
La mia bella?

PASQUALE
Non son quella.

ORLANDO
Dov’è andata?

EURILLA
Non so niente.

ORLANDO
Traditor!

PASQUALE
Sono innocente.

ORLANDO
Dove, dove mai sarà?
Tu il palesa,
o quest’acciaro...

ALCINA
Forsennato, fermo là!

(Orlando viene imprigionato in una
gabbia di ferro al cenno di Alcina.)

ANGELICA, EURILLA
MEDORO, PASQUALE
RODOMONTE
Cosa vedo!
Qual portento! Qual portento!

TUTTI
In un mare pien di scogli
al soffiar dell’aquilone
senza bussola e timone
vengo il porto ad afferrar.



ATTO SECONDO


Scena Prima

(Boschetto)

26.- Recitativo

ORLANDO
Sempre, sempre presente
alla turbata mente
è il ritratto fedele
dell’adorata mia donna crudele:
or la veggo che scherza
e che sorride,
or con un dolce sguardo
ella m’uccide.

RODOMONTE
(entrando)
Stringi tosto quel brando;
e al paragon si vegga,
s’uguale alla tua fama è il tuo valore.

(si battono)

ORLANDO
Forsennato!

EURILLA
(entrando)
Fermate.
Di fuggir con Medoro in questo punto
Angelica s’affretta.

ORLANDO
Perfidissima donna!
Vuò cercare la tiranna
per monti, per foreste,
dall’inospita terra
al mar ghiacciato.
Non vuò che resti Orlando
invendicato.

(Parte)

RODOMONTE
Tu temeraria
ardisci d’involarmi
la gloria d’un duello?

EURILLA
Perdonate, signore,
credevo di far bene.

RODOMONTE
L’invidia rea
vuole oscurar la gloria
delle conquiste mie.

(Eurilla parte)

Scena Seconda

27.- Aria

RODOMONTE
Mille lampi d’accese faville
vibrerà questo bellico acciaro,
e a quel perfido senza riparo
a passar vado il barbaro cor.
Del valore de’ franchi lo scempio
molte volte formò questa mano;
formidabile ancor da lontano
Rodomonte fu sempre finor.
Mille lampi d’accese faville, etc.

(Parte)

Scena Terza

(Vasta campagna con mare)

28.- Recitativo

MEDORO
In questo solitario orrido luogo
celarmi almen potrò senza timore.
Ma dove? Oh dio!
Qui tutto spira orrore.
Deserta è la campagna,
da questa parte il mare.
Qual asilo potrò meschin cercare?

EURILLA
(mi muove a compassion)
Fatevi cuore. La vostra sorte
alfin si cangerà.

MEDORO
Ah, non lo spero.
Angelica, ove sei?
Più non ti rivedrò,
bella regina...

EURILLA
Oimè! un guerrier
ver noi già s’avvicina.

MEDORO
Ah, già s’appressa il momento fatal
del viver mio.
Angelica mio ben!
Eurilla, addio!

EURILLA
Qui coraggio ci vuole.
In quella grotta un asilo
trovar per or potete.

MEDORO
Si vada.

EURILLA
Fate presto!

MEDORO
Ah, se tu vedi
l’adorato mio bene,
il mio tesoro,
dille in quale stato
è il povero Medoro;
dille ch m’ami...

EURILLA
Ho inteso, sì, signore.

MEDORO
T’arresta... Ah, no.
Vorrei spiegarmi,
e favellar non so.

29.- Aria

Dille che un infelice
un sventurato amante,
in mezzo a queste piante
il misero perì.
Ah, non le dir così.
Dille, dille, dille che m’ami.
Ah mio bene, dove sei?
Vieni a chi t’adora,
del mio duol, de’ mali miei
se pietade senti ancora...
ma, a chi parlo?
A chi ragiono?
Son furente, disperato;
non ho più chi mi consiglia.
D’un crudele avverso fato
chi provò sì fier rigor?
Ah no! Dille che un infelice, etc.

(Parte)

30.- Recitativo

EURILLA
Sembra costui Pasquale.
Dietro a codeste piante ritirata
gli vuo fare una bella improvvisata.

(si retira)

Scena Quarta

31.- Cavatina

PASQUALE
Vittoria, vittoria!
Trombette suonate,
le glorie cantate
del grande Pasqual.

32.- Recitativo

EURILLA
(fra sè)
Vuò divertirmi adesso
col fargli un po’ spavento.

(avanzandosi, a Pasqquale)

Dove, Pasqual?

PASQUALE
Aiuto, aiuto!

EURILLA
Che aiuto! Che dici?
Perché tu ti sgomenti?

PASQUALE
Non so che sia timore,
è noto a queste selve il mio valore.

EURILLA
Ma se tu tremi adesso?

PASQUALE
Non sempre, oh cara,
si trema di paura.

EURILLA
Addio Pasquale.

PASQUALE
E mi lasci sì presto?

EURILLA
Trattenermi non posso.

(Angelica avvertir ora mi preme)

PASQUALE
Se vuoi, carina, potremo andare insieme.

EURILLA
Insieme?

PASQUALE
Sì, se ti sposo.

EURILLA
Matto!

PASQUALE
Furbetta!

EURILLA
Se dicessi davver, forse potrei...

PASQUALE
Parla con libertà,
mio bel visino.

EURILLA
Non ti vorrei vedere vestito in guisa tale.

PASQUALE
Ti voglio contentar,
ma sol per poco;
ché se il padron se n’avvedesse mai,
nascerebbon al certo de’ gran guai.

EURILLA
Di questo non temere.
Vieni, vieni con me dentro il castello.

PASQUALE
Vengo senza tardar,
visetto bello.
Ah!

33.- Duetto

EURILLA
Quel tuo visetto amabile
proprio mi fa languir.
Sento nel petto un spasimo
che non lo so ridir.
Ma tu furbetto
sì graziosetto
ben lo comprendi;
meglio l’intendi
che voglio dir.

PASQUALE
Ah!

EURILLA
Tu sospiri!

PASQUALE
Eh!

EURILLA
Tu mi miri!

PASQUALE
Ih!

EURILLA
Mi vuoi bene?

PASQUALE
Oh!

EURILLA
Non tardar.

PASQUALE
Il cavallo ed il padrone
per amore in conclusione
non si possono frenar.

EURILLA
Per amore in conclusione
più mi sento ad infiammar.

(Partono insieme)

Scena Quinta

34.- Aria

ANGELICA
Aure chete,
verdi allori,
placid’onde,
amici orrori,
a me dite, ov’è il mio ben.
Eco sol con flebil tuono
chetamente mi risponde,
che Medoro all’aure, all’onde
ricercare non convien.
Aure chete, etc.
Me infelice, ove m’aggiro?
Io qui piango, qui sospiro,
e dolente, abbandonata,
disperata ho da penar.

35.- Recitativo

Ah Medoro, Medoro, anima mia!
Dove, dove sarai?
Ove t’aggiri mai?
Ah chi sa forse quanto mi sei lontano.
Quel barbaro inumano, che da me t’involò.
sarà contento appieno.
Ma dove vo? Mi batte il core in seno.

(Parte. Entra Alcina)

Scena Sesta

ALCINA
D’Angelica le smanie,
l’amorosi trasporti,
di Medoro la fuga,
il furore d’Orlando
potrebbe cagionar
vendetta e morte.
Si ripari allo scempio,
si giunga al fin dell’opra.
Inutil saran del paladino
le minacce e i furori.
D’Angelica gl’amori
renderò fortunati;
e mentre disperata andrà
a gittarsi in grembo
al mare spumante,
si ritrovi vicina
al caro amante.

(Parte. Rientra Angelica.)

Scena Settima

36.- Recitativo accompagnato

ANGELICA
Fra queste selve invan,
invan cerco il mio bene.
Ah, più non vive!
Forse in quest’onde
di viver cessò;
forse una fiera
con le zanne crudeli
il petto gli squarciò.È morto,
è morto l’idol mio.
Vivere un sol momento
or non degg’io.
Onde tranquille,
che ascoltate i miei pianti,
nel vostro seno accoglietemi voi.
Con spirito si vada
ad incontrar la morte.
Da quel macigno
mi getterò da forte.

(Sale sulla rupe)

Saprà quell’inumano,
qual core in me s’annida.
Sì, si mora.
Nell’ondeggiante flutto
d’Angelica si perda la memoria,
ed a’ posteri sia
dolente istoria.

(Mentre vuol gettarsi in mare, Angelica
si trova presso di Medoro)

Scena Ottava

ANGELICA
Medoro!

MEDORO
Idolo mio!

ANGELICA
Tu vivo?

MEDORO
Tu respiri?

ANGELICA
Qual nume amico
ti salvò, ti difese
dal tuo penoso fato?

MEDORO
D’Eurilla la pietà
sol m’ha salvato.

37.- Duetto

MEDORO
Qual contento io provo in seno,
quanto è dolce il sospirar.

ANGELICA
Non fia mai che venga meno
un sì lieto vaneggiar.

MEDORO
Qual momento a un core amante!

ANGELICA
Quel piacere in questo istante!

ANGELICA, MEDORO
Deh conservi il dio d’amore
così bella fedeltà.

38.- Recitativo

MEDORO
Ma non perdiamo, oh cara,
sì preziosi momenti.

ANGELICA
Fuggiam da queste arene.
Di qui non lungi
alberga un pescatore;
un picciol legno
egli n’appresterà.
In altro lido
vivremo i dì tranquilli.

MEDORO
Et scettro e regno
per me tu perderai.

ANGELICA
Tal perdita per te
fia lieve assai.

(Nel partire sono arrestati da Orlando)

Scena Nona

ORLANDO
Fermatevi, scellerati!

(a Medoro)

Dal seno imbelle
voglio svellerti il core.

ANGELICA
Pietà!
Pietà! del nostro amore!

ORLANDO
Dentro il mio petto
non s’annida pietà,
ma sol vi regno odio,
sdegno, furore.
Mori, fellon!

ALCINA
(mostrandosi)
Che tenti, forsennato?

(Angelica e Medoro partono)

ORLANDO
Chi sei tu?
Qual ardir, qual tracotanza.

ALCINA
Conoscermi dovresti ora abbastanza.

ORLANDO
Lasciami, scellerata!

ALCINA
Fermati, indegno core!

ORLANDO
(fra sè)
A’ detti di costei perdo il valore!

(Ad Alcina)

Arde il mio cor di sdegno,
d’amor, di gelosia,
e più cruda si fa
la pena mia.

ALCINA
Ti lascio, ma sovvengati
di non seguir gl’amanti;
pensa, o ritorno qui
fra pochi istanti.

(Parte)

Scena Decima

ORLANDO
E ad Orlando vietato
sarà da vil donzella
di seguire il rival?
Forse che quella…
Non curo di saper,
non so chi sia.
Parlar non sento al cor
che l’ira mia.

(Comparisce un mostro)

Oimè, qual tetro oggetto!
Qual mostro dell’Averno
mi si presenta innante!
Altrove adesso io volgerò le piante.

(come sopra)

Onnipotenti dei! Idra feroce
mi vieta il proseguir.
Qua un fier dragone
erutta fiamme ardenti.
Ove sono? vaneggio?
Oppur son desto?
Non vidi mai
spettacolo più funesto.

39.- Aria

Cosa vedo! Cosa sento!
Ah, le furie co’i serpenti
con le faci, co’i tormenti,
mi si vogliono avventar.
Il cervello in confusione
par la ruota d’Issione,
e nel core un avvoltore
non si può mai satollar.
Cosa vedo! cosa sento! etc.

(Parte)

Scena Undicesima

(Camera nel castello)

40.- Recitativo

PASQUALE
Con quest’abito addosso
faccio la mia figura,
vuol rimanere Eurilla
allor che mi vedrà.
Ma zitto che qui vien;
m’ascondo qua.

EURILLA
(entrando)
Dovrebbe ora Pasquale tardar poco,
pur lo sa che l’aspetto in questo loco.

PASQUALE
Madama, al vostro bello
di quel grugno
o sia faccia di diamante
m’inchino,
anzi m’ossequio con un inchino
assai sprofondatissimo,
e vi dico di cor:
servo umilissimo.
Ti piace il complimento?

EURILLA
Parli molto elegante;
si vede che hai studiato.

PASQUALE
E come! Sappi,
che tutte le madame di Francia,
quelle che avevano un poco di malice,
mi chiamavano tutte mon caprice.
Ed a Parigi!
oh caro, o bel paese!
Me n’andavo sovente ogni mattina
cento belle a incantar
col mio violino.

EURILLA
Davver?

PASQUALE
Certo.

EURILLA
Nol credo.

PASQUALE
Credilo pure, oh cara,
che feci tante di dolcezza
morire e spasimare.

EURILLA
Ma...

PASQUALE
Taci,
e allarga l’orecchio
al mio Suonare.

41.- Aria

Ecco spiano,
Ecco il mio trillo.
non la cedo a nessun grillo,
al fagotto e all’oboè.
Come arpeggio!
Che staccate, che staccate!
Senta queste sincopate,
il furioso, l’andantino,
e ancor questo gruppettino,
contrattempi, l’obbligato.
Ah che un musico castrato
come me non canta affé.
Che ne dice? che le pare?
Torno l‘arco a impegolare,
ed il resto suonerò.
Che biscrome! che terzine!
Oh che belle volatine!
Oh che acuto! oh che basso!
Che passeggio! che fracasso!
Che ne dice? che le pare?
Questo è il modo di suonare.
La saluto e me ne vo.
Che biscrome, che terzine, etc.

(Parte. Entrano Rodomonte, Eurilla ed Alcina)

Scena Dodicesima

42.- Recitativo

RODOMONTE
Angelica dov’è?
Dove n’è andata?
Invan fu da me sinor cercata.

ALCINA
In salvo son gli amanti;
io li difesi.

RODOMONTE
Ove son?

ALCINA
Lo saprai.
Tutti voglio presenti
al spettacol funesto.
V’aspetto entrambi
nella grotta mia.
Nella vicina rupe
si trova la caverna.
Ricopre il varco
un folto stuolo di funesti cipressi;
per lungo tratto
desolato è il terren.
Ivi dovrete sicuri penetrar.

EURILLA
Ma...

ALCINA
Non temete.

RODOMONTE
Verrò. Rodomonte lo giura.
È viltà che un eroe abbia paura.

ALCINA
Spero d’Orlando,
benché difficil sia,
ammorzar la passion che lo molesta,
ch’esser potrebbe un dì
a lui funesta.

(Partono)

Scena Tredicesima

43.- Finale

(Grotta d’incanti di Alcina)

(Entra Orlando, seguito da Pasquale)

ORLANDO
Nel solitario speco,
ove ha ricetto Alcina,
porto le sdegno meco,
la rabbia ed il furor.

PASQUALE
Caro padron mio bello,
pietà d’un pover uomo.
Io sono un galantuomo
ripieno di timor.

ORLANDO
Taci, vigliacco, taci
e segui per or li passi miei.

PASQUALE
Quando finisce, oh dei,
la vostra crudeltà!

ORLANDO
T’avanza, t’avanza, e di’ alla fata
ch’a lei bramo parlar.

PASQUALE
Signor, quest’ambasciata
io non la posso far.

ORLANDO
Non replicar, indegno,
o in polvere ti fo.

PASQUALE
Signor, signor...

ORLANDO
Or con un legno
l’ossa ti fiaccherò.
Vinto ch’avrò costei,
trionferò in amore.
Ami gli amanti rei
dovran cadermi al piè.

PASQUALE
Signor padron...

ORLANDO
Che reci?

PASQUALE
La fata non la trovo.

ORLANDO
Ritorna là di nuovo.
Fermati.

PASQUALE
Sono qua.

ORLANDO
Alcina, vieni avanti!
Orlando a te l’impone.

PASQUALE
Ah no, signor padrone!

ORLANDO
Ne vuoi tacer?

PASQUALE
Oimè, oimè!

(Alcina esce dalla grotta)

ALCINA
Eccomi, cosa vuoi?

ORLANDO
D’Averno furia ultrice!

PASQUALE
Il mio padron lo dice.

ORLANDO
Megera cruda, Aletto!

PASQUALE
Il mio padron l’ha detto!

ORLANDO
Odiosa all’uman genere!

PASQUALE
Per me siete una Venere.

ORLANDO
Se il perfido Medoro
ognor con tue malie difender vorrai...

ALCINA
Basta così!
Ho tollerato assai.

ORLANDO
A te d’appresso io voglio...

ALCINA
Fermati, arresta il passo,
o divenire io ti farò di sasso.

ORLANDO
(ride)
Del tuo furor mi rido.
Nell’infernal magione
assalirei Plutone,
e qual nuovo Teseo,
Ercole invitto,
porterei stragi e morte
fin dentro là,
alle tartaree porte.

ALCINA
Non t’appressar.

ORLANDO
T’accheta! Il mio furore
ora devi provar.

ALCINA
Vieni, s’hai core.

ORLANDO
Cerbero!... furie!... inferno!...

ALCINA
Così vendica Alcina
il proprio scherno.

(Orlando viene trasformato in pietra da Alcina)

PASQUALE
Ah povero Pasquale!
Adesso mi vien male,
mi sento traballar.

Scena Quattordicesima

(Vengono Angelica e Medoro, poi Eurilla
e finalmente Rodomonte)

ANGELICA
Per quest’orridi sentieri
timorosa inoltro il passo,
ove il sol co’ suoi destrieri
mai non giunse a penetrar.

MEDORO
Ah mio ben, che luogo è questo!
Che silenzio, che terrore!
Mi vacilla in seno il core,
e lo sento palpitar.

EURILLA
Tremo tutta poverina.
Chi sa dove quest’Alcina
rimpiattata si sarà.

RODOMONTE
Spettri, larve, ombre vaganti,
che d’intorno a me girate,
Rodomonte rispettate,
o pentirvene farà.

ANGELICA
Che vedo!

EURILLA
Pasquale!

PASQUALE
Eurilla!

RODOMONTE
Medoro!

PASQUALE
Oimè che mi moro!

ANGELICA, EURILLA
MEDORO, RODOMONTE
Che cosa sarà, che cosa sarà?

RODOMONTE
(a Pasquale)
Parla, perché qui sei?

PASQUALE
Dirò. signori miei.
perché. la cosa è chiara.
io venni... no... qui sono...
la prego di perdono,
se trono a principiar.

RODOMONTE
Perdo la sofferenza.

PASQUALE
Un poco di pazienza,
l’affare è d’importanza,
Io so... no... non son quello...
cioè. ma sul più bello
non posso seguitar.

RODOMONTE
Perché, poltrone, il passo
movesti fino qua?

PASQUALE
Il mio padron di sasso
per me ve lo dirà.

ANGELICA, EURILLA
MEDORO, PASQUALE
RODOMONTE
Che caso spietato,
che fiero accidente!
Qual nume possente
tal cosa operò

ALCINA
Olà, non tremate,
timor non abbiate;
Orlando in un sasso
da me si cangiò.

PASQUALE
È vero, verissimo!
Son servo umilissimo,
pian piano pianissimo
di qua me n’andrò.

ALCINA
Rimanti.

RODOMONTE
Qui resta.

PASQUALE
Oimè che timore!

ANGELICA, EURILLA, MEDORO
Mi palpita il cuore,
mi sento gelar.

ALCINA
Se brami di nuovo
in vita l’indegno
col solo mio segno
da me si può far.

PASQUALE
Ho gusto, di pietra
rimanga il padrone,
perché col bastone
mai più mi darà.

ALCINA
Risolvi; che pensi?

ANGELICA
Vendetta non voglio.

EURILLA, PASQUALE
Oh questo è un imbroglio
da farci tremar.

ANGELICA
Vendetta non voglio,
fa ciò che ti par.

RODOMONTE
Del perfido voglio
l’ardire ammorzar.

EURILLA, MEDORO, PASQUALE
Oh questo è un imbroglio
da farci tremar.

ALCINA
Fian paghi i desiri.
Orlando si miri
di nuovo animar.

(Orlando viene trasmutato nel suo essere primiero)

ANGELICA, EURILLA, MEDORO
PASQUALE, RODOMONTE
Che vedo! Oh portento!
Un tal cambiamento
stordire mi fa.

ORLANDO
Dove son?
Qual densa nube
tutta offusca i pensier miei?
Che vi feci, ingiusti dei,
perché tanta crudeltà!

RODOMONTE
Or che tornasti in vita,
guardami in volto e trema.

ANGELICA
Par che minacci e frema
col pristino furor.

ORLANDO
Sì, ti ravviso, indegno!
Tutti tremar dovete.
Perfidi, non godrete
d’un vilipeso amor.

ALCINA
Rammenta chi tu sei;
modera i detti tuoi;
se adesso tu non vuoi
macigno diventar.

(Parte)

ORLANDO
D’un fulmine scagliato
dall’ira di Giove,
d’un flutto agiato
da fiera procella,
d’un vento, d’un lampo,
d’un turbin, d’un tuono
peggiore già sono,
mi vuò vendicar.

(Orlando segue Alcina nell’interno, e improvvisamente
rovina parte del suddetto, e lo rinserra.)

ANGELICA, EURILLA, MEDORO
PASQUALE, RODOMONTE
A poco a poco
entro il mio core
torna la calma,
fugga il timore,
comincia l’alma
a respirar.
Si cangia in un baleno
dubbio, timor, sospetto,
e sento nel mio seno
la gioia a ritornar.

ALCINA
A poco a poco
nel vostro core
torni la calma,
fugga il timore,
comincia l’alma
a respirar.
Si cangi in un baleno
dubbio, timor, sospetto,
e ognun si vegga in seno
la gioia a ritornar.

ANGELICA, EURILLA, MEDORO
PASQUALE, RODOMONTE
I nostri plausi lieti
a noi ripete l’eco,
e fa codesto speco
d’evviva risuonar.

ALCINA
I vostri plausi lieti
a noi ripete l’eco,
e fa codesto speco
d’evviva risuonar.



ATTO TERZO


Scena Prima

(Veduta del fiume Lete, con i campi elisi in
lontananza. Orlando dorme sopra un sasso.
Caronte nella sua barca; entra Alcina)

44.- Aria

CARONTE
Ombre insepolte,
di qua partite;
il passo a Dite
dar non si può.

45.- Recitativo

ALCINA
Nella mente d’Orlando
ha la magia
placata e non sanata la pazzia;
l’effetto inveterato entro il suo core
potria ridurlo al pristino furore.
Però con l’oblivione
ti comando, Caronte,
d’aspergergli la fronte.
Ed in virtù di quel torbido flutto
si dimentichi Angelica del tutto.

CARONTE
I cenni tuoi a me legge saranno.

ALCINA
L’asta, lo scudo,
e quel terribil brando,
ch’alla Gallia recò
sì grande onore,
ch’avvilito restò
per man d’amore,
tutto qui si troverà,
quando si desta.
Udisti?

CARONTE
Udii.

ALCINA
Il fin compir mi resta.

(Parte)

46.- Recitativo accompagnato

ORLANDO
Sogno? veglio? cos’è?
Qual luogo è questo?
Angelica, Medoro, Rodomonte
eran pure con me nell’antro cupo!
Dagli occhi miei qual baleno sparì.
Credei sepolto restar tra le rovine,
e sol qui mi ritrovo...

(S’alza)

Come qui la mia spada, l’elmo,
lo scudo appeso a un arboscello!
Si confonde,
si perde il mio cervello...
Chi è quel folto barbone?
Ai fuggitivi vanni
sembra il signor degl’anni.
All’incurvato remo
io ravviso il nocchier
del guado estremo...
Ah ch’io mi sento a un tratto
trasferir nella reggia di Morfeo.
Un profondo sopor già m’appiglia
le stanche luci
e l’aggravate ciglia.

47.- Aria

Miei pensieri, dove siete?
Questo è il regno del silenzio;
muto è il vento, e l’aure chete,
tutto invita a riposar.
Miei pensieri, dove siete, etc.

48.- Recitativo accompagnato

CARONTE
L’irremeabil onda
infonda nel tuo core
il senno che perdesti.

ORLANDO
Ah fier dolore!

Scena Seconda

(Bosco. Angelica inseguita da selvaggi)

49.- Recitativo

ANGELICA
Temerari, fermate!Il mio sesso,
il mio grado rispettate!

MEDORO
(entrando)
Angelica fra l’armi!
Ah barbari! ah crudeli!

(si battono)

Oimè, già il sangue in più parti sortisce.

ANGELICA
Spietati... oimè! non posso,
eccolo ucciso.

(Parte)

(Entrano Orlando, Rodomonte e Pasquale.)

ORLANDO
Alla mia spada
si deve la vittoria.

RODOMONTE
A me pure
si deve un tal gloria.

PASQUALE
Non voglio spaventarmi.

RODOMONTE
Preparati.

ORLANDO
Son pronto.

ORLANDO, RODOMONTE
All’armi, all’armi!

(Segue zuffa, e si disviano combattendo.)

50.- Combattimento

Scena Terza

(Cortile)

51.- Recitativo accompagnato

ANGELICA
Implacabili numi!
Alfin contenti una volta sarete?
Ecco compita la scena rea
di mia dolente vita.
Ch’orror! Per colpa mia
dunque, idol mio, morrai?
Angelica crudele, e tu vivrai?
Ah no, ti seguirò!
Fermati, aspetta,
ombra cara e diletta.
Uomini, numi!
Un ferro, un fulmine, un veleno
vi chiedo per pietà.
Dov’è il mio bene?
Barbari! ah l’involano
agl’occhi miei.
Tutto per me finì,
tutto perdei.
Rendetemi, rendetemi Medoro!
E a chi ragiono?
Chi mi chiama? Io deliro...
E dove io sono?

52.- Aria

Dell’estreme sue voci dolenti
odo il suo che d’intorno mi freme.
Il mio bene già palpita esangue;
già si tinge quel suolo di sangue.
Ah, fermate!
Fra tanti tormenti
chi m’uccide? La morte dov’è?
Empia sorte, perverso destino!
Crudo amore, spietato tiranno!
Tanta smania, tal duol, l’affanno
questo core non può sopportar.
Ah, fermate, etc.

Scena Quarta

(Entra Alcina)

53.- Recitativo

ALCINA
Non tormentarti più.

ANGELICA
Ah, non sai che Medoro…

ALCINA
Tutto so e a tutto ho riparato.
Il tuo Medoro fu già risanato.

ANGELICA
Tu m’inganni!

ALCINA
Tra poco qui il vedrai.

ANGELICA
Ma dov’è? Perché tarda?

ALCINA
Or s’avvicina...

ANGELICA
Chi?

ALCINA
Rodomonte,

RODOMONTE
(entrando)
A’ tuoi piedi, oh regina,
dal mio furore oppressi e soggiogati
ti presento costoro.
Gli altri già furon
da Orlando debellati;
con lui poc’anzi in amistà tornai.

ANGELICA
Orlando!

ALCINA
Non temer.
Ei più non t’ama,
e neppur ti ravvisa.

ANGELICA
Come fu?

ALCINA
Lo saprai.

ORLANDO
(entrando)
Dal valoroso Orlando
ecco vinti costoro.
A te li dono;
fanne quel che tu vuoi.
Così pensano ed oprano gli eroi.

ANGELICA
Ah, signore,
se teco io fui crudele
se il mio amor ti negai...

ORLANDO
E quando mai ti vidi,
e mai t’amai?

ANGELICA
Son di sasso!

ALCINA
Cessate il vostro stupore.
Orlando era sì acceso nell’amore,
che per renderlo sano
io fui costretta
di condurlo a bagnar nel fiume Lete.
Da questo comprendete
ch’ogni verace amor
vive immortale,
o lo cancella sol l’onda fatale.

ORLANDO
Io resto stupefatto!

Scena Quinta

(Entrano Medoro, Eurilla e Pasquale)

MEDORO
Adorato mio ben!

ANGELICA
Caro Medoro,
quanto per te penai.

ORLANDO
Il bellicoso cor,
che tengo in petto,
d’un ozio vil
non soffre la dimora.
Resta in pace; ti lascio.
Andiamo al mare.

PASQUALE
Ma io, signor?

ORLANDO
Di te non so che fare.

PASQUALE
(ad Eurilla)
Dammi la mano.

EURILLA
Io son la tua sposina.

ANGELICA
(a Medoro)
Prendi la destra
in segno del mio amore.

MEDORO
Vagheggiarti potrò
senza timore.

ORLANDO
(ad Angelica)
Voi m’amaste? Non so;
ma se v’ho amata,
ogni torto, ogni ingiuria
ho già obliata.

54.- Coro

ORLANDO
Son confuso e stupefatto.
Donne belle, vel protesto,
nel veder che l’uom sia matto,
per la vostra crudeltà.

TUTTI
Se volete esser felici,
riamate ognor chi v’ama
con candor senz’artifici,
e contento il cor sarà.

EURILLA
E pur sempre in conclusione
che in amore gli augelletti
di noi abbian più ragione
e maggiore umanità.

TUTTI
Se volete esser felici, etc.

RODOMONTE
Niuna tigre né pantera
non ho visto in Barbaria,
che in amor fosse severa
né sentisse almen pietà.

TUTTI
Se volete esser felici, etc.

ALCINA
Dunque ognun contento sia
di godersi tranquillo in pace,
e in virtù della magia
ciascun lieto sen vivrà.

TUTTI
Se volete esser felici, etc.

MEDORO
Se in amor serbai costanza,
fu l’amor di ciò cagione;
il mio amor vince ed avanza
fin la stessa fedeltà.

TUTTI
Se volete esser felici, etc.

ANGELICA
La colomba insegna i baci,
e la fida Tortorella
negli affetti suoi tenaci
mostra a noi la fedeltà.

TUTTI
Se volete esser felici, etc.



1.- Sinfonía


ACTO PRIMERO


Escena Primera

(Paisaje montañoso. Eurilla sentada junto
a otras pastoras que trabajan)

2.- Introducción

EURILLA
Trabajar es horrible;
y es necesario trabajar todo el día.
Esta vida
me resulta muy aburrida,
viendo siempre
estas colinas a mi alrededor.
¿Quién sabe, como será luego?
¿Quién sabe?

(es interrumpida por Licone)

LICONE
¡Hija querida, lo que he visto!

EURILLA
¿Qué cosa?

LICONE
¡Socorro, auxilio!
¡Escapa, huye!...

EURILLA
¿Qué será?

LICONE
Mira, allí en la colina,
aquel guerrero que se acerca.

EURILLA
¡Ah, huyamos!

LICONE
Pero ¿dónde?

EURILLA
¡Oh, Dios!...

EURILLA, LICONE
No puedo evitarlo.
¡Ah! ¿Qué será de nosotros?

(Entra Rodomonte con un séquito de sarracenos)

RODOMONTE
¡Alto ahí!
¡Alto ahí, que nadie se mueva!
Estoy ofendido e indignado.
Desafía a los astros, desafía al destino
a que se aponga a mí.

EURILLA, LICONE
Me he quedado sin aliento
y no puedo ni siquiera hablar.

RODOMONTE
¡Callaros y responded
a mis preguntas!
Si no decís la verdad
os mataré a los dos.

EURILLA, LICONE
¡Qué susto! ¡Qué miedo!
Se me hiela la sangre, palpita mi corazón,
y no puedo respirar.

RODOMONTE
Ya la cólera de mi corazón
acrecienta al máximo mi furor
y me hace desvariar.

3.- Recitativo

¡Rápido, responde, indigno!
¿Pasó por aquí un paladín de Francia?
Responde o te daré cien patadas en la panza.

LICONE
Señor, entre estos árboles
jamás vi a un caballero errante.

RODOMONTE
¿Estos son los bosque
de la inhóspita Libia?

EURILLA
No, señor mío, escuchad.
El castillo que veis allí
está habitado.

RODOMONTE
¿Y quien es el señor de ese castillo?

LICONE
Nadie. Vos debéis saber...

EURILLA
... que hace poco llegaron
errantes y fugitivos...

LICONE
... dos personajes ilustres...

RODOMONTE
Dime quienes son.

EURILLA
Señor mío, no quisiera...

RODOMONTE
¿Quiénes son?

EURILLA
Angélica y Medoro.

RODOMONTE
¿Donde está Angélica?
¿Qué hace? ¡Qué dice?
¿Qué piensa? ¿Qué trama?

LICONE
No sabría decirlo.

RODOMONTE
Iré a consolarla.

EURILLA
Deteneos.

RODOMONTE
¿Por qué?

LICONE
Esos desfiladeros están
colmados y habitados
por un pueblo salvaje;
y si ven llegar a
un extranjero,
el infeliz
será víctima de su furor.

RODOMONTE
Vencerme no es tan sencillo.

(a Eurilla)

¿Medoro está aún con ella?

EURILLA
Medoro es el único pensamiento
de la reina.
Pasa tiernamente todo el día con él
y su rostro se cubre de alegría.

4.- Aria

¡Ah, si pudiera deciros
como son esos ojitos, esos dulces abrazos,
y esas miradas amorosas,
que hacen enamorar!
¡Esas caricias
tan encantadoras
esos desvaríos,
esos suspiros,
esos gestos,
esos delirios
que me hacen regocijar!
¡Ah, si pudiera deciros, etc.

(se marcha)

Escena Segunda

5.- Recitativo

RODOMONTE
No perdamos más tiempo.
Vayamos a su encuentro.
¡Precédeme!
Yo la defenderé del injusto furor
del conde Orlando
con mi natural valor y mi espada.

LICONE
Señor, me hacéis reír.

RODOMONTE
¡Cobarde! Así te atreves a hablar?
¡Ah, no me interesa
manchar mi espada con tu sangre!
¡El belicoso Rodomonte podría mandarte
con un solo soplo al Aqueronte!

6.- Aria

¡Temerario, oye y tiembla!
Soy el rey de Barbaria,
y el coraje de mi alma
resuena en todo el mundo.
A monstruos horribles y a gigantes
partí en más trozos
que estrellas se ven en el cielo
o granos de arena hay en el mar.
¡Temerario, oye y tiembla, etc.

(se marcha con Licone)

Escena Tercera

(Refugio en los sótanos de una torre)

7.- Cavatina

ANGÉLICA
Palpita a cada instante
mi pobre corazón.
A veces se llena de amor,
a veces se colma de furor.
Almas enamoradas,
¿qué ocurrirá?
Vosotras que experimentasteis el amor,
decídmelo, por piedad.
Palpita a cada instante, etc.

8.- Recitativo

¡Infeliz Angélica!
¿De qué sirve
ser amada con semejante ardor,
si en tu pecho está temblando el corazón?
Para evitar las crueles amenazas
del lunático Orlando,
en este lugar debe estar ¡oh, Dios!
recluida la desdichada reina.
No temo por mí
pero por Medoro tiemblo
y me aterro ¡Dios!
Lejos de mí,
tal vez a perseguir fieras
se marchó solo
al despuntar el día,
y quien sabe
si el imprudente joven
no se expondrá
a que lo hieran en el pecho.
Intentaremos salvarlo.
Tengo en mi poder
un libro de conjuros.
Lo abriré, quiero,
por virtud de la magia,
intentar aliviar mi pena.

9.- Sinfonía

(Aparece Alcina)

10.- Recitativo

ALCINA
¿Qué deseas de la maga?

ANGÉLICA
Por Medoro me consumo
con un amor apasionado.
El joven me ama
con igual pasión.
El paladín Orlando, guerrero feroz,
se ha vuelto loco por mí.
Para escapar de su ira abandoné mi reino
y con Medoro me refugié aquí.
Nada intimidará a mi perseguidor.
Dentro de muy poco vendrá hacia aquí,
trayendo a estas puertas
destrucción y muerte.
¿Quién puede decir qué martirios
me deparará el destino?

ALCINA
No temas.
Velo en defensa tuya.
El rey de Argelia viene en tu ayuda
para acabar con el orgullo del Conde Orlando,
pero nada podrá hacer Rodomonte
enfrentándose con
el paladín de Francia

ANGÉLICA
¡Ah! Puesto que tanto
cuidas de mi persona
¿dime quién eres?

ALCINA
Por mi poder debes conocerme,
de mis designios dependen
el cielo, la tierra, el mar, Cerbero,
y las furias del negro Flegetonte.
No temas, bella reina.

ANGÉLICA
Revélame tu nombre.

ALCINA
Yo soy Alcina.

11.- Aria

Con una mirada, con una sola señal mía,
se trastorna el negro abismo;
se estremece el mar, vacila la tierra,
se oye estallar el relámpago.
Sólo ante mí, la avara Parca
se hiela de miedo;
y Minos, en favor mío,
suele a menudo jugar.
Con una mirada, con una sola señal mía, etc.

(se marcha)

Escena Cuarta

12.- Recitativo

ANGÉLICA
Lo que ha dicho Alcina
consuela mi corazón
y la alegría reemplaza al cruel dolor.

MEDORO
(entrando)
¡Angélica!

ANGÉLICA
¡Ah, Medoro! ¡Medoro, por piedad!

MEDORO
Debes saber ¡oh, reina!...

ANGÉLICA
¡Oh, cielos!, ¿Qué pasó?

MEDORO
No muy lejos de aquí
vi llegar a un guerrero.

ANGÉLICA
¡Dioses!

MEDORO
Me escondí tras unos arbustos,
y pasó delante de mí.
Me pareció que era un cobarde, un mentecato.
Cansado se sentó en el suelo.
Tomé coraje;
le pregunté quién era.
Me respondió temblando:
«Soy el escudero del caballero Orlando».
Estupefacto quedé, ante semejante noticia…

ANGÉLICA
No temas, Alcina nos defiende.
Si te importa mi amor,
encuentra un refugio, escóndete de los vivos.

MEDORO
¿Dónde? ¿Cómo? ¡Ah, dioses!

ANGÉLICA
¡Oh! ¿Tienes miedo?

MEDORO
No lo creas, reina mía.

ANGÉLICA
¡Ah! ¿Quién sabe, ¡oh, dioses!
si una sospecha celosa
no te descubre?

MEDORO
Si no me crees,
es que eres muy injusta conmigo.

ANGÉLICA
Creo, amor mío,
todo lo que has dicho.

13.- Aria

MEDORO
Me marcho, pero ¡oh dios, no puedo!
Me quedo, de lo contrario pareceré un cobarde.
Pobre corazón, te entiendo;
ha llegado la hora de penar.
Me marcho. ¡Oh, Dios, no puedo! etc.
Extrañas vicisitudes
de desdén y de amor,.
No creo que un corazón pueda
superar esta prueba
Me marcho. ¡Oh dios, no puedo! etc.

(se marcha)

14.- Recitativo

ANGÉLICA
Con mi Medoro al lado
de nada me atemorizo,
de todo el mundo enemigo no me asusto.

(se marcha)

Escena Quinta

(Bosquecillo. Pascual, con una vieja armadura,
canta la siguiente canción)

15.- Cavatina

PASCUAL
Mi bella amada me ha dicho que no
cuando debía decir que sí.
Por despecho aquí moriré
si esta situación sigue así mucho más.
Yo me siento tralalalalalala.
y no puedo tralalalalalala.

16.- Recitativo

Desgraciado Pascual,
con este patrón se come poco.
Él sólo habla de amor y de pasión,
de muerte, de veneno y desesperación.
Si al menos hubiese aquí una hostería,
podría ir de inmediato
a entretener un poco mis dientes.

(Llega Rodomonte)

RODOMONTE
Caballero, ¿qué haces?
¡Desenvaina tu espada!

PASCUAL
Calma, señor mío;
yo soy Pascual,
escudero del gran Paladín Orlando.

RODOMONTE
¿El escudero de Orlando
tiene tan poco coraje?
Toma el escudo,
empuña la espada,
cálate la visera,
que quiero batirme contigo.

PASCUAL
¿De qué manera?

RODOMONTE
Con lanza, o espada,
a pie o a caballo.

PASCUAL
Si quieres con los puños,
haremos una partida.
Así es como un héroe
debe exponer su vida.

Escena Sexta

(Entra Eurilla)

EURILLA
(a Rodomonte)
Señor, el conde Orlando
lo está buscando por todas partes.

RODOMONTE
Ha llegado el momento de mi gloria.
¡Vamos ya mismo al combate!
¡A la victoria!

(se marcha)

PASCUAL
(a Eurilla)
Oye, ¿a dónde vas?

EURILLA
¿Qué quieres de mí?

PASCUAL
¡Ah, qué desventurado soy!
Socorre a un pobre muerto de hambre.

EURILLA
Pero, ¿tú quién eres?

PASCUAL
Un guerrero soy.
Y muy estimado por todos en mi país.

EURILLA
¿Por qué?

PASCUAL
¿Por qué?
Porque he viajado
por todo el hemisferio,
donde fui considerado un gran caballero.

17.- Aria

He viajado por Francia y España,
he recorrido
Alemania, Sajonia y Turquía;
pero juro por mi honor
que tengo un hambre mortal.
He combatido en Varadino,
he estado en Pekín
y vi también la tierra de los tártaros;
pero juro por mi honor,
que tengo un hambre mortal.
Estuve en Japón,
en Croacia, en Bressanone,
en la Puglia y en Soria;
pero juro por mi honor,
que tengo un hambre mortal.
En Marruecos y en Argelia
vencí a cien caballeros,
fui señor de Valaquía;
pero juro por mi honor,
que tengo un hambre mortal.
Sólo tú, bella muchacha,
me puedes reconfortar.
He viajado por Francia y España, etc.

(Se marcha con Eurilla)

Escena Séptima

(Ameno jardín con una fuente)

18.- Recitativo

EDORO
Sí, reina mía, lo he decidido.
Sólo a ti confío mi plan:
al oscurecer quiero partir de aquí

ANGÉLICA
¿Y tienes el coraje de dejarme así?
¿Intentas abandonarme?

MEDORO
No te abandono, no,
contigo queda mi corazón.
Si me quedo aquí,
te expongo a un peligro mayor, querida.

ANGÉLICA
¡Cruel!

MEDORO
¡Ídolo mío!

ANGÉLICA
¡Qué amargo destino!

19.- Aria

No te vayas, luz de mi vida,
quédate ¡oh querido! en esta tierra.
Si me dejas, amado mío,
moriré sin ti.
Ya me oprime un feroz dolor
y de mis ojos brota el llanto,
tanto desasosiego hay en mi corazón
que no lo puedo soportar, ¡ay!
Pero te quedas pensativo y no respondes:
vuelve hacia mí tu triste mirada
¡Santo cielo! ¿Qué día es éste?
¡Qué tortura cruel y feroz!
¡Ah, no puedo soportar, oh Dios,
tan cruel fatalidad!
No te vayas, luz de mi vida, etc.

(Se marcha)

20.- Recitativo

MEDORO
No puedo vivir siendo odiado
por mi bella diosa, no.
Quiero seguirla,
quiero al menos estar a sus pies.
Pero, ¿quién se acerca?
¡Ah, busco en vano
una escapatoria, consejo y ayuda!
¡Mi suerte está echada!
¡Estoy perdido!

(Se marcha y entra Orlando)

Escena Octava

21.- Recitativo acompañado

ORLANDO
Angélica, mi bien,
mi sol, mi vida.
¿Dónde te escondes?
¿A dónde fuiste?
Lejos de ti
los días me aburren,
odio el placer,
desdeño mis glorias;
ávido de morir
maldigo el destino
que me eligió
como víctima de este embrujo.
Mientras tanto, hasta que venga Rodomonte,
quiero refrescarme en esta fuente.
¡Ay de mí!
¿Qué veo ante mis ojos en este tronco?
¡Veo aquí grabado
el odiado nombre de mi rival!
Y aún más, sobre este árbol,
está escrito el nombre
de su amada Angélica
¡Ay de mí! ¡Qué feroz dolor!
¡Caiga todo por tierra!
¡Caiga todo al suelo!

(desenvainando su espada, derriba la fuente,
la estatua y los árboles.)

No quedaré plenamente satisfecho
si esta espada
no hundo en su pecho.

22.- Aria

¡El nombre de Angélica!
¿Pero cuándo, cómo,
pero dónde estará?
"¡Feliz Medoro!"
¿Qué diablos dice?
"¡Tu amada Angélica!"
¡Ah, árboles crueles!
¿Qué extraño temor
asedia mi corazón
y me hace estremecer?
¡El nombre de Angélica!, etc.

Escena Novena

(En un bosquecillo)

23.- Recitativo

PASCUAL
Evitar el ruido, decía Catón,
y con esto enseñaba a ser holgazán.
Presiento que el conde Orlando
quiere obtener a Angélica por la espada.
Para evitar obstáculos y peligros diré
que quien la quiera que se la agarre.

(Entra Rodomonte)

RODOMONTE
¿Dónde se esconde el furioso Orlando?

PASCUAL
Hace rato, señor,
que lo estoy buscando.

RODOMONTE
Voy a buscarlo
y con esta espada
sabré abrirme paso.

(Se marcha)

PASCUAL
¿Qué embrollo es éste?

(Entra Orlando)

Escena Décima

ORLANDO
¡Holgazán! ¿Qué haces aquí?
Ven conmigo a combatir,
ven a enfrentar el desafío.

PASCUAL
A decir verdad, señor mío,
tengo apetito.

ORLANDO
¡Bellaco! Los caballeros
se alimentan de gloria y duelos.

PASCUAL
No nací caballero.

ORLANDO
Pero puedes llegar a serlo.

PASCUAL
No, gracias.

(Entra Eurilla)

EURILLA
(para sí)
¿Dónde estará Medoro?

ORLANDO
¿Qué buscas?

EURILLA
Nada... quería... vine a...

ORLANDO
Di la verdad
o hundiré el acero
en tu pecho vil.

EURILLA
¡Ah, tened piedad, me muero!

ORLANDO
¡Habla, o te corto la yugular!

EURILLA
Angélica y Medoro...

ORLANDO
¿Donde están? ¿Qué hacen?
Habla, o morirás aquí mismo.

EURILLA
¡Ay, qué angustia!

24.- Final

ORLANDO
¡Rápido, responde, indigna!
¿Esa ingrata y despiadada mujer,
con Medoro
hizo aquí el amor?

EURILLA
¡No por cierto, señor mío!
Aquí estuvieron conversando.

ORLANDO
Bien lo entiendo todo.
¿Y qué más?

EURILLA
Y no sé más nada.

ORLANDO
¡Habla, o te mataré!

EURILLA, PASCUAL
Ella le explicó con deleite
y con tierno afecto
el amor que la ha herido.

ORLANDO
¿A Medoro?

EURILLA, PASCUAL
Sí, señor.

ORLANDO
¡Rayos! ¡Dioses! ¡Cielo! ¡Destino!
Hoy quiero ver a todo el mundo
hecho pedazos.

PASCUAL
Pero, señor, calmaos.

EURILLA
Refrenad vuestra indignación.

EURILLA, PASCUAL
Detened esa furia cruel.

ORLANDO
Juro sobre esta espada
que no soy el conde Orlando
si no hago mil pedazos
a mi traidor rival.

EURILLA, PASCUAL
¡Pobre de mí! ¡Qué horror!
Siento a causa del temor
que me estalla en el pecho el corazón.

(Se marchan todos)

Escena Undécima

(En un jardín delicioso)

ANGÉLICA
Siento en el pecho ¡oh, Dios!
un tétrico horror de muerte.
La sombra de mi amado
veo ante mí.
Anulad ¡oh, dioses!
un presagio tan funesto.
¡Cielos, qué día,
qué dolor tan atroz!

(Entran Pascual y Eurilla)

PASCUAL
¡Rápido, rápido, señora, huya!
Ya llega lleno de furia.

EURILLA
¡Ya llega Orlando!
Me palpita el corazón,
tiemblo toda,
no me puedo mantener en pie.

ANGÉLICA
¡Mi amado!

PASCUAL
¡Por favor, váyase!

ANGÉLICA
¡Ah, huyamos!

EURILLA
¡Buscad un refugio!

PASCUAL
¡Rápido que ya viene!

EURILLA
¿Por qué os demoráis?

EURILLA, PASCUAL
Ya no hay salvación ni escapatoria.

ANGÉLICA
No sé si partir o quedarme.
¡Infeliz de mí, no encuentro quien me aconseje!
¡Cielos! ¡Dioses!
¿Ante tanto peligro
quién me ayuda,
quién me socorre?

(Al salir se encuentra con Rodomonte)

Escena Decimosegunda

RODOMONTE
¿Dónde se esconde
ese osado caballero
que hace poco me envió
una invitación para luchar?
Que venga que le arrancaré
el corazón pedazo por pedazo,
y así me reiré
de su gran valor.

ANGÉLICA, EURILLA, PASCUAL
¡Huye, huye de este gran peligro!

RODOMONTE
¿Huir Rodomonte!
Ni ante cien escuadrones
temblé alguna vez.

(Entra Medoro)

MEDORO
¿Quién me salva o me esconde,
ahora que se cumple mi destino?
Desdichado, pobrecito,
ya todo acabó para mí.

ANGÉLICA
¿Quién socorre a una infeliz?
¡Ah, me muero, me desmayo;
ya no late el corazón en mi pecho!
¡Qué día tan terrible!

EURILLA, PASCUAL
ANGÉLICA, MEDORO
¡Tantas angustias, tantas penas,
todas juntas y al mismo tiempo!
Siento el corazón oprimido,
y todo lo hace vacilar.

(Entra Alcina)

ALCINA
Vanos temores agitan tu corazón
si te asisten el amor y el destino,
pues contra ellos son impotentes
hasta los mismos rayos de Júpiter.

RODOMONTE
¡Que venga el conde Orlando
lo estoy buscando!
¡Tengo ganas de ver
qué diablos sabe hacer!

ANGÉLICA, EURILLA
MEDORO, PASCUAL
¡Por piedad!

ALCINA, RODOMONTE
¿Qué dicen?

ANGÉLICA, EURILLA
MEDORO, PASCUAL
¡Salvémonos!

RODOMONTE
Non temblad, pues os defiende mi valor.

EURILLA, PASCUAL
Poco a poco, despacito,
nos iremos de este sitio
para buscar un refugio.

(Se marchan)

RODOMONTE
Juro por todos los dioses del averno
que seré su eterno enemigo
y seré vuestro defensor.

ALCINA
Tu poder no podrá vencerlo,
el coraje de un mortal
no lo puede sojuzgar.

EURILLA
(regresando)
¡Rápido, rápido! ¿Qué hacen?
¡Huyan y protéjanse,
que Orlando,
enloquecido por los celos,
con horrenda cara
gruñendo y amenazante,
los busca por todos lados
y ya viene hacia aquí.

ANGÉLICA, MEDORO
¿Acaso puede darse
un destino más despiadado,
una crueldad mayor
que ésta?

PASCUAL
(regresando)
Estoy totalmente sudado.
¡Ay de mí, qué terror!
Orlando, mi patrón,
con su espadón
se acerca a grandes pasos.
¡Qué horrible estruendo,
qué estrago, qué matanza!
¿Qué diablos pasará?

ANGÉLICA
¡Bien mío!

MEDORO
¡Mi vida!

RODOMONTE
¡Silencio!

EURILLA
Es el fin.

RODOMONTE
Veréis como dentro de poco
todo ese fuego se extingue.
Quiero ver
ese orgullo y esa soberbia
humildemente sometidos
y pidiendo piedad.

ALCINA
Descartad el temor,
alegrad los corazones;
Como Alcina os ayuda,
es en vano tener miedo.

RODOMONTE
La indignación me enardece.

PASCUAL
¡Detente, que ya llega!

RODOMONTE
Un río de sangre,
verás correr, villano...

PASCUAL
¡Ay de mí, estamos en problemas!

RODOMONTE
... sus orejas, su nariz.

EURILLA, PASCUAL
Estamos convencidos.

MEDORO
¡Se acerca!

ANGÉLICA
¿Por dónde?

RODOMONTE
¡Acércate!

ALCINA
¡Aquí está!

(Rodomonte queda transformado en Alcina)

Escena Decimotercera

25.- Recitativo

(Entra Orlando)

ORLANDO
¡Detente, por Belcebú!
¿Donde está Angélica? ¿Dónde está?
¿Quién es ella y quién eres tú?
¡Habla, habla, respóndeme!

ANGÉLICA, EURILLA
MEDORO, PASCUAL
¡Qué terrible semblante!
El miedo se apodera de mí.
Furtivamente
intentaré huir
de este loco.

ORLANDO
(a Eurilla)
¡Alto ahí, indigno Medoro!

EURILLA
Yo, señor, soy Eurilla.

ORLANDO
(a Pascual)
¿Quizás eres tú mi rival?

PASCUAL
No, señor, yo soy Pascual.

ORLANDO
¡Satanás, si te atrapo...

PASCUAL
Ahora estamos en un grave problema.

ORLANDO
¿Dónde está la ingrata?

ANGÉLICA
No puede reconocerme.

ORLANDO
¿Y mi amada?

PASCUAL
Yo no soy ella.

ORLANDO
¿A dónde se fue?

EURILLA
No lo sé.

ORLANDO
¡Traidor!

PASCUAL
¡Soy inocente!

ORLANDO
¿Dónde estará?
Confiesa,
o con esta espada...

ALCINA
¡Desdichado, alto ahí!

(Ante una señal de Alcina, Orlando queda
atrapado dentro de una jaula de hierro.)

ANGÉLICA, EURILLA
MEDORO, PASCUAL
RODOMONTE
¿Qué veo!
¡Qué milagro! ¡Qué portento!

TUTTI
En un mar lleno de escollos
mientras sopla el viento norte,
sin brújula y sin timón,
trato de hallar un puerto para amarrar.



ACTO SEGUNDO


Escena Primera

(En un bosquecillo)

26.- Recitativo

ORLANDO
Siempre, siempre tengo presente
en mi turbada mente
el fiel retrato
de mi cruel y adorada amada.
Por momentos,
veo que se divierte y que sonríe;
y en otros con una dulce mirada
siento que me mata.

RODOMONTE
(entrando)
Toma inmediatamente tu espada;
y batiéndonos, veamos,
si tu valor es igual a tu fama.

(se baten)

ORLANDO
¡Loco!

EURILLA
(entrando)
¡Deténganse!
En este momento Angélica
se dispone a huir con Medoro

ORLANDO
¡Pérfida mujer!
Buscaré a esa tirana
por montes y bosques,
desde el inhóspito desierto
hasta el mar congelado.
¡Non puede ser que Orlando
quede sin venganza!

(Se marcha)

RODOMONTE
¡Osada!
¿Te atreves a arrebatarme
la gloria de un duelo?

EURILLA
Perdonad, señor,
creí que hacía bien.

RODOMONTE
La cruel envidia
quiere opacar la gloria
de mis triunfos.

(Eurilla se marcha)

Escena Segunda

27.- Aria

RODOMONTE
Mil rayos de encendidas chispas
saltarán de mi belicosa espada
y sin reparos, traspasaré
el corazón de ese bárbaro enemigo.
Muchas veces con esta mano
desbaraté el valor de los franceses.
Formidable, aún desde la lejanía,
ha sido siempre Rodomonte.
Mil rayos de encendidas chispas. etc.

(Se marcha)

Escena Tercera

(Amplia campiña con mar adyacente)

28.- Recitativo

MEDORO
En este horrible lugar solitario
al menos podré ocultarme sin miedo.
Pero, ¿dónde? ¡Oh, Dios!
Aquí todo respira horror.
Desierta está la campiña
y de este otro lado, el mar.
¡Miserable! ¿Qué refugio podré hallar?

EURILLA
(me inspira compasión)
Coraje. Vuestra suerte
finalmente cambiará.

MEDORO
¡Ah, no lo creo!
Angélica, ¿dónde estás?
¿No volveré a verte,
bella reina?...

EURILLA
¡Ay de mí!
Un guerrero se aproxima.

MEDORO
¡Ah, ya se acerca
el momento fatal de mi vida!
¡Angélica bien mío!
¡Eurilla, adiós!

EURILLA
Aquí hace falta valor.
En aquella gruta
podéis encontrar refugio.

MEDORO
¡Vayamos!

EURILLA
¡Rápido!

MEDORO
¡Ah! Si ves
al adorado bien mío,
a mi tesoro,
dile en qué estado
se encuentra el pobre Medoro;
dile que me ame...

EURILLA
He entendido, sí, señor.

MEDORO
¡Detente!... ¡Ah, no!
Quisiera explicarme
pero no sé qué decir.

29.- Aria

Dile que un amante infeliz,
un desventurado amante,
en medio de estas plantas
murió miserablemente.
¡Ah, no le digas eso!
Dile, dile, dile que me ame.
¡Ah, bien mío! ¿Dónde estás?
Ven con quien te adora
si aún sientes piedad
de mis males y de mi dolor...
Pero, ¿a quién le hablo?
¿Con quién razono?
Estoy loco, desesperado;
no encuentro consejo.
¿Quién soportó un rigor más cruel
del adverso destino?
¡Ah, no! Dile que un amante infeliz, etc.

(Se marcha)

30.- Recitativo

EURILLA
Ése parece ser Pascual.
Escondida entre estas plantas
quiero hacerle una hermosa broma.

(se retira)

Escena Cuarta

31.- Cavatina

PASCUAL
¡Victoria, victoria!
¡Suenen trompetas,
canten la gloria
del gran Pascual!

32.- Recitativo

EURILLA
(Para sí)
Ahora quiero divertirme.
Lo asustaré un poco.

(adelantándose de golpe, a Pascual)

¿Donde estás, Pascual?

PASCUAL
¡Ayuda, ayuda!

EURILLA
¿Qué ayuda? ¿Qué dices?
¿Por qué tienes miedo?

PASCUAL
Yo no sé lo que es el miedo
y estos bosques conocen mi valentía.

EURILLA
Pero ¿estás temblando?

PASCUAL
No siempre ¡oh, querida!
se tiembla de miedo.

EURILLA
¡Adiós, Pascual!

PASCUAL
¿Me abandonas tan pronto?

EURILLA
No puedo quedarme.

(Tengo que advertir a Angélica, es urgente)

PASCUAL
Si quieres, querida, podemos ir juntos.

EURILLA
¿Juntos?

PASCUAL
Sí, si nos casáramos.

EURILLA
¡Loco!

PASCUAL
¡Pícara!

EURILLA
Si hablas en serio, tal vez podría...

PASCUAL
Habla con libertad,
mi bello rostro.

EURILLA
No me gusta verte vestido de esta manera.

PASCUAL
Quiero darte el gusto,
pero sólo por un ratito;
porque si mi patrón me descubre
estaré metido en un gran lío.

EURILLA
No temas eso.
Ven conmigo al interior del castillo.

PASCUAL
Voy sin demora,
mi bello rostro.
¡Ah!

33.- Dúo

EURILLA
Tu amable rostro
me hace languidecer.
Siento en el pecho una angustia
que no sé describir.
Pero tú, pícaro,
pequeño gracioso,
bien lo comprendes;
mejor entiendes
lo que quiero decir.

PASCUAL
¡Ah!

EURILLA
¡Tú suspiras!

PASCUAL
¡Eh!

EURILLA
¡Tú me miras!

PASCUAL
¡Ih!

EURILLA
¿Me amas?

PASCUAL
¡Oh!

EURILLA
No te demores.

PASCUAL
En definitiva, ni al caballo ni al jinete
se los puede refrenar
cuando los incita el amor.

EURILLA
Definitivamente por amor
me siento inflamada.

(Se marchan juntos)

Escena Quinta

34.- Aria

ANGÉLICA
Brisas suaves,
verdes laureles,
plácidas olas,
amigos, decidme,
¿dónde está mi amado?
Sólo el eco, con débil tono,
despacito me responde
que no me conviene buscar a Medoro
entre las olas y las brisas.
Brisas suaves, etc.
¡Qué infeliz soy! ¿A dónde iré?
Aquí lloro, aquí suspiro,
afligida, abandonada y desesperada
debo sufrir.

35.- Recitativo

¡Ah, Medoro! ¡Medoro, alma mía!
¿Dónde, dónde estarás?
¿Por dónde andas?
¡Ah! ¿Quién sabe? Tal vez ya estés lejos de mí.
El cruel e inhumano que te separó de mí
estará plenamente satisfecho.
Pero, ¿adonde iré? ¡Cómo palpita mi corazón!

(Se marcha. Entra Alcina)

Escena Sexta

ALCINA
El frenesí de Angélica,
el arrebato amoroso,
la fuga de Medoro
y la locura furiosa de Orlando
podrían acarrear
venganza y muerte.
Acabemos con este tormento,
concluyamos el trabajo.
Que inútiles sean
las amenazas y la furia del paladín.
Los amores de Angélica
volveré afortunados;
y mientras, desesperada,
va a arrojarse al fondo
del mar espumoso,
que se encuentre junto
a su adorado amante.

(Se marcha. Regresa Angélica.)

Escena Séptima

36.- Recitativo acompañado

ANGÉLICA
En este bosque en vano,
en vano, busco a mi amado.
¡Ah, ya no vive!
Tal vez entre las olas
dejó de existir;
o quizás una fiera
le abrió el pecho
con sus afilados colmillos.
¡Ha muerto,
ha muero mi amado!
No deseo seguir viviendo
ni un solo momento más.
Plácidas olas
que escucháis mi llanto,
recibidme en vuestro seno.
Con valor, iré al encuentro de la muerte.
Desde aquélla roca
me arrojaré al mar.

(trepa a la roca)

Ese inhumano sabrá
el corazón que hay en mi pecho.
¡Sí, sí, moriré!
Que en el ondulante oleaje
se pierda el recuerdo de Angélica
y que para la posteridad
sea sólo una triste historia

(Mientras intenta arrojarse al mar,
Angélica encuentra a Medoro)

Escena Octava

ANGÉLICA
¡Medoro!

MEDORO
¡Amor mío!

ANGÉLICA
¿Estás vivo?

MEDORO
¿Respiras?

ANGÉLICA
¿Qué dios amigo te salvó,
te defendió de tu
penoso destino?

MEDORO
La piedad de Eurilla
me ha salvado.

37.- Dúo

MEDORO
¡Qué felicidad experimento en mi pecho,
qué bello es respirar!

ANGÉLICA
Que nunca acabe
este feliz delirio.

MEDORO
¡Qué momento para un corazón enamorado!

ANGÉLICA
¡Qué placer en este instante!

ANGÉLICA, MEDORO
¡Ah, que el dios del amor
conserve esta bella fidelidad!

38.- Recitativo

MEDORO
Pero no perdamos ¡oh, querida!
tan precioso tiempo.

ANGÉLICA
¡Huyamos de esta playa!
No muy lejos de aquí
vive un pescador
que nos prestará
un pequeño bote.
En otras playas
viviremos tranquilos.

MEDORO
Tu cetro y tu reino
perderás por mí.

ANGÉLICA
Tal perdida, si es por ti,
me será muy leve.

(Al partir son detenidos por Orlando)

Escena Novena

ORLANDO
¡Detente, malvado!

(a Medoro)

Quiero arrancar el corazón
de ese vil pecho.

ANGÉLICA
¡Piedad!
¡Piedad, de nuestro amor!

ORLANDO
Dentro de mi pecho
no anida la piedad,
solamente reina
el odio, el desdén y el furor.
¡Muere, traidor!

ALCINA
(apareciendo)
¿Qué intentas, loco?

(Angélica y Medoro se marchan)

ORLANDO
¿Quién eres?
¡Qué osadía, qué arrogancia!

ALCINA
Deberías conocerme muy bien.

ORLANDO
¡Déjame, malvada!

ALCINA
¡Detente, corazón indigno!

ORLANDO
(para sí)
¡Ante sus palabras pierdo el coraje!

(A Alcina)

Arde mi corazón de desdén,
de amor, de celos,
y más cruel se vuelve
mi pena.

ALCINA
Te dejo, pero no intentes
perseguir a los dos enamorados,
piénsalo, o volveré aquí
de inmediato.

(Se marcha)

Escena Décima

ORLANDO
¿Y una vil doncella
le prohibirá a Orlando
perseguir a su rival?
Tal vez ella...
No sé quien es,
ni me importa saberlo,
sólo siento en mi corazón
que habla la ira.

(Aparece un monstruo)

¡Ay de mí! ¡Qué horror!
¡Qué monstruo del Averno
se presenta ante mí!
¡Me iré de aquí, regresaré al bosque!

(come antes)

¡Dioses omnipotentes!
Una Hidra feroz
me impide seguir adelante.
Y aquí un feroz dragón
lanza ardientes llamas.
¿Dónde estoy?
¿Deliro o estoy despierto?
Jamás vi un espectáculo tan funesto.

39.- Aria

¿Qué veo? ¿Qué escucho?
¡Ah, las furias con las serpientes,
con las llamas y con los tormentos
quieren espantarme!
Mi cerebro está confundido
por la rueda de Ixión,
y en mi corazón hay un buitre
al que no puedo saciar.
¿Qué veo? ¿Qué escucho? etc.

(Se marcha)

Escena Undécima

(Habitación en el castillo)

40.- Recitativo

PASCUAL
Vistiendo estos ropajes
mejoro mi imagen.
Eurilla, cuando me vea,
querrá quedarse conmigo.
Pero silencio que aquí viene.
¡Me esconderé aquí!

EURILLA
(entrando)
Pascual llegará pronto,
porque sabe que lo espero en este lugar.

PASCUAL
Señora, ante vuestro hermoso hocico,
quiero decir...
vuestro rostro de diamante,
me inclino
y me entrego a vos
con una profundísima reverencia,
diciéndoos de corazón:
"Vuestro humilde servidor"
¿Te gusta el cumplido?

EURILLA
Hablas con mucha elegancia;
se ve que has estudiado.

PASCUAL
¡Sí, muchísimo! Has de saber
que todas las damas de Francia,
aquellas que tienen un poco de "malice",
me llamaban "mon caprice".
¡Y en París!
¡Oh, querida, qué hermosa ciudad!
Salía habitualmente cada mañana
a encantar bellas mujeres
con mi violín.

EURILLA
¿De veras?

PASCUAL
Ciertamente.

EURILLA
No lo creo.

PASCUAL
Créeme, querida,
mi violín es tan fatal
que hace morir de dulzura y espasmos.

EURILLA
Pero...

PASCUAL
Calla,
y abre las orejas
a mi música.

41.- Aria

Ésta es mi nota más larga
y éste es mi trino.
No se lo cedo a ningún grillo,
ni al fagot ni al oboe.
¡Mira como hago arpegios!
¡Qué staccato,! ¡Qué staccato,!
Oigan esta síncopa,
el frenético, el andantino,
y el pequeño "grupetto",
los contratiempos, el "obbligato".
¡Ah, ni siquiera un "castrato"
canta mejor que yo!
¿Qué me dices? ¿Qué te parece?
Vuelvo a poner resina en el arco
y tocaré el resto.
¡Qué semicorcheas! ¡Qué trecillos!
¡Oh, qué bello firulete!
¡Oh, qué agudo! ¡Oh, qué grave!
¡Qué pasaje! ¡Qué estruendo!
¿Qué me dices? ¿Qué te parece?
Este es el modo de tocar.
Te saludo y me marcho.
¡Qué semicorcheas! ¡Qué trecillos! , etc.

(Se marcha. Entran Rodomonte, Eurilla y Alcina)

Escena Duodécima

42.- Recitativo

RODOMONTE
¿Dónde está Angélica?
¿A dónde fue?
En vano la vengo buscando hasta aquí.

ALCINA
Los amantes están a salvo;
yo los defendí.

RODOMONTE
¿Dónde están?

ALCINA
Ya lo sabrás.
Quiero que todos estén presentes
en el funesto espectáculo.
Os espero a ambos
en mi gruta.
La caverna se encuentra
en el cercano peñón.
La estrada está oculta por una
espesa hilera de fúnebres cipreses.
El terreno está por
largo trecho desolado.
Allí deberéis entrar sin temor.

EURILLA
Pero...

ALCINA
No temáis

RODOMONTE
Iré, Rodomonte lo jura.
Es una vileza que un héroe tenga miedo.

ALCINA
Aunque sé que es difícil hacerlo,
espero poder sofocar la pasión
que obsesiona a Orlando
y que algún día
podría ser funesta para él.

(Se marchan todos)

Escena Decimotercera

43.- Final

(Gruta mágica de Alcina)

(Entra Orlando, seguido por Pascual)

ORLANDO
A la solitaria caverna
donde se encuentra Alcina,
traigo conmigo el desdén,
la rabia y el furor.

PASCUAL
Querido y bello patrón,
apiádese de un pobre hombre.
Soy un caballero
lleno de temor.

ORLANDO
¡Calla, bellaco, calla,
y sigue mis pasos!

PASCUAL
¿Cuándo acabará ¡oh, Dios!
su crueldad?

ORLANDO
¡Adelántate! Ve y dile a la bruja,
que quiero hablar con ella.

PASCUAL
Señor, esa tarea
no la puedo realizar.

ORLANDO
¡No repliques, indigno,
o te haré polvo...

PASCUAL
Señor, señor...

ORLANDO
... o con un palo
te romperé los huesos!
Cuando haya vencido a Alcina
triunfaré en el amor.
Sí, los dos amantes culpables
deberán caer a mis pies.

PASCUAL
Señor patrón...

ORLANDO
¿Qué quieres?

PASCUAL
No encuentro a la bruja.

ORLANDO
Regresa allí de nuevo.
¡Detente!

PASCUAL
¡Aquí estoy!.

ORLANDO
¡Alcina, ven aquí,
Orlando te lo ordena!

PASCUAL
¡Ah no, señor patrón!

ORLANDO
¿Quieres callarte?

PASCUAL
¡Ay, ay de mí!

(Alcina sale de la gruta)

ALCINA
Aquí estoy, ¿qué deseas?

ORLANDO
¡Furia vengadora del averno!

PASCUAL
Es mi patrón quien lo dice.

ORLANDO
¡Megera cruel, Alecto!

PASCUAL
¡Eso lo dice mi patrón!

ORLANDO
¡Enemiga del género humano!

PASCUAL
¡Para mí eres una Venus!

ORLANDO
Si al pérfido Medoro quieres defender
con tus artes mágicas...

ALCINA
¡Basta ya!
¡Ya toleré demasiado!

ORLANDO
Quiero tenerte cerca...

ALCINA
¡Detente, no avances más,
o te convertiré en piedra!

ORLANDO
(ríe)
De tu furor me río.
En su infernal morada
atacaría a Plutón
y como un nuevo Teseo,
como un Hércules invicto,
llevaría la muerte y destrucción,
hasta las mismas puertas
del infierno.

ALCINA
¡No te acerques!

ORLANDO
¡Aguarda, que ahora deberás
experimentar mi furor!

ALCINA
¡Acércate si tienes coraje!

ORLANDO
¡Cerbero!... ¡Furia!... ¡Demonio!...

ALCINA
Así se venga Alcina
cuando es humillada.

(Alcina transforma a Orlando en piedra)

PASCUAL
¡Ah, pobre Pascual!
Me siento mal,
me siento tambalear.

Escena Decimocuarta

(Llegan Angélica y Medoro, luego Eurilla
y finalmente Rodomonte)

ANGÉLICA
Avanzo con paso temeroso
por este horrendo sendero,
adonde los rayos del sol
jamás osan penetrar.

MEDORO
¡Ah, amor mío! ¿Qué lugar es éste?
¡Qué silencio, qué terror!
Vacila en mi pecho el corazón
y lo siento palpitar.

EURILLA
Pobre de mí, voy toda temblorosa.
¿Quién sabe adónde
estará oculta Alcina?

RODOMONTE
Espectros, fantasmas, sombras errantes,
que giráis a mi alrededor,
respetad a Rodomonte,
u os arrepentiréis.

ANGÉLICA
¿Qué veo?

EURILLA
¡Pascual!

PASCUAL
¡Eurilla!

RODOMONTE
¡Medoro!

PASCUAL
¡Ay de mí, me muero!

ANGÉLICA, EURILLA
MEDORO, RODOMONTE
¿Que pasará? ¿Qué está por ocurrir?

RODOMONTE
(a Pascual)
¡Habla! ¿Por qué estás aquí?

PASCUAL
Diré, señores míos
¡por qué la cosa, está muy clara!
Yo vine... no... aquí estoy...
Os ruego me perdonéis
si empiezo de nuevo.

RODOMONTE
Pierdo la paciencia.

PASCUAL
Un poco de paciencia,
pues el asunto es importante,
Yo soy... no... no soy aquel...
Es decir... sobre todo
no puedo seguir.

RODOMONTE
¿Por qué, holgazán,
has venido hasta aquí?

PASCUAL
Mi patrón, convertido en piedra,
lo dirá por mí.

ANGÉLICA, EURILLA
MEDORO, PASCUAL
RODOMONTE
¡Qué caso sobrenatural!
¡Qué grave suceso!
¿Qué dios poderoso
hizo algo así?

ALCINA
¡Eh, no tembléis,
no tengáis miedo!
Yo convertí a Orlando
en piedra.

PASCUAL
¡Es cierto, muy cierto!
Soy vuestro humilde servidor,
despacio, muy despacito
me iré de aquí.

ALCINA
¡No te vayas!

RODOMONTE
¡Quédate ahí!

PASCUAL
¡Ay de mí, qué miedo!

ANGÉLICA, EURILLA, MEDORO
Me palpita el corazón,
siento que me hielo.

ALCINA
Si deseáis que el indigno
de nuevo regrese a la vida,
sólo con una señal de mi parte
se puede lograr.

PASCUAL
Deseo que mi patrón
permanezca siendo de piedra,
porque así con su bastón
ya no me golpeará.

ALCINA
Decídete; ¿qué quieres?

ANGÉLICA
No quiero venganza.

EURILLA, PASCUAL
¡Oh, este es un problema
que hace temblar!

ANGÉLICA
No deseo venganza,
haz como quieras.

RODOMONTE
Quiero aplacar el ardor
de ese pérfido.

EURILLA, MEDORO, PASCUAL
¡Oh, este es un problema
que hace temblar!

ALCINA
Qué se cumplan tus deseos.
¡Volvamos a ver
con vida a Orlando!

(Orlando vuelve a la vida)

ANGÉLICA, EURILLA, MEDORO
PASCUAL, RODOMONTE
¿Qué veo? ¿Qué portento?
Semejante cambio
me deja estupefacto.

ORLANDO
¿Dónde estoy?
¿Qué densa nube
ofusca todos mis pensamientos?
¿Qué os he hecho, injustos dioses?
¿Por qué tanta crueldad?

RODOMONTE
Ahora que has vuelto a la vida,
mírame a la cara y tiembla.

ANGÉLICA
Parece que Orlando amenaza
y se agita con renovado furor.

ORLANDO
¡Sí, te reconozco, indigno!
Todos deben temblar.
¡Pérfidos!
No gozaréis de un amor vilipendiado.

ALCINA
Recuerda quien eres
y modera tus palabras,
si no quieres convertirte
en un gran bloque de piedra.

(Se marcha)

ORLANDO
Peor que un rayo lanzado
por la ira de Júpiter,
peor que un mar agitado,
que una feroz tempestad,
que un viento, que un relámpago,
que un torbellino, que un trueno,
peor que todo eso me siento
y me quiero vengar.

(Orlando sigue a Alcina hacia el interior de
la cueva que se derrumba y queda atrapado.)

ANGÉLICA, EURILLA, MEDORO,
PASCUAL, RODOMONTE
Poco a poco
regresa la calma
a mi corazón,
huye el temor,
y el alma
comienza a respirar.
En un instante desaparecen
las dudas, el temor, las sospechas,
y siento que a mi pecho
regresa la alegría.

ALCINA
Poco a poco
regresa la calma
a mi corazón,
huye el temor,
y el alma
comienza a respirar.
En un instante desaparecen
las dudas, el temor, las sospechas,
y siento que a mi pecho
regresa la alegría.

ANGÉLICA, EURILLA, MEDORO
PASCUAL, RODOMONTE
El eco nos devuelve
nuestros alegres aplausos,
y en la cueva resuenan
gritos de victoria.

ALCINA
El eco nos devuelve
nuestros alegres aplausos,
y en la cueva resuenan
gritos de victoria.



ACTO TERCERO


Escena Primera

(Río Leteo y vista lejana de los campos Elíseos.
Orlando duerme sobre una piedra. Caronte está
en su barca; entra Alcina)

44.- Aria

CARONTE
Sombras insepultas,
¡marcharos de aquí!
No puedo franquearos
el paso hacia el infierno.

45.- Recitativo

ALCINA
En la mente de Orlando
la magia ha aplacado la locura,
pero no la ha curado.
El amor arraigado en su corazón
podría regresarlo al furor inicial.
Por eso te ordeno, Caronte,
que cubras su frente
con el olvido,
y que por virtud de estas turbias aguas
él olvide a Angélica por completo.

CARONTE
Tus órdenes son para mí, ley.

ALCINA
La lanza, el escudo
y la terrible espada
que a la Galia otorgó
tan grandes honores,
envilecidos ahora
por causa del amor
los encontrará aquí
Orlando cuando despierte.
¿Oíste?

CARONTE
Oí.

ALCINA
Sólo me resta cumplir el final.

(Se marcha)

46.- Recitativo acompañado

ORLANDO
¿Sueño? ¿Estoy despierto? ¿Qué?
¿Qué sitio es éste?
¡Angélica, Medoro y Rodomonte
estaban conmigo en el oscuro antro!
Desaparecieron como un rayo ante mis ojos.
Creí quedar sepultado entre las ruinas
y ahora me encuentro aquí, solo...

(Se levanta)

¿Cómo es que están aquí, mi espada, mi yelmo
y mi escudo colgados de ese arbolito?
Mi mente se confunde
y se pierde...
¿Quién es aquel de tupida barba?
¡Qué alas fugaces
parece tener el señor del tiempo!
Por su remo curvo
reconozco al barquero
del último viaje...
¡Ah, de pronto me siento transportado
al reino de Morfeo!
Un profundo sopor me invade,
siento mis ojos cansados
y pesados mis párpados.

47.- Aria

Pensamientos míos, ¿dónde estáis?
Este es el reino del silencio,
el viento está mudo, la brisa quieta
y todo invita a reposar.
Pensamientos míos... etc.

48.- Recitativo acompañado

CARONTE
Que las incontrolables olas
infundan en tu corazón
la cordura que perdiste.

ORLANDO
¡Ah, qué dolor feroz!

Escena Segunda

(Un bosque. Angélica perseguida por salvajes)

49.- Recitativo

ANGÉLICA
¡Deteneros, temerarios!
¡Respetad mi sexo y mi rango!

MEDORO
(entrando)
¡Angélica amenazada por gente armada!
¡Ah, bárbaros! ¡Ah, crueles!

(combaten)

¡Ay de Mí, surge sangre por todos lados!

ANGÉLICA
¡Despiadados... hay de mí!
¡Lo han matado!

(Se marcha)

(Entran Orlando, Rodomonte y Pascual.)

ORLANDO
A mi espada
se debe la victoria.

RODOMONTE
A la mía también
se debe tal gloria.

PASCUAL
No quiero horrorizarme.

RODOMONTE
Prepárate.

ORLANDO
Estoy preparado.

ORLANDO, RODOMONTE
¡A las armas, al combate!

(Sigue la pelea, ambos se alejan combatiendo.)

50.- Interludio - Combate

Escena Tercera

(Un patio abierto)

51.- Recitativo acompañado

ANGÉLICA
¡Implacables dioses!
¿Estaréis por fin contentos?
Ya se cumplió la cruel escena
de mi dolorosa vida.
¡Qué horror! ¿Entonces, por mi culpa
debe morir mi amado?
¿Y tú, cruel Angélica, seguirás viviendo?
¡Ah, no, te seguiré!
¡Detente, espera,
sombra querida y amada!
¡Hombres, dioses!
Un arma, un rayo, veneno,
os pido por favor.
¿Dónde está mi amado?
¡Crueles! Se lo han llevado
ante mis ojos.
¡Todo ha terminado para mí,
todo lo perdí!
¡Devolvédmelo, devolvedme a Medoro!
¿A quién le hablo?
¿Quién me llama? Deliro...
¿Dónde estoy?

52.- Aria

De lejos escucho su voz dolorida,
su voz que me estremece.
Mi amado está muriendo;
ya el suelo se tiñe con su sangre.
¡Ah, deteneros!
Entre tantos tormentos ¿cuál me matará?
La muerte ¿dónde está?
¡Suerte impía, perverso destino!
¡Amor cruel, tirano despiadado!
Tanto delirio, tanto dolor, tanta aflicción
no puede soportar mi corazón.
¡Ah deteneros!

Escena Cuarta

(Entra Alcina)

53.- Recitativo

ALCINA
No te atormentes más.

ANGÉLICA
¡Ah, no sabes que Medoro...

ALCINA
Lo sé todo, por que todo lo preparé yo misma.
Tu Medoro ya ha sido curado.

ANGÉLICA
¡Me engañas!

ALCINA
Lo verás dentro de poco.

ANGÉLICA
¿Pero dónde? ¿Por qué tarda?

ALCINA
Ahora se acerca...

ANGÉLICA
¿Quién?

ALCINA
Rodomonte.

RODOMONTE
(entrando)
A tus pies pongo ¡oh, mi reina!
a estos prisioneros
oprimidos y sojuzgados por mi furor.
Los demás fueron vencidos por Orlando,
con quien, desde hace poco,
volví a entablar amistad.

ANGÉLICA
¡Orlando!

ALCINA
No temas.
Él ya no te ama,
ni siquiera te recuerda.

ANGÉLICA
¿Cómo ocurrió?

ALCINA
Ya lo sabrás.

ORLANDO
(entrando)
¡Aquí están los derrotados
por el valiente Orlando!
A ti te los ofrezco,
haz con ellos lo que desees.
Así piensan y actúan los héroes.

ANGÉLICA
¡Ah, señor,
si con vos fui cruel,
si os negué mi amor...

ORLANDO
¿Y cuándo yo os he visto antes,
y cuándo os amé?

ANGÉLICA
¡Estoy petrificada!

ALCINA
Que cese el estupor.
Orlando estaba consumido por el amor,
y, para curarlo,
me vi obligada a hacerlo bañar
en la aguas del río Leteo.
Eso nos hace comprender
que el verdadero amor
vive inmortal
y sólo puede borrarlo las olas fatales.

ORLANDO
¡Me quedo estupefacto!

Escena Quinta

(Entran Medoro, Eurilla y Pascual)

MEDORO
¡Adorado amor mío!

ANGÉLICA
¡Querido Medoro,
cuánto pené por ti!

ORLANDO
El belicoso corazón
que tengo en el pecho,
ya no soporta la demora
del vil ocio.
¡Quedaos en paz, os dejo!
¡Vayamos a la mar!

PASCUAL
Pero, señor, ¿yo?

ORLANDO
Contigo no sé que hacer.

PASCUAL
(a Eurilla)
Dame la mano.

EURILLA
Soy tu pequeña esposa.

ANGÉLICA
(a Medoro)
Toma mi mano
como prueba de mi amor.

MEDORO
Ahora podré cortejarte
sin ningún temor.

ORLANDO
(a Angélica)
Si vos me amasteis, no lo sé;
pero si yo os amé,
todo error, toda injuria
he olvidado ya.

54.- Coro

ORLANDO
Estoy confundido, estupefacto.
Protesto por la crueldad
de las bellas mujeres
que hacen volver locos a los hombres.

TUTTI
Si quieres ser feliz,
ama a quien te ama
con candor, sin artificios
y tu corazón estará contento.

EURILLA
Y entonces, en conclusión,
parecería que los pajaritos enamorados
tienen más cordura
y humanidad que nosotros.

TUTTI
Si quieres ser feliz... etc.

RODOMONTE
No he visto ni a una tigresa,
ni a una pantera en Barbaria,
que fuera severa en el amor
y que no tuviese piedad.

TUTTI
Si quieres ser feliz... etc.

ALCINA
Entonces, que todos sean felices
y disfruten tranquilos y en paz.
Que en virtud de la magia
cada uno viva alegremente.

TUTTI
Si quieres ser feliz... etc.

MEDORO
Si fui constante en el amor,
fue a causa del propio amor;
mi amor vence y avanza
hasta la misma felicidad.

TUTTI
Si quieres ser feliz... etc.

ANGÉLICA
La paloma enseña a besar,
y la fiel tortolita
con su afecto tenaz
nos enseña la fidelidad.

TUTTI
Si quieres ser feliz... etc.



Traducido y digitalizado por:
José Luis Roviaro 2012