MOCTEZUMA
Personajes
MOCTEZUMA MITRENA TEUTILE ASPRANO FERNANDO RAMIRO |
Emperador Azteca Esposa de Moctezuma Hija de Moctezuma General Azteca Conquistador Español Hermano de Fernando |
Barítono Contralto Soprano Soprano Mezzosoprano Mezzosoprano |
La acción se desarrolla en la ciudad de México, en el año 1519.
ATTO PRIMO Scena I (Parte Della laguna del Messico, che divide il palazzo imperiale dal quartiere spagnolo, con ponte magnifico, da cui restano uniti li due plani. Si vedono le reliquia d'una battaglia seguita) Recitativo Accompagnato MOTEZUMA (con spada alla mano) Son vinto, eterni dei! Tutto in un giorno lo splendor de' miei fasti e l'alta gloria del valor messican cade svenata. Anche la prova usata degl'incanti è delusa, e par ch'il Cielo, rivolto il guardo suo, più non rimiri le angustie mie, gl'universal sospiri. Sposa... figlia... grandezze... sudditi... amici... un dardo vibrate nel mio sen. Ma solo, invano, fra le stragi comun, fra tanti guai cerco inutil riparo. Recitativo MITRENA Olà, che fai? Ove da te lontano trovar speri pietà? Ne' mali estremi si perdon l'alme vili. Al fasto ibero ceda il Messico pur e l'India e il mondo, ma resti superior nell'empia sorte la mia gloria, il tuo cor fino alla morte. MOTEZUMA Mira di sangue tinta correr l'onda funesta: fiamme... rovine... e questa angusta al regio piè povera arena lo spagnolo tiran lasciarmi appena. Numi, consiglio! Oh dei! Sposa infelice! Ov'è, dimmi, la figlia? Ah, se il destino la natia libertà le lascia ancora, cada senza dimora, pria che l'empio trionfi, e sia soggetta a una violenza o a una brutal vendetta. MITRENA Modera, amato sposo, questi eccessi funesti. Respireremo un giorno, se costante sarai. Le sue vicende hanno ancora gl'eroi. Chi sa!... MOTEZUMA Non resta per me speme, che basti a consolarmi. MITRENA Abbiam sudditi ed armi. Armata anch'io farò l'ultime prove d'esperienza e valor... Ma ti confondi? Il coraggio dov'è? Scena II TEUTILE (arrivando trafelata) Padre, t'ascondi. Di te per ogni parte si ricerca, si chiede. Il suo trionfo a perdita maggior l'Ispano ascrive, se tu, signor, se Motezuma vive. MOTEZUMA Di me? MITRENA Venga il superbo, e dal mio fianco tolga con lo sforzo maggior dell'armi sue il monarca, se può! MOTEZUMA Non ha bisogno dell'ombra tua questa mia destra ancora. Vedrà l'ingrato or ora la mia forza, il mio cor. Ah sposa mia, se di nome simil ancor sei degna, tu lo dimostra. Coraggiosa intanto prendi... (Le dà un coltello) Questo ti serva di strumento a mostrar il tuo gran core, e para ch'il traditore stringa le destre di servil catena, passa il cor della figlia e poi ti svena. Aria Gl'oltraggi della sorte non teme un'alma grande, si vince con la morte anche la crudeltà. Tutto ne casi miei forse temer dovrei, ma il tuo costante core nulla temer mi fa. Scena III Recitativo MITRENA Oh commando! Oh dovere! Suddita... sposa e madre, sommi dei, che farò? Tutta vacilla nel cimento crudel la mia costanza. TEUTILE Madre, poco di tempo omai t'avanza. Svenami, il colpo affretta, giusto è il commando. Il Messico abbattuto cade già invendicato. Il padre è oppresso, oppressa è la tua forza; e l'infedele, ch'esser base dovea di quest'impero, traditor già ci offende. MITRENA Ah non è vero. Suddito pria che amante fu Ramiro al suo re. Desso al germano soggetto vive e dallo stesso impara servir prima al dover. Un molle affetto, figlia, presto svanisce, e un'alma grande misura senza pena le sue vicende, e ogni passion raffrena. TEUTILE Oh sforzo! Oh dura legge! MITRENA In petto forte trionfa la ragion. Un cor istesso ama, disama; e si distingue in questo l'alma illustre, e volgar. Quest'è l'estremo dei giorni tuoi. Tu sol adesso apprendi a morire da forte, e pria che l'empio usurpator ti vegga pianger e sospirar, pria che tu serva d'ornamento volgar a'suoi trionfi, ecco: il padre ubbidisci e senza pena prendi -sì, lo dirò!- prendi e ti svena. (Le dà il coltello consegnatole da Motezuma.) Aria Là sull'eterna sponda d'orrida e flebil onda, ombra seguace or ora sì, m'avrai. Quanto sia il mio tormento, figlia mia, non ti rammento; mira la doglia in me, pensa all'amor per te, quanto t'amai. Scena IV Recitativo Accompagnato TEUTILE Che legge è questa mai! Nel fior degl'anni miei da un eccesso di gioia a un altro passo di miserie e tormenti! Ma se più amar non deggio pena è il morir, e il non morir è piaggio. (Giunge Fernando con seguito de' Spagnoli, che scendono dal ponte) Recitativo FERNANDO Ferma, Teutile. Al mio sospetto dona un atto di rigor. Cercai finora d'ospite e di legato usar le leggi; ma, tradita la pace, or che assalito vidi il popolo mio, la su difesa fu giusto esercitar; già oppresso il volgo, le milizie abbattute, è a me soggetto di Messico il destin. Ma non vedersi fra stuolo de' vinti ora il più forte troppo dà che temer. Il padre ancora di barbaro preserva la ferocia, l'ardir. Ei, che s'asconde, dà sospetto non lieve, e a me un ostaggio or con ragion si deve. TEUTILE Che sento? O traditor! MOTEZUMA (a parte sul ponte) O figlia vile! MITRENA La figlia d'un monarca in ostaggio a Fernando? Il sangue illustre di tanti semidei così, ingrato avvilisci? Numi, se i regi sono vostre immagini care, a voi s'aspetta tutti noi vendicar. MOTEZUMA (Fra sè) Faran vendetta! (Motezuma dal ponte inarca un dardo.) FERNANDO Di che t'offendi? TEUTILE (osservando Motezuma) Oh dio! Taci, spietato... MOTEZUMA (Fra sè) Arrida al colpo mio vindice il fato. (Scocca l'arco e ferisce Fernando.) FERNANDO Son tradito. Scena V RAMIRO German! FERNANDO Armi crudeli... MOTEZUMA Or che l'empio perì, l'onda mi celi. (Si getta nella laguna) FERNANDO D'onde è uscito lo strale? RAMIRO Io non lo vidi. FERNANDO Olà, del reo si cerchi. A te, Ramiro, Ciò commetto scoprir. Senza riguardo la vendetta userò. Dell'opre mie la giustizia m'è duce, e fanno i numi il mio cor, la mia fede, e i miei costumi. Aria Dallo sdegno che m'accende agitato questo core già puniste il traditore che quel dardo m'avventò. Giova al perfido talora la viltà d'un nero eccesso, ma poi sempre resta oppresso dall'error ch'il seguitò. Scena VI Recitativo RAMIRO Mirarti appena ardisco, idolo mio; qual mutazione è questa? TEUTILE Ingrato, ancor ti resta arte per ingannarmi? Alfin palesi sono li vostri inganni. RAMIRO Sentimi, o cara, almen... TEUTILE No, che m'affanni. Vivo dell'amor tuo in sicura balìa. Per mia cagione si disarman le schiere. A te confido i segreti del regno. Il padre istesso, la madre, e quest'impero dal tuo labbro, infedel, tutto pendea. Tutto per te dovea servir di gloria, indi per noi di freno, e solo per nutrir l'aspide in seno. RAMIRO Memoria serbo ancor... TEUTILE Lo vidi a prova. Ma poco adesso giova rammentar cose vane, e assai remote; già sono l'opre e le tue glorie note. RAMIRO Che mai vorresti? TEUTILE Al regno render vorrei la pace, veder estinto il lampo dell'armi vostre, e licenziato il campo. RAMIRO Vorresti assai, ma invano l'amor da me pretende ciò che l'onor e la mia gloria offende. TEUTILE Dunque darò al tuo merto anch'io sol quell'amore che si può dar a un inimico aperto. Aria Barbaro, più non sento pena per te, nè amor; t'aborre già il mio cor come t'amai. Tu, quanto costi a me l'amarti, e la mia fè, perfido traditor, tu ben lo sai. Scena VII Recitativo RAMIRO Infausto dì, quante sciagure veggo imminenti al mio cor. L'alto pensiero del german mi spaventa. L'impresa mi tormenta, e con dolore veggo perdersi in essa il caro amore. Aria Tace il labbro, ed il mio affetto col dover è sempre in guerra. Fatto scopo è questo petto d'ogni affanno e di dolor. Il germano in me condanna, e del cor chiama tiranna la mia pena ed il mio amor. Scena VIII (Camera con porta praticabile nel mezzo) Recitativo MOTEZUMA (vestito alla spagnola) Numi, se ancor pietosi volgete i guardi vostri verso un misero re, deh secondate i miei disegni e il braccio mio guidate. Queste nemiche spoglie, solo trofeo che vanto dell'ibera possanza, hanno potuto celarmi ad ogni guardo; or mi faran strumento per arrivar al sospirato intento. Ecco la figlia rea... Contro dell'empia s'usi il primo rigor, e già che teme la morte più che di restar soggetta, sia lo scopo premier di mia vendetta. (Si ritira in disparte.) Scena IX TEUTILE (smaniando) Seguimi. RAMIRO Che ricerchi? TEUTILE Danni tregua allo sdegno. Ah non vedesti? Egli s'asconde forse... In ogni parte stesi il passo e cercai... Numi, che affanno! RAMIRO Che ragioni?... Ove vai?... TEUTILE (sospesa) Forse m'inganno. Ma non errai. Vedesti, Ramiro, il genitor? RAMIRO Non sai che l'onda ei volontario elesse delle perdite sue termine or ora? TEUTILE Come... il padre morì? MOTEZUMA (palesandosi) No, vivo ancora! TEUTILE Io ti conobbi. Oh quanto piansi per te! Ben da lontan ti vidi venir fra cento acciari, e allor che volli corretti incontro e ribacciar umile la tua destra, il tuo piè... MOTEZUMA Scostati i vile! È questo il cenno mio? A questa salma schernita e prigioniera tanto affetto riserbi! TEUTILE Ah non m'è cara. MOTEZUMA Dunque a morir, e a non amarla impara. (Impugna la spada per uccider Teutile, vien fermato da Ramiro) RAMIRO Ferma! TEUTILE S'agghiaccia il cor. MOTEZUMA Che folle ardire! RAMIRO (tenendo la spada di Motezuma) Deh ti mova a pietà… MOTEZUMA L'uso del brando, empio, lasciami pur. RAMIRO (vede venir Fernando) Ecco Fernando. TEUTILE Fernando? Oh dio, che fia? MOTEZUMA Venga, io l'attendo. RAMIRO Nasconditi, signor. (Fra sè) Siamo in cimento! (Spinge verso la porta Motezuma.) TEUTILE Celati, padre mio. MOTEZUMA Che fier tormento! (Lo nascondono.) Scena X FERNANDO (guardando per la scena) Ramiro, il tempo questo ti rassembra dell'ozio e degl'amori? RAMIRO Come? Non so... FERNANDO Che cerchi? Si turbato perché?... Mi guardi appena! MOTEZUMA (Fra sè) Che sdegno! TEUTILE (Fra sè) Che tormento! RAMIRO (Fra sè) Oh Ciel, che pena! FERNANDO Vanne! De' nostri alberghi ogni varco si guardi. Io da lontano cento volante pini vidi l'onda solcar. Assai m'importa scoprir la meta lor, e il suo cammino. Vanne, osserva, e riporta. RAMIRO (Fra sè) O rio destino! FERNANDO Perché immobil così? RAMIRO Parto... FERNANDO Ma... resti! RAMIRO (Fra sè) Che evento mai son questi? FERNANDO I cenni miei vola tosto a eseguir. RAMIRO (Fra sè) Che pena, o dei! Scena XI FERNANDO Qual silenzio è mai questo? In te discerno, principessa, un orror che dà sospetto. Fosse Ramiro mai reo di qualche viltà? TEUTILE T'inganni assai. Non è del tutto spenta nel suo cor la virtù. Sebbe'nemico, sente il proprio dover. Di tua vendetta ministro è sì, ma il sangue mio rispetta. Scena XII RAMIRO (ritornando frettoloso) German, signor, alla vicina arena, fra cento armati legni, giunge in aria di pace a noi Mitrena. MOTEZUMA (Fra sè) Mitrena! FERNANDO Che desia? RAMIRO Libera chiede la venuta, il ritorno, ed a te giura l'istessa libertà. FERNANDO Venga sicura. RAMIRO (a Motezuma piano nel partir) Taci, e celati ancor. TEUTILE (Fra sè) Respir un poco. RAMIRO (Fra sè) N'abbia cura il destin. MOTEZUMA (Fra sè) Numi, che foco! FERNANDO Donami, principesca libertà per momento. TEUTILE Io non offendo con la presenza mia l'alto congresso. FERNANDO Ma quel riguardo istesso, ch'io non avrei, forse Mitrena offende. Parti. TEUTILE Strane vicende! Scena XIII FERNANDO (gli soldati) Olà con ogni pompa L'alta donna incontrate. MOTEZUMA (Fra sè) Simulata virtù. MITRENA (giungendo con Asprano) No, no, fermate. Ove io comando e impero do l'onor, nol ricevo. MOTEZUMA (Fra sè) E questo è vero! FERNANDO In ogni forma io devo, anche ove par che imperi, gl'avantaggi accordar con bel pretesto, ed accordar alle Vittorio il resto. ASPRANO (Fra sè) Che orgoglio! MOTEZUMA (Fra sè) Ah non resisto! MITRENA Io non arrivo sola, qual mi rimiri, in ammanto privato, e in questo loco, per dar esca al tuo fasto. I tuoi vantaggi sono ancora pendenti, e finchè resta pietra a pietra congiunta, e pochi in vita la vittoria non è -credi!- compita. FERNANDO Ma finché questo acciaro regger saprò, per vendicar l'offesa, quei pochi ancor non avran difesa. Scena XIV (Motezuma esce con spada alla mano) MOTEZUMA (contro Fernando) Empio, ma pria morrai. RAMIRO (levandogli la spada) Fermati! MOTEZUMA Oh rio destin! (Disarmato si ritira) FERNANDO (volgendosi al rumore, vede Ramiro con spada alla mano) Ferma, che fai? MITRENA (Fra sè) Motezuma? Che vidi? ASPRANO (Fra sè) In qual arnese! FERNANDO Che mirate, occhi miei? RAMIRO (Fra sè) Tutto è palese! FERNANDO Empio, con l'armi in pugno? Che tenti? Ora discerno qual disegno fomenti. A me qual brando! RAMIRO Eccolo. FERNANDO In esso mira la maggior d'ogni colpa. Il mio sospetto s'accresce con ragion. Olà, soldati, vigilate fedeli, e ad ogni ingresso raddoppiate il presidio. Non esca alcun se nol comando io stesso. MITRENA (Fra sè) Mi spaventa il comando!) RAMIRO Odimi, almeno... FERNANDO Intesi, e vidi appieno. Di qual delitto mai la tua nascita oscuri! E chi potea darti impulso simil? (Esce impetuoso Motezuma) MOTEZUMA Io son il reo. MITRENA (Fra sè) Oimè! ASPRANO (Fra sè) Che miro, o stelle! MOTEZUMA (a Fernando) Segui la donna imbelle, che di te incauta fida, superbo, ad inguiriar. (a Mitrena) Piega la fronte, tu, che il talamo vanti del maggior dei monarchi, a quest'altero gran domator dell'universo intero... FERNANDO Non m'adular, signor. Mira se il Cielo che risorger ti fa, col tuo coraggio, ti guida adesso a tributarmi omaggio! MOTEZUMA Empio, che dir vorrai? FERNANDO Che in me non puoi macchia trovar che la mia gloria adombri. và dir ch'in campo aperto sino ad ora pugnai, che non pretesi con arte vil mai procurar vittorie, che son vergini alfin le nostre glorie. MITRENA Mal l'armi tue... FERNANDO Con queste la ragion difendiam del Ciel, del mondo e s'è capace poi anche un re di delitto o d'atto indegno, s'usan quell'armi istesse per castigar questo monarca e il regno. MITRENA (Fra sè) Oh dio! MOTEZUMA Di qual delitto... FERNANDO È già palese, Motezuma, l'insidia. Il tempo, il luogo, le spoglie che tu menti, son veraci argomenti d'una pubblica colpa, e d'un delitto che offende ogni ragion, ogni diritto. ASPRANO (Fra sè) Gelo d'orror! MITRENA (Fra sè) L'ira crudel pavento. MOTEZUMA A qual eccesso omai... FERNANDO Soldati, avvinta resti la regia destra di servil catene. MOTEZUMA Empio... MITRENA Crudel, cosa fai? FERNANDO Tanto conviene. RAMIRO Troppo, o german... FERNANDO Non più. La culpa sua, pubblica al mondo, merta una pubblica pena. Olà s'adempia. (Soldati pongono in catene Motezuma.) MITRENA Ah no... Ferma... t'arresta! Stelle, che ingiuria è questa! Il maggior d'ogni re, con quella pena, che a un vil plebeo si aspetta, tu, Fernando, punisci? E voi soffrite, numi del nostro Cielo, il sacrilego torto? (Agli Spagnoli) E vo potete a sì barbaro duce senza timor, soldati, e servir e ubbidir? Misero sposo... sfortunata Mitrena... Oh tormento... oh rossor.... vergogna eterna! Questa, ingrati, è virtù? Questi i costumi che dalla Spagna vostra e dall'Europa al nostro mondo oppresso, a confusion di chi resiste a voi, portate e seminate, illustri eroi? FERNANDO Non più! Darò a suo tempo ragion dell'opre mie. Non ho rimorso che mi turbi la mente. Io so, tu sai, qual rispetto mostrai, e se finora nei militar maneggi tutte osservai di cavalier le leggi. Aria I cenni d'un sovrano impara ad adorar quella superba mano principia ad inclinar, e il capo altero. Dalla sua pena un re sempre lontan non è, così de gl'altri ancor complici del tuo error far non dispero. (Parte seguito da Ramiro) Scena XV Recitativo MOTEZUMA Confesso: non discerno ove son, con chi parlo! A questo segno in faccia del mio regno per confusion, e a mio maggior tormento, mi costringe il destin? Recitativo Accompagnato Ma non s'estingue o il valore o l'ardir. Sposa, a te resta, cui libera si dona al ritorno la via, far mie vendette; e già che l'empio manca contro me ad ogni legge, omai procura che restai almen lo stolto fra le rovine mie oggi sepolto. Aria Se prescritta in questo giorno, sposa amata, è la mia morte, non temer, ché sempre intorno, spirto errante, ti sarò. O nell'armi o nei riposi con fantasma rigorosi gl'empi tutti inquieterò. Scena XVI Recitativo Accompagnato MITRENA Parte l'afflitto sposo e seco porta la vergogna, il rossor. Eterni dei, voi, ch'il Messico tutto or affliggete, pietosi difendete contro questo tiran e questo mostro, il pubblico, il privato e il rito vostro; e dio constante giuro che se verso di noi siete clementi, v'offrirò su l'altar mille innocenti. Aria S'impugni la spada, ci vegga il tiranno, si mora, si cada, ma sia il nostro fato di gloria, d'onor. O sposo adorato, mi pesa il tuo affanno e provo tormento da questa dolor. Scena XVII Recitativo ASPRANO Non m'avvilisco ancor. Seben oppressa è la regia possanza, io non dispero racco numero tal d'armi e d'armati ch'abbian questi pirata onde sudar l'altera fronte ancora. Cento piroge ignora, altrettante canoe da un cenno solo pendon dal labbro mio, e poi gran parte per Mitrena, de' suoi, de' casi miei, prenderan nel cimento i nostri dei. Aria Nell'aspre sue vicende più fiera in me si rende pietà, fede ed amor. Esprimerà il valore più l'agonie del core di quel che faccia il labbro spiegando il mio dolor. |
PRIMER ACTO Escena I (Laguna de México; de un lado, el palacio imperial y del otro, el campamento español, ambos unidos por un magnífico puente. Se aprecian restos de una batalla reciente) Recitativo Acompañado MOCTEZUMA (con su espada en la mano) ¡Estoy vencido, dioses eternos! En un sólo día el esplendor de mi magnificencia y la gloria del valor mexicano han caído. Todo se ha perdido y parece que el cielo apartara su mirada para no ver mi angustia ni la de mi pueblo. Mi esposa... mi hija... mi grandeza... mis vasallos... mis amigos... Su recuerdo es como una flecha en mi corazón. En vano entre los cuerpos de los caídos, entre tanta desolación, busco inútilmente refugio. Recitativo MITRENA ¿Qué haces? ¿Dónde, sino en ti, esperas encontrar consuelo? A los males extremos, sólo sucumben las almas viles. Al triunfo español, México puede sucumbir como la India y el mundo; pero quedan intactos mi gloria y tu valiente corazón. MOCTEZUMA ¡Mira cómo la sangre tiñe las olas! Por doquier llamas... ruinas... y este islote, aún pequeño para los pies reales, es todo lo que deja el tirano español. ¡Oh dioses, aconsejadme! Esposa infeliz, dime, ¿dónde está mi hija? ¡Ah! Si el destino sigue reservando para ella la libertad, que ella muera sin demora, antes de que triunfe el enemigo y sea sometida a la violencia o a una brutal venganza. MITRENA Modera, amado esposo, esas palabras funestas. Todavía podremos ser libres si no pierdes el valor. Muchos héroes aún viven, quizás... MOCTEZUMA No hay esperanza que pueda consolarme. MITRENA Tenemos hombres y armas. Yo misma, armada, haré uso de experiencia y valor... ¿Dudas?... ¿Dónde está tu valentía? Escena II TEUTILE (llega corriendo) ¡Padre, escóndete! Por todas partes te buscan y preguntan por ti. El triunfo español será menor, si tú, Moctezuma, vives. MOCTEZUMA ¿Me buscan? MITRENA ¡Que venga el arrogante enemigo y que derroque al monarca con la fuerza de sus armas! MOCTEZUMA Mi brazo derecho aún puede sostener la espada. El enemigo conocerá mi fuerza y valor. ¡Ah, esposa mía, si aún eres digna de ese título, demuéstralo! Mientras tanto, toma... (Le da una daga) Que esto te sirva para demostrar tu valentía, y antes que el vencedor te ate con las cadenas de la esclavitud, atraviesa el corazón de nuestra hija y después el tuyo. Aria Las ofensas del destino, un alma grande no las teme, pues se vencen con el sacrificio de la muerte. En el estado en que me encuentro, quizá debería temerle a todo, mas la fuerza de tu corazón desvanece mis temores. Escena III Recitativo MITRENA ¡Oh, leyes! ¡Oh, deber! Súbdita... esposa y madre, dioses poderosos, ¿qué hacer? Toda mi fuerza vacila ante esta prueba. TEUTILE Madre, queda muy poco tiempo. Mátame, y que sea rápido, será un acto honorable. México está a punto de caer. Mi padre está abatido, tu fuerza languidece y ese hombre infiel, el que debía servir a nuestro imperio, nos ha traicionado. MITRENA ¡Ah, no es así, no! Antes que a su amante, Ramiro le es fiel a su rey. Es obediente a su hermano, que le enseña cual es su deber. El dolor, hija mía, pronto desaparecerá, pues un alma grande afronta las vicisitudes y modera toda pasión. TEUTILE ¡Oh, tormento! ¡Oh, dura ley! MITRENA En corazón fuerte, triunfa la razón. Un mismo corazón ama y deja de amar, y distingue un alma buena de otra vulgar. Tus últimos días han llegado. Ahora debes aprender a morir con honor, y antes que el cruel usurpador te vea llorar, antes que sirvas de ornamento a su triunfo, obedece a tu padre sin dudar. ¡Toma! ¡Sí, oyes bien! ¡Toma y muere! (Le da el cuchillo que le dio a ella Moctezuma) Aria Sobre el río eterno de olas hórridas y tristes, yo seré tu sombra y te seguiré. ¡Cuánto sufro, hija mía, no tengo necesidad de decírtelo! ¡Piensa en mi dolor y en cuánto te amo! Escena IV Recitativo Acompañado TEUTILE ¿Qué es esta ley? ¡En la flor de la edad, de un exceso de alegría paso a un exceso de miseria y tormento! Triste es morir, pero si amar no debo en vida, estar viva es peor. (Por el puente aparece Fernando seguido de un grupo de españoles) Recitativo FERNANDO ¡Detente, Teutile! Presta atención a mis palabras. Hasta ahora, como huésped y embajador, he intentado respetar los pactos; pero al ver que la paz es traicionada y mi gente es atacada, siento el derecho de defenderla. He ahí a tu pueblo aplastado, tu ejército vencido y el destino de México en mis manos. Pero el no encontrar entre los caídos al más fuerte de mis enemigos, me causa temor. A tu padre, que aún posee ferocidad y astucia. no consigo encontrar. ¡Es por eso que debo tomarte como rehén! TEUTILE ¿Qué oigo? ¡Oh, traición! MOCTEZUMA (en el puente, sin ser visto) ¡Oh, pobre hija mía! MITRENA ¿La hija de un monarca, rehén de Fernando? ¡Ingrato! La ilustre sangre de semidioses ¿así la degradas? ¡Dioses, si los reyes están hechos a vuestra imagen y semejanza, os corresponde a vosotros vengarlos! MOCTEZUMA (Para sí) ¡Sí, se vengarán! (Moctezuma pone una flecha a su arco) FERNANDO ¡No debes temer! TEUTILE (observando a Moctezuma) ¡Oh, dioses! ¡Calla, cruel!... MOCTEZUMA (Para sí) ¡Que el destino bendiga mi flecha! (Dispara la flecha hiriendo a Fernando) FERNANDO ¡Traición!... Escena V RAMIRO ¡Mi hermano! FERNANDO ¡A las armas!... MOCTEZUMA El tirano ha muerto...que las aguas me escondan. (Se lanza a la laguna) FERNANDO ¿De dónde vino la flecha? RAMIRO ¡No lo vi! FERNANDO ¡Buscad al culpable! ¡A ti, Ramiro, te doy la misión de descubrirlo! Mi venganza no tendrá piedad. ¡La justicia así lo exige! Dios conoce bien mi corazón y mi fe... Aria Lleno de indignación, mi corazón agitado castiga ya al traidor que disparó la flecha. El pérfido cobardemente se aprovecha del exceso de lealtad, pero siempre acaba pagando las consecuencias de su crimen. Escena VI Recitativo RAMIRO Difícilmente me atrevo a mirarte, amor mío; ¿qué significa este cambio? TEUTILE ¡Ingrato! ¿Aún te quedan artificios para engañarme? Al fin tus engaños han quedado al descubierto. RAMIRO ¡Escúchame al menos, querida mía! TEUTILE ¡No, que me haces sufrir! Vivía en el seguro albergue de tu amor. Por mí, nuestras tropas dejaron las armas. Te confié los secretos del reino. Mi padre, mi madre, el imperio... ¡todo dependía de tu palabra!... ¡perjuro! Me utilizaste para alcanzar la gloria. Nuestro guerreros confiaron en ti y se abstuvieron de luchar, ¡sin percatarse que alimentaban a una serpiente! RAMIRO Lo recuerdo bien... TEUTILE De eso estoy segura. Pero no sirve de nada acordarse de cosas vanas y lejanas; hoy eres famoso por tus obras y tu gloria. RAMIRO Entonces, ¿qué es lo que deseas? TEUTILE Que al reino volviera la paz, que el fuego de tus armas cesara y que el campo de batalla fuera abandonado. RAMIRO Pides demasiado, y en vano el amor demanda aquello que ofende mi honor y mi gloria. TEUTILE Entonces sólo debería darte aquel amor que se le puede dar a un enemigo. Aria ¡Bárbaro, no siento por ti ni pena ni amor! Mi corazón te aborrece tanto como te ama. ¿Cuánto tuvo que pagar mi amor y fidelidad? ¡Pérfido, traidor, tú bien lo sabes! Escena VII Recitativo RAMIRO ¡Día funesto! ¡Cuántos males siento renacer en mi corazón! Las intenciones de mi hermano me llenan de temor. Mi misión me atormenta y con dolor veo morir el amor en ella. Aria Callo y mis sentimientos entran en conflicto con el deber. En mi corazón anidan todos los tormentos y todos los dolores. Mi hermano condena mi dolor y mi amor, a los que él llama tiranos de mi corazón. Escena VIII (Habitación con una puerta en el centro) Recitativo MOCTEZUMA (vestido como español) ¡Dioses! Si aún os dignáis volver vuestra mirada sobre este mísero rey, ¡ayudadme y guiad mi brazo! Este botín español, único trofeo que poseo del enemigo, me ha servido hasta ahora para distraerlos y ahora servirá como instrumento para lograr mis deseos. Aquí está mi hija... la traidora... Que el primer castigo sea para la impía, que teme más a la muerte que a la esclavitud, ¡sea ella el objeto de mi venganza. (Se esconde) Escena IX TEUTILE (agitada) ¡Sígueme! RAMIRO ¿Qué es lo que buscas? TEUTILE Hagamos una tregua... ¡Ah!... ¿No lo has visto? Puede ser que se esconda... Por todos lados lo he buscado... ¡Dioses, qué tormento! RAMIRO ¿Qué estás diciendo?... ¿A dónde vas?... TEUTILE (ansiosa) Puede ser que esté en un error... ¡Pero no, no me equivoco! Ramiro, ¿has visto a mi padre? RAMIRO ¿No sabes que decidió tirarse a la laguna para acabar con sus sufrimientos? TEUTILE ¡Cómo!... ¿Mi padre está muerto? MOCTEZUMA (saliendo por detrás) ¡No, sigo vivo! TEUTILE Te reconocí. ¡Oh, cuánto he llorado por ti! Te vi venir entre cientos de hombres armados, mas cuando quise correr a tu encuentro y besar humildemente tu mano y tu pie... MOCTEZUMA ¡Hazte a un lado, cobarde! ¿Ésta fue la orden que te di? ¿Tanto amas la vida que prefieres la esclavitud? TEUTILE ¡No, yo no deseo nada para mí! MOCTEZUMA ¡Entonces muere! (Alza su espada para matar a Teutile, pero es detenido por Ramiro) RAMIRO ¡Alto! TEUTILE ¡Mi corazón se congela! MOCTEZUMA ¡Insensato! RAMIRO (deteniendo la espada de Moctezuma) ¡Ten piedad de ella! MOCTEZUMA ¡Déjame usar mi espada, impío! RAMIRO (viendo acercarse a Fernando) Viene Fernando... TEUTILE ¿Fernando?... ¡Oh, Dios!... ¿Qué va a pasar? MOCTEZUMA ¡Que venga, aquí lo espero! RAMIRO ¡Escóndete, señor! (Para sí) Debo ayudarle... ¡No hay marcha atrás! (Empuja a Moctezuma contra la puerta) TEUTILE ¡Escóndete, padre mío! MOCTEZUMA ¡Qué cruel tormento! (Lo esconden) Escena X FERNANDO (mirando alrededor) Ramiro, ¿te parece que éste es momento de un amor idílico? RAMIRO ¿Cómo? No entiendo... FERNANDO ¿Qué es lo que buscas? ¿Estás en problemas?... ¡Apenas me miras! MOCTEZUMA (Para sí) ¡Qué rabia siento! TEUTILE (Para sí) ¡Qué tormento! RAMIRO (Para sí) ¡Oh Dios, qué angustia! FERNANDO ¡Ven, debemos vigilar y estar atentos! Allá, a lo lejos, he visto cientos de embarcaciones surcar las olas. Debemos saber a dónde se dirigen y qué es lo que pretenden. ¡Ve allá, observa qué sucede y dímelo! RAMIRO (Para sí) ¡Oh, cruel destino! FERNANDO ¿Por qué no te mueves? RAMIRO Ya voy... FERNANDO ¡Ve y permanece allá! RAMIRO (Para sí) ¿Qué circunstancias adversas son éstas? FERNANDO ¡Ve y obedece mis órdenes de inmediato! RAMIRO (Para sí) ¡Qué agonía, oh dios! Escena XI FERNANDO ¿Qué silencio es éste? En ti percibo, princesa, un horror que levanta sospechas. ¿Es Ramiro culpable de alguna vileza? TEUTILE Te equivocas. La virtud no se ha extinguido en su corazón. Es mi enemigo y cumple con su deber. Él es el ejecutor de tu venganza, pero respeta mi sangre real. Escena XII RAMIRO (retornando presuroso) ¡Hermano, señor, en la vecina playa, entre innumerables barcas armadas, Mitrena solicita parlamentar contigo. MOCTEZUMA (Para sí) ¡Mitrena! FERNANDO ¿Qué desea? RAMIRO Ella solicita que, mutuamente, podamos ir y venir con absoluta libertad. FERNANDO Que venga sin temor. RAMIRO (murmurando a Moctezuma al irse) ¡Calla y permanece escondido! TEUTILE (Para sí) Respiro un poco. RAMIRO (Para sí) ¡Que el destino vele por nosotros! MOCTEZUMA (Para sí) ¡Dioses, qué angustia! FERNANDO Princesa, déjame sólo por un momento. TEUTILE Mi presencia no entorpecerá esta reunión. FERNANDO No es por mí, por quien tomo esta decisión, sino por Mitrena quien podría ofenderse. Vete. TEUTILE ¡Extraño giro del destino! Escena XIII FERNANDO (a los soldados) Caballeros, con todos los honores, id a recibir a la noble dama. MOCTEZUMA (Para sí) Virtud disimulada. MITRENA (llegando con Asprano) ¡No, no, alto! Donde reino y ordeno, dispenso los honores, no los recibo. MOCTEZUMA (Para sí) ¡Es verdad! FERNANDO Cumplo con mi deber de vencedor. Mis triunfos dictan mis modales, incluso si tú, con tu actitud, olvidas que yo soy el vencedor. ASPRANO (Para sí) ¡Qué arrogancia! MOCTEZUMA (Para sí) ¡Ah, no lo soporto más! MITRENA Como puedes ver, no he venido sola como si fuera una plebeya, para así aumentar tu gloria. Tu superioridad sigue siendo incierta y, mientras quede una piedra sobre otra en mi reino, mientras queden guerreros con vida, tu victoria, créelo, no está asegurada. FERNANDO Pero mientras pueda blandir mi espada para rechazar los ataques, esos guerreros no tendrán salvación. Escena XIV (Moctezuma sale con su espada en mano) MOCTEZUMA (alzando su espada contra Fernando) ¡Impío, antes morirás tú! RAMIRO (arrebatándole la espada) ¡Detente! MOCTEZUMA ¡Oh, cruel destino! (Desarmado se retira) FERNANDO (al escuchar el ruido, se vuelve y ve a Ramiro con la espada en la mano) ¡Alto!... ¿Qué haces? MITRENA (Para sí) ¡Moctezuma!... ¿Qué veo? ASPRANO (Para sí) ¡Qué situación! FERNANDO ¿Qué significa esto? RAMIRO (Para sí) ¡Todo se ha descubierto! FERNANDO ¡Traidor!... ¿Con un arma en tu mano? ¿Qué intentabas? La espada... ¡al suelo! Ahora comprendo tus intenciones. RAMIRO Ahí está. FERNANDO Veo en esto la más negra de las traiciones. Mis sospechas aumentan y con razón. ¡Soldados: estad alerta y redoblad la guardia en las salidas! Nadie saldrá sin mi permiso. MITRENA (Para sí) ¡Esa orden me aterra! RAMIRO ¡Escúchame, al menos! FERNANDO Ya he visto y comprendido lo suficiente. ¡El delito mancha tu noble nacimiento! ¿Quién pudo obligarte a hacer tal cosa? (Moctezuma, impetuoso, sale de su escondite) MOCTEZUMA ¡Yo soy el culpable! MITRENA (Para sí) ¡Oh, dioses! ASPRANO (Para sí) ¡Oh dioses, qué veo! MOCTEZUMA (a Fernando) Continúa injuriando a esta dama indefensa que equivocadamente confió en ti, arrogante villano. (a Mitrena) Baja la cabeza, tú, que puedes jactarte de compartir el lecho con el más grandes de los monarcas, ante este domador del universo. FERNANDO No me adules, señor. ¡No creo que tus dioses, que resucitaron a ti y a tu hombría, permitan que me rindas homenaje! MOCTEZUMA ¿Qué quieres decir, impío? FERNANDO Que en mí no encontrarás mancha que ensucie mi gloria. Es bien conocido por todos que hasta hoy, jamás he obtenido una victoria empleando viles trucos. Mi victoria es inmaculada. MITRENA Pero ¿y tus armas?... FERNANDO Con ellas defiendo los intereses de Dios y del mundo. Y si un monarca es considerado culpable de actos despreciables y viles, esas armas serán usadas para castigarlo a él y a su reino. MITRENA (Para sí) ¡Oh, dioses! MOCTEZUMA ¿De qué crimen me acusas?... FERNANDO Tu crimen, Moctezuma, es evidente. El momento, el lugar, y el engaño de tu vestimenta son pruebas irrefutables de tu culpa. Un crimen que ofende la razón y la ley. ASPRANO (Para sí) ¡Me congelo de horror! MITRENA (Para sí) Temo la crueldad de su enojo. MOCTEZUMA Una nueva vejación... FERNANDO ¡Soldados, encadenad las manos del monarca! MOCTEZUMA ¡Impío!... MITRENA ¿Qué haces, hombre cruel? FERNANDO Lo que se tiene que hacer. RAMIRO Hermano, es demasiado... FERNANDO ¡Basta ya! Su ofensa, que fue pública, debe ser castigada públicamente. ¡Cumplid mis órdenes! (Los soldados encadenan a Moctezuma) MITRENA ¡Oh, no!... ¡Alto!... ¡Deteneos! ¡Dioses, qué injuria! ¿Al mayor de los monarcas, tú, Fernando, lo condenas al castigo de un plebeyo?... ¿Y vosotros, dioses de nuestro cielo, toleráis semejante sacrilegio? (a los españoles) ¿Y vosotros, soldados, obedecéis sin dudar a un jefe tan cruel?... ¡Mi pobre esposo!... ¡Mitrena desventurada!... ¡Oh, tormento!... ¡Oh, pena!... ¡Vergüenza eterna! ¿Qué virtud es ésta, ingratos? ¿Éstas son las costumbres que traéis de España y Europa para plantarlas aquí, en nuestro mundo, sobre aquellos hombres que defienden su libertad, héroes ilustres? FERNANDO ¡Basta, ya rendiré cuentas a quien corresponda! No tengo remordimientos que turben mi mente. Tú conoces como yo, la moderación que he mostrado hasta ahora en el uso de las armas. He respetado todas las reglas de la Caballería en mis campañas militares. Aria Debes de aprender a acatar las órdenes del vencedor. Comienza por bajar tu orgullosa mano e inclinar tu cabeza altanera. Un rey no siempre está exento de castigo y no dudaré en castigar del mismo modo a aquellos que fueron cómplices de tu crimen. (Sale seguido de Ramiro.) Escena XV Recitativo MOCTEZUMA ¿Dónde estoy?... ¿Con quién hablo? ¿A este final me ha condenado el destino? ¿A estar totalmente perdido en mi propio reino? ¡Angustiado!... ¡Humillado! Recitativo Acompañado ¡Pero aún la valentía y la audacia están vivas! Esposa, tú que tienes libertad de ir y venir, ¡debes de vengarme! Y puesto que el impío no respeta ninguna ley, procura que ese insensato caiga el mismo día de mi ruina. Aria Si decide que debo morir en este día, amada esposa, no temas; estaré siempre cerca de ti como espíritu errante. En la guerra y en la paz, como un espíritu implacable, atormentaré a los impíos. Escena XVI Recitativo Acompañado MITRENA ¡Mi esposo afligido y humillado! ¡Dioses eternos que ahora afligís a México, tened compasión y preservad de este tirano, al pueblo, a nuestra familia y nuestra religión! Juro que si tenéis compasión de nosotros, os sacrificaré a mil víctimas inocentes. Aria Empuñemos la espada y que el tirano nos vea. Podremos morir, podremos caer, pero nuestro destino será coronado por la gloria y el honor. ¡Oh, esposo adorado, tu angustia pesa mucho sobre mí y tu dolor me causa un terrible tormento! Escena XVII Recitativo ASPRANO ¡Aún no todo está perdido! Aunque las fuerzas reales estén dispersas, no pierdo la esperanza de reorganizarlas. La altiva frente de esos bandidos tendrá motivos para transpirar. Un centenar de piraguas y otro tanto de canoas están listas y en espera de mis órdenes. Nuestros dioses, gracias a Mitrena, velarán por ella y por mí en este conflicto. Aria Estos terribles sucesos han fortalecido mi devoción, confianza y amor. Los tormentos de mi corazón se verán reflejados en mi valentía, de la misma manera que mis labios son la voz de mi dolor. |