MARINO FALIERO

 

Personajes

MARINO
ISRAEL
FERNANDO
STENO
LEÓN
ELENA
IRENE
BELTRAME
PEDRO
GUIDO
Dux de Venecia
Jefe del Astillero
Amigo del Dux
Miembro Consejo de los 40
Miembro Consejo de los 10
Esposa del Dux
Dama de Elena
Escultor
Gondolero
Pescador
Bajo
Barítono
Tenor
Bajo
Tenor
Soprano
Soprano
Bajo
Bajo

 

La acción se desarrolla en Venecia, en el año 1355.

 

ATTO PRIMO


(Arsenale) 

Scena Prima

(Coro di artigiani che lavorano) 

CORI
Issa, issa, issa, là.

CORO I
Ed è vero? Bene sta.

CORO II
È ver, lo narrano
su Rialto, e v'ha chi giura
d'aver letto sulle mura
scritto il turpe vitupero...
proprio il nome di Faliero,
proprio il nome della moglie.

CORO I
Lei ch'è esempio di virtù?

CORO II
Bada, tira, tira, là. bene sta.

CORO I
Ma chi dicono che fu?

CORO II
Hanno detto ch'è un patrizio...
Un patrizio! Amici, zitto:
i Quaranta faran dritto.
Essi? Abborron doge e nui,
perché amici siamo a lui:
ah pur troppo noi siam miseri!...

CORO I
Siam meschini?... Vuoi tacer?
spingi ancora verso qua.
Bene sta.

CORO II
Cantiam l'inno di Falier.

TUTTI
Zara audace, Zara infida!
Quattro assalti invan ti diero:
pugna ancor, benché affamata,
e Venezia ancor disfida.
Oh pro' Faliero!
Già la fossa è superata,
non v'è muro che sia intero;
Zara, trema, trema, o Zara,
ché l'estremo si prepara.
Oh pro' Faliero!
Ma dall'Ostro ecco che un nero
polverio s'alza, e ognor cresce:
delle picche appar la vetta,
grida all'arme la vendetta.
Oh pro' Faliero!
Già il nemico n'ha sorpresi,
da ogni lato ecco siam presi.
Guai se Zara, guai se n'esce!
Sta dubbiando ogni guerriero.
Oh pro' Faliero!
Ma Falier sorge, e il periglio
misurato ha d'uno sguardo;
dal gran cuor prende consiglio,
e assalisce egli primiero.
Oh pro' Faliero!
Egli primo esce dai valli,
egli guida l'antiguardo,
retrocedono i cavalli
allo scontro del guerriero.
Oh pro' Faliero!

Scena Seconda 

(Israele, che è entrato alla metà del canto, e detti) 

ISRAELE
Oh, miei figli! È dolce il canto
della forte età primiera!
Era anch'io di quella schiera,
di Venezia anch'io guerrier.
V'era io pur, e gli era a lato
quando fiero, insanguinato,
sulla breccia fulminando,
entrò in, Zara il gran Falier.

CORO
Oh, tua gloria! Oh, fausto dì.

ISRAELE
Sola or resta la memoria!
Quella etade, quella gloria
era un sogno che sparì.

Scena Terza

(Steno e detti) 

ALCUNI
Amici! Dei patrizi...
Steno... è turbato: mira...
sinistro il vento spira.

STENO
(andando sopra ai lavori)
Che fate? La mia gondola
non è finita ancor?

ALCUNI
Signor...

STENO
Forza è che agli ordini
io d'obbedir v'insegni,
o scioperati, indegni!

(a Israele)

Olà, cacciati vadano
dall'arsenal costor.

ISRAELE
Signor, scusarli piacciati,
nessuna colpa è in loro:
immenso è qui il lavoro;
trenta galere arrivano
disfatte all'arsenal.
Primo è il servir la patria...

STENO
(fa l'atto di batterlo)
Che osi tu, sciagurato!

ISRAELE
(fremendo)
Signor, io fui soldato...

STENO
Vil plebe agli altri simile,
avrai la pena egual.

(parte minaccioso) 

Scena Quarta 

ISRAELE
Orgogliosi, scellerati,
vili voi, superbi ingrati!
Non vi basta il modo indegno,
v'aggiungete la viltà...
Qui ciascuno è fatto segno
alla loro crudeltà.

CORO
Maltrattarci, e taceremo!
Steno audace, ti vedremo...
quest'ingiuria è iniqua, atroce...
vien, contiamla alla città.
Vieni, parla: alla tua voce
Steno ognun disprezzerà.

Scena Quinta

(Gabinetto nel palazzo 
del doge  Fernando solo) 

FERNANDO
No, no, di abbandonarla
senza un addio core non ho che basti.
Partir m'è forza; dell'iniquo Steno
l'oltraggiose al suo onor infami note
necessità l'han fatto.
D'un sfortunato amore,
addio, care speranze!
Case paterne, ov'io
vissi e crebbi con lei, per sempre addio,
di mia patria bel soggiorno,
rivederti io più non spero;
sussurar più a me d'intorno,
aure amiche, non v'udrò.
Cari luoghi ore ridenti,
mi sarete ognor presenti,
né godervi, né scordarvi,
no, giammai io non potrò.
A tanto martoro resister non so.
Lontan da chi adoro,
d'angoscia morrò.
Un solo conforto
il cor mi sostiene, pensar che gli affanni
rattempro al mio bene.
Se render m'è dato
men tristo il suo fato,
la morte contento sfidare saprò.
Ma giunge alcun: è dessa!
Felice me!

Scena Sesta

(Elena e detto) 

ELENA
Fernando!
E ardisci ancor?

(in atto di partire) 

FERNANDO
T'arresta.

ELENA
No.

FERNANDO
Per l'ultima volta...

ELENA
Fuggir ti debbo.

FERNANDO
Ah, per pietà m'ascolta!
Tu non sai, la nave è presta
che al mio cielo e a te mi toglie:
un istante appena resta
e le vele al vento scioglie:
deh! che almeno io pianga teco
quest'istante ch'è l'estremo;
e pei mari io porti meco
un ricordo di pietà.

ELENA
Che mai chiedi? Ahi, sventurata!
Dove sei tu non rammenti?
Quivi appena è cancellata
l'onta rea d'iniqui accenti.
Va' l'istante in che t'intendo
divenir mi può tremendo,
da sciagura più funesta
va', mi salva per pietà!

FERNANDO
Che ricordi? Oh, mio rossore!
Ahi, crudele!

ELENA
Parti, va'.

FERNANDO
Strinsi un brando, e del suo sangue
presentar te'l volli io tinto,
o cader pugnando estinto
pel mio amor, per la mia fé.
Trattenesti tu il mio braccio,
la vendetta io cessi al pianto,
e un addio tu nieghi intanto,
una lagrima per me!

ELENA
Cessa, ah cessa! Ogni tuo detto
è uno stral che m'apre il petto.
La mia vita è un pianger sempre,
ben, lo sai, e sol per te.
Ma per lui, per lui che t'ama,
che suoi figli entrambi chiama!
Ah! Va', lasciami, rimembra
chi son io, crudel, chi se'!

FERNANDO
Ebben, io parto: addio.
Se dopo il mio partir
di me ti giunge un suono,
sarà del mio morir.

ELENA
(gli dà un velo)
Ah, vivi, e questo dono
di me ti parli ognor,
molle del pianto mio,
memoria di dolor!
Vivi: la mia memoria
sempre ti resti in cor;
onor consoli e gloria
un infelice amor.

FERNANDO
Parto: la tua memoria
dolce mi resta in cor;
più caro della gloria
m'è il pegno tuo d'amor!
Il doge!

ELENA
Parti.

FERNANDO
O ciel!

ELENA
Se più qui resti

Scena Settima 

(Entra Faliero) 

FALIERO
Elena... tu piangesti?

ELENA
Io? Sì. Finché tranquillo...

FALIERO
Sarò tranquillo quando...

ELENA
Ah, tu fremi?

FALIERO
Mi lascia or con Fernando.

ELENA
Che mai sarà?...

(parte) 

Scena Ottava 

FERNANDO
Signor, qual turbamento?

FALIERO
Leggi, o Fernando,
leggi l'infamia de' Quaranta e mia.

FERNANDO
Orrendo abuso di poter! Per Steno,
che la virtù di tua consorte e il doge
così vilmente offese,
la prigionia d'un mese,
e per un anno il bando!

FALIERO
Or va, l'insulto
conta all'Europa; di' che restò inulto.
Godi, Venezia! O gondolier, che canti
le glorie mie, canta or su queste soglie:
"Marin Faliero dall'infida moglie".

FERNANDO
E il soffri?

FALIERO
Anzi degg'io
questo foglio segnar; dir che di Steno
son vendicato appieno... il buon Leoni

(ironico)

per più scherno 
alla danza osa invitarmi...
A me quel foglio!

(firma il foglio, indi esclama)

Oh, giustizia del cielo!
Tieni, riporta il foglio;
poi t'apparecchia al ballo.

(Fernando parte.) 

Scena Nona 

FALIERO
Come l'onta lavar della mia fronte disonorata? 
Come?... 

Scena Decima

(Vincenzo e Faliero) 

FALIERO
Ebben, che chiedi? 

VINCENZO
Brama, se tu il concedi, 
un breve ascolto Israele Bertucci.

FALIERO
(Fra sè)
Colui ch'ebbe da Steno
oggi un novello insulto?

(a Vincenzo che parte)

Fa' che a me venga.

Scena Undicesima

FALIERO
E fino a quando inulto
il perfido ne andrà di sua nequizia?

Scena Dodicesima

(Israele e Faliero) 

FALIERO
Israele, che vuoi?

ISRAELE
Chiedo giustizia contro l'iniquo Steno.

FALIERO
E a me vendetta
chiedi de' torti tuoi?

ISRAELE
A te si spetta.

FALIERO
Ma le mie proprie offese
vanno impunite, e a me niegan giustizia.

ISRAELE
Dunque partito altro non v'ha che l'armi?
Ho un core, 
ho un brando ancor per vendicarmi.

FALIERO
Se pur giungi a trucidarlo
un ne sveni, e mille poi
sorgeranno a vendicarlo.
Ma chi mai, chi mai di voi
de' Quaranta all'ardimento,
chi resistere mai può?

ISRAELE
Sorgeranno in un baleno,
per punir l'iniquo Steno,
della patria disonore,
mille brandi e mille eroi:
sorgan pure a mille i pravi,
cadran tutti o ch'io cadrò.

FALIERO
Mancherà difesa agli empi?

ISRAELE
Mancherà coraggio a noi?

FALIERO
Ne' tuoi detti havvi un arcano. Parla...

ISRAELE
Al doge od a Faliero?

FALIERO
Sparve il doge.

ISRAELE
E il gran mistero
all'amico svelerò.
Già del leone altero
l'astro aborrito oscura...

FALIERO
Silenzio... in queste mura
v'è chi ascoltar ti può.
E a rovesciarlo hai complici?

ISRAELE
Il brando e il mio coraggio.
Di Steno l'alterigia
fia doma dal furor.

FALIERO
È poca la sua smania,
la rabbia del tuo cor.
E per salvar Venezia
non son bastanti ancor.

ISRAELE
Non bastan le nequizie
de' perfidi impuniti?...
Le tante sparse lagrime,
i talami traditi?

FALIERO
Sono tremende furie
che sbranano ogni cor...
Ma per salvar Venezia,
no, non è tutto ancor.

ISRAELE
La non mertata infamia
di tua consorte? E l'onte
del doge? E quell'obbrobrio
che ricoprì tua fronte?
Scosso da tante ingiurie
non ti risvegli ancor?

FALIERO
Ah, qual rampogna! Oh, furie!...
Oh, Steno! Oh, mio rossor!

ISRAELE
(fra sè)
Tace, pensa, in sé tutto raccolto,
meditando va strage e vendetta:
cento affetti ravviso in quel volto,
odio, sdegno, furore e pietà.

FALIERO
(fra sè)
Odio, sdegno, vi sento, vi ascolto,
non invano gridate vendetta:
l'ultim'ora per gli empi s'affretta,
il potere de' vili cadrà.

ISRAELE
Che risolvi?...

FALIERO
Al ballo vieni
nelle case di Leoni:
là mi svela i tuoi campioni,
quanti sono e i nomi lor.

ISRAELE
Non sperar che un nome sveli
finché il tuo non è il primier.

FALIERO
Osi tanto?

ISRAELE
Osai più ancora
al tuo fianco un dì pugnando.
O Faliero, ov'è il tuo brando
che salvò la patria allor?
Anche adesso un brando implora...

FALIERO
Sì: avrà quello di Falier.
Trema, o Steno, tremate, superbi,
giunge alfine l'istante bramato;
di Faliero l'onore oltraggiato
a voi sangue costare dovrà!

ISRAELE
Da Faliero ogni braccio dipende;
deh, s'affretti l'istante bramato!
Ogni insulto sarà vendicato;
l'empio Steno punito cadrà.

ISRAELE, FALIERO-
Vincitori, o trafitti al cimento
alta voce d'onore ci chiama:
a noi gloria promette la fama,
che la morte rapire non sa.

(Partono) 

Scena Tredicesima

(Gabinetto che mette in una 
gran sala da ballo. Leoni e servi) 

LEONI
(ai servi)
Le rose di Bisanzio
a piene man versate,
e le tazze di Cipro inghirlandate.
La luce eguagli il giorno.
Brillino in ogni loco
l'oro e le gemme, e tutti i miei tesori.
Nulla manchi alla pompa.
Aspetto il doge, e basti. Ite.

(I servi partono.) 

Scena Quattordicesima

(Steno, in abito di maschera, e detto) 

STENO
Leoni, non ti stupir.

LEONI
Che veggio?
Stamane condannato
osi al ballo venir! A che ti guida
un amor sventurato!...

STENO
Sarò a tutti nascosto, ed anco a lei.
È ver, io l'amo, e tanto
io l'amo più, quanto è crudel mia sorte...
l'odio dell'amor è ancor più forte.

LEONI
Calmati, Steno. 
Qui gioia ed oblio...
Arriva il doge; sii prudente.

STENO
Addio.

(si pone la maschera, e va a confondersi coi cavalieri 
nella sala) 

Scena Quindicesima

(Cavalieri e dame nella sala) 

CORO
(dentro alla sala)
Vieni, dell'Adria
beltà divina,
vieni, o regina,
lieti ne fa.
Rendi esultanti
i balli, i cantici,
gloria e delizia
di nostra età.

(Mentre cantano il Coro, Faliero, 
Elena, Ferdinando traversano la sala.) 

Scena Sedicesima

(Israele, che esce da una porta laterale, e Faliero) 

FALIERO
Siam soli? Attento veglia.

ISRAELE
Occhio non havvi
che qui ne osservi, e delle danze il suono
è propizio al segreto.

FALIERO
Or di': chi sono
i compagni all'impresa?

ISRAELE
(dandogli un foglio)
Eccoli: leggi.

FALIERO
Oh, quanti nomi!

ISRAELE
Eterni ne' posteri vivran, 
se il tuo vi aggiungi.

FALIERO
Un Dalmata?

ISRAELE
Che viene co' suoi trecento a parteggiar.

FALIERO
Sta bene.
Un pescator?

ISRAELE
Povero d'oro 
e carco d'odio pe' rei.

FALIERO
E un gondoliere ancora?

ISRAELE
Con altri cento assiso in sulla prora,
ei scioglierà primiero
un canto alla vittoria.

FALIERO
Ed a Faliero.
E Beltrame scultore?

(Cessa la musica del ballo.)

Funesto nome è questo!

ISRAELE
Silenzio!...

FALIERO
Chi s'avanza?

ISRAELE
Nessun. Finì la danza.

FALIERO
Lasciami sol con me; sta pronto e mira.

ISRAELE
Genio dell'Adria, or quella mente ispira!

FALIERO
Un pescator? Un Dalmata?
Trecento prodi ancor,
un gondolier con altri cento uniti:
ma quel Beltram scultor... 

(La musica comincia)

ISRAELE
Comincia il ballo.

FALIERO
La notte scelta?

ISRAELE
È questa.

FALIERO
Questa che già si avanza sì tenebrosa?

ISRAELE
Sua feral sembianza
L'opra somiglia che pensiam.

FALIERO
E il loco?

ISRAELE
Il pian che mette al tempio remoto di Giovanni.

FALIERO
Ahi, rimembranza!
Sepolti ivi vi stanno i padri miei!

ISRAELE
E anch'essi fremeranno!

(La musica cessa ad un tratto.) 

FALIERO
Taci, sospeso a mezzo
il ballo fu... va', la cagion ne apprendi.

(Parte Israele.) 

Scena Diciassettesima

FALIERO
O superbo Faliero, a chi t'inchini
per ricercar vendetta!...
A chi? Alla plebe, 
e grandi cose aspetta.
Sì: alla plebe soltanto osa affidarsi
il Doge invendicato: orrido ludo
comincerò del mio feretro accanto,
ove tutto finisce... 

(Elena entra.)

A che smarrita?

ELENA
Una maschera ardita
ogni mio passo spia, m'incalza ed osa...

FALIERO
In casa di Leoni, alla mia sposa!

ELENA
Partiam.

FALIERO
Terribil lampo agli occhi miei!

ELENA
Partiam.

FALIERO
Io d'ira avvampo!

Scena Diciottesima

(Fernando e Israele parlando fra 
loro sul limitare del gabinetto e detti) 

FERNANDO
Tu il vedesti?

ISRAELE
Io con questi occhi...

FERNANDO
Quella maschera sì altera?

ISRAELE
Era l'empio.

FERNANDO
L'empio chi?

ISRAELE
Era Steno.

ELENA, FERNANDO
Steno qui?

FALIERO, FERNANDO
Ah questa ingiuria estrema,
questo inatteso insulto,
perfido Steno, trema, inulto non andrà. 

(avviandosi alla sala) 

ELENA
(a Fernando)
Fermati per pietà.

ISRAELE
(traendo Faliero da una parte)
Signor, usciam di qua.
Invitato all'empia festa
non invan te avrà Leoni,
altra offesa e più funesta,
se lo sdegno non sprigioni,
se raffreni l'ire ancora,
a soffrir ti resterà.

FALIERO
(a Israele)
Di vendetta batte l'ora,
tu mi scorgi, tu m'affretta,
la vendetta sol m'incora,
mi preceda la vendetta,
tante ingiurie, affanni ed ire
la vendetta finirà.

FERNANDO
(ad Elena)
No, del lungo mio soffrire
vendicare alfin mi voglio;
vo' punir lo stolto ardire,
tanti oltraggi, il fiero orgoglio.
Prego o pianto del codardo
l'ira mia non tratterrà.

ELENA
(a Fernando)
Un mio detto, un solo sguardo
imperava sul tuo core.
Or non curi alcun riguardo
dominato dal furore.
Se non vuoi vedermi estinta
deh ti placa, per pietà.

Scena Diciannovesima

ISRAELE
(A Steno)
Eccolo: è desso.

TUTTI
Desso!

FALIERO
Audace! in queste soglie...

ISRAELE
Sotto mentite spoglie...

ELENA
Ciel!

FERNANDO
Scuopriti, se hai cor.

STENO
Qual io mi sia non curo
la tua minaccia, o stolto;
se mi vedrai in volto
io ti farò terror.

FERNANDO
Basso parla: fra noi, Steno,
parlar più non dée che il brando.

STENO
Tu m'inviti? Oh gioia! quando?

FERNANDO
Questa notte istessa.

STENO
Il vo'!

FERNANDO
Dietro al tempio di Giovanni,
tra i sepolcri, al manco lato,
quando terza avrà sonato
sol a sol t'attenderò.

STENO
Guerra a morte!

FERNANDO
A morte guerra!
Un di noi doman sotterra.

STENO
Là m'attendi ed io verrò.

ELENA
(fra sè)
Fra lor parlan: tutta io tremo...

ISRAELE
(Fra sè)
Il fellone...

FALIERO
(Fra sè)
D'ira fremo...

TUTTI
(Fra sè)
E soffrir, tacer dovrò!

FERNANDO
(Fra sè)
Al mio brando or è fidata
la negata a noi giustizia;
ei cadrà e vendicata
l'innocenza alfin sarà.
Le codarde note il perfido
col suo sangue laverà.

ELENA
(Fra sè)
Han deciso! Il guardo torbido
spira sangue e morte spira:
implacabile nell'ira!
Oh, di lor chi perirà?
Non sia vero il mio presagio:
giusto cielo, abbi pietà!

STENO
(Fra sè)
Egli esulta, egli minaccia,
frema pur, mi guardi altero;
il tuo nome di Faliero
solo a sol non gioverà.
Anche un'ora, e udrotti, o perfido,
steso al suol chieder pietà!

ISRAELE
(a Faliero)
Tra le danze anche, e fra il giubilo
la pazienza tua s'insulta,
e giustizia è sempre inulta?
E di lor tu avrai pietà?
O gl'indegni alfin periscano,
o Venezia perirà.

FALIERO
(a Israele)
Taci, amico, taci e frenati:
può tradirti qui il tuo sdegno:
la vendetta ch'io disegno
come fulmin piomberà.
Nel mio cor non fia che sorga
niuna voce di pietà.

CORO
(nella sala)
Al ballo, 
al ballo, al ballo.

ISRAELE, FALIERO
Al ballo vadasi:
l'alta vendetta
d'alto silenzio
figlia sarà.

FERNANDO, STENO
Al ballo tornisi:
l'ira funesta
che il petto m'agita
vendetta avrà.

ELENA
Ahi! Qual preparasi scena funesta!
Straziata l'anima regger non sa.

(Tutti entrano nella sala da ballo.) 

Scena Ventesima 

LEONI, CORO
Vieni a noi beltà dell'Adria
e di te lieti ne fa';
tra le danze e il riso aspettano,
vieni a noi, vieni o beltà.

ELENA
(a Fernando)
Cedi, cedi alle mie lacrime,
del mio duol abbi pietà.
Un orribile presagio
conturbando il cor mi va.

FERNANDO
(ad Elena)
Nel valor, nel mio cor fidati
che l'amor raccenderà;
non temer! punito il perfido
a' miei piedi alfin cadrà.

STENO
(a Leoni)
La tua festa m'è propizia
e vendetta mi darà.
Mi sfidò; t'allegra: il perfido
a' miei piè morto cadrà.

ISRAELE
(a Faliero)
Fermo sta nel gran proposito
che delitto è la pietà.
Se i tiranni non periscono
la tua patria perirà.

FALIERO
(a Israele)
Periranno! Il mio proposito
come rupe immoto sta.
Anche un'ora, e avrà principio
la verace libertà.


ATTO SECONDO 


(Piazza di S. Giovanni e Paolo. È notte)

Scena prima 

(Da una gondola si canta il seguente coro 

CORO
Siamo figli della notte
che voghiam per l'onda bruna:
l'eco sol dell'acque rotte
della torbida laguna
corrisponde al nostro canto,
che di pianto è messaggier.
Zitto, zitto, un'importuna
voce ascolto da lontano
d'altro estraneo gondolier.
Ma sen parte... zitti... piano:
si dilegua... non temer
l'indiscreto passegger.

VOCE DI DENTRO
Or che in cielo alta è la notte
senza stelle e senza luna,
te non sveglin le onde rotte
della placida laguna:
dormi, o bella, mentre io canto
la canzone del piacer.

Scena Seconda

(Fernando solo) 

FERNANDO
Notte d'orrore!... Di tremendi auguri
fatto segno son io.
Freme il ciel, freme il mare,
voci cupe e lontane odo gridare...
Tombe degli avi miei quivi sepolti,
siete voi che chiamate?
E sia! Morir saprò degno di voi...
Ma tu resti, o infelice,
fra sospetti funesti,
fra ingiurie sola a piangere tu resti!
Io ti veggio; or vegli e tremi,
conti l'ore, o sventurata!
Ed ogni ora che è suonata
ti par l'ultima per me.
Ah! Se ver fia quel che temi,
trovi almen pietoso un core
che: felice, dica, ei muore,
se potea morir per te.

(Battono tre ore) 

Questa è l'ora... una mano di fuoco
par che il core m'afferri e che m'arda:
a quel suon ogni pianto dia loco,
e lo sdegno sottentri al dolor.

(guardando dietro al tempio) 

Pur non giunge: cotanto egli tarda,
egli? Il dubbio comincia agitarmi.
No! Alcun vien: forse è desso: sì: parmi.
Egli è desso, e mi cerca. O furor!
Mi tornano presenti
gli scellerati accenti:
vedrai qual dian risposta
le spose dei Falier'...
Vedrai che sangue costa
l'insulto al menzogner!
Per lei snudiam la spada,
ed a pugnar si vada.
Un vel, dolce memoria!
Mi posa sovra il cor.
M'è pegno di vittoria,
Elena, e di valor.

(parte) 

Scena Terza

(Coro, Pietro, Guido e Beltrame da 
una gondola che si avvicina alla riva) 

CORO, PIETRO, GUIDO, BELTRAME
Siamo figli della notte
che voghiam per l'onda bruna:
l'eco sol dell'acque rotte
della torbida laguna
corrisponde al nostro canto,
che di pianto è messaggier.

Scena Quarta

(Faliero e Israele, approdando da una gondola) 

PIETRO
Finì la festa di Leoni?

ISRAELE
E a mezzo.
Guido e Beltram son qui?

PIETRO
Siamo qui tutti.

ISRAELE
A che è la notte?

GUIDO
Toccar l'ore la terza.

PIETRO
(additando Faliero)
E questi?

ISRAELE
È un difensore
della plebe e di noi.

GUIDO
Patrizio parmi...

PIETRO
Una face!

BELTRAME
(Cava una lanterna cieca, mentre 
Faliero si scopre del suo mantello)
Che veggio?...

GUIDO
(mette mano alla spada)
Il doge?

(Tutti snudano i ferri) 

CORO
All'armi.

ISRAELE
Fermate, amici, o ch'io...

(facendo scudo a Faliero) 

PIETRO
Tu primiero...

(per avvicinarsi) 

ISRAELE
(snuda la spada)
Se ardite muovere un passo ancor...

FALIERO
Prodi, ferite!
Bello ardir di congiurati!
Contro un veglio cento armati,
cento brandi contro un solo,
belle prove di valor!

CORO
Ah, tal vista inaspettata
ci ricolma di stupor!

ISRAELE
Egli, amici, a voi si unisce
per punir chi ci perdé.

CORO
Di Venezia il doge ardisce qui venire?

FALIERO
E il doge ov'è?
Questa larva è già sparita,
sol Falier vedete in me.
Quel Falier che in Zara, in Rodi,
vi guidava alla vittoria,
reca a voi le sue vendette
contro i perfidi oppressor.

CORO
Del più grande degli eroi
chi non fidasi all'onor?

ISRAELE
Dunque all'opra.

FALIERO
Un'alba ancora e una notte...

GUIDO, CORO
Ah! quell'aurora quanto è tarda a comparir!

ISRAELE
Danne il segno del ferir.

FALIERO
Quando tocca il terzo squillo
della torre il maggior bronzo,
di Falier sotto al vessillo
accorrete: il punto è quello
che per l'Adria il dì più bello
mai dall'onde non uscì!
Or giuriam su queste spade
morte ai Dieci... 

(Tuona)

ISRAELE
Il fulmin cade.
Anche il ciel minaccia irato
i superbi... immoti qui.
Noi giuriam...

(Si sente fragor di spade)

FALIERO
Che avvenne mai!
Un cozzar di brandi io sento...

ISRAELE
Parmi... Oh! sì...

GRIDO DI DENTRO
Ah!

FALIERO
(sorpreso)
Qual lamento scese all'alma e mi atterrì!...

ISRAELE
Gente! olà, correte: un fugge.

FALIERO
Freme il vento e l'aria mugge...

ISRAELE
Che fatal presentimento!

FALIERO
(spaventato)
Quel lamento mi colpi!

ISRAELE
Quel lamento di spavento
come un fulmin mi atterrì!

Scena Quinta

(Fernando moribondo e Gondolieri che lo portano) 

PIETRO
Là trafitto, nel sangue ravvolto
ritrovammo quest'uomo che muor.

FALIERO
Una face! Che io scopra quel volto...

ISRAELE
(fa cenno che dalla barca esca una face)
Ecco un lampo che rompe l'orror.

(Balena) 

FALIERO
(riconoscendo l'amico)
Ah! Fernando!

ISRAELE
Fernando... oh, sventura!

FALIERO
Ah! mio fido!

TUTTI
Qual nuovo terror!

FERNANDO
Io vendicarti!... Steno!...
Mi ha morto... Ahimè! Che un gelo
m'investe... Ah, questo velo

(consegna il velo di Elena a Faliero)

copra... il mio... volto...

FALIERO
Ah no!...
Vivi.

FERNANDO
Trafitto a morte...
vendica tua consorte...
ch'io moro...

TUTTI
Egli spirò.

FALIERO
Ah! Fernando!

(per abbracciarlo) 

ISRAELE
(opponendosi)
Ahimè! Faliero...

FALIERO
Ove son? Chi piange qui?...
Ove andò?... Dov'è? Morì?...
Voi chi siete che piangete?
E Fernando ov'è?...

TUTTI
Morì!

FALIERO
Fosca notte, notte orrenda,
tante colpe invan tu celi.
L'ira mia sarà tremenda,
morte ovunque spargerà.
Esci, o brando, e sui codardi
strage, orror, rovina affretta:
memoranda la vendetta
da quel sangue nascerà.

CORO
Trista notte, il corso affretta,
cedi il campo alla vendetta;
ogni stilla di quel sangue
mille vite spegnerà.
Noi giuriam sul corpo esangue
la vendetta, ed ei l'avrà.

FALIERO
Non un'alba, non un'ora
più rimanga ai scellerati.

TUTTI
Questo scoglio di pirati
ferro e foco struggerà. 


ATTO TERZO


(Gabinetto nel palazzo del doge, come nell'Atto primo) 

Scena Prima

(Irene, Elena che dorme, coro di damigelle) 

CORO
La notte inoltrasi
più tenebrosa:
in sopor languido
ella riposa.
Ah, non la destino
tristi pensier!

IRENE
D'augelli lugubri
odo un lamento;
è questo il fremito
del cupo vento,
o il mar che frangesi
dal gondolier?
Si desta...

ELENA
Ah!

IRENE
Qual spavento!...

ELENA
Irene... Irene... Qual terribile sogno!

IRENE
E che sognasti?

ELENA
Rifugge il mio pensiero...
Né giunse ancor?

IRENE
(al coro)
Chi viene?

Scena Seconda

FALIERO
(entra turbato)
Vegli... o sposa?

ELENA
Per te

FALIERO
Dona per poco alle membra riposo...

ELENA
È ghiaccio la tua mano...

FALIERO
E il core è foco.

ELENA
Fra l'ombre in si tard'ora?

FALIERO
Era dover.

ELENA
(fra se)
Che fia!...

(A Faliero) 

Tu mi nascondi
qualche orrendo pensiere...

FALIERO
Io!

ELENA
Tu lungi da me?

FALIERO
Era dovere.

ELENA
Dover? Fra tanti amici
nessun t'accompagnò?

FALIERO
Fuorché l'onor e il brando.

ELENA
E in tal notte Fernando anch'ei t'abbandonò?

FALIERO
L'accusi a torto. Fernando !Ah!

ELENA
Taci? Ohimè!

FALIERO
Fernando è morto.

ELENA
Egli cadde per me!

FALIERO
Degno degli avi.

ELENA
Il sol che sorge ed io non vedrem che un sepolcro!

FALIERO
E mille ancora
ne scorgerà l'aurora.
La plebe e il ciel congiura
per vendicarmi appieno

ELENA
Oh, qual sventura!
Ma qual fragore io sento!

FALIERO
Battono l'acqua cento remi e cento.
Pur non aggiorna... e l'alba
ancor lontana parmi...
Anzi tempo il segnal?

(per partire) 

ELENA
T'arresta

FALIERO
All'armi!

Scena Terza

(Leoni entra) 

LEONI
Gran periglio t'annunzio. 
Il popol sorge e minaccia lo Stato.
Te dimandano i Dieci: or vieni.

ELENA
Oh, Dio!

LEONI
T'affretta.

FALIERO
Or di Venezia il re son io.

LEONI
E' il doge che sì parla?

FALIERO
(snuda la spada)
Empi, tremate!
Faliero vendicato in me tu vedi.

LEONI
Olà...

Scena Quarta

(si presentano i Signori della notte) 

FALIERO
Io fui tradito!

LEONI
Il ferro cedi.
Già confesso tu sei:
i tuoi complici rei
sono in carcer.

FALIERO
(freddamente)
Sta ben, pronto son io.

LEONI
Mi segui.

ELENA
Ahimè, fermate.

FALIERO
(freddamente)
Elena, addio.

Scena Quinta

ELENA
Tutto or morte,
oh Dio, m'invola!
Sempre trista e sempre sola
fra due tombe io piangerò.
Or su me la sorte irata
tutti i fulmini scagliò!

CORO
Or su lei la sorte irata
tutti i fulmini scagliò!

ELENA
Dio clemente, ahi! Mi perdona.
Rea son io, pregar non oso.
Ah, se il cielo mi abbandona,
senza madre e senza sposo,
io deserta, io sciagurata,
dove i passi volgerò?

IRENE
Deh, ti placa, o sventurata.

ELENA
Son l'orror della natura!

CORO
L'infelice è disperata!

ELENA
Il tenor di ria ventura
giorno e notte io piangerò!

IRENE
Nel tenor di tua sventura
sempre teco io resterò.

TUTTE
Deh, ti placa, o sventurata,
sempre teco io piangerò!

ELENA
Fra due tombe, tra due spettri
i miei giorni passeranno;
una spada ed una scure
a me innanzi ognor staranno;
sotto i passi un mar di sangue
i suoi flutti innalzerà.
Solo a me spietato il fato
una tomba negherà.

CORO
Fia per lei la morte adesso
non supplizio, ma pietà!

Scena Sesta 

(Sala del consiglio dei Dieci. Leoni, Beltrame dal 
lato dei Dieci, Israele, Guido, Pietro, e loro seguaci 
incatenati) 

LEONI
Il traditor Faliero già in poter vostro sta.

I DIECI
Lode a Leoni! È salva
dalla fatal rovina
de' mari la regina,
dell'Adria la città.
Chini la fronte a terra
l'empio che a lei fe' guerra:
la veneta giustizia
giammai perdonerà.

Scena Settima

(Faliero e detti) 

LEONI
Ecco il Doge.

CORO
Silenzio.

FALIERO
Chi siete voi? Qual legge,
e a voi chi diede il dritto
di giudicare il Doge?

LEONI
Il tuo delitto.
Or ti discolpa.

FALIERO
Ogni discolpa è vana,
se giudicò il Consiglio,
se affrettar qui si vuole il mio periglio.

ISRAELE
Viva Faliero!

CORO
Viva!

FALIERO
Oh, chi vegg'io?

LEONI
Vedi i complici tuoi.

FALIERO
Voi fra ritorte!
Ahi, miseri!

ISRAELE
Oh, mio prence!

LEONI
I vili a morte!

ISRAELE
Infami noi?
Siamo vili 
e fummo prodi
quando in Zara e quando in Rodi
sulle torri e sulle porte
del Leone i rei stendardi, pei codardi...

LEONI
A morte!

CORO DEI DIECI
A morte!

ISRAELE
Sì alla morte ed alla gloria!
Un addio, e a morte andrò.

FALIERO
Ah, Israele, un giorno in Zara
ti abbracciai fulmin di guerra.

ISRAELE
Ahi! ben altro sol rischiara
questa misera mia terra,
di quel sol che in Rodi e in Zara
la vittoria illuminò.
Per te gemo, o prence amato,
non per me, non per i figli;
delle tigri insanguinate
io ti spinsi infra gli artigli...

LEONI, CORO DEI DIECI
Alla morte!

ISRAELE
Alme spietate!
Un addio solo ai miei figli,
o crudeli, e a morte andrò.

(ai figli) 

Marco, Arrigo, o mio Giovanni,
non tremate in faccia a morte,
disfidate i rei tiranni
e il furor d'avversa sorte.
Non si dica che un mio figlio
una lagrima versò.

(fra sè) 

Ma importuna sul mio ciglio
una lagrima spuntò.

MARCO, ARRIGO, GIOVANNI
Tu vedrai s'io ti assomigli.

ISRAELE
Prence addio... Per sempre... Ah figli!
Disfidate la fortuna.

(fra sè) 

Ah! mai più non li vedrò!
Una lagrima importuna
già la gota mi bagnò.

LEONI
Si eseguisca la condanna.

FALIERO
Voi morendo abbandonate
una terra di dolore,
e lasciate a chi vi danna
il timore e la viltà.

(fra sè) 

Quanti eroi! Quanto valore
un sol giorno perderà!

ISRAELE, CORO DEI CONGIURATI
Il palco è a noi trionfo,
e l'ascendiam ridenti:
ma il sangue dei valenti
perduto non sarà.
Verran seguaci a noi
i martiri e gli eroi:
e s'anche avverso ed empio
il fato a lor sarà,
lasciamo ancor l'esempio
com'a morir si va.

LEONI
Perché, doge,
che tal sei finché il serto
più che reale sul tuo crine è avvinto.
traditor farti?

FALIERO
È traditor chi è vinto
e tal son io. S'opprime
da voi popolo e prence. Alto guardai
la tirannia e di sfidarla osai.

LEONI, I DIECI
A morte! 
A morte!

ISRAELE
Venezia tiranna, 
quanti eroi perderai
Non la patria dei tiranni 
non sarà oramai la nostra patria!

LEONI, I DIECI
Che si esegua la condanna!

(I prigionieri escono) 

Scena Ottava

LEONI
(legge la sentenza)
"Falier già Doge di Venezia e conte
di Val Marino
condanniamo a morte di fellonia convinto."
Appiè del trono
deponi tosto la ducal corona.

FALIERO
Io la depongo. Inutil peso è dessa
alla cadente salma.

(la getta in terra)

Finiste, o Dieci. Al mio morir io presso
solo esser vo'. Lasciatemi a me stesso.

(Partono i Dieci.) 

Scena Nona

(Elena e Faliero) 

ELENA
Faliero!

FALIERO
Oh, di mie pene,
già mia consorte in terra! 
Or lieto appieno
fai l'infelice che ti stringe al seno!

ELENA
Che inaspettata calma!

FALIERO
Hanno gli sdegni e l'ire il lor confine.
Or per l'ultima volta...

ELENA
Mi scoppia il cor!

FALIERO
Il tuo Faliero ascolta.
De' miei tesori a parte
vengan gli sventurati
figli de' condannati;
le vedove de' rei!...

ELENA
E de' tesori miei.

FALIERO
E che rimane allor alla mia sposa?

ELENA
Un voto ed una benda.

FALIERO
O generosa!
Chiuda una tomba sola
Fernando e me... e questo vel...

(mostra la sciarpa di Fernando) 

ELENA
Che miro?

FALIERO
Ricopra d'ambo il volto... 
Impallidisci?...

ELENA
Me infelice!

FALIERO
Tu fremi?

ELENA
Ah, mi punisci...
Di vergogna avvampo ed ardo...
Togli, ah, togli dal mio sguardo
questo vel!... Morte, o perdono!
Rea consorte!

FALIERO
Oh! Morte! Morte!

ELENA
Qui prostrata innanzi a te...

FALIERO
Tu mancavi a me di fé? Rea? Gran Dio!

ELENA
Deh, mi ascolta!
Non fu pegno...

FALIERO
E chi osava...

ELENA
Ei più non è.

FALIERO
Ei Fer... taci, sciagurata:
va', rimani in questa terra
de' rimorsi in fra la guerra...
Sul tuo capo io scaglio... Ah! No!...

(fra sè) 

Santa voce al cuor mi suona:
se a Dio brami pietà,
ai nemici tuoi perdona,
Dio dal ciel ti assolverà.

ELENA
Giusto cielo, a lui tu dona
il perdon com'ei perdona,
alla sposa delinquente,
alla rea che si pentì!

FALIERO
Dio pietoso, Dio clemente,
come or io perdono a lei,
dal tuo soglio i falli miei
tu perdona in questo dì!

Scena Decima

(I Signori della notte e detti) 

CORO
Vieni, Falier, già l'ultima ora per te suonò.

FALIERO
Addio.

ELENA
Mi lasci in pianto!...

FALIERO
In ciel sarai tu resa
per sempre all'amor mio...

ELENA
Ah, ch'io ti perdo intanto...

FALIERO
Per questa terra addio...
In ciel ti rivedrò!

(Parte) 

Scena Ultima

(Elena e guardie) 

ELENA
(immobile)
Sì: quaggiù tutto è finito...
Anche il pianto è inaridito...
Ogni fallo tu perdona,
Dio pietoso, Dio clemente!
Tutto tacque... il sacerdote
per lui prega e lo consola...

(va verso la porta e si pone ad ascoltare)

Egli ha detto una parola... fu per me...
I tamburi annunziano l'esecuzione.

(Elena getta un grido e cade tramortita) 

CORO DE' DIECI
Si apra alla gente; vegga il fin dei traditor.



ACTO PRIMERO


(En el astillero) 

Escena Primera

(Coro de operarios que están trabajando) 

COROS
¡Iza, alza, levanta, allí!

CORO I
¿Y es verdad? Así está bien.

CORO II
Es verdad, lo narran en Rialto, 
y hay quien jura 
haber visto escrito en las paredes 
el deshonesto vitupero...
Propiamente el nombre de Faliero, 
justamente el nombre de su mujer.

CORO I
¿El de ella?... Pero ¡si es un ejemplo de virtud!

CORO II
¡Cuidado, tira, tira, allí! Así está bien.

CORO I
Pero ¿quién dicen que fue?

CORO II
Han dicho que un patricio...
¡Un patricio! Amigos, silencio: 
los Cuarenta harán justicia. 
¿Ellos? Detestan al Dux y a nosotros, 
porque somos sus amigos: 
¡y también porque somos demasiado pobres!...

CORO I
¿Somos miserables?... ¿Quieres callarte?
¡Empuja más hacia acá!
Así esta bien.

CORO II
¡Cantemos el himno de Faliero!

TODOS
¡Zara audaz, Zara infiel! 
Cuatro asaltos se hicieron en vano: 
y aún sigue resistiendo, aunque hambrienta, 
¡sigue desafiando a Venecia!
¡Oh, valiente Faliero!
Ya el foso ha sobrepasado, 
no hay muralla que esté completa; 
¡Zara, tiembla, tiembla, oh Zara, 
que ya llega tu fin!
¡Oh, valiente Faliero! 
Pero he aquí que desde Ostro 
una negra polvareda se levanta;
las lanzas aparecen en la cumbre, 
y gritos de guerra claman venganza. 
¡Oh, valiente Faliero! 
El enemigo nos ha sorprendido, 
nos atacan por todos lados. 
¡Cuidado con Zara, nos contraatacan!
Los guerreros dudan del triunfo. 
¡Oh, valiente Faliero! 
Pero Faliero se levanta
y con su mirada calcula el peligro; 
escucha a su corazón 
y encabeza el ataque. 
¡Oh, valiente Faliero! 
Él es el primero en salir de las defensas, 
él conduce la vanguardia;
ya retroceden los caballos 
al enfrentarse con el guerrero.
¡Oh, valiente Faliero! 

Escena segunda

(Llega Israel) 

ISRAEL
¡Ay, hijos míos! 
¡Ése es el dulce canto de mi juventud! 
También yo integraba esa escuadra.
¡Yo también fui soldado de Venecia!
Allí estuve yo, y él estaba a mi lado,
cuando feroz, ensangrentado, 
sobre la brecha como un relámpago, 
entró en Zara el gran Faliero.

CORO
¡Oh, qué gloria! ¡Oh, fausto día!

ISRAEL
¡Ahora sólo me queda el recuerdo!
Aquella época, aquella gloria,
fue un sueño que ya desapareció.

Escena Tercera

(Entra Steno) 

ALGUNOS
¡Amigos!... ¡Llegan patricios!... 
Steno... se lo ve agitado... ¡Mirad!... 
Tengo un mal presentimiento.

STENO
(yendo hacia los trabajadores)
¿Qué hacéis? 
¿Aún no está terminada mi góndola?

ALGUNOS
Señor...

STENO
¿Será necesario que yo os enseñe 
a obedecer las órdenes?
¿Acaso no queréis trabajar, miserables?

(a Israel)

¡Basta ya! 
¡Vamos, expúlsalos a todos del astillero!

ISRAEL
Señor, discúlpelos,
ellos no tienen culpa alguna.
Aquí el trabajo es inmenso,
pues treinta galeras averiadas 
han llegado al arsenal.
La prioridad es servir a la patria...

STENO
(amenazando con golpearlo)
¡Cómo te atreves, desgraciado!

ISRAEL
(enfurecido)
Señor, yo fui soldado...

STENO
Eres un vil sirviente, como todos ellos, 
¡tendrás tu castigo!

(se marcha amenazador) 

Escena Cuarta 

ISRAEL
¡Orgullosos, malvados, viles, 
soberbios e ingratos patricios!
No les basta el modo indigno 
con que nos tratan, también usan la vileza. 
Cada cosa que realizan 
es un signo de su crueldad.

CORO
¡Nos maltratan y callamos!
Soberbio Steno, ya te ajustaremos las cuentas... 
Este insulto ha sido inicuo y atroz... 
Tu presencia contaminas la ciudad. 
Hablas, pero tus palabras, Steno,
todos desprecian.

Escena Quinta

(Gabinete en el palacio 
del Dux. Fernando solo) 

FERNANDO
No, no tengo el coraje suficiente 
como para abandonarla sin un adiós.
Debo partir. Las infames calumnias 
que escribió el inicuo Steno, 
me obligan a ello. 
¡Adiós a las hermosas esperanzas 
de un desdichado amor!
Casa paterna, donde viví y crecí con ella, 
¡para siempre adiós!
No espero que pueda volver a verte 
hermoso hogar de mi patria.
Ya no escucharé más el susurro
de tus suaves y placenteras brisas.
Queridos lugares, horas alegres, 
¡siempre os tendré presentes!
Ni disfrutarlas, ni olvidarlas, 
no, jamás podré.
Tanto sufrimiento no lo puedo resistir. 
Lejos de quien adoro, 
moriré de angustia. 
Un sólo consuelo conforta mi corazón: 
¡pensar que alivio los sufrimientos 
a mi bien amada!
El exilio y la muerte 
sabré desafiar con entereza,
si con ello puedo hacer menos triste su destino.
Pero... ¡alguien se acerca!... ¡Es ella! 
¡Qué feliz me siento!

Escena Sexta

(Elena entra) 

ELENA
¡Fernando!
¿Y todavía te atreves?

(en actitud de marcharse)

FERNANDO
¡Detente!

ELENA
¡No!

FERNANDO
Por última vez...

ELENA
Debo permanecer lejos de ti.

FERNANDO
¡Ah, por piedad, escúchame!
Tú no sabes que la nave que 
de mi cielo y de ti me separará, 
ya está preparada y en un instante
sus velas al viento desplegará.
¡Por favor! Que al menos pueda, 
en este último momento, llorar junto a ti.
Para así poder llevar conmigo, 
a través de los mares, un piadoso recuerdo.

ELENA
¿Qué me pides? ¡Ah, desdichada!
¿No recuerdas dónde estás?
Que aquí se acaba de borrar la injuria 
causada por inicuas palabras. 
¡Vete, cada instante que esté contigo 
puede resultar tremendo para mí!
Evítame una desventura 
aún más funesta.

FERNANDO
¿Qué recuerdos?... ¡Oh, qué vergüenza!
¡Ah, cruel!

ELENA
¡Parte, vete!

FERNANDO
Hubiera querido mostrarte esta espada
manchada con su sangre, 
o haber caído muerto luchando 
por mi amor y por mi fe. 
Tú retuviste mi brazo, 
¡y yo dejé que la venganza dejara lugar al llanto!
Y ahora... ¿me niegas tu adiós?
¿Ni una lágrima por mí?

ELENA
¡Calla, ah, calla! Cada palabra tuya 
es un puñal que me abre el pecho. 
Mi vida es un llanto permanente, 
bien lo sabes, y todo por tu culpa. 
¡Hazlo por él, por él que te quiere, 
y que a ambos nos llama sus hijos! 
¡Ah, vete, déjame!
¡Recuerda quién soy, cruel, quién soy!

FERNANDO
¡Está bien, me voy!... ¡Adiós! 
Si después de mi partida 
escuchas alguna noticia sobre mí, 
será la de mi muerte.

ELENA
(dándole un velo)
¡Ay, vive y que este regalo
de mí te hable siempre!
¡Paño de mis lágrimas, 
recuerdo de mi dolor!
Vive, y que mi recuerdo 
permanezca siempre en tu corazón.
Que siempre consuele y glorifique
a un amor desafortunado.

FERNANDO
Me marcho pero tu dulce recuerdo 
llevaré siempre sobre mi corazón.
¡Más apreciada que la gloria 
es para mí tu prenda de amor!
¡Viene el Dux!

ELENA
¡Vete!

FERNANDO
¡Oh, cielos!

ELENA
¡No debes quedarte aquí!

Escena Séptima

(Entra Faliero) 

FALIERO
Elena... ¿Estuviste llorando?

ELENA
¿Yo? Sí, pero no te preocupes...

FALIERO
Estaré tranquilo cuando...

ELENA
¿Ah, estás nervioso?

FALIERO
Déjame a solas con Fernando.

ELENA
¿Qué pasará?...

(sale) 

Escena Octava

FERNANDO
Señor, ¡cuanta turbación!

FALIERO
Lee, ¡oh, Fernando!
lee la infamia de los Cuarenta y mía.

FERNANDO
¡Horroroso abuso de poder! 
A Steno, 
que a tu virtuosa esposa y al Dux 
ofendió tan vilmente, sólo lo condenan 
¡a un mes de prisión y un año de exilio!

FALIERO
Y luego irá, sin ser castigado,
a contarle el ultraje a toda Europa.
¡Disfruta, Venecia! Los gondoleros, 
que cantaban mi glorias, cantarán ahora: 
"Marin Faliero el de la mujer infiel"

FERNANDO
¿Lo soportarás?

FALIERO
Y además, debo firmar este papel 
afirmando que me he vengado 
totalmente de Steno… El buen León,

(irónico) 

para mayor escarnio,
ha osado invitarme a un baile...
¡Dame la sentencia!

(firma el pliego y luego exclama) 

¡Oh, Justicia del Cielo!
Toma, devuelve este pliego, 
y luego prepárate para el baile.

(Fernando sale) 

Escena Novena 

FALIERO
¿Cómo borrar la injuria que mancha mi frente?
¿Cómo?...

Escena Décima

(Entra Vincenzo) 

FALIERO
¿Y bien, qué quieres?

VINCENZO
Israel Bertucci desea hablarte,
pregunta si puedes recibirlo.

FALIERO
(Para sí)
Él estuvo hoy con Steno 
¿un nuevo insulto me espera?

(a Vincenzo que sale) 

¡Hazlo entrar!

Escena Undécima

FALIERO
¿Y hasta cuándo, sin castigo, 
andará el pérfido jactándose de su maldad?

Escena Duodécima 

(Israel entra) 

FALIERO
Israel, ¿qué quieres?

ISRAEL
¡Pido justicia contra el inicuo Steno!

FALIERO
¿Por qué me pides a mí venganza
de los agravios que te han hecho?

ISRAEL
A ti te corresponde.

FALIERO
¡Pero si mis propias ofensas no tienen castigo, 
y se me niega justicia!

ISRAEL
Entonces ¿no quedará otro camino 
que recurrir a las armas? 
Tengo valor y una espada para vengarme.

FALIERO
Aún si lograras matarlo 
matarías a uno sólo, 
y luego miles surgirían para vengarlo. 
¿Pero quién, quién de nosotros
podría hacer frente 
a la furia de los Cuarenta?

ISRAEL
Surgirán en un instante, 
para castigar al inicuo Steno, 
de la patria deshonrada, 
mil espadas y mil héroes.
Y entonces a miles caerán
todos los depravados o sino... caeré yo.

FALIERO
¿Crees que los impíos no sabrán defenderse? 

ISRAEL
¿Crees que nos faltará el coraje?

FALIERO
Con tus palabras ocultas un secreto. Habla...

ISRAEL
¿Al Dux o a Faliero?

FALIERO
Olvida al Dux.

ISRAEL
Pues entonces el gran misterio 
al amigo revelaré.
Ya del altivo León de Venecia
el aborrecido poder declina...

FALIERO
¡Silencio!... Entre estas paredes 
hay quienes pueden escucharte. 
¿Quienes te secundan en la empresa?

ISRAEL
¡Mi espada y mi valor!
Y la furia que me provoca
los ultrajes de Steno.

FALIERO
Son insuficientes el ímpetu 
y la rabia de tu corazón. 
Para salvar a Venecia 
no bastan ellos solos.

ISRAEL
¿No son suficientes las infamias 
de los pérfidos impunes?... 
¿Tantas lágrimas derramadas 
tantos matrimonios traicionados?

FALIERO
Son causa de terribles furias 
que destrozan los corazones... 
Pero para salvar a Venecia, 
no, no son suficientes.

ISRAEL
¿La calumnia, no merecida, a tu esposa? 
¿Y las injurias al Dux? 
¿Y esa ignominia 
que cubre tu frente? 
¿Sacudido por tantas injurias 
no te rebelas aún?

FALIERO
¡Ah, ¡Qué reproche! ¡Oh, qué furia!...
¡Oh, Steno! ¡Oh, qué vergüenza!

ISRAEL
(para sí)
Calla, piensa y reflexiona absorto...
Está planeando matanza y venganza.
Sentimientos contrapuestos se reflejan 
en su rostro: odio, desdén, furor y piedad.

FALIERO
(Para sí)
Odio y desdén... os siento, os escucho, 
no en vano gritáis venganza.
La última hora para los impíos está cercana, 
el poder de los viles caerá.

ISRAEL
¿Qué decides?...

FALIERO
Ven al baile 
en la casa de León.
Allí me revelarás quienes son tus aliados, 
sus nombres me dirás.

ISRAEL
No esperes que te diga un sólo nombre, 
si el tuyo no es el primero de la lista.

FALIERO
¿A tanto te atreves?

ISRAEL
Me atreví aún más 
luchando un día a tu lado.
¡Oh, Faliero! ¿Dónde está la espada 
que salvó entonces a la patria?
También ahora se necesita una espada...

FALIERO
¡Sí, tendrá la de Faliero!... ¡Tiembla, oh Steno! 
¡Que tiemblen los soberbios!
Llega por fin el instante deseado.
¡El honor ultrajado de Faliero 
mucha sangre les va a costar!

ISRAEL
¡Faliero, estamos a tus órdenes!
¡Por fin se acerca el instante anhelado! 
Todo insulto será vengado
y el impío Steno castigado caerá.

ISRAEL, FALIERO
A vencer o morir en la lucha.
La voz del honor nos reclama.
Él nos promete la gloria y la fama 
que la muerte borrar no podrá.

(Salen) 

Escena Decimotercera 

(Antesala al salón donde se 
baila alegremente. León y sirvientes)

LEÓN
(a los sirvientes) 
Repartid a manos llenas 
las rosas de Bizancio, 
y adornad las copas de Chipre. 
Que todo esté iluminado como si fuese de día. 
Brillen por doquier el oro, las gemas 
y todos mis tesoros. 
Que todo sea una gran ostentación. 
Espero el Dux, está bien así... ¡Marcharos!

(Los sirvientes salen)

Escena Decimocuarta 

(Entra Steno, enmascarado) 

STENO
León, no te asombres.

LEÓN
¿A quién veo?
¡Esta mañana fuiste condenado 
y ahora osas venir al baile! 
¡A qué te lleva un desventurado amor!...

STENO
Estaré oculto de todos y también de ella. 
Es verdad, yo la amo, y tanto más la amo 
cuánto mayor es mi cruel suerte... 
Pero el odio es más fuerte que el amor.

LEÓN
Cálmate, Steno. 
Aquí, hoy, todo debe ser alegría y paz... 
El Dux está llegando; sé prudente.

STENO
¡Adiós!

(se pone la máscara y va a confundirse con 
los demás caballeros en el salón) 

Escena Decimoquinta

(Caballeros y damas en el salón de baile) 

CORO
(desde dentro del salón de baile)
¡Ven, del Adriático 
belleza divina!
¡Ven, oh reina, 
llénanos de alegría!
Haz exultantes 
los bailes y las canciones,
que son gloria y delicia 
de nuestra edad.

(Mientras canta el coro, Faliero, 
Elena y Fernando cruzan la sala) 

Escena Decimosexta

(Israel y Faliero) 

FALIERO
¿Estamos solos?... Mantente alerta.

ISRAEL
Aquí no hay miradas 
que nos observen, y el sonido de la música 
es propicio para hablar en secreto.

FALIERO
Ahora dime: ¿quiénes son 
los que nos acompañarán en esta empresa?

ISRAEL
(dándole un folio)
Aquí está: lee.

FALIERO
¡Oh, cuántos nombres!

ISRAEL
Eternos serán para la historia, 
si a ellos añades el tuyo.

FALIERO
¿Un dálmata?

ISRAEL
Que viene con sus trescientos seguidores.

FALIERO
Está bien...
¿Un pescador?

ISRAEL
Pobre en oro 
pero rico en odio hacia los malvados.

FALIERO
¡Y también un gondolero!

ISRAEL
¡Con otros cien sentados sobre la proa!...
Ellos serán los primeros en entonar 
el himno de la victoria.

FALIERO
¡El himno de Faliero!...
¿Beltrame, el escultor?

(La música del salón finaliza)

¡Funesto nombre es éste!

ISRAEL
¡Silencio!...

FALIERO
¿Quién viene?

ISRAEL
Nadie. Terminó el baile.

FALIERO
Déjame a solas; permanece alerta y observa.

ISRAEL
¡Genio del Adriático, inspira su mente!

FALIERO
Un pescador... Un dálmata...
Trescientos valientes más...
Un gondolero junto a otros cien...
Pero ese escultor... Beltrame...

(La música empieza nuevamente)

ISRAEL
¡Empieza el baile!

FALIERO
¿La noche elegida?

ISRAEL
Es ésta.

FALIERO
¿Ésta que avanza tan tenebrosa?

ISRAEL
Su funesta apariencia 
es acorde a la empresa que queremos realizar.

FALIERO
¿Y el lugar elegido?

ISRAEL
La plaza del apartado templo de San Giovanni.

FALIERO
¡Ah, qué nostalgia!
¡Allí están enterrados mis padres!

ISRAEL
¡También ellos se estremecerán!

(La música cesa de repente)

FALIERO
¡Calla, el baile se ha interrumpido!... 
Ve a averiguar por qué.

(Israel sale) 

Escena Decimoséptima 

FALIERO
¡Oh, arrogante Faliero, a quien recurres 
para llevar a cabo tu venganza!... 
¿A quién?... A la plebe.
¡Grandes cosas esperas de ella!
Sí, a la plebe osa confiarse el agraviado Dux.
Horroroso juego...
Sólo finalizará con la muerte, 
donde todo acaba... 

(entra Elena) 

¡Pareces asustada!

ELENA
Una máscara atrevida me espía, 
me persigue y osa...

FALIERO
¡En casa de León, y a mi esposa!

ELENA
¡Marchémonos!

FALIERO
¡Terrible relámpago a mis ojos!

ELENA
¡Marchémonos!

FALIERO
¡Ardo de ira!

Escena Decimoctava

(Fernando e Israel hablando 
entre ellos a un lado de la escena) 

FERNANDO
¿Tú lo viste?

ISRAEL
Con estos ojos...

FERNANDO
¿Esa máscara tan arrogante?

ISRAEL
Era el impío.

FERNANDO
¿Cuál impío?

ISRAEL
¡Steno!

ELENA, FERNANDO
¿Steno, aquí?

FALIERO, FERNANDO
¡Ah qué enorme injuria, 
qué inesperado insulto, 
pérfido Steno, tiembla, no quedarás sin castigo!

(Fernando se dirige hacia el salón) 

ELENA
(a Fernando)
¡Detente por piedad!

ISRAEL
(llevando a Faliero aparte)
¡Señor, salgamos de aquí!
No ha sido casualidad 
que León te haya invitado a su fiesta...
Otra ofensa, más funesta, 
si no dejas brotar tu indignación, 
si sigues refrenando tu ira, 
deberás soportar aún.

FALIERO
(a Israel)
De mi venganza llega la hora, 
tú me incitas, tú me empujas.
¡Sólo la venganza ha de guiarme!
Se acerca la hora en que
tantas injurias y pesares
la venganza lavará.

FERNANDO
(a Elena)
Mi prolongado dolor
finalmente deseo vengar.
Quiero castigar su necia arrogancia, 
los ultrajes y su orgullo desmedido. 
La súplica o el llanto de ese cobarde 
mi ira no refrenará.

ELENA
(a Fernando)
Una palabra mía, sólo una mirada,
imperó sobre tu corazón.
Ahora nada te refrena, 
dominado por la furia. 
Si no quieres verme morir 
por piedad, ten calma, por favor.

Escena Decimonovena

ISRAEL
(señalando a Steno)
¡Ahí está!... ¡Es él!

TODOS
¡Él!

FALIERO
¡El audaz, en este lugar!...

ISRAEL
¡Disfrazado!...

ELENA
¡Cielos!

FERNANDO
¡Descúbrete, si tienes valor!

STENO
Quien quiera que seas,
no me preocupan tus amenazas ¡oh, necio! 
Si vieras mi rostro 
morirías de terror.

FERNANDO
¡Habla menos, Steno!
¡Entre nosotros sólo deben de hablar las espadas!

STENO
¿Me desafías?... ¡Qué alegría!... ¿Cuándo?

FERNANDO
¡Esta misma noche!

STENO
¡Iré!

FERNANDO
Detrás del templo de San Giovanni, 
entre los sepulcros del lado izquierdo, 
cuando hayan dado las tres 
allí te esperaré.

STENO
¡Duelo a muerte!

FERNANDO
¡Duelo a muerte!
Uno de nosotros mañana estará bajo tierra.

STENO
Espérame allí. Iré.

ELENA
(Para sí)
Hablan entre ellos: tiemblo de pies a cabeza...

ISRAEL
(Para sí)
El traidor...

FALIERO
(Para sí)
Me estremezco de ira...

TODOS
(Para sí)
¿Y deberé sufrir en silencio?

FERNANDO
(Para sí)
A mi espada se le confía 
nuestra negada justicia.
Él caerá y vengada 
la inocencia al fin será. 
La infame calumnia el pérfido 
con su sangre lavará.

ELENA
(Para sí)
¡Ya han decidido! 
¡Las turbias miradas están cargadas de sangre 
y la implacable ira la muerte inspira! 
¿Cuál de ellos perecerá? 
Que no sea verdadero mi presentimiento...
¡Justo cielo, ten piedad!

STENO
(Para sí)
Exulta, amenaza y se estremece, 
mirándome altanero.
No será solamente tu nombre, Faliero,
el que ruede por el suelo.
Dentro de una hora te oiré ¡oh, pérfido!
arrastrándote por el suelo pedir piedad.

ISRAEL
(a Faliero)
En medio de las danzas y del júbilo 
tu paciencia es insultada, 
¿acaso la justicia nunca ha de llegar?
¿Tendrás piedad de ellos?
O los indignos mueren, 
o Venecia perecerá.

FALIERO
(a Israel)
¡Calla, amigo, calla y refrénate!
Tu desdén puede traicionarte.
La venganza que planeo 
caerá como un rayo. 
No sea que surja en mi corazón 
una voz de piedad.

CORO
(dentro del salón)
¡A bailar!
¡A bailar, a bailar!

ISRAEL, FALIERO
Vayamos a bailar
mientras se gesta la venganza 
que en el mayor secreto 
aquí nacerá.

FERNANDO, STENO
Volvamos al baile 
que la ira funesta 
que mi pecho agita 
su venganza tendrá. 

ELENA
¡Ah! ¡Una escena funesta aquí se prepara!
El alma destrozada no la puede soportar.

(Todos entran en el salón de baile) 

Escena Vigésima 

LEÓN, CORO
¡Ven a nosotros belleza del Adriático 
y danos tu alegría!
Entre danzas y risas te esperamos.
¡Ven a nosotros, ven, oh beldad!

ELENA
(a Fernando)
Cede, cede a mis lágrimas, 
y de mi dolor apiádate. 
Un horrible presagio 
alarma mi corazón.

FERNANDO
(a Elena)
Con valor, confía en mi corazón 
que el amor amparará.
¡No temas! El pérfido al fin caerá 
castigado a mis pies.

STENO
(a León)
Tu fiesta me es propicia 
y la venganza me dará.
Alégrate por mi desafío,
el pérfido a mis pies muerto caerá.

ISRAEL
(a Faliero)
Manténte firme en nuestro gran propósito 
que delito es la piedad.
Si los tiranos no perecen 
tu patria perecerá.

FALIERO
(a Israel)
¡Perecerán! Mi decisión 
es firme como una roca. 
Dentro de una hora, 
comenzará la verdadera libertad. 


ACTO SEGUNDO


(Plaza de San Giovanni. Es de noche) 

Escena Primera

(Desde una góndola se canta el siguiente coro) 

GONDOLEROS
Somos hijos de la noche 
que bogamos sobre las oscuras olas.
Sólo el eco de las aguas agitadas 
de la turbia laguna 
responde a nuestro canto, 
que es mensajero del llanto.
Silencio, silencio, 
la inoportuna voz,
de un gondolero desconocido,
escucho a lo lejos.
Pero ya se aleja... silencio... se desvanece... 
no habrá que temer al inoportuno pasajero.

VOZ INTERNA
Ahora que la noche está avanzada,
sin estrellas y ni luna, 
que no te desvele el ruido de las olas 
de la plácida laguna.
Duerme ¡oh, bella! mientras yo canto 
la canción del placer.

Escena Segunda 

(Fernando solo) 

FERNANDO
¡Noche de horror!... 
Me siento víctima de terribles presagios. 
Brama el cielo y el mar, 
oigo gritar voces funestas y lejanas... 
Tumbas de mis antepasados, 
¿acaso me reclamáis? 
¡Así sea! 
Morir sabré dignamente...
Pero tú quedas ¡oh, infeliz!
entre sospechas e injurias funestas,
¡sola, para llorar te quedas!
Te veo... ahora estás despierta y tiemblas.
Cuentas las horas ¡oh, desdichada! 
y cada hora que suena 
te imaginas que será la última para mí.
¡Ah! Si fuera cierto aquello que temes, 
que encuentres un corazón piadoso que te diga:
¡Feliz murió, pues murió por ti!

(Suenan las tres de la madrugada)

Es la hora... una mano de fuego
me aferra y me quema el corazón.
A ese sonido huya el llanto
y el dolor ceda el paso a la indignación.

(mirando detrás del templo) 

Aún no llega... ¿por qué se retrasa? 
La duda comienza a inquietarme. 
¡No, alguien viene!... ¡Quizás sea él!
Es él y me está buscando... ¡Oh, furor!
Me vuelven a la mente 
sus perversas palabras.
¡Verás qué respuesta te dará
la esposa de Faliero!...
¡Verás cuánta sangre 
le cuesta el insulto al que calumnia!
Por ella empuño la espada
y me apresto a combatir.
¡Este velo que es su dulce recuerdo 
me cubrirá el corazón!
¡Elena, tu velo será la garantía 
de mi victoria y valor!

(parte) 

Escena Tercera

(Coro, Pedro, Guido y Beltrame desde 
una góndola que se acerca a la orilla) 

CORO, PEDRO, GUIDO, BELTRÁN
Somos hijos de la noche 
que bogamos sobre las oscuras olas.
Sólo el eco de las aguas agitadas 
de la turbia laguna 
responde a nuestro canto, 
que es mensajero del llanto.

Escena Cuarta

(Faliero e Israel llegan en una góndola) 

PEDRO
¿Acabó la fiesta de Leoni?

ISRAEL
Está por la mitad.
Guido y Beltrán ¿están aquí?

PEDRO
Todos estamos aquí.

ISRAEL
¿Qué hora es?

GUIDO
Ya dieron las tres.

PEDRO
(señalando a Faliero)
Y éste ¿quién es?

ISRAEL
Es un defensor 
del pueblo y de todos nosotros.

GUIDO
Patricio parece...

PEDRO
¡Trae una antorcha!

BELTRÁN
(Acerca una antorcha, al mismo 
tiempo que Faliero se quita su capa)
¿Qué veo?...

GUIDO
(echando mano a la espada)
¿El Dux?

(Todos desenvainan sus espadas) 

CORO
¡A las armas!

ISRAEL
¡Deteneos, amigos o yo...

(haciendo de escudo a Faliero) 

PEDRO
¡Tú el primero!...

(avanzando hacia Israel) 

ISRAEL
(desenvainando la espada)
... si os atrevéis a dar un paso más...

FALIERO
¡Valientes, herid!
¡Hermoso coraje de conjurados!
¡Contra un viejo, cien hombres armados, 
cien espadas contra una sola!
¡Qué gran prueba de valor!

CORO
¡Ah, el verte tan inesperadamente 
nos llena de estupor!

ISRAEL
Él, amigos, se une a nosotros 
para castigar a quién nos oprime.

CORO
¿El Dux de Venecia se atreve venir hasta aquí?

FALIERO
¿Y el Dux, dónde está?
Ese espectro ha desaparecido, 
solamente a Faliero ved en mí.
Aquel Faliero que en Zara y en Rodas, 
os condujo a la victoria
y ahora os confía su venganza 
contra los pérfidos opresores.

CORO
¿Cómo no confiar en el honor 
del más grande de los héroes?

ISRAEL
Pues entonces ¡manos a la obra!

FALIERO
Una noche y un amanecer faltan aún...

GUIDO, CORO
¡Ah! ¡Ese amanecer, cuánto tarda en llegar!

ISRAEL
¡Danos la señal para atacar!

FALIERO
Cuando la campana mayor 
de la torre dé las tres, 
acudid bajo el estandarte de Faliero.
Ésa será la señal.
¡Nunca el Adriático
habrá visto jornada más bella!
Y ahora juremos sobre estas espadas:
¡Muerte a los Diez!... 

(Truena)

ISRAEL
Cae el rayo.
También el cielo 
amenaza irritado 
a los soberbios... ¡Juremos!

(Se siente el fragor de espadas) 

FALIERO
¡Qué sucede!
Escucho el chocar de espadas...

ISRAEL
Me parece que... ¡Oh, sí!...

GRITOS FUERA DE ESCENA
¡Ah!

FALIERO
(admirado)
¡Ese lamento me ha llegado al alma!

ISRAEL
¡Adelante, corramos!... ¡Alguien huye!...

FALIERO
Brama el viento y el aire se estremece...

ISRAEL
¡Qué fatal presentimiento!

FALIERO
(con espanto)
¡Ese lamento golpeo mi corazón!

ISRAEL
¡Ese lamento espantoso 
como rayo me aterrorizó!

Escena Quinta 

(los gondoleros llevan a Fernando moribundo) 

PEDRO
Allá, herido y cubierto de sangre, 
hallamos a este hombre moribundo.

FALIERO
¡Una antorcha!... ¡Veamos quien es!

ISRAEL
(hace señas y le acercan una antorcha)
¡Una luz que rompa esta oscuridad horrible!

(Relampaguea) 

FALIERO
(reconociendo a su amigo)
¡Ah, Fernando!

ISRAEL
¡Fernando!... ¡Oh, desventura!

FALIERO
¡Ah! ¡Mi fiel amigo!

TODOS
¡Qué nuevo terror!

FERNANDO
¡Quise vengarte!... 
¡Steno... me ha causado una herida mortal!
Se me hiela la sangre... ¡Ah, este velo!...

(entrega el velo de Elena a Faliero)

…que cubra... mi... rostro...

FALIERO
¡Ah, no!... 
¡Vive!

FERNANDO
Estoy herido de muerte... 
¡Venga a tu esposa1... 
Me muero...

TODOS
¡Ha muerto!

FALIERO
¡Ah! ¡Fernando!

(intenta abrazarlo) 

ISRAEL
(oponiéndose)
¡Ay de mí! Faliero...

FALIERO
¿Dónde estoy? ¿Quién llora aquí?... 
¿Dónde se fue?... ¿Dónde está? ¿Murió?...
¿Quiénes sois vosotros qué estáis llorando?
Y Fernando ¿dónde está?...

TODOS
¡Murió!

FALIERO
Noche tenebrosa, noche horrenda, 
muchas culpas ocultas en vano. 
Mi ira será terrible, 
y la muerte por doquier esparcirá. 
Vibra ¡oh espada mía! y sobre los cobardes 
la muerte, el horror y la destrucción apura.
Rememorando esta sangre 
la venganza resurgirá.

CORO
Triste noche, acelera tu curso, 
cede el paso a la venganza.
Cada gota de esa sangre 
mil vidas apagará.
Nosotros juramos, sobre este cuerpo exánime,
obtener su venganza.

FALIERO
¡Que no les quede un día, 
ni una hora a esos malvados!

TODOS
A ese nido de piratas 
las espadas y el fuego destruirá.


ACTO TERCERO


(Palacio del Dux, como en el acto primero) 

Escena Primera

(Irene, Elena que duerme, coro de damas) 

CORO
La noche se muestra
muy tenebrosa.
En un lánguido sopor 
ella descansa. 
¡Ay, que no la despierten 
tristes pensamientos! 

IRENE
De lúgubres pájaros 
oigo un lamento.
¿Es el silbido 
del misterioso viento 
o son las olas del mar
agitadas por el gondolero?
Se despierta...

ELENA
¡Ah!

IRENE
¡Que espanto!...

ELENA
Irene... Irene... ¡Qué sueño terrible!

IRENE
¿Y qué soñaste?

ELENA
Me siento aturdida...
¿Todavía no llegó?

IRENE
(al coro)
¿Quién viene?

Escena Segunda 

FALIERO
(entra agitado)
¿Estás despierta... esposa mía?

ELENA
Por ti.

FALIERO
Querida, debes descansar un poco más...

ELENA
Tu mano está helada...

FALIERO
Y el corazón ardiendo.

ELENA
¿Saliste a esta hora tan avanzada de la noche?

FALIERO
Debí hacerlo.

ELENA
(para sí)
¡De qué se tratará!...

(A Faliero) 

Tú me ocultas 
alguna terrible noticia...

FALIERO
¡Yo!

ELENA
¿Fuiste muy lejos de aquí?

FALIERO
Era mi deber.

ELENA
¿Deber? 
¿Ninguno de tus amigos te acompañó?

FALIERO
Salvo el honor y mi espada.

ELENA
¿También Fernando te abandonó está noche?

FALIERO
¡Injustamente lo acusas!... ¡Fernando, ah!

ELENA
¿Callas?... ¡Ay de mí!

FALIERO
Fernando ha muerto.

ELENA
¡Él murió por mí!

FALIERO
Digno de sus antepasados.

ELENA
¡El sol nace y yo sólo veré un sepulcro!

FALIERO
Y todavía mil más divisarás
cuando amanezca.
La plebe y el cielo 
se unen en mi venganza.

ELENA
¡Oh, qué desdicha!
Pero... ¿qué se escucha?

FALIERO
Golpean el agua cientos de remos. 
Sin embargo, no amanece aún... 
El alba todavía parece lejana... 
¿Dieron la señal antes del tiempo?

(dispuesto a partir) 

ELENA
¡Detente!

FALIERO
¡A las armas!

Escena Tercera

(Entra León) 

LEÓN
Grandes peligros te anuncio. 
¡El pueblo se ha sublevado y amenaza al Estado!
Los Diez te reclaman... ¡ve ahora!

ELENA
¡Oh, Dios!

LEÓN
¡Apresúrate!

FALIERO
¡Ahora yo soy el rey de Venecia!

LEÓN
¿Es el Dux quien habla así?

FALIERO
(desenvaina la espada)
¡Impíos, temblad!
Faliero será vengado ahora mismo.

LEÓN
¡Acudid, prestos!...

Escena Cuarta

(los Señores de la Noche entran) 

FALIERO
¡Fui traicionado!

LEÓN
Entrega tu espada.
Has confesado
y tus malvados cómplices 
ya están en la cárcel.

FALIERO
(fríamente)
Está bien, estoy preparado.

LEÓN
¡Sígueme!

ELENA
¡Ay de mí, deteneos!

FALIERO
(fríamente)
Elena, adiós.

Escena Quinta 

ELENA
¡Ahora todo es muerte!
¡Ay Dios, llévame contigo!
Siempre triste y siempre sola 
entre dos tumbas lloraré.
¡Ahora, sobre mí, el airado destino 
todos sus rayos arrojó!

CORO DE DAMAS
¡Ahora sobre ella el airado destino 
todos sus rayos arrojó!

ELENA
¡Dios clemente, ah, perdóname!
Culpable soy y no me atrevo a orar. 
¡Ah! Si el cielo me abandona, 
sin madre y sin esposo, 
sola y desdichada, 
¿a dónde iré?

IRENE
¡Por piedad, cálmate, oh desdichada!

ELENA
¡Soy el horror de la naturaleza!

CORO
¡La desdichada está desesperada!

ELENA
¡Día y noche lloraré
temiendo mi desventura!

IRENE
Solidaria en tu desdicha 
siempre contigo estaré.

TODAS
¡Por favor, cálmate, oh desdichada, 
siempre contigo lloraré!

ELENA
Entre dos tumbas, entre dos espectros 
mis días pasarán.
Una espada y un hacha 
siempre estarán ante mí.
Ante mis pasos un mar de sangre 
levantará su oleaje.
Sólo a mí el despiadado destino 
una tumba negará.

CORO
¡Que ella muera ahora mismo, 
sin sufrimientos y piadosamente!

Escena Sexta

(Sala del Consejo de los Diez. León, Beltrame 
junto a los Diez. Israel, Guido, Pedro y sus 
seguidores encadenados) 

LEÓN
El traidor Faliero ya está en nuestro poder.

LOS DIEZ
¡Gloria a Leoni! 
Salvada está de su fatal ruina 
la reina de los mares,
la ciudad de Adriático.
Incline su frente a la tierra 
el impío que se armó contra ella.
Jamás la justicia véneta 
lo perdonará.

Escena Séptima

(Traen a Faliero) 

LEÓN
¡He aquí el Dux!

CORO
¡Silencio!

FALIERO
¿Quiénes sois vosotros? 
¿Qué ley y quién os da el derecho 
de juzgar al Dux?

LEÓN
Tu delito. 
¡Ahora, defiéndete!

FALIERO
Toda disculpa es vana, 
si el consejo ya ha juzgado, 
¿de qué sirve tratar de defenderme?

ISRAEL
¡Viva Faliero!

CORO
¡Viva!

FALIERO
¿Oh, a quién veo?

LEÓN
Ves a tus cómplices...

FALIERO
¿Vosotros, encadenados?
¡Ah, miserables!

ISRAEL
¡Oh, mi príncipe!

LEÓN
¡Muerte a los infames!

ISRAEL
¿Infames, nosotros? 
Seremos infames, 
pero fuimos héroes,
cuando en Zara y en Rodas 
sobre las torres y en a puertas
plantamos los estandartes del León

LEÓN
¡A muerte!

LOS DIEZ
¡A muerte!

ISRAEL
Me dirijo a la muerte y a la gloria.
Un adiós, y a la muerte me encaminaré.

FALIERO
¡Ah! Israel, un día en Zara, 
relámpago de la guerra, te abracé.

ISRAEL
¡Ah! El sol que brilla 
en esta infame tierra mía
es distinto del que iluminó la victoria 
en Zara y en Rodas. 
Por ti gimo ¡oh, príncipe amado!
no por mí, ni por mis hijos.
A las garras de los tigres sanguinarios 
yo te he llevado.

LEÓN, LOS DIEZ
¡A muerte! 

ISRAEL
Almas despiadadas, 
sólo pido un adiós a mis hijos...
Después, a la muerte me encaminaré.

(a sus hijos) 

Marco, Arrigo y tú, mi Giovanni, 
no temáis a la muerte. 
Desafiad a los malvados tiranos 
y al furor de la suerte adversa 
Que no se diga que uno de mis hijos 
derramó una lágrima.

(para sí) 

Pero una lágrima insidiosa ,
sobre mi rostro resbala...

MARCO, ARRIGO, GIOVANNI
¡Verás como seguimos tu ejemplo!

ISRAEL
Príncipe, ¡adiós para siempre!
¡Ah hijos, desafiad al destino!

(para sí) 

¡Ah, ya jamás los volveré a ver! 
Una lágrima inoportuna 
ha mojado mis mejillas.

LEÓN
¡Que se cumpla la condena!

FALIERO
Vosotros, muriendo, 
abandonáis una tierra de dolor
y dejáis a quienes os condenan 
el temor y la vileza.

(para sí) 

¡Cuántos héroes! 
¡Cuánto valor en un solo día se perderán!

ISRAEL, CORO DE REBELDES
El patíbulo para nosotros es victoria 
y subiremos felices, 
pero la sangre de los héroes
no se derramará en vano.
Estarán con nosotros 
los mártires y los héroes, 
y si para ellos el destino 
también es impío y adverso,
¡démosle ejemplo 
de cómo se debe morir!

LEONI 
¿Por qué, Dux ,
tú que llevas sobre tu cabeza una corona 
mucho más honrosa que una real,
has sido traidor?

FALIERO
Es traidor quien es derrotado, y yo lo fui. 
Vosotros oprimís al pueblo y al príncipe. 
Viendo vuestra despiadada tiranía 
yo osé desafiarla.

LEÓN, LOS DIEZ
¡A muerte! 
¡A muerte!

ISRAEL
Venecia tirana, 
¡cuantos héroes perderás!
¡No, la patria de los tiranos
ya no será nuestra patria!

LEÓN, LOS DIEZ
¡Que se ejecute la condena!

(Los rebeldes salen) 

Escena Octava

LEÓN
(lee la sentencia)
"A Faliero, ex Dux de Venecia 
y conde de Val Marino,
condenamos a muerte por traición."
Al pie del trono 
¡depón ahora la corona ducal!

FALIERO
La depongo. Inútil peso es ella
para estos miserables despojos. 

(deposita la corona en el suelo) 

¡Si babéis acabado, oh Diez, me apresto a morir!
Deseo estar a solas... ¡Dejadme!

(Salen los Diez.) 

Escena Nona

(Elena entra) 

ELENA
¡Faliero!

FALIERO
¡Ay, mis penas, 
comparte esposa mía en esta tierra! 
¡Haz dichoso 
a quien te abraza!

ELENA
¡Qué inesperada calma!

FALIERO
Toda ira, toda cólera tiene su fin. 
Ahora por la última vez...

ELENA
¡Me estalla el corazón!

FALIERO
... escucha a tu Faliero. 
¡Que mis tesoros sean distribuidos 
entre los desgraciados hijos 
de los condenados, 
y sus viudas!... 

ELENA
Y mis tesoros también.

FALIERO
¿Y qué le quedará entonces a mi esposa?

ELENA
Un voto y un velo de monja.

FALIERO
¡Oh generosa! 
Entiérranos en una sola tumba 
a Fernando y a mí... y con este velo...

(muestra el velo que le diera Fernando) 

ELENA
¿Qué veo?

FALIERO
...recubre el rostro de ambos...
¿Te pones pálida?...

ELENA
¡Qué infeliz soy!

FALIERO
¿Te estremeces?

ELENA
¡Ay, me castigas!... 
Me lleno y ardo de vergüenza...
¡Quita, ah, quita de mi vista ese velo!... 
¡Muerte, oh perdóname!
¡Esposa culpable soy!

FALIERO
¡Oh! ¡Muerte! ¡Muerte!

ELENA
Aquí postrada delante de ti...

FALIERO
¿Me traicionaste?... ¿Culpable?... ¡Gran Dios!

ELENA
¡Por piedad, escúchame!
No fue prenda...

FALIERO
¿Y quién osó?...

ELENA
Está muerto.

FALIERO
¿Él?... ¿Fernando?... ¡Calla, desventurada!
¡Vete, quédate en esta tierra 
envuelta en tus remordimientos!... 
¡Sobre tu cabeza yo lanzo... ¡Ah! ¡No!... 

(Para sí) 

Una santa voz resuena en mi corazón: 
"si a Dios pides piedad, 
debes perdonar a tu enemigos primero, 
y el Dios del cielo te absolverá"

ELENA
¡Justo cielo, perdónalo a él
como él perdona, 
a la esposa que lo traicionó, 
a la culpable que se arrepiente!

FALIERO
¡Dios piadoso, Dios clemente, 
como ahora yo la perdono, 
desde tu trono, mi errores, 
perdona en este día!

Escena Décima

(Entran Los Señores de la Noche) 

CORO
¡Ven, Faliero, ya la última hora llegó para ti!

FALIERO
¡Adiós!

ELENA
¡Me quedo bañada en lágrimas!...

FALIERO
En el cielo estarás siempre
junto a mi amor...

ELENA
¡Ah, mientras tanto te pierdo...

FALIERO
En esta tierra adiós...
¡En el cielo te volveré a ver!

(Sale) 

Escena Última

(Elena y los guardias) 

ELENA
(inmóvil)
Sí, aquí abajo todo ha terminado... 
El llanto también se ha secado... 
¡Perdona todo error, 
Dios piadoso, Dios clemente!
Todo está en silencio... el sacerdote 
por él ruega y lo consuela... 

(va hacia la puerta y escucha) 

Él ha dicho una palabra... referida a mí... 
Los tambores anuncian la ejecución.

(Elena lanza un grito y cae aturdida) 

CORO DE LOS DIEZ
¡Que el pueblo vea el fin del traidor!



Escaneado y Traducido por:
José Luis Roviaro 2009