MARÍA ESTUARDO
Personajes
MARÍA ESTUARDO ISABEL I ROBERTO GIORGIO TALBOT GUILLERMO CECIL ANNA KENNEDY |
Reina de Escocia Reina de Inglaterra Conde de Leicester, Favorito de Isabel Consejero de Isabel Tesorero de Isabel Nodriza de María |
Soprano Soprano Tenor Barítono |
La acción se desarrolla en Inglaterra en 1587
ATTO I (Galleria nel Palagio di Westminster. Cavalieri e dame che riedono dal torneo dato in onore dall'Inviato di Francia, e si dispongono in gruppi ad incontrar la Regina.) Scena Prima 1. Coro DAME, CAVALIERI Qui si attenda, ell'è vicina Dalle giostre a far ritorno. De' Britanni la Regina È la gioia d'ogni cor. Quanto lieto fia tal giorno Se la stringe ad alto amor. CORTIGIANI La Regina! (Entra Elisabetta.) DAME, CAVALIERI Sì, per noi sarà più bella D'Albion la pura stella Quando unita la vedremo Della Francia allo splendor. Festeggianti ammireremo La possanza dell'amor. Scena Seconda 2. Recitativo e Cavatina ELISABETTA Sì, vuol di Francia il Rege Col mio core l'Anglo trono. Dubbiosa ancor io sono Di accoglier l'alto invito, Ma se il bene de' fidi miei Britanni Fa che d'Imene all'ara io m'incammini, Reggerà questa destra Della Francia e dell'Anglia ambo i destini. (da sè) Ah! quando all'ara scorgemi Un casto amor del cielo, Quando m'invita a prendere D'Imene il roseo velo, Un altro core involami La cara libertà! E mentre vedo sorgere Fra noi fatal barriera, Ad altro amor sorridere Quest'anima non sa. TALBOT In tal giorno di contento Di Stuarda il sol lamento La Bretagna turberà? CORTIGIANI Grazia, grazia alla Stuarda. ELISABETTA Olà! Di questo giorno il giubilo Turbato io non credea. Perchè forzarmi a piangere Sul capo della rea, Sul tristo suo destin? CECIL Ah, dona alla scure quel capo che desta Fatali timori, discordia funesta Finanche fra' ceppi, col fuoco d'amor CORTIGIANI Grazia! ELISABETTA Tacete! Non posso risolvermi ancor. Ah! dal ciel discenda un raggio Che rischiari il mio intelletto; Forse allora in questo petto La clemenza parlerà. Ma se l'empia m'ha rapita Ogni speme al cor gradita Giorno atroce di vendetta Tardo a sorger non sarà. CORTIGIANI Il bel cor d'Elisabetta Segua i moti di pietà. CECIL Ti rammenta, Elisabetta, Ch'è dannosa ogni pietà. ELISABETTA Ah! dal ciel discenda un raggio, ecc 3. Scena ELISABETTA Fra voi perchè non veggio Leicester? Egli solo resta lontano della gioia comune? CECIL Eccolo! Scena Terza (Entra Leicester che bacia la mano d'Elisabetta.) ELISABETTA Conte! Or io di te chiedea. LEICESTER Deh! mi perdona Se ai tuoi cenni indugiai! Che imponi? ELISABETTA (si toglie un anello e lo consegna a Leicester) Prendi, reca l'anello mio Di Francia all'Inviato; Al Prence suo rieda messaggio a dir, Che già d'Imene l'invito accetto. (fra sè) E non si cangia in viso! (a Leicester) Ma che il serto che mi offre Ricusar ancor posso, Che libera son io. Prendilo. (fra sè) Ingrato! LEICESTER (con indifferenza) Ti obbedisco! ELISABETTA Addio. (Gli dà la mano a baciare, e s'allontana seguita dalle dame, dai grandi, da Lord Cecil; Talbo va per seguirla, Leicester lo prende per la mano, seco lui s'avanza sulla scena, per gli parlare di segreto.) Scena Quarta LEICESTER Hai nelle giostre, o Talbo, chiesto di me? TALBOT Io sì. LEICESTER Che brami dunque? TALBOT Favellarti. Ti fia tremenda e cara Ogni parola mia. In Forteringa io fui ? LEICESTER Che ascolto! TALBOT Vidi l'infelice Stuarda! LEICESTER Ah! più sommesso favella in queste mura! E qual ti parve? TALBOT Un angelo d'amor, bella qual era, E magnanima sempre. LEICESTER Oh! troppo indegna di rio destino. E a te che disse? Ah, parla! TALBOT Posso in pria ben securo Affidarmi al tuo cor? LEICESTER Parla; tel giuro. |
ACTO I (Galería en el Palacio de Westminster. Caballeros y damas que vuelven del torneo dado en honor del embajador de Francia y se disponen en grupos a esperar a la reina. Escena Primera 1. Coro DAMAS, CABALLEROS Esperémosla aquí, ella está cerca. Pronto regresará del torneo. La Reina de los Ingleses es la alegría de todos los corazones. Cuanta felicidad dará este día si la conduce a un alto amor. CORTESANOS ¡La Reina! (Entra Isabel) DAMAS, CABALLEROS Sí, para nosotros la estrella de Albión será aún más bella cuando unida la veamos al esplendor de Francia. Alegres admiraremos el poder del amor. Escena Segunda 2. Recitativo y cavatina ISABEL El Rey de Francia pretende obtener junto con mi corazón el trono inglés. Todavía estoy dudosa de acoger tan alta invitación; pero si el bien de mis fieles britanos hace que me encamine al altar del himeneo, esta mano regirá los destinos de Francia e Inglaterra. (Para si) ¡Ah! ¡Cuando al altar me guía un casto amor del cielo, cuando me invita a tomar del Himeneo el velo rosado, otro corazón me roba la querida libertad! Y mientras veo surgir entre nosotros una fatal barrera, mi alma no sabe sonreír a otro amor. TALBOT En un día de tanta alegría ¿sólo el lamento de la Estuardo turbará a Inglaterra? CORTESANOS ¡Gracia, gracia para la Estuardo! ISABEL ¡Hola! El júbilo de este día yo no creía que pudiera turbarse. ¿por qué forzarme a llorar sobre la cabeza de la condenada, sobre su triste destino? CECIL ¡Ah, entrega su cabeza al hacha que el amor de esa mujeres despierta discordias funestas y temores! CORTESANOS ¡Gracia! ISABEL ¡Callad! No puedo resolver todavía. Que del cielo descienda un rayo de luz que aclare mi intelecto; tal vez entonces en este pecho la clemencia hablará. Pero si la impía me ha robado toda esperanza agradable al corazón, el día de la atroz venganza no tardará en llegar. CORTESANOS El generoso corazón de Isabel sea motivo de piedad. CECIL Recuerda, Isabel, que es dañina toda piedad. ISABEL Que del cielo descienda un rayo, etc. 3. Escena ISABEL ¿Por qué no veo entre vosotros a Leicester? ¿Sólo él es ajeno a la alegría común? CECIL ¡Helo aquí! Escena Tercera (Entra Leicester y besa la mano de Isabel) ISABEL ¡Conde! En este momento preguntaba yo por ti. LEICESTER ¡Por favor, perdóname si me he retrasado a tu llamada! ¿qué deseas? ISABEL (se quita un anillo y se lo da a Leicester) Toma, lleva mi anillo al enviado de Francia; y que a su príncipe de este mensaje: que yo acepto la invitación al himeneo. (para sí) ¡Y no se le cambia la cara! (A Leicester) Pero que la corona que me ofrece todavía la puedo rehusar, pues soy libre. Cógelo. (para sí) ¡Ingrato! LEICESTER (Con indiferencia) ¡Te obedezco! ISABEL Adiós. (Le da la mano a besar, y se aleja , seguida de las damas, los nobles; cuando Talbot va a seguirla, Leicester lo coge de la mano y avanza con él para hablarle en secreto.) Escena Cuarta LEICESTER Talbot ¿Preguntaste por mí en el torneo? TALBOT Sí. LEICESTER ¿Qué quieres? TALBOT Hablarte. Escucha con atención cada una de mis palabras. Fui a Forteringa ... LEICESTER ¡Qué escucho! TALBOT ¡Vi a la infeliz Estuardo! LEICESTER ¡Ah! Habla más bajo en estas paredes. Y ¿cómo te pareció? TALBOT Un ángel de amor, tan bella como siempre y tan magnánima... LEICESTER ¡Oh! No se merece tal destino. ¿Y qué te dijo? ¡Ah, habla! TALBOT ¿Puedo estar bien seguro de tu corazón? LEICESTER ¡Habla, te lo juro! |
4. Cavatina TALBOT (gli dà un foglio ed un ritratto) Questa imago, questo foglio La Stuarda a te l'invia. Di sua mano io gli ebbi, e pria Del suo pianto li bagnò. LEICESTER Oh piacer! TALBOT Con quale affetto il tuo nome pronunziò! LEICESTER Oh piacere! Ah! rimiro il bel sembiante Adorato, vagheggiato, Ei mi appare sfavillante Come il dì che mi piagò. Parmi ancora che su quel viso Spunti languido un sorriso Ch'altra volta a me sì caro La mia sorte incatenò. TALBOT Al tramonto è la sua vita, Ed aita a te cercò. LEICESTER Oh memorie! Oh cara imago! Di morir per lei son pago! TALBOT Che risolvi? LEICESTER Liberarla! O con lei spirar saprò! TALBOT Di Babington il fato il periglio Non ancor ti spaventò? LEICESTER Ogni tema, ogni periglio Io per lei sfidar saprò! Vuò liberarla, vuò liberarla! Se fida tanto colei mi amò Da gli occhi il pianto le tergerò E se pur vittima cader degg'io, Del fato mio superbo andrò. TALBOT Non far che gema Se all'ora estrema Se sfuggir, no, no, sfuggir non può. (Talbo parte; Leicester si avvia alla porta opposta, e s'incontra con la Regina. Si scorgono nel di lui volti segni di agitazione.) Scena Quinta 5. Scena e Duetto ELISABETTA Sei tu confuso? LEICESTER Io no. (fra sè) Che incontro! ELISABETTA Talbo teco un colloquio tenne? LEICESTER È ver. (fra sè) Che fia? ELISABETTA Sospetto ei mi divenne Tutti colei seduce! Ah! forse, o Conte, messaggio di Stuarda A te, a te giungea? LEICESTER Sospetti invano! Ormai di Talbo è nota la fedeltà. ELISABETTA Pure il tuo cor conosco; Svelami il ver - l'impongo. LEICESTER (fra sè) O ciel! (a la regina) Regina... ELISABETTA Ancor me'l cedi? Intendo. (Vuol partire.) LEICESTER Ah! non partir, m'ascolta! Deh! ti arresta! Un foglio ? ELISABETTA Il foglio a me. LEICESTER (fra sè) Sorte funesta! (Egli s'inginocchia e porge il foglio.) Eccolo, al regio piede, Io lo depongo. Ella per me ti chiede Di un colloquio il favor. ELISABETTA Sorgete, o Conte. Troppo fate per lei. Crede l'altera Di sedurmi così; Ma invan lo spera. (Apre il foglio, legge rapidamente e il suo furore si cangia in stupore.) Quali sensi! LEICESTER (fra sè) Ell'è commossa! ELISABETTA Ch'io discenda alla prigione. LEICESTER Sì, Regina. ELISABETTA Ov'è la possa, chi ti ambia le tre corone? LEICESTER Come lampo in notte bruna, Abbagliò, fuggì, sparì! ELISABETTA Al ruotar della fortuna Tant'orgoglio impallidì. LEICESTER Ah, pietade! Per lei l'implora il mio core. ELISABETTA Ch'ella possiede - non è ver? LEICESTER (fra sè) Quel dir m'accorra! ELISABETTA Nella Corte ognuno il crede. LEICESTER E s'inganna. ELISABETTA (fra sè) Mentitore! LEICESTER Sol pietade a lei m'unì. ELISABETTA (fra sè) Egli l'ama! Egli l'ama! Oh mio furor! Oh mio furor! (a Leicester) È leggiadra? Parla! LEICESTER Sì! ELISABETTA Sì! Sì! Sì! LEICESTER Sì! Era d'amor l'immagine, Degli anni sull'aurora; Sembianza avea d'un angelo Che appare, ed innamora; Era celeste l'alma Soave il suo respir; Bella ne' dì del giubilo, Bella nel suo martir. ELISABETTA A te lo credo, è un angelo Se tu le dai tal vanto; Se allo squallore di un carcere È d'ogni cor l'incanto. Lo so che alletta ogni anima, Lusinga ogni desir. (fra sè) Se tu l'adori, o perfido, Pavento il mio soffrir. LEICESTER Ma ? no ? Regina Credo ? io ? Bella ne' dì del giubilo Bella nel suo martir. Vieni. ELISABETTA (fra sè) Lo chiede il barbaro. LEICESTER Appaga il mio desir. ELISABETTA Dove? Quando? LEICESTER In questo giorno Al suo carcere d'intorno Per la caccia che si appresta, Scenderai nella foresta. ELISABETTA Conte, il vuoi? LEICESTER Ten prego. ELISABETTA Intendo. (fra sè) (Alma incauta!) (a Leicester) A te mi arrendo. (fra sè) Sul crin la rivale La man mi stendea, Il serto reale Strapparmi volea; Ma vinta l'altera Divenne più fiera, D'un core diletto Privarmi tentò. Ah! troppo mi offende, Punirla saprò. LEICESTER Deh! vieni, o regina, Ti mostra clemente, Vedrai la divina Beltade innocente; Sorella le sei, Pietade per lei, Chè l'odio nel petto Assai ti parlò. ELISABETTA Taci, taci, taci! Dov'è? La possa dov'è? Di tre corone l'orgoglio dov'è? LEICESTER La calma le rendi, e pago sarò. Regina, deh! vieni, La calma le rendi, e pago sarò. ELISABETTA (fra sè) Sul crin la rivale, ecc LEICESTER Regina, ten prego, ah! La pace le rendi, e pago sarò. ELISABETTA (fra sè) Ah! troppo mi offende, ecc (la regina e Leicester partono) |
4. Cavatina TALBOT (le da una carta y un retrato) Esta imagen, esta carta te los envía la Estuardo. Me los dio de su mano y antes con su llanto los bañó. LEICESTER ¡Oh, placer! TALBOT ¡Con qué afecto tu nombre pronunció! LEICESTER ¡Oh, placer! ¡Ah! Vuelvo a ver su bello semblante adorado, venerado, y me parece tan radiante como el día en que me cautivó. Parece que otra vez en su cara despunta lánguida una sonrisa, tan querida para mí, que en otra ocasión encadenó mi suerte la suya. TALBOT Su vida corre peligro y busca tu ayuda. LEICESTER ¡Oh recuerdos! ¡Oh querida imagen! ¡Estoy dispuesto a morir por ella! TALBOT ¿Qué decides? LEICESTER ¡Liberarla, o morir con ella! TALBOT El destino de Babington ¿no te arredra? LEICESTER Todo temor, todo peligro sabré desafiar por ella. ¡Quiero liberarla! ¡Quiero liberarla! Si ella tanto me amó el llanto de sus ojos enjugaré y si acaso, en esta empresa, muero, estaré orgulloso de mi destino TALBOT No hagas que llore si en la hora definitiva huir, no, no huir no puede. (Talbot sale; Leicester se acerca a la puerta opuesta y se encuentra con la Reina. Se le nota agitado) Escena Quinta 5. Escena y dúo ISABEL ¿Estás confuso? LEICESTER Yo no. (para sí) ¡Qué encuentro! ISABEL ¿Talbot ha hablado contigo? LEICESTER Es cierto. (para sí) ¿Qué querrá? ISABEL Sospecho de él, pues ella los seduce a todos. ¡Ah! ¿Quizás, oh Conde, un mensaje de la Estuardo, te ha entregado? LEICESTER ¡Sospechas en vano! La fidelidad de Talbot es bien conocida. ISABEL Pero yo también conozco tu corazón. ¡Desvélame la verdad! Te lo ordeno. LEICESTER (para sí) ¡Oh cielos! (a la reina) Reina ... ISABEL ¿No me lo dices? Comprendo. (Quiere irse) LEICESTER ¡Ah! No te vayas, escúchame. ¡Por favor, quédate! Una carta ... ISABEL Dame esa carta. LEICESTER (para sí) ¡Suerte funesta! (Se arrodilla y le da la carta) Aquí está, a los pies reales yo la pongo. Ella te pide, a través mía, el favor de una entrevista. ISABEL Levántate, conde. Haces demasiado por ella. La orgullosa cree poder seducirme así, pero lo espera en vano. (Abre la carta, lee rápidamente y su furor se cambia en estupor) ¡Cuanta sensibilidad! LEICESTER (para sí) ¡Está conmovida! ISABEL Que yo vaya a su prisión. LEICESTER Sí, reina. ISABEL ¿Dónde está el orgullo de aquella que ambicionaba las tres coronas? LEICESTER Como un relámpago en noche obscura, brilló, huyó y desapareció. ISABEL Al rodar de la fortuna tanto orgullo palideció. LEICESTER ¡Ah, piedad! Por ella implora mi corazón. ISABEL Que ella posee, ¿no es verdad? LEICESTER (para sí) ¡Esas palabras me preocupan! ISABEL En la Corte todos lo creen. LEICESTER Y se engañan. ISABEL (para sí) ¡Mentiroso! LEICESTER Sólo me une a ella la piedad. ISABEL (para sí) ¡El la ama! ¡El la ama! ¡Oh mi furor, oh mi furor! (a Leicester) ¿Es bella? ¡Habla! LEICESTER ¡Sí! ISABEL ¿Sí? ¿Sí? ¿Sí? LEICESTER ¡Sí! Era del amor la imagen, en su juventud; tenía la cara de un ángel que aparece y enamora; era celeste su alma suave su respiración; Bella en los días de júbilo, bella en su martirio. ISABEL Te creo; es un ángel si tú le das tanto valor y si en las tinieblas de una cárcel es el encanto de todos los corazones. Sé que seduce a todas las almas, y que inflama todos los deseos. (para sí) Si tú la adoras, oh pérfido, ten cuidado de mi sufrimiento LEICESTER Pero... no ... reina... Yo ... creo ... Bella en el día de júbilo bella en su martirio. Ve pues. ISABEL (para sí) Y aún el ingrato me lo pide... LEICESTER Apaga mi deseo. ISABEL ¿Dónde? ¿Cuándo? LEICESTER Hoy mismo, con la cacería que se prepara, pasarás por el bosque. que hay junto a su cárcel ISABEL Conde, ¿realmente lo quieres? LEICESTER Te lo ruego ISABEL Comprendo (para sí) ¡Alma incauta! (a Leicester) Accedo a lo que me pides. (para sí) Sobre mi cabeza, mi rival extendía su mano, el cetro real quería quitarme; pero la arrogante vencida, se vuelve más fiera. De un corazón al que amo, ha intentado privarme. ¡Ah! Me ofende demasiado. Sabré castigarla LEICESTER ¡Por favor! Ve oh, reina muéstrate clemente verás esa divina beldad inocente; sé su hermana, piedad para ella, que el odio en tu pecho, ya te habló demasiado tiempo. ISABEL ¡Calla, calla, calla! ¿Dónde está? ¿Dónde está su poder? ¿Dónde está el orgullo de las tres coronas? LEICESTER Devuélvele la paz, y estaré pagado ¡Reina, por favor, ve! Devuélvele la paz, y estaré pagado ISABEL (para sí) Sobre mi cabeza, la rival, etc. LEICESTER Reina, por favor te lo pido, ¡ah!, Devuélvele la paz, y estaré pagado. ISABEL (para sí) ¡ah! Me ofende demasiado, etc. (salen juntos) |
ATTO II (Parco di Forteringa. Ambo i lati sono folti di alberi, il mezzo si apre in una vasta veduta che confina col mare. Maria esce correndo dal bosco. Anna la segue più lento; le guardie sono a vista degli spettatori. ) Scena Prima 6. Scena e Cavatina ANNA Allenta il piè, Regina. MARIA E chè! Non ami chè ad insolita gioia Il seno io schiuda? Non vedi? Il carcer mio è il cielo aperto. Io lo vagheggio! Oh! cara la voluttà Che mi circonda! ANNA Il duolo, il duolo Sai che ti attende in quelle mura? MARIA Guarda: sui prati appare Odorosetta e bella La famiglia de' fiori E a me, sì, a me sorride, E il zeffiro, che torna Da' bei lidi di Francia, Ch'io gioisca mi dice Come alla prima gioventù felice. O nube! che lieve per l'aria ti aggiri, Tu reca il mio affetto, tu reca i sospiri Al suolo beato che un dì mi nudrì. Deh! scendi cortese, mi accogli sui vanni, Mi rendi alla Francia, m'invola agli affanni! Ma cruda la nube pur essa fuggì Al suolo beato che un dì mi nudrì. (Da lontano si ode il suono di trombe.) Qual suono! CACCIATORI (da dentro) Al bosco, alla caccia! Il cervo si affaccia Dal colle muscoso, Poi fugge scherzoso Del rivo alle sponde: Si specchia nell'onde; Correte veloci Quel cervo a ferir. MARIA Quai voci! ANNA Parmi il segno di caccia reale! MARIA S'avvicinano i suoni ... I destrieri ... CACCIATORI La Regina! MARIA Ah! Qual nome fatale! ANNA La tiranna pel parco sen va. MARIA Nella pace del mesto riposo Vuol colpirmi di nuovo spavento. Io la chiesi, e vederla non oso, Tal coraggio non sento! Resti, resti sul trono adorata, Il suo sguardo da me sia lontan, Troppo, troppo, son io disprezzata; Tace in tutti per me la pietà. ANNA Ella giunge. Fuggiamo, fuggiamo. MARIA Fuggiamo; contenersi il mio core non sa. ANNA Contenersi il suo core non sa, no! MARIA Ah, sì! Nella pace del mesto riposo, ecc Scena Seconda 7. Scena e Duetto (Entra Leicester.) MARIA Ah! non m'inganna la gioia! Roberto sei tu? sei tu? LEICESTER Qui viene chi t'adora A spezzar le tue catene. MARIA Libera alfin sarò dal carcer mio? Libera? e tua per sempre? Appena il crede l'agitato mio cor. LEICESTER Qui volge il piede Elisabetta, Al suo real decoro Di pretesto è la caccia. Ove ti mostri a lei sommessa ... MARIA A lei sommessa? LEICESTER Oggi lo dei. MARIA Oh ciel! Che ascolto? Che ascolto? Toglimi a vista sì funesta! (Vuol ritrarsi.) LEICESTER Se m'ami, deh! ti arresta. MARIA E deggio? LEICESTER Tu dei sperar. MARIA Da tutti abbandonata, In preda a rio dolore, Oppressa, desolata, Nulla sperar sa il core. Fui condannata al pianto, A sempre sospirar; L'affetto tuo soltanto Può i mali miei calmar. LEICESTER No: diffidar non dei; Ella è poi grande in soglio ... MARIA Che sperar? LEICESTER Restava il cor di lei Commosso dal tuo foglio ... MARIA Che mai dici? LEICESTER ... E su quel ciglio io vidi ... MARIA Oh ciel! LEICESTER ... La lagrima spuntar. MARIA Ah! LEICESTER Se m'odi, e in me t'affidi ... MARIA Che sperar? LEICESTER ... Tutto vedrai cangiar. MARIA Da tutti abbandonata, ecc LEICESTER E su quel ciglio io vidi, ecc MARIA Del suo core, del suo cor Convinta io sono! LEICESTER Pur pietà, pur pietà Vi alberga spesso. MARIA Non per chi la adombra un trono! LEICESTER No, tu dici? E allora io stesso, S'ella è sorda ai prieghi tuoi Io vendetta ne farò. MARIA Che favelli! Che far puoi? Per me esporti! Ah, ch'io nol vò. LEICESTER Ah! sì, farò. MARIA Ah! Se il mio cor tremò giammai Della morte al crudo aspetto, Non far sì che sia costretto A tremare pe'tuoi dì. Solo io volli e sol cercai Di vederti e fido e grato; Per te spero che il mio stato Non sia misero così. LEICESTER Sì, la fè, l'onor ne impegno; E il mio cor che t'ama il giura. Sorgerai dalla sventura Che ogni gloria ti rapì. E se allor non t'offro un regno, Nè la destra di un sovrano Potrò offrirti almen la mano Che le tue prigioni aprì. MARIA Non esporti. LEICESTER Il giuro sorgerai dalla sventura. MARIA Ah! no! LEICESTER Sì, la fè. MARIA Ah! ch'io nol vò. LEICESTER L'onore ... ne impegno ... MARIA Ah! non far ch'io sia costretta A tremar pe'giorni tuoi. LEICESTER Sì, la fè, l'onor ne impegno Sorgerai dalla sventura. MARIA Solo io volli e sol cercai, ecc LEICESTER Ah! potrò offrirti almen la mano, ecc (Maria parte, Leicester va frettolosamente all'incontro di Elisabetta che entra.) |
ACTO II (Bosque de Forteringa. El fondo se abre en una vasta panorámica que llega al mar. María sale del bosque, Ana la sigue. Los guardias están a la vista) Escena Primera 6. Escena y cavatina ANA Camina más despacio, oh Reina. MARÍA ¿Por qué? ¿No te gusta que a la insólita alegría se abra mi pecho? ¿No ves? Mi cárcel es el cielo abierto. ¡Cómo me gusta este placer que me rodea! ANA ¿Sabes lo que te espera tras aquellos muros? MARÍA Mira: sobre el prado nace, olorosa y bella, la familia de las flores, y a mí, sí, a mí me sonríe. Y el céfiro que vuelve de las bellas playas de Francia, me dice que yo goce como en mi primera y feliz juventud. ¡Oh nube! Que leve vagas por el aire, lleva mi cariño, lleva mis suspiros al suelo santo que un día me crió. ¡Ah! Desciende cortés, acógeme en tu seno, llévame hasta Francia, lejos de los pesares. Pero la nube es también cruel, pues se escapa hacia la bendita tierra de mis mayores. (A lo lejos se oye el ruido de trompas) ¡Qué es ese ruido! CAZADORES (dentro) Al bosque, a la caza. El ciervo aparece en el cerro, después huye a la orilla del río, se mira en las aguas; ¡Corred veloces a herir a aquel ciervo! MARÍA ¡Qué voces son esas! ANA ¡Es la señal de la cacería real! MARÍA Se acercan los sonidos ... Los caballos ... CAZADORES ¡La Reina! MARÍA ¡Ah, qué nombre fatal! ANA La tirana viene por el parque. MARÍA En la paz de mi triste reposo quiere golpearme con un nuevo espanto. Fui yo quien la llamé pero no quiero verla. ¡no tengo tanto valor! Que se quede en su trono dorado, que su mirada se aleje de mí. Demasiado he sido despreciada; nadie siente piedad por mí. ANA Ya llega. ¡Huyamos, huyamos! MARÍA Sí huyamos; mi corazón no sabe contenerse ANA ¡Su corazón no sabe contenerse, no! MARÍA ¡Ah, sí! En la paz de mi triste reposo, etc. Escena Segunda 7. Escena y dúo. (entra Leicester) MARÍA ¡Ah! ¡No me engaña la alegría! Roberto, ¿eres tú? ¿eres tú? LEICESTER ¡Aquí viene el que te adora a romper tus cadenas! MARÍA ¿Seré por fin libre de mi cautiverio? ¿Libre y tuya para siempre? Apenas lo cree mi agitado corazón. LEICESTER Hacia aquí dirige sus pasos Isabel. Para su real decoro, el pretexto es la caza, debes mostrarte sumisa a ella... MARÍA ¿Sumisa a ella? LEICESTER Hoy debes hacerlo. MARÍA ¡Oh, cielos! ¿Qué escucho, qué escucho? ¡Quítame esa perspectiva tan funesta! (Quiere retirarse) LEICESTER ¡Si me amas, por favor, detente! MARÍA Y ¿después? LEICESTER Deberás esperar. MARÍA Abandonada por todos, presa del dolor, oprimida, desolada, ya nada puede esperar mi corazón. Fui condenada al llanto, a suspirar perpetuamente. Sólo tu cariño puede calmar mis males. LEICESTER No, no debes desesperar; ella es poderosa en su trono... MARÍA ¿Esperar qué? LEICESTER El corazón de ella quedó conmovido por tu carta... MARÍA ¿Qué me dices? LEICESTER ... y en sus ojos yo vi ... MARÍA ¡Oh, cielos! LEICESTER ... una lágrima asomar. MARÍA ¡ah! LEICESTER Si me oyes, y confías en mi ... MARÍA ¿Esperar qué? LEICESTER ... todo cambiará. MARÍA Abandonada por todos, etc. LEICESTER Y en sus ojos yo vi, etc. MARÍA ¡Pero yo conozco demasiado bien su corazón! LEICESTER Sin embargo la piedad, se alberga en él frecuentemente. MARÍA ¡No para quien le amenaza su trono! LEICESTER No, ¿eso dices? Pues si ella es sorda a tus ruegos, yo mismo tomaré venganza. MARÍA ¡Qué dices! ¿Qué puedo hacer? ¡Te vas a exponer por mí! ¡Ah!, yo no quiero eso. LEICESTER ¡Ah! Sí, lo haré. MARÍA ¡Ah! Si mi corazón no tembló nunca ante el cruel espectro de la muerte, no hagas que se vea empujado a temer por tu vida. Sólo deseo y sólo busco verte fiel y feliz. Por ti espero que mi situación no sea tan triste. LEICESTER Sí, mi fe y mi honor empeño en ello; y mi corazón que te ama lo jura. Saldrás de la desventura que te robó toda gloria. Y si entonces no te ofrezco un reino, ni la diestra de un soberano, podré ofrecerte al menos la mano que abrió tus prisiones. MARÍA No te expongas. LEICESTER Te juro que saldrás de tu desventura. MARÍA ¡Ah! ¡no! LEICESTER ¡Sí, a fe mía! MARÍA ¡Ah, yo no quiero eso! LEICESTER Mi honor ... empeño en ello ... MARÍA ¡Ah! No hagas que tenga que temer por tu vida. LEICESTER Sí, mi fe y mi honor empeño en ello Saldrás de la desventura. MARÍA Sólo busco y sólo deseo, etc. LEICESTER ¡Ah! Podré ofrecerte al menos la mano, etc. (María sale. Leicester va apresuradamente al encuentro de Isabel que entra) |
Scena Terza 8. Scena ELISABETTA Qual loco è questo? LEICESTER Forteringa. ELISABETTA O Conte! Dove mi scorgi? LEICESTER Non dubbiar; Maria sarà in breve guidata al tuo cospetto Dal saggio Talbo. ELISABETTA A qual per te discendo sacrifizio! Lo vedi? Discosta i cacciatori Da' contigui viali; È troppo ingombro di popolo il sentier. (Ad un cenno di Leicester si scostano i cacciatori, e i cortigiani si radunano in vari gruppi nel fondo della scena.) CECIL (ad Elisabetta) Vedi, Regina, come l'Anglia ti adora. Ah! tu lo sai quel capo ella ti chiede. ELISABETTA Taci. LEICESTER (ad Elisabetta) Deh! ti rammenta Che a dar conforto Alla dolente vita di una sorella Io ti guidai. La mano che di squallor la cinse Al contento primier Può ridonarla. ELISABETTA (fra sè) Io l'aborro Ei non fa che rammentarla. (Entra Maria condotta da Talbo ed Anna.) Scena Quarta TALBO Vieni. MARIA Deh! mi lascia. Al mio asil mi riconduci. ELISABETTA, LEICESTER, CECIL, TALBO Eccola. MARIA (ad Anna) Oh Dio! 9. Sestetto ELISABETTA È sempre la stessa - Superba, orgogliosa; Coll'alma fastosa M'inspira furor; Ma tace; sta oppressa Da giusto terror. MARIA Sul viso sta impressa Di quella tiranna La truce condanna, Il fiero livor. Quest'anima è oppressa Da crudo timor. TALBO Almeno tacesse Nel seno reale Quell'ira fatale Quel cieco furore Che barbaro oppresse Un giglio d'amor. ANNA Nell'alma ho impressa La tema funesta. Oh! quale si appresta Cimento a quel cor! Ciel! Ciel! salva l'oppressa Da nuovo rancor. LEICESTER La misera ha impressi In volto gli affanni Nè gli astri tiranni Si placano ancor. Salvarla potessi Da tanto dolor. CECIL Vendetta repressa Scoppiare già sento, Nel fiero cimento Mi palpita il cor. Fia vittima oppressa Di eterno dolor. 10. Dialogo delle due Regine LEICESTER (ad Elisabetta) Deh! l'accogli. ELISABETTA (a Leicester) Sfuggirla vorrei. TALBO (a Maria) Non sostarti. MARIA (a Talbo) L'abisso ho vicino. ELISABETTA (a Leicester) Troppo altera. LEICESTER (ad Elisabetta) Da un crudo destino Avvilita dinanzi ti sta. MARIA (va ritrosa ad inginocchiarsi innanzi ad Elisabetta) Morta al mondo, e morta al trono, Al tuo piè son io prostrata. Solo imploro il tuo perdono: Non mostrarti inesorata. Ah! sorella, omai ti basti, Quanto oltraggio a me recasti! Deh! solleva un'infelice Che riposa sul tuo cor. CECIL (ad Elisabetta) Non dar fè, te ne scongiuro, A quel labbro mentitor. ELISABETTA (a Maria) No, quel loco a te si addice; Nella polvere e nel rossor. MARIA (fra sè) Sofferenza. (ad Elisabetta) E a me si fiera Chi ti rende? ELISABETTA Chi? Tu stessa; L'alma tua, quell'alma altera, Vile, iniqua ... MARIA (fra sè) E il soffrirò? e il soffrirò? ELISABETTA Va, lo chiedi, o sciagurata, Al tuo talamo tradito, Ed all'ombra invendicata Di quel misero marito; Al tuo braccio, all'empio core Che tra' vezzi dell'amore Sol delitti e tradimenti, Solo insidie macchinò. MARIA (a Leicester) Ah! Roberto! Più resistere non so. LEICESTER (a Maria) O Dio! che tenti? CECIL (ad Elisabetta) Ah! non dar fè, te ne scongiuro A quel labbro mentitor. LEICESTER (a Maria) Chiama in sen la tua costanza! Qualche speme ancor ti avanza. Non ti costi onore e vita Una grazia a te impartita, Un favor che al nostro affetto Tante volte il ciel negò. ELISABETTA Quali accenti al mio cospetto! Parla, o Conte. LEICESTER E che dirò? ELISABETTA Ov'è mai di amor l'incanto, E quel volto amabil tanto? Se a lodarlo ognun si accese A favori un premio rese; Ma sul capo di Stuarda Onta eterna ripiombò. MARIA Ah, che sento! Più resistere non so. Ah! Roberto! Più resistere non so! LEICESTER O Dio, ti frena! MARIA Quale insulto! O ria beffarda! ELISABETTA (a Maria) Quali accenti! Trema, trema! ANNA, LEICESTER, TALBO (a Maria) Che favelli! Taci, deh! taci! CECIL (a Maria) Trema, trema! MARIA Ah! no, no! Figlia impura di Bolena, Parli tu di disonore? Meretrice indegna e oscena, In te cada il mio rossore. Profanato è il soglio inglese, Vil bastarda, dal tuo piè! ELISABETTA Guardie, olà! (Entrano i soldati.) ANNA, LEICESTER, TALBO Quali accenti! Ella delira! Giusto ciel! Perduta ell'è! CECIL, CORTIGIANI Quali accenti! Ella delira! Speme più per lei non v'è! |
Escena Tercera 8. Escena ISABEL ¿Qué lugar es este? LEICESTER Forteringa. ISABEL ¡Oh, conde! ¿Dónde me conduces? LEICESTER No dudes; María será en breve guiada a tu presencia por el prudente Talbot. ISABEL ¡Qué sacrificio hago por ti! ¿Lo ves? Dispersa a los cazadores por los caminos contiguos. Está demasiado lleno de gente el sendero. (A una seña de Leicester se apartan los cazadores y los cortesanos se reúnen en varios grupos en el fondo de la escena) CECIL (a Isabel) Mira, reina, cómo te adora Inglaterra. ¡Ah! Tú sabes bien que cabeza te reclama. ISABEL Calla LEICESTER (a Isabel) ¡Por favor! Acuérdate que yo te he traído para dar consuelo a la doliente vida de una hermana. La misma mano que la llevó a la miseria puede devolverla a la felicidad primera. ISABEL (para sí) ¡Yo la aborrezco y él no hace más que compadecerla! (Entra María conducida por Talbot y Ana) Escena Cuarta TALBOT Ven. MARÍA ¡Por favor! ¡Déjame! ¡Vuélveme a llevar a la cárcel! ISABEL, LEICESTER, CECIL, TALBOT Hela aquí. MARÍA (a Ana) ¡Oh, Dios! 9. Sexteto ISABEL Es siempre la misma, soberbia, orgullosa; con el alma vanidosa me inspira furor; pero se calla, está llena de un justo terror. MARÍA En la cara de esta tirana está impresa la feroz condena, su fiero rigor. Mi alma está oprimida por un cruel temor. TALBOT Si al menos callase, en el corazón real, esa ira fatal ese ciego furor que oprime bárbaramente a este lirio de amor. ANA En el alma tengo impreso un temor funesto. ¡Oh! Cómo se apresta a destruir ese corazón. ¡Cielos! ¡Cielos! Salva a la oprimida de un nuevo rencor. LEICESTER La desgraciada tiene impresos en el rostro sus penas, si los astros tiranos se aplacasen, podría salvarla de tanto dolor. CECIL La venganza reprimida ya siento estallar. Un fiero peligro me palpita en el corazón. Que ella sea la víctima oprimida por eterno dolor. 10. Diálogo de las dos Reinas LEICESTER (a Isabel) ¡Por favor! Acógela. ISABEL (a Leicester) Querría no verla. TALBOT (a María) No te detengas. MARÍA (a Talbot) Estoy al borde del abismo. ISABEL (a Leicester) Demasiado altiva. LEICESTER (a Isabel) Está abatida ante de ti por un cruel destino. MARÍA (se arrodilla tímida delante de Isabel) Muerta al mundo y muerta al trono, a tus pies estoy postrada. Sólo imploro tu perdón, no te muestres inexorable. ¡Ah, hermana, te basten ya todos los ultrajes que me hiciste! ¡Por favor! Compadécete de una infeliz que confía en tu corazón. CECIL (a Isabel) No creas, te conjuro, a esos labios mentirosos. ISABEL (a María) No, ese lugar está destinado para ti; entre el polvo y la vergüenza. MARÍA (para sí) ¡Paciencia! (a Isabel) Y, tan feroz hacia mí ¿quién te vuelve? ISABEL ¿Quién? ¡Tú misma! Tu alma, esa alma altiva, vil , inicua ... MARÍA (para sí) ¿Debo soportar esto? ISABEL Ve, lo ordeno, oh malvada, y pregúntaselo a tu tálamo traicionado, y a la sombra no vengada de tu mísero marido. A tus brazos, a tu impío corazón, que, en lugar de amor, sólo delitos y traiciones, sólo insidias maquinaron. MARÍA (a Leicester) ¡Ah! ¡Roberto! ¡No puedo resistir más! LEICESTER (a María) ¡Por Dios! ¿Qué intentas? CECIL (a Isabel) ¡Ah! No creas, te conjuro, a esos labios mentirosos. LEICESTER (a María) Manténte sensata y tranquila alguna esperanza hay todavía. No te vaya a costar el honor y la vida la gracia que te van a ofrecer, el favor que a nuestro amor tantas veces el cielo negó. ISABEL ¡Cuánta charla en mi presencia! ¡Habla, conde! LEICESTER ¿Y qué puedo decir? ISABEL ¿Dónde están ahora el encanto del amor y aquel rostro tan amable? Todo aquel que viene a alabarlo es premiado con un favor. Pero sobre la cabeza de la Estuardo vergüenza eterna ha caído. MARÍA ¡Ah, qué oigo! ¡Ya no puedo resistir más! ¡Ah! ¡Roberto! ¡Ya no puedo resistir más! LEICESTER ¡Oh Dios, frénate! MARÍA ¡Qué insultos! ¡Qué risa sarcástica! ISABEL (a María) ¡Qué palabras! ¡Tiembla, tiembla! ANA, LEICESTER, TALBOT (a María) ¡Qué dices!¡ Calla, por favor, calla! CECIL (a María) ¡Tiembla, tiembla! MARÍA ¡Ah, no, no! Hija impura de la Bolena, ¿hablas tú de deshonor? Meretriz indigna y obscena, caiga sobre ti mi vergüenza. ¡Estás profanando el trono inglés, vil bastarda, con tu pie! ISABEL ¡Guardias, aquí! (Entran los soldados) ANA, LEICESTER, TALBOT ¡Qué palabras! ¡Ella delira! ¡Justo cielo! ¡Está perdida! CECIL, CORTESANOS ¡Qué palabras! ¡Ella delira! ¡Ya no hay esperanza para ella! |
11. Stretta finale ELISABETTA (a Maria) Va, preparati, furente, A soffrir l'estremo fato: Sul tuo capo abbominato La vergogna spargerò. (alle guardie) Trascinate la furente Che se stessa condannò! CECIL Dell'audace il ciel possente La vendetta omai segnò! MARIA Grazie, o cielo! Alfin respiro. Dai miei sguardi ell'è fuggita. Al mio piè restò avvilita, La sua luce si oscurò! ANNA, TALBO Quali accenti! Sventurata! Tu offendesti Elisabetta! Forse, ah, forse la vendetta All'offesa destinò (preparò)! LEICESTER Ah! ti perdo, o sconsigliata, Quando salvarti bramai. Quando fido a te tornai Il destin ci fulminò. CORTIGIANI Dal supplizio l'onta estrema La Regina a te serbò. Sì, taci, vieni, trema, trema, Ogni speme si ecclissò. TALBO (a Leicester) Leicester vieni, Non ti senta Elisabetta. MARIA, LEICESTER Addio! Per sempre! ANNA Deh taci! Ah, vieni! ELISABETTA (alle guardie) Olà! ... Trascinatela! (Le guardie si avanzano per trascinare Maria.) ELISABETTA (a Maria) Nella scure che ti aspetta Troverai la mia vendetta. (alle guardie) Trascinate la furente Che se stessa condannò. MARIA (Vedendo circondata dalle guardie, ripiglia con entusiasmo crescente.) Or guidatemi alla morte: Sfiderò l'estrema sorte. Di trionfo un sol momento Ogni affanno compensò. LEICESTER Ah! ti perdo sconsigliata, ecc Quando fido a te tornai Il destin ci fulminò. Per sempre ci lasciò. ANNA, TALBO Quali accenti! Sventurata! ecc Ah! qual dai tormenti A chi salva ti bramò. CORTIGIANI Del supplizio l'onta estrema, ecc CECIL Dell'audace il Ciel possente La vendetta omai segnò. |
11. Final ISABEL (a María) Ve preparándote, loca, a sufrir tu destino fatal. Sobre tu cabeza odiada esparciré la vergüenza. (a los guardias) ¡Arrestar a esta loca! Ella misma se ha condenado. CECIL ¡De esta audaz el cielo poderoso ya ha firmado la venganza! MARÍA ¡Gracias, oh cielo! Al fin respiro. Ella está lejos de mi vista y a mis pies quedó humillada. ¡Su luz se oscureció! ANA, TALBOT ¡Qué palabras! ¡Desventurada! ¡Ofendiste a Isabel! ¡Quizás, ah, quizás ya haya decretado la venganza a esa ofensa! LEICESTER ¡Ah! Te pierdo, oh imprudente, cuando deseaba salvarte, cuando la esperanza te devolvía a mí, el destino nos fulminó. CORTESANOS ¡La Reina te ha condenado a la extrema vergüenza del suplicio! Sí, calla, ven, tiembla, tiembla. toda esperanza se eclipsó. TALBOT (a Leicester) Leicester, ven, que no te oiga Isabel. MARÍA, LEICESTER ¡Adiós! ¡Para siempre! ANA ¡Por favor calla! ¡Ah, ven! ISABEL (a los guardias) ¡Aquí! ... ¡Lleváosla! (Los guardias avanzan hacia María) ISABEL (a María) En el hacha que te espera encontrarás mi venganza. (a los guardias) ¡Arrestad a la furiosa! Ella misma se ha condenado. MARÍA (viéndose rodeada por los guardias, replica con entusiasmo creciente) Ahora guiadme a la muerte, desafiaré la extrema suerte. Un solo momento de triunfo de todos mis afanes me compensó. LEICESTER ¡Ah! Te pierdo desgraciada, etc. Cuando la esperanza te devolvía a mí, el destino nos fulminó. Para siempre nos abandonó. ANA, TALBOT ¡Qué palabras! ¡Desgraciada! Etc. ¡Ah! Como has hundido a quien intentó salvarte. CORTESANOS Del suplicio la vergüenza extrema, etc. CECIL ¡De esta audaz el cielo poderoso ya ha firmado la venganza! |