LA CAMPANA NOCTURNA
Personajes
ANÍBAL PISTACCHIO SERAFINA ENRIQUE SEÑORA ROSA SPIRIDIONE |
Viejo farmacéutico Joven esposa de Aníbal Primo y enamorado de Serafina Madre de Serafina Criado de Aníbal |
Bajo Soprano Barítono Mezzosoprano Tenor |
La acción se desarrolla en Nápoles, a principios del siglo XIX
ATTO UNICO (Il teatro rappresenta una sala con due porte l'una porta in faccia all'altra e introducenti in due camere: tavola sopra la quale, bottiglie, pane, salsicce ecc. Un armadio, un paravento, un'altra tavola in un cantone, sopra la quale tazze in porcellana per caffè, tè ecc. In fondo porta per entrare in bottega. Porta a diritta, e a sinistra, che danno comunicazione ad altre, camere, sopra la porta di entrata un campanello. Tutti i parenti, e convitati al contratto di nozze, chi seduti, chi in piedi, mangiando, bevendo. Spiridione versa vino mentre cantano il seguente coro) Scena Prima CORO Evviva Don Annibale, evviva Serafina: vogliam danzare e bevere infino a domattina. Pistacchio è un Esculapio, la sposa una Ciprigna: fia con sì bella coppia la sorte ognor benigna. Fra speziali ci domina, ella fra la dolcezza: amore, e Imen preparano giorni di contentezza. Facciamo allegri brindisi infino a domattina: evviva don Annibale, evviva Serafina. Scena Seconda (Don Annibale in abito da sposo) DON ANNIBALE Bella cosa, amici cari, bella cosa è cangiar stato; quando l'uomo s'è ammogliato uom divien di qualità. Chi trovato ha una ragazza, bella e buona come questa, più non teme per la testa, sempre allegro se ne sta. Già parmi d'essere padre beato già veggo i bamboli sedermi a lato. L'un vorrà pillole, l'altro pagnotte; ciascun chiamandomi il dì e la notte: "Papà io voglio pillole! " "Papà ed io pagnotte! " In essi il tenero padre felice come fenice rinascerà. E tutta Napoli pien di pistacchi in breve spazio si troverà. DON ANNIBALE Amici se ballar volete ancora l'orchestra è pronta a secondarvi. SPIRIDIONE Andiamo. Evviva il principal!... Vivan gli sposi!... CONVITATI Al ballo, al ballo... Evviva don Annibale, evviva Serafina!... (correndo nella sala con Spiridione) DON ANNIBALE Per Bacco!... (osservando sulla tavola) Addio dispensa!... Addio cantina!... Un campo sbaragliato questa mensa mi par! Scena Terza (Madama Rosa e detto) MADAMA ROSA Genero amato, per dirvi due parole ho colto il punto che si diverte ognun. DON ANNIBALE Dite, vi ascolto. MADAMA ROSA Voi dovete capire qual duolo accolto sia d'una madre in cor che abbandonare tra pochi dì dovrà l'unica figlia, in man d'uno straniero. DON ANNIBALE Straniero! Io son di Napoli venuto a questo mondo nel mille settecento trentasette: e ognun conosce Annibale Pistacchio, spezial di Foria, e inventor delle pillole famose contro l'asma, la tosse, e il mal di madre. MADAMA ROSA Ed ella è figlia d'onorato padre un valoroso ufficial, morto nell'assedio di Navarra... Ma ciò non monta... Sol da voi promessa io bramo che felice la renderete... E ben lo merta, io spero. Ella è un angel di figlia. DON ANNIBALE E vero, è vero! E per questo mi vien la pelle d'oca solo in pensar, che all'alba io dovrò con dolor abbandonarla, e pormi in diligenza. MADAMA ROSA Né differir potreste la partenza per poco almen, per questi ultimi dì carnevaleschi? DON ANNIBALE Eh! no. Differir non si può. È necessario per domani a Roma la mia presenza; debbo alla rottura assister dei suggelli, e quella parte prender, che mi lasciò la zia Onoria di felice memoria. MADAMA ROSA Dunque, fin che tornate, Serafina vi attenderà fedele. Divertiamoci per ora... (incamminandosi verso la tavola) DON ANNIBALE Ah! Rosa mia, troppo tardi giungete: sol qualche goccia vi sarà per voi. MADAMA ROSA Grazie... (prendendo qualche cosa, e guardando l'apparecchio) Che lusso!... Che allegria! (ascoltando ridere da dentro soltanto) A renderla completa, manca il più gaio de' congiunti. DON ANNIBALE E chi? Enrico forse? MADAMA ROSA Lo diceste. DON ANNIBALE Oh sì! Vostro nipote, sia permesso il dirlo, non mi va punto a sangue: egli si crede, percorso avendo lo stival di Italia, un'arca di sapienza, e tutte e tutti pone in caricatura. E poi m'è noto che la bella cugina tentò rapirmi... (Odonsi grida festevoli, e più sonori scrosci di risa). Udite come senza di lui regna in mia casa la gioia ed il sollazzo!... Scena Quarta (Spiridione e detti) SPIRIDIONE (sganasciandosi dalle risa) Oh, che pazzo!... Oh, che pazzo!... DON ANNIBALE Che fu? SPIRIDIONE Noi giocavamo a gatta-cieca, quando s'apre in un colpo la porta delle scale, ed eccoti un baffuto caporale che s'avanza gridando: "Si ritiri ciascun, io lo comando." Senz'aggiunger parola, uno il cappello, l'altro piglia il baston, questo il tabarro, quella i calosci, e già partiam... ma getta il caporal bonnet, baffi, uniforme... Ed era... (ridendo) DON ANNIBALE Chi? SPIRIDIONE Ridete. DON ANNIBALE Ma pria... SPIRIDIONE Se non ridete io non lo dico. DON ANNIBALE (con riso forzato) Ah!... Ah!... Chi era? SPIRIDIONE Enrico. DON ANNIBALE (fra sè) Vi colga ad entrambi il fistolo. MADAMA ROSA Colui ne ha delle belle! SPIRIDIONE Udite ancor: la danza. Comincia, ed ei per terra molte butta di furto fulminanti pallotte. Oh, che spasso!... che ridere!... che botte!... Paf... pif... puf... Alcune ne raccolsi... e son qui... (levandosi di scarsella molte palline fulminanti) DON ANNIBALE (fra sè) Di Serafina mi cucio alla gonnella... (avviandosi alla sala: odesi una galoppa) MADAMA ROSA Che!... la galoppa?... Oh, dolce suon!... (trattenendo Don Annibale) Mi sento ringiovanir!... Ballar con me vi piaccia una galoppa. DON ANNIBALE Ohibò... Scusate... io deggio... E poi ballar non so... (va per entrare nella sala, ma gli viene impedito dai convitati, che ballando la galoppa traversano la scena) MADAMA ROSA Pretesti!... Andiam... DON ANNIBALE (fra sè) Che imbroglio!... (in alta voce) Ma... MADAMA ROSA Non ascolto... Galoppare io voglio. (lo strascina seco ed entrando in fila co' danzanti partono dall'opposto lato) Scena Quinta (Serafina dal lato opposto ballando la galoppa con Enrico: questi, giunto in mezzo alla scena, prende un tono serio e sospira) SERAFINA Ebben! Siete già stanco? ENRICO Orsù, cugina; bando agli scherzi... Voi mirate adesso in me l'amante offeso, rispondete: perché sposarvi senza il mio permesso? SERAFINA E voi melo chiedete? Perché in Enrico ritrovai l'infido, il mostro, l'incostante, il traditore. SERAFINA Sei tu la traditrice... SERAFINA Addio, signore! (per partire) ENRICO Non fuggir!... T'arresta, ingrata! Senti almeno una parola, o il rival che a me t'invola spento innanzi ti cadrà. La mia fiamma disprezzata crebbe al par d'un Mongibello... (passando dal furore al pianto) Ma ben presto un freddo avello tanto incendio estinguerà. SERAFINA Non morrete, non morrete! Vi conosco seduttore. È dispetto, e non amore che infierir così vi fa. Or che d'altri mi sapete arde in voi cotanto foco! Obliaste che fui giuoco della vostra infedeltà? Altre due, lusinghiero, ne amate ed intanto... ENRICO Menzogna infernale!... SERAFINA (con sicurezza) Ne son certa, ed invan lo negate altre due. ENRICO (con più forza) No, ti dico... son tre. Donna infida, leggera, sleale, lo facea per scordarmi di te. (con accento piagnucoloso) Sempre, ah sempre! t'amai come s'ama di potente indicibile affetto! Per te sola m'avvampa nel petto una fiamma cui pari non ha. Questo cor te domanda, te brama; senza te questo cor morirà. SERAFINA Io v'amava sperando che il core v'accendesse una fiamma verace; ma la speme fu un sogno mendace come nebbia che all'aura sen va. Ah! vien meno, s'estingue l'amore, cui la speme alimento non dà. Buona sera. ENRICO Dispietata. Odi ancor. SERAFINA Son maritata! ENRICO Di me dunque? SERAFINA Non mi curo. ENRICO Non più amor? SERAFINA Non più... Lo giuro. ENRICO (con esagerato furore) Se ogni speme io perdo al mondo corro appresso a quel birbante; qual vampiro sitibondo succhierollo ad ogni istante... E finita omai la festa... non avrà più testa in testa; a talun da lui fia dato per la china il sublimato. Un stringente chiederanno, e una purga invece avranno. E a te pur, fatal cugina, traditrice Serafina sale inglese, teriaca per sciroppo toccherà. SERAFINA (ironica) Ogni sdegno il tempo placa, anche il vostro placherà! (per andare) ENRICO (Fra sè) Ecco lo sposo!... A noi! (A Serafina) Tu non mi fuggirai, perfida, ingrata!... (inginocchiandosi avanti a Serafina e ritenendola per la veste) Scena Sesta (Don Annibale, che viene guardingo, e detti; quindi Madama Rosa, Spiridione e i Convitati) ENRICO Tu non mi fuggirai; perfida, ingrata! ON ANNIBALE Oh! SERAFINA (Fra sè) Mio marito! ENRICO Deh, fermati, spietata! DON ANNIBALE Ladri!... Guardia!... Fuoco!... Acqua!... Gente!... Aiuto! MADAMA ROSA, SPIRIDIONE, CONVITATI Perché tanto rumore? DON ANNIBALE Ho colto il seduttore... Anzi mirate... a' piedi è tuttavia di madama Pistacchio... ENRICO Voi credete, ch'io stia in ginocchio? No; sbagliate. (s'alza) Io non vi sto. MADAMA ROSA (a Don Annibale) Non sta in ginocchio. DON ANNIBALE Ora lo veggo anch'io. ENRICO E come, padron mio, non intendeste che provando io stava una scena con lei, onde poi declamarla innanzi a tutti. MADAMA ROSA Che bella idea! Sentiam la scena. DON ANNIBALE Un cavolo! È troppo tardi, ed io… SPIRIDIONE, CONVITATI La scena. ENRICO (Fra sè) Oh, diavolo… SERAFINA (Fra sè) Che mai dirà!... ENRICO (Fra sè) Franchezza. (in alta voce) Ecco... si tratta d'una tragedia classico-romantica, vi sono tre parti principali: or io farò la parte del... farà la sposa la parte della... (a Don Annibale) e voi la parte di... DON ANNIBALE Che bella parte... MADAMA ROSA Zitto. ENRICO Il suo titolo è Zasse, Zanze e Zonzo. Udite l'argomento. MADAMA ROSA Vi ascoltiamo. ENRICO Io, che son Zasse, adoro Zanze, e bramo toglierla al mio rivale Zonzo (a Don Annibale) che siete voi: S'alza il sipario. Assisa a piè d'un gelso immersa nel dolore geme trafitta Zanze dal più crudele amore... Arriva Zasse, e svelando l'ardor che lo divora a lei bacia la man... (prende la mano di Serafina come per baciarla Don Annibale s'avanza per impedirglielo) Sta Zonzo ancora in disparte... (facendo ritornare Don Annibale al suo posto) la man bacia e ribacia Zasse di Zanze, ed in partir le porge un dolce amplesso. Zonzo allor s'avanza con arcigna sembianza. E grida a Zasse, "trema, o vil"... "Ma Zassi Zaffi", risponde Ziffe: Zonzo chiama Zasse, e in presenza di Zanze, a Zasse Zonzo fa tagliar la testa. A scena sì funesta cade svenuta Zanze sovra il corpo di Zasse, e Zonzo esclama: "Ahi, Zanze, ahi Zanze!" (Suona la mezzanotte) DON ANNIBALE Udite? È mezza notte. È tempo, parmi, che ciascun vada a letto. SERAFINA (alla madre) Ah, madre! DON ANNIBALE E quella la vostra stanza, o suocera. (accompagnandole) ENRICO E la mia? DON ANNIBALE In mezzo della via. MADAMA ROSA Andiamo, Serafina. (ritirandosi con Serafina) CONVITATI Andiamo noi pure... ENRICO Congiunti, amici, piano... facciam l'ultimo brindisi ad Annibale. Spiridion, rinnova le bottiglie. (Spiridione esce) Certa canzone che in Milano appresi or canterò, l'intercalar amici ripeterete voi. CONVITATI Spiridion, il vino. SPIRIDIONE (tornando con altre bottiglie) Eccomi: SERAFINA, CONVITATI A noi. (Spiridione versa intorno) ENRICO Mesci, mesci e sperda il vento ogni cura, ogni lamento; solo il canto del piacere risuonar fra noi s'udrà. Nell'ebrezza del piacere sta la vera ilarità. CONVITATI Lunga è l'ora degli affanni; ha il piacer fugaci i vanni: il momento del goder brilla e rapido sen va. DON ANNIBALE Omai basta, o signori. ENRICO (fra sè) Andarne a letto crede il babbion!... Stai fresco! Or io ti servo. Col mercante di maschere qui presso (in alta voce) Felice notte. (parte co' convitati) Scena Settima (Don Annibale, Spiridione, poi Madama Rosa) DON ANNIBALE Maledetti son partiti alla fin!... Spiridione precedimi col lume alle mie stanze. (suono di campanello) SPIRIDIONE Chi sarà? Mi parve sentire il campanello. DON ANNIBALE Hai perduto il cervello? Questo ci mancherebbe! SPIRIDIONE Se ciò accade, non vi date fastidio, ché per voi darò le droghe. DON ANNIBALE No, che dici? E troppo chiaro il decreto: (leggendo) "In vista de' frequenti funesti avvenimenti si ordina che ogni spezial, di notte, le proprie medicine venda in persona. Il trasgressor punito sarà di multa e prigionia". Speriamo che alcun non mi frastorni. Dammi intanto il berretto di notte e la veste da camera... Chi viene?... Oh, la suocera... (si nasconde per non farsi vedere, essendo spogliato. Madama Rosa esce dalla camera nuziale e ne chiude la porta con la chiave) MADAMA ROSA Sposo, eccovi... ebbene? Dove, o genero, sei? DON ANNIBALE Son qui, son qui. MADAMA ROSA Prendete la vostra chiave. DON ANNIBALE Alto, le intimo in nome della pudicizia. Visibile non sono. MADAMA ROSA Intendo: ecco, vi lascio la chiave ed a svegliarvi prima di giorno verrò. DON ANNIBALE Soverchio incomodo... A star desta vi sfido. MADAMA ROSA Felice notte, piccolo cupido. (si ritira) DON ANNIBALE (a Spiridione) Che ti sembra? SPIRIDIONE (ritornando) Benissimo... un cupido! Siete in veste da camera e berretto. DON ANNIBALE Orsù, vattene a letto e fa' d'essere in piedi verso le cinque. SPIRIDIONE Dormirò vestito. (parte) DON ANNIBALE (prende il lume e la chiave e mentre si avvia alla sua stanza odesi suonare il campanello) Or vedi che prurito! Giusto adesso... Un momento. (depone la chiave ed il lume e va ad aprire) |
ACTO ÚNICO (Una sala con dos puertas una frente a otra, las cuales dan a dos habitaciones: una mesa con botellas, pan, salchichas, etc. Un armario, un biombo, otra mesa en una esquina con tazas de porcelana para café y té. Al fondo, la entrada a la tienda. Puertas a la izquierda y a la derecha que dan a las otras habitaciones. Sobre la puerta de entrada hay una campana. Todos los parientes e invitados a la boda están sentados o en pie, comiendo y bebiendo. Spiridione sirve el vino a todos, mientras se canta el siguiente coro) Escena Primera CORO ¡Viva don Aníbal! ¡Viva Serafina! ¡Queremos bailar y beber hasta el amanecer! Pistacchio es como un Esculapio y la novia una Ciprigna: la suerte ha sido muy generosa con esta bella pareja. Él, un experto en medicina, y ella, en dulzura: Amor e Himeneo le preparan muchos días de alegría. ¡Brindemos alegremente hasta el amanecer! ¡Viva don Aníbal! ¡Viva Serafina! Escena Segunda (Don Aníbal vestido de novio) DON ANÍBAL Bonita cosa, queridos amigos, bonita cosa es cambiar de estado cuando el hombre se ha casado es mucho más feliz. Quien encuentra a una chica guapa y buena como ésta, ya no debe temer más por su futuro y siempre contento debe estar. Ya me veo siendo un padre afortunado, ya veo a mis hijitos sentados a mi lado. Uno querrá pastillitas, el otro galletitas, y todos llamándome, día y noche, dirán: "¡Papá yo quiero pastillitas!" "¡Papá y yo galletitas!" Y entonces el tierno padre feliz, cómo el Ave Fénix, renacerá. Y todo Nápoles lleno de Pistacchitos en poco tiempo estará. DON ANÍBAL Amigos, si queréis bailar, la orquesta está lista para comenzar. SPIRIDIONE ¡Vamos! ¡Viva el anfitrión!... ¡Vivan los novios!... INVITADOS ¡A bailar, a bailar!... ¡Viva don Aníbal! ¡Viva Serafina!... (Se van a la sala con Spiridione) DON ANÍBAL ¡Recórcholis!... (observando la mesa) ¡Adiós despensa!... ¡Adiós bodega!... ¡Esto parece un desierto! Escena Tercera (Señora Rosa y Don Aníbal) SEÑORA ROSA Querido yerno, quiero deciros dos palabras mientras que todos se divierten DON ANÍBAL Decid, os escucho. SEÑORA ROSA Debéis comprender el dolor que siente una madre en el corazón cuando debe abandonar a su única hija en manos de un extranjero. DON ANÍBAL ¿Extranjero? ¡Yo soy de Nápoles! Vine al mundo en mil setecientos ochenta y siete... Todo el mundo conoce a Aníbal Pistacchio, farmacéutico de Foria, e inventor de las famosas pastillas contra el asma, la tos y el mal de madre. SEÑORA ROSA ¡Y ella la hija de un héroe, un valiente oficial muerto en el asedio de Navarra!... Pero eso no viene ahora al caso... Sólo quiero que me prometáis que la haréis feliz... Creo que se lo merece. Es un ángel de hija. DON ANÍBAL ¡Cierto, cierto! De sólo pensar que al amanecer debo tomar la diligencia y marcharme, se me pone la carne de gallina SEÑORA ROSA ¿Y no podríais retrasar el viaje al menos hasta que pase el carnaval? DON ANÍBAL ¡Eh!... No. No se puede retrasar. Me requieren mañana mismo en Roma. Debo asistir a la apertura del testamento de mi tía Honoria y recoger lo que me haya dejado en herencia. SEÑORA ROSA Pues Serafina os será fiel hasta que regreséis. Y ahora, divirtámonos... (encaminándose hacia la mesa) DON ANÍBAL ¡Ah! Rosa mía, llegáis demasiado tarde. Lo único que queda son algunas gotas. SEÑORA ROSA Gracias... (cogiendo algo y observando a los invitados) ¡Qué lujo!... ¡Qué alegría! (escuchando las risas de los invitados) Sólo falta el más alegre de los invitados para que la fiesta sea perfecta. DON ANÍBAL ¿Quién?... ¿Enrique quizás? SEÑORA ROSA Usted lo ha dicho. DON ANÍBAL ¡Oh!... Vuestro sobrino, dicho sea con su permiso, no debería fastidiarme más. Se cree que por haber recorrido Italia es un cofre de sabiduría y todo, todo lo ridiculiza. Y encima sé de buena tinta que intentó quitarme a su bella prima... (Se oyen gritos de fiesta y risotadas) ¡Oíd como la alegría y la diversión reinan en mi casa sin necesidad de él!... Escena Cuarta (Spiridione y los anteriores) SPIRIDIONE (partiéndose de risa) ¡Ay, que loco!... ¡Ay, que loco!... DON ANÍBAL ¿Qué sucede? SPIRIDIONE Estábamos jugando a la gallinita ciega cuando se abre de golpe la puerta de las escaleras, y aparece un cabo bigotudo que se acerca diciendo: "¡fuera todo el mundo, os lo ordeno!" Y sin soltar palabra, uno coge su sombrero, otro su bastón, otro su abrigo, otra su bolso, y cuando ya se iban... el cabo se quita el uniforme, el gorro, el bigote... Y era... (riendo) DON ANÍBAL ¿Quién? SPIRIDIONE Reíd DON ANÍBAL Pero ¿quién?... SPIRIDIONE Si no os reís, no os lo digo DON ANÍBAL (con risa forzada) ¡Ja!... ¡Ja!... ¿Quién era? SPIRIDIONE ¡Enrique! DON ANÍBAL (Para sí) ¡Que os cuelguen a los dos de un palo! SEÑORA ROSA ¡Está aquí, con nosotros! SPIRIDIONE Pero hay más. Al empezar el baile y sin que nadie lo viera soltó por el suelo unos petardos... ¡Ay, que gozada!... ¡Qué risa!... ¡Qué divertido!... ¡Paf!... ¡Pif!... ¡Puf!... He cogido algunos... Aquí están... (sacándose del bolsillo algunos petardos) DON ANÍBAL (para sí) Seguro que ya le ha echado el ojo a Serafina... (desde la sala se oye un galopp) SEÑORA ROSA ¡Anda!... ¿El galopp?... ¡Oh, dulce música!... (reteniendo a don Aníbal) ¡Me siento rejuvenecer!... Me gustaría bailar con usted un galopp. DON ANÍBAL Vaya... perdonad... es que no sé bailar... (se dirige a la habitación pero se lo impiden los invitados, que bailando el galopp atraviesan el escenario) SEÑORA ROSA ¡Eso son excusas!... ¡Vamos!... DON ANÍBAL (para sí) ¡Qué lío!... (en voz alta) Pero... SEÑORA ROSA No os escucho... ¡quiero bailar! (lo arrastra consigo y entran en la fila de los bailarines, que salen por el lado puesto) Escena Quinta (Serafina aparece por el otro lado bailando el galopp con Enrique, el cual, cuando llega al centro del escenario, adopta un tono serio) SERAFINA ¡Pero bueno!... ¿Ya estáis cansado? ENRIQUE ¡Oh, prima, deja las bromas!... ahora ves en mí al amante ofendido. Responde: ¿por qué te casas sin mi permiso? SERAFINA ¿Y vos me lo preguntáis? Porque en Enrique hallé al infiel, al monstruo, al inconstante, al traidor. SERAFINA Tú eres la traidora... SERAFINA ¡Adiós, señor! (a punto de irse) ENRIQUE ¡No huyas!... ¡Detente, ingrata! Escucha al menos una palabra, o el rival que te aleja de mí caerá muerto a tus pies. Mi amor despreciado creció como el de un Mongibello... (pasando del furor al llanto) Pero una fría tumba extinguirá todo este sufrimiento. SERAFINA ¡No moriréis, no moriréis! Os conozco, seductor. Es despecho y no amor lo que en vos habla. ¡Ahora que sabéis que soy de otro arde en vos la pasión! ¿Olvidáis que fui un juguete de vuestra infidelidad? Amabais a otras dos, y mientras tanto... ENRIQUE ¡Eso no es cierto!... SERAFINA (con seguridad) ¡Es cierto y sin embargo lo negáis otra vez!... ENRIQUE (con más fuerza) No, es que no eran dos... ¡eran tres! ¡Mujer peligrosa, ligera, desleal, lo hacía para olvidarme de ti! (con acento llorón) ¡Siempre, ah siempre, te amé como se ama a un amor imposible! Sólo por ti me arde en el pecho una llama, como no hay otra igual. Este corazón te necesita, te llama... ¡Sin ti, mi corazón morirá! SERAFINA Yo os amé pensando que en ese corazón ardía realmente una llama, pero mi esperanza fue un falso sueño y desapareció como la niebla en el aire. ¡Ah, menos mal que el amor se apaga cuando la esperanza no lo alimenta! Buenas tardes. ENRIQUE Despiadada... ¡Escucha! SERAFINA ¡Estoy casada! ENRIQUE ¿Qué pasará conmigo? SERAFINA ¡Me da igual! ENRIQUE ¿Ya no me amas? SERAFINA No... ¡lo juro! ENRIQUE (con furor exagerado) Si pierdo toda esperanza correré tras ese bribón y como un vampiro sediento le chuparé la sangre al instante... ¡Se le ha acabado la fiesta!... Ya no dormirá nunca más tranquilo y no tendrá más remedio que tomar quinina. Pedirá un astringente y le suministrarán una purga. Incluso a ti, fatal prima, traidora Serafina, sales inglesas y triacas por jarabe te darán. SERAFINA (irónica) ¡El tiempo calma cualquier enfado y el vuestro también lo calmará! (a punto de irse) ENRIQUE (Para sí) ¡Aquí llega el novio!... (a Serafina) ¡No huyas, pérfida, ingrata!... (se arrodilla ante Serafina y la toma por el vestido) Escena Sexta (Don Aníbal, que llega cansado; luego, la señora Rosa, Spiridione y los invitados) ENRIQUE ¡Tú no huirás, pérfida, ingrata!... DON ANÍBAL ¡Oh! SERAFINA (Para sí) ¡Mi marido! ENRIQUE ¡Ah, detente, despiadada! DON ANÍBAL ¡Ladrón!... ¡Guardias!... ¡Fuego!... ¡Agua!... ¡Gente!... ¡Socorro! SEÑORA ROSA, SPIRIDIONE, INVITADOS ¿Qué pasa? DON ANÍBAL ¡He pillado al seductor!... ¡Mirad!... ¡Aun está a los pies de la señora Pistacchio!... ENRIQUE ¿Creéis que estoy de rodillas? Pues no, os equivocáis. (se levanta) No lo estoy. SEÑORA ROSA (a Don Aníbal) No está de rodillas. DON ANÍBAL Eso veo... ENRIQUE Señor mío, observo que no sabíais que estaba ensayando una escena con ella, en la cual la reclamo ante todos. SEÑORA ROSA ¡Qué bonita idea! Veamos la escena. DON ANÍBAL ¡Y una porra! ¡Es muy tarde, y yo!… SPIRIDIONE, INVITADOS ¡La escena! ENRIQUE (para sí) ¡Oh, diablos!… SERAFINA (para sí) ¡Qué irá a decir!... ENRIQUE (para sí) ¡Valor! (en voz alta) Se trata de una tragedia clásico-romántica, con tres protagonistas: yo, que haré la parte del novio... ella hará la parte de la novia... (a Don Aníbal) y vos la parte de... DON ANÍBAL Qué bonita parte... SEÑORA ROSA ¡Callad! ENRIQUE Se llama Zasse, Zanze y Zonzo. Oíd el argumento. SEÑORA ROSA Os escuchamos. ENRIQUE Yo, que soy Zasse, adoro a Zanze, y deseo apartar de ella a mi rival, Zonzo, (a Don Aníbal) que sois vos. Se levanta el telón. Sentada junto a un arbusto sumergida en el dolor, preocupada, gime Zanze por un amor cruel... Zasse llega y desvelando el ardor que lo devora le besa la mano... (toma la mano de Serafina para besarla. Don Aníbal avanza para impedírselo) ¡Todavía no ha hecho su entrada Zonzo!... (haciendo volver a don Aníbal a su sitio) Zasse besa y rebesa la mano a Zanze, y luego le da un dulce abrazo. Entonces llega Zonzo con semblante grave. "¡Tiembla, oh vil!... le grita a Zasse. "Zassi Zaffi" responde Ziffe. Zonzo llama a Zasse, y en presencia de Zanze, hace que le corten la cabeza a Zasse Zonzo. Ante tan funesta escena Zanze se desmaya sobre el cuerpo de Zasse y Zonzo exclama: "¡Ay, Zanze! ¡Ay Zanze!" (se oye dar la medianoche) DON ANÍBAL ¿Oís? Es medianoche. Creo que ya es hora de irnos a la cama. SERAFINA (a su madre) ¡Ah, madre! DON ANÍBAL Suegra, aquella es vuestra habitación. (acompañándole) ENRIQUE ¿Y la mía? DON ANÍBAL En medio de la calle. SEÑORA ROSA Vamos, Serafina. (retirándose con Serafina) INVITADOS Nosotros también nos vamos... ENRIQUE ¡Un momento, amigos!... ¡Hagamos a don Aníbal un último brindis! Spiridion, ¡trae unas botellas!.. (Spiridione sale) Cantaré una canción que aprendí en Milán y el estribillo, amigos, vosotros repetiréis. INVITADOS ¡Spiridion, el vino! SPIRIDIONE (volviendo con unas botellas) ¡Aquí estoy! SERAFINA, INVITADOS ¡Sírvenos! (Spiridione sirve a todos) ENRIQUE Escancia, escancia y que el viento se lleve todas las penas y lamentos. Sólo se escuchará entre nosotros el canto del placer. El verdadero disfrute está en la borrachera del placer. INVITADOS Larga es la hora de las preocupaciones y el placer tiene momentos fugaces. Los momentos de alegría se van rápidamente. DON ANÍBAL ¡Ya basta, oh señores! ENRIQUE (para sí) ¡El macaco cree que se va a acostar!... ¡Vas listo! Te vas a enterar. Dentro de poco volveré disfrazado. (en voz alta) ¡Buenas noches! (se va con los invitados) Escena Séptima (Don Aníbal, Spiridione, luego la Señora Rosa) DON ANÍBAL ¡Por fin se fueron esos malditos!... ¡Spiridione, alúmbrame hasta mi habitación! (suena la campana) SPIRIDIONE ¿Quién será? Me ha parecido oír la campana. DON ANÍBAL ¿Has perdido la cabeza? ¡Lo que nos faltaba! SPIRIDIONE No os preocupéis, que si vuelve a sonar, yo me encargaré de vender las medicinas. DON ANÍBAL ¿Qué dices?... ¡Eso no puede ser! El decreto está muy claro: (leyendo) "En vista de los frecuentes y desgraciados acontecimientos, se ordena al farmacéutico de guardia que él mismo despache las medicinas. El que no obedezca será castigado con multa y prisión." Esperemos que nadie me moleste. Dame el gorro de dormir y el pijama... ¿Quién viene?... ¡Ah, mi suegra!... (Se esconde para que no lo vea desnudándose. La señora Rosa sale de la habitación nupcial y cierra la puerta con llave) SEÑORA ROSA El esposo... ¿aquí está?... ¿y bien? ¿Dónde está, yerno? DON ANÍBAL Estoy aquí, estoy aquí. SEÑORA ROSA Tomad vuestra llave. DON ANÍBAL ¡Alto, en nombre del pudor! ¡No me podéis ver! SEÑORA ROSA Comprendo. Aquí os dejo la llave y antes de que amanezca vendré a despertaos. DON ANÍBAL Excesivas molestias... No creo que estéis despierta. SEÑORA ROSA Buenas noches, pequeño Cupido. (se va) DON ANÍBAL (a Spiridione) ¿Qué te parece? SPIRIDIONE (volviendo) Muy bien... ¡un Cupido! Ya tenéis puesto el gorro y el pijama. DON ANÍBAL Bien, te puedes ir a la cama pero debes de estar en pie sobre las cinco. SPIRIDIONE Dormiré vestido. (se va) DON ANÍBAL (coge la vela y la llave y mientras se encamina a su habitación se oye sonar la campana) ¡Vaya! Justo ahora... ¡Un momento! (suelta la llave y la vela y va a abrir) |