ATTO SECONDO 


Scena I 

(Stanza di Mrs Ford) 

BETTY
Sentite pure: i servi 
Non si potean dar pace 
Del peso enorme del canestro: appena 
Lo reggean sulle spalle. Finalmente 
Giunsero alla corrente
E planf! che scoppio! parve proprio come 
Se caduto vi fosse un monticello. 
Contenti i servi e scarichi 
Se ne tornano a casa: 
Io dalla lavandaia 
Dietro una porta ad osservar mi metto: 
Come andasse a finire il bel giochetto.
Nell'acqua il buzzone 
Si scuote e dimena: 
Nel mar la balena 
Più chiasso non fa. 

MRS SLENDER, MRS FORD
Che spasso! che scena! 
Ah! ah! ah! ah! ah! 

BETTY
Dal bagno fatale 
Si prova a cavarsi, 
Né può liberarsi, 
Né regger si sa. 

MRS SLENDER, MRS FORD 
Ben può figurarsi, 
Ah! ah! ah! ah! ah! 

BETTY
Provò cento volte, 
E cadde duecento; 
Ma pure a gran stento 
Alfin si rizzò. 

MRS SLENDER, MRS FORD 
Un vero portento! 
Oh! oh! oh! oh! oh! 

BETTY
Sortito dall'acqua, 
Qual topo bagnato, 
Confuso, scornato 
A casa tornò. 

MRS SLENDER, MRS FORD
Se l'è meritato. 
Oh! oh! oh! oh! oh! 

MRS SLENDER, MRS FORD, BETTY 
Galanti sguaiati, 
Prendete lezione; 
Nel nostro buzzone 
Specchiatevi un po'! 

MRS FORD
Questa a buon conto è andata a maraviglia; 
Comare, alla seconda, 
E poi forse alla terza! 

MRS SLENDER
Alla terza? 

MRS FORD
Alla terza. M'è venuto 
Un pensiero bizzarro, e già si fanno 
Gli apparecchi opportuni 
Per ordin mio. Vedrem. Tutto saprete. 
Intanto alla seconda...! 

BETTY
Ma se il padron venisse... 

MRS SLENDER
Oh! questa volta 
Pericolo non v'è. Con mio marito 
E con molti altri amici all'uccelliera 
Nel nostro poderetto 
Poc'anzi se ne andò. Pagar gli tocca 
Il pranzo a tutti quanti. 

BETTY
Come? perché? 

MRS FORD
Ah! ah! l'avea promesso, 
Se falso si trovava il suo sospetto. 
Ma entriam nel gabinetto: 
Lì ho già pronta la lettera 
Per abbonire ed invitar Falstaff. 

(A Betty)

Tu gliela porterai - ti dirò poi 
Come hai da contenerti. 
Più non tardiam: ché attender posso appena 
Il piacer di goder quest'altra scena. 

(entrano nel gabinetto) 

Scena II 

(Stanza di Falstaff nell'osteria. Si vedono distesi gli 
abiti di Falstaff per asciugarsi. Falstaff in veste da 
camera lacera, indi Bardolf) 

FALSTAFF
Ehi, Bardolf! a chi dico? 

BARDOLF
Eccomi. 

FALSTAFF
Fammi 
Preparare un buon fiasco 
D'acquavite di Francia 
Con entrovi del pane abbrustolito. 
Animo, presto, sbrigati! 

BARDOLF
Ho capito. 

(Bardolfo esce) 

Scena III 

FALSTAFF
Corpo di Satanasso! 
Ad un par mio 
Ne hanno a accader di queste? 
Esser portato al fiume entro d'un cesto, 
Come portan le trippe i macellai! 
Ah! se arrivano mai 
A farmi la seconda, 
Mi fo trarre il cervello, 
Friggerlo nel butirro e darlo ai cani! 
Quei birbanti marrani 
Mi gettaron nell'acqua 
Con quella indifferenza 
Con cui ci suol gettare 
I cani o i gatti, chi sen vuol disfare! 
Buon che l'acqua era bassa!... 

Scena IV 

(Bardolfo entra)

FALSTAFF
È preparato?

BARDOLF
V'è fuori una ragazza 
Che vi vorria parlare. 

FALSTAFF
Portami l'acquavite, e falla entrare. 

(Bardolf via.)

Versero del liquore 
Sull'acqua del Tamigi che ho inghiottita. 
Bru! la pancia ho di gel. 

BARDOLF 
(introducendo Betty)
Resti servita. 

BETTY
Con permesso - mi scusi - 
Umilmente m'inchino 
A Vostra Signoria. 

FALSTAFF
Servo, che c'è? 

BETTY
Illustrissimo, a lei 
Mi manda Mistress Ford. 

(Bardolf riparte.)

FALSTAFF
Sì? Mistress Ford? 
Quella Signora me l'ha fatta bella! 

BETTY
Ah! no: colpa non ne ha la meschinella! 
La colpa è sol dei servi sciagurati; 
Oh! come li ha sgridati! 
L'hanno fatta da bestie. 

FALSTAFF
Da bestia anch'io l'ho fatta, col fidarmi 
Delle promesse d'una pazzarella!

BETTY
No, che fa torto a quella meschinella!

Ah! Signore! se sapesse 
Quanto è afflitta, poverina! 
È perduta la meschina! 
È inconsolabile, 
Piange, sospira, 
Smania, delira. 
Fa proprio compassione a chi la mira! 

FALSTAFF
Va benissimo: ma intanto, 
Se il canale era più fondo, 
M'affogava, e addio bel mondo! 
E l'uom dell'Anglia 
Più singolare 
Dovea restare 
I pesci del Tamigi ad ingrassare. 

(Viene Bardolf con una scodella.) 

BETTY
Si degni almen di legger questo foglio: 
Poi se le basta il cor, 
S'è un disumano, 
Lasci languire la poverella invano. 

(porgendogli un biglietto) 

FALSTAFF 
(Piglia il foglio con indifferenza.) 
Vediamo un po'... 

(fra sé) 

Scusarsi forse vorrà.

(A Bardolf) 

Gli occhiali, Bardolf! 

BARDOLF
Vossignoria gli aveva in tasca. 

(Cerca gli occhiali nelle saccocce dell'abito 
disteso, e li dà a Falstaff.) 

FALSTAFF
Leggerò... ma!... 

BETTY
(fra sé)
Scommetto che ci casca! 

(Falstaff or beve or legge.)  

FALSTAFF
"Se mi vedeste il core..." 
Il cor!... che buon liquore! 

BETTY
Pietà di lei, Signore! 

FALSTAFF 
Ben, bene - si vedrà. 

BARDOLF
(fra sé)
Ci gioco che il padrone,
Da vero bighellone, 
Per la seconda volta 
Burlare si farà!

FALSTAFF
"Se non venite, io moro"...
lo moro!... che ristoro!

BETTY
Vedete, poverina! 
È degna di pietà! 

FALSTAFF
(fra sé)
È cotta madamina! 

(a Betty)

Eh!... basta: non si sa. 

BARDOLF
(fra sé)
Un'altra bagnatina 
Nuocergli non potrà.

FALSTAFF
"Alle tre e mezza": 

BETTY
Appunto. 
Verrà? 

FALSTAFF
Ma! "Mio marito
All'uccelliera è gito.." 

BETTY
Saran sicuri.

FALSTAFF
Ma! 

BETTY, BARDOLF
(fra sé)
Quante difficoltà!

FALSTAFF
(fra sé)
Or ceder si potrà.

(a Betty) 

Basta! si fiero e barbaro
Falstaff il cor non ha. 
Dille che all'ora topica 
Al fianco suo sarà. 

BETTY
Esulterà di giubilo 
Quando io sentirà. 

FALSTAFF
Ma dille ancor che ponderi 
Che cosa sono gli uomini, 
Che i pregi miei consideri, 
Che calcoli i miei meriti, 
E pensi quanto è fragile 
La nostra umanità. 

BETTY
A riportarle affrettomi 
Sì bella novità. 

BARDOLF
(fra sé)
Il sorcio nella trappola 
Tornò, ma ben gli sta.

(parte Betty con Bardolf, il quale porta 
via la scodella) 

Scena V 

FALSTAFF
E il nostro Signor Brock 
Vedere non si fa? Mi fece dire 
Che lo attendessi in casa - a parlar chiaro, 
M'accomoda assai bene il suo danaro. 

Scena VI 

(Bardolf entra) 

BARDOLF 
Il Signor Brock v'attende... 

FALSTAFF
Buono! e dove? 

BARDOLF
Volea salir da voi; ma gli hanno detto 
Che c'era qualcheduno: 
Per questo andò in giardino, e lì v'aspetta.

FALSTAFF 
(in atto di partire) 
Non vo' far aspettar quel galantuomo. 

BARDOLF
E ci andate cosi? 

(accennandogli ch'è in veste da camera)

FALSTAFF
Bestia! e non sai, 
Che in gala o in négligé 
Falstaff è sempre quel? - bada che presto 
S'asciughi quel vestito! 
Sai ch'è il mio prediletto. 

BARDOLF
Bel dire! ma chi poi 
Bramasse di saper la verità, 
La chieda a quel baule, e la saprà. 

(prende il vestito, e va via) 

Scena VII 

(Giardino della locanda. Ford travestito) 

FORD
Se un pranzo non vi basta, amici cari, 
Due, tre, dieci, cinquanta, cento, mille 
Ven pagherò: ma in questo dì, con questa
Fiera serpe nel seno 
Allontanarmi, oh Dio! 
Come potrei?... 

(viene Falstaff) 

FALSTAFF
Oh bravo! siete qui? 

FORD
M'inchino a lei. 

FALSTAFF
Sarete, mi figuro, 
Bramoso di saper come sia andato 
L'affar con Mistress Ford?

FORD
Sì, certamente...

FALSTAFF
È andato male assai, pessimamente! 

FORD
Come? forse madama 
Avea cangiata idea?

FALSTAFF 
Anzi, sempre più cotta. 

FORD
(fra sé)
Anima rea!

FALSTAFF
Sentite dunque: all'ora destinata 
Men vo da Madamina; essa m'accoglie 
Tutta gioiosa... 

FORD
(fra sé)
Perfida!

FALSTAFF
Comincia 
Una scena amorosa,
Cioè parole tenere, 
Vezzi, proteste, giuramenti, eccetera... 

FORD
(fra sé)
Resisti, o cor!

FALSTAFF
Ma Che? Improvvisamente 
Arriva quella bestia del marito 
Smanioso, furibondo, inferocito! 

Duetto 

FORD
Che sento? E quando ei venne, 
Voi c'eravate ancora? 

FALSTAFF
C'erra purtroppo ancora. 

FORD
E forse v'ha cercato? 

FALSTAFF
S'intende, m'ha cercato. 

FORD
Né vi poté trovar? 

FALSTAFF
Non mi poté trovar. 

FORD
Ben foste fortunato! 

(fra sé) 

Mi sento lacerar!

FALSTAFF
Non so se fortunato 
lo m'abbia da chiamar. 
Non so se fortunato 
lo m'abbia da chiamar. 
Or dunque, quella bestia del marito 
Che vive in un continuo 
Turbine di sospetti e gelosia, 
Sen viene in compagnia 
Di molti altri gaglioffi pari suoi,
Per sorprender l'amante ch'ei diceva 
Che trovarsi dovea colla consorte... 

FORD
E voi? 

FALSTAFF
Per buona sorte, 
Certa madama Slender era corsa 
A portarci l'avviso 
Che master Ford venia col suo codazzo 
Figuratevi or, caro, che imbarazzo! 
La stessa amica alfin trova uno scampo.

Della stanza in un cantone 
Si trovava un canestrone 
Per riporvi i panni sudici 
Quando portansi a lavar... 

FORD
(fra sé)
Ah! che sento! - il tradimento 
Or comincio a penetrar!

FALSTAFF
Che fra i denti borbottate? 

FORD
Son sorpreso - seguitate!

FALSTAFF
Per fuggir la ria tempesta 
Di celarmi mi propone 
Nella cesta... 

FORD
Nella cesta? 

FALSTAFF
Nella cesta. 

FORD
E voi c'entraste?
Nella cesta vi celaste? 

FALSTAFF
Sì, v'entrai, e mi celai. 
Caro Brock, che v'era a far? 
L'accidente è strano assai: 
Chi potealo immaginar? 

FORD
(fra sé)
Ah! chi mai potea, chi mai,
Tale inganno sospettar?

FALSTAFF
Or quando fui nel cesto, 
Mi prendono due servi sulle spalle 
Per trasportarmi via: 
Ma nell'uscire incontrano
Il lor padron: quell'asino
Domanda lor che portino 
lo tremava qual foglia, 
Che gli venisse in testa 
Di visitar la cesta: ma la sorte 
Che ha già determinato il suo destino,
Legate avea le mani al babbuino.

Io sotto titolo 
Di roba sudicia 
Via son portato;
Da quel ridicolo
Rabbioso bufalo 
Mi son salvato;
Ma la catastrofe
Della commedia 
Fu un bagno freddo 
e un salto ribaltato:
Che questo egregio,
Nobil colosso
Dal canestro fatal 
passò in un fosso.

FORD
Signor, son penetrato 
Dal più vivo dolor, che abbiate avuto 
Tanto a soffrir per me. Dopo un successo 
Sfortunato a tal segno, io mi figuro, 
Che sarete risolto
D'abbandonar l'impresa. 

FALSTAFF
Ohibò! per questo 
Punto non mi sgomento; anzi, se ancora, 
Come nell'acqua fui testé bagnato, 
Dovessi esser nel fuoco abbrustolito, 
Vuo' farla in barba a quello scimunito.
Sappiate che madama 
Tornò a farmi invitar: il barbagianni 
È andato all'uccelliera, 
Né torna avanti sera: alle tre e mezzo, 
Giusta l'appuntamento, 
Da lei men vo. 

FORD
(fra sé)
Che sento!

FALSTAFF
Eh?

FORD
Buono! bravo!
Ma, v'avverto, le tre son già vicine.

FALSTAFF
Dunque non tardo più: corro a vestirmi: 

(fra sé) 

L'abito sarà asciutto

(a Ford) 

innanzi sera 
Tornate, e vi consolo. 
A rivederci, amico;
All'opra io volo. 

(Falstaff esce) 

Scena VIII 

FORD
Stelle! - sogno, o son desto? 
È veritade o unvan prestigio è questo? 
Ah! vano è il dubitarne! è troppo certo 
l'iniquo tradimento.
Infida! Indegno! 
Sorprendervi saprò, saprò punirvi!
Invan, spergiura, invano,
Invan, rio seduttore,
Cercherete sottrarvi al mio furore! 

Furie, che m'agitate, 
Sarete or or placate: 
Tosto l'iniqua coppia 
Punita resterà. 
Ai giusti sdegni miei 
Vo' sciorre ogni ritegno:
La perfida, l'indegno
Non meritan pietà! 

Scena IX e X 

(Stanza di Mrs Ford con alcova: da un lato 
la cesta come nell'atto primo. Mrs Ford, Betty,
e Falstaff i ch'entra furtivo)

MRS FORD
Presto, Betty: che torna già l'amico. 
Qualche cosa a proposito, 
Per meglio infinocchiarlo, io vo' cantare:
Quando vien, fa ch'ei resti ad ascoltare! 

(Betty parte, e Mrs Ford si mette a ricamare,
e canta.) 

Su, mio core, a gioir ti prepara!
Già s'appressa il felice momento. 
Oh contento! 
Il mio caro, il mio ben tornerà.
Ma tu tremi, cor mio! Perché temi?
Che t'alletti una speme fallace?
Datti pace!
Il tuo caro, il tuo bello verrà.

(Entra Falstaff) 

FALSTAFF
Di Cupido sull'ali, mia cara,
Per veder quel visetto adorato,
Son volato:
Il tuo bello mancarti non sa. 
Ma qual fiamma già il viso t'infiamma? 
Di piacer non è questo un trasporto?
Non hai torto:
Godi pure, il tuo caro è già quà.

MRS FORD
Il mio caro, il mio bello, e già quà... 
oh, contento! 

FALSTAFF
Il tuo caro, il tuo bello e già quà... godi pur! 

FALSTAFF
Ma siam sicuri? 

MRS FORD
Oh! certo: il mio geloso
All'uccelliera ando. 

FALSTAFF
(con enfasi ridicola rivolto da un altro lato)
Su, su, di botto
Pigliatelo, pigliatelo il merlotto!
E quando torna?

MRS FORD
A sera.

FALSTAFF
Oh bravo! Io dunque.
Mentre l'allocco bada agli altri uccelli,
Potrò tranquillo starmi
Colla mia tenerella,
Amorosa, gemente tortorella.

MRS FORD
Quanto siete furbetto!

FALSTAFF
Oh quanto sei carina!

MRS FORD
Siete pericoloso!

FALSTAFF
Sì eh? tante l'han detto,
Che non oso negarlo, e mi rimetto.

MRS FORD
Io, che ad innamorarmi 
Sì facile non sono,
Appena v'ho mirato,
Mi son sentita al core...
A dirlo mi vergogno...

FALSTAFF
Un pizzicore?

MRS FORD
Non mi fate arrossir!

FALSTAFF
Non sei la prima!

MRS FORD
Oh! mi figuro già, che un cavaliere 
Di tanti pregi adorno 
Di molte donne il core avrà ferito.

FALSTAFF
Non fo per dir, 
ma fui mostrato a dito. 

MRS FORD
Ed io potrei sperar?...

FALSTAFF
Tutto, mia cara,
Tutto sperar tu puoi: la tenerezza,
Lo sviscerato amor che per me nutri,
M'hanno impegnato a segno, o mia diletta... 

Scena XI 

MRS SLENDER 
(battendo forte, e con tuono, che indica 
gran premura) 
Ehi, comare, 

FALSTAFF
Di nuovo! Oh maledetta!

MRS FORD
Per carità, celatevi!
Colei, dèh, non sorprendaci! 

FALSTAFF
Corro, mi celo subito.
Possa venirle un canchero!

MRS FORD
Celatevi, celatevi,
Presto, per carità!

FALSTAFF
Sempre lo stesso ostacolo!
Quest'è fatalità. 

(Si nasconde nell'alcova: Mrs Ford apre, 
ed entra Mrs Slender.)

MRS SLENDER
Siete sola? 

MRS FORD
Soletta. 

MRS SLENDER
Oh! ne ho piacere!

MRS FORD
Come?

MRS SLENDER
A vostro marito un altro accesso 
Venne di gelosia:
Tutte le donne maledice, schernisce 
Tutti quelli, che han moglie: sbuffa, strepita,
Smania, strilla: - Oh! comare, ho pur piacere, 
Che non ci sia quel grosso cavaliere! 

MRS FORD
Come? che dite mai?
Parla forse di lui?

MRS SLENDER
S'intende! e giura
Che stamane era qui; che dentro un cesto 
Lo faceste sortir; che in questo punto 
Qui si ritrova: mio marito, e gli altri
Distolse dalla gita all'uccelliera,
Per venirlo a cercar... 
Ma se non c'è,
Vuol restar corbellato, per mia fé!

MRS FORD
Che sento! 

MRS SLENDER
S'intende: in tre minuti
Dev'esser qui.

MRS FORD
Meschina me! 

MRS SLENDER
Che fu? C'è forse?

MRS FORD
Ah! 

MRS SLENDER
Il cavalier? 

MRS FORD
Ah!

MRS SLENDER
C'è? 

MRS FORD
C'è.

MRS SLENDER
C'è! Oh, poveretti voi! 
Se lo trova, è finita; 
Voi perdete l'onore, ed ei la vita!
Il maggior male almeno 
Cercate di schivar: in qualche modo
Fatelo uscir! 

MRS FORD
Ma come? Oh Dio! ma come?... 
Si potria forse ancora 
Entro il cesto celare. 

(Falstaff sorte frettoloso dall'alcova)

FALSTAFF
No, no: nel cesto non ci vo' più entrare! 

Prima ancor che master venga, 
Lesto, lesto me n'andrò. 
Che ne dite?

MRS SLENDER
Non si può. 
Son le porte già occupate 
Tutt'e due da genti armate.
Può tentarlo...?

MRS FORD
Oh, questo no! 
Non s'esponga il poverino!

FALSTAFF
Di celarmi nel camino 
Savia meglio... 

MRS FORD
Ohibò! Ohibò! 
Quando tornan di campagna,
Gli archibugi pel camino 
Sono soliti a sparar. 

MRS SLENDER
Non potrebbe entro la stufa?...

FALSTAFF
Dov'è il buco? 

MRS FORD
Non va bene. 
Non v'è buco, quando viene, 
Ch'ei non vada a visitar. 

MRS FORD, MRS SLENDER, FALSTAFF 
(l'uno all'altro sottovoce) 
Consigliate, suggerite, 
Dite voi, che c'è da far?

MRS FORD, MRS SLENDER
Oh! che invan penso e ripenso,
Né un compenso io so trovar! 

FALSTAFF
(fra sé)
Se ci torno un'altra volta, 
Che mi facciano squartar!
Ma dunque, care amiche... 

MRS SLENDER
S'esce nel proprio aspetto, 
È morto, poveretto! 

FALSTAFF
Chi mi dà un altro grugno? 

MRS FORD
Travestito 
Forse seria sicuro.
Ma come travestirlo? 

MRS SLENDER
Gonnella 
Per lui larga abbastanza
Non vi sarà: per altro si potrebbe
Mettergli un fazzoletto intorno al collo,
Uno alle guancie, un cappellino in testa: 
E farlo uscir così. 

FALSTAFF
Deh! Immaginate, 
Inventate, trovate
Qualche pronto riparo, anime belle!
Si faccia tutto per salvar la pelle! 

MRS FORD
La zia della mia cuoca, 
Quella vecchia sì grossa da Brainford, 
Ha sopra una sottana larga e lunga, 
E un berretton col pelo, e un fazzoletto.

FALSTAFF
Brava! 

MRS SLENDER
V'andranno ben; è press' a poco 
Della vostra grossezza. 
Salite presto, presto: 
Non v'è tempo da perdere: mettetevi 
Frattanto la gonnella:...

MRS FORD
Noi cercheremo intanto qualche cencio 
Da porvi intorno al capo, e poi verremo 
A finir di vestirvi. 

MRS SLENDER
Presto, presto! 

FALSTAFF
Vado, sì, sì. Che brutto imbroglio è questo! 

(Falstaff esce) 

Scena XII 

MRS FORD
Ah! ah! sarebbe bella, 
Se così travestito 
L'incontrasse per sorte mio marito! 
Non può soffrir la vecchia di Brainford: 
Dice ch'ella è una strega, e le ha giurato,
Se mai più in casa nostra tornerà. 
Che a forza di baston la scaccerà. 

MRS SLENDER
Ma il compare, sapete, 
viene davver. 
La serva è corsa ad avvisarmen. 
E gli aspetta 
Gli amici in casa nostra,
Per venire con lor: parla, sapete 
Del cesto di stamane.
Come l'abbia saputo...? 

MRS FORD
Non importa; anzi voglio che del cesto 
Si ripeta la scena. 
Ei vorrà visitarlo, 
Io m'opporrò per meglio corbellarlo. 
Vedrete... empite intanto voi la cesta, 
Ad avvisare i servi io vado in fretta: 
Ci rivedrem del vago alla toletta.

(via frettolosa) 

MRS SLENDER
Nasca quel che sa nascere di peggio 
Per quello scapestrato; 
Gliel'auguro di cor! 
L'ha meritato!
Così tutte le donne facesser come noi, 
Per punir certi tomi pari suoi! 

(Mettendo dei panni nella cesta fin ch'è ripiena: 
vengono due servi per portarla via; 
e Mrs Slender parte)

Scena XIII 

(Sala in casa di Mr Ford. Mr Ford, Mr Slender, 
con seguito d'amici, dalla porta dimezzo: i servi 
da una porta laterale col canestro: indi Mrs Ford,
e finalmente Mrs Slender conducendo Falstaff 
vestito da vecchia) 

FORD 
(al seguito, vedendo venire i servi)
Ecco, amici! Ah, ribaldi! olà! fermate,
Posate quel canestro, o giuro al cielo!... 

(ai servi che eseguiscono)

Oh congiura! oh perfidia!
Oh tradimento! 

SLENDER
Ehi! Compare! Compare! 
Volete che vi facciano legare? 

FORD
Dov'è l'innocentina? 
Dov'è la modestina? 
Venga, e il nero delitto
Or neghi ancor, se ha core: 
Venga l'indegna, 
E muoia di rossore! 

(Viene Mrs Ford e guardando il canestro 
si mostre sommamente spaventata)  

MRS FORD
Che vedo? Oh me infelice! 
Per pochi istanti almeno 
Pon freno, oh Dio! 
All'aspro tuo rigor!

FORD
Ah! dunque è vero? - udite? 
Fremete, inorridite! 

MRS FORD
Ascoltami, t'arresta!...
Eccomi ai piedi tuoi... 
Deh! mi perdona, e poi 
Trafiggi questo cor!

(Mr Ford vuoi visitare il canestro,
e Mrs Ford lo vuoi trattenere.)  

FORD
Perfida, sì, morrai: 
Ma estinto pria vedrai 
L'iniquo traditor! 

MRS FORD
Pietà di quel meschino! 
Sol io colpevol sono, 
Ei merita perdono: 
Tutto fu mio l'error.

FORD
Lasciami: e preci e lagrime
Al mio tremendo sdegno
Invan tu cerchi i oppor!
E che più tardo? Vendichi 
La morte dell'indegno 
Il mio schernito amor!

MRS FORD
Misera! Sventurata! 
Or veggo il fallo mio. 
Dove mi trasse, oh Dio, 
Un sciagurato ardor! 

FORD
Estatica lei resta? 
Ah! ah! che cosa è questa? 
E che più tardo? Vendichi 
La morte dell'indegno 
Il mio tradito amor! 

(intanto Ford vuota il canestro, 
levandone in furia i panni) 

SLENDER, CORO
Ah! ah! quest'è da ridere, 
Scenetta così comica 
mai più non si vedrà!

MRS FORD
Ridete, ch'è da ridere, 
No, scena così comica 
mai più non si vedrà! 

FORD
(fra sé)
Ridano pur gli stolidi; 
Trionfi pur la perfida; 
Ma vinto ancor 
non ha.

FORD
Or ben: colui, ch'io cerco,
Nella cesta non è. 

SLENDER
Né nella cesta; 
Né altrove, fuor ché nella vostra testa.

FORD
So quel che dico: in casa 
Dev'essersi per certo. Su, venite! 
Lo troverem. 

(in atto di avviarsi verso la porta laterale) 

MRS FORD 
(verso la stessa porta)
Comare, 
Scendete colla vecchia,
Ché mio marito vuol salir.

FORD
Quai vecchia? 

MRS FORD
Via! la zia della cuoca. 

FORD
Quella strega? 
Quella ribalda? Ed osa, 
Malgrado il mio divieto, 
Tornar in casa mia?
Qualche empia trama 
Certo venne a ordinar! 
Strologa, fattucchiera, spiega sogni, 
Fa incantesmi, venture: io l'aborrisco,
L'odio più della peste! 
Ah! giuro al ciel, l'acconcio per le feste! 

MRS FORD
Ah, no! dolce sposino, 
Non batter quella vecchia meschinella! 

MRS SLENDER 
(di dentro) 
Venite meco, buona vecchierella!

FORD
Sì, sì, vien pur.
Sei qui, brutta vecchiaccia?

(a Falstaff che viene con Mrs Slender)

Ah, triestaccia, stregaccia! 
E in casa mia di ritornare hai faccia? 
Piglia queste per ora:
Ti fiacco il collo, se ci torni ancora!

(scaccia Falstaff a furia di bastonate)

Or venite: vi giuro, 
Non cercheremo invano. 

SLENDER
Secondiamo, su, via, 
Per questa volta ancor la sua pazzia. 

MRS FORD, MRS SLENDER 
Benedetto quel bastone,
Che all'amabile buzzone 
Sì sensibile lezione 
Di ben vivere applicò!

MRS FORD
Ora ai nostri mariti 
Tutto paleseremo,
Poi la terza burletta eseguiremo.

MRS SLENDER
Credete ch'essi 
ne saran contenti?

MRS FORD
Oh! senza dubbico. Avranno anzi piacere, 
Che il caro zerbinotto
Con più pubblicità 
Paghi il fio della sua temerità. 

MRS SLENDER
È pronto l'occorrente? 

MRS FORD
Tutto: basta 
Solo invitar l'amico:
E questa fia mia cura.

MRS SLENDER
Ma verrà? 

MRS FORD
Ve 'l prometto.

MRS SLENDER
Veramente 
La sua bestialità 
Credere me lo fa. 

MRS FORD
Scommetterei, 
Ch'ei stesso ansioso aspetta un altro invito.

MRS SLENDER
Dunque non perdiam tempo: 
Si chiariscan gli amici, 
E si calmi il compare.

MRS FORD
Sì, andiamo, e concertiam 
con lor l'affare.

Scena XIV  

(Stanza di Falstaff nell'osteria. Falstaff 
vestito da vecchia, indi Ford travestito)

FALSTAFF
Sorte pettegola! 
Meco la vuoi? 
Ma vedrem poi 
Chi vincerà! 
Ad un uom come son io!
A Falstaff! ad un par mio!
Dentro un cesto rinserrato!
Entro un fosso rovesciato! 

(spogliandosi) 

E alla fin poi bastonato!
Sorte pettegola! ecc. 
Quella povera madama
Che mi porta tanto affetto,
Nel veder così trattato 
Il suo dolce amato oggetto!
Mi figuro il suo dolore! 
Se resiste, se non muore, 
Un miracolo sarà! 
E quel diavol, quel buffone, 
Quel furioso bernardone 
Ha mo'appunto a capitare
In sul meglio dell'affare?... 
Sorte pettegola! ecc. 

Vorrei che tutto il mondo 
Rimanesse burlato,
Giacch'io restai burlato e bastonato. 
Se in Londra si sapessero 
Le mie corbellature,
Le bagnature e le bastonature, 
A forza di beffarmi, 
Di motteggiarmi e ridere a mie spese, 
Mi farian dimagrare in men d'un mese. 

(Viene Ford.)

FORD 
(da sé)
Or di tutto informato 
Oh quanto più tranquillo 
Questa stanza riveggo!

(a Falstaff)

Eccomi.

FALSTAFF
Amico mio, non mi chiedete 
Come oggi andato sia l'appuntamento. 
Ve 'l dico in breve: è andato mal, ma molto 
Peggio ancor di stamane: 
C'è stata in forma amplissima 
Una bastonatura solennissima.

FALSTAFF
Sorte pettegola! ecc. 

FORD
Che dite mai! 

(fra sé) 

Le risa 
Trattengo appena.

FALSTAFF
Anche oggi a disturbarci 
Venne quell'animale di marito.
Ma questo nuovo contrattempo, amico, 
Non fa che più piccarmi. Ad ogni costo 
Vo' amoreggiar madama 
E far crepar di rabbia quel somaro.

Sorte pettegola!... ecc. 

(viene un servo, e parla sottovoce a Falstaff). 

FALSTAFF
Che dici? La Tedesca 
È fuori, e vuol parlarmi? 
Appunto. Oh brava!...
Amico, un sol momento...
Già veggo in aria un altro appuntamento.

(Falstaff esce) 

Scena XV 

FORD
Sì ben: ma tu non sai che questo terzo 
T'ha da costar più caro del primo e del secondo. 
Ah, ah! mia moglie 
Non avrà molta pena 
A infinocchiar quest'insensato. Or vedi
Che presunzion!... Per altro 
Madama avria potuto 
Fargli qui l'ambasciata, in mia presenza... 
Di chiamarlo in disparte 
Necessario non era:... ah no! svanisca 
Ogni dubbio affannoso:
Felice io son: fida è la sposa 
E in petto arde solo per me di casto affetto.

Ah, ch'a idea così gradita 
Esultare il cor mi sento, 
E di gioia e di contento 
Sento l'alma giubilar. 
Puro in seno il primo ardore
Serba ancor la sposa amante,
E la fede sua costante 
Mai non giunse a vacillar.
Ah, ch'a idea così gradita, ecc.

(Falstaff entra) 

FALSTAFF
Consolatevi, amico. 
Stanotte avrò occasione 
Di parlare per voi. 

FORD
Come? 

FALSTAFF
Saprete 
Che nel bosco vicino, il volgo crede 
Che presso una gran quercia
Giri la notte un'ombra 
Colla testa di cervo...

FORD
Ah, voi parlate 
Dell'ombra d'Herne cacciator.

FALSTAFF
Or bene:
Ivi fra un'ora e mezza
tenetevi nascosto, 
E di madama allato 
Voi mi vedrete in Herne trasformato. 

FORD
Comprendo, e ne gioisco. 

FALSTAFF
Or sol conviene 
Procurarmi di cervo
Una testa cornuta. 

FORD
Da un amico la troverà.

FALSTAFF
Benissimo! 
Tosto a cercarla andiam, sollecitiamo.
Amico, questa volta quella bestia,
Già c'intendiam, non ci darà molestia.

Scena XVI 

(Notte oscura. Luogo selvoso nelle vicinanze 
del castello di Windsor. Nel mezzo gran quercia.
Slender, Betty e seguito di donne vestite da fate
ed uomini vestiti stranamente, con lanterne e 
fiaccole spente in mano) 

SLENDER 
(ai detti)
Dietro quella collina 
Appiattatevi quella collina
Appiattatevi intanto, e state cheti
Son pur curiose queste scene! Ah! ah!
E il compar ci credeva! Oh che pazzia! 
Eppur la gelosia, è pure un brutto male!
avea ragione il poeta che fé quella canzone: 

(Coll'eco)

Reca in amor la gelosia 
Crudeli affanni, acerbe doglie; 
E guai se vien tal malattia
A tormentar marito e moglie!
Fuggir veggiam l'infausto tetto,
L'alma concordia, e il dolce affetto;
Né vi ritornano mai più 

ECO 
... mai più.... 

SLENDER
L'Eco stesso il conferma: 
E sopra un punto tale 
Eco può farmi ognun che abbia del sale.

Se moglie saggia il ciel ti diede, 
Che di virtù conosca il pregio,
Col dubitar della sua fede 
Ne compri l'odio ed il dispregio:
E nasce in lei certo prurito
Di vendicarsi del marito, 
Che non si spegne poi mai più.

ECO 
... mai più.

SLENDER
Se poi la moglie è pazzarella, 

(fra sé) 

Né questo è un caso tanto raro

(ai detti) 

La gelosia che ti martella 
Dà al mal fomento e non riparo. 
C'entra la picca, e fanno allora, 
Fan per dispetto peggio ancora, 
Né si correggono mai più. 

ECO
... mai più. 

SLENDER
Zitto! vien qualchedun; probabilmente
Saran gli amici: diamo loro i segni! 

(Batte li mani.) 

Scena XVII 

MRS SLENDER
Siete già qui? 

GLI ALTRI
Sì, si, siam qui. 
Gli altri? 

SLENDER
Son lì. 

TUTTI
Va ben così.

MRS FORD
Sir John fra poco 
Capiterà. 
E il nostro gioco 
S'eseguirà.

TUTTI
Alfin quel sciocco 
Disingannato, 
Capacitato 
Ne rimarrà. 
E l'idea stramba
Di conquistare,
D'amoreggiare 
Gli passerà. 
Quanto m'alletta 
Questa burletta! 
Ma lezion seria 
Per lui sarà. 

(s'avviano per partire. Slender e Mrs Slender 
partono, Mrs Ford s'arresta, e dice a Ford)

MRS FORD
Nel lasciarmi coll'amico 
All'oscuro in questo loco
Non ti senti, o caro, un poco 
Di ribrezzo, e di timor? 

FORD
Dal mio seno, amata sposa, 
Ho bandito ogni sospetto: 
Pur, no 'I niego, a mio dispetto,
Qualche affanno io provo al cor. 

MRS FORD
Poverin! ti compatisco. 

FORD
Deh! perdona a chi t'adora! 

MRS FORD
Il tuo cor del tutto ancora 
Del suo mal non risanò. 
Scaccia ornai per sempre, scaccia, 
Ogni idea di gelosia!

FORD
Ah! si scacci ornai per sempre, 
Ogni idea di gelosia! 

MRS FORD
Te sol amo, anima mia,
E te sol sempre amerò.
Te sol amo, anima mia,
E te sol sempre amerò.

FORD
So che m'ami, anima mia,
E di più bramar non so.

(ritornano i suddetti frettolosamente)

SLENDER, MRS SLENDER
Celiamoci, su, presto:
Un calpestio si sente. 
L'amico immantinente 
Quà deve capitar. 

TUTTI
Su, presto, nella fossa 
Andiamoci a celar. 

Scena XVIII 

(Falstaff con testa di cervo, indi Mrs Ford,
e Mrs Slender)

FALSTAFF
Presto presto, che già dal castello 
Mezzanotte ho sentite suonar; 
E le belle a venire dal ballo 
Molto al certo non ponno tardar 
O voi Numi che l'anima aveste 
Spesso accesa dal foco d'amor,
Un che fa ciò che voi già faceste:
Secondate col vostro favor! 
Giove, tu, che per donne terrene
Festi al mondo bellissime scene,
Che ora in oro, ora in cigno, ora in toro 
Ti cangiasti per varie beltà: 
Or che vedi che amore m'ha fatto 
Trasformar in cornuto cerbiatto,
Se un tantin di coscienza pur hai,
Sentirai del mio stato pietà... ecc. 
Ma chi vien? La mia cara cervetta? 

MRS FORD
Sì, m'affretto al mio caro cervetto. 

FALSTAFF
Cerva mia dalla coda brunetta! 

MRS FORD
O mio dolce gentil capriol! 

(Subito si sente un grande rumore)

(A questo punto Salieri nel manoscritto autografo 
ha soppresso una scena del libretto originario, 
dimenticandosi però di eliminare dal seguito il 
personaggio di Mrs Slender che era stata 
introdotta proprio nella scena soppressa) 

MRS. FORD, MRS SLENDER 
(affettando grande spavento)
Oh ciel! che sento!
Qual chiasso è questo?
Fuggiamo presto: 
Che mai sarà! 

(Fuggono via. Falstaff resta sbalordito qualche 
momento, poi esclama:)

FALSTAFF
E sempre dunque così anderà!
Ah! certo qui c'è sotto 
Berlicche, o Farfarello, 
Che sempre sul più bello 
Mi viene a disturbar.
Signore: dove siete?
Tornate: non temete.
Eh! - Eh! - non fanno motto,
Fuggirono di trotto.
Ah! certo qui c'è sotto, ecc.
Ma come? qual chiaror?
Chi diavol son color?
Che vengono qui a far? 
Restiamo ad osservar. 

Scena XIX 

(Mrs Ford da Regina delle Fate, 
Betty da fata, altre fate e figure strane 
con fiaccole accese ed il suddetto)

MRS FORD
Fate verdi, turchine e bianche e nere! 
Lemuri, spirti,
Larve, ombre leggere!
Ognun di voi rammenti il suo dovere! 

CORO
Di noi, Regina, 
Fidarti puoi: 
Nessun di noi 
Giammai mancò. 

FALSTAFF
Queste son fate! - dicono,
Che muor chiunque ardisce 
Spiar le lor funzioni:
Mi metterò bocconi,
E gli occhi chiuderà.

MRS FORD
Ma pria che ognun si rechi ove lo chiama 
L'uffizio suo, la danza consueta 
Intorno alla gran quercia si ripeta.
Disponetevi in giro, ed a vicenda 
Porgetevi le mani... Ah,... sospendete!
Io del mondo intermedio
Fiuto un abitator... 

(Tutti guardano. Scoprono Falstaff)

Ecco...

FALSTAFF
(fra sé)
Sto fresco!

MRS FORD
Olà! fate con lui l'usata prova:
Toccategli le dita 
Colle fiaccole accese: 
Se ha puro il cor, la fiamma
Discenderà, né gli darà dolore;
Ma se avvien ch'ei sen dolga, è certo indizio, 
Che dell'impurità lo macchia il vizio. 

(Eseguiscono) 

FALSTAFF
(fra sé)
Ora sì che son guai!

(grida dal dolore) 

Ahi, ahi! 

MRS FORD
È impuro.

FALSTAFF
Ahi, ahi!

MRS FORD
È impuro assai!
Or si circondi; e intorno a lui girando,
Cantando dileggiatelo, 
E tutte, ad una ad una, pizzicatelo! 

CORO 
O fra i mali mal più grave!
Sensi impuri, voglie prave! 
Non ti lascian mai riposo,
Diventar ti fan schifoso:
Vizio più vituperoso,
Fi! di questo no, non v'è!

FALSTAFF
Ahi! ahi! ahi! ohimè! ohimè!

CORO
Essi rondon l'uomo inetto, 
Gli confondon l'intelletto,
Gli fan perder la ragione, 
Fanlo agir come un bestione:
Più nefanda e ria passione, 
Di questa no, non v'è! 

FALSTAFF
Ahi! ahi! ahi! ohimè! ohimè! 

(Si sente suono di corni, Mrs Ford, Betty col seguito 
fuggono rapidamente, Falstaff s'alza, getta la testa 
di cervo, e vuoi anche egli fuggire, trattenuto da i 
seguenti.)

Scena Ultima 

(Falstaff, Slender, Ford, Mrs Slender, Mrs Ford, Betty, 
e seguito in parte smascherati, e successivamente)

SLENDER
Per or non si parte; 
Ritorni, ritorni! 
Ma dica, i suoi corni
Perché più non ha? 

(Cerca la testa di cervo e gliela mette)

MRS SLENDER
Le donne di Windsor 
Non fanno al suo caso,
E alfin persuaso, 
Speriam, ne sarà. 

FORD
Da voi Master Broch 
Sapere vorria, 
Se alfin quella via
Spianata sia già. 

MRS FORD
La sorte, il vedete,
Non vuol secondarci, 
Dobbiamo adattarci, 
Rimedio no v'ha. 

BETTY
Al vago Narciso
La Fata turchina 
Si prostra, s'inchina 
Con tutta umiltà.

CORO
Signor, se le piacque
Il nostro bel gioco,
La prova del foco 
Rifar si potrà.

FALSTAFF
Ma sogno, oppur son desto?
Ma qual enigma è questo?
Stordito affatto io resto:
Non so cosa pensar. 
Dunque chi siete voi?...

CORO
Spiriti come voi.

FALSTAFF 
(a Slender) 
Voi dunque sapevate?...

SLENDER
Le vostre baggianate. 

FALSTAFF 
(a Ford)
Che vale a dir, voi siete?... 

FORD
Broch, Ford: come volete. 

FALSTAFF
Ed elleno, Signore? 

MRS FORD
Noi vi mandiam di core.

FALSTAFF
Ed io?...

GLI ALTRI
Voi siete un matto, 
Che in un sol dì s'è fatto 
Tre volte corbellar.

MRS FORD
Was sagen Sie dazu? 

FALSTAFF
Was! come?... wie?... lei? du?... 

MRS FORD
Wann consolier mich will?

FALSTAFF
Oh! das, das ist zu viel!
Per quanto io vo vedendo,
L'ho fatta tonda assai!
Sì bestia e come ho mai 
Potuto diventar? 

TUTTI FUORI DI FALSTAFF
Or tre volte corbellato
Persuaso alfin sarete: 
E mai più non cercherete 
Le altrui donne di tentar.

FALSTAFF
V'assicuro, velo giuro:
Riconosco già il mio errore:
Che mi venga l'anticore, 
Se più penso a conquistar!

MRS SLENDER
Quando ancor tutti una donna 
Obliasse i dover suoi, 
Un scimmione come voi 
La farebbe stomacar. 

FALSTAFF
Che mi venga l'anticore, ecc. 

SLENDER
Se a tentarvi mai tornasse 
Forse un dì la rea passione,
L'acqua, il foco ed il bastone 
Vi consiglio rammentar. 

FALSTAFF
Che me venga l'anticore, ecc.

FORD
Pria di vendere la pelle, 
Per domani o posdomani, 
Che sia l'orso in vostre mani, 
Vi consiglio d'aspettar. 

FALSTAFF
Che me venga l'anticore, ecc. 

MRS FORD
Quando il diavolo vi tenta,
Presentatevi allo specchio:
Brutto, goffo, sporco, vecchio; 
Che potete mai sperar? 

FALSTAFF
V'assicuro - ecc. 

TUTTI GLI ALTRI
Or tre volte - ecc. 



ACTO SEGUNDO 


Escena I 

(Habitación de la Sra. Ford) 

BETTY
Escuchad pues.
Los criados apenas podían caminar
del peso enorme de cesto,
como si se les fueran a romper las espaldas.
Finalmente, llegaron junto a la corriente y... ¡Plaf! 
¡Qué jaleo! Parecía tal y como
si se hubiera derrumbado una montaña.
Contentos y descargados, 
los criados se volvieron a casa;
pero yo, oculta en la lavandería,
detrás de una puerta,
observé cómo terminaba el jueguecito.
En el agua, 
el panzón se sacude y menea;
en el mar, 
una ballena tanto ruido no hace.

SRA. SLENDER, SRA. FORD
¡Qué diversión! ¡Qué escena!
¡Ja, ja, ja!

BETTY
Del baño fatal
intenta salirse;
pero una y otra vez
vuelve a sumergirse.

SRA. SLENDER, SRA. FORD
¡Bien me lo puedo imaginar!...
¡Ja, ja, ja!

BETTY
Probó cien veces,
y cayó doscientas;
pero tras de grandes fatigas
al fin se levantó.

SRA. SLENDER, SRA. FORD
¡Un verdadero portento!
¡Oh! ¡Oh! ¡Oh!

BETTY
Saliendo del agua,
como un topo bañado,
confuso y humillado
a su casa volvió.

SRA. SLENDER, SRA. FORD
¡Él se lo ha buscado!
¡Oh! ¡Oh! ¡Oh!

SRA. SLENDER, SRA. FORD, BETTY
Galantes descarados,
aprended la lección;
¡Mirad cómo ha quedado
nuestro barrigudo!

SRA. FORD
Este final ha quedado de maravilla.
Comadres, a por la segunda,
y si hace falta ¡a por la tercera!

SRA. SLENDER
¿A por la tercera?

SRA. FORD
A por la tercera. Me ha venido
una idea bizarra, y ya se preparan
los mecanismos oportunos por orden mía.
Todo sabréis a su debido momento.
Por ahora ¡a por la segunda!...

BETTY
Pero si el patrón viniese...

SRA. SLENDER
¡Oh, esta vez peligro no hay!
Con marido y otros amigos 
a la pajarera
de nuestra finca
hace poco se han ido. 
Pagar le toca la comida de todos.

BETTY
¿Cómo? ¿Por qué?

SRA. FORD
¡Ja, ja! Lo había prometido en caso de 
resultar falsa su sospecha.
Pero entremos en el gabinete,
allí tengo preparada 
una carta de invitación para Falstaff.

(a Betty) 

Tú se la llevarás; 
ya te diré después lo que has de hacer.
No tardemos más pues apenas puedo esperar
el placer de disfrutar de esta nueva escena.

(Entran en el gabinete.) 

Escena II 

(Habitación de Falstaff en la posada. Se ven 
desparramadas ropas secándose. Falstaff con 
ropas de cama harapientas, después Bardolfo) 

FALSTAFF
¡Ey, Bardolfo!... ¿No me oyes?

BARDOLFO
Aquí estoy.

FALSTAFF
Prepárame 
un buen vaso 
de aguardiente de Francia
con algo de pan tostado.
¡Venga, vamos, apresúrate!

BARDOLFO
Como gustéis.

(Bardolfo sale) 

Escena III 

FALSTAFF
¡Cuerpo de Satanás! 
¿A una persona de mi alcurnia 
le tienen que suceder estas cosas?
¡Ser llevado al río dentro de un cesto,
como llevan las tripas los carniceros!
¡Ah, si vuelvo a caer alguna vez
en otra situación igual,
me hago sacar el cerebro,
freírlo en manteca y darlo a los perros!
¡Esos bribones, marranos,
me lanzaron al agua
con la misma indiferencia
con que se suelen lanzar
los perros o los gatos que no deseamos!
¡Menos mal que el canal no era profundo!...

Escena IV 

(Bardolfo entra) 

FALSTAFF
¿Ya está preparado?

BARDOLFO
Ahí fuera hay una muchacha
que os quiere hablar.

FALSTAFF
Tráeme el aguardiente y hazla pasar.

(Bardolfo sale) 

Verteremos el licor 
sobre el agua del Támesis que hemos tragado.
¡Bruu! ¡Tengo la panza más fría que el hielo!

BARDOLFO
(introduciendo a Betty)
Quedad servida.

BETTY
Con permiso...
Humildemente me inclino 
ante vuestra señoría.

FALSTAFF
¿Qué deseas?

BETTY
Ilustrísimo, 
a vos me envía la señora Ford.

(Bardolfo vuelve a salir.) 

FALSTAFF
¿Sí? ¿La señora Ford?
¡Esa señora me la ha jugado gorda!

BETTY
¡Ah no, la culpa no es de la pobrecilla!
La culpa es sólo de los criados malandrines.
¡Oh, cómo les ha gritado!
Les ha llamado burros.

FALSTAFF
¡Burro! Sí, el que yo he hecho fiándome
de las promesas de una enloquecida.

BETTY
¡No, os equivocáis con la pobrecilla!

¡Ah señor, si supierais
cuán afligida está la pobrecilla!
¡Está perdida, la pobre!
Está inconsolable;
llora, suspira,
desfallece y delira.
¡Hace compadecerse a quien la mira!

FALSTAFF
Eso está muy bien pero, mientras tanto,
si el canal es más profundo,
me ahogo y ¡adiós bello mundo!
El hombre más elegante
de Inglaterra 
engordando 
a los peces del Támesis.

(Viene Bardolfo con una escudilla) 

BETTY
Dignaos al menos leer este papel,
después, si no tenéis corazón,
si no sois humano,
dejad languidecer a la pobrecilla en vano.

(dándole una carta) 

FALSTAFF
(Coge el papel con indiferencia)
Veamos...

(para sí) 

Seguro que quiere excusarse.

(a Bardolfo) 

¡Los lentes, Bardolfo!

BARDOLFO
Los teníais en el bolsillo.

(Busca los lentes entre la ropa extendida,
después los entrega a Falstaff.) 

FALSTAFF
Leeré... pero....!

BETTY
(para sí)
¡Apuesto a que vuelve a caer!

(Falstaff bebe y lee) 

FALSTAFF
"Si me vierais el corazón..."
¡El corazón!... ¡Qué buen licor!

BETTY
¡Piedad de ella, señor!

FALSTAFF
Bien, bien, ya veremos.

BARDOLFO
(para sí)
¡A puesto a que este mentecato,
en verdad bobalicón,
por segunda vez
se dejará burlar!

FALSTAFF
"Si no venís, yo me muero"...
¡Yo me muero!... ¡Cómo resucita!

BETTY
¡Pobrecilla!
¡Es digna de piedad!

FALSTAFF
(para sí)
¡Está chiflada esa señora!

(a Betty) 

¡Eh!... ¡Basta, no lo sé!

BARDOLFO
(para sí)
Otro bañito
perjudicarle no podrá.

FALSTAFF
"A las tres y media"

BETTY
En punto.
¿Vendréis?

FALSTAFF
¡Según! 
"Mi marido a la pajarera se ha ido"...

BETTY
Estaréis seguros.

FALSTAFF
¡Depende!

BETTY, BARDOLFO
(para sí)
¡Cuánta dificultad!

FALSTAFF
(para sí)
Creo que me puedo fiar...

(A Betty) 

¡Basta, tan cruel y bárbaro
no es el corazón de Falstaff!
Dile que a la hora indicada
a su lado estaré.

BETTY
Saltará de júbilo
cuando lo sepa.

FALSTAFF
Pero dile también que pondere
qué cosa somos los hombres,
que mis ruegos considere,
que calcule mis méritos,
y piense cuán frágil
es nuestra humanidad.

BETTY
A llevarle me apresuro
tan bella novedad.

BARDOLFO
(para sí)
El ratón a la trampa volvió, 
se lo tiene merecido.

(Sale Betty con Bardolfo, el cual se lleva fuera 
la escudilla.) 

Escena V 

FALSTAFF
Y nuestro señor Brock ¿no se hace ver? 
Me dijo que lo esperara en mi casa...
Hablando claro,
me viene muy bien su dinero.

Escena VI 

(Bardolfo entra) 

BARDOLFO
El señor Brock os espera...

FALSTAFF
¡Bien! ¿Y dónde?

BARDOLFO
Iba a entrar a veros, 
pero al ver que estabais acompañado, 
ha preferido esperaros en el jardín.

FALSTAFF
(con intención de salir)
No quiero hacer esperar a ese gentilhombre.

BARDOLFO
¿Y saldréis así?

(indicándole que lleva ropa de cama) 

FALSTAFF
¡Bestia! ¿Es que no sabes
que de gala o en calzoncillos
Falstaff siempre es el mismo?
¡Cuida que pronto se seque ese traje!
Sabes que es mi predilecto.

BARDOLFO
¡Qué fácil es decir eso! 
Pero una cosa es predicar
y otra muy distinta dar trigo.

(Toma el traje y se va.) 

Escena VII 

(Jardín de la posada. Ford disfrazado)

FORD
Si una comilona no os basta, 
queridos amigos,
¡dos, tres, diez, cincuenta, cien, mil os pagaré!
pero con esta fiera serpiente en el seno
alejarme ¡oh, Dios!
¿cómo podría?...

(Viene Falstaff) 

FALSTAFF
¡Oh, bravo! ¡Ya estáis aquí!

FORD
Me inclino ante vos.

FALSTAFF
Estaréis, me figuro,
deseoso de saber cómo se ha dado
el asunto con la señora Ford.

FORD
Sí, ciertamente...

FALSTAFF
¡Muy mal, pésimamente mal!

FORD
¡Cómo! 
¿Tal vez la dama cambió de idea?

FALSTAFF
¡Qué va!... Está perdidamente enamorada.

FORD
(Para sí)
¡Alma culpable!

FALSTAFF
Escuchad pues:
a la hora convenida voy a casa de la señora; 
ella me recibe toda alegre...

FORD
(Para sí)
¡Pérfida!

FALSTAFF
Comienza
una escena amorosa;
es decir, palabras tiernas,
requiebros, protestas, juramentos, etc...

FORD
(Para sí)
¡Resiste, corazón mío!

FALSTAFF
¿Y qué? 
De improviso llega la bestia del marido;
¡enfadado, furibundo, enfurecido!

Dúo 

FORD
¿Qué escucho? 
Y cuando él llegó, ¿a dónde os fuisteis vos?

FALSTAFF
¡No me dio tiempo a escapar!

FORD
¿Os buscó?

FALSTAFF
Se entiende, me buscó.

FORD
¿Y no os pudo encontrar?

FALSTAFF
No me pudo encontrar.

FORD
¡Fuisteis afortunado!

(Para sí) 

¡Me siento roto!

FALSTAFF
No sé si afortunado
me debería considerar...
No sé si afortunado
me debería considerar...
Ahora bien, esa bestia de marido
que vive en un continuo
torbellino de sospechas y celos,
apareció en compañía
de muchos otros gallos como él.
Para desenmascarar a su consorte
él decía que debía encontrar al amante.

FORD
¿Y vos?

FALSTAFF
Por buena suerte,
cierta señora Slender acudió
a traernos el aviso
de que maese Ford venía con su comitiva.
¡Figuraos, querido, qué enredo!
La misma amiga encontró al fin una salida.

De la estancia en un rincón
se encontraba un cestón
para recoger los paños sucios
cuando se llevan a lavar...

FORD
(Para sí)
¡Ah, qué escucho! 
¡La traición ahora empiezo a vislumbrar!

FALSTAFF
¿Qué murmuráis?

FORD
Estoy sorprendido... ¡Continuad!

FALSTAFF
Para huir de la mala tormenta
ocultarme proponen
en la cesta...

FORD
¿En la cesta?

FALSTAFF
En la cesta.

FORD
¿Y os metisteis allí?
¿En la cesta os ocultasteis?

FALSTAFF
Sí, entré y me oculté.
Querido Brock, ¿qué otra cosa podía hacer?
El asunto se complicó:
¿quién lo podía imaginar?

FORD
(Para sí)
¡Ah! ¿Cómo podía, cómo,
tal engaño sospechar?

FALSTAFF
Y cuando estuve en el cesto,
sobre la espalda de dos criados
me sacaron fuera;
pero al salir, encontraron a su patrón
y el muy asno pregunta:
¿qué transportan?
Yo temblaba como una hoja
que le pasara por la cabeza registrar la cesta, 
pero la suerte, 
que ya ha determinado su destino,
le había atado las manos al babuino.

Yo todo cubierto
de ropa sucia
fuera soy llevado;
de aquel ridículo
y rabioso búfalo
estoy salvado;
pero la catástrofe
de la comedia
fue que sin desearlo
tomé un baño frío;
y este egregio
y noble coloso,
del canasto fatal
pasó a un foso.

FORD
Señor, estoy inundado del más vivo dolor, 
que hayáis tenido tanto que sufrir por mí. 
Tras un suceso tan desafortunado, 
yo me figuro,
que estaréis resuelto
a abandonar la empresa.

FALSTAFF
¡Caramba! Por esa tontería no me asusto; 
es más, como en el agua fui hace poco bañado,
ahora debería ser en el fuego tostado.
Le quiero adornar la cabeza a ese bobalicón.
Sabed que la señora
me ha vuelto a invitar...
El mochuelo se ha ido a la pajarera
y no vuelve antes de la caída de la tarde.
A las tres y media,
hora justa de la cita,
con ella estaré.

FORD
(para sí)
¡Qué escucho!

FALSTAFF
¿Eh?

FORD
Bueno... ¡Bravo!
Me debo de ir... ya casi son las tres.

FALSTAFF
No debo llegar tarde... ¡Corro a vestirme!

(para sí) 

El vestido ya debe de estar seco...

(a Ford) 

Esta noche, 
volved y os contaré.
¡Hasta luego, amigo!
¡Manos a la obra!

(Falstaff sale) 

Escena VIII 

FORD
¡Estrellas! ¿Duermo o estoy despierto?
¿Es verdad o es juego de mago todo esto?
¡Ah! ¡Vano es dudarlo! 
¡Es bien cierta la inicua traición!
¡Infiel! ¡Indigna!
¡Sorprenderos sabré!... ¡Sabré castigaros!
¡En vano, perjura, en vano;
en vano, reo seductor,
buscaréis ocultaros a mi furor!

Furias, que me agitáis,
¿seréis aplacadas?
Pronto la inicua pareja
castigada quedará.
A mis justa venganza
quiero borrar cualquier recato.
¡La pérfida y el indigno,
no merecen piedad!

Escena IX y X 

(Habitación de la Sra. Ford con alcoba; a un lado
la cesta como en el acto primero. La Sra. Ford, 
Betty y Falstaff que entra furtivamente) 

SRA. FORD
¡Rápido Betty, que ya vuelve el amigo!
Alguna cosa a propósito,
para mejor embaucarlo, quiero cantar.
Cuando llegue, ¡haz que espere escuchando!

(Betty sale, y la Sra. Ford se pone a bordar,
y canta) 

¡Vamos, corazón mío, prepárate para gozar!
Ya llega el feliz momento.
¡Oh, contento!
Mi querido, mi bien, volverá.
¿Pero tiemblas, corazón? ¿Qué temes?
¿Qué te inspira una esperanza falaz?
¡Tranquilízate!
Tu apuesto amante vendrá.

(Entra Falstaff) 

FALSTAFF
Bajo las alas de Cupido, querida mía,
para ver esa carita adorada,
he volado.
Tu amante es fiel a la cita.
Pero ¿qué llama el rostro te inflama?
De placer no es ¿quizás de arrebato?
Te soy fiel.
Goza, pues tu amado ya está aquí.

SRA. FORD
Mi amado, mi galán, ya está aquí...
¡Oh, contento!

FALSTAFF
Tu amado, tu galán, ya está aquí... ¡Goza!

FALSTAFF
Pero ¿estamos seguros?

SRA. FORD
¡Oh por supuesto!
Mi celoso a la pajarera se ha ido!

FALSTAFF
(con énfasis ridículo girándose a un lado)
¡Vamos, vamos,
pillemos, pillemos al mirlito!
Y ¿cuándo vuelve?

SRA. FORD
Por la noche.

FALSTAFF
¡Oh, bravo! Yo entonces,
mientras el mochuelo se va con los otros pájaros,
podré tranquilo permanecer
con mi tierna,
amorosa y gimiente tortolita.

SRA. FORD
¡Qué pillín que sois!

FALSTAFF
¡Oh, cuán hermosa sois!

SRA. FORD
¡Sois peligroso!

FALSTAFF
¿Sí? Tantas lo han dicho,
que no oso negarlo y me reafirmo.

SRA. FORD
Yo, que de enamorarme
tan fácil no soy,
apenas os he visto,
he sentido en el corazón...
Me da vergüenza decirlo...

FALSTAFF
¿Un picorcillo?

SRA. FORD
¡No me hagáis enrojecer!

FALSTAFF
¡No sois la primera!

SRA. FORD
¡Oh! Ya me figuro que un caballero 
de tantas prendas adornado
a mil mujeres el corazón habrá herido.

FALSTAFF
No es por presumir,
pero me señalan con el dedo.

SRA. FORD
¿Y yo podría esperar?...

FALSTAFF
Todo, querida mía,
todo puedes esperar.
La ternura, el profundo amor que en mí nace,
me ha hecho perder la cabeza, querida mía...

Escena XI 

SRA. SLENDER
(llamando fuerte y con ruido, indicando
gran premura)
¡Ey, comadre, ey!

FALSTAFF
¡Otra vez!...¡Maldita!

SRA. FORD
¡Por caridad, ocultaos!
¡Que ella no nos sorprenda!

FALSTAFF
¡Corro a ocultarme!
¡A ésa ya le podría dar un síncope!

SRA. FORD
¡Ocultaos, ocultaos!
¡Rápido, por caridad!

FALSTAFF
¡Siempre el mismo obstáculo!
¡Esto es una fatalidad!

(Se esconde en la alcoba. La Sra. Ford abre,
y entra la Sra. Slender) 

SRA. SLENDER
¿Estáis sola?

SRA. FORD
Solita.

SRA. SLENDER
¡Oh, pues me alegro!

SRA. FORD
¿Y por qué?

SRA. SLENDER
A vuestro marido le ha dado 
otro ataque de celos.
A todas las mujeres maldice; 
escarnece a todos los que tienen mujer;
resopla, alborota, desvaría y grita.
¡Me alegro de que no esté aquí ese gordinflón!

SRA. FORD
¿Cómo? ¿Qué decís?
¿Sabe acaso lo de él?

SRA. SLENDER
¡Pues claro! 
Y jura que esta mañana estaba aquí; 
que dentro de un cesto lo hicisteis salir; 
que en este momento aquí se encuentra.
Mi marido y los otros dejaron su cita 
en la pajarera para venirlo a buscar...
Pero si no está,
va a quedar bien burlado, ¡por mi fe!

SRA. FORD
¡Qué oigo! ¿Y viene ya?

SRA. SLENDER
¡Pues claro!
En tres minutos deberá estar aquí.

SRA. FORD
¡Pobre de mí!

SRA. SLENDER
¿Qué teméis? ¿Qué pasa?

SRA. FORD
¡Ah!

SRA. SLENDER
¿El caballero?

SRA. FORD
¡Ah!

SRA. SLENDER
¿Está?

SRA. FORD
Está.

SRA. SLENDER
¡Está!...¡Oh, pobre de vos!
Si lo encuentra, todo se habrá terminado:
¡vos perdéis el honor, y él la vida!
El mayor mal al menos buscad esquivar,
de alguna forma
¡hacedlo salir!

SRA. FORD
Pero ¿cómo?... ¡Oh, Dios!... pero ¿cómo?
Si pudiera otra vez
dentro del cesto ocultarse.

(Falstaff sale temeroso de la alcoba.) 

FALSTAFF
¡No, no, en el cesto no quiero entrar otra vez!

Antes de que maese venga,
¡rápido, rápido, desapareceré!
¿Qué decís?

SRA. SLENDER
No se puede.
Están las puertas ocupadas
con gente armada. 
¿Lo intentaréis?...

SRA. FORD
¡Oh, eso sí que no!
¡Que no se exponga el pobrecito!

FALSTAFF
Ocultarme en el balcón
sería mejor...

SRA. FORD
¡Tampoco!
Cuando entren por el patio
con los arcabuces,
podrían dispararos.

SRA. SLENDER
¿Y dentro de la estufa?...

FALSTAFF
¿Dónde está el hueco?

SRA. FORD
No sirve.
Cuando aparezcan,
no dejaran ningún hueco sin registrar.

SRA. FORD, SRA. SLENDER, FALSTAFF
(el uno al otro)
Aconsejad, sugerid,
decid vos, ¿qué se puede hacer?

SRA. FORD, SRA. SLENDER
¡Oh, en vano pienso y pienso,
y ninguna idea puedo encontrar!

FALSTAFF
(para sí)
¡Si aquí vuelvo otra vez,
que me hagan descuartizar!
Pero entonces, queridas amigas...

SRA. SLENDER
¡Si sale con su propio aspecto,
está muerto, pobrecito!

FALSTAFF
¿Quién me cambia el hocico?

SRA. FORD
Disfrazado
tal vez estaría seguro.
Pero ¿cómo disfrazarlo?... ¡Ay de mí!

SRA. SLENDER
Falda
para él no habrá.
Por otra parte, se le podría poner 
un pañuelo en torno al cuello, 
otro por las mejillas, un sombrerillo en la cabeza
y hacerlo salir así.

FALSTAFF
¡Ay! 
¡Imaginad, inventad, encontrad
cualquier medio pronto, almas bellas!
¡Haré cualquier cosa por salvar la piel!

SRA. FORD
La tía de mi cocinera,
esa vieja tan gruesa de Brandford,
tiene aquí una sotana larga y grande,
un gorro y un pañuelo.

FALSTAFF
¡Bravo!

SRA. SLENDER
Vamos bien; ella es más o menos
de vuestro tamaño.
¡Salid rápido, rápido,
no hay tiempo que perder!
Poneos mientras tanto la falda...

SRA. FORD
Nosotras buscaremos algún trapo
para colocaros en la cabeza
y después veremos cómo acabar de vestiros.

SRA. SLENDER
¡Rápido, rápido!

FALSTAFF
¡Ya voy, sí, sí! ¡Qué mal lío es éste!

(Falstaff sale) 

Escena XII 

SRA. FORD
¡Ja, ja! Sería divertido que,
así disfrazado,
lo encontrase por suerte mi marido.
No puede soportar a la vieja de Brandford;
dice que es una bruja y ha jurado que 
si alguna vez vuelve por esta casa,
la echará a la calle a bastonazos.

SRA. SLENDER
Pero sabéis que el compadre
viene de verdad.
La criada vino corriendo a avisarme.
Él está reuniendo a sus amigos
para venir con ellos a esta casa.
Al parecer, sabe todo lo relacionado 
con el cesto de ropa sucia.
¿Cómo se habrá enterado?...

SRA. FORD
¡No importa! 
Tanto mejor si se repite la escena del cesto.
Él querrá registrarlo;
y yo me opondré para enfadarlo más...
Mientras yo corro a avisar a los criados,
id vos preparando la cesta...
Luego, terminaremos de vestir al señorito...

(Sale rápidamente) 

SRA. SLENDER
¡Ojalá y le ocurra lo peor
a este libertino!
¡Se lo deseo de todo corazón! 
¡Se lo tiene bien merecido!
¡Así deberían de hacer todas las mujeres
con los mentecatos como él!

(Mete paños en la cesta hasta que está repleta.
Vienen dos criados para sacarla fuera;
la Sra. Slender sale.) 

Escena XIII 

(Sala en casa de Ford. El Sr. Ford, el Sr. 
Slender y sus amigos. Los criados entran 
con el cesto. Después la Sra. Ford y, 
finalmente, la Sra. Slender junto con Falstaff 
vestido de vieja) 

FORD
(a los amigos, viendo venir a los criados)
¡Aquí, amigos!... ¡Ah, bellacos! ¡Alto!
¡Depositad aquí ese cesto o juro al cielo que...!

(los criados que obedecen) 

¡Oh, conjura! ¡Oh, perfidia!
¡Oh, traición!

SLENDER
¡Ey! ¡Compadre! ¡Compadre!
¿Queréis que los atemos?

FORD
¿Dónde está la inocentita?
¿Dónde está la modestita?
¡Que venga, y que el negro delito
niegue otra vez, si se atreve!
¡Que venga la indigna
y que se muera de vergüenza!

(Llega la Sra. Ford y mirando al cesto
se muestra sumamente asustada.) 

SRA. FORD
¿Qué veo?... ¡Infeliz de mí!
Por un momento al menos frena 
¡oh, Dios! 
frena tu áspero rigor.

FORD
¡Ah! ¿Así que es verdad?... ¿Oís?
¡Tiembla, horrorízate!

SRA. FORD
¡Escúchame, detente!...
Aquí estoy a tus pies...
¡Ay! ¡Perdóname, y después,
traspasa mi corazón!

(El Sr. Ford quiere registrar el cesto,
y la Sra. Ford intenta entretenerlo.) 

FORD
¡Pérfida! ¡Sí, morirás, 
pero antes verás muerto
al inicuo traidor!

SRA. FORD
¡Piedad para ese mezquino!
¡Sólo yo soy culpable,
él merece perdón!
¡Toda la culpa es mía!

FORD
¡Déjame! Los ruegos y las lágrimas
a mi tremendo enfado
en vano intentas oponer.
Y ¿a qué espero?
¡Vengue la muerte del indigno
mi ofendido amor!

SRA. FORD
¡Miserable! ¡Desventurada!
Ahora veo mi error.
¡A dónde me ha conducido, oh Dios,
tan desgraciado ardor!

FORD
¡Quédate quieta!
¡Déjame!
¿A qué espero? 
¡Vengue la muerte del indigno
mi ofendido amor!

(Ford vuelca el cesto, esparciendo con furia 
la ropa.) 

SLENDER, CORO
¡Ja, ja! ¡Es para reírse,
escena tan cómica
nunca más se verá!

SRA. FORD
¡Reíd, que es para reír,
no, escena tan cómica
nunca más se verá!

FORD
(para sí)
Que se rían esos estúpidos;
que ría la pérfida;
pero todavía 
no estoy vencido.

FORD
Está bien: el que yo busco
en la cesta no está.

SLENDER
Ni en la cesta ni en ningún sitio...
¡Sólo en vuestra cabeza!

FORD
¡Sé lo que me digo
Seguro que debe de estar en esta casa.
¡Vamos, venid! Lo encontraremos.

(Haciendo gesto de irse hacia la puerta lateral.) 

SRA. FORD
(hacia la misma puerta)
¡Comadre,
salid con la vieja,
que mi marido quiere entrar!

FORD
¿Qué vieja?

SRA. FORD
La tía de la cocinera.

FORD
¿Esa bruja?... ¿Esa arpía? 
¿Y se atreve, a pesar de mi advertencia,
a entrar a esta casa?
¡Cualquier malvada trama
seguro que viene a organizar! 
Es bruja, astróloga y hechicera; 
explica sueños, hace encantamientos 
y da la buenaventura...
¡La aborrezco, la odio más que a la peste!
¡Ah, juro al cielo que la moleré a palos!

SRA. FORD
¡Ah ,no, dulce esposo,
no pegues a la pobre vieja!

SRA. SLENDER
(desde dentro)
¡Venid conmigo, buena viejecita!

FORD
¡Sí, sí, ven aquí!
¡Ven, malvada viejota?

(a Falstaff que viene con la Sra. Slender) 

¡Ah, granujota, brujota!
¿Y te atreves a volver por esta casa?
¡Toma esto para empezar!
¡Te romperé el cuello si vuelves otra vez!

(saca a Falstaff a golpes de bastón) 

Y ahora venid, 
os juro que no buscaremos en vano.

SLENDER
¡Vamos! 
¡Secundemos una vez más su locura!

SRA. FORD, SRA. SLENDER
¡Bendito sea ese bastón,
que al enorme panzón
tan sensible lección
bien viva aplicó!

SRA. FORD
Ahora, a nuestros maridos
todo les revelaremos;
y después, la tercera burla ejecutaremos.

SRA. SLENDER
¿Creéis que ellos
estarán de acuerdo?

SRA. FORD
¡Oh, sin duda! 
Tendremos el placer de ver 
cómo ese petimetre 
paga públicamente su temeridad.

SRA. SLENDER
¿Está todo preparado?

SRA. FORD
Todo.
Tan sólo falta invitar al amigo;
y eso es asunto mío.

SRA. SLENDER
¿Y vendrá?

SRA. FORD
Te lo prometo.

SRA. SLENDER
Verdaderamente
será un burro
si así lo hace.

SRA. FORD
Apostad a que él mismo 
espera otra invitación.

SRA. SLENDER
Pues no perdamos tiempo.
Aclaremos todo a los amigos
y calmemos al compadre.

SRA. FORD
Sí, partamos y concertemos
con ellos el asunto.

Escena XIV 

(Habitación de Falstaff en la posada. Falstaff 
vestido de vieja, después Ford disfrazado) 

FALSTAFF
¡Suerte ingrata!
¿Conmigo la has tomado?
¡Pues ya veremos
quién vencerá!
¡A un hombre como yo!
¡A Falstaff!... ¡A alguien como yo!
¡Dentro de un cesto encerrado!
¡En un foso arrojado!

(desvistiéndose) 

Y para colmo: ¡Acabar apaleado!
¡Suerte ingrata! etc.
Esa pobre señora
que me tiene tanto afecto,
tener que ver tan maltratado
¡a su dulce y amado objeto!
¡Me imagino su dolor!
Si lo resiste, si no muere,
¡un milagro será!
Y ese diablo, ese bufón,
ese furioso jamelgo
¿es que siempre me lo encontraré
en el momento más inoportuno?
¡Suerte ingrata! etc.

Quisiera que todo el mundo
quedara burlado y apaleado,
al igual que yo.
Si en Londres se conocieran
mis tropiezos,
los chapuzones y los palos,
a fuerza de burlarse,
de mofarse y de reír a mi costa,
me harían adelgazar en menos de un mes.

(Llega Ford.) 

FORD
(para sí)
Ahora que lo sé todo,
qué tranquilo y sereno
vengo a esta estancia.

(a Falstaff) 

¡Aquí estoy!

FALSTAFF
Amigo mío, no me preguntéis
como salió hoy la cita.
Os lo digo yo: ¡mal, pero mucho peor 
que esta mañana!
Resumiendo: 
ha resultado ser un solemnísimo apaleamiento.

FALSTAFF
¡Suerte ingrata! etc.

FORD
Pero ¡qué decís! 

(para sí) 

La risa 
no puedo contener.

FALSTAFF
También hoy, a interrumpirnos,
llegó ese animal de marido.
Pero este nuevo contratiempo, amigo mío,
no ha hacho más que envalentonarme.
A toda costa quiero galantear a esa señora
y hacer reventar de rabia a ese asno.

¡Suerte ingrata!... etc

(Entra un criado y habla por lo bajo con Falstaff) 

FALSTAFF
¡Qué dices! 
¿La alemana está afuera y quiere hablarme?
Una nueva ocasión. ¡Oh, bravo!...
Amigo, será sólo un momento...
Ya veo en el aire otra cita.

(Falstaff sale) 

Escena XV 

FORD
Sí, sí, pero tú no sabes que esta tercera te va a 
costar más caro que la primera y la segunda.
¡Ja, ja! Mi mujer 
no tendrá compasión
para embaucar a este mentecato. 
¡Qué presunción!... 
Por otra parte la señora habría podido
hacerle aquí la embajada, en mi presencia...
Llamarlo a parte no era necesario... 
¡Ah, no! ¡Desaparezca
cualquier duda afanosa!
Yo soy feliz; fiel es mi esposa
y en su pecho sólo arde por mí el afecto.

¡Ah, qué idea tan agradecida
exultar en el pecho siento!
De júbilo y de contento
siento mi alma alegrarse.
Puro en su seno el primer ardor
parece guardar todavía la amante esposa,
y su fe constante
nunca llegó a vacilar.
¡Ah, qué idea tan agradecida, etc.

(Falstaff regresa) 

FALSTAFF
Consolaos, amigo.
Esta noche tendré ocasión
de hablar por vos.

FORD
¿Cómo?

FALSTAFF
Sabréis que en el bosque cercano
la gente cree
que bajo una gran encina
pasea por las noches una sombra
con cabeza de ciervo...

FORD
¡Ah, vos habláis
de la sombra de Herne el cazador!

FALSTAFF
Ahora bien,
durante una hora y media
quedaos escondido.
Y junto a la señora
vos me veréis en Herne transformado.

FORD
Comprendo y me gusta.

FALSTAFF
Ahora sólo hace falta
procurarme una cabeza cornuda
de ciervo.

FORD
De un amigo la obtendré.

FALSTAFF
¡Estupendo!
Vayamos pronto a pedirla, solícitos.
Amigo, esta vez esa mala bestia,
no nos causará molestias.

Escena XVI 

(Noche oscura. Lugar selvático en las 
vecindades  del castillo de Windsor. 
En el centro una gran encina. Slender, 
Betty, hombres y mujeres vestidos 
extrañamente con linternas encendidas)  

SLENDER
(a los presentes)
¡Detrás de la colina!
¡Ocultaros tras la colina!
¡Esconderos y estad callados!
¡Menuda la que se va a armar, ja, ja!
¡Y el compadre se lo creía! ¡Oh, qué locura!
¡Los celos son un terrible mal!
Tenía razón el poeta cuando escribió la canción:

(Con eco) 

Causan en el amor los celos
crueles afanes y acerbos dolores.
¡Cuidado si viene esa enfermedad
a atormentar al marido y a la mujer!
Veremos escapar del infausto techo,
la concordia del alma y el dulce afecto;
¡y ya no volverán jamás!

ECO
...jamás.

SLENDER
El mismo eco lo confirma.
Sobre un asunto tan importante,
el eco no se puede equivocar.

Si mujer sabia el cielo te dio,
que de la virtud conozca el precio,
al dudar de su fidelidad
compras el odio y el desprecio.
Nacerá entonces en ella 
la necesidad de vengarse del marido,
que no se extinguirá jamás.

ECO
...jamás.

SLENDER
Si además la mujer es locuela,

(para sí) 

lo que no es raro,

(a los demás) 

los celos que te martirizan
darán al mal tormento y no poco.
Les entra el picor y lo que hacen ahora,
por despecho, lo hacen mucho peor
y ya no se corregirán jamás.

ECO
...jamás.

SLENDER
¡Chito! Viene alguien; probablemente
serán los amigos: ¡hagámosles la señal!

(Hace palmas) 

Escena XVII 

SLENDER
¿Ya estáis aquí?

LOS OTROS
¡Sí, sí, estamos todos!
¿Y los otros?

SLENDER
¡Están ahí!

TODOS
¡Estamos todos!

SRA. FORD
Sir John aparecerá 
en un momento
y nuestro juego
comenzará.

TODOS
Al fin ese bobo
desengañado
y convencido
se quedará.
Y la idea estrambótica
de conquistar,
de enamorar
se le pasará.
¡Cuánto me incita
esta burla!
Será una buena 
lección para él.

(Se preparan para salir. Slender y la Sra. Slender
salen. La Sra. Ford se detiene y dice a Ford:) 

SRA. FORD
Al dejarme con ese mamarracho
en la obscuridad en este lugar
¿no sientes, querido, 
un poco de temor?

FORD
De mi seno, amada esposa,
he desechado cualquier sospecha;
pero no lo niego, sin quererlo
algún afán siento en el corazón.

SRA. FORD
Pobrecito, te compadezco.

FORD
¡Ay! Perdona a quien te adora.

SRA. FORD
Tu corazón 
no sanó del todo.
Abandona ahora y para siempre, abandona,
cualquier idea celosa.

FORD
¡Ah, abandonaré ahora y para siempre
cualquier idea celosa!

SRA. FORD
Sólo te amo a ti, alma mía,
y sólo a ti siempre amaré.
Sólo te amo a ti, alma mía,
y sólo a ti siempre amaré.

FORD
Sé que me amas, alma mía,
no puedo desear nada más.

(Regresan los anteriores rápidamente.) 

SLENDER, SRA. SLENDER
¡Ocultémonos, vamos, rápido!
Se oyen pasos...
El mentecato debe de estar 
a punto de llegar.

TODOS
¡Vamos, rápido!
¡Ocultémonos en el foso!

Escena XVIII 

(Falstaff con cabeza de ciervo, después 
la Sra. Ford y la Sra. Slender) 

FALSTAFF
¡Rápido, rápido, 
que ya es medianoche y las damas,
regresando del baile del castillo,
no pueden tardar mucho!
¡Oh dioses, que tenéis el alma
encendida con el fuego del amor,
a uno que hace lo que vosotros ya hicisteis
ayudadle con vuestro favor!
¡Júpiter! Tú, que por mujeres terrenas
hiciste al mundo bellísimas escenas;
que si en oro, que si en cisne o en toro
te convertiste por aquellas bellezas.
¡Mira ahora cómo el amor me ha 
transformado en cornudo ciervo!
Si sientes alguna compasión,
¡mira en qué estado me encuentro!...
Pero ¡alguien viene!...¿Mi querida cervatilla?

SRA. FORD
¡Sí, me acerco a mi querido cervatillo!

FALSTAFF
¡Cierva de cola castaña!

SRA. FORD
¡Oh, mi dulce y gentil corzo!

(De pronto se escucha un tremendo ruido.) 

(En este momento, Salieri, en el manuscrito 
autógrafo, ha suprimido una escena del libreto 
original, olvidándose sin embargo de eliminar 
de la escena al personaje de la Sra. Slender que 
había sido introducida en la escena suprimida) 

SRA. FORD, SRA. SLENDER
(fingiendo un gran terror)
¡Oh, cielos! ¡Qué escucho!
¿Qué ruido es este?
¡Huyamos rápido!
¿Qué pasará?

(Huyen fuera. Falstaff queda atontado un
momento, después exclama:) 

FALSTAFF
¡Que siempre tenga que pasar algo!
¡Ah! Seguro que son
duendes o diablos
que siempre en lo mejor
me vienen a estorbar.
Señoras ¿dónde estáis?
¡Volved, no temáis!
¡Eh! ¡Eh!
No se oye nada... huyeron al trote.
¡Ah! Seguro que son, etc.
Pero ¿cómo? ¿Qué claridad es aquella?
¿Quién demonios son esos?
¿Qué vienen a hacer aquí?
¡Me quedaré para verlo!

Escena XIX 

(La Sra. Ford como Reina 
de las Hadas; Betty y las demás 
hadas con antorchas encendidas) 

SRA. FORD
¡Hadas verdes, turquesas, blancas y negras!
¡Lémures, espíritus,
larvas y sombras ligeras!
¡Que cada uno cumpla con su deber!

CORO
De nosotros, Reina,
te puedes fiar.
Ninguno de nosotros
nunca te falló.

FALSTAFF
¡Son hadas! 
Dicen cae fulminado aquél 
que se atreve a espiar sus ritos.
Me pondré boca abajo
y los ojos cerraré.

SRA. FORD
Antes de que cada uno se dedique a lo suyo,
según su oficio, 
¡bailemos la danza ritual en torno a la encina!
Disponeos en círculo y cogeos las manos... 
¡Ah!.. ¡Deteneos!
Presiento la esencia de un ser
del mundo intermedio...

(Todos buscan y descubren a Falstaff) 

¡Aquí está!...

FALSTAFF
(para sí)
¡Estoy perdido!

SRA. FORD
¡Atención, hacedle la prueba de costumbre!
Frotadle los dedos 
con las antorchas encendidas;
si su corazón es puro, 
la llama no le causará dolor;
pero si se queja, será señal inequívoca
de que el vicio lo corrompe.

(Obedecen.) 

FALSTAFF
(para sí)
¡Ahora si que no tengo salida!

(grita de dolor) 

¡Ay, ay!

SRA. FORD
¡Es impuro!

FALSTAFF
¡Ay, ay!

SRA. FORD
¡Totalmente impuro!
¡Danzad en torno a él,
cantando y escarneciéndolo!
¡Pellizcadlo!

CORO
¡Oh, entre los malos el más malo!
Sentimientos impuros y deseos malvados
no te dejan nunca reposo,
te vuelven asqueroso,
vicioso y vituperoso.
¡Uy! ¡Peor que él no, no hay!

FALSTAFF
¡Ay! ¡Ay! ¡Ay! ¡Ay de mí!

CORO
Ellos contaminan al hombre inepto,
confundiéndole el intelecto.
Le hacen perder la razón,
haciéndole actuar como una bestia
llena de la más nefasta y culpable pasión.
¡Uy! ¡Peor que él no, no hay!

FALSTAFF
¡Ay! ¡Ay! ¡Ay! ¡Ay de mí!

(Se escucha el sonar de cuernos. La Sra. Ford,
Betty y la compañía huyen rápidamente.
Falstaff se alza, arroja la cabeza de ciervo,
y él también intenta huir) 

Escena Última 

(Llegan Slender, Ford y sus amigos; 
todos ellos disfrazados) 

SLENDER
¡No irás a ninguna parte!
¡Regresa, regresa!
Dime, tus cuernos,
¿por qué no los llevas?

(Busca la cabeza de ciervo y se la pone.) 

SRA. SLENDER
Las mujeres de Windsor
no te hacen caso,
y esperamos que al fin, 
te convenzas de ello.

FORD
De vos, Maese Broch,
saber querría
si al fin el camino
ya está preparado.

SRA. FORD
La suerte, ya veis,
no quiere secundaros,
debemos adaptaros,
remedio no hay.

BETTY
Ante el lindo Narciso
el Hada Turquesa
se postra y se inclina
con toda humildad.

CORO
Señor, si le place
nuestro bello juego,
la prueba del fuego
repetir se podrá.

FALSTAFF
Pero ¿duermo o estoy despierto?
Pero ¿qué enigma es éste?
Aturdido en verdad me quedo.
No sé qué pensar.
Entonces ¿quiénes sois vosotros?...

CORO
¡Espíritus como vos!

FALSTAFF
(a Slender)
Vos... ¿entonces sabíais?...

SLENDER
Vuestras gamberradas.

FALSTAFF
(a Ford)
¡Qué puedo decir!... ¿Vos sois?...

FORD
¡Broch o Ford, como gustéis!

FALSTAFF
¿Y vosotras, señoras?

SRA. SLENDER, SRA. FORD
Somos vuestras de corazón.

FALSTAFF
¿Y yo?...

LOS OTROS
Vos sois un loco
que en un solo día 
se ha dejado tres veces burlar.

SRA. FORD
¿Qué decís vos a eso?

FALSTAFF
¡Qué! ¿Cómo?... ¿Dónde?... ¿Vos?... ¡Tú!...

SRA. FORD
Si querrrreis consolarrrme...

FALSTAFF
¡Oh, es demasiado!
Por cuanto voy viendo
la he hecho bien gorda.
¿Cómo he podido ser
tan bestia?

TODOS EXCEPTO FALSTAFF
Ahora que habéis sido tres veces burlado
persuadido al fin quedaréis.
Ya nunca más buscaréis rondar
a las mujeres de los otros.

FALSTAFF
¡Os lo aseguro, os lo juro!...
Reconozco mi error.
¡Que me parta un rayo
si pienso en otras conquistas!

SRA. SLENDER
Aun cuando una mujer
olvidase su deber,
un borrico como vos
le haría enfermar.

FALSTAFF
Que me parta un rayo, etc.

SLENDER
Si ha tentaros volviese un día 
la fatal pasión,
el agua, el fuego y el bastón
os aconsejo recordar.

FALSTAFF
Que me parta un rayo, etc.

FORD
Antes de vender la piel,
ya sea mañana o pasado,
os aconsejo esperar
a que el oso esté en vuestras manos.

FALSTAFF
Que me parta un rayo, etc.

SRA. FORD
Cuando el diablo os tiente,
miraos en el espejo:
feo, fofo, sucio y viejo.
¿Qué podéis esperar?

FALSTAFF
Os aseguro, etc.

TODOS LOS OTROS 
Ahora tres veces, etc.



Traducido y Escaneado por:
Josep Francesc Pertusa 2007