EL PRISIONERO

 

Personajes

EL PRISIONERO

LA MADRE

INQUISIDOR GENERAL

CARCELERO

DOS SACERDOTES

Patriota Flamenco

Madre del Prisionero

Inquisidor

Carcelero

Sacerdotes del Santo Oficio

Barítono

Soprano

Tenor

Tenor

Tenores

 

La acción se desarrolla en Zaragoza, España, durante la segunda mitad del siglo XVI.

 

PROLOGO 


(Si alza subito la tela, dietro cui appare un velario 
nero. Davanti al velario appare la Madre vestita di 
nero. Soltanto il suo volto bianchissimo, illuminato 
spietatamente, risulterà visibile allo spettatore) 

LA MADRE
Ti rivedrò, mio figlio! Ti rivedrò...
Ma una voce nel cuor mi sussurra:
«Questa è l'ultima volta! »
Ti rivedrò, mio figlio!
Da più mesi mi struggon
e la brama dite, 
e l'affanno per te, 
e l'accorato amor di te, mio figlio, 
mio solo bene!...
Il mio sogno... il mio sogno...
Tutte le notti m'opprime... sempre uguale...

(visionario) 

A poco a poco s'aprono le nebbie del sonno. 
Ecco: agli occhi m'appare
un antro quasi buio, interminabile.
Lontano, in fondo, una figura, un'ombra,
uno spettro... - non so -, avanza su di me
lentissimo, pauroso.
Tento di volger gli occhi...
tento di non vedere...
Ma c'è qualcosa assai di me più forte
che tien le mie pupille aperte e fisse.

Ballata 

Vedo! Lo riconosco! 
Porta un farsetto nero. 
Il toson d'oro al collo brilla sinistro.
Avanza.
Le sue labbra di ferro non san che sia il sorriso;
sembra un rintocco funebre il suo pesante
passo.
Gli balena negli occhi il riflesso dei roghi
che a volte alimentò col proprio fiato. 
Tace.
Non sugli uomini impera, ma sopra un cimitero
il Re che turba il mondo col suo fantasticare.
È lui, Filippo, il Gufo, figlio dell'Avvoltoio,
poggia la fronte pallida a una vetrata.
Infine solleva il braccio destro in alto,
mormorando:
"Dio Signore è del cielo; Io son Re sulla terra"
Son risalite intanto
le nebbie del mio sonno.
A poco a poco il Gufo
muta i suoi lineamenti:
svaniti gli occhi, quasi per magia,
son restate le occhiaie bianche e vuote...
Si scavano le guance ed i capelli
cadono... Ad un tratto
non è più Re Filippo che mi fissa:
è la Morte!...
Sgomenta, caccio un grido:
Mio figlio! Mio fi...

(Buio. La Madre scompare.)

Primo Intermezzo Corale 

IL CORO INTERNO
Fiat misericordia tua, Domine, super nos.
Quemadmodum speravimus in Te.
Sacerdotea tui induantur justitiam.
Er saneti tui exultent.

(Si apre lentamente il velario nero) 

ATTO UNICO 


Scena Prima 

(Un'orribile cella nei sotterranei dell'Official di 
Saragozza. Un giaciglio di paglia, un cavalletto, 
un fornello, una brocca. In fondo, una porta di ferro.
È il crepuscolo: la cella è quasi buia. Sul giaciglio 
sta il Prigioniero. Accanto a lui, la Madre) 

IL PRIGIONIERO
(come continuando una narrazione)
Ero solo. Tutt'era buio.
Buio era in questa cella.
Buio era nel mio cuore.
No, non sapevo ancora
di poter soffrir tanto
e non morire...

LA MADRE
(con angoscia repressa)
Figlio... figliolo...

IL PRIGIONIERO
Temevo il sonno, quasi per timore
dovesse esser eterno;
temea la veglia, anch'essa piena d'ombre
e di visioni...

LA MADRE
Mio figlio...

IL PRIGIONIERO
quando il Carceriere
pronunciò finalmente una parola:
"Fratello". Dolcissima parola
che mi diede ancor fiducia nella vita.

LA MADRE
Che ti diede ancor fiducia nella vita?

IL PRIGIONIERO
Come dire di dove venga la speranza! 
Come s'insinui nel nostro cuore!
"Fratello". Dolcissima parola
che mi ridiede il senso della luce.

LA MADRE
Che ti ridiede il senso della luce?

IL PRIGIONIERO
Dopo torture che non so narrare,
dopo che corda e morsa e cavalletto
tutto il mio corpo avevano piagato...

LA MADRE
Figlio, figliolo mio!...

IL PRIGIONIERO
Udivo alfine una parola amica:
"Fratello". Dolcissima parola...
Da quella sera ho ripreso a pregare...

LA MADRE
Da quella sera hai ripreso a pregare?

IL PRIGIONIERO
E prego sempre, quando cade il giorno:-
"Signore, aiutami a camminare...
Così lunga è la via che mi pare
di non poterla finire.
Signore, aiutami a salire"

LA MADRE
(fra sé)
Che mi ricordano queste parole?
Mi fan pensare ad un tempo lontano:
Così pregavi quand'eri bambino...
Triste è riandare al tempo tuo felice...

(abbraccia il Prigioniero) 

Figlio! figliolo! 
Che più ci è rimasto di allora?

(Si ode un rumore al dì là della porta.)

IL PRIGIONIERO
(senza muoversi)
È il Carceriere.

(Si apre la porta nel fondo.) 

LA MADRE
E questo, dimmi, proprio
l'ultimo nostro addio?

(Il Prigioniero non risponde e resta immobile. 
La Madre esce.) 

Scena Seconda 

IL PRIGIONIERO
(fra sé)
Solo. Son solo un'altra volta.
Solo coi miei pensieri. O madre mia!...

IL CARCERIERE
(appare improvvisamente nel vano della porta, 
tenendo in mano una lampada accesa)
Fratello...

IL PRIGIONIERO
(sempre immobile)
Questa voce..., quest'unica parola
nel silenzio e nel buio...

IL CARCERIERE
(avanza di qualche passo)
Fratello... spera...

IL PRIGIONIERO
(sempre immobile)
Udire infine una parola umana
là dove tutto tace...

IL CARCERIERE
(avanza ancora lentamente, ma si trova sempre 
alquanto lantana dal Prigioniero)
Spera, fratello, spera ardentemente;
devi sperare sino a spasimarne:
devi sperare ad ogni ora del giorno;
vivere devi per poter sperare.

(Avanza ancora di qualche passo. E ormai 
vicino al Prigioniero.) 

Fratello...

(avanza ancora di un passo; all'orecchio 
del Prigioniero) 

Nelle Fiandre

(si guarda intorno) 

divampa la rivolta...

IL PRIGIONIERO
(scuotendosi)
Ah!...

IL CARCERIERE
Nelle strade di Gand tumultua il popolo...

IL PRIGIONIERO
(animandosi)
Ah!...

IL CARCERIERE
Carlo strappò la lingua di sua madre
il dì che tolse la fiera campana
a Grand, che forte parlava alle Fiandre,
Roelandt, l'orgoglio di tutta una terra.

IL PRIGIONIERO
Roelandt, com'eri solenne nell'aria
mentre il tuo morto scandivi pacata:
"Quando rintocco vuoi dir che c'è incendio;
Quando rintocco il paese è in rivolta..."

IL CARCERIERE
Roelandt ancora risuonare udrai?
Giorno di gioia alfin per tanti cuori
oppressi... Fratello,
sappi a quei rintocchi
che il Santo Uffizio e Filippo tramontano?

IL PRIGIONIERO
(sempre più esaltandosi)
Ah! Ridilla ancora la parola attesa!

IL CARCERIERE
Flessinga è conquistata dai Pezzenti;
sta per cadere Veere;
a Gorcum si combatte...

IL PRIGIONIERO
Combattono i Pezzenti!

(Aria in tre strofe) 

IL CARCERIERE
Sull'Oceano, sulla Schelda,
con il sole, con la pioggia,
con la grandine e la neve,
sui vascelli - lieti in volto 
i Pezzenti passano.
Con le vele aperte ai venti,
bianchi cigni che svolazzano,
cigni della libertà!

IL PRIGIONIERO
Cigni della libertà!

IL CARCERIERE
Tre colori ha lo stendardo
che accompagna i prodi in mare:
bianco è per la libertà,
è l'azzurro per la gloria,
arancione è per il Principe.
Con le vele aperte ai venti
i Pezzenti passano,
cigni della libertà. Ah!

IL PRIGIONIERO
Della libertà!

IL CARCERIERE
Volano sul fiume rapidi,
sembran nubi al vento nordico;
con la prora fendon l'onde,
mentre in alto, dalle stelle,
ai Pezzenti Iddio sorride.
Dio dei liberi, ci aiuta!
Sono i cigni candidi,
cigni della libertà! Ah!

IL PRIGIONIERO
Della libertà!

(fra sé) 

Filippo, sanguinano, dove sei?

IL CARCERIERE
Il grido di vendetta scoppia in Fiandra...

IL PRIGIONIERO
D'Alba feroce, dove ti nascondi?

IL CARCERIERE
vibrano i cuori come corde rese.
Dopo la strage riprende la vita...
Non odi intorno voci di fanciulli?

(con accento infantile e popolaresco) 

"Torna, sole,
sulle città liberate!
Campane, spandete nell'aria
il vostro rintocco di gioia"...

(contemplativo) 

Sorridono i volti ed i cuori... Ah?

IL PRIGIONIERO
(Ha prestato sempre maggiore attenzione alle parole 
del Carceriere, dalla precedente espressione di ferocia 
è passato a una espressione di gioia serena. Tenta di 
riprendere la canzone del Carceriere, ma la gola gli 
si chiude e scoppia in singhiozzi.)
Ah! Fratello, grazie a te,
che m'hai fatto sperare!

(Alza le braccia, giungendo le mani, e in tale 
atteggiamento rimane immobile, come assorto 
in una visione.) 

IL CARCERIERE
(Silenziosamente si avvicina al Prigioniero.)
Fratello...

(Il Prigioniero si scuote.)

C'è chi veglia su te. La libertà
tanto agognata forse ti è vicina.
Abbi fede, fratello. Dormi... e spera!

(Raccatta la lampada e si appresta a uscire. Si 
sofferma lungamente presso la porta e volge uno 
sguardo al Prigioniero, che nel frattempo si sarà 
steso sul giaciglio. Esce lentamente. Da uno 
spiraglio, fra la porta e il muro, filtra dall'esterno, 
per un attimo, un raggio di luce: il riflesso della 
lampada del Carceriere. Un altro raggio di luce, 
più debole. Il Prigioniero si scuote) 

IL PRIGIONIERO
No, no... vaneggio. Questa debolezza
estrema mi causò tant'altre volte
visioni allucinanti.
Quel riflesso...
Mai prima d'ora l'avevo notato.
Quel riflesso... La lampada...
Ho udito i passi che s'allontanavano...
Mai prima d'ora li avevo notati.
La lampada... Nel buio, all'improvviso,
piombava questa cella le altre sere.-
M'ha detto: "Abbi fede, fratello.
Dormi. Spera."

(Come prendendo una decisione striscia 
cautamente verso la porta) 

M'ha detto: "C'è chi veglia su te"

(Tocca la porta, che cede subito alla pressione.)

Ah! Ma allora, questo... non è un sogno!
"Spera!" m'ha detto...
"Spera!"

(Si precipita fuori della porta) 
(Cala la tela - cambiamento di scena) 

Scena Terza 

(Si apre lentamente la tela. Il sotterraneo dell'Ufficial 
di Saragozza, illuminato appena qua e là da lampade 
bluastre. (Scenario girevole.) Il sotterraneo, 
lunghissimo e di cui non si vede la fine, dovrà far 
pensare a quello che la Madre, nel Prologo, racconta 
di aver veduto in sogno) 

IL PRIGIONIERO
(Striscia lungo una parete del sotterraneo,
s'inginocchia.)
"Signore, aiutami a camminare.
Così lunga è la via che mi pare
di non poterla finire.
Signore, aiutami a salire"

(Strisciando lungo la parete.) 

Buio. Silenzio. Come fra le tombe.

(Quasi soffocato dal terrore) 

Chi viene?

(Si rannicchia in un angola buio. Passa rapidamente un 
Fra Redemptor - frate torturatore - che tiene in mano uno 
strumento di tortura. Svolta e scompare) 

Che angoscia, Iddio! Sulle carni straziate
risento il morso di quelle tenaglie...
risento il ferro... il fuoco...

(Si inginocchia) 

"Signore, aiutami a camminare"...

(Tenta di alzarsi) 

Non reggo.
sorpreso qui, la notte,
evitar non potrei
nuovi, atroci supplizi. Che fare?.
Ritornare
nella mia cella scura
ad aspettare ancora e sempre invano!
"Vieni fuori!" una voce disse a Lazaro
un giorno: e dalla fossa umida e buia
Lazaro apparve.

(Fa qualche passo, si ferma) 

Odo una simile voce a me intorno:
dal buio mi chiama alla luce...
m'incanta, mi vuole a sé dall'ombra
con magica parola...

(Improvvisamente appaiono due Sacerdoti) 

Ohimè!

PRIMO SACERDOTE
(Come continuando una conversazione.)
La Comunione "sub utraque specie"...

SECONDO SACERDOTE
Silenzio...
M'era sembrato d'udire...

PRIMO SACERDOTE
Che cosa!

SECONDO SACERDOTE
Come il sospiro di qualcun... che viva...

PRIMO SACERDOTE
E chi potrebbe vivere qui intorno?
I carcerati dormon nelle celle:
li attende all'alba assai più lungo sonno.

SECONDO SACERDOTE
Voglia il Cielo toccare i loro cuori
in quest'ultima notte...

(Il Primo Sacerdote fissa a lungo il punto 
in cui il Prigioniero è rannicchiato) 

PRIMO SACERDOTE
(Disponendosi a uscire.)
La Comunione "sub utraque specie"...

SECONDO SACERDOTE
Negano la reale Presenza...

(Escono) 

IL PRIGIONIERO
(Terrorizzato)
Quegli occhi mi guardavano!
Occhi tremendi... ancor vi vedo impressi
su quest'umido muro...
No... no... son le pupille che ritengono
ancora quello sguardo incancellabile.
M'hanno veduto quei terribili occhi?

(Riprende stancamente a strisciare lungo il muro) 

"Così lunga è la via che mi pare"...

(Si ferma) 

Sulle mie mani passa un soffio d'aria...
una fredda carezza... Donde viene?
La porta non dev'essere lontana...

(Striscia lungo la parete, poi si alza 
e accelera il passo... si ferma) 

"Signore, aiutami a salire"...

(Accelera ancora il passo) 

La porta! La porta! Sono al fine!

(Si ferma improvvisamente. Sopra la sua testa
risuonano i pesanti rintocchi di una campana.) 

La campana di Gand!

(Vacillando) 

La gran campana!
Roelandt, la fiera! Filippo! Filippo!

(Accelera il passo... è vicinissimo alla porta) 

I giorni del tuo regno son contati!

(Cala rapidamente il velario nero) 

Secondo Intermezzo Corale 

IL CORO INTERNO
Domine, labia mea aperies
et os meum annuntiabit laudem tuam.

Scena Quarta 

(Si apre lentamente il velario nero. Un vasto giardino, 
sotto il cielo stellato. Un grande cedro nel mezzo della 
scena. In distanza, nella sfondo, le montagne. Aria di 
primavera) 

IL PRIGIONIERO
(Precipitandosi in scena.)
Alleluia!

(Si guarda intorno stupito) 

Quest'aria... questa luce...
La libertà!

IL CORO INTERNO
Domine... Domine.

IL PRIGIONIERO
Non ho sperato invano,
non ho sperato invano...

IL CORO INTERNO
Domine, labia mea aperies...

IL PRIGIONIERO
(Estatico)
Le stelle! il cielo! Questa è la salvezza...
Fuggir per la campagna... Con le prime
luci dell'alba sarò sui monti...
Il profumo dei cedri... la libertà...

IL CORO INTERNO
Er os meum annuntiabir laudem ...
Domine...

IL PRIGIONIERO
(Con immenso fervore)
Alleluia!

(Si avvicina al grande cedro e, al colmo dell'estasi, 
allarga le braccia in un impeto di amore per tutta 
l'umanità. Due braccia enormi, quasi nascoste tra i 
rami più bassi, lentamente si muovono e ricambiano 
la stretta. il Prigioniero si trova fra le braccia del 
Grande Inquisitore.) 

IL GRANDE INQUISITORE (IL CARCERIERE)
Fratello...

(Il Prigioniero, riconoscendo la voce del Carceriere, 
emette un suono inarticolato e resta soffocato dallo 
spavento.) 

IL GRANDE INQUISITORE
(Con l'accento della più sincera pietà e tenendo 
sempre abbracciato il Prigioniero.)
Alla vigilia della tua salvezza
perché mai ci volevi abbandonare?

(Apre Le braccia. Il Prigioniero, dopo una lunga
pausa, come colpito da improvvisa rivelazione,
muove rapidamente verso il proscenio.) 

IL PRIGIONIERO
S'è fatta luce! Vedo! Vedo!
La speranza... l'ultima tortura...
Di quante mai sofferte, la più atroce...

(Dal fondo della scena s'alza un bagliore: 
Il Prigioniero si volge inorridito.) 

Il rogo! Ah! Ah! Ah! Ah!

IL GRANDE INQUISITORE
Coraggio...

CORO DA CAMERA
(Dietro la scena; collocato dalla parte opposta 
a quella del grande Coro)
Languendo, gemendo et genu flectendo...

IL CORO INTERNO
Domine, labia mea apenea.

IL GRANDE INQUISITORE
Vieni...

(Con estrema dolcezza prende per mano
il Prigioniero e muove con lui qualche passo.) 

IL PRIGIONIERO
(quasi inconsciamente; sussurrato)
La libertà...

CORO DA CAMERA
O Domine Deus!
Languendo, gemendo et genu flectendo...

IL GRANDE INQUISITORE
Fratello... andiamo...

(Riprende per mano il Prigioniero e 
con lui si avvio verso il fondo dello scena.) 

IL CORO INTERNO
Et os meum annuonshir Iaudem toam...

IL PRIGIONIERO
(Quasi incosciente; sussurrato. Ma questa 
volta con tono nettamente interrogativo.)
La libertà?

(Cala la tela)



PRÓLOGO 


(Se levanta el telón dejando ver una cortina 
negra; por delante de ésta, aparece La Madre 
vestida de negro. Sólo su rostro blanquísimo, 
despiadadamente iluminado, resulta visible) 

LA MADRE
¡Vuelvo a verte, hijo mío! Vuelvo a verte...
Pero en el corazón una voz me susurra:
«¡Esta será la última vez!»
¡Vuelvo a verte, hijo mío!
Después de tantos meses de angustia,
de deseos por ti,
de afanes por ti,
y de afligido amor por ti, hijo mío,
¡tú, mi único bien!...
Mi sueño... mi sueño...
Todas las noches me oprime... ¡siempre igual!... 

(Como en una visión)

Poco a poco se disipa la niebla del sueño.
¡Ahí está!... Ante mis ojos aparece una caverna,
casi a oscuras, interminable.
Lejos, al fondo, una figura, una sombra, 
un espectro... no sé... avanza hacia mí,
lentísimo, espantoso.
Intento cerrar los ojos...
Intento no ver...
Pero hay algo más fuerte que yo
que mantiene mis párpados abiertos y fijos.

Balada 

¡Lo veo!... ¡Lo reconozco!
Viste un jubón negro. 
El Toisón de Oro brilla siniestro en su cuello.
Avanza. 
Sus labios de hierro no conocen la sonrisa;
el sonido de sus pasos recuerda
al de una marcha fúnebre.
En sus ojos se refleja el fulgor de la hoguera que,
de vez en cuando, alimenta con su propio aliento. 
Silencio.
El rey que turba al mundo con sus fantasías,
no gobierna a los hombres, sino a un cementerio.
Es él, Felipe, el Búho, hijo del Buitre,
el que apoya su pálida frente sobre un vidrio.
Por último, levanta su brazo derecho,
murmurando:
"Dios es el Señor del cielo y yo el de la tierra"
Poco a poco salgo de las tinieblas de mi sueño.
Casi imperceptiblemente,
el Búho cambia de aspecto por completo:
desaparecen sus ojos casi por magia,
quedando sus cuencas blancas y vacías...
Se hunden sus mejillas 
y sus cabellos se caen...
De pronto,
ya no es el rey Felipe quien me mira:
¡Es la muerte!...
Aterrorizada, lanzo un grito:
"¡Hijo mío! ¡Hijo mí..."

(Oscuridad; La Madre desaparece)

Primer Intermedio Coral

CORO INTERNO
Fiat misericordia tua, Domine, super nos.
Quemadmodum speravimus in Te.
Sacerdotes tui induantur justitiam.
Et sancti tui exultent.

(Se abre lentamente la cortina negra) 

ACTO ÚNICO


Escena Primera 

(Siniestra celda del Santo Oficio en Zaragoza. 
Un camastro, un caballete, un hornillo, una
jarra. Al fondo, una puerta de hierro. La celda 
está casi a oscuras. Sobre el camastro está El 
Prisionero, a su lado, La Madre)

EL PRISIONERO
(como continuando una narración)
Estaba solo. Todo estaba oscuro.
Oscura estaba la celda.
Oscuro estaba mi corazón.
No, no podía imaginarme
que se pudiese sufrir tanto
y no morir...

LA MADRE
(con angustia reprimida)
Hijo... hijito...

EL PRISIONERO
Temía el sueño, casi por temor
de que fuese eterno;
temía la vigilia, también llena de sombras
y de visiones...

LA MADRE
Hijo mío...

EL PRISIONERO
... cuando El Carcelero
pronunció finalmente una palabra:
"Hermano". Dulcísima palabra
que me devuelve la confianza en la vida.

LA MADRE
¿Qué te devuelve la confianza en la vida?

EL PRISIONERO
¿Cómo explicar de dónde viene la esperanza?
¿Cómo se introduce en nuestro corazón?
"Hermano". Dulcísima palabra
que me devuelve la sensación de la luz.

LA MADRE
¿Qué te devuelve la sensación de la luz?

EL PRISIONERO
Después de torturas que no sé narrar;
después de que la cuerda, la prensa y el caballete
dejaran mi cuerpo lleno de llagas...

LA MADRE
¡Hijo, hijito mío!...

EL PRISIONERO
... oigo al fin una palabra amiga:
"Hermano". Dulcísima palabra...
Desde aquella noche volví a rezar...

LA MADRE
¿Desde aquella noche volviste a rezar?

EL PRISIONERO
Y rezo siempre, cuando cae el día:
"Señor, ayúdame a caminar...
Tan larga es la vida que me parece
que no podré acabarla.
Señor, ayúdame a salir"

LA MADRE
(para sí)
¿Qué me recuerdan estas palabras?
Me hacen pensar en un tiempo lejano:
Así rezaba cuando era un niño...
Triste es recordar aquel tiempo feliz...

(abraza al Prisionero) 

¡Hijo! ¡Hijito! 
¿Qué nos queda de aquel entonces?

(Se oye un rumor en la puerta) 

EL PRISIONERO
(sin moverse)
Es El Carcelero. 

(Se abre la puerta del fondo.)

LA MADRE
Dime la verdad:
¿es éste nuestro último adiós?

(El Prisionero no responde y permanece inmóvil.
La Madre sale) 

Escena Segunda 

EL PRISIONERO
(para sí)
Solo. Estoy solo otra vez.
Solo con mi pensamiento. ¡Oh, madre!...

EL CARCELERO
(aparece de improviso en el vano de la puerta
llevando en la mano una linterna.)
Hermano...

EL PRISIONERO
(siempre inmóvil)
Esa voz... es la única palabra
en el silencio y en la oscuridad.

EL CARCELERO
(avanza unos pasos)
Hermano... espera...

EL PRISIONERO
(siempre inmóvil)
Oír al fin una palabra
donde todo es silencio...

EL CARCELERO
(avanza lentamente, pero se mantiene
siempre algo alejado del Prisionero)
Espera, hermano, espera ardientemente.
Debes esperar sin angustiarte;
debes esperar cada hora del día;
debes vivir para poder esperar. 

(Avanza algunos pasos. Está ya
junto al Prisionero.)

Hermano...

(avanza todavía un paso y habla al oído
del Prisionero)

En Flandes...

(mira a su alrededor)

ha estallado la revuelta...

EL PRISIONERO
(agitándose)
¡Ah!...

EL CARCELERO
En las calles de Gand se ha levantado el pueblo...

EL PRISIONERO
(animándose)
¡Ah!...

EL CARCELERO
Carlos arrancó la lengua de su madre
el día que quitó la altiva campana de Gand,
que con tanta fuerza sonaba en Flandes,
Roelandt, el orgullo de toda una tierra.

EL PRISIONERO
Roelandt, ¡qué solemne sonabas al aire
mientras tu lema resonaba serenamente!
"Cuando repico, significa que hay incendio;
cuando repico el país está en revuelta..."

EL CARCELERO
¡Roelandt todavía sigue sonando!
Día de júbilo al fin 
para tantos corazones oprimidos… 
¡Hermano, sabes que los condenados son 
el Santo Oficio y Felipe el tramontano!

EL PRISIONERO
(cada vez más exaltado)
¡Ah! ¡Repite otra vez la palabra esperada!

EL CARCELERO
Flessinga ha sido conquistada por los Mendigos;
Veere está a punto de caer;
se combate en Gorcum...

EL PRISIONERO
¡Combaten los Mendigos!

(Aria en tres estrofas)

EL CARCELERO
Por el océano y por el río...
Con sol y con lluvia...
Con granizo y con nieve...
En sus navíos, con rostros alegres,
aparecen por todas partes los Mendigos.
Con las velas desplegadas al viento,
como blancos cisnes volando:
¡Como cisnes de la libertad!

EL PRISIONERO
¡Cisnes de la libertad!

EL CARCELERO
Tres colores tiene el estandarte
que acompaña a los valientes por el mar:
blanco por la libertad,
azul por la gloria,
anaranjado por el Príncipe.
¡Con las velas desplegadas al viento
aparecen los Mendigos,
cisnes de la libertad! ¡Ah!

EL PRISIONERO
¡De la libertad!

EL CARCELERO
Las nubes que arrastra el viento del norte
los hace deslizarse rápidamente por el río;
las proas hendiendo las olas,
y mientras, en lo alto, junto a las estrellas,
Dios sonríe a los Mendigos.
¡Dios de la libertad, ayúdalos!
¡Son los cisnes inocentes,
los cisnes de la libertad! ¡Ah!

EL PRISIONERO
¡De la libertad!

(para sí) 

¡Felipe, sanguinario! ¿Dónde estás?

EL CARCELERO
El grito de venganza ha estallado en Flandes...

EL PRISIONERO
Feroz Duque de Alba, ¿dónde te escondes?

EL CARCELERO
... haciendo vibrar a los corazones.
Después de la masacre, la vida renace...
¿No oyes las voces de los niños? 

(Con acento infantil y populachero) 

"¡Vuelve, sol,
sobre la ciudad liberada!
Campanas, difundid al viento
vuestro repique de alegría"...

(contemplativo)

Los rostros y los corazones sonríen... ¡Ah!

EL PRISIONERO
(ha prestado una gran atención a las palabras 
del Carcelero y de una expresión de ferocidad 
ha pasado a una de sereno júbilo. Intenta 
reemprender la canción del Carcelero, pero la 
garganta se le obstruye y estalla en sollozos)
¡Ah! ¡Hermano, gracias a ti
he recobrado la esperanza!

(Alza los brazos y entrelaza las manos y en esta
postura se mantiene inmóvil, como absorto en
una visión.)

EL CARCELERO
(se aproxima silenciosamente al Prisionero)
Hermano...

(El Prisionero se estremece.)

Hay quien vigila por ti. 
La libertad, tan añorada por ti, está próxima.
Duerme y espera...

(Recoge la lámpara y se apresta a salir. Al llegar 
cerca de la puerta, vuelve la mirada hacia el 
Prisionero, que mientras tanto se ha echado en 
el camastro. Sale lentamente. Por una rendija 
entre la puerta y la pared, se filtra desde el 
exterior, durante un instante, un rayo de luz: el 
reflejo de la lámpara del Carcelero. Luego, otro 
rayo de luz más débil. El Prisionero se estremece.)

EL PRISIONERO
No, no... deliro. 
Esta extrema debilidad
llena mi cabeza de visiones alucinantes.
Ese reflejo...
Pero antes nunca lo había advertido.
Ese reflejo... La lámpara...
He oído sus pasos cuando se alejaba...
Pero antes nunca lo había advertido.
La lámpara... Esta celda, otras tardes,
siempre estuvo sumergida en la oscuridad.
Me ha dicho: 
"Ten fe, hermano. Duerme. Espera"

(como tomando una repentina decisión,
avanza cautelosamente hacia la puerta)

Me ha dicho: "Hay quien vigila por ti"

(Empuja la puerta que cede súbitamente)

¡Ah! Pero entonces esto... ¡no es un sueño!
"¡Espera!", me ha dicho...
"¡Espera!"

(Se precipita hacia el exterior)
(Cae el telón - Cambio de decorado)

Escena Tercera

(Se abre lentamente el telón. El subterráneo 
del Santo Oficio de Zaragoza apenas iluminado 
por una lámpara azulada. (Escenario giratorio.) 
El subterráneo, larguísimo y del cual no se ve el 
final, hace pensar en el que la Madre, en el 
prólogo, cuenta haber visto en sueños)

EL PRISIONERO
(arrastrándose a lo largo de una pared del
subterráneo, se arrodilla)
"Señor, ayúdame a caminar.
Tan largo es el camino que me parece
que no lo podré terminar.
Señor, ayúdame a salir"

(Se arrastra un poco más) 

Oscuridad... Silencio... Como en una tumba. 

(casi sofocado de terror)

¿Quién viene? 

(Se acurruca en un rincón oscuro. Pasa veloz un 
Fray Redentor (fraile torturador) que lleva en la 
mano un instrumento de tortura) 

¡Qué angustia, Dios! Sobre mis carnes laceradas
vuelvo a sentir la mordedura de las tenazas...
Vuelvo a sentir el hierro... el fuego...

(se arrodilla)

"Señor, ayúdame a caminar"...

(Intenta levantarse)

No lo podré resistir.
Si soy sorprendido aquí, en la noche,
no podré evitar 
nuevos y atroces suplicios. 
¿Qué hacer?
¿Regresar a mi oscura celda
y esperar más tiempo en vano?
"¡Sal fuera!", dijo una voz a Lázaro;
y de la fosa húmeda y oscura
apareció Lázaro.

(da algún paso, se detiene)

Me parece oír una voz cerca de mí
que desde la oscuridad me llama a la luz...
me hechiza, me reclama desde la sombra
con mágicas palabras...

(De improviso aparecen dos sacerdotes) 

¡Ay de mí!

PRIMER SACERDOTE
(como continuando una conversación)
... La comunión "sub utraque specie"...

SEGUNDO SACERDOTE
¡Silencio!...
Me ha parecido oír...

PRIMER SACERDOTE
¿El qué?

SEGUNDO SACERDOTE
Como el suspiro de... de alguien...

PRIMER SACERDOTE
¿Quién podría vivir en este lugar?
Los presos duermen en sus celdas;
les espera al alba un sueño bastante más largo.

SEGUNDO SACERDOTE
Quiera el cielo tocar sus corazones en ésta, 
su última noche...

(El Primer Sacerdote fija la vista en el punto
donde se encuentra el Prisionero encogido)

PRIMER SACERDOTE
(disponiéndose a salir)
La comunión "sub utraque specie"...

SEGUNDO SACERDOTE
Niega la presencia real... 

(Se van) 

EL PRISIONERO
(aterrorizado)
¡Sus ojos me miraban!
Ojos tremendos... Todavía los veo impresos
en este húmedo muro...
No... no... son mis pupilas que retienen todavía
esa mirada imborrable.
¿Me han mirado esos ojos terribles?

(vuelve a arrastrarse lentamente por el muro)

"Qué largo me parece el camino"...

(se detiene) 

Sobre mi cabeza pasa un soplo de aire...
Una fría caricia... ¿de dónde vendrá?
La puerta no debe estar lejos... 

(se arrastra a lo largo de la pared, después
se levanta y acelera el paso; se detiene)

"Señor, ayúdame a salir"... 

(acelera todavía más el paso)

¡La puerta! ¡La puerta! ¡Estoy en el final! 

(Se detiene de improviso. Sobre su cabeza
resuena el grave repique de una campana) 

¡La campana de Gand! 

(vacilando) 

¡La gran campana!
¡Roelandt, la altiva! ¡Felipe! ¡Felipe! 

(acelera el paso; está cerquísima de la puerta) 

¡Los días de tu reinado están contados!

(Baja rápidamente la cortina negra)

Segundo Intermedio Coral

CORO INTERIOR
Domine, labia mea aperies
et os meum annuntiabit laudem tuam.

Escena Cuarta  

(Se abre lentamente la cortina negra. Un vasto 
jardín bajo el cielo estrellado. Un gran cedro 
está en medio de la escena. En la distancia, al 
fondo, una montaña. Aires de primavera)

EL PRISIONERO
(precipitándose en el escenario)
¡Aleluya!

(mira a su alrededor con asombro) 

Este frescor... esta luz...
¡La libertad!

CORO INTERIOR
Domine... Domine...

EL PRISIONERO
No he esperado en vano,
no he esperado en vano...

EL CORO INTERIOR
Domine labia mes aperies...

EL PRISIONERO
(extasiado)
¡Las estrellas! ¡El cielo! Ésta es la salvación...
Si huyo campo a través... con las primeras luces
del amanecer estaré en la montaña...
El aroma de los cedros... ¡la libertad!

EL CORO INTERIOR
Et os meum annuntiabit laudem tuam...
Domine...

EL PRISIONERO
(con inmenso fervor)
¡Aleluya!

(Se acerca al gran cedro y, en el colmo del 
éxtasis, abre los brazos en un impulso de amor 
hacia toda la humanidad. Dos enormes brazos, 
casi ocultos por las ramas más bajas, se mueven 
lentamente para intercambiar el abrazo; son los 
brazos del Inquisidor General)

INQUISIDOR GENERAL (CARCELERO)
Hermano...

(El Prisionero, reconociendo la voz del
Carcelero, emite un sonido inarticulado 
y queda sofocado de terror)

GRAN INQUISIDOR GENERAL
(con acento de la más sincera piedad
y teniendo siempre abrazado al Prisionero)
En la víspera de tu salvación
¿por qué quieres abandonarnos? 

(Abre los brazos. El Prisionero, después de una
larga pausa, como golpeado por una repentina
revelación, avanza hacia el proscenio.)

EL PRISIONERO
¡Se ha hecho la luz!... ¡Veo!... ¡Veo!...
La esperanza... la última tortura...
De cuantas he sufrido, la más atroz...

(Desde el fondo del escenario se alza un
resplandor. El Prisionero se vuelve espantado.) 

¡La hoguera! ¡Ah!

EL INQUISIDOR GENERAL
Valor...

CORO DE CÁMARA
(detrás del escenario; situado en la parte
opuesta a la del gran coro)
Languendo, gemendo et genu flectendo...

CORO INTERIOR
Domine, labia mea aperies...

EL INQUISIDOR GENERAL
Ven...

(Con extrema dulzura toma de la mano al
Prisionero y da con él algunos pasos.)

EL PRISIONERO
(casi inconscientemente; susurrando)
La libertad...

CORO DE CÁMARA
O Domine Deus!
Languendo, gemendo et genu flectendo...

EL INQUISIDOR GENERAL
Hermano... vamos...

(Vuelve a tomar de la mano al Prisionero y se
dirigen hacia el fondo del escenario.) 

CORO INTERIOR
Et os meum annuntiabit laudem tuam...

EL PRISIONERO
(casi inconsciente; susurrando. Pero esta vez
en tono netamente interrogativo)
¿La libertad?

(Cae el telón) 



Escaneado y Traducido por:
José Eugenio Martínez Lourido 2005