ATTO PRIMO
Scena Prima
(Notte con luna e cielo stellato. Terrazzo sopra la casa
di Ecclitico con torre nel mezzo, o sia specula, ed un
gran cannocchiale su due cavalletti. Quattro fanali che
illuminano il terrazzo. Ecclitico e quattro scolari)
1a - Coro
ECCLITICO, QUATTRO SCOLARI
O luna lucente,
di Febo sorella,
che candida e bella
risplendi lassù,
deh, fa che i nostri occhi
s'accostino ai tuoi,
e scopriti a noi
che cosa sei tu.
Recitativo
ECCLITICO
Basta, basta, discepoli,
alla triforme dèa le voci giunsero;
esauditi sarete in breve termine.
Su via, tosto sugli omeri
prendete l'arcimassimo
mio cannocchial novissimo
drizzatel su la specula,
perpendicolarmente in ver l'ecclitica.
Vuò veder se avvicinasi
de' due pianeti il sinodo,
idest, quando la luna al sol congiungessi,
che dal mondo volgare eclissi appellasi.
Andate, andate subito,
pria che Cinzia ritorni al suo decubito.
1b - Coro
QUATTRO SCOLARI
Prendiamo, fratelli,
il gran telescopio,
o sia microscopio,
o sia cannocchial.
Vedrem della luna
se
il tondo sereno
sia un mondo ripieno
di
gente mortal.
(prendono il cannocchiale, e lo portano alla specula,
vedendosi spuntar fuori dalla sommità della medesima)
Recitativo
ECCLITICO
Oh le gran belle cose
che a intendere si danno
a quei che poco sanno per natura!
Oh che gran bel mestier ch'è l'impostura!
Chi finge di saper accrescer l'oro,
chi cavar un tesoro,
chi dispensa segreti,
e chi parla dei pianeti,
chi vende mercanzia
di falsa ipocrisia;
chi finge nome, titolo e figura:
Oh che gran bel mestier ch'è l'impostura!
Io fo la parte mia
con finta astrologia,
ingannando egualmente i sciocchi e i dotti,
che un bravo cacciator trova i merlotti.
Eccone uno: ecco quel buon cervello
del signor Buonafede.
Da lui che tutto crede,
con una macchinetta,
inventata dal mio sottile ingegno,
far un colpo galante ora m'impegno.
Scena Seconda
(Buonafede e detto)
Recitativo
BUONAFEDE
Si puoi entrar?
ECCLITICO
Sì, venga, mi fa grazia.
BUONAFEDE
Servo, signor Ecclitico;
in che cosa si sta lei divertendo?
ECCLITICO
Nella speculazion di varie stelle.
Stav'or considerando
l'analogia che unisce
alle fisse l'erranti,
al capo di Medusa il Can celeste,
al cuore del Leon la Spiga d'oro,
ed all'Orsa maggior l'occhio del Toro.
BUONAFEDE
Oh bellissime cose!
Anch'io d'astrologia son dilettante;
ma quel che mi dà pena
è il non saper trovar dottrina alcuna
che mai sappia spiegar cos'è la luna.
ECCLITICO
La luna è un corpo diafano
che dai raggi del sol è illuminato;
ma in quel bel corpo luminoso e tondo,
che credete vi sia? V'è un altro mondo.
BUONAFEDE
Oh che cosa mi dite?
Colà v'è un altro mondo?
Ma cosa son quei segni
che si vedon nel corpo della luna?
So che un giorno mia nonna,
la qual non era sciocca,
mi disse ch'ella avea gli occhi e la bocca.
ECCLITICO
Scioccherie, scioccherie. Le macchie oscure
son del mondo lunar colline e monti.
Non già monti sassosi,
come da noi veggiam, ma son formati
d'una tenue materia,
la qual s'arrende e cede
alla pression del piede;
indi s'alza bel bello e non si spacca,
onde l'uomo cammina e non si stracca.
BUONAFEDE
Oh che bel mondo! Ma ditemi, amico,
come siete arrivato
a scoprir cosa tale?
ECCLITICO
Ho fatto un cannocchiale
che arriva a penetrar cotanto in dentro
che veder fa la superficie e il centro.
Individua non solo
i regni e le provincie,
ma le case, le piazze e le persone.
Col mio cannocchialone
posso veder lassù, per mio diletto,
spogliar le donne quando vanno a letto.
BUONAFEDE
Oh bellissima cosa!
Ma dite, non potrei,
caro Ecclitico mio,
col vostro cannocchial veder anch'io?
ECCLITICO
Perché no? Benché io sia
solo inventor della mirabil arte,
voglio che ancora voi ne siate a parte.
BUONAFEDE
Obbligato vi sono, e vi sarò.
Vederete per voi cosa farò.
ECCLITICO
Nella specula entrate;
nel cannocchial mirate.
Cose belle vedrete,
cose rare, per cui voi stupirete.
BUONAFEDE
Vado, e provar io voglio,
se con quel cannocchial sì lungo e tondo
alla luna poss'io vedere il fondo.
Ma chi son quei signori,
che dove io deggio entrar, vengono fuori?
ECCLITICO
Sono scolari miei,
amanti della luna come lei.
Scena Terza
(Gli Scolari escono dalla specula,
e s'inchinano a Buonafede)
2 - Coro
BUONAFEDE
Servitor obbligato.
QUATTRO SCOLARI
Felice
e fortunato
chi è amico della luna;
per
voi sì gran fortuna
il ciel riserberà.
BUONAFEDE
Il cielo mi conceda
sì gran felicità.
QUATTRO SCOLARI
La vostra bella mente,
che
più d'ogni altra sa,
la luna facilmente
conoscere potrà.
(partono)
BUONAFEDE
Il cielo mi conceda
sì gran felicità.
(entra nella specula)
ECCLITICO
Farò che tutto creda
la sua semplicità.
Recitativo
ECCLITICO
Olà, Claudio, Pasquino...
(entrano due servi)
ECCLITICO
La macchina movete,
fate ch'ella s'appressi al cannocchiale;
onde mirando in quella
il signor Buonafede
movere le figure ad una ad una,
creda mirar nel mondo della luna.
(partono i servi)
ECCLITICO
Quanti sciocchi mortali
con falsi cannocchiali
credono di veder la verità,
e non sanno scoprir le falsità.
Quanti van scrutinando
quello che gli altri fanno,
e se stessi conoscere non sanno.
(si vede accostarsi alla cima del cannocchiale una
macchina illuminata, dentro la quale si muovono
alcune figure)
3a - Intermezzo
Recitativo
ECCLITICO
Il signor Buonafede
ora di veder si crede
le lunatiche donne sol lassù,
e le lunatiche sono ancor quaggiù.
(Buonafede esce dalla specula ridendo)
BUONAFEDE
Ho veduto! ho veduto!
ECCLITICO
E cosa mai?
BUONAFEDE
Ho veduto una cosa bella assai.
3b - Cavatina
BUONAFEDE
Ho veduto una ragazza
far carezze ad un vecchietto.
Oh che gusto, oh che diletto,
che quel vecchio proverà!
Oh
che mondo benedetto,
oh che gran felicità!
(torna nella specula)
Recitativo
ECCLITICO
Se una ragazza fa carezze a un vecchio,
non la sprona l'amor, ma l'interesse:
lo vezzeggia, lo adora,
ma che crepi il meschin non vede l'ora.
3c - Intermezzo
Recitativo
BUONAFEDE
(esce dalla specula)
Ho veduto! ho veduto!
ECCLITICO
E che, signore?
BUONAFEDE
Una cosa per cui rido di cuore.
3d - Cavatina
BUONAFEDE
Ho
veduto un buon marito
bastonar la propria moglie
per
correggere il prorito
d'una certa infedeltà.
Oh
che mondo ben compito,
oh che gusto, che mi dà!
(torna nella specula)
Recitativo
ECCLITICO
Volesse il ciel che quanto
fintamente ha mirato
fosse nel nostro mondo praticato.
Se gli uomini di garbo
alle cattive mogli desser di bastonate
un precipizio, avrebbero le donne più giudizio.
3e - Intermezzo
Recitativo
BUONAFEDE
(torna uscir dalla specula)
Oh questa assai mi piace!
ECCLITICO
Che vuol dire?
BUONAFEDE
Ho veduto il contrario
da quello che fra noi si suol usare,
da un uomo e da una donna praticare.
3f - Cavatina
BUONAFEDE
Ho veduto dall'amante
per
il naso esser menata
certa donna innamorata
che
chiedeva invan pietà!
Oh che usanza prelibata!
Oh
si usasse ancora qua!
Recitativo
ECCLITICO
E qui ancora si useria,
se gli uomini non patisser la pazzia.
BUONAFEDE
Caro signor Ecclitico,
ho veduto gran cose;
e per farvi veder che son contento,
questa borsa tenete.
ECCLITICO
Oh, meraviglio!
BUONAFEDE
Eh prendetela, via, che io così vuò.
ECCLITICO
Se volete così, la prenderò.
BUONAFEDE
Diman ritornerò.
ECCLITICO
Siete padrone.
BUONAFEDE
Certo quel cannocchiale è assai ben fatto.
Tutto, tutto si vede. Ho un gusto matto.
4 - Aria
BUONAFEDE
La ragazza col vecchione:
uh carina, bel piacere!
Il marito col bastone:
bravo, bravo, oh bel vedere!
Una donna per il naso:
che bel colpo, che bel caso!
Oh che mondo benedetto!
Oh che gran felicità!
Che piacere, che diletto,
oh che gusto che mi dà!
(parte)
Scena Quarta
(Ecclitico, poi Ernesto e Cecco)
Recitativo
ECCLITICO
Io la caccia non fo alle sue monete;
ma vorrei, se potessi,
la sua figlia Clarice,
custodita con tanta gelosia,
torla dalle sue mani e farla mia.
ERNESTO
Amico, vi son schiavo.
ECCLITICO
Servo, signor Ernesto.
ERNESTO
Riverisco
il signor segretario della luna.
ECCLITICO
Sei pazzo, e tal morrai.
ERNESTO
Veduto uscire ho dalla vostra casa
il signor Buonafede. È vostro amico?
ECCLITICO
Amico ed amicone della mia strepitosa
professione. Egli ha una bella figlia.
ERNESTO
Anzi n'ha due.
CECCO
Anzi rassembra a me
che colla cameriera n'abbia tre.
ERNESTO
Son di Flaminia amante.
ECCLITICO
Ed io Clarice adoro.
CECCO
Per Lisetta ancor io spasimo e moro.
ERNESTO
L'ho chiesta a Buonafede,
ed ei me l'ha negata.
ECCLITICO
Spera di maritar le proprie figlie
con principi d'altezza.
CECCO
E così spera
un conte maritar la cameriera.
ECCLITICO
Corrisponde Flaminia all'amor vostro?
ERNESTO
Mi ama con tutto il cor.
CECCO
La mia Lisetta
per le bellezze mie par impazzita.
ECCLITICO
E Clarice è di me pur invaghita.
Ditemi, vogliam noi
rapirle a questo pazzo?
ERNESTO
Il ciel volesse!
ECCLITICO
Secondatemi dunque, e non temete.
CECCO
Un ottimo mezzan so che voi siete.
ECCLITICO
Di denar come state?
ERNESTO
Quando occorra, io vuoterò l'erario.
CECCO
Io sacrificherò tutto il salario.
ECCLITICO
Andiamo; ho un macchinista
che prodigi sa far. Con il mio ingegno
oggi di far m'impegno
che il signor Buonafede, o sia baggiano,
le tre donne ci dia colla sua mano.
CECCO
Oh bravo!
ERNESTO
E come mai?
ECCLITICO
Tutto saprete.
Preparate monete;
preparate di far quel che dirò,
e la parola mia vi manterrò.
5 - Aria
ECCLITICO
Un poco di denaro
e un poco di giudizio
vi vuol per quel servizio:
voi m'intendete già.
Contento
voi sarete,
ma prima riflettete
che il stolido e l'avaro
mai nulla ottenirà.
(parte)
Scena Quinta
(Ernesto e Cecco)
Recitativo
CECCO
Costui dovrebbe al certo esser ricco sfondato.
ERNESTO
E a che motivo?
CECCO
Perché a far il mezzano
egli non ha difficoltade alcuna;
ed è questo un mestier che fa fortuna.
ERNESTO
Tu dici male; Ecclitico è sagace,
e se in ciò noi compiace,
il fa perché Clarice ei spera ed ama.
CECCO
Ho inteso, ho inteso. Ei brama
render contenti i desideri suoi,
e vuol far il piacer pagar a noi.
ERNESTO
Orsù, taci e rammenta
chi son io, chi sei tu.
CECCO
Per cent'anni, padron,
non parlo più.
ERNESTO
Vado in questo momento
denaro a provveder. Tu va, m'attendi
d'Ecclitico all'albergo,
ove domani,
mercé il di lui talento,
spero che l'amor mio sarà contento.
6 - Aria
ERNESTO
Begli occhi vezzosi
dell'idolo amato,
brillate amorosi,
sperate che il fato
cangiar si dovrà.
Bei labbri ridenti
del viso che adoro,
sarete contenti
che il nostro ristoro
lontan
non sarà.
(parte)
Scena Sesta
(Cecco solo)
Recitativo
CECCO
Qualche volta il padron mi fa da ridere.
Ei segue il mondo stolido:
cambia alle cose il termine,
e il nome cambia benespesso agli uomini.
Per esempio, a un ipocrita
si dice uom devotissimo,
all'avaro si dice un bravo economo,
e generoso vien chiamato il prodigo.
Così appella talun bella la femmina,
perché sul volto suo la biacca semina.
7 - Aria
CECCO
Mi fanno ridere quelli che credono
che quel che vedono sia verità.
Non sanno i semplici che
tutti fingono:
che il vero tingono di
falsità.
(mutazione di scena)
Scena Settima
(Camera in casa di Buonafede con loggia aperta,
tavolino con lumi e sedie. Clarice e Flaminia)
Recitativo
CLARICE
Eh venite, germana:
andiam su quella loggia
a goder della notte il bel sereno.
FLAMINIA
Se il genitor austero
ci ritrova colà, misere noi!
CLARICE
Che badi a' fatti suoi.
Ci vuol tener rinchiuse
e dall'aria difese,
come fossimo noi tele di ragno.
FLAMINIA
Finché noi siam soggette
al nostro genitor, convien soffrire.
CLARICE
Ma io, per vero dire,
stanca di questa soggezion noiosa,
non veggo l'ora d'essere la sposa.
FLAMINIA
E quando sarem spose,
avrem di soggezion finiti i guai?
Anzi sarem soggette più che mai.
CLARICE
Eh sorella, i mariti
non son più tanto austeri:
aman la libertade al par di noi,
ed abbada ciascuno ai fatti suoi.
FLAMINIA
Felici noi, se ci toccasse in sorte
un marito alla moda. Ah sventurate,
se un geloso ci tocca!
CLARICE
In pochi giorni, o ch'io lo guarirei,
o che al mondo di là lo manderei.
FLAMINIA
Vorreste forse avvelenarlo?
CLARICE
Oibò!
Ma il segreto io so,
con cui questi gelosi
dalle donne si fan morir rabbiosi.
FLAMINIA
Se l'accordasse il padre,
spererei con Ernesto esser felice.
CLARICE
Lo spererei anch'io con Ecclitico mio.
FLAMINIA
Quell'Ecclitico vostro
è un uom ch'altra non pensa
che a contemplar or l'una, or l'altra stella.
CLARICE
Questo è quello, sorella,
che in lui mi piace di più.
Finché ei pensa alla luna, ovvero al sole,
la sua moglie farà quello che vuole.
FLAMINIA
Ma il genitor io temo
non vorrà soddisfarci.
CLARICE
Evvi in tal caso un ottimo espediente:
maritarci da noi senza dir niente.
FLAMINIA
Ciò so che non convien a onesta figlia,
ma se amor mi consiglia, e il padre a me
si oppone, io temo che all'amor ceda ragione.
8 - Aria
FLAMINIA
Ragion nell'alma siede
regina dei pensieri,
ma si disarma e cede
se la combatte amor.
E amor, se occupa il trono,
di
re si fa tiranno,
e sia tributo o dono,
vuol
tutto il nostro cor.
(parte)
Scena Ottava
(Clarice, poi Buonafede)
Recitativo
BUONAFEDE
Brava, signora figlia!
V'ho detto tante volte
che non uscite dalla vostra stanza.
CLARICE
Ed io tant'altre volte
mi sono dichiarata
che non posso soffrir di star serrata.
BUONAFEDE
Eh ben, bene, fraschetta,
so io quel che farò.
CLARICE
Sì, castigatemi;
cacciatemi di casa e maritatemi.
BUONAFEDE
Se io ti maritassi,
non castigherei te, ma tuo marito.
Né castigo maggior dargli potrei,
quanto una donna pazza qual tu sei.
CLARICE
Io pazza? V'ingannate.
Pazza sarei qualora
mi lasciassi un po' troppo intimorire,
e avessi per rispetto a intisichire.
9 - Aria
CLARICE
Son fanciulla da marito,
e
lo voglio, già il sapete;
e se voi non mel darete,
da
me stessa il prenderò.
Ritrovatemi un partito
che sia proprio al genio mio;
o
lasciate, farò io:
se lo cerco, il troverò.
(parte)
Scena Nona
(Buonafede, poi Lisetta
Recitativo
BUONAFEDE
Se mandarla potessi
nel mondo della luna, avrei speranza
castigata veder la sua baldanza.
LISETTA
Serva, signor padrone.
BUONAFEDE
Addio, Lisetta.
LISETTA
Vuol cenare?
BUONAFEDE
È anco presto, aspetta un poco.
LISETTA
Ho posta già la panatella al foco.
BUONAFEDE
Brava, brava. Lisetta, oh se sapessi
le belle cose che ho vedute!
LISETTA
E cosa ha veduto di bello?
BUONAFEDE
Ho avuto la fortuna
di mirar dentro al tondo della luna.
LISETTA
(fra sè)
Ecco la sua pazzia!
BUONAFEDE
Senti, può darsi... sai che ti voglio ben.
Può darsi ancora,
se tu mi sei fedel, se non ricusi
di darmi un po' d'aiuto,
ch'io ti faccia veder quel che ho veduto.
LISETTA
Sapete pur ch'io sono vostra serva fedele,
e se mi lice, vostra tenera amante.
(fra sè)
Invaghita però sol del contante.
BUONAFEDE
Quand'è così, mia cara,
della ventura mia ti voglio a parte.
Vedrai d'un uomo l'arte
quanto può, quanto vale;
le prodezze vedrai d'un cannocchiale.
LISETTA
Vorrei che un cannocchial si desse al mondo
con cui vedeste il fondo
del mio povero core, che sol per voi
arde d'amore e fede.
(fra sè)
Egli è pazzo davver se me lo crede.
BUONAFEDE
Per rimirar là dentro
in quel tuo cor sincero,
serve di cannocchial il mio pensiero.
Vedo che tu mi vuoi bene,
vedo che tu sei mia.
LISETTA
(fra sè)
Ma non vede che questa è una pazzia.
BUONAFEDE
Doman ti vuò menar dal bravo astrologo;
vedrai quel che si pratica lassù
dalle donne da ben come sei tu.
10 - Aria
LISETTA
Una
donna come me non vi fu, né vi sarà;
io son tutt'amor e fé,
io son tutta carità.
Domandate a chi lo sa.
«Sì,
ch'è vero», ognun dirà.
Io, malizia in sen non ho:
sono stata ognor così.
Poche volte dico no; quando posso dico sì.
Ma lo dico, già si sa,
salva sempre l'onestà.
(parte)
Scena Decima
(Buonafede, poi Ecclitico)
Recitativo
BUONAFEDE
È poi la mia Lisetta una buona ragazza.
Non è di quelle serve impertinenti
che, quando hanno le grazie del padrone,
vogliono in casa far le braghessone.
ECCLITICO
(di dentro)
Ehi, signor Buonafede, si puoi entrar?
BUONAFEDE
Oh capperi, chi è qui?
Venite, signor, sì; cos'è 'sta novità?
Qualche cosa di grande vi sarà.
ECCLITICO
Compatite s'io vengo
in quest'ora importuna a disturbarvi:
un segno d'amicizia io vengo a darvi.
BUONAFEDE
Oh! che buona ventura a me vi guida?
ECCLITICO
V'è nessun che ci ascolti?
BUONAFEDE
No,
siam soli.
Parlate pur con libertà.
ECCLITICO
Voi
siete l'unico galantuom ch'io stimo ed amo:
onde vi vengo a usar per puro affetto
un atto d'amicizia e di rispetto.
BUONAFEDE
Obbligato vi son. Ma che intendete
voler dire con ciò?
ECCLITICO
Vengo da voi per sempre a licenziarmi.
BUONAFEDE
O dèi! per sempre?
Ditemi, cosa fu?
ECCLITICO
Amico addio! Non ci vedrem mai più.
BUONAFEDE
Voi mi fate morir. Ma perché mai?
ECCLITICO
Tutto confido a voi. Sappiate, amico,
che il grande imperatore
del bel mondo lunar con lui mi vuole.
Io fra pochi momenti
sarò insensibilmente
trasportato lassù per mio destino,
e sarò della luna cittadino.
BUONAFEDE
Come! È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,
se resto senza voi! Ma in qual maniera
la voce di lassù poté arrivare?
ECCLITICO
Là nel mondo lunare
un astrologo v'è, come son io,
che ha fatto un cannocchial simile al mio.
Congiunti nella cima i cannocchiali,
e levato il cristallo, o sia la lente,
facilissimamente
sento quel che si dice nell'altro mondo,
e col metodo stesso anch'io rispondo.
BUONAFEDE
Oh prodigio! Oh prodigio! Ed in che modo
sperate andar tant'alto?
Dalla terra alla luna vi è un gran salto.
ECCLITICO
Tutto vuò confidarvi.
Dal cannocchiale istesso
il grande imperatore
mi ha fatto schizzettar certo licore
che quando il beverò,
leggermente alla luna io volerò.
BUONAFEDE
Amico, ah, se voleste, aiutatemi potreste.
ECCLITICO
E come mai?
BUONAFEDE
Schizzettatemi un po' di quel licore
che v'ha mandato il vostro imperatore.
ECCLITICO
(fra sè)
Eccolo nella rete.
BUONAFEDE
E poi anch'io verrò lassù con voi.
ECCLITICO
Ma non vorrei
che se n'avesse a mal sua maestà.
BUONAFEDE
È un signor di buon cor;
non parlerà.
ECCLITICO
Orsù, mi siete amico;
vi voglio soddisfar. Quest'è il licore.
Giacché non v'è nessuno,
vuò che ce lo beviam metà per uno.
BUONAFEDE
E poi come faremo?
ECCLITICO
E poi ci sentiremo
sottilizzar le membra in forma tale
che andremo insù come se avessim l'ale.
BUONAFEDE
Beverei, ma non so...
Sono fra il sì ed il no...
ECCLITICO
Compiacervi credevo;
se pentito già siete, io solo bevo.
(finge di bere)
BUONAFEDE
Non lo bevete tutto, per carità.
ECCLITICO
Tenetemi, che ormai mi sembra di volare.
Oh me felice! Oh singolar fortuna!
Or or sarò nel mondo della luna.
(straluna gli occhi)
BUONAFEDE
Cos'avete negli occhi?
Parete ispiritato.
ECCLITICO
Dallo spirto lunar son invasato.
Addio. Vado.
BUONAFEDE
Fermate.
Voglio venir anch'io.
ECCLITICO
Ecco: tenete il resto del licor dunque, e bevete.
BUONAFEDE
Ma le figliuole mie? Ma la mia serva?
ECCLITICO
Quando sarete là, grazia per esse
ancor s'impetrerà. Vado, vado.
BUONAFEDE
Son qui, bevo; aspettate.
(beve)
ECCLITICO
Bevi, buon pro ti faccia.
(fra sè)
Io bevuto non ho. Fra pochi istanti
dal sonnifero oppresso e addormentato,
crederà nella luna esser portato.
BUONAFEDE
Ecco bevuto ho anch'io.
Mondo, mondaccio rio,
per sempre t'abbandono.
Uomo sopralunar fatto già sono.
Ohimè! sento un gran foco.
ECCLITICO
Soffrite: a poco a poco,
tramutar sentirete
tutte le vostre membra, e goderete.
BUONAFEDE
Par che mi venga sonno.
ECCLITICO
Ecco l'effetto che fa il licor perfetto.
BUONAFEDE
Non posso star in piedi.
ECCLITICO
Accomodatevi.
(lo fa sedere)
state pronto a salire, e consolatevi.
BUONAFEDE
Mi sembra di volar.
ECCLITICO
Lo credo anch'io.
BUONAFEDE
Caro Ecclitico mio,
itemi dove sono. In terra, o in aria?
ECCLITICO
Vi andate a poco a poco sollevando.
BUONAFEDE
Mi vo sottilizzando.
Ma come uscir potrem... da questa stanza?
ECCLITICO
Abbiamo in vicinanza un ampio finestrone.
BUONAFEDE
Vado, vado senz'altro.
ECCLITICO
(fra sè)
Oh che babbione!
Scena Undicesima
(Ecclitico e Buonafede. Poi Clarice e Lisetta)
11b - Finale I
BUONAFEDE
Vado, vado; volo, volo...
ECCLITICO
Bravo, bravo, mi consolo.
BUONAFEDE
Dove siete?
ECCLITICO
Volo
anch'io.
ECCLITICO
Addio mondo, mondo addio!
BUONAFEDE
Addio mondo, mondo addio!
(escono Clarice e Lisetta)
CLARICE
Caro padre, cosa c'è?
LISETTA
Padron mio, che cos'è?
BUONAFEDE
Vado, vado; volo, volo.
CLARICE, LISETTA
Dove, dove?
ECCLITICO
(fra sè)
Oh che fortuna!
BUONAFEDE
Vo nel mondo della luna.
CLARICE, LISETTA
Muore, muore, ohimè che muore!
BUONAFEDE
Oh che gusto, oh che diletto!
ECCLITICO
(fra sè)
Viva, viva, oh che fortuna!
CLARICE, LISETTA
Muore, muore.
BUONAFEDE
Cara luna, vengo, vengo, vengo a te.
(s'addormenta)
CLARICE, LISETTA
Muore, muore. Presto, presto!
Qualche spirto troverò.
Presto, presto tornerò.
(partono)
ECCLITICO
Il buon sonnifero gli offusca il cerebro.
Portar dagli uomini via lo farò.
Fabrizio, Prospero...
(vengono due servi)
ECCLITICO
...su via, prendetelo,
e là portatelo nel mio giardin.
(portano via Buonafede)
ECCLITICO
Le donne tornano e si disperano,
perché già credono morto il meschin.
(tornano Clarice e Lisetta)
CLARICE
Povero padre, ahi che morì!
LISETTA
Ahi, che di vivere tosto finì!
ECCLITICO
No, non piangete, non è così.
CLARICE, LISETTA
Ahi, che di vivere tosto finì!
Ahi che tormento, ahi che morì!
ECCLITICO
«Lascio a Clarice sei mille scudi
se di sposarsi risolverà.»
CLARICE
Era mortale, questo si sa.
ECCLITICO
«Lascio a Lisetta cento ducati
quando il marito ritroverà.»
LISETTA
Era assai vecchio, questo si sa.
ECCLITICO
Povero vecchio, più nol vedrete!
CLARICE, LISETTA
Ahi, che tormento che voi mi date!
ECCLITICO
Pronta è la dote, se la volete.
CLARICE, LISETTA
Mi fate ridere, mi consolate.
CLARICE, LISETTA, ECCLITICO
Viva chi vive.
Chi è morto, è morto.
Dolce conforto la dote sarà.
ATTO SECONDO
Scena Prima
(Giardino delizioso in casa di Ecclitico, raffigurato
nel mondo della luna, ove si rappresentano alcune
stravaganze ordinate dall'astrologo per deludere
Buonafede. Buonafede che dorme sopra un letto di fiori.
Ecclitico travestito con abito capriccioso.
Ernesto ne' suoi abiti)
Recitativo
ECCLITICO
Ecco qui Buonafede nel mondo della luna.
Egli ancor dorme; e quando sia destato,
esser non crederà nel mio giardino,
ma nel mondo lunare,
fra le delizie peregrine e rare.
ERNESTO
Ma Flaminia e Clarice son del tutto avvisate?
ECCLITICO
Il tutto sanno
e a ogni nostro disegno aderiranno.
Lisetta nulla sa, ma non importa;
con un'altra invenzione
farò ch'ella si creda
nel mondo della luna trasportata.
Ella è da Cecco amata, e Cecco la desìa;
e acciocch'egli aderisca alle mie voglie,
gli ho promesso che lei sarà sua moglie.
ERNESTO
Flaminia sarà mia.
ECCLITICO
E mia sarà Clarice.
Oggi ciascun di noi sarà felice.
Le macchine son pronte;
son pronti i giochi, i suoni,
i balli e i canti,
cose che pareran prodigi o incanti.
ERNESTO
Ed io, per esser pronto a sostener la mia caricatura,
vado tosto a cambiar spoglie e figura.
(parte)
Scena Seconda
(Ecclitico e Buonafede che dorme)
ECCLITICO
Buonafede ancor dorme:
tempo è di risvegliarlo.
Con questo sal volatile,
sciogliendo i spirti che fissati ha l'oppio,
in sé ritornerà.
(gli pone un vasetto sotto le narici)
BUONAFEDE
Flaminia...
ECCLITICO
Ei
chiama la figliuola fra il sonno e la vigilia.
BUONAFEDE
Ehi! Clarice... Lisetta...
ECCLITICO
Ora si va svegliando.
BUONAFEDE
Eh! dove sono?
(si alza bel bello)
ECCLITICO
Amico...
BUONAFEDE
Olà, chi siete?
ECCLITICO
Che? non mi conoscete?
Non ravvisate Ecclitico?
BUONAFEDE
Voi quello?
ECCLITICO
Sì, quel son io.
BUONAFEDE
Ma dove, dove, amico, siam noi?
ECCLITICO
Dove la sorte tutti i beni aduna,
nel bellissimo mondo della luna.
BUONAFEDE
Ehi! mi burlate?
ECCLITICO
E non ve n'accorgete
dello splendor che fa più bello il giorno?
Dell'aria salutar che spira intorno?
BUONAFEDE
È vero. Oh che bel giorno!
Oh che aria dolcissima e soave!
ECCLITICO
Mirate a' vostri piedi
dal bel terren fecondo
nascer le rose e i gigli.
(si vedono spuntare i fiori)
BUONAFEDE
Oh che bel mondo!
ECCLITICO
Udite il dolce canto degli augelli canori.
(s'odono a cantare i rosignoli)
BUONAFEDE
Oh che bel contento!
Son fuor di me, non so dove mi sia.
ECCLITICO
Udite l'armonia che esce dagli arboscelli,
agitati da dolci venticelli.
13 - Balletto
(odesi un concertino principiato da violini
ed oboi in orchestra, colle risposte de' corni
da caccia e fagotti dentro la scena)
Recitativo
BUONAFEDE
Oh che ninfe gentili! Oh che fortuna!
Oh benedetto il mondo della luna!
Ma sa l'imperatore,
ch'io qui son arrivato?
ECCLITICO
È di tutto informato.
BUONAFEDE
Andiamlo a ritrovare.
ECCLITICO
Non è permesso
con quell'abito andar innanzi a lui,
s'egli non ve ne manda uno de' sui.
Ma ecco i cavalieri
con i paggi e i staffieri.
Il gran monarca vi manda da vestir.
BUONAFEDE
Oh che bel mondo!
Scena Terza
(Quattro Cavalieri con Paggi e Staffieri, che portano
abiti da travestire Buonafede, e detti. Intanto che i
Cavalieri cantano il coro, i Paggi levano le sue vesti
a Buonafede, e lo vestono con gli abiti capricciosi da
loro portati)
15 - Coro
QUATTRO CAVALIERI
Uomo felice, cui goder lice
di questo mondo l'alta
beltà.
L'imperatore,
per farvi onore,
prove vi manda di
sua bontà
ECCLITICO, BUONAFEDE
Il
ciel lo guardi sempre d'affanni;
viva
mill'anni con sanità.
QUATTRO CAVALIERI
Or che vestito siete, e pulito,
andar potrete da sua maestà.
TUTTI
Il ciel lo guardi sempre d’affanni;
viva mill’anni con sanità.
(partono i Cavalieri, Paggi e Staffieri)
Recitativo
BUONAFEDE
Come avrò a contenermi?
Quante gran riverenze avrò da fare?
ECCLITICO
Il nostro gran monarca
non vuol adulatori. Egli è un signore
ch’è tagliato alla buona, e di buon core.
BUONAFEDE
Andiam. Non vedo l’ora di vederlo.
Ma quanto in anticamera aspettar ci farà?
ECCLITICO
Qui in anticamera
sospirar non si sente, o bestemmiare.
Ognuno puoi entrare,
ognuno puoi andar dal suo sovrano,
e può baciargli il piè, nonché la mano.
Ma restate, ch’io andrò ad avvisarlo;
egli ha tanta bontà,
che per farvi piacer qui venirà.
BUONAFEDE
E la mia cameriera, e le mie figlie,
non verranno con noi?
ECCLITICO
Sì, sì, verranno poi; anzi le nostre donne
han jus particolare a questo impero,
perché va colla luna il lor pensiero.
16 – Aria
ECCLITICO
Voi
lo sapete come son fatte:
ora vezzose, tutte amorose;
ora ostinate,
fiere
arrabbiate.
Che? Non è vero?
Sono lunatiche, oh signor sì.
Mutan figura, mutan pensiere;
son
per natura poco sincere.
Certo, credetemi, che
l’è così.
(parte)
Scena Quarta
(Buonafede solo)
Recitativo
BUONAFEDE
Parmi che dica il vero; anzi Lisetta
ora è meco amorosa, or sdegnosetta.
Ma, s’ella qui verrà, forse si cangerà.
Ben mi ricordo del bellissimo caso
della donna menata per il naso.
Scena Quinta
(Si vede in fondo della scena un carro trionfale, tirato
da quattro Uomini bizzarramente vestiti, con sopra il
carro Cecco, vestito da imperatore, e a’ piedi del
medesimo Ernesto, vestito all’eroica, con una stella
in fronte)
17 – Marcia
(Buonafede osserva con meraviglia. A suono di marcia
si avanza il carro, e giunto alla metà della scena, lo
fermano; Ernesto scende ed aiuta a scendere Cecco
con affettata sottomissione)
Recitativo
BUONAFEDE
Umilmente m’inchino a vostra maestà.
CECCO
Chi siete voi, che indirizza i suoi saluti
alla maestà nostra, e non a noi?
BUONAFEDE
Perdoni; io fo all’usanza
del mondo sublunar dove son nato.
CECCO
Sì, sì, son informato che là nel vostro mondo
trionfa l’albagìa, né di titoli mai v’è carestia.
BUONAFEDE
Dice ben... ma che vedo!
Quivi il signor Ernesto?
ERNESTO
V’ingannate.
Io stella sono, ed Espero m’appello;
e quando il cielo imbruna,
esco primiero a vagheggiar la luna.
Sortito avrà l’influsso,
quel ch’Ernesto s’appella,
dalla costellazion della mia stella.
BUONAFEDE
Io non so che mi dir; voi tutto Ernesto
certo rassomigliate.
ERNESTO
Non vi meravigliate, ché nella nostra corte
abbiamo noi un buffon che somiglia tutto a voi.
BUONAFEDE
Grazie a vostra bontà del paragone;
ma io per dirla a lei, non son buffone.
CECCO
Eppur nel vostro mondo
chi sa far il buffone è fortunato.
BUONAFEDE
(fra sè)
Capperi! Egli è informato.
CECCO
Or che vi pare?
Vi piace il nostro mondo?
BUONAFEDE
In fede mia,
a chi un mondo sì bel non piaceria?
Ma per esser contento,
una grazia, signor, ancor vi chiedo.
CECCO
Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
BUONAFEDE
Ho due figlie e una serva, vorrei...
CECCO
V’ho già capito, le vorreste con voi.
Andrà, per consolarle,
una stella cometa ad invitarle.
BUONAFEDE
Ma le stelle comete portan cattivo augurio.
CECCO
Oh, gente pazza del mondo sublunar!
Poiché le stelle conoscer pretendete,
e voi stessi laggiù non conoscete.
BUONAFEDE
Ha ragion, ha ragion, non so che dire.
CECCO
Io le farò venire, ma però con un patto,
che vuò senza recarvi pregiudizio,
la vostra cameriera al mio servizio.
BUONAFEDE
Ma signor...
CECCO
Già lo so che siete innamorato
in quei begli occhi suoi,
ma questa volta la vogliam per noi.
BUONAFEDE
Dunque lei l’ha veduta?
CECCO
Signor sì.
Una macchina abbiamo,
da cui spesso vediamo
quel che si fa laggiù nel basso mondo;
e il piacer più giocondo
che aver possano i nostri occhi lunari,
è il mirar le pazzie dei vostri pari.
18 – Aria
CECCO
Un avaro suda e pena,
e poi crepa, e se ne va.
Un
superbo, senza cena
vuol rispetto, e pan non ha.
Un
geloso è tormentato,
un corrente è criticato.
Quasi tutti al vostro mondo
siete pazzi in verità.
Chi
sospira per amore, chi delira per furore,
chi
sta bene e vuol star male,
chi ha gran fumo e poco sale;
al
rovescio tutto va. Siete pazzi in verità.
(sale sul suo carro, e parte col séguito)
Scena Sesta
(Buonafede e Ernesto)
Recitativo
ERNESTO
Voi avete due figlie?
BUONAFEDE
Signor sì.
ERNESTO
Fanciulle, o maritate?
BUONAFEDE
Son ragazze,
e non ho ancora lor dato marito,
perché non ho trovato un buon partito.
ERNESTO
Avete fatto ben.
Nel vostro mondo due cattivi
mezzani soglion far qualche volta i matrimoni;
uno è il capriccio, e l’altro è l’interesse.
Dal primo ne provien la sazietà,
dal secondo la nera infedeltà.
BUONAFEDE
Vussignoria favella
come appunto parlar deve una stella.
ERNESTO
Qui non v’è alcun che dica
di morir per l’amata;
Qui non v’è alcun che sia fido ad un’ingata.
Non vedrete chi voglia
nella tasca portar ampolle o astucci
con balsami o ingredienti,
utili delle donne ai svenimenti.
BUONAFEDE
Me se svien una donna,
come la soccorrete?
ERNESTO
Accostumiamo una corda per portare;
quando fanno tali caricature,
le facciam rinvenir con battiture.
BUONAFEDE
Questo, per vero dire, è un vero elisire!
ERNESTO
È un elisir che giova;
e credetelo a me che il so per prova.
19 – Aria
ERNESTO
Qualche volta non fa male il contrasto ed il rigore.
Sempre
pace, sempre amore,
fa languire anco il piacer.
Quando poi cessa lo sdegno,
sente il cor maggior diletto;
più vigor prende l’affetto, e moltiplica il goder.
(parte)
Scena Settima
(Buonafede solo, e varie persone di dentro
che forman l’Eco)
Recitativo
BUONAFEDE
Io resto stupefatto:
questo è un mondo assai bello, assai ben fatto.
Cantan sì ben gli augelli;
suonano gli arboscelli;
ognun balla, ognun gode; ognun vive giocondo.
Oh che mondo felice! Oh che bel mondo!
Me lo voglio goder. Vuò andar girando
per questa ch’esser credo la principal città.
Non so s’abbia d’andar di là, o di qua.
(interno: l’Eco risponde da varie parti)
ECO
Di qua, di qua, di qua.
BUONAFEDE
Oh questa sì, ch’è bella!
Ognuno a sé mi appella,
e mi sento a chiamar di qua e di là.
ECO
Di là, di là, di là.
BUONAFEDE
E siam sempre da capo.
Vorrei venire e non vorrei venire:
sono fra il sì ed il no.
ECO
No, no, no, no, no, no.
BUONAFEDE
No di qua, no di là.
Dunque resterò qui sempre fermo così.
ECO
Sì, sì, sì, sì, sì, sì.
BUONAFEDE
Ah! Ah! V’ho conosciuto, signor Eco garbato.
Oh che piacer giocondo!
Oh che spasso, oh che spasso!
Oh che bel mondo!
20 – Aria
BUONAFEDE
Che
mondo amabile,
che impareggiabile felicità!
Gli alberi suonano, gl’augelli
cantano,
le ninfe ballano, gli echi rispondono.
Tutto
è godibile, tutto è beltà.
Che
mondo amabile,
che impareggiabile felicità!
(parte)
Scena Ottava
(Ecclitico e Lisetta condotta da due,
cogli occhi bendati)
Recitativo
LISETTA
Dove mi conducete?
Siete sbirri, sicari, o ladri siete?
ECCLITICO
Levategli la benda, or che la fortunata
a questo mondo è già arrivata.
(gli levano la benda)
LISETTA
Ohimè, respiro un poco!
ECCLITICO
Bella ragazza, io gioco che dove adesso siate
voi non v’immaginate.
LISETTA
E che volete,
caro signor Ecclitico, ch’io sappia?
Dormivo ancor nel letto,
allorché son venuti quei marioli cornuti:
m’hanno bendati gli occhi,
m’hanno condotta via,
e adesso non so dir dove mi sia.
ECCLITICO
Lisetta, avete avuta la fortuna
d’esser passata al mondo della luna.
LISETTA
Ah, ah, mi fate ridere; non sono una bambina
da credere a siffatte scioccherie.
ECCLITICO
Delle parole mie voi la prova vedrete
quando sposa sarete del nostro imperatore,
che pel vostro bel viso arde d’amore.
LISETTA
La favola va lunga.
Il padrone dov’è?
ECCLITICO
Morto si finse,
ma nel mondo lunare egli è passato,
e anch’io dopo di lui son arrivato.
LISETTA
Caro signor lunatico, non mi fate adirar.
Per qual cagione,
ditemi, uscir di casa mi faceste?
ECCLITICO
Di casa uscir credeste; ma dal balcon passata,
foste qui da una nuvola portata.
LISETTA
Orsù, tali pazzie soffrir non voglio;
vuò saper dove tende quest’imbroglio.
ECCLITICO
Ecco il vostro padrone: domandatelo a lui,
che lo saprà. Io vado a ritrovare sua maestà.
(parte)
Scena Nona
(Lisetta, poi Buonafede)
Recitativo
LISETTA
Quello è il padrone? È lui.
Non capisco la sua caricatura.
Oh che moda graziosa! Oh che figura!
BUONAFEDE
Lisetta, oh benvenuta.
Tu ancor sei qui con noi?
Fortunata davver chiamarti puoi.
LISETTA
Ma dove siam?
BUONAFEDE
Nel mondo della luna.
LISETTA
Mi volete ingannar?
BUONAFEDE
No, te lo giuro:
questo è il mondo lunar, te l’assicuro
LISETTA
Adunque sarà vero
che una nuvola qui m’avrà portata.
BUONAFEDE
Sei stata fortunata.
Perch’io ti porto amore,
sei venuta a goder sì grand’onore
LISETTA
Ma qui che far dovrò?
BUONAFEDE
Quello che devi far, t’insegnerò.
Tu devi voler bene al tuo padrone.
LISETTA
E non altro?
BUONAFEDE
Tu
devi fargli qualche carezza!
LISETTA
Lo sapete, signor, non sono avvezza.
BUONAFEDE
Credi forse che qui si faccian le carezze
colla malizia che si fan da noi?
Qui ognuno si vuol ben con innocenza,
e sbandita è quassù la maldicenza.
LISETTA
Oh, se fossi così, saria pur bello
questo mondo lunar!
BUONAFEDE
Credilo, è tale.
LISETTA
Questo mi pace assai.
BUONAFEDE
Vien qua, Lisetta, dammi la tua manina.
LISETTA
Oh signor no!
BUONAFEDE
Perché?
LISETTA
Perché non so se nel vostro operar vi sia tristizia.
BUONAFEDE
Eh! Qui tutto si fa senza malizia.
LISETTA
Quand’è così, prendete.
BUONAFEDE
Oh cara mano!
(la stringe)
LISETTA
Piano, signore, piano!
Voi me l’avete stretta sì furioso,
che mi parete alquanto malizioso.
BUONAFEDE
Io sono innocentino,
credi, Lisetta mia, come un bambino.
LISETTA
(fra sè)
Che caro bambinello!
Egli è tanto innocente quanto è bello.
BUONAFEDE
Che dite? Ch’io son bello?
LISETTA
Signor sì.
BUONAFEDE
Quando lo dite voi, sarà così.
LISETTA
(fra sè)
È pazzo più che mai.
BUONAFEDE
Via, Lisettina, datemi un abbraccino...
LISETTA
Oh questo no.
BUONAFEDE
Senza malizia già vi abbraccerò.
LISETTA
Quando fosse così...
BUONAFEDE
Così sarà.
LISETTA
Non mi fido.
BUONAFEDE
Pietà.
LISETTA
Se pietà mi chiedete,
malizioso voi siete.
BUONAFEDE
Ah, malizia non ho.
LISETTA
Ma cos’è quel sospiro?
BUONAFEDE
Io non lo so.
21 – Duetto
BUONAFEDE
Non aver di me sospetto,
malizioso io non ho il core.
LISETTA
Vi conosco, bel furbetto,
malizioso è il vostro amore.
BUONAFEDE
Non è ver.
LISETTA
Non me ne fido.
BUONAFEDE
Son pupillo.
LISETTA
Io me ne rido.
BUONAFEDE
Via carina - una manina.
LISETTA
No, non voglio.
BUONAFEDE
Oh crudeltà!
Come fo alla mia cagnina,
le carezze io ti farò.
LISETTA
Ed io qual da gattina, le carezze accetterò.
BUONAFEDE
Vieni, o cara barboncina.
LISETTA
Vieni, o bella piccinina.
BUONAFEDE
Vien da me, non abbaiar.
LISETTA
Frusta via, mi vuoi graffiar.
(partono)
Scena Decima
(Cecco nell’abito di finto imperatore con séguito;
poi Buonafede e Lisetta)
Recitativo
CECCO
Olà, presto fermate Buonafede e Lisetta.
Dite, che il loro imperator li aspetta.
(partono due servi)
CECCO
Vuò procurar, finché la sorte è amica,
il premio conseguir di mia fatica.
(vengono Buonafede e Lisetta)
BUONAFEDE
Eccomi a’ cenni vostri.
LISETTA
Oh! Cosa vedo? Cecco è l’imperator?
CECCO
Lisetta, addio.
LISETTA
Ti saluto: buon dì, Cecchino mio.
BUONAFEDE
Sei pazza?
Cosa dici al nostro imperatore?
LISETTA
Pazzo sarete voi:
ci conosciamo bene fra di noi.
CECCO
Bella, Cecco non son, ma vostro sono.
Olà, s’innalzi il trono.
Lisetta, vezzosetta, e graziosina,
ti voglio far lunatica regina.
(dalla parte laterale esce un trono per due persone)
BUONAFEDE
(fra sè)
Io non vorrei che il nostro imperatore
mi facesse l’onore di rapirmi Lisetta.
CECCO
Ebben, che dite?
Ecco il trono per voi, se l’aggradite.
LISETTA
Il trono? Ohimè, non so;
sono fra il sì ed il no.
cotante cose stravaganti io vedo,
che dubito di tutto, e nulla credo.
CECCO
Eh via, venite in trono, se vi piace il mio volto.
Sia Cecco, o non sia Cecco,
che cosa importa a voi?
Dopo ci aggiusteremo fra di noi.
LISETTA
È questa una ragion che non mi spiace. Vengo.
(s’incammina verso il trono)
BUONAFEDE
Dove, Lisetta?
LISETTA
A ricever le grazie del nostro imperatore,
giacch’egli mi vuol far si bell’onore.
BUONAFEDE
Come! Non ti vergogni?
Non hai timore della sua tristizia?
LISETTA
Eh! Qui tutto si fa senza malizia.
BUONAFEDE
Lisetta, bada bene.
LISETTA
È innocentino
il nostro imperator, come un bambino.
CECCO
Aspettar più non voglio.
Presto, venite al soglio.
LISETTA
Dunque lei...
CECCO
Sì, mia cara, son vostro, se volete.
22a – Recitativo
LISETTA
Lei è mio... ma se poi... ma s’io non sono...
non so quel che mi dica.
CECCO
Al trono, al trono.
22b – Aria
LISETTA
Se lo comanda, ci venirò.
(a Buonafede)
Signor padrone, cosa sarà?
Imperatrice dunque sarò?
Oh,
fosse almeno la verità!
Sento nel core certo vapore
che m’empie tutta di nobiltà.
Che bella cosa l’esser signora,
farsi servire, farsi stimar!
Ma non lo credo, ma temo ancora:
ah, mi volete tutti burlar!
Voglio
provarmi: cosa sarà?
Ah, fosse almeno la verità!
(Cecco dà braccio a Lisetta, e frattanto che si
fa il ritornello dell’aria, la conduce in trono)
Recitativo
BUONAFEDE
Eccelso imperator, la fortunata
solo Lisetta è stata.
Le povere mie figlie
ancor non hanno avuta la fortuna
di venire nel mondo della luna.
CECCO
Un araldo lunare ha già recato
che in viaggio sono, e che saran fra poco
ancor esse discese in questo loco.
BUONAFEDE
Perché dite discese, e non ascese?
Per venire dal nostro a questo mondo,
signor, si sale in su.
Or perché dite voi: scendono in giù?
CECCO
Voi poco ne sapete. Il nostro mondo,
come un pallon rotondo,
dal cielo è circondato;
e da qualunque lato
che l’uom verso la luna il cammin prenda,
convien dir, che discende, e non ascenda.
BUONAFEDE
Son ignorante, è ver, ma mi consolo,
che se tale son io, non sarò solo.
CECCO
Allegri, o Buonafede,
che la coppia gentil scender si vede.
Scena Undicesima
(A suon di balletto vengono in macchina Flaminia
e Clarice. Buonafede le aiuta a scendere; Cecco e
Lisetta restano in trono, e frattanto sopraggiungono
Ernesto ed Ecclitico)
23 – Balletto
Recitativo
BUONAFEDE
Figlie, mie care figlie,
siate le benvenute. Ah! Che ne dite?
Bella fortuna aver un genitore
dello spirito mio,
ch’abbia fatto per voi quel c’ho fatt’io!
Lunatiche ora siete;
un mondo goderete
pieno di cose belle;
splenderete quaggiù come due stelle.
FLAMINIA
Molto vi devo, o padre.
Un uom saggio voi siete;
di politica assai voi ne sapete.
CLARICE
Si vede certamente che avete una gran mente.
Siete un uom virtuoso senza pari;
cedon gli uomini a voi famosi e chiari.
BUONAFEDE
Inchinatevi tosto al nostro imperatore;
grazie rendete a lui di tanto onore.
FLAMINIA
Ma colei è Lisetta.
BUONAFEDE
Che volete ch’io vi dica?
Colei è la felice
del mondo della luna imperatrice.
CLARICE
Oh fortunata in vero!
Mentre quel della luna è un grande impero.
FLAMINIA
Monarca, a voi m’inchino.
CECCO
Manco male che voi
vi siete ricordata alfin di noi.
FLAMINIA
Perdon io vi dimando,
e alla vostra bontà mi raccomando.
CECCO
(ad Ernesto)
Olà, Espero, udite: questa bella servite.
Conducetela tosto alle sue stanze,
e insegnatela voi le nostre usanze.
ERNESTO
Obbedito sarete.
BUONAFEDE
Ehi, ehi, fermate!
Signor, le figlie mie
con gli uomini non van da solo a sola.
CECCO
In questo nostro mondo
le femmine ci van pubblicamente,
e non lo fanno mai secretamente.
BUONAFEDE
È ver, non parlo più.
FLAMINIA
Contenta io vado,
giacché il mio genitor non se ne lagna,
con Espero gentil che m’accompagna.
24 – Aria
FLAMINIA
Se
la mia stella si fa mia guida,
scorta più fida sperar non so.
Al
suo pianeta contrasta
invano
quel labbro insano che dice no.
(parte, servita da Ernesto)
Scena Dodicesima
(Cecco e Lisetta in trono; Buonafede,
Ecclitico e Clarice)
Recitativo
CLARICE
Mia sorella sta bene,
ed io cosa farò?
La mia stella ancor io non troverò?
CECCO
Ecclitico, che siete
del mio trono lunar cerimoniere,
con Clarice gentil fate il braciere.
ECCLITICO
Prontamente obbedisco.
BUONAFEDE
Eh no, non voglio
che mia figlia da un uom sia accompagnata.
CECCO
L’usanza è praticata
ancor nel vostro mondo,
ma si serve da noi sol per rispetto,
e non lo fanno qui con altr’oggetto.
BUONAFEDE
Taccio, non so che dir.
CLARICE
Vado contenta a contemplar d’appresso
le lunatiche sfere
col lunatico mio cerimoniere.
25 – Aria
CLARICE
Quanta gente che sospira
di veder cos’è la luna,
ma
non hanno la fortuna
di poterla contemplar.
Chi non vede, il falso crede;
ciaschedun saper pretende.
Più
che studia, manco intende,
e si lascia corbellar.
(parte, servita da Ecclitico)
Scena Tredicesima
(Buonafede; Cecco e Lisetta in trono)
Recitativo
LISETTA
Ed io son stata qui con poca conclusione,
come una imperatrice di cartone.
CECCO
Mia bella, eccomi a voi.
(si alza)
Vi voglio incoronare,
e nello stesso tempo anco sposare.
LISETTA
Ringrazierò la vostra cortesia.
BUONAFEDE
(fra sè)
Eppur mi sento un tantin di gelosia.
CECCO
Olà, vengano tosto le insegne imperiali,
e si facciano i gran cerimoniali.
Scena Quattordicesima
(Ecclitico con Cavalieri e Servi, e detti)
Recitativo
ECCLITICO
Ecco già preparato
per la pompa real l’alto apparato.
Scena Quindicesima
(Ernesto e i due Paggi che tornano portando
su due bacini uno scettro e una corona, e detti)
26 – Finale
ECCLITICO, ERNESTO
Al
comando tuo lunatico,
gran signor della cornipode,
con
piacer le nostre piante
noi portiam di nuovo qua.
Luna,
lena, lino, lana,
lana, lino, lunala!
CECCO
Cari
miei diletti sudditi,
con la nostra mezza Cinzia
(verso Lisetta)
questa fronte bianca e tenera,
coronare
io voglio già.
Luna, lena, lino, lana,
lana, lino, lunala!
BUONAFEDE
(fra sè)
Che linguaggio metaforico!
Chi
sa mai cosa significa!
È scozzese, oppur arabico?
Nol
capisco in verità.
LISETTA
Su vassalli cosa fate,
perché state fermi là?
BUONAFEDE
Via
signori, là portate
pane, vino e baccalà!
ECCLITICO, CECCO
Luna,
lena, lino, lana,
lana,
lino, lunala!
BUONAFEDE
(fra sè)
Oh che lingua graziosa!
LISETTA
(fra sè)
Oh che sorte inaspettata!
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
(fra sè)
Se riesce la frittata oh
che rider si farà!
Scena Sedicesima
(Clarice, Flaminia e detti)
CLARICE, FLAMINIA
A questa coppia amabile di maestà pienissima,
la testa con ossequio da noi si abbassa in giù.
Burlicchete, burlacchete, brugnocchete e cucù.
BUONAFEDE
Cospetto di Tarquinio!
E voi mie figlie femmine,
parlate ancor lunatiche?
Io resto un turlulù.
GLI ALTRI
(meno Lisetta)
Burlicchete, burlacchete, brugnocchete e cucù.
BUONAFEDE
Che belle cerimonie! Cucù, cucù.
GLI ALTRI
(meno Lisetta)
Burlicchete.
BUONAFEDE
Cucù, cucù.
GLI ALTRI
(meno Lisetta)
Burlicchete, burlacchete, brugnocchete e cucù.
BUONAFEDE
Cucù, cucù, cucù.
CECCO
Olà, si taccia un poco.
(si alza)
Quel serto a me si dia;
perché Lisetta mia
io voglio incoronar.
ECCLITICO
L’imperial diadema
umile a te presento;
e ognun di noi contento,
deh, fa tu poi restar.
CECCO
V’abbiamo già capito.
Popoli miei guardate.
(incontra Lisetta)
via, presto incominciate
la sposa ad acclamar.
GLI ALTRI
(senza Lisetta e Buonafede)
Ndà, ndà, ndò, ndò, ndì, ndina,
battocchio e campanar.
BUONAFEDE
Oh quanto mi dispiace di non saper parlare!
Però mi vuò provare un poco se so far.
Signori, anch’io ndindina,
con lor me ne consolo,
e le campane a solo
comincio a battocchiar.
Ndò, ndò, ndò, ndò.
CECCO
Che sento!
ECCLITICO, ERNESTO
Sua maestà burlar?
BUONAFEDE
Facevo un complimento,
giammai per corbellar.
CECCO
Orsù, le vostre figlie noi maritar vogliamo,
e in dote l’assegnammo,
pecunia nobil dar.
BUONAFEDE
Mi parli un po’ più chiaro.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
I vostri bei zecchini!
BUONAFEDE
Cioè, quei miei quattrini
del mondo sublunar.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
Appunto.
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
Sì signore.
LISETTA
Ce n’ha uno scrigno pieno.
BUONAFEDE
Per me son pronto appieno,
ma inutile mi par.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
Perché?
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
Per qual ragione?
BUONAFEDE
Che siamo in altro mondo.
GLI ALTRI
A questo poi rispondo
che si farà portar.
BUONAFEDE
Ebbene mi rimetto.
ECCLITICO
La chiave ove l’avete?
BUONAFEDE
(gli dà una chiave)
L’ho qui, l’ho qui, prendete;
ma inutile mi par.
CLARICE, FLAMINIA
(fra sè)
Il primo passo è fatto.
Il ciel secondi il resto.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
(fra sè)
Il più bel punto è questo
la scena a terminar.
CECCO
La man di Clarice d’Ecclitico sia;
e un segno ci dia di gioia il papà.
ECCLITICO
(le dà la mano)
Prendete mio core.
BUONAFEDE
Burlacchete qua.
CLARICE
Stringete mio amore.
BUONAFEDE
Burlocchete là!
Lafalilolela, falilolà.
CECCO
Quell’altra la destra ad Espero stenda;
e lieti ci renda suo padre d’un sì.
ERNESTO
(le dà la mano)
Prendete mia bella.
BUONAFEDE
Ndindina di qui.
FLAMINIA
Stringete mia stella.
BUONAFEDE
Ndondona di lì.
Battocchio, campana,
ndindana, ndì, ndì.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
Finita è la commedia.
(Cecco e Lisetta scendono dal trono)
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
Sposino dunque andiamo
e grazie pria rendiamo
a chi ce l’accordò.
BUONAFEDE
Commedia! Cosa dite!
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
Udite, amico, udite;
miglior mi spiegherò:
Buonafede tondo tondo,
come il cerchio della luna
ritornare all’altro mondo
per le poste adesso può.
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
E noi altre spose belle,
qui per sempre resteremo,
maritate con tre stelle
come lei ci destinò.
BUONAFEDE
Ah bricconi, v’ho capito,
son da tutti assassinato.
(ad Ecclitico)
Ma tu sei, che m’hai tradito,
per baccon t’ammazzerò.
GLI ALTRI
Via, non fate più sussurri.
BUONAFEDE
Voglio fare un precipizio.
GLI ALTRI
Via, prudenza, via, giudizio,
via, non fate più rumor.
BUONAFEDE
(ad Ecclitico)
Cannocchiale malandrino...
(ad Ernesto)
Falsa stella traditrice...
(a Lisetta)
Ah briccona mentitrice...
(a Cecco)
Ah vilissimo impostor.
ECCLITICO, ERNESTO
Signor suocero...
CECCO
Padrone...
BUONAFEDE
(additando Cecco)
Ov’è un legno, ov’è un bastone...
LISETTA
Mi sentite...
CLARICE, FLAMINIA
No, non fate...
BUONAFEDE
Non ti sento... vi scostate...
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
Col bastone
a un uom d’onore?
BUONAFEDE
Quel che merta un impostore...
LISETTA
Mio signor...
BUONAFEDE
Non
sento un cavolo...
CLARICE, FLAMINIA
Caro padre...
BUONAFEDE
Andate al diavolo.
Sono un toro già stizzato,
pien di bile e di furor.
CLARICE, FLAMINIA
Come un toro è già stizzato,
pien di bile e di furor.
BUONAFEDE
Tutti nemici e rei
tutti tremar dovrete;
perfidi, lo vedrete,
per voi non v’è pietà.
GLI ALTRI
È ver noi siamo rei
ma padre sempre siete;
le furie sospendete,
calmate, per pietà.
ATTO TERZO
27 - Intermezzo
Scena Prima
(Sala in casa d'Ecclitico. Buonafede, Ecclitico,
Ernesto, indi Cecco con gl'abiti di prima)
Recitativo
BUONAFEDE
Voglio sortir, cospetto!
ECCLITICO
Ed io, signore, a ripetervi torno,
che se il perdono pria non ci accordate,
di sortir più di qui giammai sperate.
ERNESTO
Siamo poi galantuomini.
ECCLITICO
Cogniti ed onorati.
BUONAFEDE
Oh riverisco questi uomini d'onore:
un amante affamato e un impostore.
ERNESTO
Son figlio d'un barone.
BUONAFEDE
E tal vi credo.
ECCLITICO
E un dottore son io, scarso non tanto
di bene di fortuna.
BUONAFEDE
Acquistati nel mondo della luna!
ECCLITICO
Già mia sposa è Clarice.
ERNESTO
E mia Flaminia.
ECCLITICO
Ambe son vostre figlie.
ERNESTO
E ciascheduna la dote conseguir deve dal padre.
BUONAFEDE
(con ironia)
E forse ancor Lisetta?
CECCO
Vussignoria,
se un tanto ben facesse,
sua maestà in persona
rinunzia a' piedi suoi scettro e corona.
BUONAFEDE
Quest'altro vi mancava
per fare un terno secco.
ERNESTO
Alfin si tratta di due figlie, o signor.
ECCLITICO
Del vostro sangue, signor, si tratta alfin.
CECCO
Rifletti almeno,
ch'è un monarca che prega.
ECCLITICO
Via, caro signor suocero.
ERNESTO
Pietade abbia di questi due generi afflitti.
CECCO
Poveri, vergognosi e derelitti.
BUONAFEDE
Orsù, del mio scrigno dev'è la chiave?
ECCLITICO
L'ho qui. Di nuovo a voi io la consegno.
(gli dà la chiave)
BUONAFEDE
Dove son le figlie mie, dove Lisetta?
ECCLITICO
Tutt'e tre poverine mortificate sono.
BUONAFEDE
Via, si vada da lor, tutti perdono.
CECCO
Evviva!
ECCLITICO
Evviva!
ERNESTO
Io vi precedo, andiamo.
BUONAFEDE
Da uom sopralunar oprar vogliamo.
(parte preceduto da Cecco e da Ernesto
Scena Seconda
(Ecclitico in atto di seguir Buonafede, e Clarice)
Recitativo
CLARICE
Sposino!
ECCLITICO
Siete qui.
CLARICE
Tristi, o felici son le nostre novelle?
ECCLITICO
Ah, non posson per noi esser più belle.
CLARICE
Come a dir?
ECCLITICO
Vostro padre l'abbiamo già placato,
e tutto il suo furor tutto è sedato.
CLARICE
Chi di noi più contenti!
ECCLITICO
Chi lieti più di noi!
CLARICE
Dunque mio sposo
chiamarvi alfin senza timor poss'io?
ECCLITICO
Sì, sì, bell'idol mio.
CLARICE
Ah, di piacere sento a balzarmi il cor.
ECCLITICO
Il mio contento esprimervi non posso.
CLARICE
Oh dolce istante!
ECCLITICO
Oh dì, per noi beato!
CLARICE
Io felice son già.
ECCLITICO
Io fortunato.
(Notte con luna e cielo stellato)
28 - Duetto
ECCLITICO
Un certo ruscelletto per
voi mi serpe in seno,
che di dolcezza il petto
tutto m'inonda già.
CLARICE
Di foco un fiumicello
mi
gira intorno al core,
che già per voi bel bello
incenerir mi fa.
ECCLITICO
Lasciate un po' che senta.
CLARICE
Che tocchi un po' lasciate.
CLARICE, ECCLITICO
Oh dio, la man levate
ch'io moro adesso qua.
ECCLITICO
Sentiste mio tesoro?
CLARICE
Che ve ne par mio nume?
CLARICE, ECCLITICO
Ah, di ruscello in fiume
quasi
crescendo va.
ECCLITICO
Che dolcezza è questa mai...
CLARICE
Che
vuol dir questo calore...
CLARICE, ECCLITICO
Fosse, fosse, fosse amore?
ECCLITICO
Voi che dite?
CLARICE
Che vi pare?
ECCLITICO
Via, parlate.
CLARICE
Rispondete.
Duetto
ECCLITICO
Quando dunque lo sapete
sembra inutile il parlar.
Ah
furba furbetta
da me che pretendi?
Tu sei che m'accendi,
mi
fai consumar.
O fiamme gustose,
dolcissime
pene,
se Amor ed Imene
ci
fan giubilar.
CLARICE
Quando dunque lo sapete
sembra inutile il parlar.
Ah furbo furbetto
da me che pretendi?
Tu sei che m'accendi,
mi
fai consumar.
O fiamme gustose,
dolcissime pene,
se Amor ed Imene
ci fan giubilar.
Scena Terza
(Tutti)
Recitativo
BUONAFEDE
Vien qui, figlia, m'abbraccia.
CLARICE
I miei trascorsi perdonate vi prego.
BUONAFEDE
Io solo, io solo il pazzo sono stato.
Perché se ho a dire il vero,
un padre fui con voi troppo severo.
FLAMINIA
(fra sè)
Egli seimila scudi
a ciascuna di noi per dote assegna.
CECCO
(fra sè)
Ed altri scudi mille per Lisetta assegnò
con lieto core, a questo della luna imperatore.
ERNESTO
Ecclitico, che dite?
ECCLITICO
E che dir posso.
Con questa moglie a fianchi,
e con sì pingue dote,
da questo punto io posso ben mandare
il mio gran cannocchiale a far squartare.
LISETTA
Ed io contenta ancor più che regina,
scendo dal trono e torno alla cucina.
29 - Finale
(Tutti, con Cavalieri, Servi, Paggi, Scolari
di Ecclitico, ecc.)
TUTTI
Dal mondo della luna
a
noi ci vien fortuna,
ci vien prosperità!
Che grand'e soave affetto,
ne
sente 'l nostro petto,
e che giocondità.
CLARICE
A noi, ci perdonate.
BUONAFEDE
Sì, sì, se mi amate vi perdono di buon cuor!
ECCLITICO
E bene mi vorrete.
FLAMINIA
In collera più sarete.
BUONAFEDE
Approbo vostro amor.
CECCO
Contenti siamo tutti.
LISETTA, ERNESTO
Dell'effetto ch'han avuti
nostro genio e il lavor.
ERNESTO
Cresca sempre 'l contento nostro.
BUONAFEDE
Del piacer che ne dimostro.
CLARICE, FLAMINIA, ECCLITICO, ERNESTO
Si rallegra 'l nostro cuor.
TUTTI
Godiamo,
amici, di questa fortuna!
Che
oggi a terra ci vien dalla luna!
Viviam da amici ed in carità,
fuggiam i capricci che meglio sarà.
Perciocché già tutto quel che vogliamo
ed
anzi quel tutto che desideriamo!
Adesso
ben bene in regola va.
|
ACTO PRIMERO
Escena Primera
(Noche de luna con cielo estrellado. Terraza en
la casa de Ecclitico con un torreón-observatorio
y un gran telescopio sobre dos caballetes. Cuatro
faroles iluminan la terraza)
1a - Coro
ECCLITICO, CUATRO DISCÍPULOS
¡Oh, luna brillante,
hermana de Febo,
que cándida y hermosa
resplandeces en lo alto!
Haz que nuestros ojos
se acerquen a los tuyos,
y muéstranos
qué cosa eres tú.
Recitativo
ECCLITICO
¡Basta, basta, discípulos míos!
A la triforme diosa vuestras voces ya llegaron
y dentro de poco seréis correspondidos.
¡Vamos, rápido, cargad en andas
el archimaximotelescopio
de última generación!
Colocadlo en ángulo recto
sobre el observatorio.
Así podréis observar
dos astros en su sínodo:
la luna entrando en conjunción con el sol;
lo que vulgarmente llaman un eclipse.
¡Vamos, vamos, rápido,
antes que Cinzia, la luna, vuelva a ocultarse!
1b - Coro
CUATRO DISCÍPULOS
Tomemos, hermanos,
el gran telescopio,
que no microscopio,
o sea el archimaximotelescopio.
Veamos si la luna
gira en torno
a un mundo de paz,
repleto de gente mortal.
(toman el telecopio y lo llevan al observatorio,
donde se ve asomar la parte superior del mismo)
Recitativo
ECCLITICO
¡Oh, qué grandes y hermosas cosas
tengo intención de enseñar
a los que nada saben de la naturaleza!
¡Oh, qué gran y hermoso oficio es la impostura!
Quien finge sabiduría acrecienta su capital,
quien consigue un tesoro,
quien dispensa secretos,
quien habla de los planetas,
quien vende mercancía
con falsa hipocresía,
y quien finge nombre, título y prestigio.
¡Oh, qué gran y hermoso oficio es la impostura!
Yo hago mi parte con falsa astrología,
engañando al mismo tiempo
a tontos y eruditos.
Un buen cazador siempre encuentra su presa.
¡He ahí uno!
Aquí llega el buen señor Buonafede.
A él, que todo lo cree,
con un aparatito
inventado por mi sutil ingenio,
pienso darle un golpe genial.
Escena Segunda
(Buonafede y los anteriores)
Recitativo
BUONAFEDE
¿Se puede entrar?
ECCLITICO
¡Sí, adelante, por favor!
BUONAFEDE
A sus órdenes, señor Ecclitico.
¿En qué está usted entretenido?
ECCLITICO
Estoy especulando sobre varias estrellas.
Estaba considerando
la analogía que une
a las esferas errantes:
La Cabeza de Medusa, el Can Celeste,
al Corazón del León, la Espiga de Oro,
la Osa Mayor y el Ojo de Tauro.
BUONAFEDE
¡Ah, qué cosas tan hermosas!
También yo disfruto de la astrología;
pero lo que me apena,
es el no saber encontrar una teoría
que me explique qué cosa es la luna.
ECCLITICO
La luna es un cuerpo diáfano
que está iluminado por los rayos del sol;
pero en ese bello cuerpo luminoso y redondo,
¿quién lo creería? hay otro mundo.
BUONAFEDE
¡Oh! ¿Qué me dice usted?
¿Hay allá otro mundo?
Pero, ¿qué son esas señales
que se observan en el cuerpo de la luna?
Recuerdo que un día mi abuela,
que no estaba loca,
me dijo que tenía ojos y boca.
ECCLITICO
¡Tonterías! Las manchas oscuras
del mundo lunar son colinas y montañas.
No montañas pedregosas como las nuestras,
sino formadas por una tenue materia,
la cuál se aplasta y cede
ante la presión del pie;
y luego se levanta sin rajarse.
En donde el hombre pisa
no queda huella.
BUONAFEDE
¡Ah, qué bello mundo!
Pero dígame, amigo,
¿y cómo ha llegado usted a descubrir tal cosa?
ECCLITICO
He construido un telecopio
que permite penetrar tanto la superficie
como el interior.
Localiza no sólo
los reinos y las provincias,
sino también las casas, plazas y personas.
Para mi regocijo,
con este telecopio puedo ver, allá en lo alto,
cómo se desvisten las mujeres al irse a dormir.
BUONAFEDE
¡Oh, qué cosa tan hermosa!
Pero dígame, mi estimado Ecclitico,
¿no podría, con su telecopio,
mirar yo también?
ECCLITICO
¿Por qué no? Aunque yo sea el inventor
de tan admirable objeto,
quiero que también usted lo disfrute.
BUONAFEDE
Agradecido le estoy y le estaré.
¡Verá todo lo que puedo hacer para retribuirle!
ECCLITICO
Entre al observatorio
y mire por el telescopio.
Cosas hermosas verá;
cosas raras, de las que se asombrará.
BUONAFEDE
Voy, pues quiero comprobar
si con ese telescopio tan largo y redondo,
de la luna puedo ver el fondo.
Pero, ¿quiénes son esos señores que salen
de donde yo debo entrar?
ECCLITICO
Son mi discípulos,
amantes de la luna como usted.
Escena Tercera
(Los discípulos salen del observatorio
y se inclinan ante Buonafede)
2- Coro
BUONAFEDE
¡Mucho gusto, a sus órdenes!
DISCÍPULOS
Feliz y dichoso
quien es amigo de la luna;
para usted una gran fortuna
el cielo reservará.
BUONAFEDE
Que el cielo me conceda
tan grande felicidad.
DISCÍPULOS
Su hermosa inteligencia,
que más que cualquier otra sabe,
la luna fácilmente
podrá reconocer.
(salen)
BUONAFEDE
¡Que el cielo me conceda
tan grande felicidad!
(entra en el observatorio)
ECCLITICO
Por su candidez
lograré que todo se lo crea.
Recitativo
ECCLITICO
¡Hola! ¡Claudio, Pasquino!...
(entran dos sirvientes)
ECCLITICO
Moved la máquina,
y acercadla al telescopio.
Así, cuando mire en ella
el señor Buonafede,
viendo las figuras una a una,
creerá que está viendo el mundo de la luna.
(salen los sirvientes)
ECCLITICO
¡Cuántos tontos mortales
con falsos anteojos
creen ver la verdad
y no saben descubrir las falsedades!
¡Cuántos van escrutando
lo que los demás hacen,
y no se conocen ni a sí mismos!
(se acerca a la punta del telescopio una máquina
iluminada, dentro de la cual se mueven algunas
figuras)
3a - Entreacto
Recitativo
ECCLITICO
Ahora el señor Buonafede
creerá ver allá arriba a las mujeres lunáticas,
pero sólo estará viendo
a las lunáticas mujeres de aquí abajo.
(Buonafede sale del observatorio riendo)
BUONAFEDE
¡Las he visto! ¡Las he visto!
ECCLITICO
¿Qué cosa?
BUONAFEDE
¡He visto una cosa muy hermosa!
3b - Cavatina
BUONAFEDE
He visto a una chica
haciendo caricias a un viejecito.
¡Oh, qué gusto y placer
el que ese viejo experimentaba!
¡Oh, qué mundo bendito!
¡Oh, qué gran felicidad!
(vuelve al observatorio)
Recitativo
ECCLITICO
Si una chica hace caricias a un viejo,
no la mueve el amor, sino el interés.
Lo mima y lo adora,
pero no ve la hora en que el mezquino se muera.
3c - Entreacto
Recitativo
BUONAFEDE
(sale del observatorio)
¡Los he visto! ¡Los he visto!
ECCLITICO
¿Y qué ha visto ahora, señor?
BUONAFEDE
¡Una cosa que me hace reír!
3d - Cavatina
BUONAFEDE
He visto a un marido
castigar a su mujer,
para corregir el intento
de serle infiel.
¡Oh, ese mundo tan cortés,
qué gusto me da!
(vuelve al observatorio)
Recitativo
ECCLITICO
¡Ojalá que el cielo quisiera
que todo lo que falsamente ha contemplado
fuese practicado en nuestro mundo!
Si los hombres nobles,
a las malas mujeres diesen buenas palizas,
tendríamos mujeres con mejor juicio.
3e – Intermezzo
Recitativo
BUONAFEDE
(vuelve a salir)
¡Oh, esto también me ha gustado!
ECCLITICO
¿Qué quiere decir?
BUONAFEDE
He visto todo lo contrario
de lo que entre nosotros se acostumbra a hacer
entre un hombre y una mujer.
3f - Cavatina
BUONAFEDE
He visto como su amante
llevaba de las narices,
a una mujer enamorada
que en vano le pedía piedad.
¡Oh, qué costumbre tan exquisita!
¡Oh, si se la usara por acá!
Recitativo
ECCLITICO
Y sin embargo, aquí se la usaría
si los hombres no sufrieran de locura.
BUONAFEDE
Querido señor Ecclitico,
he visto grandes cosas;
y para demostrarle que estoy feliz,
aquí tiene esta bolsa de dinero.
ECCLITICO
¡Ah, qué maravilla!
BUONAFEDE
¡Vamos tómela, vamos!
ECCLITICO
Si es su gusto, la tomaré.
BUONAFEDE
Mañana volveré.
ECCLITICO
Cuando usted guste.
BUONAFEDE
Ciertamente ese telecopio está muy bien hecho.
Todo, todo se ve. Lo he disfrutado mucho.
4 - Aria
BUONAFEDE
La chica con el viejo:
¡qué hermoso y lindo placer!
El marido con el bastón:
¡bravo, bravo, ah, qué hermoso verlo!
Una mujer llevada por la nariz:
¡qué buen golpe, qué cosa tan hermosa!
¡Ah, qué mundo bendito!
¡Ah, cuánta felicidad!
¡Qué placer, qué deleite,
ah, qué gusto me da!
(sale)
Escena Cuarta
(Ecclitico, luego Ernesto y Cecco)
Recitativo
ECCLITICO
Yo no busco atrapar sus monedas.
Lo que de verdad deseo, si pudiera,
sería sacar de sus manos a su hija Clarice,
a la que custodia con tanto celo,
y hacerla mía.
ERNESTO
¡Amigo, estoy a tus órdenes!
ECCLITICO
Gracias, señor Ernesto.
ERNESTO
¡Reverencio al señor secretario de la luna!
ECCLITICO
¡Estás loco y así te morirás!
ERNESTO
He visto salir al señor Buonafede...
¿Es tu amigo?
ECCLITICO
Amigo y amigote de mi admirada profesión.
¡Tiene una hija muy bonita!...
ERNESTO
Más bien tiene dos.
CECCO
Más bien me parece, que si consideramos
a su camarera, tiene tres.
ERNESTO
¡Estoy enamorado de Flaminia!
ECCLITICO
¡Y yo adoro a Clarice!
CECCO
Y por Lisetta, también sufro y muero.
ERNESTO
Se la he pedido a Buonafede
y él me la ha negado.
ECCLITICO
Espera casar a sus hijas
con príncipes de gran realeza.
CECCO
¡Y con un conde
espera casar a la camarera!
ECCLITICO
¿Corresponde Flaminia a tu amor?
ERNESTO
Me quiere con todo su corazón.
CECCO
Pues Lisetta, por mis virtudes,
parece enloquecida.
ECCLITICO
Y Clarice por mí está ilusionada también.
Y decidme, ¿queréis que las raptemos
de manos de ese loco?
ERNESTO
¡Ojalá pudiéramos!
ECCLITICO
Seguidme entonces, y no tengáis miedo.
CECCO
Sé que eres un perfecto rufián.
ECCLITICO
Y de dinero ¿cómo estáis?
ERNESTO
Cuando haga falta, vaciaré el erario.
CECCO
Y yo sacrificaré todo mi sueldo.
ECCLITICO
¡Vayamos, pues!
Conozco a un mecánico que hace prodigios.
Con su ayuda y mi ingenio haremos
que el tonto de Buonafede nos entregue,
con sus propias manos, a las tres mujeres.
CECCO
¡Bravo!
ERNESTO
¿Y cómo haremos?
ECCLITICO
Ya lo sabréis a su tiempo.
Preparad el dinero y estad listos
para hacer lo que yo os diga.
Tened por seguro que cumpliré mi palabra.
5 - Aria
ECCLITICO
Un poco de dinero
y de ingenio,
es todo lo que se requiere
para esta ocasión.
Ya veréis como quedaréis satisfechos.
Pero antes que nada pensad
que el necio y el avaro
nada conseguirá.
(sale)
Escena Quinta
(Ernesto y Cecco)
Recitativo
CECCO
Ése debería ser un hombre muy rico.
ERNESTO
¿Por qué motivo?
CECCO
Porque no tiene ningún escrúpulo
para hacer de rufián; y es ése un oficio
donde se consigue mucho dinero.
ERNESTO
Dices mal; Ecclitico es astuto,
y si con su obrar nos complace,
lo hace porque Clarice lo espera y lo ama.
CECCO
Entiendo, entiendo. Él quiere
satisfacer sus deseos, y, al mismo tiempo,
quiere satisfacernos a nosotros.
ERNESTO
Entonces calla y recuerda quién soy yo,
y quién eres tú.
CECCO
Siempre lo haré, patrón,
no hablaré más.
ERNESTO
Voy a buscar dinero.
Tú puedes irte.
Ecclitico me espera en la posada
donde mañana,
merced a su talento,
espero que mi amor será satisfecho.
6 - Aria
ERNESTO
Bellos ojos zalameros
del mi ídolo amado,
brillad siempre amorosos,
y confiad que el destino
pueda yo cambiar.
Bellos labios sonrientes
de ese rostro que adoro,
estad contentos
que nuestro éxito
lejano no está.
(sale)
Escena Sexta
(Cecco solo)
Recitativo
CECCO
A veces el patrón me hace reír.
Sigue al mundo neciamente.
Cambia el nombre de las cosas
y también el de los hombres.
Por ejemplo, a un hipócrita
le dice hombre devoto;
al avaro le dice buen administrador;
y al generoso, lo llama pródigo.
Así también llama hermosa a cualquier mujer
que, atrevida, se pinta un poco la cara.
7 - Aria
CECCO
Me hacen reír aquellos que creen
que todo lo que ven es verdadero.
Los tontos no saben que todos fingen,
qué lo auténtico está teñido de falsedad.
(cambio de escena)
Escena Séptima
(Aposento en casa de Buonafede con ventana,
escritorio, lámparas y sillas. Clarice y Flaminia)
Recitativo
CLARICE
¡Eh, ven, hermana,
vayamos al balcón
a disfrutar de esta bella noche!
FLAMINIA
Si nuestro severo padre nos descubre,
¡pobres de nosotras!
CLARICE
Con cuánto celo nos cuida.
Nos quiere tener encerradas
y del aire protegidas,
como si fuéramos telarañas.
FLAMINIA
Mientras estemos bajo su tutela
deberemos soportarlo.
CLARICE
Pero yo, a decir verdad,
cansada de esta aburrida sujeción,
no veo la hora de casarme.
FLAMINIA
Y cuando nos casemos,
¿terminarán las aflicciones de esta sujeción,
o estaremos más sometidas que antes?
CLARICE
¡Ay, hermana, los maridos
no son tan severos!
Aman la libertad tanto como nosotras.
Y siempre podremos ir a la iglesia.
FLAMINIA
Feliz de nosotras,
si nos tocara en suerte un marido a la moda.
Pero ¡ay, qué desdichadas si nos toca uno celoso!
CLARICE
En pocos días lo curaría
o lo mandaría al otro mundo.
FLAMINIA
¿Lo envenenarías?
CLARICE
¡Qué va!
Pero el secreto conozco,
para que estos celosos de las mujeres
se mueran de rabia.
FLAMINIA
Si mi padre lo acepta,
espero con Ernesto ser feliz.
CLARICE
Yo también lo espero con mi Ecclitico.
FLAMINIA
Tu Ecclitico es un hombre
que no piensa más que en contemplar
o la luna o alguna estrella.
CLARICE
Esto es hermana
lo que más me gusta de él.
Mientras él piense en la luna o en el sol,
su mujer hará lo que le dé la gana.
FLAMINIA
Pero me temo que nuestro padre
no querrá satisfacernos.
CLARICE
En ese caso existe un último recurso:
casarnos sin decir nada.
FLAMINIA
Eso sé que no conviene a una honesta hija,
pero si el amor me aconseja, y mi padre
se opone, me temo que al amor ceda mi juicio.
8 - Aria
FLAMINIA
El juicio que reside en el alma
reina sobre el pensamiento,
pero se da por vencido y cede
si lucha contra el amor.
Y amor, ocupando el trono,
de rey se convierte en tirano,
y sea como tributo o como regalo
requiere todo nuestro corazón.
(sale)
Escena Octava
(Clarice, luego Buonafede)
Recitativo
BUONAFEDE
¡Brava, hija mía!
Te he dicho muchas veces
que no salgas de tu habitación.
CLARICE
Y yo tantas otras veces
te he dicho
que no puedo soportar estar cerrada.
BUONAFEDE
Pues bien, veleta,
ya sé lo que tengo que hacer.
CLARICE
¡Sí, castígame,
échame de casa y cásame!
BUONAFEDE
Si yo te casara,
no te castigaría a ti, sino a tu marido.
¿Qué castigo mayor podría darle a él,
que una mujer tan loca como tú?
CLARICE
¿Yo loca? Te equivocas.
Loca estaría en el caso de que dejara
que algo me atemorizara
y me volviera tísica por ello..
9 - Aria
CLARICE
Soy muchacha casadera
y lo quiero, ya lo sabes;
y si tú no me lo concedes
por mí misma lo tomaré.
Encuéntrame un partido
que sea adecuado a mi personalidad;
o deja que yo misma lo haga:
si lo busco, lo encontraré.
(sale)
Escena Nona
(Buonafede, luego Lisetta)
Recitativo
BUONAFEDE
Si pudiera mandarla al mundo de la luna,
tendría esperanzas
de ver castigado su atrevimiento.
LISETTA
¡A sus órdenes señor patrón!
BUONAFEDE
¡Hola, Lisetta!
LISETTA
¿Quiere cenar?
BUONAFEDE
Es temprano aún, espera un poco.
LISETTA
Ya he puesto la comida al fuego.
BUONAFEDE
¡Brava, brava! Lisetta, ¡ay! si supieras
las cosas hermosas que he visto.
LISETTA
¿Y qué cosas hermosas ha visto usted?
BUONAFEDE
He tenido la suerte de mirar
dentro del círculo de la luna.
LISETTA
(para sí)
¡Está loco!
BUONAFEDE
Oye, puede que... sabes que te quiero bien.
Todavía puede que,
si tú me eres fiel,
si no rehúsas ayudarme un poco,
que te haga ver aquello que yo he visto.
LISETTA
Bien sabe usted que soy su fiel servidora,
y si me permite, su tierna enamorada.
(para sí)
Enamorada de su dinero.
BUONAFEDE
Si es así, querida,
quiero que compartas mi suerte.
Verás cuanto puede el arte del hombre,
cuánto vale; verás las maravillas
de un telescopio.
LISETTA
Querría que un telescopio hubiese en el mundo
con el que se viera
el fondo de mi pobre corazón,
que sólo por usted arde de amor y fidelidad.
(para sí)
Este loco se lo cree todo.
BUONAFEDE
Para mirar allí dentro,
en tu corazón sincero,
sirve de telescopio mi pensamiento.
Veo que me quieres,
que me estimas.
LISETTA
(para sí)
¿Pero no ve que todo es una locura?
BUONAFEDE
Mañana te quiero llevar con el gran astrólogo;
verás lo que practican allá arriba
las mujeres de bien como eres tú.
10 - Aria
LISETTA
Una mujer como yo no la hubo, ni la habrá;
soy todo amor y fidelidad,
soy todo caridad.
Pregúntele usted a cualquiera.
"Sí, es verdad", todos le dirán.
No tengo malicia en mi pecho:
siempre he sido así.
Pocas veces digo no; pues casi siempre digo sí.
Pero lo digo, ya se sabe,
salvando siempre mi honestidad.
(sale)
Escena Décima
(Buonafede, luego Ecclitico)
11a - Recitativo
BUONAFEDE
Mi Lisetta es una buena muchacha.
No es de aquéllas sirvientas impertinentes que,
cuando obtienen los favores de su patrón,
quieren hacerse dueñas de la casa.
ECCLITICO
(asomando)
¡Eh, señor Buonafede! ¿Puedo entrar?
BUONAFEDE
¡Ah, caramba, quién está aquí!
¡Adelante, señor, pase! ¿Qué novedad le trae?
Algo importante será.
ECCLITICO
Discúlpeme si vengo a molestarlo
a esta hora importuna,
pero una prueba de amistad vengo traerle.
BUONAFEDE
¡Ah! ¿Qué buenaventura es ésa?
ECCLITICO
¿No hay nadie que nos escuche?
BUONAFEDE
No, estamos solos.
Puede hablar con entera libertad.
ECCLITICO
Usted es el único caballero al que estimo,
por eso vengo a realizar, por puro afecto,
un acto de amistad y respeto.
BUONAFEDE
Le estoy muy agradecido.
Pero ¿qué quiere decir usted con eso?
ECCLITICO
Vengo a despedirme para siempre de usted.
BUONAFEDE
¡Oh, dioses! ¿Para siempre?
Dígame ¿de qué se trata?
ECCLITICO
¡Amigo, adiós! No nos veremos nunca más.
BUONAFEDE
Me mata esa idea. Pero, ¿por qué?
ECCLITICO
Todo se lo confiaré.
Sepa usted, amigo mío, que el gran emperador
del hermoso mundo de la luna con él me quiere.
Yo, dentro de pocos momentos,
seré insensiblemente transportado allá arriba
para cumplir mi destino
y ser un ciudadano de la luna.
BUONAFEDE
¡Cómo! ¿Es verdad? ¡Ah, qué gran caso!
¡Qué infeliz seré sin usted!
Pero ¿cómo se enteró de la noticia?
ECCLITICO
Allá, en el mundo lunar,
hay un astrólogo como yo,
que ha hecho un telecopio parecido al mío.
Reunidos en lo alto del telecopio,
y quitado el cristal, o sea la lente,
fácilmente oigo
lo que se dice en el otro mundo,
y con el mismo método también le contesto.
BUONAFEDE
¡Qué prodigio! ¡Qué prodigio!
¿Y de qué manera espera llegar tan alto?
De la tierra a la luna hay un gran salto.
ECCLITICO
Todo voy a confiárselo a usted.
A través del propio telescopio
el gran emperador
me ha hecho llegar cierto licor
que cuando lo beba,
ligeramente a la luna volaré.
BUONAFEDE
¡Amigo, ah, si usted quisiera me podría ayudar!
ECCLITICO
¿Cómo?
BUONAFEDE
Présteme un poco de ese licor
que el emperador le ha mandado.
ECCLITICO
(para sí)
¡Cayó en la trampa!
BUONAFEDE
Y entonces también yo iré allá arriba con usted.
ECCLITICO
Pero no quisiera que su majestad
lo tomara a mal.
BUONAFEDE
Seguro que es un señor de buen corazón
y no dirá nada.
ECCLITICO
Pero como usted es mi amigo, lo quiero satisfacer.
Este es el licor.
Puesto que no hay nadie,
deseo que bebamos la mitad cada uno.
BUONAFEDE
Y luego ¿qué pasará?
ECCLITICO
Sentiremos que nuestros miembros
se ponen sutiles de tal forma, que empezaremos
a elevarnos como si tuviésemos alas
BUONAFEDE
Bebería, pero no sé...
Estoy entre el sí y el no...
ECCLITICO
Creí complacerlo; pero si se ha arrepentido,
lo beberé yo sólo.
(finge beber)
BUONAFEDE
¡No lo beba todo, por favor!
ECCLITICO
¡Sosténgame, que ya me parece estar volando!
¡Ah, qué felicidad! ¡Ah, qué suerte singular!
Muy pronto estaré en el mundo de la luna.
(vuelve los ojos)
BUONAFEDE
¿Qué le pasa a sus ojos?
Parece estar en trance.
ECCLITICO
Estoy invadido por el espíritu lunar.
¡Adiós, me voy!
BUONAFEDE
¡Deténgase!
¡Quiero ir yo también!
ECCLITICO
Aquí tiene el resto del licor, ¡bébalo!
BUONAFEDE
Pero ¿y mis hijitas? ¿Y mi sirvienta?
ECCLITICO
Cuando esté allá arriba, podrá interceder por ellas.
¡Me voy, me voy!
BUONAFEDE
¡Ahí voy! ¡Bebo!... ¡Espéreme!
(bebe)
ECCLITICO
¡Beba, y que le haga buen provecho!
(para sí)
Yo no he bebido.
Dentro un instante dormido por el somnífero,
creerá haber sido transportado a la luna.
BUONAFEDE
¡Ya está, también yo he bebido!
Mundo, mundo feo y cruel,
para siempre te abandono.
¡Soy un hombre supralunar!
¡Ay de mí, siento un gran ardor!
ECCLITICO
¡Sopórtelo!
Poco a poco, sentirá transmutar
todos sus miembros y lo disfrutará.
BUONAFEDE
Parece que me estoy durmiendo.
ECCLITICO
Ése es el efecto que hace al licor perfecto.
BUONAFEDE
¡No puedo mantenerme en pie!
ECCLITICO
Póngase cómodo.
(lo hace sentar)
Apréstese a subir, y reconfórtese.
BUONAFEDE
¡Me parece volar!
ECCLITICO
Yo también lo creo.
BUONAFEDE
Mi querido Ecclitico, dígame dónde estoy.
¿En tierra, o en aire?
ECCLITICO
¡Poco a poco se va elevando!
BUONAFEDE
Me voy sutilizando.
Pero ¿cómo podremos salir de la habitación?
ECCLITICO
Tenemos aquí al lado un amplio ventanal.
BUONAFEDE
¡Voy, voy sin demoras!
ECCLITICO
(para sí)
¡Oh, qué bobalicón!
Escena Undécima
(Ecclitico y Buonafede; luego Clarice y Lisetta)
11b - Final I
BUONAFEDE
¡Voy, voy; vuelo, vuelo!...
ECCLITICO
¡Bravo, bravo, me alegro!
BUONAFEDE
¿Dónde está?
ECCLITICO
¡Yo también vuelo!
ECCLITICO
¡Adiós mundo, mundo adiós!
BUONAFEDE
¡Adiós mundo, mundo adiós!
(Clarice y Lisetta entran en escena)
CLARICE
Querido padre, ¿qué sucede?
LISETTA
Patrón, ¿qué pasa?
BUONAFEDE
¡Voy, voy; vuelo, vuelo!
CLARICE, LISETTA
¿Adónde, adónde?
ECCLITICO
(para sí)
¡Ah, qué suerte!
BUONAFEDE
¡Voy al mundo de la luna!
CLARICE, LISETTA
¡Se muere, se muere, ay de mí, se muere!
BUONAFEDE
¡Ah, qué gusto! ¡Ah, qué deleite!
ECCLITICO
(para sí)
¡Viva, viva, ah, qué suerte!
CLARICE, LISETTA
¡Se muere, se muere!
BUONAFEDE
Querida luna, ¡voy, voy, voy hacia ti!
(se duerme)
CLARICE, LISETTA
¡Se muere, se muere! ¡Ayuda!
¡Busquemos algún remedio!
¡Rápido, rápido!
(salen)
ECCLITICO
El fuerte somnífero le afecta al cerebro.
Haré que lo lleven fuera...
¡Fabricio! ¡Próspero!...
(vienen dos sirvientes)
ECCLITICO
... ¡Vamos, rápido, levantadlo,
y llevadlo al jardín!
(los sirvientes se llevan a Buonafede)
ECCLITICO
Las mujeres vuelven y se desesperan,
porque creen ya se ha muerto.
(Clarice y Lisetta vuelven)
CLARICE
¡Pobre padre! ¡Ay, se ha muerto!
LISETTA
¡Ay, su vida se acabó!
ECCLITICO
¡No, no llorad, no es así!
CLARICE, LISETTA
¡Ay, su vida se acabó!
¡Ay, qué tormento! ¡Ay, que ya se murió!
ECCLITICO
"Le dejo a Clarice seis mil escudos
si decide casarse."
CLARICE
La enfermedad era mortal... era inevitable.
ECCLITICO
"Le dejo a Lisetta cien ducados
para cuando encuentre un marido."
LISETTA
Era muy viejo... era inevitable.
ECCLITICO
¡Pobre viejo, no lo verán más!
CLARICE, LISETTA
¡Ay, qué tormento!
ECCLITICO
La dote está lista, si ustedes la quieren...
CLARICE, LISETTA
Me hace reír, me consuela.
CLARICE, LISETTA, ECCLITICO
¡Viva quién vive!
Quien ha muerto, ha muerto.
Dulce consuelo la dote será.
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(Jardín en casa de Ecclitico, que representa el
mundo de la luna con algunas extravagancias
colocadas por el astrólogo para impresionar a
Buonafede que duerme sobre un lecho de flores.
Ecclitico disfrazado con un extraño ropaje y
Ernesto aún con sus ropas normales)
Recitativo
ECCLITICO
Ya está Buonafede en el mundo de la luna.
Todavía duerme pero cuando se despierte,
no creerá estar en mi jardín,
sino en el mundo lunar
entre sus peregrinas y raras delicias.
ERNESTO
Pero ¿Flaminia y Clarice están enteradas?
ECCLITICO
Todo lo saben
y apoyarán totalmente nuestro plan.
Lisetta no sabe nada,
pero no importa;
con otro invento haré que ella se crea
trasladada al mundo de la luna.
Ella es amada por Cecco, que la desea;
y para que él se adhiera a mi proyecto,
le he prometido que ella será su mujer.
ERNESTO
¡Flaminia será mía!
ECCLITICO
¡Y mía Clarice!
Hoy, cada uno de nosotros será feliz.
Los artefactos están listos;
están listas las tramoyas, los sonidos,
los bailes y los cantos, con todo lo cual
simularemos prodigios y encantamientos.
ERNESTO
Y yo estoy listo para representar mi personaje...
Corro a cambiarme de ropa y figura.
(sale)
Escena Segunda
(Ecclitico y Buonafede que duerme)
ECCLITICO
Todavía duerme Buonafede,
pero ya es hora de despertarlo.
Con esta sal volátil,
que disuelve los efectos que ha provocado
el opio, volverá en sí.
(le pone un pote bajo las narices)
BUONAFEDE
¡Flaminia!...
ECCLITICO
Llama a su hijita entre el sueño y la vigilia.
BUONAFEDE
¡Eh! ¡Clarice!... ¡Lisetta!...
ECCLITICO
Va despertándose.
BUONAFEDE
¡Eh! ¿Dónde estoy?
(se levanta recuperado)
ECCLITICO
¡Amigo!...
BUONAFEDE
¿Quién es usted?
ECCLITICO
¿Qué? ¿No me reconoce?
¿No reconoce a Ecclitico?
BUONAFEDE
¿Usted, aquél?
ECCLITICO
¡Sí, ése soy yo!
BUONAFEDE
Pero amigo, ¿dónde estamos?
ECCLITICO
Donde el destino nos ha traído,
¡en el hermosísimo mundo de la luna!
BUONAFEDE
¡Eh! ¿Se burla usted de mí?
ECCLITICO
Pero ¿usted no percibe
el esplendor del más hermoso día?
¿Y el aire saludable que respiramos?
BUONAFEDE
Es verdad. ¡Ah, que hermoso día!
¡Ah, que aire tan dulce y suave!
ECCLITICO
Mire a sus pies...
¿No ve en el fecundo suelo
nacer bellas rosas y lirios?
(se ven brotar rápidamente las flores)
BUONAFEDE
¡Ah, qué hermoso mundo!
ECCLITICO
¿Oye el dulce canto de los pájaros?
(se oyen cantar a los ruiseñores)
BUONAFEDE
¡Ah, qué felicidad!
Estoy fuera de mí, no sé dónde me encuentro.
ECCLITICO
¿Oye la armonía que surge de los arbolitos,
agitados por dulces brisas?
13 – Ballet
(Se oye un pequeño concierto iniciado por
violines y oboes de la orquesta, contestados por
los cornos de caza y fagotes ubicados en escena)
Recitativo
BUONAFEDE
¡Ay, qué ninfas gentiles! ¡Ah, qué suerte!
¡Ah, bendecido mundo de la luna!
Pero ¿sabe el emperador
que yo he llegado aquí?
ECCLITICO
Él está informado de todo.
BUONAFEDE
¡Vamos a su encuentro!
ECCLITICO
No está permitido con esta vestimenta
presentarse ante él,
salvo que mande a buscarnos.
Pero...
¡Ahí llegan los pajes y lacayos!
El gran monarca nos manda ropa adecuada.
BUONAFEDE
¡Ah, qué hermoso mundo!
Escena Tercera
(Llegan cuatro caballeros con pajes y lacayos,
que traen ropas para vestir a Buonafede.
Mientras los caballeros cantan, los pajes
desvisten a Buonafede y lo visten con los
caprichosos vestidos que ellos traen)
15 – Coro
CUATRO CABALLEROS
Hombres felices, a quien se les permite disfrutar
de la gran belleza de este mundo;
el emperador, para agasajarlos,
pruebas les manda de su bondad
ECCLITICO, BUONAFEDE
Que el cielo siempre lo libre de preocupaciones.
¡Que viva mil años con plena salud!
CUATRO CABALLEROS
Ahora que ya están vestidos y arreglados,
pueden presentarse ante su majestad.
TODOS
Que el cielo siempre lo libre de preocupaciones.
¡Que viva mil años con plena salud!
(los caballeros, pajes y lacayos salen)
Recitativo
BUONAFEDE
¿Cómo tendré que comportarme?
¿Cuantas grandes reverencias tendré que hacer?
ECCLITICO
Nuestro gran monarca no quiere adulaciones.
Él es un señor de buen carácter
y buen corazón.
BUONAFEDE
¡Vamos, estoy impaciente por verlo!
Pero ¿cuánto deberemos esperar en la antesala?
ECCLITICO
Aquí, en la antesala,
no se oyen suspiros ni blasfemias.
Cualquiera puede entrar
y presentarse ante el soberano,
para besarle el pie además de la mano.
Mas espere usted aquí, que yo iré a avisarle.
Él es tan bondadoso, que para complacerlo,
personalmente aquí vendrá.
BUONAFEDE
¿Y mi camarera y mis hijas,
no vendrán con nosotros?
ECCLITICO
Sí, sí, vendrán luego; de hecho nuestras mujeres
se adaptan muy bien en este imperio,
pues sus pensamientos van al compás de la luna.
16 - Aria
ECCLITICO
Usted ya sabe como están hechas ellas.
Por momentos zalameras y totalmente amorosas;
otras veces obstinadas
y ferozmente enfadadas.
¿Qué? ¿No es verdad?
Son lunáticas, ¡oh, sí señor!
Mudan de aspecto, mudan de ideas
y son por naturaleza poco sinceras.
Ciertamente, créame, que es así.
(sale)
Escena Cuarta
(Buonafede sólo)
Recitativo
BUONAFEDE
Me parece que dice la verdad, pues también
Lisetta es conmigo ora amorosa, ora desdeñosa.
Pero si ella viene aquí quizás cambie.
¡Bien recuerdo el hermoso caso
de la mujer llevada por la nariz!
Escena Quinta
(Se ve en el fondo de la escena un carro triunfal,
tirado por cuatro hombres extrañamente vestidos.
Sobre el carro, Cecco, vestido de emperador y al
pie del mismo Ernesto, vestido como un héroe con
una estrella en la frente)
17 - Marcha
(Buonafede observa maravillado. Al son de la
marcha avanza el carro y se detiene al llegar a la
mitad de la escena. Ernesto baja y ayuda a bajar
a Cecco con afectada sumisión)
Recitativo
BUONAFEDE
¡Humildemente me inclino ante su majestad!
CECCO
¿Quién es usted, que dirige sus saludos
a su majestad, y no a nosotros?
BUONAFEDE
Perdón; yo uso las costumbres
del mundo sublunar donde he nacido.
CECCO
Sí, sí, estoy informado que allá, en su mundo,
triunfa la altanería y los títulos nunca escasean.
BUONAFEDE
¡Dice bien!... Pero ¿qué veo?
¿Ése es el señor Ernesto?
ERNESTO
Se equivoca.
Soy estrella, y Hesperus me llamo.
Cuando el cielo oscurece
soy el primero en cortejar a la luna.
Ese tal señor Ernesto
habrá recibido por suerte
el influjo de la constelación de mi estrella.
BUONAFEDE
No sé qué decir.
Usted se parece realmente a Ernesto.
ERNESTO
No se asombre, que en nuestra corte tenemos
un bufón que en todo se parece a usted.
BUONAFEDE
Gracias por la gentileza de su comparación;
pero tengo que decirle que no soy bufón.
CECCO
Sin embargo, en su mundo,
quien sabe hacer de bufón es dichoso.
BUONAFEDE
(para sí)
¡Caramba! Está bien informado.
CECCO
¿Qué le parece esto?
¿Le gusta nuestro mundo?
BUONAFEDE
En verdad,
¿a quién no le gustaría un mundo tan hermoso?
Pero para ser feliz, señor,
una gracia aún le pido.
CECCO
Pida entonces que todo se lo concedo.
BUONAFEDE
Tengo dos hijas y una sirvienta, querría...
CECCO
Lo entiendo, las querría con usted.
Irá, para satisfacerlo,
un cometa a invitarlas.
BUONAFEDE
Pero, los cometas portan mal augurio.
CECCO
¡Ah, gente loca del mundo sublunar!
Pretenden ustedes conocer las estrellas
y ustedes mismos allá abajo no se conocen.
BUONAFEDE
Tiene razón, tiene razón, no sé qué decir.
CECCO
Yo las haré venir pero con una condición:
quiero, sin perjudicarlo,
que su camarera esté a mi servicio.
BUONAFEDE
Pero señor....
CECCO
Ya lo sé que usted está enamorado
de sus hermosos ojos,
pero esta vez la queremos para nosotros.
BUONAFEDE
¿La ha visto?
CECCO
Sí señor.
Aquí tenemos una máquina
con la que a menudo vemos
lo que hacen en el mundo, allá abajo.
El placer más delicioso que pueden tener
nuestros ojos lunares, es mirar las locuras
que hacen vuestros coterráneos.
18 - Aria
CECCO
Un avaro suda y pena,
y luego muere y desaparece.
Un soberbio, sin cena,
quiere respeto y pan no tiene.
Un celoso es atormentado.
Un hombre vulgar es criticado.
Casi todos en su mundo
están locos de verdad.
Hay quien suspira por amor, quién delira de furor,
quien está bien y quiere estar mal,
quienes tienen muchos humos y poco ingenio;
toda va a contramano. Están locos de verdad.
(sube al carro y se marcha con su séquito)
Escena Sexta
(Buonafede y Ernesto)
Recitativo
ERNESTO
¿Tiene dos hijas?
BUONAFEDE
Sí señor.
ERNESTO
¿Solteras o casadas?
BUONAFEDE
Solteras.
Aún no les he elegido marido
pues no he encontrado un buen partido.
ERNESTO
Ha hecho usted bien.
En su mundo los matrimonios suelen celebrarse
por dos motivos perversos:
uno es el capricho y el otro es el interés.
Del primero de ellos proviene el hartazgo,
del segundo la negra infidelidad.
BUONAFEDE
Su señoría habla como verdaderamente
debe hablar una estrella.
ERNESTO
Aquí no hay nadie que diga
que se muere por su amada.
Aquí no hay nadie que sea fiel a una ingrata.
No verá a nadie que quiera llevar en el bolsillo
frasquitos y estuches
con bálsamos y ungüentos,
para las mujeres que se desmayan.
BUONAFEDE
Y si una mujer se desmaya,
¿cómo la socorren?
ERNESTO
Solemos llevar un cordel
y cuando ellas parodian un desmayo,
las volvemos en sí a latigazos.
BUONAFEDE
¡Ése sí es un buen elixir!
ERNESTO
Es un elixir excelente y, créame,
lo sé por experiencia.
19 - Aria
ERNESTO
A veces no es mala la pelea y el rigor.
Siempre paz y amor
hacen languidecer incluso al placer.
Cuando más tarde cesa el desdén,
siente el corazón un mayor deleite,
más vigor toma el afecto y se multiplica el gozo.
(sale)
Escena Séptima
(Buonafede solo y varias personas
que tras bambalinas le hacen el eco)
Recitativo
BUONAFEDE
Me quedo atónito:
éste es un mundo muy hermoso, muy bien hecho.
Cantan tan bien los pajaritos;
susurran los arbolitos;
todos bailan, todos gozan; todos viven alegres.
¡Ah, qué mundo feliz! ¡Ah, qué hermoso mundo!
Quiero disfrutarlo. Quiero recorrer ésta,
que creo, es la ciudad principal.
No sé si tengo que ir por allá o, por acá.
(fuera de escena el eco contesta)
ECO
¡Por acá, por acá, por acá!
BUONAFEDE
¡Ah, esto sí que es lindo!
Todos me llaman
y me siento llamar de aquí y de allá.
ECO
¡De allá, de allá, de allá!
BUONAFEDE
Y estamos siempre en lo mismo.
Querría ir y no querría ir;
estoy entre el sí y el no.
ECO
¡No, no, no, no, no, no!
BUONAFEDE
No de acá, no de allá.
Pues me quedaré aquí siempre firme así.
ECO
¡Sí, sí, sí, sí, sí, sí!
BUONAFEDE
¡Ah! ¡Ah! Lo he reconocido, amable Señor Eco.
¡Ah, qué placer tan grande!
¡Ah, qué gozo, qué deleite!
¡Ah, qué hermoso mundo!
20 - Aria
BUONAFEDE
¡Qué mundo amable,
qué incomparable felicidad!
Los árboles susurran, los pájaros cantan,
las ninfas bailan y el eco responde.
Todo es agradable, todo es bello.
¡Qué mundo tan amable,
qué incomparable felicidad!
(sale)
Escena Octava
(Ecclitico y Lisetta, que tiene los ojos vendados y
va escoltada por dos supuestos selenitas)
Recitativo
LISETTA
¿Dónde me llevan?
¿Son ustedes esbirros, sicarios, o ladrones?
ECCLITICO
¡Quítadle la venda, ahora que la afortunada
a este mundo ya ha llegado!
(le quitan la venda)
LISETTA
¡Ay de mí, por fin respiro un poco!
ECCLITICO
Bella muchacha, ¿supongo que no te imaginas
en dónde te encuentras?
LISETTA
¿Y qué pretende, estimado señor Ecclitico,
que sepa yo?
Aún dormía en mi cama,
cuando llegaron esos pillos cornudos:
me han vendado los ojos,
me han arrastraron afuera
y ahora no sé decir dónde me encuentro.
ECCLITICO
Lisetta, has tenido la suerte de ser traída
al mundo de la luna.
LISETTA
¡Ja, ja! Me hace reír; no soy una niña
para creer en semejantes tonterías.
ECCLITICO
Tendrás la prueba de mis palabras
cuando seas la esposa de nuestro emperador,
que por tu hermoso rostro arde de amor.
LISETTA
¡El cuento va para largo!...
El patrón ¿dónde está?
ECCLITICO
Fingió estar muerto,
pero al mundo lunar fue trasladado
y también yo, después de él, he llegado.
LISETTA
Querido Señor lunático, no me haga enojar.
¿Por qué causa, dígame,
me hicieron salir de casa?
ECCLITICO
Creíste salir de casa, pero desde el balcón
fuiste transportada hasta aquí, en una nube.
LISETTA
¡Vamos, tales locuras no las soporto!
Quiero saber a qué se debe todo este embrollo.
ECCLITICO
He aquí a tu patrón: pregúntaselo a él,
que lo sabrá. Yo voy a buscar a su majestad.
(sale)
Escena Nona
(Lisetta, luego Buonafede)
Recitativo
LISETTA
¿Ése es el patrón?... ¡Es él!
No entiendo su apariencia.
¡Ah, qué moda tan graciosa! ¡Ah, qué figura!
BUONAFEDE
Lisetta, ¡oh, bienvenida!
¿Tú también estás aquí con nosotros?
Verdaderamente puedes sentirte dichosa.
LISETTA
Pero ¿dónde estamos?
BUONAFEDE
En el mundo de la luna.
LISETTA
¿Me quiere engañar?
BUONAFEDE
¡No, te lo juro!
Éste es el mundo lunar, te lo aseguro.
LISETTA
Entonces ¿es cierto que
una nube hasta aquí me trajo?
BUONAFEDE
Has sido afortunada.
Porque te transportó Amor,
has venido a gozar de un gran honor.
LISETTA
Pero ¿aquí qué deberé hacer?
BUONAFEDE
Lo que tienes que hacer, te enseñarán.
Deberás querer a tu patrón.
LISETTA
¿Y nada más?
BUONAFEDE
¡Deberás hacerle algunas caricias!
LISETTA
Usted lo sabe, señor, yo no estoy acostumbrada.
BUONAFEDE
¿Crees quizás que aquí se hacen las caricias
con la misma malicia que las hacemos nosotros?
Aquí todos se aman con inocencia,
y la maledicencia ha sido desterrada de la luna.
LISETTA
¡Ah, si fuera así, seria entonces
muy hermoso este mundo lunar!
BUONAFEDE
Créelo, es así.
LISETTA
Esto me tranquiliza muchísimo.
BUONAFEDE
Ven acá, Lisetta, dame tu manita.
LISETTA
¡Ah, señor, no!
BUONAFEDE
¿Por qué?
LISETTA
Porque no sé si su forma de actuar es correcta.
BUONAFEDE
¡Eh! Aquí todo se hace sin malicia.
LISETTA
Siendo así, tómela.
BUONAFEDE
¡Ah, querida mano!
(la aprieta)
LISETTA
¡Despacio, señor, despacio!
Me la ha apretado tan furiosamente,
que me parece bastante malicioso.
BUONAFEDE
Soy muy inocente, créelo Lisetta,
tanto como un niño pequeño.
LISETTA
(para sí)
¡Qué niñito amoroso!
Es tan inocente como hermoso.
BUONAFEDE
¿Qué dices? ¿Qué soy hermoso?
LISETTA
Sí señor.
BUONAFEDE
Si lo dices tú, así será.
LISETTA
(para sí)
Está más loco que nunca.
BUONAFEDE
Vamos, Lisettina, dame un pequeño abrazo...
LISETTA
¡Ah, eso si que no!
BUONAFEDE
Sin malicia te abrazaré.
LISETTA
Si fuera así...
BUONAFEDE
Así será.
LISETTA
No me fío.
BUONAFEDE
Por favor.
LISETTA
Si lo pide por favor,
es usted muy malicioso.
BUONAFEDE
¡Ah, malicia no tengo!
LISETTA
Pero ¿qué es ese suspiro?
BUONAFEDE
Yo no lo sé.
21 - Dúo
BUONAFEDE
No sospeches de mí,
pues no tengo un corazón malicioso.
LISETTA
Lo conozco, gran tramposo,
malicioso es su amor.
BUONAFEDE
No es verdad.
LISETTA
No me confío.
BUONAFEDE
Soy juicioso.
LISETTA
Me río de eso.
BUONAFEDE
Vamos querida, una manita.
LISETTA
No, no quiero.
BUONAFEDE
¡Qué cruel!
Como le hago a mi perrita,
te haré caricias a ti.
LISETTA
Y yo cuál una gatita, las caricias aceptaré.
BUONAFEDE
Ven, mi querida caniche.
LISETTA
Ven, mi hermoso chiquillo.
BUONAFEDE
Ven aquí y no ladres.
LISETTA
Arroja la fusta, si me quieres atrapar.
(parten)
Escena Décima
(Cecco vestido como emperador con su séquito;
luego Buonafede y Lisetta)
Recitativo
CECCO
¡Eh, rápido, detened a Buonafede y Lisetta!
Decidle que su emperador los espera.
(parten dos sirvientes)
CECCO
Procuraré, puesto que la suerte me acompaña,
conseguir el premio a mis esfuerzos.
(vienen Buonafede y Lisetta)
BUONAFEDE
¡Aquí estoy a sus órdenes!
LISETTA
¡Oh! ¿Qué veo? ¿ Cecco es el emperador?
CECCO
Lisetta, hola.
LISETTA
Te saludo. Buenos días, mi Cecchino.
BUONAFEDE
¿Estás loca?
¿Qué le dices a nuestro emperador?
LISETTA
Loco será usted;
nosotros nos conocemos muy bien.
CECCO
Hermosa mujer, no soy Cecco, pero soy tuyo.
¡Vamos, sube al trono!
Lisetta, preciosa y graciosa,
quiero hacerte reina de la luna.
(aparece un trono con dos asientos)
BUONAFEDE
(para sí)
No quisiera que nuestro emperador
me hiciera el honor de arrebatarme a Lisetta.
CECCO
¿Y bien, qué dices?
Si te agrada, he aquí un trono para ti,.
LISETTA
¿Un trono? ¡Ay de mí, no sé!
Estoy entre el sí y el no.
Por tantas extravagancias que veo,
dudo de todo y nada creo.
CECCO
¡Vamos, ven al trono, si te agrada mi rostro!
¿Sea Cecco, o no sea Cecco,
qué te importa?
Ya nos amoldaremos uno al otro.
LISETTA
Esa es una razón que no me disgusta. ¡Voy!
(se encamina hacia el trono)
BUONAFEDE
¿A dónde vas, Lisetta?
LISETTA
A recibir los favores de nuestro emperador,
puesto que él quiere rendirme tan grande honor.
BUONAFEDE
¡Cómo! ¿No te da vergüenza?
¿No temes que tenga malas intenciones?
LISETTA
¿Eh? ¡Si aquí todo se hace sin malicia!...
BUONAFEDE
¡Lisetta, ten cuidado!
LISETTA
Nuestro emperador en tan inocente
como un niño.
CECCO
No quiero esperar más.
¡Rápido, ven al trono!
LISETTA
Entonces...
CECCO
Sí, mi querida, soy tuyo si tú lo quieres.
22a - Recitativo
LISETTA
Usted es mío... pero si después...
pero si yo no soy... no sé lo que me dirá.
CECCO
¡Al trono, al trono!
22b - Aria
LISETTA
Si lo ordena usted, voy.
(a Buonafede)
Señor patrón, ¿qué seré?
¿Emperatriz?
¡Ah, si al menos esto fuera cierto!
Siento en mi corazón cierto vapor
que me colma de nobleza.
¡Qué cosa tan hermosa es ser una señora,
hacerse servir, hacerse estimar!
Pero no lo creo, todavía dudo:
¡ay, todos quieren burlarse de mí!
Voy a arriesgarme: ¿qué pasará?
¡Ay, si esto al menos fuera cierto!
(Cecco da el brazo a Lisetta, y mientras se oye el
ritornello del aria precedente, la lleva al trono)
Recitativo
BUONAFEDE
¡Excelso emperador!
La afortunada ha sido sólamente Lisetta.
Mis pobres hijas
aún no han tenido la suerte
de venir al mundo de la luna.
CECCO
Un heraldo lunar me ha informado
que están de viaje y que dentro de poco
ellas también descenderán en este lugar.
BUONAFEDE
¿Por qué dice usted descenderán y no subirán?
Para venir del nuestro
a este mundo, señor, se sube.
¿Por qué dice: descenderán?
CECCO
Ustedes poco saben.
Nuestro mundo, redondo como una pelota,
por el cielo está circundado;
y de cualquier lado que el hombre
se encamine hacia la luna, conviene decir,
que desciende y no que sube.
BUONAFEDE
Soy ignorante, es verdad,
pero me consuelo que si tal soy, no estaré solo.
CECCO
¡Alégrese, Buonafede,
que a la gentil pareja ya se le ve descender!
Escena Undécima
(Al son de un ballet llegan en un coche Flaminia
y Clarice. Buonafede las ayuda a bajar. Cecco y
Lisetta permanecen en el trono, mientras que
Ernesto y Ecclitico se aproximan)
23 - Ballet
Recitativo
BUONAFEDE
¡Hijas, mis queridas hijas, bienvenidas!
¡Ay! ¿Qué me decís?
¡Qué suerte tener un padre de mi condición,
que ha hecho por vosotras
lo que he hecho yo!
Ahora sois mujeres lunáticas.
Disfrutaréis un mundo
lleno de cosas hermosas.
¡Brillaréis aquí como dos estrellas!
FLAMINIA
Mucho te debo ¡oh, padre!
Eres un hombre sabio;
que sabe muchísimo de política.
CLARICE
Se ve en verdad que tienes una gran inteligencia.
Eres un hombre virtuoso sin igual, a la par
de todos los hombres famosos y preclaros.
BUONAFEDE
¡Inclinaros ante nuestro emperador!
Agradecedle tanto honor que nos hace.
FLAMINIA
Pero... ¡esa es Lisetta!
BUONAFEDE
¿Qué quieres que te diga?
Ella es la feliz emperatriz
del mundo de la luna.
CLARICE
¡Ay, dichosa en verdad!
Puesto que la luna es un gran imperio.
FLAMINIA
¡Monarca, ante ti me inclino!
CECCO
Menos mal que al fin
os acordasteis de nosotros.
FLAMINIA
Le pido disculpas,
y a su bondad me encomiendo.
CECCO
(a Ernesto)
Oye, Hesperus: atiende a esta bella mujer.
Condúcela ya mismo a sus habitaciones
y enséñale nuestras costumbres.
ERNESTO
Obedecido serás.
BUONAFEDE
¡Eh, eh, deténganse!
Señor, mis hijas con hombres
no van solas a ningún lado.
CECCO
En este nuestro mundo,
las hembras todo lo hacen públicamente
y nunca secretamente.
BUONAFEDE
Es verdad, no hablo más.
FLAMINIA
Feliz voy,
puesto que mi padre no se opone
a la compañía del gentil Hesperus.
24 - Aria
FLAMINIA
Si mi estrella es mi guía,
una escolta más fiel no puedo esperar.
En su planeta contrasta en vano
la boca insana que dice no.
(sale acompañada por Ernesto)
Escena Duodécima
(Cecco y Lisetta en el trono; Buonafede,
Ecclitico y Clarice)
Recitativo
CLARICE
Mi hermana bien fue ubicada,
¿y yo, qué haré?
¿No encontraré aún mi estrella?
CECCO
Ecclitico, tú que eres
maestro de ceremonias de mi trono lunar,
con la gentil Clarice tómate del brazo.
ECCLITICO
Obedezco de inmediato.
BUONAFEDE
¡Eh no, no quiero que mi hija
sea acompañada del brazo por un hombre!
CECCO
Aunque esta costumbre
es también usada en su mundo,
aquí solo se aplica como señal de respeto
y no con ninguna otra finalidad.
BUONAFEDE
Me callo, no sé que decir.
CLARICE
Voy feliz a contemplar de cerca
las lunáticas esferas,
con mi lunático maestro de ceremonias.
25 - Aria
CLARICE
Cuánta gente hay que suspira
por ver qué cosa es la luna,
pero no tienen la suerte
de poderla contemplar.
Quien no ve y cree mentiras,
todo pretende saber.
Cuanto más estudia, menos entiende,
y se deja engañar.
(sale acompañada por Ecclitico)
Escena Decimotercera
(Buonafede; Cecco y Lisetta en el trono)
Recitativo
LISETTA
Y yo estoy aquí
como una emperatriz de cartón.
CECCO
Mi hermosa doncella, aquí me tienes.
(se levanta)
Quiero coronarte,
y al mismo tiempo desposarte.
LISETTA
Agradeceré su cortesía.
BUONAFEDE
(para sí)
Pues yo me siento un poquito celoso.
CECCO
¡Vamos, traed rápido las insignias imperiales
y que comience la ceremonia!
Escena Decimocuarta
(Ecclitico caballeros, sirvientes y los anteriores)
Recitativo
ECCLITICO
¡Ya está todo dispuesto
para la real pompa!
Escena Decimoquinta
(Entran Ernesto y dos pajes que traen un cetro
y una corona en forma de media luna)
26 - Final
ECCLITICO, ERNESTO
Hasta tu lunático trono,
gran señor de los cornípodos,
nuevamente con gran placer
dirigimos nuestros pasos.
¡Luna, lena, lino, lana,
lana, lino, lunalá!
CECCO
Queridos y apreciados súbditos míos,
con esta media luna
(hacia Lisetta)
quiero coronar
esta frente blanca y tierna.
¡Luna, lena, lino, lana,
lana, lino, lunalá!
BUONAFEDE
(para sí)
¡Qué lenguaje metafórico!
¿Quién sabe lo que signifique?
¿Será acaso arábigo escocés?
Verdaderamente no lo entiendo.
LISETTA
Vasallos ¿qué hacéis?
¿Por qué estáis estáticos?
BUONAFEDE
¡Vamos señores, que traigan aquí pan,
vino y bacalao!
ECCLITICO, CECCO
¡Luna, lena , lino, lana,
lana, lino, lunalá!
BUONAFEDE
(para sí)
¡Oh, qué lengua tan graciosa!
LISETTA
(para sí)
¡Oh, qué suerte inesperada!
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
(para sí)
Si tiene éxito la parodia ¡oh, qué risa nos dará!
Escena Decimosexta
(Clarice, Flaminia y los anteriores)
CLARICE, FLAMINIA
Ante esta pareja amable llena de majestad,
la cabeza con respeto bajamos humildemente.
¡Burlicchete, burlacchete, brugnocchete y cucú!
BUONAFEDE
¡Por los cuernos del diablo!
Y vosotras, hijas mías,
¿también habláis como lunáticas?
Me quedo turulato.
LOS OTROS
(menos Lisetta)
¡Burlicchete, burlacchete, brugnocchete y cucú!
BUONAFEDE
¡Qué hermosa ceremonia! ¡Cucú, cucú!
LOS OTROS
(menos Lisetta)
¡Burlicchete!
BUONAFEDE
¡Cucú, cucú!
LOS OTROS
(menos Lisetta)
¡Burlicchete, burlacchete, brugnocchete y cucú!
BUONAFEDE
¡Cucú, cucú, cucú!
CECCO
¡Eh, callaros un poco!
(se levanta)
Alcanzadme la corona;
pues a mi Lisetta
yo quiero coronar.
ECCLITICO
La imperial diadema
humildemente presento ante ti;
y cada uno de nosotros feliz,
¡ah! por ti puede sentirse.
CECCO
Ya nos hemos entendido.
Pueblo mío observad.
(dirigiéndose a Lisetta)
¡Rápido comenzad
a vitorear a la novia!
LOS OTROS
(excepto Lisetta y Buonafede)
¡Ndà, ndà, ndò, ndò, ndì, ndina,
battocchio y campanar!
BUONAFEDE
¡Ay, cuánto siento no saber hablar!
Pero voy a probar a ver si lo sé hacer.
Señor, también yo ndindina,
con esto me consuelo
y las campanas yo solo
empiezo a battocchiar.
¡Ndò, ndò, ndò, ndò!
CECCO
¡Qué oigo!
ECCLITICO, ERNESTO
¿Se burla de su majestad?
BUONAFEDE
Lo hice para felicitarlo,
jamás para burlarme.
CECCO
Y ahora, a tus hijas casaremos,
y como dote le asignamos
una noble compensación pecuniaria.
BUONAFEDE
¿Me puede hablar un poco más claro?
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
¡Sus hermosas monedas!
BUONAFEDE
Es decir, mis monedas
del mundo sublunar.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
Precisamente.
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
Sí señor.
LISETTA
Tenía un cofre lleno.
BUONAFEDE
Por mí estoy completamente de acuerdo,
pero me parece inútil.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
¿Por qué?
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
¿Por qué razón?
BUONAFEDE
Porque estamos en otro mundo.
LOS OTROS
Y a eso respondemos
que se las hará traer.
BUONAFEDE
Está bien, me han convencido.
ECCLITICO
La llave ¿dónde la tiene usted?
BUONAFEDE
(le da una llave)
¡La tengo aquí, la tengo aquí, tomad!
Pero me parece inútil.
CLARICE, FLAMINIA
(para sí)
El primer paso está dado,
que el cielo nos ayude con lo que falta.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
(para sí)
Éste es el momento más lindo
para terminar la escena.
CECCO
Las manos de Clarice y de Ecclitico se unan;
y una señal de alegría dé el papá.
ECCLITICO
(le toma las manos a Clarice)
Toma mi corazón.
BUONAFEDE
¡Burlacchete qua!
CLARICE
¡Abrázame fuerte amor mío!
BUONAFEDE
¡Burlocchete lá!
¡Lafalilolela, falilolà!
CECCO
La otra hija la derecha dé a Hesperus
y encantada reciba de su padre un sí.
ERNESTO
(estrecha las manos de Flaminia)
¡Tómame mí hermosa niña!
BUONAFEDE
¡Ndindina de quí!
FLAMINIA
¡Abrázame estrella mía!
BUONAFEDE
Ndondona de lí.
Battocchio, campana,
ndindana, ndì, ndì.
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
¡La comedia ha terminado!
(Cecco y Lisetta bajan del trono)
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
Así pues vayamos a casarnos,
pero antes demos las gracias
a quien nos concedió la autorización.
BUONAFEDE
¿Comedia? ¡Qué decís!
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
Oiga, amigo, oiga,
mejor me explicaré.
Buonafede,
simple y tonto como el círculo de la luna,
ya puede volver a su mundo
por medio del correo postal.
CLARICE, FLAMINIA, LISETTA
Y nosotras, como felices esposas,
aquí permaneceremos para siempre
casadas con tres estrellas
como él nos permitió.
BUONAFEDE
¡Ah, bribones! ¡Ahora entiendo!
He sido burlado por todos vosotros.
(a Ecclitico)
Pero tú eres quien me ha traicionado,
¡por Baco que te mataré!
LOS OTROS
¡Vamos, no haga más escándalo!
BUONAFEDE
¡Quiero hacer un estropicio!
LOS OTROS
¡Vamos, prudencia, vamos, juicio,
vamos, no proteste más!
BUONAFEDE
(a Ecclitico)
Telescopio malicioso...
(a Ernesto)
Falsa estrella traidora...
(a Lisetta)
¡Ah, mentirosa sinvergüenza!...
(a Cecco)
¡Ah, vil impostor!
ECCLITICO, ERNESTO
Señor suegro...
CECCO
Patrón...
BUONAFEDE
(señalando a Cecco)
¿Dónde hay un palo, dónde hay un bastón?...
LISETTA
Óigame señor...
CLARICE, FLAMINIA
No, no lo hagas...
BUONAFEDE
¡No te oigo!... ¡Apartaros!...
ECCLITICO, CECCO, ERNESTO
¿Le pegará con el bastón
a un hombre honorable?
BUONAFEDE
¡Es lo que merece ese impostor!...
LISETTA
Mi Señor....
BUONAFEDE
¡No oiré nada!...
CLARICE, FLAMINIA
Querido padre...
BUONAFEDE
¡Iros al diablo!
Soy un toro encolerizado,
lleno de bilis y furia.
CLARICE, FLAMINIA
Es como un toro encolerizado,
lleno de bilis y furia.
BUONAFEDE
¡Todos sois mis enemigos y sois culpables!
Todos deberéis tembla.
¡Pérfidos, ya lo verán,
para vosotros no habrá piedad!
LOS OTROS
Es verdad somos culpables
pero no dejas de ser nuestro padre.
Aplaca tu furia,
cálmate, por piedad.
ACTO TERCERO
27 - Interludio
Escena Primera
(Una sala en casa de Ecclitico. Buonafede, Ecclitico,
Ernesto, luego Cecco, vestidos como en el 1º acto)
Recitativo
BUONAFEDE
¡Quiero irme, diablos!
ECCLITICO
Y yo, señor, vuelvo a repetirle
que si primero no nos concede su perdón,
no espere salir jamás de aquí.
ERNESTO
Al fin y al cabo somos gentilhombres.
ECCLITICO
Reconocidos y honrados.
BUONAFEDE
¡Oh, saludo a estos hombres de honor!
Un amante muerto de hambre y un impostor.
ERNESTO
Soy hijo de un barón.
BUONAFEDE
Ya veo...
ECCLITICO
Y yo soy un médico,
con algunos recursos pecuniarios.
BUONAFEDE
¡Adquiridos en el mundo de la luna!
ECCLITICO
Clarice es mi esposa.
ERNESTO
Y la mía Flaminia.
ECCLITICO
Ambas son sus hijas.
ERNESTO
Y cada una debe recibir la dote de su padre.
BUONAFEDE
(con ironía)
¿Y quizás también, Lisetta?
CECCO
Su señoría,
si ese favor me hiciera,
yo, su majestad en persona,
renunciaría al cetro y a la corona.
BUONAFEDE
¡Éste otro es el que faltaba
para hacer un terno con los tres!
ERNESTO
En definitiva, se trata de dos hijas, señor.
ECCLITICO
De su propia sangre, señor, sí eso es.
CECCO
Reflexione al menos,
pues es un monarca el que le ruega.
ECCLITICO
¡Vamos, querido suegro!
ERNESTO
¡Tenga piedad de estos dos afligidos yernos!
CECCO
Pobres, vergonzosos y desamparados...
BUONAFEDE
¿Dónde está la llave de mi cofre?
ECCLITICO
La tengo aquí. Se la devuelvo.
(le da la llave)
BUONAFEDE
¿Dónde están mis hijas, dónde está Lisetta?
ECCLITICO
Esas tres pobrecitas están avergonzadas.
BUONAFEDE
¡Vamos, vayamos con ellas, a todos los perdono!
CECCO
¡Viva!
ECCLITICO
¡Viva!
ERNESTO
¡Yo lo precedo, vamos!
BUONAFEDE
Como un hombre supralunar queremos obrar.
(sale precedido de Cecco y Ernesto)
Escena Segunda
(Ecclitico siguiendo a Buonafede y Clarice)
Recitativo
CLARICE
¡Maridito mío!
ECCLITICO
¿Estás aquí?
CLARICE
¿Tristes, o felices son las noticias?
ECCLITICO
¡Ah, para nosotros no pueden ser más bellas!
CLARICE
¿Es decir?
ECCLITICO
A tu padre ya lo hemos calmado
y todo su furor está totalmente aplacado.
CLARICE
¿Quiénes pueden ser más felices que nosotros?
ECCLITICO
¿Y quiénes más alegres?
CLARICE
Entonces ¿por fin puedo llamarte
esposo sin temor alguno?
ECCLITICO
¡Sí, sí, mi hermoso ídolo!
CLARICE
¡Ah, siento que mi corazón brinca de placer!
ECCLITICO
Mi felicidad no puedo expresar.
CLARICE
¡Ah, qué dulce instante!
ECCLITICO
¡Ah, qué día tan bendecido para nosotros!
CLARICE
Soy feliz.
ECCLITICO
Y yo dichoso.
(Noche de luna y cielo estrellado)
28 - Dúo
ECCLITICO
Por ti yo siento serpentear
un arroyuelo en mi seno,
que me inunda de dulzura el pecho.
CLARICE
Un arroyo de fuego
gira alrededor de mi corazón,
y es tan intenso,
que me incinera totalmente.
ECCLITICO
Deja que lo sienta un poco.
CLARICE
Déjame que lo sienta.
CLARICE, ECCLITICO
¡Ay dios, la mano quita ahora
que me siento morir!
ECCLITICO
¿Sentiste, tesoro mío?
CLARICE
¿Qué te parece, ídolo mío?
CLARICE, ECCLITICO
¡Ah, el arroyo va creciendo
hasta transformarse en un río!
ECCLITICO
¿Qué dulzura es ésta?...
CLARICE
¿Qué significa este ardor?...
CLARICE, ECCLITICO
¿Quizás, quizás, quizás sea amor?
ECCLITICO
¿Tú que dices?
CLARICE
¿Qué te parece?
ECCLITICO
¡Vamos, habla!
CLARICE
Contesta.
Dúo
ECCLITICO
Siento tanto placer
que parece inútil decirlo.
¡Ah! pícara, picarona
¿qué pretendes de mí?
Eres tú la que me enciende,
la que me hace derretir.
¡Qué llamas nos deleitan!
¡Qué dulcísima es la condena,
si el Amor e Himeneo
nos hacen estremecer!
CLARICE
Siento tanto placer
que parece inútil decirlo.
¡Ah! pícaro, picarón
¿qué pretendes de mí?
Eres tú la que me enciende,
la que me hace derretir.
¡Qué llamas nos deleitan!
¡Qué dulcísima es la condena,
si el Amor e Himeneo
nos hacen estremecer!
Escena Tercera
(Todos)
Recitativo
BUONAFEDE
¡Ven aquí, hija, abrázame!
CLARICE
Perdona mis locuras, por favor.
BUONAFEDE
¡Sólo yo, sólo yo he sido el loco!
Porque si tengo que decir la verdad,
fui con vosotras un padre demasiado severo.
FLAMINIA
(para sí)
Nos ha asignado seis mil escudos de dote
a cada una de nosotras.
CECCO
(para sí)
Y otros mil escudos para Lisetta,
que gustosamente recibe el emperador de la luna.
ERNESTO
Ecclitico, ¿qué dices?
ECCLITICO
¿Y qué puedo decir?
Con esta mujer a mi lado,
y con tan buena dote,
puedo muy bien mandar
que desguacen a mi catalejo.
LISETTA
Y yo aún más contenta que una reina,
bajo del trono y vuelvo a la cocina.
29 - Final
(Todos, más los caballeros, sirvientes, pajes,
discípulos de Ecclitico y demás personajes)
TODOS
¡Del mundo de la luna
nos llega la fortuna
y la prosperidad!
¡Qué dulce sentimiento,
anida en nuestro pecho!
¡Cuánta alegría!
CLARICE
¡Perdónanos!
BUONAFEDE
¡Sí, sí, si me amáis os perdono gustosamente!
ECCLITICO
¿Y me querrás?
FLAMINIA
¿Ya no te enojarás?
BUONAFEDE
Apruebo vuestro amor.
CECCO
Todos estamos contentos...
LISETTA, ERNESTO
... del efecto que ha logrado
nuestro ingenio y amor.
ERNESTO
Que siempre aumente nuestra felicidad...
BUONAFEDE
... la alegría que nos embarga...
CLARICE, FLAMINIA, ECCLITICO, ERNESTO
... y se mantenga siempre alegre nuestro corazón.
TODOS
Disfrutemos, amigos, de esta buena fortuna
que hoy a la tierra nos llega desde la luna.
Vivamos como amigos y con amor,
descartar los caprichos es lo mejor.
Ya todo lo que queremos
y todo aquello que deseamos
está ahora perfectamente encarrilado.
Digitalizado y Traducido por:
José Luis Roviaro 2011
|