EDGAR
Personajes
TIGRANA FIDELIA EDGAR FRANK GUALTIERO |
Amante de Edgar Enamorada de Edgar Amante de Tigrana. Enamorado de Tigrana Padre de Frank y Fidelia |
Mezzosoprano Soprano Tenor Barítono Bajo |
La acción se desarrolla en Flandes, en 1302.
ATTO PRIMO (Villaggio presso Courtray. A destra, sul davanti, la casa di Edgar; presso la porta della casa un sedile di pietra; più in là una chiesuola. A sinistra, sul davanti, una taverna con pergolato sotto al quale un tavolo e panche; più in là gruppo di alberi. Subito dietro la chiesa un poggio poco alto attraversa tutta la scena e va a perdersi dietro il gruppo d'alberi a sinistra; a metà del poggio un alberello di mandorlo in fiore, presso al quale un sentiero scende sulla piazza. Sfondo di paesaggio ridentissimo, aperto, sul dinanzi del quale, in modo che appaiano poco lontani, alcuni tetti del villaggio. Alba pura primissima. All'alzarsi della tela Edgar dorme seduto dinanzi alla taverna. Rintocchi d'Angelus alla chiesuola. Contadini e pastori attraversano la scena venendo da diverse parti; poi si allontanano salutandosi, come muovessero ai lavori della giornata) CONTADINI (lontanissimi) Qual voce lontana Squillò la campana E l'ultima stella Fulgor più non ha! FIDELIA (dalla destra, di dentro) O fior del giorno, Salve alba serena! Speranza ed esultanza! Inno gentil, del giorno fior. Di celestial profumo È l'aura piena... (appare sul poggio) O fior dell'anno, Salve alba d'april! (scorgendo Edgar addormentato e chiamandolo) Edgar... EDGAR (destandosi) Chi mi chiamò? (volgendosi e vedendo Fidelia) Sei tu, fanciulla? FIDELIA Buon dì! EDGAR Buon dì... FIDELIA Non ha dunque riposo Per te la notte, Se qui il sol ti ha côlto Ancor vinto dal sonno... EDGAR Io non son lieto Come sempre sei tu... FIDELIA Lieta non sono Se ti veggo così. EDGAR Va!... Ti saluto, o Fidelia gentil... FIDELIA Senti lo strano pensier Ch'io feci quando mi svegliai: Già il mandorlo vicino Dei primi fior si ornò; Se sovra il mio cammino Edgar incontrerò, Troncar ne voglio un ramo E a lui lo vo' gettar... Il mattinal saluto Così gli voglio dar! (tronca un ramoscello dal mandorlo, poi scende verso il proscenio; bacia il fiore e lo getta a Edgar) Eccolo! EDGAR (raccogliendo il ramoscello) Grazie! FIDELIA (dopo aver guardato a destra, come se avesse veduto avvicinarsi alcuno, fuggendo per la sinistra sul fondo) Addio... EDGAR (correndole dietro) Fermati!.. CONTADINI (interno, più vicino) O fior dei giorno, Salve alba serena! O fior dell'anno, Salve alba d'april! (Tigrana, al cessar del coro, entra in scena dalla destra. Ha un dembal (specie di liuto) ad armacollo e va verso la parte d'onde è uscito Edgar spiando i suoi passi; poi indietreggia verso la destra, come vedendolo tornare, e si ritrae sul fondo. Rientra Edgar dalla sinistra, non si accorge di Tigrana e si avanza verso il proscenio tenendo nella destra il ramoscello di mandorlo, che egli contempla con tenerezza). TIGRANA (avvicinandosi, alle spalle di Edgar, sghignazzando) Ah!... Ah!... Ah!... EDGAR (volgendosi, riponendo in seno il ramoscello) Tu qui?... TIGRANA (ironica) Tenera scena Dunque venni a turbar... (indicando a sinistra) Fuggir di balzo la colombella io feci!... Io non credea che a te piacesse Il miele di pastorali amori!... EDGAR (con sprezzo, andando a sedere pensieroso sulla porta di casa sua) Evvia!... Mi lascia! (L'organo preludia a una preghiera. Donne, vecchi, fanciulli vengono da diverse parti alla spicciolata, si avviano alla chiesa e vi entrano durante tutta la scena che segue. Anche Gualtiero, venendo dalla destra sul poggio con alcuni vecchi, ne scende con loro e con loro entra nella chiesa.) TIGRANA (avvicinandosi a Edgar con piglio di scherno e di tentazione) Tu voluttà di fuoco, Ardenti baci sognavi un dì... Non, pastorali amor!... Era un desio febbril D'orgia e di gioco. (avvicinandosi gli di più) Era un desio febbril D'orgia e di gioco. EDGAR (come resistendo, ma scosso, alzandosi) Taci, demonio!... Taci! TIGRANA Era un desio febbril Di vizio e d’or.. EDGAR Demonio! Demonio!... Taci! TIGRANA (con ironia crescente) Fur vani sogni, Edgar! Sogni fugaci di chi nacque Per gemere e tacer... Nella chiesa tu pur dovresti entrar, Non ha d'aquila i voli il tuo pensier! EDGAR (sempre più agitato, poi, come ribellandosi, entrando bruscamente in casa) Ah! Taci, demonio... Taci! (Tigrana guarda verso la casa di Edgar scoppiando in una risata; poi si avvia e quando è giunta presso la taverna, Frank, sopravvenendo dal passaggio vicino ad essa, le sbarra la strada) FRANK (sbarrando il passo a Tigrana) Ove fosti stanotte? TIGRANA (come cercando di evitarlo) A te che importa? FRANK (con passione) Io t'attesi iersera... TIGRANA (con sprezzo) Ed io non venni! FRANK (con ira) Tigrana!... TIGRANA (con alterigia) Evvia!... Non ho di te paura! Il tuo amor mi dà noia... Mi dà noia il tuo amor! FRANK (con accento straziante) Chi detto a me l'avrebbe mai Che della vita mia L'angoscia più crudel saresti stata! TIGRANA (sarcastica) Chieder dovea l'oroscopo tua madre All'errabonda schiera di Moreschi, Che, or fanno quindici anni, Bambina qui m'abbandonò! FRANK Figlia di tutti... In mezzo a noi crescesti... Ahimè!... Nel nostro seno La vipera scaldammo! TIGRANA (sarcastica,) Se della tua virtù cara Hai la fama Fa che con me Non t'abbiano a veder. (Frank, intanto, è caduto a sedere col volto fra le mani come affranto dalla passione singhiozzando, Tigrana, crollando le spalle e, con piglio sprezzante dà in una risata, ed entra nella taverna. Frank si rialza) FRANK Questo amor, vergogna mia, Io spezzar, scordar vorrei; Ma d'un' orrida malìa Sono schiavi i sensi miei... Mille volte al ciel giurai Di fuggirla!... E a lei tornai! Di fuggirla!... E a lei tornai! Ella ride del mio pianto, Ed io, vil, col cuore infranto, Ai suoi piedi mi prosterno... Ai suoi piedi mi prosterno... E lei sola io sogno, io bramo! Ah sventura!... Io l'amo!... Io l'amo! (esce per la sinistra in fondo) (Appena Frank è uscito, entrano da diverse parti, più frettolosi e più numerosi di prima, dei gruppi di contadini e di contadine. Come non trovassero più posto nella chiesa essi si inginocchiano fuori sotto il portico. L'organo riprende. Il coro attacca la preghiera. Tigrana durante questa preghiera rientra in scena dalla taverna guardandosi sospettosamente intorno conte temesse di incontrare nuovamente Frank. Non vedendolo, siede con piglio insolente e sguaiato sul tavolo) CONTADINI (uscendo processionalmente dalla chiesuola e avanzandosi con pio entusiasmo) Iddio non benedice Che gli umili quaggiù... Viver può sol felice Chi segue la virtù... Signor, noi non affanna Non gloria e d’or, Noi ti chiediamo Ma pace e amor! Ave, Signor! Ave! TIGRANA (accompagnandosi col dembal) Tu il cuor mi strazii... Io muoio! Che feci a te, crudel? Belava all'avvoltoio Nell'agonia l'agnel... Agnellin, fai pietà, Fai pietà! Ah! Ah! Ah! CONTADINI (a Tigrana, con indignazione) Dal bieco canto cessa! TIGRANA (arrogante) Evvia... Perché? CONTADINI (minacciosi, avanzandosi) Di qui ten va! Lontana di qui ten va! TIGRANA Sia per voi l'orazion, È per me la canzon! Vo' cantar, vo' trillar! Chi non vuole ascoltar Torni in chiesa a pregar! CONTADINI Vanne, sciagurata! Serpe, t'allontana! Sciagurata! Va, scomunicata! Vile cortigiana! T'allontana! T'allontana! Serpe! Serpe, t'allontana! Non vogliam la canzon Che lo scherno ha nel suon! Non trillar, non cantar Dove, chini all'altar Noi veniamo a pregar! Vattene! Va! Va! TIGRANA L'ira vostra o il perdon Io del par sprezzerò! L’aborrita canzon Sempre qui canterò! Vo' cantar... Vo' trillar! Chi non vuole ascoltar Torni in chiesa a pregar! CONTADINI Cortigiana! Via di qui! Va! Vattene! Vattene! Vattene! Vil cortigiana, t'allontana! Va! Va! Va! Via di qui! D'ogni sozzura simbolo, Fra noi perchè – torva la sorte Bella e fatal così giunger ti fe'? Dei tuoi sorrisi il fascino Sol può recar – sciagura e morte!... Pietà, perdon non puoi sperar! Pietà, perdon da noi non puoi sperare. (Il coro si scaglia minaccioso su Tigrana, la quale indietreggia fino alla casa di Edgar. Qui, vedendosi perduta, con un movimento di disperazione afferra il battente e bussa.) EDGAR (apparendo sulla porta) Che fu?... CONTADINI (a Edgar, indicando Tigrana) Col canto suo le nostre preci Ella osava schernir... (a Tigrana, con nuovo impeto) Vattene! Vattene! Vattene!... EDGAR (frapponendosi, ai Contadini e alle Contadine) Indietro... turba idiota! CONTADINI (con stupore a Edgar) Tu la difendi?... EDGAR (toccando l'elsa del pugnale e minaccia i contadini) Se alla devota nenia non torni, Di questo acciar A te la lama farò provar... Ed or da voi men vo', Stolido gregge, Per non tornar mai più. (esaltandosi) Maledetto paterno tetto, Su te, fra poco, Ruggendo, il fuoco per mano Mia divamperà! (rientra nella casa. Presto cominciano a sprigionarsi scintille e fumo dalla casa) CONTADINI Orror! (Alcuni entrano nella casa d'Edgar come per impedire l'incendio, ma, dopo pochi momenti, vengono respinti in scena da Edgar che compare sulla porta con un tizzone acceso nella destra) CONTADINI Sventura!... Al fuoco! Al fuoco! EDGAR Fuori di qui!... Nessuno queste soglie osi varcar!... Nessuno d'imporsi a me pretenda! È mia la casa... ed ardere dovrà! (getta il tizzone nella casa, con trasporto a Tigrana) Tigrana, vieni! Noi pure accenda Di nuova vita la voluttà! (Edgar prende Tigrana per mano e fa per uscire con lei dalla sinistra in fondo. Gli astanti fanno loro largo inorriditi. Frank compare e sborra loro la strada) FRANK (a Edgar) T'arresta! TUTTI Frank! EDGAR (a Frank) Sgombrami il passo! FRANK (indicando Tigrana) Teco costei non dee partir! EDGAR (con disprezzo) Di riso é degna la tua parola! FRANK (toccando l'elsa del pugnale e avanzandosi verso il proscenio a sinistra) Questa lama a te l'apprenderà! EDGAR (venendo anch'egli verso il proscenio a destra e facendo atto di metter mano al pugnale) Sta ben! (nel momento in cui Edgar e Frank stanno per sguainare i pugnali, Fidelia appare dalla sinistra, Gualtiero dalla chiesa) GUALTIERO (accorrendo a Frank) Mio figlio! FIDELIA (accorrendo a Edgar) Edgar! GUALTIERO Giù l'armi!... La voce D'un vecchio ascoltate! Del giovane sangue Lo sdegno frenate! TUTTI Giù l'armi! EDGAR D'un vecchio che prega La voce tremante Quai tristi memorie Nel cuor mi destò! O della mia vita Terribile istante... Di colpe novelle Macchiarmi non vo'. FIDELIA D'entrambi nel sangue Qual nembo veloce Il cieco delirio Dell'ira scoppiò! Ma, a un tratto, L'insania dell'impeto atroce D'un vecchio la voce A vincer bastò. GUALTIERO Del giovane sangue Io sdegno frenate! D'un vecchio la voce, D'un vecchio ascoltate! Frenate! Frenate! D'un vecchio la voce ascoltate! La mano vi pose Sull'elsa soltanto, Il torvo consiglio D'un cieco delir. Ah, un padre, un vegliardo Nell'onta en il pianto, O figlio, fratelli, Non fate morir! Lo sdegno frenate, olà! FRANK D'un padre la voce Mi supplica invano, Placar del mio sdegno La fiamma non può! Qual fascino arcano, Qual turbido incanto, Qui fascino arcano Nel cor mi gettò! Tigrana, il tuo sguardo Nel cor mi gettò! D'un padre la voce... TIGRANA (guardando Frank ed Edgar ironica) D'un vecchio alla voce Ah, spegner a spegner bastò! Al suolo si chinan gli sguardi, Ah, la man già l'elsa lasciò! Ah, al suolo d'entrambi Si chinan gli sguardi, La mano delle spade già l'elsa lasciò!... A spegner dell'ira la fiamma, O codardi, la tremula voce Di un vecchio bastò! CONTADINI D'un vecchio la voce ascoltate! Del giovane sangue lo sdegno frenate! Il ciglio bagnato è di pianto Il cuore con te palpitò. Si, o padre, Ogni cuore con te palpitò Il cielo un soave mestissimo incanto D'un padre alla voce Che implora donò! O vecchio, ogni ciglio Bagnato è di pianto... Io sdegno frenate, olà! EDGAR (riprendendo per mano Tigrana in atto di condurla seco) Or dunque, addio! FRANK (brandendo il pugnale e sbarrando loro nuovamente il passo) No... Tu non passerai! EDGAR (volgendosi a Gualtiero e sguainando anch'egli, indicando Frank) Egli lo vuole! GUALTIERO (cercando di frenarli) Frank! FIDELIA (cercando di frenarli) Edgar! EDGAR, FRANK Parli il pugnale! (si battono) FIDELIA Edgar! GUALTIERO Olà! CORO Terror! Olà! FIDELIA Fratello! Ferma, Edgar! Fratello! GUALTIERO Figlio! Cessate! Cessate! Olà! TIGRANA (come aizzando Edgar) Su!... Ferisci! Su!... Ferisci! Incalza!... Incalza! Ferisci! Ferisci! Su!... Ferisci! Incalza! Su! Su! CONTADINI Per pietà! Fermi olà! No! No! Oh terror! Qual furor! Qual demonio li spinge? Giù il pugnale! Per pietà! Fermi olà! Giù il pugnale! No! No! No! No! (a Tigrana) Ah... crudel!... Taci, tu! Oh! Terror! Terror! L'armi a lor, su, strappiam! Ah! Non più, che tardiam? (il pugnale di Edgar striscia sul petto di Frank) EDGAR (a Frank, ritraendosi) Sei ferito! FRANK No!... No!... TIGRANA (a Edgar, tirandolo a sè) Vieni Fuggiam... Ferito egli è. Perchè restar? FRANK (con ira) Deve un di noi Lasciar la vita qui! (fa per rimettersi in guardia ma vacilla) GUALTIERO (lanciandosi su Frank, strappandogli l'arme) Per Dio, quell'arme a me!... EDGAR (a Tigrana, allontanandosi rapidamente con lei) Partiamo! FRANK (facendo come uno sforzo supremo per seguirla, ma trattenuto) Abbietta creatura, Maledizion! Maledizione a te! TUTTI (ai due fuggenti) Maledizion! Maledizion! (Frank cade fra le braccia di Gualtiero; tutti lo circondano; Fidelia accorre a lui, l'incendio divampa.) |
ACTO PRIMERO (Aldea cerca de Courtray. A la derecha, delante, la casa de Edgar. Cerca de la puerta de la casa un banco de piedra; más allá una iglesia y cerca de ella un pórtico. A la izquierda, delante, una taberna con un emparrado sobre una mesa y bancos; más allá un grupo de árboles. Detrás de la iglesia una colina cruza toda la escena y finaliza tras el grupo de árboles de la izquierda; en medio de la colina un almendro en flor y cerca del mismo un sendero que desciende hasta la plaza. Al fondo del risueño paisaje, dando la sensación de un poco lejanas, algunas azoteas de la aldea. Amanecer luminoso. Al alzarse el telón, Edgar duerme sentado delante de la taberna. Las campanas de la iglesia llaman al Angelus. Campesinos y pastores atraviesan la escena acudiendo desde diversas partes; después se alejan saludándose, como encaminándose a sus trabajos cotidianos) CAMPESINOS (Desde lejos) Como una voz lejana resonó la campana y la última estrella su brillo perdió. FIDELIA (a la derecha, desde dentro) ¡Oh, flor de la mañana, salve, alba serena! ¡Esperanza y regocijo! ¡Himno gentil, flor del nuevo día! Todo está lleno de celestial fragancia... (aparece sobre la colina) ¡Oh flor del año, salve, alba de abril! (viendo a Edgar adormecido y llamándolo) ¡Edgar!... EDGAR (despertándose) ¿Quién me llama? (volviéndose y viendo a Fidelia) ¿Eres tú, chiquilla? FIDELIA ¡Buenos días! EDGAR ¡Buenos días!... FIDELIA Parece que la noche no te ha dado reposo, pues el sol te ha sorprendido vencido aún por el sueño... EDGAR Yo no soy tan feliz como tú lo estás siempre... FIDELIA Feliz no estoy si te veo así. EDGAR ¡Venga! ¡Te saludo, oh amable Fidelia!... FIDELIA Escucha el extraño pensamiento que tuve cuando me desperté: "Puesto que el almendro ya se adornó con sus primeras flores, si hoy encuentro a Edgar en mi camino, le cortaré un ramo y se lo arrojaré... ¡Así quiero darle los buenos días!" (corta una ramita del almendro; después desciende hacia el proscenio, besa la flor y se la lanza a Edgar ) ¡Aquí está! EDGAR (recibiendo la ramita) ¡Gracias! FIDELIA (después de haber mirado hacia la derecha, como si hubiese visto acercarse a alguien, sale a prisa hacia el fondo, a la izquierda) ¡Adiós!... EDGAR (corriendo tras ella) ¡Espera! CAMPESINOS (desde dentro, más cerca) ¡Oh, flor de la mañana, salve, alba serena! ¡Oh, flor del año, salve, alba de abril! (Tigrana, al concluir el coro, entra en escena desde la derecha. Tiene un "dembal" ,especie de laúd, en bandolera y va hacia el lugar por donde ha salido Edgar, como si espiara sus pasos; después retrocede hacia la derecha, como si lo viera volver y se retira al fondo. Edgar reaparece desde la izquierda sin ver a Tigrana y avanza hacia el proscenio sujetando con la mano derecha la ramita de almendro, que contempla con ternura) TIGRANA (acercándose, de espaldas a Edgar, riéndose burlonamente) ¡Ja! ¡Ja! ¡Ja!... EDGAR (volviéndose, escondiendo la ramita en el pecho) ¿Tú aquí?... TIGRANA (irónica) ¡Qué escena tan tierna he venido a perturbar!... (indicando hacia la izquierda) Hice huir a la palomita... No pensaba que a ti te gustara la miel del amor bucólico... EDGAR (con desprecio, yéndose a sentar pensativo a la puerta de su casa) ¡Vete!... ¡Déjame!... (El órgano da comienzo a una plegaria. Mujeres, viejos y niños, que llegan poco a poco desde diversas partes, acuden a la iglesia y entran durante toda la escena siguiente. También Gualtiero, que llega desde la loma a la derecha con algunos viejos, desciende con ellos y con ellos entra en la iglesia) TIGRANA (acercándose a Edgar con gesto de menosprecio y de tentación) Hubo un tiempo en que soñabas con un amor de besos ardientes, no con un amor platónico. Era un deseo febril de orgía y juego. (acercándose más) Era un deseo febril de orgía y juego... EDGAR (como resistiendo, pero agitado, levantándose) ¡Calla, demonio!... ¡Calla! TIGRANA Era un deseo febril de vicio y oro... EDGAR ¡Demonio! ¡Demonio!... ¡Calla! TIGRANA (con ironía creciente) ¡Fueron sueños vanos, Edgar! Sueños fugaces del que nace... para orar y callar. También tú deberías entrar en la iglesia, ¡tus pensamientos no tienen el vuelo del águila! EDGAR (cada vez más agitado, después, como rebelándose, entra bruscamente en la casa) ¡Ah! ¡Calla, demonio!... ¡Calla! (Tigrana mira hacia la casa de Edgar y rompe a reír; después se va y cuando llega junto a la taberna, Frank, llegando desde un pasadizo contiguo, se interpone) FRANK (Cortándole el paso a Tigrana) ¿Dónde fuiste anoche? TIGRANA (como intentándolo evitar) ¡A ti qué te importa! FRANK (con pasión) Ayer te estuve esperando... TIGRANA (con desprecio) ¡Y yo no fui! FRANK (con ira) ¡Tigrana!... TIGRANA (con arrogancia) ¡Lárgate!... ¡No te tengo miedo! Tu amor me aburre... ¡Me aburre tu amor! FRANK (con tono desgarrado) ¡Quién me hubiera dicho que tú provocarías la angustia más cruel de mi vida! TIGRANA (sarcástica) ¡Tu madre debería haber consultado tu horóscopo a los moros nómadas que, hace ahora quince años, me abandonaron aquí siendo niña! FRANK Hija de todos... Creciste entre nosotros... ¡Ay! ¡En nuestro seno la víbora avivamos! TIGRANA (sarcástica) Si tanto te preocupas de tu buen nombre, deberías cuidarte de que no te vean conmigo. (Frank, entretanto, se ha dejado caer y se encuentra sentado con el rostro entre las manos, sollozando, como quebrado por la pasión. Tigrana encogiéndose de hombros, con gesto displicente, se echa a reír y entra en la taberna. Frank se levanta) FRANK Este amor, es mi vergüenza, quisiera despreciarlo y olvidarlo, pero mis sentidos son presa de un horrible encantamiento. Mil veces juré al cielo alejarme de ella... ¡Y a ella volví! ¡Alejarme de ella! ¡Y a ella volví! Ella se ríe de mi llanto, y yo, miserable, con el corazón roto, a sus pies quedo postrado, a sus pies quedo postrado... ¡Sólo con ella sueño y a ella deseo! ¡Ah, qué infortunio! ¡La amo! ¡La amo! (se aleja con un gesto de desesperación) (Apenas ha salido Frank, llegan de diversas partes, con mayor premura y más numerosos que antes, grupos de campesinos y campesinas. Al no encontrar ya sitio en la iglesia, se arrodillan fuera, debajo del pórtico. El órgano vuelve a sonar. El coro comienza la plegaria. Tigrana, durante esta plegaria, sale de la taberna, mirando alrededor como si temiera encontrarse nuevamente con Frank. No viéndolo, se sienta con una actitud insolente y desvergonzada sobre la mesa) CAMPESINOS (saliendo en procesión de la iglesia y avanzando con mucho entusiasmo) Dios sólo bendice a los humildes aquí abajo. Sólo puede vivir feliz quien busca la virtud... ¡Ave, Señor! ¡Ave, Señor! No te pedimos gloria y riquezas, sino paz y amor. ¡Ave, Señor! ¡Ave! TIGRANA (acompañándolos con el dembal) ¡Me has destrozado el corazón!... ¡Me muero! ¿Qué te hecho, cruel? Los balidos del cordero en la agonía atraen al buitre. ¡Ten compasión del corderito, ten compasión! ¡Ja! ¡Ja! ¡Ja! CAMPESINOS (a Tigrana, con indignación) ¡Deja tu canto infame! TIGRANA (arrogante) ¡Largaos!... CAMPESINOS (avanzando amenazantes) ¡Vete de aquí! ¡Vete lejos de aquí! TIGRANA Lo que para vosotros es oración, ¡para mí es canción! ¡Quiero cantar, quiero gorjear! ¡Quien no quiera escuchar, que vuelva a la iglesia a orar! CAMPESINOS ¡Vete, desgraciada! ¡Aléjate, víbora! ¡Desgraciada! ¡Vete, excomulgada! ¡Vete, mala pécora! ¡Aléjate! ¡Aléjate! ¡Víbora! ¡Víbora, aléjate! ¡No queremos canciones que transmiten afrentas! Nada de gorjeos, nada de cantar donde, inclinados ante el altar, venimos a rezar. ¡Vete! ¡Fuera! ¡Fuera! TIGRANA ¡Vuestra ira o vuestro perdón por igual despreciaré! Cantaré esa canción que aborrecéis. ¡Quiero cantar! ¡Quiero gorjear! ¡Quien no quiera escuchar que vuelva a la iglesia a orar! CAMPESINOS ¡Mala pécora! ¡Fuera de aquí! ¡Vete! ¡Lárgate! ¡Fuera! ¡Fuera! ¡Aléjate, miserable, mala pécora! ¡Vete! ¡Vete! ¡Vete! ¡Fuera de aquí! ¡Símbolo de toda bajeza! ¿Por qué la suerte torva te trajo aquí, bella y fatal? ¡La sola fascinación de tu sonrisa basta para atraer la desgracia y la muerte!... ¡Piedad o perdón no puedes esperar! ¡De nosotros perdón no puedes esperar! (El coro se aproxima amenazante sobre Tigrana, que retrocede hacia la casa de Edgar. Viéndose perdida, con un movimiento de desesperación coge la aldaba y llama) EDGAR (apareciendo en la puerta de su casa) ¿Qué pasa? CAMPESINOS (a Edgar, señalando a Tigrana) Ella osaba mofarse con sus cantos de nuestros rezos... (a Tigrana, con ímpetu) ¡Vete! ¡Vete! ¡Vete!... EDGAR (anteponiéndose a los campesinos) ¡Atrás, turba idiota! CAMPESINOS (con estupor, a Edgar) ¿Tú la defiendes?... ¿La defiendes? EDGAR (tocando el mango del puñal y amenaza a los campesinos) Si no volvéis a las pías cantinelas, el filo de este puñal presto os lo haré probar. Y ahora os dejo, estúpida grey, para no volver jamás. (exaltándose) Maldito techo paterno. Sobre ti, dentro de poco, se abatirá rugiente el fuego, prendido por mi mano. (entra en la casa e inmediatamente comienzan a salir de ella centellas y humo) CAMPESINOS ¡Horror! (Algunos entran en la casa de Edgar como para extinguir el incendio, pero, poco después, vuelven a escena empujados por Edgar, que aparece en la puerta con una tea encendido en la mano) CAMPESINOS ¡Infortunio!... ¡Al fuego! ¡Al fuego! EDGAR ¡Fuera de aquí!... ¡Que nadie ose traspasar este umbral! ¡Que nadie pretenda plantarme cara! Esta es mi casa... ¡y en el fuego arderá! (arroja la tea a la casa. Con arrebato, abrazando a Tigrana) ¡Tigrana, ven! ¡Que también nos inflame de nueva vida la voluptuosidad! (Edgar coge a Tigrana de la mano y se encamina con ella hacia el fondo a la izquierda. Los presentes les abren paso horrorizados. Aparece Frank y les corta el paso) FRANK (a Edgar) ¡Detente! TODOS ¡Frank! EDGAR (a Frank) ¡Apártate de mi camino! FRANK (señalando a Tigrana) ¡Ella no debe irse contigo! EDGAR (con desprecio) ¡Tus palabras me hacen reír! FRANK (tocando el mango del puñal y avanzando hacia el proscenio a la izquierda) ¡Este puñal te enseñará! EDGAR (yendo hacia el proscenio a la derecha y haciendo ademán de coger el puñal) ¡Muy bien! (En el momento en que Edgar y Frank van a sacar los puñales, Fidelia y Gualtiero salen de la Iglesia) GUALTIERO (corriendo hacia Frank) ¡Hijo mío! FIDELIA (corriendo hacia Edgar) ¡Edgar! GUALTIERO ¡Dejad las armas! ¡Escuchad las palabras de un viejo! ¡Frenad la cólera de la sangre! TODOS ¡Dejad las armas! EDGAR La voz temblorosa de un viejo que reza... ¡Qué tristes recuerdos despierta en mi pecho! ¡Oh, terrible momento de mi vida, no quiero mancharme con nuevos delitos! FIDELIA En la sangre de ambos cual veloz nubarrón el ciego delirio de furia estalló. Mas, de golpe, la locura de este impulso atroz se vio derrotada por la voz de un viejo. GUALTIERO ¡Frenad la cólera de vuestra sangre joven! ¡Escuchad las palabras y los consejos de un viejo! ¡Basta! ¡Basta! ¡Escuchad las palabras de un viejo! La mano os coloca, al blandir el puñal, ante el torvo consejo de un ciego delirio. ¡Ah, no hagáis morir, oh hijo, hermanos, a un padre, a un anciano en la vergüenza y el llanto! ¡No lo hagáis morir! ¡Aplacad la cólera! FRANK De un padre la voz me suplica en vano, ¡no puedo aplacar el fuego de mi cólera! ¡Qué antiguo hechizo, qué turbio encanto, qué antiguo hechizo atrapó mi corazón! ¡Tigrana, fue tu mirada, la que lo apresó! De un padre la voz... TIGRANA (mirando irónica a Frank y a Edgar) Bastó la voz de un viejo para apaciguar la ira, ya las miradas apuntan al suelo. ¡Ah, las manos sueltan el puñal! ¡Ah, las miradas de ambos apuntan al suelo y las manos soltaron los mangos de los puñales! Para aplacar el fuego de la ira, ¡oh, cobardes! bastaron las palabras de un viejo. CAMPESINOS ¡Escuchad la voz de un viejo y aplacad la ira de la sangre joven! Los ojos están bañados en lágrimas. El corazón palpitó contigo. ¡Sí, oh padre, todos los corazones palpitaron contigo! El cielo otorgó a la voz de un padre que implora un encanto tristísimo y conmovedor. ¡Oh, viejo, todos los ojos están bañados en lágrimas! ¡Aplacad la furia! ¡Basta ya! EDGAR (volviendo a coger a Tigrana de la mano con ademán de llevársela con él) Entonces, ¡adiós! FRANK (desenvainando el puñal e interponiéndose nuevamente en su camino) No... ¡Tú no pasarás! EDGAR (Volviéndose a Gualtiero y desenvainando también él, señalando a Frank) ¡Es su deseo! GUALTIERO (intentando detenerlos) ¡Frank! FIDELIA (intentando detenerlos) ¡Edgar! EDGAR, FRANK ¡Que hable el puñal! (luchan) FIDELIA ¡Edgar! GUALTIERO ¡Basta! CORO ¡Horror! ¡Basta! FIDELIA ¡Hermano! ¡Basta, Edgar! ¡Hermano! GUALTIERO ¡Hijo! ¡Basta! ¡Basta ya! TIGRANA (animando a Edgar) ¡Venga! ¡Clávaselo! ¡Venga! ¡Clávaselo! ¡Persíguelo! ¡Persíguelo! ¡Clávaselo! ¡Clávaselo! ¡Venga! ¡Clávaselo! ¡Persíguelo! ¡Venga! ¡Venga! CAMPESINOS ¡Por piedad! ¡Detente! ¡No! ¡No! ¡Oh, terror! ¡Qué furor! ¿Qué demonio lo empuja? ¡Abajo el puñal! ¡Por piedad! ¡Basta ya! ¡Abajo el puñal! ¡No! ¡No! ¡No! ¡No! (a Tigrana) ¡Ah! ¡Cruel! ¡Cállate! ¡Oh! ¡Horror! ¡Horror! ¡Venga, quitémosles las armas! ¡Ah! ¿A qué esperamos? (el puñal de Edgar rasguña el pecho de Frank) EDGAR (a Frank, apartándose) ¿Estás herido? FRANK ¡No! ¡No! TIGRANA (a Edgar, tirando de él) ¡Ven! ¡Huyamos! ¡Está herido! ¿Por qué quedarnos? FRANK (con ira) Uno de nosotros debe dejarse aquí la vida... (hace por ponerse en guardia, pero vacila) GUALTIERO (precipitándose sobre Frank, arrancándole el arma) ¡Dios mío, dame ese arma! EDGAR (A Tigrana, alejándose rápidamente con ella) ¡Vámonos! FRANK (Haciendo un esfuerzo supremo para seguirla, pero lo retienen) ¡Abyecta criatura! ¡Maldición! ¡Maldita seas! TODOS (a los dos que huyen) ¡Maldición! ¡Maldición! (Frank cae entre los brazos de Gualtiero, todos los rodean; Fidelia corre hacia él, el incendio se aviva) |