LA RESURRECCIÓN HWV.47 (1708)

(La Resurrezione)

 

Música de Georg Friedrich Händel (1685-1759)

Texto de Carlo Sigismondo Capece

 

PARTE PRIMA


Sonata

Scena Prima

Aria 

ANGELO
Disserratevi, o porte d’Averno,
e al bel lumed’un Numech’è eterno
tutto in lampi si sciolgal’orror!
Cedete, orride porte,
cedete al Rè di Gloria,
che della sua vittoria
voi siete il primo onor! 

Recitativo Accompagnato

LUCIFERO
Qual’insolita luce
squarcia le bende alla tartarea notte?
Qual’eco non piùudita
con armonia gradita
fa intornorisonar le Stigiegrotte?
Se son del mio valore
gliapplausi, giustisono!
Oggi, che vincitore,
cittadinid’Abisso, a voiritorno;
e già mi vendicai con fiero sdegno
chi perder già mi fe’ de’ Cieliil Regno!

Aria 
Caddi, e ver, manelcadere
non perdeiforzanéardire.
Per scacciarmedelleSfere
se piùforteallor fu Dio,
orfatt’uomo, al furor mio
per ceduto ha con morire. 

Recitativo Accompagnato 

LUCIFERO
Ma cheveggio?
Di spirti a me nemici,
como un sìfoltostuolo,
per quest’ aureannegriti,
da’ mieirespiri, osa portare ilvolo? 

ANGELO
De’ tenebrosichiostri,
tacete, orridimostri!
Dileguatevi, o larve! ombre, sparite!,
e dell’eterno Re le leggiudite. 

Recitativo 

LUCIFERO
Chi sei? Chi è questo re,
che doveioregno a penetrar s’avanza? 

ANGELO
È Re di Gloria, è Re possente e forte,
cui resister non può la tua possanza. 

LUCIFERO
Se parli di chipenso,
puroggi a mortespinto,
negar non puòch’ilmiopoterl’havinto. 

ANGELO
Come ciecot’inganni, e non t’avvedi
che se morìchi èdella vita autore,
non fu per opratua, ma sol d’amore. 

Aria 
D’amor fu consiglio
che al Padre nelFiglio
l’offesapagò,
per rendere all’uomo
la vita ch’un pomo
gustatoinvolò. 

Recitativo 

LUCIFERO
E ben, questo tuoNume,
dell’uomo innamorato,
e che per lui svenato
oggi volle morir, che più presume?
L’omaggio a me dovuto,
se a rendermi qua giù muove le piante,
venga. Ma se pretende...

ANGELO
Taci, che or lo vedrai,
mostro arrogante!
Vedrai come delusa
da Lui fugge la Morte;
vedrai come confusa
lo rimira la Colpa;
vedrai come aterrita
si nasconde la Pena;
vedrai como tu stesso
tremerai genuflesso
al suo gran Nome. 

LUCIFERO
Io tremante! iosìvile!
e quando? e come?
Sconvolgerò gl’Abissi,
dalsuo centro commossa
dissiperò la Terra,
all’ariacoirespiri,
al fuococoisospiri,
con glianeliti al Ciel muoverò guerra! 

Aria 
O voi, dell’Erebo
potenze orribili,
su, meco armatevi
d’ira e valor!
E dell’Eumenidi
gliangui terribili,
con fieri sibili,
ai Cieli mostrino
ch’hanno i suo ifulmini
gli Abissiancor! 

Scena Seconda

Recitativo Accompagnato 

MADDALENA
Notte, notte funesta,
che del divino Sole
con tenebre di duol piangil’occaso,
lascia, lascia che pian gaanch’io,
e con tirano sopor,
al giusto dolor mio,
deh, non turbar l’affanno! 

Aria 
Fermal’ali, e sui mieilumi
non volar, o sonno ingrato!
Se presumi, se presumi
asciugarme il mesto pianto,
lascia pria che piangan
quanto sangue ha sparso in fiumi
il mio Dio, per me svenato. 

Recitativo 

CLEOFE
Concedi, o Maddalena,
qualche tregua al martire,
che un continuo laguire
può con la tua vita anche scemar la pena;
e per un Dio ch’èmorto
così, giusto è ’ldolore
che non convien di renderlo più corto. 

MADDALENA
Cleofe, in vano al riposo
tu mi consigli,ed al mio core amante,
sarebbe più penoso ogni momento
chepotesse restar senza tormento. 

CLEOFE
Se il tuo giusto cordoglio
sol di pene ha desio,
trattenerlo non voglio,
ma solo unire al tuol’affanno mio. 

Aria 
Piangete, sì, piangete,
dolentimie pupille,
e con amare stille,
al mortomio Signor
tributo di dolor
mesterendete!
Piangete, sì piangete,
che mentr’Eglispargea
tutto il suo sangue in Croce,
morendo sol dicea
di pianto: ho sete.
Piangete, sì, piangete. 

Recitativo 

MADDALENA
Ahi, dolce mio Signore,
le tue venegià vuote
chiedan di poco umore
momenta neo ristoro,
e il barbaro Israele
bevanda sol di fiele
ti porse:
io lo rammento e pur non moro?

CLEOFE
Ahi, popolo crudele, popolo ingrato!
chi per te giàdisciolse
duri macigni in liquidi torrenti
di purissimiar genti,
poche stille ti chiede;
tu glidai mercede
un sì amaro liquore;
e in rammentarlo non si spezzail core? 

MADDALENA
O crude rimembranze! 

CLEOFE
O funeste memorie!...

MADDALENA
... tormenta temipur!... 

CLEOFE
... sì, sì, seguite...
ad accrescermi i lduol... 

MADDALENA
... che nel tormento...

CLEOFE
... che nell’angosciaria... 

MADDALENA
... io godo ancor... 

CLEOFE
... sollievo ancora io sento. 

MADDALENA
Se col pensiero afflitto
vòlu singando almeno
il mio desire, e parmia vernel seno
qual che martir del mio Gesù trafitto. 

CLEOFE
Se nell’afflitta mente
hoilmio Gesù presente,
e benché esangue e dimpiagato, parmi
che basti il volto suo per consolarmi. 

Aria

MADDALENA
Dolci chiodi, amate spine,
da quel piedi e da quel crine
deh, passatenel mio sen. 

CLEOFE
Cara effigie addolorata,
benché pallida e piagata,
seimia vita, seimioben. 

MADDALENA
Dolci chiodi, amate spine! 

CLEOFE
Cara effigie addolorata! 

MADDALENA, CLEOFE
Cara effigie addolorata,
benché pallida e piagata,
seimia vita, seimio ben. 

Scena Terza 

Recitativo

SAN GIOVANNI
O Cleofe, o Maddalena,
del mioDivin Maestro amanti amate,
o quant’ invidio, quanto,
quelle che ora versate
stille di puro amor, più che de pianto;
spero presto vederle
per coronare ilmio Signor risorto,
da rugiade di duol cangiarsi in perle. 

MADDALENA
Giovanni, tu che fosti
del mio Gesù discepolo diletto,
e degl’arcani suoi
segretario fedel, solo tu puoi
di spemepiù tranquilla
ravvivar nel mio senqualche scintilla. 

SAN GIOVANNI
Già la seconda notte
da ch’Eglie stinto giacque,
col carrosuo di tenebroso gelo
tutta varcò la sommità del Cielo,
e del Gange su l’acque
attende già la risvegliata aurora
del nuovoSoleil lucido ritorno;
mail nostro Sole ancora
a noi tornar promise il terzo giorno.
Consoli dunque il vostro cor che geme
una sì bella e sìvicinas peme. 

Aria 
Quando è parto dell’affetto
il dolore in nobil petto,
non estingue la costanza.
Quando è figlia della Fede
mai non cede
al timore la speranza. 

Recitativo 

CLEOFE
Madinne, e sarà vero
che risorga Gesù? 

SAN GIOVANNI
S’Eglil’ha detto,
chimai di menzognero
osseràd’arguir labbro divino? 

MADDALENA
Su, dunque andiamo, e priach’il mattutino
raggio dell’orizzonte il lemboindori,
andiam non osservate al sacro avello,
che almen potremo in quello,
con balsami e dodori,
unger la fredda esanimatas alma
di chi fu già per noi la Vita e l’Alma. 

CLEOFE
Pronta a seguirti io sono;
ma speranza meglior mi rende ardita,
e di Giovanni ai detti
spero viva trovar la nostra Vita. 

Aria 
Naufragando va per l’onde,
debo llegno, e si confonde
nel periglio anche il nochier.
Ma se vede poi le sponde,
lo conforta nuova speme,
e del vento più non teme
né del mar l’impetofier. 

Recitativo

SAN GIOVANNI
Itene pure, o fide
amiche donne, al destinato loco,
ch’iviforse potrete
del vostro bel desio trovar le mete,
mentr’io torno a colei che già per Madre
mi diènell’ultim’ore
del suo penoso agone il mio Signore. 

MADDALENA
A lei ben opportuno
il tuo soccorso fia,
che in così duro scempio
qualsia la pena so per la mia. 

SAN GIOVANNI
Ben d’ogn’altro più grande
fuil dolor di tal Madre
di tal Figlio alla Morte;
mad’ogn’altro più forte
ebbe in soffrirlo in petto; edor constante
e ferma più d’ogn’altra ha la speranza
di vederlo risorto, e se l’ottiene
la gioia allor compenserà le pene. 

Aria 
Così la tortorella
talor piange e silagna,
perché la sua compagna
vede, ch’augel feroce
dal nido glirubò.
Ma poi libera e bella
se ritornar la sente,
compensa in lieta voce
quel gemito dolente
che mesta già formò. 

Recitativo 

MADDALENA
Se Maria dunque spera,
e spera ancor Giovanni,
anch’io dar voglio
con sì giusta speme
qualche tregua a gli affanni;
ma pure chi ben ama sempre teme,
e nell’amante mio misero core,
benché speranza regni,
bandir non può il timore.
Orde glio posti affetti,
a chi debba dar fede
vedrò volgendo il piede
all’adorato speco,
tomba del mio Gesù; vada Giovanni
a consolar Maria; Cleofesia meco. 

Aria 
Ho un non so chen el cor
che in vece di dolor,
gioia mi chiede.
Mail core, uso a temer
le voci del piacer,
o non intende ancor,
o inganno di pensier
forse le crede. 

Scena Quarta 

Recitativo 

ANGELO
Uscite, pure, uscite
dall’oscura prigione,
ove sì lunga ed orrida stagione
questo giorno attendeste, anime belle!
Uscite, pur, e uscite
a vagheggiare, a posseder le stelle!
Di quel Signor che ha vinto
per voi la Morte e ‘lcontumace Averno,
il trionfo seguite.
E poi primi venite,
o primi padri delle umane genti,
nés’odan più lamenti
del vostro antico errore,
orch’ebbe in sorte un tanto Redentore.
Seguano gl’altripoi,
e per l’orme di luce
che del divino Duce
il glorioso piè stampa nell’ombre,
da questo centro squallido e profondo
sorgan con Lui sovra l’aperto Mondo.
Ma con eco festivo,
replichi prima il lor devoto labbro:

CORO 

ANGELO
Il Nume vincitor
trionfi, regni e viva! 

ANGELI
Il Nume vincitor,
trionfi, regni e viva,
un Dio vincitor! 

ANGELO
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i Cieli spande,
che al Sol da splendor. 

ANGELI
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i Cieli spande,
che al Sol da splendor.
Per cui Cocito
geme aterrito
da cui fu vinta la Morte ancor.
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i Cieli spande,
che al Sol da splendor. 

ANGELO
Il Nume vincitor
trionfi, regni e viva! 

ANGELI
Il Nume vincitor,
trionfi, regni e viva,
un Dio vincitor!



 
PRIMERA PARTE 


Sonata

Primera Escena

Aria 

ÁNGEL
¡Abríos, oh puertas del Averno,
y que hermosa luz del Dios eterno,
con relámpagos, disipe el horror!
¡Ceded, horribles puertas,
ceded al Rey de la Gloria,
pues de su victoria
sois su principal honor! 

Recitativo Acompañado 

LUCIFER
¿Qué inusitada luz
rasga las vendas de la infernal noche?
¿Qué eco jamás escuchado,
de grácil armonía,
resuena en la gruta Estigia?
¡Si a mi valor se deben los aplausos,
justos son!
¡Hoy, victorioso,
habitantes del Abismo, a vosotros vuelvo;
pues con furia me vengué
de quien me hizo perder el Reino del Cielo.

Aria 
Caí, es cierto, pero al caer
no perdí fuerza ni valor.
Y si más fuerte fue Dios
al arrojarme del Cielo,
cede ahora a mi furor
el hombre con perecer. 

Recitativo Acompañado 

LUCIFER
¿Qué veo? ¿Una espesa turba
de espíritus adversos,
sobre
estas ennegrecidas brisas
a causa de mi aliento,
osa levantar el vuelo?

ÁNGEL
¡De los antros tenebrosos callad,
horribles monstruos!
¡Disipaos, oh sombras! ¡Alejaos, espectros!
Y del eterno Rey escuchad los decretos. 

Recitativo

LUCIFER
¿Quién eres? ¿Y quién es ese rey
que se atreve a penetrar donde yo reino ? 

ÁNGEL
Es de la Gloria el Rey, Rey poderoso y fuerte,
al cual no puede resistir tu poder. 

LUCIFER
Si hablas de aquel que pienso,
hoy mismo a la muerte es conducido.
No puedes negar que mi poder le ha vencido.

ÁNGEL
Como un ciego te engañas, y no ves que
si murió quien es de la vida el creador,
no fue por obra tuya, sino sólo del amor. 

Aria 
Del amor fue el arbitrio
que al Padre, en su Hijo,
el pecado se pagase,
devolviendo así al hombre la vida
que una manzana mordida
le robase. 

Recitativo

LUCIFER
Y bien, ¿es tu Dios ése,
que del hombre enamorado,
y por su mano desangrado,
hoy se propone morir? ¿Qué pretende?
Si la pleitesía que me debe
hace que hasta mí se adelante,
venga pues, pero si quiere...

ÁNGEL
¡Calla y verás,
monstruo arrogante!
Verás, burlada en su huida,
a la Muerte de Él retirarse;
habrás de ver confundida
cómo la Culpa le observa;
y verás cómo se aterra
y de Él se esconde la Pena;
y temblando también verás
cómo te has de arrodillar
ante su gran Nombre. 

LUCIFER
¿Temblar yo? ¿Doblegarme?
¿Cuándo? ¿Dónde?
Removeré los infernales antros
y desplazaré el eje terrestre
disipando de la Tierra
el aire respirando
y el fuego suspirando.
¡Con mi ambición al Cielo llevaré la guerra! 

Aria 
¡Del Erebo, oh vosotras,
potencias horribles,
vamos, armaos conmigo
de ira y valentía!
¡Y las serpientes terribles
de las
Euménides,
con fieros silbidos,
al Cielo muestren
los rayos
que las profundidades emanan

Segunda
Escena

Recitativo Acompañado

MARÍA MAGDALENA
Noche, funesta noche,
tú, que del divino Sol
su ocaso lloras con sombras de dolor,
deja, deja que yo también llore,
y con tirano sopor,
de este justo tormento,
¡no impidas, por favor, el sufrimiento! 

Aria 
¡Sobre mis ojos tus alas no despliegues,
oh sueño ingrato, ni vueles!
Si acaso pretendes conmigo
enjugar el triste llanto,
deja que antes llore tanto
como ríos de sangre ha vertido
mi Dios, por mi culpa desangrado. 

Recitativo 

MARÍA DE CLEOFÁS
Concédele, ¡oh Magdalena!
tregua a tu padecer,
pues de tanto languidecer,
con tu vida, incluso, puede acabar la pena;
que por un Dios que así murió
justo es sentir un dolor
que no nos conviene acortar. 

MARÍA MAGDALENA
María, en vano a descansar me invitas,
pues para mi amante corazón,
más penoso sería cualquier momento
en que pudiese yo olvidar mi sufrimiento. 

MARÍA DE CLEOFÁS
Si tu justo penar
sólo de sufrir provoca el deseo,
yo distraerlo no quiero,
sino unirme a tu pesar. 

Aria 
¡Llorad, sí, llorad,
ojos míos y doleos,
que con amargas lágrimas,
a mi Señor ya difunto,
rindiendo sentido tributo,
tristes habréis de tornar!
¡Llorad, sí, llorad,
pues mientras Él vertía
toda su sangre en la Cruz,
muriendo solo decía llorando:
tengo sed.
¡Llorad, sí, llorad! 
 
Recitativo 

MARÍA MAGDALENA
¡Ay, mi dulce Señor,
que, con tus venas ya vacías,
por calmarte pedías
tan sólo un poco de agua!
Pero el bárbaro Israel
sólo por bebida,
hiel te diera:
¿Y que yo al recordarlo no muera? 

MARÍA DE CLEOFÁS
¡Ay, pueblo cruel, pueblo ingrato!
Él, que por ti licuó
en torrentes de plata pura
las rocas más duras,
pocas lágrimas te pidió;
y tú se lo pagaste
con tan amargo licor.
Y al recordarlo, ¿no se te abre el corazón?

MARÍA MAGDALENA
¡Oh, crueles pensamientos! 

MARÍA DE CLEOFÁS
¡Oh, funestos recuerdos! 

MARÍA MAGDALENA
... a atormentarme acudid! 

MARÍA DE CLEOFÁS
... sí, sí, persistid
y acrecentad mi sufrimiento. 

MARÍA MAGDALENA
... pues con este tormento... 

MARÍA DE CLEOFÁS
... pues en este angustioso trance... 

MARÍA MAGDALENA
... todavía encuentro gozo... 

MARÍA DE CLEOFÁS
... consuelo todavía siento. 

MARÍA MAGDALENA
Si con el pensamiento afligido
puedo alentar al menos mi deseo,
pareciera que mi pecho sintiera,
de mi lacerado Jesús, el martirio. 

MARÍA DE CLEOFÁS
Si en mi afligida mente
tengo a mi Jesús presente,
aunque torturado y exangüe,
me basta pensar en su rostro para consolarme

Aria 

MARÍA MAGDALENA
Dulces clavos, amadas espinas,
de aquellos pies y esos cabellos,
dejad mi pecho traspasado. 

MARÍA DE CLEOFÁS
Querida imagen dolorida,
aunque pálida y herida,
eres mi vida, eres mi bien. 

MARÍA MAGDALENA
¡Dulces clavos, amadas espinas! 

MARÍA DE CLEOFÁS
¡Querida imagen dolorida!

MAGDALENA, MARÍA DE CLEOFÁS
Querida imagen dolorida,
aunque pálida y herida,
eres mi vida, eres mi bien. 

Tercera
Escena 

Recitativo

SAN JUAN
¡Oh, María de Cleofás! ¡Oh, Magdalena!
De mi divino Maestro amadas amantes,
¡Oh, cuánto envidio, cuánto,
las lágrimas que derramáis,
más de puro amor que de llanto!
Pronto podré verle
y coronar a mi Señor resucitado
con su sudor en perlas transformado.

MARÍA MAGDALENA
Juan, tú que fuiste
de mi Jesús discípulo querido,
y de sus secretos confidente fiel,
tan solo tú podrías
reavivar en mi pecho
una brizna de dulce esperanza. 

SAN JUAN
Esta es ya la segunda noche
desde que Él, extinto, yace.
Ya la aurora, en su carro de tenebroso hielo,
surcó la inmensidad del Cielo,
y sobre las aguas del Ganges
espera, ya despierta,
del nuevo Sol la luminosa vuelta.
Pero nuestro Sol, al tercer día,
a nosotros prometió que volvería.
Consuele, pues, vuestra alma quejosa
esta nueva esperanza, tan hermosa. 

Aria 
Cuando parte del afecto
el dolor en noble pecho,
nunca extingue la constancia.
Cuando es hija de la Fe,
jamás habrá de ceder al temor
nuestra esperanza. 

Recitativo 

MARÍA DE CLEOFÁS
Pero dinos, ¿será verdad
que Jesús resucitará? 

SAN JUAN
Si Él lo ha dicho,
¿quién tachará de mentirosa
su divina boca? 

MARÍA MAGDALENA
¡
Vayamos, pues, antes que el matutino
rayo la línea del horizonte alumbre!
¡Vayamos sin ser vistas al sagrado sepulcro
y al menos allí podremos,
con perfumes y ungüentos,
ungir los fríos y exánimes despojos
de quien vida y alma fue para nosotros!

MARÍA DE CLEOFÁS
Preparada a seguirte estoy;
pues decidida me ha vuelto el esperar,
por las palabras de Juan,
encontrar aún con vida nuestra Vida. 

Aria 
Navegando a la deriva la frágil barca va,
y en su miedo al peligro,
atúrdase el barquero.
Pero al divisar la orilla,
de nuevo la esperanza siente,
y ni del viento ni del mar
ya no teme su ímpetu fiero. 

Recitativo 
 
SAN JUAN
Marchad, pues, ¡oh, fieles mujeres amigas!
al señalado lugar,
pues allí quizás podréis
de vuestro hermoso deseo la meta hallar.
Mientras, yo he de volver con aquella que,
por Madre, en la postrera hora
de su penosa agonía, mi Señor me diera. 

MARÍA MAGDALENA
Que tu socorro a ella
oportunamente alcance,
pues en tan amargo trance
bien sé por mí cuán dura es la pena. 

SAN JUAN
Más grande que cualquier otro
fue el dolor de aquella Madre
viendo de aquel Hijo la muerte;
pero aún le resultó más fuerte
sufrirlo en su corazón; y aún así constante,
mantiene la firme esperanza
de verlo resucitado; y si a tal punto llegara
entonces la alegría sus penas compensara. 

Aria 
Así la tórtola
amarga llora y se queja,
viendo que a su pareja
otra ave rapaz
en el nido raptó.
Pero si libre y hermosa,
después retornar la viera,
cambiaría en alegre canto
aquel doloroso llanto
que con tristeza exhaló. 

Recitativo 

MARÍA MAGDALENA
Si María, por tanto, espera
y también espera Juan,
también yo dar quisiera,
con esta justa esperanza,
alguna tregua a mi afán;
pero siempre ha de temer quien bien ama,
y en mi triste y amante corazón,
aunque la esperanza reine,
ahogar no puedo el temor.
¿A cuál de estos contrarios sentimientos
me deba yo confiar?
Lo podré averiguar yendo a la adorada gruta,
tumba de mi Jesús.
¡Vaya, pues, Juan a consolar a María
y quede conmigo la de Cleofás!

Aria 
Hay algo en mi corazón
que en lugar de dolor
me impulsa a sentir contento.
Pero mi corazón,
acostumbrado a temer las llamadas del placer,
o todavía no las oye,
o todavía las cree
engaño del pensamiento. 

Cuarta Escena

Recitativo

ÁNGEL
¡Salid, vamos, salid
de esta oscura prisión,
donde tan larga y horrible espera
hasta este día sufristeis, oh almas bellas!
¡Salid, vamos, salid
a pasear y dominar las estrellas!
Tras aquel Señor que ha vencido
por vosotros a la Muerte y al Averno rebelde,
en su triunfo, seguid.
Sed vosotros los primeros,
¡oh, padres primigenios del humano género!
y no se oigan más lamentos
por vuestro antiguo pecado,
pues ahora un Redentor os ha sido dado.
Que os sigan después los otros
por la luminosa vía que el divino Guía
va abriendo en las tinieblas 
con su pie glorioso.
Y desde este lugar sórdido y profundo,
vuelvan con Él de nuevo al Mundo.
Pero antes, con eco festivo,
repitan sus labios devotos:

CORO 

ÁNGEL
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva! 

ÁNGELES
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva,
el Dios vencedor! 

ÁNGEL
Viva y triunfe este Dios tan grande
que a todos el Cielo abre,
y al Sol confiere su esplendor. 

ÁNGELES
Viva y triunfe este Dios tan grande
que a todos el Cielo abre,
y al Sol confiere su esplendor.
Por Él,
el Cocito se lamenta aterrado,
pues en sus orillas la Muerte ha aniquilado.
Viva y triunfe este Dios tan grande
que a todos el Cielo abre
y al Sol confiere su esplendor. 

ÁNGEL
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva! 

ÁNGELES
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva,
el Dios vencedor!
PARTE SECONDA


 

S. GIOVANNI
Di quai nuovi portenti
Ha la terra oggi ancora il sen fecondo?
Piansero gli elementi
Del lor fabro immortal la morte fiera,
E d' un giorno che spera
Di vederlo risorto
Con gl' istessi tremori
Par che il suolo paventi i primi albori.
Mà forse dell’ inferno
Che de Dio vincitor l’hasta percosse,
Gli ultimi sforzi son, l'ultime scosse.

Aria
Ecco il sol ch'esce del mare
E più chiaro che non sole
Smalta i prati, i colli indora.
Ma chi sa che di quel sole
Ch'oggi in vita ha da tornare
Questo sol non sia l'aurora.
Mà ove Maria dimora
Se ho già vicino il piede,
Spero veder ben presto
Cangiata la speranza in certa fede,
E senz`alcun periglio.
Lieta la madre e glorioso il figlio.

ANGELO
Risorga il mondo
Lieto e giocondo
Col suo Signor!
Il ciel festeggi,
Il suol verdeggi;
Scherzino, ridano
L'aure con l'onde,
L'herbe coi fior!

II Recitativo.

Di rabbia indarno freme
Coi mostri suoi l'iucatenato averno;
L'odio che oppresso geme,
La crudeltà che piange,
L'invidia che sospira,
L'empietà che delira,
L' iniquità tremaute,
Il furor vacillante,
Sbigottita la frode,
Deriso il tradimento,
Vilipeso l'orgoglio:
Del mio Signor risorto
Saran carro al trionfo e base al soglio.
 
LUCIFERO
Misero! hò pure udito?
E in van per vendicarmi
Contro forza maggiore impugno l'armi?

ANGELO
Si, si, contrasti in van; torna a Cocito!

LUCIFERO
Perchè al ciel pria non torna
Il tuo risorto Nume!

ANGELO
Perchè pria vuole in terra
Far delle glorie sue noto il mistero.

LUCIFERO
Noti gli oltraggi miei?
Nò, non fia vero!

Aria.
Per celare il nuovo scorno
Le tue faci ancor al giorno
Con un soffio io smorzerò;
E con tenebre nocenti
Delle infirme humane menti
Ogni idea confonderò.

ANGELO
Oh come cieco il tuo furor delira!
Mira, folle, deh mira
Le donne pie che all' incauto sasso,
Sepolcro già delle divine membra,
Movon veloce il passo!
A loro il Ciel commanda
Ch'io l'arcano riveli,
Ond' essi in publicarlo
Agli altri poi ne sian trombe fedeli.

LUCIFERO
Impedirlo saprò!

ANGELO
Duro è il cimento.

LUCIFERO
Hò ardir che basta.

ANGELO
Lo dirà l`evento!

MADDALENA
Amica, troppo tardo
Fu il nostro piè; già il sol sull' etra ascende.

CLEOFE
Fù il cor troppo codardo,
Che della terra a gl'improvisi moti
Fè i nostri passi rimanere immoti.

MADDALENA
Or chi sa se potremo
Ricercar nella tomba il mio tesoro.

CLEOFE
Se son desti i custodi, io ben ne temo.

MADDALENA
Jo temo ancor,
Mà più il mio Nume adoro.

Aria.
Per me già di morire
non paventò Giesù.
Egli mi dà l'ardire;
Per lui nulla pavento,
Nè morte nè tormento;
Quando ho Giesù nel cor non temo più.

LUCIFERO
Ahi abborrito nome,
Ahi come rendi, come,
Ogni mio sforzo imbelle!
Ahi che vinto e confuso,
Atterrito e deluso
Fuggo il ciel, fuggo il suolo, fuggo il mondo,
E del più cupo abisso
Torno a precipitar nel sen profondo.

CLEOFE
Vedo il ciel, che più sereno
Si fa intorno e più risplende;
E di speme nel mio seno

Più bel raggio ancor s'accende.

MADDALENA
Cleofe, siam giunte al luogo,
Ove tomba funesta
Dell' amato Signor copri la salma.

CLEOFE
Parmi veder, sì, sì, vedo ben certo
Ch'è già l'avello aperto,
E su la destra sponda
Siede con bianca stuola
Un giovane vestito.

MADDALENA
Oh quale spira
grazia dal' volto suo, che mi consola!
Appressiamoci a lui, che già ne mira.

ANGELO
Donne, voi ricercate
Di Gesù Nazareno,
Ove giacque già morto;
Ora non è più qui, mà è già risorto.
Al vostro puro affetto
Giusto è che diano i cieli
Cosi bella mercede,
E un tal mistero a voi prima si sveli,
Per far araldi poi della sua fede.
Itene dunque a publicarlo, e sia
Premio del vostro pianto
Della gioja comune il primo vanto.

Aria.
Se per colpa di donna infelice
All’ huomo nel seno la morte
Il crudo veleno sgorgò,
Dian le donne la nuova felice,
Che chi vinse la morte già morto,
Poi risorto la vita avvivò.

MADDALENA
Mio Giesú, mio Signore,
Già che risorto sei,
Perchè, perchè ti ascondi a gli occhi miei?
Può ben la fede, è vero,
Far che l'amore adori il gran mistero:
Mà come può l'amore
Esser contento a pieno,
Se non manda il suo ben per gli occhi al core?
Vo' cercarti per tutto;

Nè sarà forse in vano,
Che da chi ben ti cerca,
Mai, dolce mio tesor, tu vai lontano.

Aria.
Del cielo dolente
L'ondosa procella
In Iride bella
Cangiando sen và.
E il cor che già sente

Vicino il suo Sole
Da mesto e languente
Sereno si fa.

S. GIOVANNI
Dove si frettolosi,
Cleofe, rivolgi i passi?
 

CLEOFE
In traccia di Giesú ch'e già risorto,
Come ancor Maddalena.

S. GIOVANNI

Onde il sapeste?
 
CLEOFE
Sovra l'aperto avello
Così a noi rivelò labro celeste.
 
S. GIOVANNI
Così la madre a me poc'anzi ha detto,
A cui prima d'ogn' altra
Del figlio apparve il glorioso aspetto.
 
CLEOFE
Oh come lieta avrà quel figlio accolto!
 
S. GIOVANNI
Parve ch'il suo bel volto,
Di stille lacrimose humido ancora,
Del sol divino all' improvviso raggio
Fosse traviso e pinto, un altra aurora.
Poi la gioia veloce
Corse dal seno al labro in questa voce:
Caro figlio, amato Dio,
Già il cor mio
Nel vederti esce dal petto!
E se lento
Fù in rapirmelo il tormento,
Me lo toglie ora il diletto Caro figlio.
 
MADDALENA
Cleofe, Giovanni, udite,
Udite la mia muova alta ventura!
Hò veduto in quell' horto il mio Signore,
Che havea d'un suo guardian preso figura,
Mà dalle rozze spoglie
Uscia luce si pura e cosi ardente,
Che pria degl’ occhi il ravvisò la mente.
Poi conobbi quel viso,
In cui, per farsi bello,
Si specchia il paradiso;
Vidi le mani ancor, vidi le piante,
Ed in esse mirai, lucide e vaghe,
Sfavillar come stelle
Quelle che furon pria funeste piaghe.
A baciarle in labro albor s’accinse,
Mà Giesù mi respinse, e dirmi parve:
Tu non mi puoi toccar!
Poscia disparve.
 
S. GIOVANNI
Non si dubiti più!
 
CLEOFE
Cessi ogni rio timore!
 
MADDALENA
È risorto Giesù.
 
S. GIOVANNI
Viva è la nostra vita,
 
CLEOFE
Il nostro amore.
 
MADDALENA
Se impassibile, immortale
Sei risorto, oh Sole amato,
Deh fà ancor ch'ogni mortale
Teco sorga dal peccato!
 
S. GIOVANNI
Si, si, col Redentore
Sorga il mondo redento!
 
CLEOFE
Sorga dalle sue colpe il peccatore!
 
MADDALENA
Ed al suo fabro eterno
Ogni creatura dia lodi ed honore.
 
CORO
Dia si lode in cielo, in terra
A chi regna in terra, in ciel!
Che risorto hoggi alla terra
Per portar la terra al ciel.


SEGUNDA PARTE


 

SAN JUAN
¿Qué nuevas maravillas
tiene hoy la tierra en su seno fértil?
Los elementos lloraron
la violenta muerte de su herrero inmortal,
Y esperan un día
para verlo resucitado.
Con los mismos temblores.
parece que la tierra teme la primera aurora.
Pero tal vez el infierno
¿quién lo cree vencedor de Dios?
Los últimos esfuerzos son los últimos sobresaltos.
 
Aria
Aquí está el sol que sale del mar.
Y más claro que el sol
Esmalta las colinas.
Pero quién sabe que de aquel sol
Hoy alguien a la vida ha de volver,
Y este sol [Jesús] no es la aurora.
Pero donde vive María,
a la que me estoy acercando,
espero ver muy pronto
la esperanza transformada en fe cierta,
y sin ningún peligro.
Feliz la madre y glorioso el Hijo.
 
ÁNGEL
¡Que resucite el mundo
alegre y feliz
con su Señor!
¡El cielo celebra
y el suelo se reverdece!
Bromean, ríen
la brisa con las olas
y la hierba con las flores!
 
II Recitativo.
De rabia se estremece el infierno
con sus monstruos encadenados.
El odio que gime oprimido,
la crueldad que llora,
la envidia que suspira,
la impiedad que delira,
la iniquidad que tiembla,
la furia que flaquea,
el engaño que se estremece,
la traición que es burlada
y el orgullo que es calumniado.
Mi Señor resucitado será
vía para el triunfo y base para el trono.
 
LUCIFER
¡Miserable! ¿Qué es lo que oigo?
¿En vano he de vengarme contra esta fuerza
empuñando las armas?
 
ÁNGEL
Sí, sí, hablas en vano; ¡vuelve a Cocito!
 
LUCIFER
¿Por qué no regresa al cielo
tu Dios resucitado?
 
ÁNGEL
Porque quiere antes venir a la tierra
para mostrar las glorias de su misterio.
 
LUCIFER
¿Crees que me siento ultrajado?
¡No, eso no es verdad!
 
Aria.
Para ocultar la nueva vergüenza
tus acciones, algún día,
con un soplo ahogaré.
Y con oscuridad nociva
de las enfermas mentes humanas
cada idea confundiré.
 
ÁNGEL
¡Oh, cómo delira tu ciega furia!
Mira, loco, mira como
las mujeres piadosas que,
ante la piedra descolocada del sepulcro,
ya caminan a paso rápido,
pues el cielo les pide
que sean los portavoces
que revelen el misterio,
a todos los demás.
 
LUCIFER
¡Sabré cómo prevenirlo!
 
ÁNGEL
Difícil es el desafío.
 
LUCIFER
Creo que ya es suficiente.
 
ÁNGEL
¡Los hechos lo dirán!
 
MAGDALENA
Amigo, demasiado tarde llega nuestra señal;
ya el sol por el cielo asciende.
 
MARÍA DE CLEOFÁS
El corazón fue demasiado cobarde.
Los bruscos movimientos de la tierra
inmovilizaron nuestros.
 
MAGDALENA
Y ahora quién sabe si podremos
encontrar en la tumba nuestro tesoro.
 
MARÍA DE CLEOFÁS
Temo que los guardias estén despiertos
 
MAGDALENA
Yo también lo temo,
pero adoro más a mi Dios.
 
Aria.
Jesús no tuvo miedo
de morir por mí.
Él me da el coraje;
con Él no existe el miedo,
ni la muerte, ni el tormento.
Si tengo a Jesús en mi corazón, no temo.
 
LUCIFER
¡Ah, nombre aborrecido!
¡Ah, cómo puede ser, cómo,
que todos mis esfuerzos sean en vano!
¡Ay, derrotado y confundido,
turbado y frustrado,
huyo del cielo, de la tierra y del mundo!
En el más profundo y oscuro abismo
vuelvo a precipitarme.
 
MARÍA DE CLEOFÁS
Veo el cielo que se vuelve
más sereno y brillante.
Y la esperanza en mi pecho,
como un bello rayo, ya se enciende.
 
MAGDALENA
Cléofe, hemos llegado al lugar
donde una tumba infausta
cubre el cuerpo del amado Señor.
 
MARÍA DE CLEOFÁS
Me parece ver... sí, sí,
ciertamente veo
que la tumba está abierta
y en el lado derecho se sienta,
vestido con blanca estola, un joven.
 
MAGDALENA
¡Oh, tanta gracia inspira
su rostro, que me consuela!
Acerquémonos, ahora que no mira.
 
ÁNGEL
Mujeres, ¿estáis buscando
a Jesús el Nazareno,
que yacía aquí?
Ahora ya no está, pues ha resucitado.
Por vuestro amor tan puro
es justo que los cielos os den
una recompensa tan hermosa
como la de ser las primeras
en conocer tal misterio;
así podréis ser heraldos de la fe.
Difundid esta alegría
como recompensa por vuestro llanto.
 
Aria.
Si por culpa de una mujer infeliz
todos los hombres llevan en su seno la muerte,
ese crudo veneno imparable,
den las mujeres la feliz noticia.
Que quien venció a la muerte ya muerto,
resucitó a la vida redivivo.
 
MAGDALENA
Jesús mío, Señor mío,
ahora que has resucitado,
¿por qué, por qué te escondes a mis ojos?
La fe todo lo puede, es verdad,
hacer que el amor adore el gran misterio,
pero ¿cómo puede el amor
estar completamente feliz,
si no dirige su bondad desde los ojos al corazón?
Te buscaré por doquier
y no será un esfuerzo en vano,
pues para los que te buscan de verdad,
nunca, querido tesoro, estarás lejos.
 
Aria.
Estarás triste en el cielo,
en la ondulante tempestad
o en el hermoso lirio.
Errarás de aquí para allá
y cuando tu corazón
se sienta cerca de su sol,
de triste y languideciente
sereno se volverá.
 
SAN JUAN
¿Dónde tan apresurados,
Cléofe, se dirigen tus pasos?
 
MARÍA DE CLEOFÁS
Tras la huella de Jesús que ha resucitado,
al igual que Magdalena.
 
SAN JUAN
¿Como lo supiste?
 
MARÍA DE CLEOFÁS
Por el sepulcro abierto.
Así es nos lo reveló el celestial.
 
SAN JUAN
Por eso la madre me dijo hace un rato,
antes que a cualquier otro,
que su hijo se le apareció con glorioso aspecto.
 
MARÍA DE CLEOFÁS
¡Oh, cuán feliz estará de haber acogido a su hijo!
 
SAN JUAN
Parecía que su hermoso rostro,
aún húmedo de lágrimas,
por el rayo del sol divino
fuese iluminado
en nuevo amanecer.
Entonces, la alegría corrió
desde el pecho hasta los labios:
Querido hijo, amado Dios,
¡ya mi corazón al verte
se me sale del pecho!
y si lento el tormento se alejó de mí,
ahora veloz me llega el deleite.
 
MAGDALENA
Cléofe, Juan, escuchad.
¡Escuchad qué suerte he tenido!
He visto en aquel huerto a mi Señor,
que había tomado la forma
de uno de sus guardianes.
De su cuerpo recio la luz salía
tan pura y ardiente
que mis ojos lo reconocieron.
Vi su cara en la cual, para embellecerse,
el paraíso se refleja.
Vi sus manos, vi sus pies,
y vi su lúcida mirada.
Las que antes eran heridas mortales
ahora brillaban cual estrellas.
Me dispuse a besar sus labios,
pero Jesús me rechazó y pareció decirme:
¡No me puedes tocar!
Luego desapareció.
 
SAN JUAN
¡No dudes más!
 
MARÍA DE CLEOFÁS
¡Cesa todo temor!
 
MAGDALENA
¡Jesús ha resucitado!
 
SAN JUAN
¡Que viva en nuestra vida!
 
MARÍA DE CLEOFÁS
¡Y en nuestro amor!
 
MAGDALENA
Si impasible e inmortal
has resucitado, ¡oh, amado Sol!
por favor, haz que todos resucitemos contigo.
¡Que el pecador se levante de sus pecados!
 
S. JUAN
¡Sí, sí, que el Redentor
redima al mundo!
 
MARÍA DE CLEOFÁS
¡Que el pecador se levante de sus pecados!
 
MAGDALENA
Y a su eterno Creador
todas las criaturas den alabanza y honor.
 
CORO
¡Alabado sea Dios en el cielo y en la tierra!
¡Rey en la tierra y en el cielo!
Resucitó hoy en la tierra
para llevar la tierra al cielo.
 

Digitalizado y traducido por:
Francisco Such Ronda

José Carlos Carmona