LA RESURRECCIÓN HWV.47 (1708)
(La Resurrezione)
Música de Georg Friedrich Händel (1685-1759)
Texto de Carlo Sigismondo Capece
| PARTE PRIMA Sonata Scena Prima Aria ANGELO Disserratevi, o porte dAverno, e al bel lumedun Numechè eterno tutto in lampi si sciolgalorror! Cedete, orride porte, cedete al Rè di Gloria, che della sua vittoria voi siete il primo onor! Recitativo Accompagnato LUCIFERO Qualinsolita luce squarcia le bende alla tartarea notte? Qualeco non piùudita con armonia gradita fa intornorisonar le Stigiegrotte? Se son del mio valore gliapplausi, giustisono! Oggi, che vincitore, cittadinidAbisso, a voiritorno; e già mi vendicai con fiero sdegno chi perder già mi fe de Cieliil Regno! Aria Caddi, e ver, manelcadere non perdeiforzanéardire. Per scacciarmedelleSfere se piùforteallor fu Dio, orfattuomo, al furor mio per ceduto ha con morire. Recitativo Accompagnato LUCIFERO Ma cheveggio? Di spirti a me nemici, como un sìfoltostuolo, per quest aureannegriti, da mieirespiri, osa portare ilvolo? ANGELO De tenebrosichiostri, tacete, orridimostri! Dileguatevi, o larve! ombre, sparite!, e delleterno Re le leggiudite. Recitativo LUCIFERO Chi sei? Chi è questo re, che doveioregno a penetrar savanza? ANGELO È Re di Gloria, è Re possente e forte, cui resister non può la tua possanza. LUCIFERO Se parli di chipenso, puroggi a mortespinto, negar non puòchilmiopoterlhavinto. ANGELO Come ciecotinganni, e non tavvedi che se morìchi èdella vita autore, non fu per opratua, ma sol damore. Aria Damor fu consiglio che al Padre nelFiglio loffesapagò, per rendere alluomo la vita chun pomo gustatoinvolò. Recitativo LUCIFERO E ben, questo tuoNume, delluomo innamorato, e che per lui svenato oggi volle morir, che più presume? Lomaggio a me dovuto, se a rendermi qua giù muove le piante, venga. Ma se pretende... ANGELO Taci, che or lo vedrai, mostro arrogante! Vedrai come delusa da Lui fugge la Morte; vedrai come confusa lo rimira la Colpa; vedrai come aterrita si nasconde la Pena; vedrai como tu stesso tremerai genuflesso al suo gran Nome. LUCIFERO Io tremante! iosìvile! e quando? e come? Sconvolgerò glAbissi, dalsuo centro commossa dissiperò la Terra, allariacoirespiri, al fuococoisospiri, con glianeliti al Ciel muoverò guerra! Aria O voi, dellErebo potenze orribili, su, meco armatevi dira e valor! E dellEumenidi gliangui terribili, con fieri sibili, ai Cieli mostrino chhanno i suo ifulmini gli Abissiancor! Scena Seconda Recitativo Accompagnato MADDALENA Notte, notte funesta, che del divino Sole con tenebre di duol piangiloccaso, lascia, lascia che pian gaanchio, e con tirano sopor, al giusto dolor mio, deh, non turbar laffanno! Aria Fermalali, e sui mieilumi non volar, o sonno ingrato! Se presumi, se presumi asciugarme il mesto pianto, lascia pria che piangan quanto sangue ha sparso in fiumi il mio Dio, per me svenato. Recitativo CLEOFE Concedi, o Maddalena, qualche tregua al martire, che un continuo laguire può con la tua vita anche scemar la pena; e per un Dio chèmorto così, giusto è ldolore che non convien di renderlo più corto. MADDALENA Cleofe, in vano al riposo tu mi consigli,ed al mio core amante, sarebbe più penoso ogni momento chepotesse restar senza tormento. CLEOFE Se il tuo giusto cordoglio sol di pene ha desio, trattenerlo non voglio, ma solo unire al tuolaffanno mio. Aria Piangete, sì, piangete, dolentimie pupille, e con amare stille, al mortomio Signor tributo di dolor mesterendete! Piangete, sì piangete, che mentrEglispargea tutto il suo sangue in Croce, morendo sol dicea di pianto: ho sete. Piangete, sì, piangete. Recitativo MADDALENA Ahi, dolce mio Signore, le tue venegià vuote chiedan di poco umore momenta neo ristoro, e il barbaro Israele bevanda sol di fiele ti porse: io lo rammento e pur non moro? CLEOFE Ahi, popolo crudele, popolo ingrato! chi per te giàdisciolse duri macigni in liquidi torrenti di purissimiar genti, poche stille ti chiede; tu glidai mercede un sì amaro liquore; e in rammentarlo non si spezzail core? MADDALENA O crude rimembranze! CLEOFE O funeste memorie!... MADDALENA ... tormenta temipur!... CLEOFE ... sì, sì, seguite... ad accrescermi i lduol... MADDALENA ... che nel tormento... CLEOFE ... che nellangosciaria... MADDALENA ... io godo ancor... CLEOFE ... sollievo ancora io sento. MADDALENA Se col pensiero afflitto vòlu singando almeno il mio desire, e parmia vernel seno qual che martir del mio Gesù trafitto. CLEOFE Se nellafflitta mente hoilmio Gesù presente, e benché esangue e dimpiagato, parmi che basti il volto suo per consolarmi. Aria MADDALENA Dolci chiodi, amate spine, da quel piedi e da quel crine deh, passatenel mio sen. CLEOFE Cara effigie addolorata, benché pallida e piagata, seimia vita, seimioben. MADDALENA Dolci chiodi, amate spine! CLEOFE Cara effigie addolorata! MADDALENA, CLEOFE Cara effigie addolorata, benché pallida e piagata, seimia vita, seimio ben. Scena Terza Recitativo SAN GIOVANNI O Cleofe, o Maddalena, del mioDivin Maestro amanti amate, o quant invidio, quanto, quelle che ora versate stille di puro amor, più che de pianto; spero presto vederle per coronare ilmio Signor risorto, da rugiade di duol cangiarsi in perle. MADDALENA Giovanni, tu che fosti del mio Gesù discepolo diletto, e deglarcani suoi segretario fedel, solo tu puoi di spemepiù tranquilla ravvivar nel mio senqualche scintilla. SAN GIOVANNI Già la seconda notte da chEglie stinto giacque, col carrosuo di tenebroso gelo tutta varcò la sommità del Cielo, e del Gange su lacque attende già la risvegliata aurora del nuovoSoleil lucido ritorno; mail nostro Sole ancora a noi tornar promise il terzo giorno. Consoli dunque il vostro cor che geme una sì bella e sìvicinas peme. Aria Quando è parto dellaffetto il dolore in nobil petto, non estingue la costanza. Quando è figlia della Fede mai non cede al timore la speranza. Recitativo CLEOFE Madinne, e sarà vero che risorga Gesù? SAN GIOVANNI SEglilha detto, chimai di menzognero osseràdarguir labbro divino? MADDALENA Su, dunque andiamo, e priachil mattutino raggio dellorizzonte il lemboindori, andiam non osservate al sacro avello, che almen potremo in quello, con balsami e dodori, unger la fredda esanimatas alma di chi fu già per noi la Vita e lAlma. CLEOFE Pronta a seguirti io sono; ma speranza meglior mi rende ardita, e di Giovanni ai detti spero viva trovar la nostra Vita. Aria Naufragando va per londe, debo llegno, e si confonde nel periglio anche il nochier. Ma se vede poi le sponde, lo conforta nuova speme, e del vento più non teme né del mar limpetofier. Recitativo SAN GIOVANNI Itene pure, o fide amiche donne, al destinato loco, chiviforse potrete del vostro bel desio trovar le mete, mentrio torno a colei che già per Madre mi diènellultimore del suo penoso agone il mio Signore. MADDALENA A lei ben opportuno il tuo soccorso fia, che in così duro scempio qualsia la pena so per la mia. SAN GIOVANNI Ben dognaltro più grande fuil dolor di tal Madre di tal Figlio alla Morte; madognaltro più forte ebbe in soffrirlo in petto; edor constante e ferma più dognaltra ha la speranza di vederlo risorto, e se lottiene la gioia allor compenserà le pene. Aria Così la tortorella talor piange e silagna, perché la sua compagna vede, chaugel feroce dal nido glirubò. Ma poi libera e bella se ritornar la sente, compensa in lieta voce quel gemito dolente che mesta già formò. Recitativo MADDALENA Se Maria dunque spera, e spera ancor Giovanni, anchio dar voglio con sì giusta speme qualche tregua a gli affanni; ma pure chi ben ama sempre teme, e nellamante mio misero core, benché speranza regni, bandir non può il timore. Orde glio posti affetti, a chi debba dar fede vedrò volgendo il piede alladorato speco, tomba del mio Gesù; vada Giovanni a consolar Maria; Cleofesia meco. Aria Ho un non so chen el cor che in vece di dolor, gioia mi chiede. Mail core, uso a temer le voci del piacer, o non intende ancor, o inganno di pensier forse le crede. Scena Quarta Recitativo ANGELO Uscite, pure, uscite dalloscura prigione, ove sì lunga ed orrida stagione questo giorno attendeste, anime belle! Uscite, pur, e uscite a vagheggiare, a posseder le stelle! Di quel Signor che ha vinto per voi la Morte e lcontumace Averno, il trionfo seguite. E poi primi venite, o primi padri delle umane genti, nésodan più lamenti del vostro antico errore, orchebbe in sorte un tanto Redentore. Seguano glaltripoi, e per lorme di luce che del divino Duce il glorioso piè stampa nellombre, da questo centro squallido e profondo sorgan con Lui sovra laperto Mondo. Ma con eco festivo, replichi prima il lor devoto labbro: CORO ANGELO Il Nume vincitor trionfi, regni e viva! ANGELI Il Nume vincitor, trionfi, regni e viva, un Dio vincitor! ANGELO Viva e trionfi quel Dio così grande che i Cieli spande, che al Sol da splendor. ANGELI Viva e trionfi quel Dio così grande che i Cieli spande, che al Sol da splendor. Per cui Cocito geme aterrito da cui fu vinta la Morte ancor. Viva e trionfi quel Dio così grande che i Cieli spande, che al Sol da splendor. ANGELO Il Nume vincitor trionfi, regni e viva! ANGELI Il Nume vincitor, trionfi, regni e viva, un Dio vincitor! |
PRIMERA
PARTE Sonata Primera Escena Aria ÁNGEL ¡Abríos, oh puertas del Averno, y que hermosa luz del Dios eterno, con relámpagos, disipe el horror! ¡Ceded, horribles puertas, ceded al Rey de la Gloria, pues de su victoria sois su principal honor! Recitativo Acompañado LUCIFER ¿Qué inusitada luz rasga las vendas de la infernal noche? ¿Qué eco jamás escuchado, de grácil armonía, resuena en la gruta Estigia? ¡Si a mi valor se deben los aplausos, justos son! ¡Hoy, victorioso, habitantes del Abismo, a vosotros vuelvo; pues con furia me vengué de quien me hizo perder el Reino del Cielo. Aria Caí, es cierto, pero al caer no perdí fuerza ni valor. Y si más fuerte fue Dios al arrojarme del Cielo, cede ahora a mi furor el hombre con perecer. Recitativo Acompañado LUCIFER ¿Qué veo? ¿Una espesa turba de espíritus adversos, sobre estas ennegrecidas brisas a causa de mi aliento, osa levantar el vuelo? ÁNGEL ¡De los antros tenebrosos callad, horribles monstruos! ¡Disipaos, oh sombras! ¡Alejaos, espectros! Y del eterno Rey escuchad los decretos. Recitativo LUCIFER ¿Quién eres? ¿Y quién es ese rey que se atreve a penetrar donde yo reino ? ÁNGEL Es de la Gloria el Rey, Rey poderoso y fuerte, al cual no puede resistir tu poder. LUCIFER Si hablas de aquel que pienso, hoy mismo a la muerte es conducido. No puedes negar que mi poder le ha vencido. ÁNGEL Como un ciego te engañas, y no ves que si murió quien es de la vida el creador, no fue por obra tuya, sino sólo del amor. Aria Del amor fue el arbitrio que al Padre, en su Hijo, el pecado se pagase, devolviendo así al hombre la vida que una manzana mordida le robase. Recitativo LUCIFER Y bien, ¿es tu Dios ése, que del hombre enamorado, y por su mano desangrado, hoy se propone morir? ¿Qué pretende? Si la pleitesía que me debe hace que hasta mí se adelante, venga pues, pero si quiere... ÁNGEL ¡Calla y verás, monstruo arrogante! Verás, burlada en su huida, a la Muerte de Él retirarse; habrás de ver confundida cómo la Culpa le observa; y verás cómo se aterra y de Él se esconde la Pena; y temblando también verás cómo te has de arrodillar ante su gran Nombre. LUCIFER ¿Temblar yo? ¿Doblegarme? ¿Cuándo? ¿Dónde? Removeré los infernales antros y desplazaré el eje terrestre disipando de la Tierra el aire respirando y el fuego suspirando. ¡Con mi ambición al Cielo llevaré la guerra! Aria ¡Del Erebo, oh vosotras, potencias horribles, vamos, armaos conmigo de ira y valentía! ¡Y las serpientes terribles de las Euménides, con fieros silbidos, al Cielo muestren los rayos que las profundidades emanan! Segunda Escena Recitativo Acompañado MARÍA MAGDALENA Noche, funesta noche, tú, que del divino Sol su ocaso lloras con sombras de dolor, deja, deja que yo también llore, y con tirano sopor, de este justo tormento, ¡no impidas, por favor, el sufrimiento! Aria ¡Sobre mis ojos tus alas no despliegues, oh sueño ingrato, ni vueles! Si acaso pretendes conmigo enjugar el triste llanto, deja que antes llore tanto como ríos de sangre ha vertido mi Dios, por mi culpa desangrado. Recitativo MARÍA DE CLEOFÁS Concédele, ¡oh Magdalena! tregua a tu padecer, pues de tanto languidecer, con tu vida, incluso, puede acabar la pena; que por un Dios que así murió justo es sentir un dolor que no nos conviene acortar. MARÍA MAGDALENA María, en vano a descansar me invitas, pues para mi amante corazón, más penoso sería cualquier momento en que pudiese yo olvidar mi sufrimiento. MARÍA DE CLEOFÁS Si tu justo penar sólo de sufrir provoca el deseo, yo distraerlo no quiero, sino unirme a tu pesar. Aria ¡Llorad, sí, llorad, ojos míos y doleos, que con amargas lágrimas, a mi Señor ya difunto, rindiendo sentido tributo, tristes habréis de tornar! ¡Llorad, sí, llorad, pues mientras Él vertía toda su sangre en la Cruz, muriendo solo decía llorando: tengo sed. ¡Llorad, sí, llorad! Recitativo MARÍA MAGDALENA ¡Ay, mi dulce Señor, que, con tus venas ya vacías, por calmarte pedías tan sólo un poco de agua! Pero el bárbaro Israel sólo por bebida, hiel te diera: ¿Y que yo al recordarlo no muera? MARÍA DE CLEOFÁS ¡Ay, pueblo cruel, pueblo ingrato! Él, que por ti licuó en torrentes de plata pura las rocas más duras, pocas lágrimas te pidió; y tú se lo pagaste con tan amargo licor. Y al recordarlo, ¿no se te abre el corazón? MARÍA MAGDALENA ¡Oh, crueles pensamientos! MARÍA DE CLEOFÁS ¡Oh, funestos recuerdos! MARÍA MAGDALENA ... a atormentarme acudid! MARÍA DE CLEOFÁS ... sí, sí, persistid y acrecentad mi sufrimiento. MARÍA MAGDALENA ... pues con este tormento... MARÍA DE CLEOFÁS ... pues en este angustioso trance... MARÍA MAGDALENA ... todavía encuentro gozo... MARÍA DE CLEOFÁS ... consuelo todavía siento. MARÍA MAGDALENA Si con el pensamiento afligido puedo alentar al menos mi deseo, pareciera que mi pecho sintiera, de mi lacerado Jesús, el martirio. MARÍA DE CLEOFÁS Si en mi afligida mente tengo a mi Jesús presente, aunque torturado y exangüe, me basta pensar en su rostro para consolarme Aria MARÍA MAGDALENA Dulces clavos, amadas espinas, de aquellos pies y esos cabellos, dejad mi pecho traspasado. MARÍA DE CLEOFÁS Querida imagen dolorida, aunque pálida y herida, eres mi vida, eres mi bien. MARÍA MAGDALENA ¡Dulces clavos, amadas espinas! MARÍA DE CLEOFÁS ¡Querida imagen dolorida! MAGDALENA, MARÍA DE CLEOFÁS Querida imagen dolorida, aunque pálida y herida, eres mi vida, eres mi bien. Tercera Escena Recitativo SAN JUAN ¡Oh, María de Cleofás! ¡Oh, Magdalena! De mi divino Maestro amadas amantes, ¡Oh, cuánto envidio, cuánto, las lágrimas que derramáis, más de puro amor que de llanto! Pronto podré verle y coronar a mi Señor resucitado con su sudor en perlas transformado. MARÍA MAGDALENA Juan, tú que fuiste de mi Jesús discípulo querido, y de sus secretos confidente fiel, tan solo tú podrías reavivar en mi pecho una brizna de dulce esperanza. SAN JUAN Esta es ya la segunda noche desde que Él, extinto, yace. Ya la aurora, en su carro de tenebroso hielo, surcó la inmensidad del Cielo, y sobre las aguas del Ganges espera, ya despierta, del nuevo Sol la luminosa vuelta. Pero nuestro Sol, al tercer día, a nosotros prometió que volvería. Consuele, pues, vuestra alma quejosa esta nueva esperanza, tan hermosa. Aria Cuando parte del afecto el dolor en noble pecho, nunca extingue la constancia. Cuando es hija de la Fe, jamás habrá de ceder al temor nuestra esperanza. Recitativo MARÍA DE CLEOFÁS Pero dinos, ¿será verdad que Jesús resucitará? SAN JUAN Si Él lo ha dicho, ¿quién tachará de mentirosa su divina boca? MARÍA MAGDALENA ¡Vayamos, pues, antes que el matutino rayo la línea del horizonte alumbre! ¡Vayamos sin ser vistas al sagrado sepulcro y al menos allí podremos, con perfumes y ungüentos, ungir los fríos y exánimes despojos de quien vida y alma fue para nosotros! MARÍA DE CLEOFÁS Preparada a seguirte estoy; pues decidida me ha vuelto el esperar, por las palabras de Juan, encontrar aún con vida nuestra Vida. Aria Navegando a la deriva la frágil barca va, y en su miedo al peligro, atúrdase el barquero. Pero al divisar la orilla, de nuevo la esperanza siente, y ni del viento ni del mar ya no teme su ímpetu fiero. Recitativo SAN JUAN Marchad, pues, ¡oh, fieles mujeres amigas! al señalado lugar, pues allí quizás podréis de vuestro hermoso deseo la meta hallar. Mientras, yo he de volver con aquella que, por Madre, en la postrera hora de su penosa agonía, mi Señor me diera. MARÍA MAGDALENA Que tu socorro a ella oportunamente alcance, pues en tan amargo trance bien sé por mí cuán dura es la pena. SAN JUAN Más grande que cualquier otro fue el dolor de aquella Madre viendo de aquel Hijo la muerte; pero aún le resultó más fuerte sufrirlo en su corazón; y aún así constante, mantiene la firme esperanza de verlo resucitado; y si a tal punto llegara entonces la alegría sus penas compensara. Aria Así la tórtola amarga llora y se queja, viendo que a su pareja otra ave rapaz en el nido raptó. Pero si libre y hermosa, después retornar la viera, cambiaría en alegre canto aquel doloroso llanto que con tristeza exhaló. Recitativo MARÍA MAGDALENA Si María, por tanto, espera y también espera Juan, también yo dar quisiera, con esta justa esperanza, alguna tregua a mi afán; pero siempre ha de temer quien bien ama, y en mi triste y amante corazón, aunque la esperanza reine, ahogar no puedo el temor. ¿A cuál de estos contrarios sentimientos me deba yo confiar? Lo podré averiguar yendo a la adorada gruta, tumba de mi Jesús. ¡Vaya, pues, Juan a consolar a María y quede conmigo la de Cleofás! Aria Hay algo en mi corazón que en lugar de dolor me impulsa a sentir contento. Pero mi corazón, acostumbrado a temer las llamadas del placer, o todavía no las oye, o todavía las cree engaño del pensamiento. Cuarta Escena Recitativo ÁNGEL ¡Salid, vamos, salid de esta oscura prisión, donde tan larga y horrible espera hasta este día sufristeis, oh almas bellas! ¡Salid, vamos, salid a pasear y dominar las estrellas! Tras aquel Señor que ha vencido por vosotros a la Muerte y al Averno rebelde, en su triunfo, seguid. Sed vosotros los primeros, ¡oh, padres primigenios del humano género! y no se oigan más lamentos por vuestro antiguo pecado, pues ahora un Redentor os ha sido dado. Que os sigan después los otros por la luminosa vía que el divino Guía va abriendo en las tinieblas con su pie glorioso. Y desde este lugar sórdido y profundo, vuelvan con Él de nuevo al Mundo. Pero antes, con eco festivo, repitan sus labios devotos: CORO ÁNGEL ¡Que el Dios vencedor triunfe, reine y viva! ÁNGELES ¡Que el Dios vencedor triunfe, reine y viva, el Dios vencedor! ÁNGEL Viva y triunfe este Dios tan grande que a todos el Cielo abre, y al Sol confiere su esplendor. ÁNGELES Viva y triunfe este Dios tan grande que a todos el Cielo abre, y al Sol confiere su esplendor. Por Él, el Cocito se lamenta aterrado, pues en sus orillas la Muerte ha aniquilado. Viva y triunfe este Dios tan grande que a todos el Cielo abre y al Sol confiere su esplendor. ÁNGEL ¡Que el Dios vencedor triunfe, reine y viva! ÁNGELES ¡Que el Dios vencedor triunfe, reine y viva, el Dios vencedor! |